La via di liberazione

Aperto da ricercatore, 27 Gennaio 2022, 11:22:42 AM

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bobmax

Citazione di: ricercatore il 03 Maggio 2022, 13:11:52 PMQuando si sente l'espressione "pensa con la tua testa!" devi prima costruirla una tua testa.
E lo fai nutrendoti dalle teste degli altri, dei maestri.
Quando sei "sazio" delle idee dei maestri, allora puoi superarli.
Sei chiamato a farlo, da "Dio", dalla Vita.
Sei chiamato ad arricchire l'Umanità.

Sì, i maestri vanno fagocitati.
Si assimila da loro ciò che si riesce a prendere. Ma poi bisogna lasciarli e proseguire da soli.

Senza chi ci ha preceduto, potremmo fare ben poca strada.
Ne abbiamo bisogno. Per poi seguire la nostra via.

Invece... sembra che questa fase fondamentale, l'apprendimento, sia spesso considerata inutile, del tempo perso.

Pure qui, dove si dovrebbe riflettere.
Ma come si fa a riflettere davvero, se non sulla base delle riflessioni di chi è venuto prima di noi?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

viator

Salve bobmax. Citandoti : "Ma come si fa a riflettere davvero, se non sulla base delle riflessioni di chi è venuto prima di noi?".

Tranquillo......si fa, si fa tranquillamente anche in autonomia.

Infatti dopo aver letto tutte le riflessioni riportate dalla umana cultura, le persone prive di autonomia mentalintellettuale non capiranno una mazza poichè le riflessione altrui producono la più sconvolgente variegatezza di opinioni discordanti che si possano concepire (ovvero tutto ed il contrario di tutto).

Migliaia e milioni di punti di vista, credenze, fedi, sistemi di pensiero, esperienze......secondo te.....di quanto avvicinano il raggiungimento di una verità ?

Certo, una persona abbastanza intelligente sarà in grado di fare la cernita delle riflessioni altrui......ma ciò significa solamente che costui - scientemente od inconsciamente - sceglierà di adottare le altrui riflessioni che meglio si adattino con le proprie personalissime riflessioni, convinzioni, bisogni interiori. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

Citazione di: viator il 03 Maggio 2022, 19:31:51 PMSalve bobmax. Citandoti : "Ma come si fa a riflettere davvero, se non sulla base delle riflessioni di chi è venuto prima di noi?".

Tranquillo......si fa, si fa tranquillamente anche in autonomia.

Non è così, Viator.

Noi copiamo sempre, al massimo aggiungendo di nostro qualcosina...

Però vi è chi affronta temi ostici, per amore della Verità, per vedere se può esservi qualcosa che valga.

Oppure chi lascia in superficie ogni possibilità di approfondimento, perché non ha fede nella Verità...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

#63
Citazione di: ricercatore il 31 Gennaio 2022, 14:18:00 PMresto sempre con la domanda relativa al chi dovrebbe farsi promotore di questa "via di liberazione"...

guardando i gruppi religiosi, solitamente si percepisce un "contagioso entusiasmo" o una "misteriosa serenità" da parte dei seguaci di un certo movimento: quell'entusiasmo (nella forma più onesta, pura e sincera) dipende dal fatto che la loro vita ha subito un cambiamento in meglio.
chi ascolta queste persone ne può rimane coinvolto e soprattutto se la sua vita in quel momento è insoddisfacente può tentare di prendere quella stessa strada.
semplificando moltissimo, credo che più o meno le cose vadano così.
Difficile non provare invidia verso queste persone che  si sentono così realizzate, di modo che ci chiediamo se non possano essere loro a promuovere la nostra liberazione.

Un mio conoscente alla domanda del perchè si fosse fatto testimone di Geova, rispose che in effetti lui non lo era, ma che accidentalmente aveva constatato che questa appartenenza lo liberava dalla sua natura violenta.
Dal che deduco che in genere sentirsi parte di qualcosa è come una cura, laddove nell'aderire dobbiamo rinunciare a una parte di noi, magari proprio quella non desiderata.
Io mi limito a continuare a invidiare queste persone provando un profondo rispetto per loro, ma oltre non vado.
Io più che cercare un promotore faccio l'esatto contrario, pur vedendomi da potenziali promotori circondato.
Mi danno l'impressione infatti che stiano fuggendo qualcosa, ma non è nel rifiutare la propria natura la soluzione, ma nella conoscenza di sé e nell'esercizio dell'autocontrollo che ne può derivare, nella libera capacità di dominarsi che consegue alla piena accettazione di sé.
Imparare a liberarsi da se stessi restando se stessi è la vera sfida, più una pacifica convivenza con se stessi che una liberazione.
Si tratta di un esperimento mentale in sostanza, dove ci si prefigura in continuazione ogni possibile male che siamo capaci di commettere, creando un autocondizionamento a non farlo, di modo che quando si presenta l'occasione di commetterlo, lo eviti quasi senza pensare.
Non è liberarsi dell'istinto la soluzione, ma farselo alleato.
Se lo conosci non lo eviti, ma lo usi.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#64
A cosa serve la coscienza se non nell'acquisire la capacità di disinnescare l'istinto, ma per disinnescarlo prima bisogna accettarlo come parte di se ineliminabile.
Non possiamo infatti agire in modo efficace se pensiamo in continuazione ciò che facciamo, quindi è fondamentale all'azione il fare senza pensare nel momento in cui agiamo.
Meglio usare il pensiero quindi in maniera preventiva, prefigurando una possibile azione e autocondizionando nel caso il nostro comportamento.
Questo non ci garantisce di liberarci dal male, ma di liberarci da quello che a mente fredda reputiamo essere il male, senza cadere nella tentazione che una sua negazione sia la liberazione, del tipo '' a me non può succedere''.
C'è un tempo per agire e un tempo per pensare, ed è meglio che stiano separati.
Ma naturalmente non riusciremo mai a prefigurare tutto ciò che potrà accaderci, quindi il fatto che commetteremo il male è comunque da mettere in preventivo, è da prefigurare cioè anche il non prefigurabile.
E forse sarebbe saggio anche qui giudicarsi in modo preventivo.
Sapere già adesso come ci giudicheremo nel caso, che vale anche come un ''onesto'' giudizio verso gli altri che in quel caso si vengano a trovare.
Quando il giudizio lo diamo in modo non preventivo, a caldo, siamo tutti mostri.
 
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

ricercatore

Citazione di: bobmax il 03 Maggio 2022, 18:31:53 PMSì, i maestri vanno fagocitati.
Si assimila da loro ciò che si riesce a prendere. Ma poi bisogna lasciarli e proseguire da soli.

Senza chi ci ha preceduto, potremmo fare ben poca strada.
Ne abbiamo bisogno. Per poi seguire la nostra via.

Invece... sembra che questa fase fondamentale, l'apprendimento, sia spesso considerata inutile, del tempo perso.

Pure qui, dove si dovrebbe riflettere.
Ma come si fa a riflettere davvero, se non sulla base delle riflessioni di chi è venuto prima di noi?

Sembra tempo perso perché oggi c'è un desiderio enorme di essere diversi, distinguersi dalla massa, non seguire il gregge, essere liberi ed indipendenti.

Seguire i maestri sembra allora un sottomettersi o un uniformarsi: effettivamente c'è questo pericolo.

C'è un tempo delle regole (dove imparare dai maestri) e successivamente un tempo dell'arte (dove superi i tuoi maestri).

La tentazione "da destra" è quella di fermarsi al tempo delle regole.

La tentazione "da sinistra" è quella di passare direttamente al tempo dell'arte senza passare per il tempo delle regole.

ricercatore

Citazione di: viator il 03 Maggio 2022, 19:31:51 PMSalve bobmax. Citandoti : "Ma come si fa a riflettere davvero, se non sulla base delle riflessioni di chi è venuto prima di noi?".

Tranquillo......si fa, si fa tranquillamente anche in autonomia.

Infatti dopo aver letto tutte le riflessioni riportate dalla umana cultura, le persone prive di autonomia mentalintellettuale non capiranno una mazza poichè le riflessione altrui producono la più sconvolgente variegatezza di opinioni discordanti che si possano concepire (ovvero tutto ed il contrario di tutto).

Migliaia e milioni di punti di vista, credenze, fedi, sistemi di pensiero, esperienze......secondo te.....di quanto avvicinano il raggiungimento di una verità ?

Certo, una persona abbastanza intelligente sarà in grado di fare la cernita delle riflessioni altrui......ma ciò significa solamente che costui - scientemente od inconsciamente - sceglierà di adottare le altrui riflessioni che meglio si adattino con le proprie personalissime riflessioni, convinzioni, bisogni interiori. Saluti.
Credo infatti che il punto non sia trovare la Verità, ma ricercarla impegnandosi nel processo che dici nell'ultima parte del messaggio.

Anche perché, come sviluppi altrimenti una autonomia mentalintellettuale?

ricercatore

Citazione di: iano il 04 Maggio 2022, 11:35:34 AMDifficile non provare invidia verso queste persone che  si sentono così realizzate, di modo che ci chiediamo se non possano essere loro a promuovere la nostra liberazione.

Un mio conoscente alla domanda del perchè si fosse fatto testimone di Geova, rispose che in effetti lui non lo era, ma che accidentalmente aveva constatato che questa appartenenza lo liberava dalla sua natura violenta.
Dal che deduco che in genere sentirsi parte di qualcosa è come una cura, laddove nell'aderire dobbiamo rinunciare a una parte di noi, magari proprio quella non desiderata.
Io mi limito a continuare a invidiare queste persone provando un profondo rispetto per loro, ma oltre non vado.
Io più che cercare un promotore faccio l'esatto contrario, pur vedendomi da potenziali promotori circondato.
Mi danno l'impressione infatti che stiano fuggendo qualcosa, ma non è nel rifiutare la propria natura la soluzione, ma nella conoscenza di sé e nell'esercizio dell'autocontrollo che ne può derivare, nella libera capacità di dominarsi che consegue alla piena accettazione di sé.
Imparare a liberarsi da se stessi restando se stessi è la vera sfida, più una pacifica convivenza con se stessi che una liberazione.
Si tratta di un esperimento mentale in sostanza, dove ci si prefigura in continuazione ogni possibile male che siamo capaci di commettere, creando un autocondizionamento a non farlo, di modo che quando si presenta l'occasione di commetterlo, lo eviti quasi senza pensare.
Non è liberarsi dell'istinto la soluzione, ma farselo alleato.
Se lo conosci non lo eviti, ma lo usi.


Mi piace questa visione, mi sembra piuttosto "orientale".

Più che sfuggire da se stessi, entrare completamente in se stessi e accettare tutto ciò che troveremo lì dentro: questo è davvero difficile da fare.

ricercatore

Citazione di: iano il 04 Maggio 2022, 12:34:33 PMA cosa serve la coscienza se non nell'acquisire la capacità di disinnescare l'istinto, ma per disinnescarlo prima bisogna accettarlo come parte di se ineliminabile.
Non possiamo infatti agire in modo efficace se pensiamo in continuazione ciò che facciamo, quindi è fondamentale all'azione il fare senza pensare nel momento in cui agiamo.
Meglio usare il pensiero quindi in maniera preventiva, prefigurando una possibile azione e autocondizionando nel caso il nostro comportamento.
Questo non ci garantisce di liberarci dal male, ma di liberarci da quello che a mente fredda reputiamo essere il male, senza cadere nella tentazione che una sua negazione sia la liberazione, del tipo '' a me non può succedere''.
C'è un tempo per agire e un tempo per pensare, ed è meglio che stiano separati.
Ma naturalmente non riusciremo mai a prefigurare tutto ciò che potrà accaderci, quindi il fatto che commetteremo il male è comunque da mettere in preventivo, è da prefigurare cioè anche il non prefigurabile.
E forse sarebbe saggio anche qui giudicarsi in modo preventivo.
Sapere già adesso come ci giudicheremo nel caso, che vale anche come un ''onesto'' giudizio verso gli altri che in quel caso si vengano a trovare.
Quando il giudizio lo diamo in modo non preventivo, a caldo, siamo tutti mostri.
 
La coscienza sembra sia nata proprio come meccanismo di "feedback".

Agisco -> Osservo la mia azione -> Valuto i risultati della mia azione -> Mi correggo affinché la prossima volta possa "agire" meglio

iano

#69
Citazione di: ricercatore il 04 Maggio 2022, 19:17:04 PMLa coscienza sembra sia nata proprio come meccanismo di "feedback".

Agisco -> Osservo la mia azione -> Valuto i risultati della mia azione -> Mi correggo affinché la prossima volta possa "agire" meglio

Penso che anche l'istinto nasca da un meccanismo di feed back, dove però non c'è un giudizio, perchè non ci si prende il tempo per giudicare, come fosse una raffinatezza in più non sempre sostenibile. Un meccanismo rozzo, ma efficace.
Possiamo vedere la coscienza come lo stesso meccanismo più raffinato quindi e si può intravedere in ciò anche la nascita dell'etica.
Vedere il mondo in bianco e nero è una necessità. Il rischio è poi che ci si dimentichi che sia una necessità traendone logiche conseguenze.
Quindi giungiamo alla conclusione che essendo la logica usata corretta allora saranno vere le conseguenze. Ma le conseguenze non dicono una verità diversa delle premesse, e la verità non è che il mondo è in bianco e nero.
Quindi non c'è una sostanziale differenza fra istinto e coscienza, se non quella che nasce dalla nostra necessariamente rozza analisi di quella sostanza.
Manca poi solo che facciamo della coscienza la nostra bandiera e la frittata è fatta.
Allo stesso modo è identica la sostanza da cui traiamo percezioni e illusioni, ma con lo stesso meccanismo perverso descritto sopra gli antichi trassero la conclusione che ''è vero ciò che vedo''.
Conclusione smentita oggi dalla scienza, per cui, delusi, iniziamo a credere che tutto sia illusione, passando dalla padella alla brace.
Ma la lezione da imparare invece è che noi siamo creatori di visioni che sono uno strumento di interazione con la realtà.
Che l'arte sia qualcosa di estraneo alla scienza quindi è quanto di più sbagliato ci possa essere perchè siamo noi la stessa sostanza di cui sono fatte.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

Vogliamo liberarci di noi stessi solo perchè di noi abbiamo preso coscienza?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''