Lo spirito privo di sensi

Aperto da viator, 10 Febbraio 2019, 19:12:57 PM

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sgiombo

Citazione di: Ipazia il 22 Febbraio 2019, 15:01:10 PM
Gli eventi coscienti hanno vari gradi di consapevolezza tra i quali anche livelli inconsci (ad es. attività onirica).  Concordo che non ha alcun senso considerare l'intuizione un fenomeno extracoscienziale.
.

Ma i sogni sono eventi di coscienza; meramente soggettivi, come anche le allucinazioni, e non intersoggettivi, ma coscienti.

Secondo me di inconsci (= non manifestantisi in alcun modo alla coscienza ci sono solo i periodi di sonno (naturale o farmacologico: anestesia generale) senza sogni e il coma.

Piuttosto credo che, nell' ambito delle esperienze coscienti, se ne possano distinguere di o meno più "intensamente tali", cioé di caratterizzate da maggiore o minor attenzione, concentrazione attiva, intenzionale sui e/o da maggiore o minor "forza" o "vivacità" spontanea, per così dire "passivamente subita" dei contenuti fenomenici di coscienza che le costituiscono (e conseguentemente da maggiore o minor forza con la quale si fissano nella memoria; al limite, nel caso di quelle più "superficiali", meno "attente" o più "distratte" non si fissano per nulla nella memoria a lungo termine).

Non vedo sostanziali differenze fra i concetti di "coscienza" e di "consapevolezza".

tersite

------->A parte la tanatologia delle neuroscienze, che studia sempre le disgrazie altrui, e nulla ci vieta di pensare che le infligga anche

Per quale motivo nel corso di una conversazione si applicano termini qualitativamente dispregiativi ad un campo di ricerca ?
Le neuroscienze non sono la psichiatria e non sono gravate dalle sue irredimibili colpe ne dalle sue premesse.


------> Ma non c'è dimostrazione certa che lo spirito non esuli dal corpo.

Se è per quello si sta ancora aspettando una dimostrazione dell'esistenza dello spirito. Non vedo nemmeno come qualcosa possa "esulare" da un oggetto materiale.
Ogni definizione è artificiosa e in ciò è il suo potenziale evolutivo. (anonimo)

sgiombo

Citazione di: tersite il 22 Febbraio 2019, 16:41:10 PM


------> Ma non c'è dimostrazione certa che lo spirito non esuli dal corpo.

Se è per quello si sta ancora aspettando una dimostrazione dell'esistenza dello spirito. Non vedo nemmeno come qualcosa possa "esulare" da un oggetto materiale.

Che non possa esserci coscienza (in generale; e in particolare esperienza cosciente mentale: pensieri, ragionamenti, desideri, immaginazioni, ricordi, sentimenti, ecc.) in assenza di cervelli vivi e funzionanti (in modalità "veglia" o almeno "sonno con sogni", "allucinazioni", "illusioni", ecc.) mi sembra pacifico.
Ma anche viceversa che non possano esserci cervelli vivi e funzionanti (in modalità "veglia" o almeno "sonno con sogni", "allucinazioni", "illusioni", ecc.) in assenza di coscienze.

Quel che é problematico sono i rapporti fra questi due generi di eventi coscienti: da una parte i cervelli (per lo meno potenzialmente se non attualmente, per lo meno indirettamente se non direttamente) reali (realmente constatabili) come fenomeni nell' ambito delle esperienze* di osservatori di essi; e dall' altra parte gli eventi fenomenici accadenti nell' ambito delle coscienze** con tali cervelli osservati coesistenti).

tersite


--------> Quel che é problematico sono i rapporti fra questi due generi di eventi coscienti: da una parte i cervelli (per lo meno potenzialmente se non attualmente, per lo meno indirettamente se non direttamente) reali (realmente constatabili) come fenomeni nell' ambito delle esperienze* di osservatori di essi; e dall' altra parte gli eventi fenomenici accadenti nell' ambito delle coscienze** con tali cervelli osservati coesistenti).

posso dire di aver compreso quel che dici se riformulo così la frase ?

-da una parte il cervello ed i suoi "contenuti" come oggetto di indagine, scientifica o spirituale

-dall'altra l'interpretazione-comunicazione (quindi un elaborazione) del "contenuto". Elaborazione che viene in un primo momento compiuta dal cervello oggetto di indagine e viene poi passata al cervello esaminante il quale poi procederà alla sua elaborazione.
Ogni definizione è artificiosa e in ciò è il suo potenziale evolutivo. (anonimo)

sgiombo

Citazione di: tersite il 22 Febbraio 2019, 17:34:21 PM
--------> Quel che é problematico sono i rapporti fra questi due generi di eventi coscienti: da una parte i cervelli (per lo meno potenzialmente se non attualmente, per lo meno indirettamente se non direttamente) reali (realmente constatabili) come fenomeni nell' ambito delle esperienze* di osservatori di essi; e dall' altra parte gli eventi fenomenici accadenti nell' ambito delle coscienze** con tali cervelli osservati coesistenti).

posso dire di aver compreso quel che dici se riformulo così la frase ?

-da una parte il cervello ed i suoi "contenuti" come oggetto di indagine, scientifica o spirituale

-dall'altra l'interpretazione-comunicazione (quindi un elaborazione) del "contenuto". Elaborazione che viene in un primo momento compiuta dal cervello oggetto di indagine e viene poi passata al cervello esaminante il quale poi procederà alla sua elaborazione.

No, mi hai frainteso (per ora; ma naturalmente spero che ragionando riusciremo a capirci meglio).

Per me il cervello é un' organo biologico, dunque materiale, facente parte dell' insieme dei fenomeni (dati sensibili appartenenti alla, svolgentisi, accadenti nell' ambito della coscienza) materiali i quali son postulabili (non dimostrabili) essere intersoggettivi e inoltre sono misurabili; e di conseguenza conoscibili scientificamente  (in senso "stretto" o "forte", quello delle scienze naturali).

Le sensazioni fenomeniche (tutto ciò che appare alla coscienza: sia le sensazioni materiali che costituiscono il mondo fisico, biologico, ecc., postulabile essere intersoggettivo, sia quelle mentali o di pensiero non postulabili essere intersoggettive ma invece meramente soggettive e non misurabili quantitativamente, e dunque non conoscibili scientificamente in senso stretto) sono esaminate o elaborate da- (quelle particolari sensazioni mentali che sono) -i pensieri, i quali predicano a proposito di esse cercando di conoscerle.

Ogni cervello é un contenuto "fenomenico" ovvero per l' appunto "apparente" di coscienza (delle coscienze di coloro che lo osservano, lo studiano, esaminano, ecc.), mentre la coscienza (in generale; e in particolare il pensiero cosciente) non é contenuta in alcun modo in alcun cervello: non dobbiamo cercare la coscienza nel cervello, ma invece il cervello nella coscienza.

tersite

-------> Ogni cervello é un contenuto "fenomenico" ovvero per l' appunto "apparente" di coscienza (delle coscienze di coloro che lo osservano, lo studiano, esaminano, ecc.), mentre la coscienza (in generale; e in particolare il pensiero cosciente) non é contenuta in alcun modo in alcun cervello: non dobbiamo cercare la coscienza nel cervello, ma invece il cervello nella coscienza.

tecnicamente  non è idealismo questo?
Ogni definizione è artificiosa e in ciò è il suo potenziale evolutivo. (anonimo)

tersite

scusami..ho letto altrove dove spieghi cosa intendi per coscienza.
tutto a posto adesso.
grazie per la chiaccherata.
Ogni definizione è artificiosa e in ciò è il suo potenziale evolutivo. (anonimo)

green demetr

Citazione di: sgiombo il 20 Febbraio 2019, 21:00:36 PM
Ovviamente concordo che non posso dire che una cosa non c'è solo perchè non è compresa all'interno di uno stato di coscienza.

Ma il pensiero (cosciente; per l' "inconscio" non nutrendo alcun interesse) é costituito da eventi coscienti (fenomeni mentali).
E anche qualsiasi "intuizione" (se intesa come "illuminazione mentale") la é.
Non riseco a comprndere (immaginare) cosa possa essere un' "intuizione" che non "appaia alla coscienza", che non sia un evento cosciente.


Si lo so, ne avevamo parlato già tempo fa, sembra che tu non riesca ad avere intuizioni legate a Dio (inteso proprio come trascendenza, non inteso come oggetto religioso di culto).


D'altronde la trascendenza è il motivo vero per cui esiste La cosa in sè kantiana.
Altrimenti kant non parlerebbe di trascendentale. Ossia del concetto di limite.

D'altronde lo stesso concetto di limite è chiaramente fuori dal dato conoscitivo o cosciente che dir si voglia.

I valori di frazione che tendo a, sono impossibile da assimilare nella loro accezione materiale. E vengono ridotti a fattori di relazione. Ossia a funzioni.

Penso che ogni funtore, indichi semplicemente il valore provvisorio, statistico dell'atto di coscienza.

In effetti Sgiombo per me il Pensiero non è la Coscienza. (cosi come non lo era per Heidegger etc..)


potremmo dire che coscienza è uguale al funtore di pensiero riduttivo e provvisorio. In quanto funtore indica una realtà mai attingibile completamente. Come del resto l'entropia quantistica illustra.


Non so se lo conosci ti posto questo link su youtube, che rimane a distanza di anni, ancora l'argomento più interessante a livellos scientifico.  https://www.youtube.com/watch?v=2S_PNxRYsAY

Dall'ordine si genera il caos e dal caos si genera caos.

Non può esistere alcun riduzionismo a questo.


Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Apeiron il 22 Febbraio 2019, 09:53:20 AM
Per la discussione sulla spiritualità antica non legata alle religioni organizzate consiglio il filosofo francese Pierre Hadot.
Pierre Hadot riteneva che l'aspetto dottrinale delle filosofie antiche veniva in secondo piano. In primo piano, la filosofia doveva insegnare un 'modo di vivere'.

Per una introduzione al filosofo francese: https://www.academia.edu/1110501/Pierre_Hadot_1922-2010_ o http://www.filosofico.net/hadot.htm. Nel secondo link, per esempio:

Ciao Apeiron. Hadot ritiene in una visione tutta contemporanea che lo spirito non esiste ma solo l'utile.

E'chiaro che non solo è un cane dell'impero, ma anche che non capisce nulla dello spirito antico.

E' invece sempre Nietzche (e che noja) a darne la lettura più verisimile.

Ma come vanno gli studi sul buddismo? li hai interrotti, sono proseguiti? ciao!

Cosa pensi dell'entropia, visto che Sgiombo mi ha fatto ricordare un vecchio video che mi aveva lasciato di sasso.
https://www.youtube.com/watch?v=2S_PNxRYsAY ?
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Ipazia il 22 Febbraio 2019, 15:01:10 PM
Gli eventi coscienti hanno vari gradi di consapevolezza tra i quali anche livelli inconsci (ad es. attività onirica).  Concordo che non ha alcun senso considerare l'intuizione un fenomeno extracoscienziale.
.

E che di tipo di consapevolezza sarebbe quella onirica di grazia????

Idem anzi ancora meno spiegabile come può una intuizione che viene chiaramente prima di qualsiasi coscienza, appartenere alla coscienza?

Pensiamo anche semplicemente all'inizio della ragion pura. Spazio e tempo sono intuizioni primitive. Origianarie per l'appunto.

Senza spazio (essendo il tempo una prorprietà dello spazio, attenzione alla lettura pre-einsteniana del Kant!) non c'è coscienza.

D'altronde anche le neuroscienze lo certificano.

Gli scientisti dicono che siano proprietà propriocettive....ah ah ah. Come si arrampicano tristemente sugli specchi.

Poichè non è spiegabile, allora aggiungono un talento al nostro lato sensorio. Il che è ridicolo. Lo spazio è tale anche senza percetto. A volte sono basito di certi miraggi.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

sgiombo

Citazione di: green demetr il 23 Febbraio 2019, 00:51:30 AM
Si lo so, ne avevamo parlato già tempo fa, sembra che tu non riesca ad avere intuizioni legate a Dio (inteso proprio come trascendenza, non inteso come oggetto religioso di culto).


D'altronde la trascendenza è il motivo vero per cui esiste La cosa in sè kantiana.


Citazione
Ma in realtà penso che, sebbene ovviamente non percepibile per definizione e nemmeno dimostrabile  razionalmente - logicamente, una realtà in sé esista (lo credo letteralmente "per  fede"





In effetti Sgiombo per me il Pensiero non è la Coscienza. (cosi come non lo era per Heidegger etc..)

Citazione
Ma se il pensiero non é un' "aspetto" della coscienza, alcuni dei "contenuto di coscienza" (quelli mentali) considerati astrattamente nel loro insieme (e distinti dalle sensazioni materiali), allora non riesco a capire che cosa sia (in che senso é il limite" della coscienza?).





Dall'ordine si genera il caos e dal caos si genera caos.

Non può esistere alcun riduzionismo a questo.
Citazione
Però all' infinito (in uno spazio infinito e in un tempo infinito) anche le cose più improbabili prima o poi, qua o là accadono.

sgiombo

Citazione di: green demetr il 23 Febbraio 2019, 01:04:34 AM
E che di tipo di consapevolezza sarebbe quella onirica di grazia????

Idem anzi ancora meno spiegabile come può una intuizione che viene chiaramente prima di qualsiasi coscienza, appartenere alla coscienza?

Pensiamo anche semplicemente all'inizio della ragion pura. Spazio e tempo sono intuizioni primitive. Origianarie per l'appunto.

Senza spazio (essendo il tempo una prorprietà dello spazio, attenzione alla lettura pre-einsteniana del Kant!) non c'è coscienza.

D'altronde anche le neuroscienze lo certificano.

Gli scientisti dicono che siano proprietà propriocettive....ah ah ah. Come si arrampicano tristemente sugli specchi.

Poichè non è spiegabile, allora aggiungono un talento al nostro lato sensorio. Il che è ridicolo. Lo spazio è tale anche senza percetto. A volte sono basito di certi miraggi.

Qui é evidente l' estrema difficoltà di comprenderci (almeno noi: Ipazia, GreenDementr e io; ma mi sorprenderei molto se altri riuscissero a districarsi con chiarezza nella discussione) per il fatto di attribuire con tutta evidenza significati diversi alle medesime parole.

Cerco di spiegare come le intendo io onde sperare di giungere a un' intesa (eventualmente, anzi probabilmente sui reciproci dissensi).



Per me "coscienza" e consapevolezza" sono sinonimi pressocché perfetti.

E tutto ciò che "appare" (ovvero accade nell' ambito della consapevolezza == coscienza) é "fenomeno -i cosciente -i", compresi sogni, allucinazioni, ecc.
E comprese anche le "intuizioni", a meno che non siano qualcosa di cui non si avverte coscientemente == consapevolmente nulla (le cose in sé o noumeno, se reali, non si avvertono consapevolmente == coscientemente per definizione; però l' "intuizione" del noumeno, il pensiero, il concetto di noumeno -inteso sia come simbolo verbale sia come significato, nozione di esso- si avverte -eccome!- nell' abito della coscienza; dunque l' intuizione del noumeno "appartiene alla coscienza").



In dissenso da Kant considero spazio e  tempo non "intuizioni primitive" (concetti noti a priori?), ma invece, empiristicamente, astrazioni a posteriori dai fenomeni coscienti (solo materiali nel caso del primo, sia materiali che mentali nel caso del secondo).

E' per questo che senza spazio e senza tempo non c' é esperienza fenomenica, per il fatto che ne sono caratteristiche universalmente (generalissimamente) presenti (sempre e comunque nel caso del tempo; unicamente nell' ambito dei fenomeni materiali -"res", per l' appunto "extensa"- nel caso dello spazio) constatabili e astraibili a posteriori; e non perché siano "condizioni a priori" dell' esperienza fenomenica: prima di vivere esperienze fenomeniche non se ne ha alcuna nozione.

Secondo me sia spazio che tempo sono proprietà del mutamento (astraibili da esso; e dimostrate non reciprocamente indipendenti ma invece reciprocamente condizionantesi secondo modalità deterministiche nell' ambito dei fenomeni materiali).

Francamente non vedo che ci azzecchino le neuroscienze e la propriocezione.
Ma poiché lo ritengo una caratteristica astratta dei fenomeni materiali (coscientemente == consapevolmente percepiti), credo proprio che lo spazio non possa esistere senza percetti (materiali).

Apeiron

#87
Ciao Green!  :)

Citazione di: green demetr il 23 Febbraio 2019, 00:54:33 AMCiao Apeiron. Hadot ritiene in una visione tutta contemporanea che lo spirito non esiste ma solo l'utile.

Beh, Hadot ritiene che la filosofia grecaera molto più rivolta alla 'vita vissuta' di oggi. E concordo con lui. Non a caso, si possono vedere chiari segni di ciò in praticamente quasi tutte le scuole di pensiero antiche. Inoltre, coglie anche un aspetto 'tragico' della filosofia greca che, in genere, non viene riconosciuto.

Per esempio, Platone scrive nel suo Simposio:



Citazione
[Diotima:] "...La cosa infatti sta così : nessuno degli dèi fa filosofia, né desidera essere sapiente; lo è già, né, se vi è qualcun altro sapiente, fa filosofia, né d'altra parte gli ignoranti fanno filosofia, né desiderano diventare sapienti. Poiché proprio in questo sta l'aspetto più ostico per l'ignoranza, il fatto che chi non è né buono né bello, né assennato ha la convinzione che tutto gli basti.
Pertanto chi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno".
"E chi sono dunque", chiesi io [cioè Socrate], "o Diotima, quelli che si mettono a fare filosofia, se non lo fanno i sapienti [più precisamente i 'saggi'] né gli ignoranti [l'opposto dei 'saggi']?" "Questo", mi rispose, "è chiaro ormai anche a un bambino, e sono quelli che si trovano in mezzo a questi due gruppi, tra i quali va posto anche Amore [nel senso di 'Eros' - purtroppo tante parole greche si traducono con 'amore' e questo crea confusione...]. La sapienza infatti, appartiene al novero delle cose più belle, e Amore è amore riguardo al bello, tanto che è necessario che Amore sia filosofo e, essendo anche filosofo se ne sta in mezzo al sapiente e all'ignorante. Anche di tutto questo per lui è causa la sua nascita, perché il padre è sapiente e ricco di risorse, la madre invece non è sapiente e si trova sempre in ristrettezze. E la natura di questo demone, o caro Socrate, è questa. E per quel che tu credevi fosse Amore, non provavi cosa da suscitare meraviglia. Tu credevi infatti, come a me pare, e l'arguisco da quello che tu dici, che Amore fosse l'amato e non l'amante.
Per questo, io penso, Amore ti appariva bellissimo. E in effetti ciò che è amato è in realtà bello, delicato, compiuto, e felice.
L'amante invece ha un altro aspetto ed è quello che io ho tratteggiato".

In pratica, il filosofo cercherà sempre la saggezza essendo lui non saggio e consapevole di non essere saggio. L''ignorante' (avrei preferito una traduzione alternativa) invece "non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno". Tuttavia, è chiaro che il filosofo non riuscirà mai a 'colmare' questo suo desiderio. E qui c'è la sua 'povertà'. La tragedia del filosofo. Un anelito che non viene mai soddisfatto.

Idee simili si trovano, ad esempio, nello Stoicismo (dove il 'saggio', in pratica, è ritenuto essere l'ideale inarrivabile). E perfino Epicuro (per il quale gli dei stanno eternamente indisturbati e in piena pace mentale...nel caso dell'uomo Epicuro riteneva che, invece, una liberazione totale dal dolore era impossibile). Ma anche in Aristotele, nel neoplatonismo ecc.

Ad ogni modo, secondo me Hadot riteneva che lo scopo della (o più precisamente di quasi tutta la) filosofia greca era raggiungere l'eudemonia*, la perfetta 'felicità' (ricercata, ovviamente, in modi diversi dalle diverse scuole). Tuttavia, l'obbiettivo era visto come qualcosa di inarrivabile. Da qui lo 'spirito tragico dei greci', per dirla quasi alla Nietzsche. Una tensione mai veramente soddisfatta.    

*A parer mio, si può notare una corrispondenza tra la differenza di concezione di eudemonia (e di modi per tendere ad essa, per avvicinarsi ad essa) e la differenza di concezione di ideale verso cui aspirare nelle varie scuole di pensiero della filosofia greca. Questo secondo me Hadot l'ha ben capito. Ti chiederei dunque di essere più specifico nella tua critica (se ti va).

Citazione di: green demetr il 23 Febbraio 2019, 00:54:33 AM
ma anche che non capisce nulla dello spirito antico. E' invece sempre Nietzche (e che noja) a darne la lettura più verisimile.

Credo che N. si concentri molto più sull'aspetto 'tragico' della filosofia greca. Tuttavia, è presente anche in Hadot. In ambo i casi, anzi, l'interpretazione di 'philo-sophia' è quella di una ricerca di una 'saggezza' sperimentata nel vissuto. Personalmente, mi sembrano per certi versi simili le due concezioni di filosofia greca. D'altro canto, però, N. ammirava molto più i pre-socratici. E, in particolare, Eraclito.

Citazione di: green demetr il 23 Febbraio 2019, 00:54:33 AM
Ma come vanno gli studi sul buddismo? li hai interrotti, sono proseguiti? ciao!

Non li ho mai interrotti   ;)  

Citazione di: green demetr il 23 Febbraio 2019, 00:54:33 AM
Cosa pensi dell'entropia, visto che Sgiombo mi ha fatto ricordare un vecchio video che mi aveva lasciato di sasso. https://www.youtube.com/watch?v=2S_PNxRYsAY ?

Quello che dice il video è sostanzialmente corretto. L'idea alla base dell'entropia è: ci dice, in pratica, che gli eventi che si osservano con maggior frequenza sono quelli più probabili.

Questa 'semplice' idea ha implicazioni enormi anche nelle nostre vite (rendendole, di fatto, 'tragiche'). I nostri corpi sono strutture estremamente ordinate ed 'improbabili'. Per mantenerci in vita dobbiamo mantenere questo nostro 'stato ordinato' e non è facile farlo. In pratica, si può capire la massima "la vita è 'lotta'" anche da qui. Per il solo fatto di mantenerci in vita dobbiamo appunto 'lottare' (chiaramente se vogliamo di più, dobbiamo lottare di più ecc). Se vuoi puoi usare questa idea come 'conferma' della 'tragicità' della nostra condizione  ;)

(forse siamo troppo off-topic  ;D )
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Apeiron

Come altro 'indizio' del fatto che la parte 'dottrinale' della filosofia poteva andare in secondo piano, nell'Accademia di Platone i suoi immediati discepoli avevano idee diverse sulla realtà. C'erano forti dissensi sulla teoria delle Forme e sulla concezione del Bene.  Quindi il 'collante' che teneva assieme l'Accademia non doveva essere una 'dottrina'.

Inoltre, nei dialoghi Platonici si intravedono esempi di 'esercizi spirituali' anche se, purtroppo, non vengono spiegati in dettaglio ma solo accennati. Per esempio, all'inizio del Libro IX della Repubblica si dice che è necessario saper controllare gli istinti e l'animosità tramite precise tecniche (per esempio, né si eccede col digiuno né si mangia troppo, si cerca di calmare l'ira per evitare di avere il sonno disturbato dalla rabbia verso qualche persona, si cerca di esercitare la ragione tramite argomentazioni e ricerche ecc). Viene detto che colui che correttamente svolge questi esercizi riuscirà a fare un sonno pacifico, libero, as esempio, da sogni in cui istinti eccessivi ed animosità si scatenano. 

Peccato che le 'istruzioni' su come fare questi 'esercizi' siano andate perdute  :( sarebbero state molto interessanti! 


Qualcosa in più si è conservato, ad esempio, nella letteratura stoica.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Kephas

Citazione di: viator il 10 Febbraio 2019, 19:12:57 PM
Senza i sensi non può esistere un sistema nervoso.
Senza un sistema nervoso non può esistere una psiche.
Senza una psiche non può esistere una memoria.
Senza memoria non può esistere una coscienza.
Senza coscienza non può esistere una mente.
Senza una mente non possono esistere i pensieri.
Senza i pensieri io non posso esistere (vedi Cartesio).
Eppure un sacco di gente afferma che noi siamo altro che tutto ciò che ci permette di esistere.
Ed è convinta di aver ragione solo perchè desidera disperatamente di sopravvivere a tutto ciò che è !

Secondo voi tutta questa gente ha ragione od ha torto nel pensare che il suo spirito un giorno potrà fare a meno dell'elenco che ho steso qui sopra ?


Premetto che non desidero disperatamente di sopravvivere a tutto ciò che è!
Però penso che senza l'anima (il nostro Uomo interiore) i sensi, un sistema nervoso, ecc.. non possono minimamente esistere.
Esistono perché c'è un'anima che fa funzionare il tutto ciò che è.
Forse bisognerebbe riflettere sulla confessione di un celebre scienziato:, il premio nobel Max Planch, creatore della teoria dei quanti.
Che nel corso di una conferenza tenuta a Firenze si espresse in questi termini:
<<Come fisico, quindi come uomo che per tutta la vita ha servito la scienza, cioè ha indagato la materia, non posso certamente venir sospettato di essere un esaltato.
Dopo tutte le mie ricerche sull'atomo, vi dico questo: non esiste la materia in sé! 
La materia si forma ed esiste solo in virtù di una forza che mette in vibrazioni le particelle atomiche e le tiene unite come un minuscolo sistema solare dell'atomo.
Dato che però in tutto l'universo non esiste una forza di per se stessa intelligente ed eterna, dobbiamo presupporre dietro a questa forza uno spirito conscio ed intelligente.
Questo spirito costituisce l'origine di ogni materia>>
<<L'atomo apre all'umanità la porta del perduto e dimenticato mondo dello spirito>>

Avrà ragione questo scienziato???








L'amore è come il mare in tempesta, che tutto travolge nei primi momenti, poi l'arcobaleno che tutto colora, i sogni ed i momenti, poi tutto con il tempo si placa, rimane l'onda tranquilla che torna e ritorna a lambire le sponde.

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