L’anima e il corpo

Aperto da Jacopus, 05 Aprile 2022, 00:05:14 AM

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Jacopus

Una riflessione di Alexander, secondo la quale l'anima non ha bisogno del corpo, mi ha subito fatto immaginare un'anima che, invece, ha bisogno del corpo. Un'anima mortale, che non si staccherà mai da quell'entità biologica unica e irripetibile dove ha trovato rifugio. Ma un'anima del genere che anima è? Esiste qualche tradizione spirituale che la descrive in questi termini mortali e compressi biologicamente o sono io che sto inventando allegramente, sobillato dalla mia anima "Terragna"?
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

bobmax

L'anima individuale è una illusione dell'amore.

Nella sua evoluzione l'amore inizia come amore di sé. Poi allarga il suo raggio d'azione includendo altri.
Ma questo amore è comunque possessivo, egoistico. Sia verso se stessi sia verso chi si ama.

Questo amore è soprattutto struggente mancanza. Perché l'oggetto d'amore è in realtà inafferrabile.
Allora si ipotizza che amando, là dietro vi debba essere comunque qualcosa, l'oggetto d'amore.
Ecco l'anima!
La mia anima, l'anima degli altri.

Una volta inventata, l'anima può tornare utile per contrastare la disperazione dovuta alla caducità di ogni cosa.

La disperazione della perdita, avvenuta o che comunque avverrà, può essere alleviata credendo nell'esistenza dell'anima immortale.

Man mano che l'amore evolve, aprendosi al mondo, l'anima individuale perde di significato.
Fino ad annullarsi, non è mai esistita.

Allora l'amore regna sovrano e abbraccia ogni cosa.

È l'amore di Dio.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

niko

Tradizioni spirituali in merito, credo che non né esistano, perché la spiritualità è sempre in qualche modo "tentata" di affermare che l'anima sia immortale..

invece, tradizioni filosofiche in merito, che affermano che l'anima sia mortale, ne esistono quante ne vuoi, le più celebri che mi vengono in mente, 

*Aristotele: per il quale l'anima è la "forma" del corpo e decede al decedere del corpo.

*Gli atomisti Leucippo e Democrito, e i loro epigoni successivi noti, quindi Epicuro e Lucrezio: per i quali, almeno con certezza in Democrito, esiste un'anima fatta di atomi all'interno di un corpo fatto anche esso di atomi, e l'anima di atomi è ugualmente mortale come il corpo, ovvero si dissolve al dissolversi del corpo; per gli altri tre, comunque i corpi dei viventi sono a vario titolo animati, ma con un'anima che decede comunque alla morte.

*Tantissimi moderni come Schopenhauer o Marx, per cui l' "anima" sostanzialmente corrisponde alla coscienza e viene meno con la morte. La prospettiva di salvezza, ammesso che esista, non si gioca e non si determina certo a livello individuale.

E' interessante notare che, mentre gli atomisti quando la tradizione filosofica si è fatta monoteistica o teologica sono sempre stati dei marginali o dei maledetti ("Democrito che'l mondo a caso pone", dice Dante suo collocare Democrito all'inferno), viceversa Aristotele, o per meglio dire la figura mitizzata di Aristotele, ha conosciuto grade stima e fortuna in interpreti successivi del medioevo cristiano, islamico o ebraico.

Non pochi interpreti successivi di Aristotele influenzati da una religione monoteista e che ovviamente parlava di un paradiso e di un destino dopo la morte, come ad esempio Averroè, che era islamico, hanno cercato interpretazioni un po' forzate o fantasiose del suo pensiero, che stemperassero le affermazioni circa la mortalità dell'anima, e aprissero la porta alla possibilità di ricavare, dagli stessi testi di Aristotele, una qualche affermazione circa la sopravvivenza almeno di una "parte" dell'anima dopo la morte.







Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

viator

Salve. Dal punto di vista spirituale l'anima non ha certo bisogno di un corpo, equivalendo tale condizione al punto di vista filosofico per il quale il nulla non ha certo bisogno del qualcosa.

Sia l'anima che il nulla - infatti - non sono realtà ma unicamente concetti astratti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Aria fritta, finchè non si troverà, al di là di ogni possibile dubbio, un'anima senza corpo. I materialisti greci avevano già capito tutto. Quando lo specchio non si appanna, anche il pneuma-spirito se n'è andato, insieme alla vita che lo conteneva.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Kephas

Citazione di: bobmax il 05 Aprile 2022, 08:21:22 AML'anima individuale è una illusione dell'amore.

Nella sua evoluzione l'amore inizia come amore di sé. Poi allarga il suo raggio d'azione includendo altri.
Ma questo amore è comunque possessivo, egoistico. Sia verso se stessi sia verso chi si ama.

Questo amore è soprattutto struggente mancanza. Perché l'oggetto d'amore è in realtà inafferrabile.
Allora si ipotizza che amando, là dietro vi debba essere comunque qualcosa, l'oggetto d'amore.
Ecco l'anima!
La mia anima, l'anima degli altri.

Una volta inventata, l'anima può tornare utile per contrastare la disperazione dovuta alla caducità di ogni cosa.

La disperazione della perdita, avvenuta o che comunque avverrà, può essere alleviata credendo nell'esistenza dell'anima immortale.

Man mano che l'amore evolve, aprendosi al mondo, l'anima individuale perde di significato.
Fino ad annullarsi, non è mai esistita.

Allora l'amore regna sovrano e abbraccia ogni cosa.

È l'amore di Dio.
Gentile bobmax.
Sono convinto che sei in errore ritenendo l'anima e lo spirito una sol cosa.
L'Uomo è una trinità: corpo-anima- spirito (Scintilla divina)

Paolo nell'Epistola ai Tessalonicesi 5,23 parla chiaramente di spirito, anima e corpo dell'uomo.
Quasi tutti i teologi del medioevo distinguevano fra spirito e anima. Per i mistici medievali quali Eckehart, Giovanni della Croce, Teresa de Avila ed altri, la distinzione tra spirito e anima era cosa ovvia.
Specialmente Eckehart richiama costantemente alla piccola Scintilla che esiste nell'uomo.

" L'anima umana è un prodotto spirituale che sorge dalla materia, poiché la materia da altro non è costituita se non appunto da elementi spirituali giudicati, in attesa della redenzione; Lo spirito puro però non è stato mai giudicato, e ciascun uomo possiede il proprio spirito assegnatoli da Dio, il quale tutto cura, tutto fa e tutto dirige nell'uomo in formazione, ma che si congiunge unificandosi con l'anima propriamente detta allora soltanto, quando questa sia di propria volontà rientrata completamente nel riconosciuto ordine divino, e sia per tal modo diventata essa stessa del tutto puramente spirituale."
Dall'opera: "la scena dei tre giorni"
L'amore è come il mare in tempesta, che tutto travolge nei primi momenti, poi l'arcobaleno che tutto colora, i sogni ed i momenti, poi tutto con il tempo si placa, rimane l'onda tranquilla che torna e ritorna a lambire le sponde.

bobmax

Caro Kephas,
non ritengo affatto che l'anima e lo spirito siano una cosa sola.
E concordo con la distinzione tra corpo - anima - spirito.

Lo spirito è oggi il grande rimosso. E l'anima è stata ridotta a psiche.

È rimasto in sostanza solo il corpo con la sua "verità".

Dobbiamo ormai prendere la direzione opposta. E risalire allo spirito.

La distinzione corpo - anima - spirito è importante. Ma non perché esprima la realtà. In quanto nessuna distinzione può permanere nell'Uno.
La distinzione è importante per accedere alla Verità.

E vi si accede, come insegnano i mistici, con la morte dell'anima.

Questa morte non è metaforica, ma reale!
E consiste nella fine della illusione di esistere. L'anima constata di essere nulla.

Come descrive Margherita Porete (Lo specchio delle anime semplici) l'amore conduce l'anima al proprio annullamento in Dio.

Ecco, l'Amore è secondo me lo stesso Spirito.
Che riporta a Dio.

Mentre l'anima ne è solo un frutto intermedio, il mezzo creato dall'amore per la propria ricerca.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

daniele22

Citazione di: Jacopus il 05 Aprile 2022, 00:05:14 AMUna riflessione di Alexander, secondo la quale l'anima non ha bisogno del corpo, mi ha subito fatto immaginare un'anima che, invece, ha bisogno del corpo. Un'anima mortale, che non si staccherà mai da quell'entità biologica unica e irripetibile dove ha trovato rifugio. Ma un'anima del genere che anima è? Esiste qualche tradizione spirituale che la descrive in questi termini mortali e compressi biologicamente o sono io che sto inventando allegramente, sobillato dalla mia anima "Terragna"?
Non so cosa dica Alexander, però per quel che lo conosco mi sembra che creda in Dio. Detto ciò penso che il buddhismo primitivo ... quello ispirato esclusivamente alle quattro nobili verità tanto per capirci ... potrebbe ben rappresentarsi come tradizione spirituale nel senso che tu dici. Chiaro sarebbe quindi per me che Buddha forse abbia visto la sofferenza identificarsi con l'anima terrena. Egli indicherebbe la via per liberarsi dall'anima terrena, ma la nuova anima in potenza di nascere resterebbe pur tuttavia terrena. Ma Buddha era Buddha. Nel senso che se lui vedeva la sofferenza, qualcun altro potrebbe vedere altre cose. Da noi ... nella nostra cultura da quattrosoldi tanto per intenderci ... tale tradizione spirituale si esplicita nel prendere soggetti a vanvera e metterli al posto del "logos" d'ispirazione giovannea. L'anima per me è terrigna fino a prova contraria. O svaldo?

hope&faith

Ciao, ti riporto uno studio interessante che approfondisce il concetto di Anima nella cultura filosofica e in rapporto alle Scritture, la fonte dell'articolo è consultabile online al sito http://intermatrix.blogspot.com/search?q=anima#axzz7THC78uD5

Le parole alla radice da cui discende il termine 'anima' da noi usato nell'occidente
pseudo-cristiano provengono dall'ebraico (nèfesh) e dal greco (psychè), e furono
tradotte in latino 'alma' [anima]. Ma date le spiegazioni ufficiali della Chiesa Cattolica
e della tradizione filosofica, la connotazione che il termine italiano 'anima' richiama di
solito alla mente nella maggioranza delle persone non è affatto in armonia con il
significato originale dei termini radice sia ebraico che greco-cristiano.
Infatti seri studiosi delle lingue e della radice di tali termini affermano cose
esattamente contrarie alla creduloneria popolare. Già nel lontano 1897 - C.A. Briggs nel
Journal of Biblical Literature – vol. XVI p.30 -, a seguito di una particolareggiata
analisi sull'uso del termine 'nèfesh', osservava: "Anima nell'uso che se ne fa
attualmente.. dà di solito un'idea molto diversa dal vero significato di nèfesh in
ebraico, ed è facile che l'incauto o poco informato lettore fraintenda".
Più recentemente, nel presentare una nuova traduzione della 'Torà' (Jewish Publication
Society of America) il capo redattore, H.M. Orlinsky dell'Ebrew Union College, ha
affermato che il termine 'anima' era stato eliminato da quella traduzione perchè non
rende correttamente il termine ebraico 'nèfesh', e ha aggiunto: "Altri traduttori hanno
interpretato che significhi 'anima', il che è completamente inesatto. Nella 'Torà',
trasmessa da Dio all'uomo, non dice che "abbiamo" un'anima. 'Nèfesh', è la persona
stessa, il suo bisogno di cibo, il suo sangue che scorre nelle vene, la vita, il suo stesso
essere" - (riportato nel New York Times del 12 ottobre 1962).
Anche il dizionario Devoto-Oli riporta: s.f. "Principio immateriale della vita umana,
"TRADIZIONALMENTE RITENUTO" [per tradizione secolare filosofico-religiosa - ndr]
immortale o addirittura partecipe del divino...".
Quindi riconosce che la "tradizione" filosofica e religiosa abbia dato questa
connotazione al termine stesso, ma poi prosegue nel 2° paragrafo: "..'Persona', con
speciale riferimento alle qualità spirituali, al carattere, ai sentimenti: è una grande
anima; un'anima nobile; anima nera, di persona di cui c'è da aspettarsi di tutto. Nel
senso di 'individuo', 'abitante': un paesino di trecento anime; non c'era un'anima
viva, nessuno..".
La verità principale risiede nel fatto che i significati comunemente attribuiti al
termine italiano 'anima' derivano primariamente non dagli scritti ebraici o grecocristiani,
ma dall'antica filosofia greca, in effetti il pensiero religioso arcaico antico. Il
filosofo greco Platone, cita queste parole di Socrate: "Se cioè l'anima si diparte pura dal
corpo, nulla del corpo traendo seco... non se n'andrà ella a ciò che le è simile, cioè,
dico, all'invisibile, al divino, all'immortale, all'intelligente, dove giunta potrà essere in
realtà felice, libera ormai dai vagamenti e da stoltezze e paure... potrà trascorrere il
rimanente tempo in compagnia degli dèi?" - Fedone, 80, e; 81, a.
Secondo Platone l'anima non ha un inizio, in quanto è ingenerata; inoltre, è considerata
immortale e incorporea. Seguendo il 'Timeo' di Platone, egli attribuisce anime anche agli
astri e ai pianeti [continuando così la tradizione esoterico-religiosa che dèificava gli astri
in quanto esseri cosmici che sovrintendono la vita e la natura umana – ndr] . La
singolarità del pensiero di questo filosofo riguardo all'anima sta nel suo averla sdoppiata
in "Anima superiore", legata al divino, e "Anima inferiore", legata al corpo. Per Plotino
l'anima è la terza ipostasi, la cui essenza è immortale, intellettiva e divina. Vi è
un'anima che plasma e vitalizza l'intero universo (Anima dell'universo) e anime
individuali, per tutti gli esseri animati.
Molti sanno che la religione Cattolica dà proprio questo connotato all'anima.. credendo
che le gerarchie abbiano la conoscenza vera e divina di queste cose. Ma vediamo cosa
dicono in alcuni testi di portata internazionale (forse si contraddicono?).
In netto contrasto con l'insegnamento filosofico della 'psychè' immateriale,
intangibile, invisibile e immortale, le Scritture sia del VT che del NT spiegano che sia
'psychè' che 'nèfesh', quando si riferiscono a creature terrene viventi, significano
qualcosa di tangibile, materiale, visibile e mortale. Vorrà forse dire che le gerarchie
Cattoliche non conoscono le Scritture Sacre da 'loro' predicate?
La New Catholic Encyclopedia [1967, vol. XIII, p. 467] dice: "Nephes [Nèfesh] ha un
significato molto più ampio del nostro popolare termine 'anima', poiché significa vita
(Es. 21:23; Dt. 19:21) e le sue varie manifestazioni vitali: respiro (Gen. 35:18; Gb.
41:13,21), sangue (Gen. 9:4; Dt. 12:23; Sl. 140-141:8), desiderio (2 Sam. 3:21; Prv.
23:2). L'anima nell'AT non significa una parte dell'uomo, ma l'intero uomo: l'uomo come
essere vivente. Similmente nel NT significa vita umana: la vita di un singolo soggetto
cosciente (Mt 2:20; 6:25; Lc 12:22-23; 14:26; Gv 10:11, 15, 17; 13:37)".
Un'altra traduzione Cattolica, The New American Bible, nel suo "Glossario dei termini
di teologia biblica" (pp. 27,28), dice: "Nel Nuovo Testamento [Scritture grechecristiane],
'salvare la propria anima' (Marco 8:35) non significa affatto salvare una parte
'spirituale' dell'uomo, contrapposta al 'corpo' (nel senso dato da Socrate e Platone) ma
l'intera persona, a sottolineare il fatto che la persona vive, desidera, ama, vuole, ecc.,
oltre a essere concreta e fisica".
Quindi le Gerarchie Cattoliche sanno che 'anima' non si rifersice a qualcosa che abita il
corpo e che và da qualche altra parte dopo la morte.. però al contrario insegnano alle
persone che l'anima và in paradiso o in purgatorio o all'inferno, proprio come ci viene
tradizionalmente tramandato dalla mitologia e dalla filosofia sia orientale che greca.
Perchè lo fanno? Perchè chiudono le porte della conoscenza alle genti? Ma questo è
un'altro discorso che faremo in un'altro momento.
Per tornare al soggetto, il termine greco 'psychè' i dizionari lo definiscono 'vita', e
'anima come personalità e carattere' o dicono che era usato per indicare la stessa
persona, e spiegano che "anche nelle opere greche il termine era usato a proposito
di animali" che 'guarda caso' coincide proprio con il pensiero ebraico e cristiano del
termine in cui gli animali vengono classificati 'anime'. Infatti ricorre il termine 'nèfesh'
anche a proposito della creazione animale: "..Ogni cosa che si muove sopra la terra in
cui c'è vita come un'anima'.." [lett. anima 'nèfesh chaiyàh' vivente]. Tutte le volte
che ricorre la parola 'animale' sia selvatico che domestico ad essa è associato il
termine 'nèfesh' in ebraico e 'psychè' in greco.
L'espressione ebraica 'nèfesh chaiyàh' ricorre ugualmente sia nella creazione dell'uomo
che degli animali cioè 'anima vivente'. Ciò denota la mortalità dell'anima e quindi la
contrapposizione con l'immortalità dell'anima enunciata dalla mitologia e dalla
filosofia greca. Così è confermato anche nelle scritture greche-cristiane dove in 1 Co
15:45-47 dice: "Così è anche scritto: 'Il primo uomo Adamo divenne anima vivente
[psychè zòsan o psychè ton zòion]..'.
Il concetto di "anima inserita nell'uomo" deriva dall'erronea spiegazione dell'atto
creativo in cui viene detto: "..e Dio [Elohim] formava l'uomo dagli [elementi della terra]
e gli soffiava [una forma di nafàch] nelle narici 'l'alito' [neshamàh] vitale così l'uomo
divenne un'anima vivente [nèfesh chaiyàh]..". 'Neshamàh' è usato nel senso di
"qualcosa o qualcuno che respira" e come tale è sinonimo di 'nèfesh', "anima".
Ma il senso è molto più ampio, in quanto non si tratta solo di immissione o emissione di
aria ma di qualcosa associato ad una 'forza'. Infatti quando il primo mondo fù distrutto
dal diluvio e perì ogni forma di vita umana e animale, viene detto in Gen. 7:22: "..tutto
ciò in cui è attivo 'l'alito' [neshamàh] dello 'spirito' [ruàch] della vita, cioè tutto ciò che
era sul suolo asciutto, morì...". Così per interconnessione diretta il respiro o alito di vita
[neshamàh] è direttamente correlato allo spirito di vita [ruàch].
Per fare un'iperbole facciamo un esempio: "ipotizziamo che l'automobile sia un'anima
vivente.. il suo 'alito di vita' è la benzina e il suo 'spirito di vita' è l'ossigeno presente
nell'aria. Senza quest'ultimo 'fondamentale' componente non ci sarebbe nessuna
combustione, nessun movimento.. e l'auto semplicemente resterebbe inattiva". Così
nella stessa maniera uomini e animali hanno alito di vita [neshamàh] a seguito
dell'attività dello spirito di vita [ruàch], divenendo a tutti gli effetti 'Anime Viventi' –
[nèfesh chaiyàh, ebr.; psychè zòsan o psychè ton zòion, Gr.]
Lo spirito di vita è in greco il sostantivo 'pnèuma' [spirito] che deriva dal verbo 'pnèo' ,
che significa "respirare" o "soffiare". Si ritiene che l'ebraico 'ruàch' derivi da una radice
che ha lo stesso significato. Quindi 'ruàch' e 'pnèuma' significano fondamentalmente la
stessa cosa [respiro, alito, soffio] ma sono usate anche in altri contesti.
Possono indicare il vento; la forza vitale delle creature fisiche viventi; lo spirito santo di
Dio; le creature non fisiche.
Tutti questi significati hanno una cosa in comune: si riferiscono sempre a ciò che è
invisibile agli occhi umani ma viene rilevato e percepito come forza in movimento.
Questa forza invisibile è in grado di produrre effetti visibili.
Per esempio: "Il vento muove le foglie; il respiro di animali e uomini muove i loro toraci;
lo spirito divino muove i pianeti e le galassie nelle loro orbite; le creature di natura
extradimensionale [alieni; dèmoni] pro-muovono il male visibile nel mondo".
Quindi l'interconnessione intrinseca e diretta tra anima [psychè] e spirito [pnèuma] dà
vita all'anima vivente uomo e animale.
Ma mentre 'pnèuma' e 'ruàch' [spirito] sono principalmente usati per descrivere ciò
che è spirito, energia, forza invisibile.. i termini 'psychè' e 'nèfesh' [anima] sono
usati prettamente per ciò che è carnale, materiale, fisico, visibile. Una ulteriore
conferma di questo la troviamo nell'uso che ne viene fatto in merito alla resurrezione
dei credenti ad una vita immortale spirituale contrapponendo ciò che è fisico
[psychikòn] a ciò che è spirituale [pneumatikòn]. Anche in una lettera di Giuda [non
l'iscariota - ndr] scritta in greco del tempo si fa un paragone simile parlando di 'uomini
animaleschi' [psychikòi, lett. Uomini (fisici),].. che non hanno spiritualità [pnèuma].
Riporto a questo punto anche quanto viene riportato nel sito mednat.org [che
sicuramente non si può certo definire di parte – ndr]: "Ricordiamo per inciso, che la
parola italiana ANIMA deriva da un suono antico composto: ANI+MA; queste 2
radici/parole/suoni, significano in fenicio-ebraico antico: ANI = IO (l'essere) e MA =
MAteria Matriciale = l'Energia, la MAteria Pensante...
Riguardo il termine ebraico Nephesh = PSICHE; la parola Nephesh ha comunque
diversi significati, tra i quali anche Anima. In genere viene utilizzato per indicare:
"essere vivente", "animale vivente", "vita" (sia umana che animale, con corpo fisico).
La doppia radice Fenicio, Aramaica, Ebraica, "Ani+Ma", divenne con il tempo la parola
"anima" in italiano ed intese a descrivere il significato dell'essere vivente fatto di
spirito senza il fisico, perdendo quello originale con il significato della radice Ma, che
è la radice della parola Ma-teria, Mater, Madre, Mare, ecc.
Qualcuno afferma (per tradizione) che questa parola derivi dalla forma femminile della
radice indoeuropea "ane" suffissata (ane-mo); la radice 'ane' indica il "respirare",
questo significato si trova anche nelle radici della parola spirito, delle parole
germaniche: ghost, geist; slave: duh, dusa; della parola greca 'pnèuma', dell'egiziano 'ka'
ed anche dell'ebraico 'ruàch'.
Comunque da qualsiasi lingua od insieme di lingue, essa provenga, il significato non
cambia, è sempre il respiro di un essere che vive e che è composto da materia.. e da
spirito... cioè dal suo Ego/IO, che vive nel corpo fisico. L'anima e' cio che Vive, il
Vivente: vegetale, animale umano.
Noi NON abbiamo un'anima, NOI SIAMO un'anima, con corpi diversi (fisici e/o plasmici) a
seconda...
Quindi la parola Anima significa semplicemente l'Ego/Io materializzato in un corpo
fisico, ciò indica anche che l'anima non può essere e quindi 'vivere divisa' da un corpo
fisico; essa è evidenziabile e viva solamente quando ha un corpo fisico, che può essere
fatto attualmente come il nostro, oppure essere supportata con altri tipi di corpi fisici:
plasmici di energia elettronica, e/o di acqua, e/o di gas, e/o di solidi, ma e comunque
l'in-form-azione e/o il pensiero, non può esistere senza un supporto..." [fisico o di altra
natura – ndr].
Tutto questo secondo il concetto fondamentalmente avuto dagli ebraici e cristiani greci
che si contrappone non solo con la tradizione filosofico-esoterico-religiosa pagana ma
anche con la maggioranza delle moderne religioni che si dicono discendenti dei primi
cristiani.

Ma dal momento che alcuni filosofi pensavano che l'anima alla morte uscisse dal corpo, il
termine 'psychè' è stato associato alla 'farfalla', creatura che subisce una metamorfosi
trasformandosi da crisalide in creatura alata [Voc. Greco-Italiano L. Rocci, pp. 2060,
2061]. Dando così una forte connotazione 'simbolica' e poetica, associata ad un senso di
leggerezza e bellezza, alla trasmigrazione dell'anima dal corpo.
Ecclesiaste 12:9
prima che la polvere torni alla terra com'era prima, e lo spirito torni a Dio che l'ha dato.
Atti 7:59
E lapidarono Stefano che invocava Gesù e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito».
Mt 10:28 E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima;
temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna.
Ez 18:4 Ecco, tutte le vite sono mie; è mia tanto la vita del padre quanto quella del figlio;
chi pecca morirà.
Ezechiele 18:4 Ecco, tutte le anime sono mie; è mia tanto l'anima del padre quanto quella
del figliuolo; l'anima che pecca sarà quella che morrà.

Alberto Knox

è interessante notare come tutte le accezioni e traduzioni del termine anima girino infine al concetto di psiche e di vita corporea. Sembra quasi che dire psiche o dire vita sia la medesima cosa.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

viator

Citazione di: Alberto Knox il 14 Maggio 2022, 18:50:58 PMè interessante notare come tutte le accezioni e traduzioni del termine anima girino infine al concetto di psiche e di vita corporea. Sembra quasi che dire psiche o dire vita sia la medesima cosa.
Salve Alberto. Sembra ma non è. Chiaramente nessuno può concepire l'esistenza di una psiche in assenza di una vita.

Il reciproco però (la vita priva di psiche) secondo me è cosa attuabilissima ed attualissima, sulla base della definizione di "vivente" = "ciò che possiede un metabolismo e si riproduce". Saluti.


Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Alberto Knox

Citazione di: viator il 14 Maggio 2022, 19:06:18 PM"ciò che possiede un metabolismo e si riproduce".
Fermo restando che per avere metabolismo occorre nutrirsi e che quindi necessario elaborare informazioni , qualsiasi cosa che vive ha un suo centro di elaborazione dell informazione.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

viator

Citazione di: Alberto Knox il 14 Maggio 2022, 19:18:22 PMFermo restando che per avere metabolismo occorre nutrirsi e che quindi necessario elaborare informazioni , qualsiasi cosa che vive ha un suo centro di elaborazione dell informazione.
Salve Alberto. Non so se muschi e licheni possiedano un centro elaborazione informazioni. Propendo per il NO dal momento che esistono organismi per i quali l'alimentazione è processo puramente passivo (si limitano ad assorbire le radiazioni solari. lasciando che sia l'energia a loro esterna a "fare il lavoro". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Alberto Knox

Citazione di: viator il 14 Maggio 2022, 19:26:30 PMNon so se muschi e licheni possiedano un centro elaborazione informazioni. Propendo per il NO dal momento che esistono organismi per i quali l'alimentazione è processo puramente passivo (si limitano ad assorbire le radiazioni solari. lasciando che sia l'energia a loro esterna a "fare il lavoro"
è presumere che vi sia in campo un solo modo di elaborare le informazioni che ci fa dire che il muschio ne sia privo. Però per intanto il muschio e lichini svolgono  un attività di conversione dell energia solare quando svolgono la cosi detta fotosintesi clorofilliana tramite enzimi specializzati e così l'erba e così le foglie degli alberi.  C'è una correlazione fra interno e esterno , fra muschio , umidità , temperatura e raggi del sole, se non ci fosse  o se non fosse appropiata , il muschio non si forma , c'è una correlazione rilevante in senso darwiniano. Non c'è solo il sole che fa tutto il lavoro come hai detto , l'esistenza di tali correlazioni rilevanti indica la possibile sorgente fisica della nozione di significato. è un informazione rilevante la correlazione che c'è fra il muschio e l'energia solare ,rilevante in senso biologico e quindi in ultima analisi fisico.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

hope&faith

Citazione di: Alberto Knox il 14 Maggio 2022, 18:50:58 PMè interessante notare come tutte le accezioni e traduzioni del termine anima girino infine al concetto di psiche e di vita corporea. Sembra quasi che dire psiche o dire vita sia la medesima cosa.

Eh si Alberto, infatti come approfondito nell'articolo che ho postato è scritto proprio così, l'Anima è la Vita come persona o creatura ed è legata all'esistenza carnale, cosicchè l'uomo è un'anima vivente, ed anche gli animali sono anime viventi. Mentre 'pnèuma' e 'ruàch' [spirito] sono principalmente usati per descrivere ciò che è spirito, energia, forza invisibile.. i termini 'psychè' e 'nèfesh' [anima] sono usati prettamente per ciò che è carnale, materiale, fisico, visibile. "Noi NON abbiamo un'anima, NOI SIAMO un'anima...Quindi la parola Anima significa semplicemente l'Ego/Io materializzato in un corpo fisico, ciò indica anche che l'anima non può essere e quindi 'vivere divisa' da un corpo fisico; essa è evidenziabile e viva solamente quando ha un corpo fisico"

Nelle Scritture ci sono i passaggi che lo spiegano bene, e mostrano come non esiste la reincarnazione per questo motivo. La vita è preziosa ed è una per questo, perciò vale comprendere ora quale sia la nostra missione su questa terra e fare in modo di porre le basi per una 'concreta' vita dopo questa, in quello che è chiamato Regno del Padre. Non c'è niente di più importante di questo, è un progetto a lungo termine concreto e reale, si può immaginare adesso ma senz'altro lo si sperimenterà, a breve...per chi ne farà parte.


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