Materialismo e Spiritualità

Aperto da Federico Mey2, 21 Aprile 2020, 08:58:20 AM

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Federico Mey2


Nell'ambito di quella che in un precedente post ho chiamato Psicofilosofia, cioè l'area che ha come oggetto d'interesse l'agire e il pensare dell'individuo (si disinteressa dell'essenza del mondo), volevo proporre una mia definizione del termine Materialismo, in opposizione al termine Spiritualità.
Il Materialismo consiste nell'avere come obiettivo il Fare, all'interno di uno schema, nella Spiritualità l'obiettivo è il Capire, uscire dagli schemi.
Nel Materialismo si può agire per ottenere ad esempio un vantaggio individuale o collettivo (vedi l'economia e l'utilitarismo in generale), o uno svantaggio (vedi la guerra), ma anche, soprattutto se immettiamo la sfera simbolica, si può agire per comunicare, magari nell'ambito di una pseudo-religione organizzata come un "gioco di società"  (vedi la politica, spesso definita un "teatrino"), o di una religione priva di obiettivi spirituali, in cui la ricerca di Dio è falsa (e quindi esecuzione meccanica di riti).
Anche questo comunicare, pur se scollegato totalmente con i fini di vantaggio-svantaggio che si possono associare meglio al concetto di materialità tipico, è materialismo secondo la mia definizione, in quanto l'agire è meccanico, finalizzato all'apparenza, schematico.
La Spiritualità è l'agire al di sopra dagli schemi, è la ricerca della finalità e dei principi, la indipendenza dalle apparenze, la ricerca.
In sintesi, il Materialismo è FARE (includendo in ciò il comunicare finalizzato all'apparenza), la Spiritualità è CAPIRE.

viator

Salve Federico: No, secondo me non ci siamo proprio : il MATERIALISMO non è che l'ambito, la dimensione mentale orientata alla valutazione dei segnali che ci giungano dai cinque sensi, cioè appunto dal mondo fisico della materia.
Come tale esso pone in relazione tra di loro le percezioni appunto materiali utilizzando una precisa funzione mentale, il raziocinio, cioè la capacità di collegare le informazioni che porta al CAPIRE. Il MATERIALISMO quindi consiste nel CAPIRE attraverso la PERCEZIONE.



Lo SPIRITUALISMO invece si occupa di ciò che è immateriale, metafisico, impercepile dai sensi.Ovvio che esso consista unicamente nel valutare le SENSAZIONI INTERIORI estranee ai sensi corporali. Pertanto lo spiritualismo consiste nel SENTIMENTO (funzione psichica e non mentale) basato e consistente - appunto - nella capacità di SENTIRE (interiormente).


Il FARE, anche se da te citato correttamente come attività a base materiale, rappresenta non un atteggiamento intellettuale o spirituale come i primi due citati qui sopra, bensì solamente un comportamento esteriore di base fisica consistente in una PRASSI. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

giopap

Secondo me, Federico, confondi il "materialismo" come malinteso concetto etico (usato anzi spesso in seno piuttosto moralistico), sinonimo di grettezza e meschinità, con il"materialismo" come concezione filosofica, ontologica.


In quest' ultimo senso il materialismo é la concezione monistica della realtà come costituita unicamente da materia, negando (a mio parere del tutto indebitamente, falsamente) l' esistenza reale del pensiero, o identificandolo con la materia (determinati processi neurofisiologici cerebrali o loro aspetti astrattamente "elaboratori di informazione" o "algoritmici"), o riducendolo alla materia, o pretendendolo "emergere dalla" o "sopravvenire alla" materia stessa a seconda dei casi.


Fra l' altro di fatto ci sono casi di materialisti generosissimi e magnanimissimi e di "spiritualisti" estremamente gretti e meschini; esattamente come viceversa: non esiste alcuna necessaria congiunzione di determinati comportamenti pratici con determinate credenze teoriche; per lo meno non certo a livello di scopi o finalità dell' agire, ma casomai solo nella scelta dei mezzi, più o meno efficaci a seconda dei casi, per realizzarli.

Federico Mey2

Forse non avete letto il mio preambolo:
Citazione di: Federico Mey2 il 21 Aprile 2020, 08:58:20 AM

Nell'ambito di quella che in un precedente post ho chiamato Psicofilosofia, cioè l'area che ha come oggetto d'interesse l'agire e il pensare dell'individuo (si disinteressa dell'essenza del mondo), volevo proporre una mia definizione del termine Materialismo, in opposizione al termine Spiritualità.

In questa area di pensiero, la Psicofilosofia, mi disinteresso totalmente di sensi o di materia con cuoi è costituito il mondo o il cervello; mi interesso esclusivamente dell'agire e del pensare umano.
Tradotto in termini forse a voi più affini diciamo che mi interesso esclusivamente di Morale in senso ampio (non voglio dire di Morale in senso di Bene e Male).
Direi forse di Morale in termini informatici: come e perchè un individuo (così come un computer) pensa e agisce.
E comunque ho scelto le Tematiche Spirituali, e non quelle Filosofiche, proprio per evitare risposte di tipo filosofico-ontologiche o cose di quel tipo.

giopap

Questa precisazione, contrariamete all' originaria premessa, ha il pregio della chiarezza.


Tuttavia trovo disdicevole l' uso del termine moralmente spregiativo "materialismo" nel senso da te precisato per indicare grettezza e meschinità o aridità mentale, per il semplice fatto che é un concetto che ha innanzitutto un significato ontologico (quello etico da te impiegato, anche se entrato a mio parere malauguratamente nell' uso comune, in origine era meramente metaforico; e usato polemicamente dai preti e altri denigratori del materialismo inteso in senso proprio, ontologico), indicando un' ontologia a molti esponenti della quale, pur dissentendone nettamente, devo riconoscere grande magnanimità, generosità ed eticità (innanzitutto ma non solo Fiederich Engels e Karl Marx e molti loro discepoli).


Mi é difficile capire che cosa possa essere una "Morale in senso ampio inteso non in senso di Bene e Male", "Direi forse di Morale in termini informatici: come e perchè un individuo (così come un computer) pensa e agisce".
Non vorrei fare la pignola né tantomeno la fastidiosa e presuntuosa saccente, ma ho la netta impressione soggettiva (potrebbe anche essere oggettivamente poco o punto fondata) che tu tenda ad attribuire alle parole significati alquanto diversi da quelli più comunemente ad esse collegati, complicando un po' il confronto delle idee e convinzioni.

Federico Mey2

Citazione di: giopap il 21 Aprile 2020, 15:30:24 PM
Tuttavia trovo disdicevole l' uso del termine moralmente spregiativo "materialismo" nel senso da te precisato per indicare grettezza e meschinità o aridità mentale,
Non è da me stato usato il termine Materialismo esattamente come offesa, anche se c'è un elogio di quello che considero il suo opposto, la Spiritualità. La mia idea negativa sta nel fatto che quello che chiamo materialista (secondo la mia definizione) agisce senza porsi i problemi di capire i fini e i principi del proprio agire, egli non guarda in alto ma si preoccupa soltanto del livello terreno. Anche per questo, dato che la materia, nella vita corrente, sta al livello della terra mentre lo spirito sta il cielo, ho chiamato così le due categorie.

Citazione di: giopap il 21 Aprile 2020, 15:30:24 PM
Mi é difficile capire che cosa possa essere una "Morale in senso ampio inteso non in senso di Bene e Male", "Direi forse di Morale in termini informatici: come e perchè un individuo (così come un computer) pensa e agisce".
Per quanto riguarda il termine "Morale", dò qua due significati possibili: il primo è Morale in senso di Bene e Male, come quando diciamo immorale qualcosa che è Male e viceversa. L'altro significato è, come detto, in senso ampio, deriva dall'origine della parola che significa "costumi", "abitudini", e quindi l'interessarsi dell'agire degli individui ma senza dare giudizi, di immoralità o buona moralità.
Ad esempio si può valutare se i comportamenti sono di tipo meccanico, tipo azione-reazione, se stanno all'interno di uno schema, come un grande gioco di società oppure se invece si staccano dagli schemi e sono innovazione, ricerca, ad esempio di Dio (non assolutamente rituale). I comportamenti del primo tipo, o del secondo che ho appena descritto non sono Bene o Male, sono soltanto diversi.
Così un computer può avere un software, che consiste nel suo comportamento, che non è nè Bene nè Male, è soltanto un comportamento, che ad esempio può essere molto semplice o molto complesso, o infine può essere dotato della capacità di autoprogrammazione.

Citazione di: giopap il 21 Aprile 2020, 15:30:24 PM
ho la netta impressione soggettiva (potrebbe anche essere oggettivamente poco o punto fondata) che tu tenda ad attribuire alle parole significati alquanto diversi da quelli più comunemente ad esse collegati, complicando un po' il confronto delle idee e convinzioni.
Per quello che riguarda i significati, è vero che tendo a personalizzare le definizioni, ma ritengo che in questa area di pensiero ciò sia un elemento necessario se si è propensi all'innovazione, cioè se si hanno idee e teorie nuove da proporre. Io ritengo che ognuno dovrebbe avere la propria idea innovativa, e io ho la mia. Stare all'interno di binari predefiniti (così sono anche le definizioni) non porta in nessun posto che valga la pena. Ovviamente se si hanno definizioni innovative bisogna avere le idee chiare, per poi esprimerle agli altri, altrimenti non si va comunque da nessuna parte.

Jacopus

CitazionePer quanto riguarda il termine "Morale", dò qua due significati possibili: il primo è Morale in senso di Bene e Male, come quando diciamo immorale qualcosa che è Male e viceversa.
buongiorno Federico. Sarebbe interessante capire chi decide cosa è bene e cosa è male. Quali sono i criteri? Pensi per caso che Hitler e alcune centinaia di milioni di persone pensassero di fare del male, scatenando la seconda guerra mondiale e asfissiando sei milioni di ebrei? Io penso che si sentissero intimamente parte di un grande "bene". Questo è il caso limite, ma pensa anche a casi più quotidiani. E' bene concedere l'eutanasia o bisogna soffrire fino all'inverosimile? E' bene praticare l'aborto? E' bene la condanna a morte per reati gravi? E' bene insegnare il creazionismo o il darwinismo? E' bene difendere i confini dagli immigrati e poi andare a messa? E' bene porgere l'altra guancia? E' bene vendicarsi con la legge del taglione? E' bene comportarsi secondo il Vangelo perchè così si entra nel regno dei cieli, secondo un'ottica piuttosto commerciale?

CitazioneL'altro significato è, come detto, in senso ampio, deriva dall'origine della parola che significa "costumi", "abitudini", e quindi l'interessarsi dell'agire degli individui ma senza dare giudizi, di immoralità o buona moralità. Ad esempio si può valutare se i comportamenti sono di tipo meccanico, tipo azione-reazione, se stanno all'interno di uno schema, come un grande gioco di società oppure se invece si staccano dagli schemi e sono innovazione, ricerca, ad esempio di Dio (non assolutamente rituale). I comportamenti del primo tipo, o del secondo che ho appena descritto non sono Bene o Male, sono soltanto diversi.



Dici di avere le idee chiare, ma a me non sembra. Ti lanci in questo discorso per cui ci sarebbe un altro significato di bene e male, legato alle tradizioni, ai costumi. Non so esattamente a cosa ti riferisci. Forse al fatto che è bene portare il lutto, oppure che gli uomini sposati devono tenere la fede al dito. E poi aggiungi i comportamenti di tipo meccanico, azione-reazione, che stanno all'interno di uno schema. Immagino le reazioni di paura, di rabbia, di fame, di ricerca del partner. In questo caso sarebbero solo comportamenti diversi, tutti accettabili. Mentre alla fine la ricerca di Dio (non rituale) diventa probabilmente il "sommo bene". Non sono solito intervenire in questo settore del forum, perchè non ho competenze religiose e spirituali sufficienti, ma ne ho sufficienti per ogni discorso su etica e bene e male e il tuo discorso è assolutamente inconsistente.

Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Federico Mey2


La definizione del concetto "Morale" è abbastanza fuori tema in questo argomento. Avevo già provato a trattarne in passato in un altro argomento specifico. Comunque rifacciamolo.

Allora, spiego cosa intendo come schema di comportamento, che io sostengo sia l'oggetto dell'interesse della materia "Morale".
Il sig. X ha fin da bambino questo progetto:
Ogni anno valuto il mio bisogno sessuale. Se c'è ed è di una donna, cerco una donna. Se è di un uomo, cerco un uomo. Se non c'è, torno a rivalutare l'anno prossimo.
Se sto cercando una donna, se la trovo, le chiedo se mi ama. Se è così, la sposo. Se non la trovo, o la trovo e non mi ama, torno a cercarla.
Se mi sposo, se lei mi tradisce la uccido / oppure: faccio finta di niente / oppure: divorzio, quindi torno a cercare una donna 
Se la uccido, mi aspetto che la polizia mi cerchi, quindi scappo / oppure: mi lascio prendere / oppure: mi suicido
Se non mi tradisce lei io continuo ad essere fedele / oppure: la tradisco io, quindi torno a cercare una donna
ecc.
Ecco, la Morale in senso ampio consiste nel valutare i comportamenti, tra cui ci sono schemi di questo tipo, infinitamente più complessi evidentemente (ma si può anche uscire dagli schemi).
La Morale in senso di Bene e Male consiste nel giudicare i vari punti di questi schemi: ad esempio, porsi la domanda se è giusto o ingiusto che il sig. X uccida la moglie che l'ha tradito.
Il questione che poneva Jacopus del problema dell'indeterminatezza di ciò che è Bene e ciò che è Male non è importante, perchè quella è la risposta alla domanda. Interessarsi di Morale in senso di Bene e Male significa soltanto interessarsi dei giudizi, porsi le domande. Delle risposte se ne discuterà, ma comunque saremo all'interno di quella materia.

bobmax

Sì, concordo, il materialismo è caratterizzato dal "fare".
In quanto è fondato sul convincimento di possedere una qual libertà di agire nel mondo modificandolo.

Tuttavia, non credo che la spiritualità riguardi tanto il "capire", perché pure il capire deriva anch'esso dal materialismo.

L'essenza della spiritualità è piuttosto uno slancio di fede nel Nulla.
La spiritualità è fondata sulla fede nella Verità.
Verità che appare come Nulla.

Non appena questa fede non regge alla prova, allora si cerca di concretizzare l'oggetto di fede.
Subentra così il materialismo, e non vi è più autentica fede, ma solo superstizione.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

giopap

Citazione
Federico Mey2
Stare all'interno di binari predefiniti (così sono anche le definizioni) non porta in nessun posto che valga la pena. Ovviamente se si hanno definizioni innovative bisogna avere le idee chiare, per poi esprimerle agli altri, altrimenti non si va comunque da nessuna parte.
Citazione

Però bisogna anche chiarire bene agli interlocutori come si definiscono i concetti impiegati e in cosa differiscono da quelli in precedenza definiti, ovvero "predefiniti", nei comuni vocabolari (oltre a limitarsi, per ragioni di """economia""" tempo e di efficacia nelle discussioni alla ricerca della verità, a confezionare nuove definizioni di vecchi concetti, o anche di concetti  integralmente nuovi, allo stretto necessario).


Nel caso della tua accezione di "materialismo" in particolare, continuo a credere che sia comunque inopportuna perché tende di fatto a mettere in cattiva luce, a denigrare una rispettabilissima (oltre che diffusissima, che é cosa meno importante) opinione filosofica (che per la cronaca non seguo); un po' come se si scegliesse di chiamare "juventinismo" il cosiddetto "manicheismo" (il "vedere tutto in banco e nero, senza sfumature"): ogni volta che si usasse tale concetto in tale particolarissimo senso sarebbe necessario precisare che lo si fa astenendosi dall' imputare ai tifosi della squadra di calcio di proprietà della famiglia Agnelli un simile semplicistico e deplorevole modo di pensare; e in questo modo si sarebbe costretti ad appesantire terribilmente il discorso.

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