La via di liberazione

Aperto da ricercatore, 27 Gennaio 2022, 11:22:42 AM

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ricercatore

L'Oriente pone le sue fondamenta su due pilastri "filosofici":
- il confucianesimo
- il taoismo

Il confucianesimo si interessa alle convenzioni linguistiche, etiche, giuridiche e rituali, che provvedono a mantenere l'ordine nella società.
Il prezzo da pagare per mantenere l'ordine è la repressione della spontaneità che appartiene all'uomo: la naturalezza viene contenuta, confinata e messa in gabbia.
Il taoismo allora viene in soccorso indicando una via di liberazione dalla convenzione: non insegna a respingerla violentemente, ma piuttosto a prenderla per quello che è, ovvero uno strumento.

Se guardiamo in Occidente mi viene in mente un parallelismo interessante:
- Vecchio Testamento
- Nuovo Testamento
Il primo promuove un Dio severo, il Dio della Legge che premia il giusto e punisce il malvagio: l'ordine nella società viene così mantenuto dall'adozione di questa Legge Sacra.
L'uomo, chiaramente, si trova nuovamente di fronte allo stesso problema: quando la Legge si irrigidisce troppo, egli si sente schiacciato da essa. Allo stesso modo, questo è il prezzo da pagare per mantenere l'ordine.
Il messaggio di Gesù, nella sua forma originale e non istituzionalizzata, si presenta come una via di liberazione: il Dio d'Amore supera il Dio della Legge perché "Il sabato è fatto per l'uomo, e non l'uomo per il sabato".

Se questa tesi è corretta, in Occidente abbiamo un problema.
Il messaggio di Gesù è stato appunto istituzionalizzato da una Chiesa che nel corso della storia si è seduta nella sedia del Potere.
E il Potere, per ovvi motivi sia positivi che negativi, necessita mantenere l'Ordine e contenere il Caos.
Perciò anziché trovare nel messaggio di Gesù una via di liberazione, troviamo la via della convenzione.

Che fare?
Chi può prendere questo posto vacante?

bobmax

Il posto vacante lo puoi prendere solo tu, in perfetta solitudine.

Come è sempre stato.

Perché la liberazione è la Verità.

E la Verità ha bisogno di te.

Di modo che tutto nel mondo può suggeriti una via, alludere ad una possibilità.
Ma poi dipende da te, solo da te.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Freedom

Citazione di: ricercatore il 27 Gennaio 2022, 11:22:42 AM
Il messaggio di Gesù, nella sua forma originale e non istituzionalizzata, si presenta come una via di liberazione: il Dio d'Amore supera il Dio della Legge perché "Il sabato è fatto per l'uomo, e non l'uomo per il sabato".

Se questa tesi è corretta, in Occidente abbiamo un problema.
Il messaggio di Gesù è stato appunto istituzionalizzato da una Chiesa che nel corso della storia si è seduta nella sedia del Potere.
E il Potere, per ovvi motivi sia positivi che negativi, necessita mantenere l'Ordine e contenere il Caos.
Perciò anziché trovare nel messaggio di Gesù una via di liberazione, troviamo la via della convenzione.

Che fare?
Chi può prendere questo posto vacante?
Io credo che nessuna Chiesa possa impedirti di studiare, condividere e mettere in pratica il messaggio di Gesù. Se lo ritieni opportuno.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Phil

Citazione di: ricercatore il 27 Gennaio 2022, 11:22:42 AM
L'Oriente pone le sue fondamenta su due pilastri "filosofici":
- il confucianesimo
- il taoismo
Sulla "via di liberazione" all'orientale, "filosofica" prima che religiosa, è doveroso aggiungere anche il buddismo che, forse non a caso, è quello che tuttora è rimasto più "in salute" rispetto agli altri due, sino a fare numerosi proseliti anche in occidente, pur senza "rubare il trono" al cattolicesimo.

ricercatore

giustissimo citare il buddismo; non l'ho fatto in quanto ho ripreso un passo del libro "La via dello zen" di Alan Watts che analizzava i "ruoli" di confucianesimo e taoismo nel territorio cinese.

@bobmax e @Freedom
da un punto di vista individuale continuo la mia personale ricerca, cercando faticosamente di "scrollarmi" di dosso alcuni pesi che rendono più difficile il viaggio. nel mio caso personale, ho trovato nella psicanalisi una prima via di liberazione, ma credo che possa arrivare fino ad un certo punto.

tuttavia la mia domanda vuole essere più a livello di società: oggi, in Occidente, chi sta occupando quel posto vacante?
è rimasto e rimarrà vuoto?
può la Chiesa gestire entrambi i ruoli? (dal mio punto di vista non mi sembra, ma potrei ovviamente sbagliarmi)
saranno le filosofie orientali, sempre di più, a proporsi come vie di liberazione?
oppure saremo talmente storditi ed anestetizzati dalla tecnologia da non avvertire più nessun fastidio in quella gabbia? (come la "Soma" del romanzo distopico "Il mondo nuovo" di Huxley)

InVerno

Se capisco la tua analogia, penso che ti sia completamente dimenticato che esistono i protestanti..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

green demetr

Citazione di: ricercatore il 27 Gennaio 2022, 16:57:53 PM
tuttavia la mia domanda vuole essere più a livello di società: oggi, in Occidente, chi sta occupando quel posto vacante?



Come dice Inverno, c'è il primo protestantesimo, ma anche lui poi si è istituzionalizzato.


Credo che la via più vera sia quella di rifondare una chiesa, in america le chiese evangeliche sono centinaia, ognuna agisce piuttosto in piccole comunità.


Secondo me quella è la via, o per lo meno il primo passo, poi subito dopo iniziano i dolori: infatti il messaggio d'amore di Gesù è ancora praticabile in delle comunità ecclesiali? Ma questi due sono altrettante idee per ulteriori discussioni.


Per esempio mi sto divertendo moltissimo ad ascoltare queste piccole comunità su youtube, il messaggio è piuttosto semplice, attenersi al messaggio di gesù, ma spesso la comunità chiede di fare proselitismo (e io ci vedo il fattore economico dietro di esso, più che quello spirituale).
In fin dei conti alla fine come dice bobmax o freedom è una questione singola, rispetto a loro però io non dimentico l'aspetto che il singolo si deve dar da fare per la comunità, semplicemente la cosa non è facile: convenienze economiche o vero altruismo. e secondo me non è cosa da poco.


edit basta pensare a cosa è la cina, e come pur si basi sul confucianesimo!!!

Vai avanti tu che mi vien da ridere

iano

#7
@Ciao Ricercatore.
Il taoismo, nel modo in cui lo hai delineato, sembra mirare ad un obiettivo alto , prendere coscienza della convenzione per continuare  a rispettarla.
Come dire, una volta che hai capito di essere in gabbia continua a restarci, finché non si apre una porta.
Perché chi quella coscienza non ha resta in gabbia, anche quando si apre la porta.
Però non so' rispondere bene al tuo quesito, ma in qualche modo intuisco che hai fatto la domanda del secolo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

ricercatore

@InVerno: da quello che so in realtà il protestantesimo è, da questo punto di vista, ancora peggio  :)

guardando alle sue origini, la teoria della "predestinazione" causava talmente tanta ansia nelle persone che queste si "buttavano" nel lavoro così da poter prevedere se sarebbero finite all'Inferno o in Paradiso: se, infatti, si otteneva successo economico questo era segno che si era benedetti da Dio e si poteva perciò placare l'ansia. chi falliva nel lavoro, sarebbe stato dannato e dunque anche disprezzato dalle altre persone.

Lutero inoltre cavalcò quel sentimento di inferiorità e di irrilevanza che le persone iniziavano a percepire nei confronti delle classi "borghesi". Cito Fromm:
Se ti liberi della tua personalità individuale, con tutte le sue manchevolezze e i suoi dubbi, mediante un completo autoannullamento, ti liberi dal sentimento della tua nullità e puoi prender parte alla gloria di Dio.
La «fede» di Lutero era la convinzione di essere amato a patto di arrendersi, una soluzione che ha molto in comune con il principio della completa sottomissione dell'individuo allo Stato e al «Capo».


questo gettò le basi per del capitalismo.

ricercatore

@green demetr
mi rendo conto che per tenere in piedi un'organizzazione, debbano essere necessariamente fatti dei compromessi.
anche in Oriente si ripropone lo stesso "problema" (es. nel buddismo)

credo anche io che la nascita di movimenti "post-cristiani", guidati dagli insegnamenti "originali" di Gesù, possa essere comunque un passo in avanti.

ricercatore

@iano
mi immagino il ruolo del taoismo (o di una qualsiasi via di liberazione) come un percorso che ti fa accorgere che ciò che hai desiderato fino a quel momento non era quello che desideravi davvero.
era ciò che la "convenzione" desiderava che tu desiderassi.

Kobayashi

Di fatto il messaggio di Gesù liberava dalla severità della Legge introducendo però una nuova ossessione: quella di un'interiorità da purificare, quella di una somiglianza con Dio da dover restaurare etc.
Tale sforzo inizialmente di liberazione, viene poi a sua volta sentito come oppressivo, e da il via a nuove forme di liberazione: la psicoanalisi, per esempio, con la sua rivisitazione del peccato.
Ma anche queste nuove forme di liberazione alla fine si rivelano essere solo maschere, finzioni.
Questo gioco di smascheramento-mascheramento è infinito.
Può essere interrotto (parzialmente) solo con la consapevolezza della sua inevitabilità.
Questo esercizio di consapevolezza non è forse l'insegnamento di una parte del pensiero contemporaneo? La parte positiva, costruttiva del pensiero contemporaneo?
Quindi si potrebbe pensare che la casella vuota in Occidente non vada riempita con l'ennesima chiesa o con un altro movimento di rinnovamento, ma con questa consapevolezza, che è il primo passo per liberarci dall'illusione della liberazione.

Lo stesso discorso può essere fatto con il desiderio: si può arrivare a capire che ciò che si desidera viene da fuori (o da dentro, ma comunque non da un Io che ha il controllo e sa chi è), poi però l'unico guadagno è il fatto che ricavi la forza per non esserne del tutto prigioniero.
Verrai sempre attraversato da desideri, ma se cadrai nella tentazione di metterti a cercare il tuo desiderio più profondo eccoti di nuovo prigioniero, non di un desiderio che senti come estraneo, ma dell'ossessione della ricerca.
Già questa immagine, quella di colui che ricerca, quella di colui che è in cammino spirituale, che non si arrende alle convenzioni, è un'utile maschera con cui ti presenti agli altri e soprattutto ti definisci davanti a te stesso: è già una convenzione, un luogo comune, anzi il luogo comune per eccellenza della storia occidentale per 1500 anni.

bobmax

L'antico pensiero orientale è senz'altro una fonte indispensabile d'ispirazione. Tuttavia non penso che potrà offrire in quanto tale una concreta possibilità di liberazione.

L'Occidente ha seguito un'altra strada, direi di più, ha scelto una via e l'ha seguita. Mentre l'Oriente è stato a lungo fermo, per poi ultimamente seguire l'Occidente fino a ormai quasi superarlo.

Ritengo che una possibilità di liberazione potrà forse venire dalla Chiesa, dalla sua mistica.

Ma non sarà indolore.
La Chiesa, abbracciando la propria mistica, deve infatti necessariamente estinguersi. Dissolversi come organizzazione così come la conosciamo oggi.
E ritornare alle origini.

Portatrice di liberazione, attraverso la compassione, dovrà distaccarsi per prima dal mondo, per poter testimoniare davvero Gesù.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

#13
Citazione di: ricercatore il 28 Gennaio 2022, 10:53:06 AM
@iano
mi immagino il ruolo del taoismo (o di una qualsiasi via di liberazione) come un percorso che ti fa accorgere che ciò che hai desiderato fino a quel momento non era quello che desideravi davvero.
era ciò che la "convenzione" desiderava che tu desiderassi.
Possiamo liberarci dei nostri automatismi , delle nostre pulsioni, prendendone coscienza, e possiamo cambiarli, ma possiamo farne senza?
Penso che la liberazione sia una esigenza non meno del suo contrario, il lasciarsi andare.

Con la fase di liberazione si ridefinisce il soggetto agente, ma questo poi non potrà agire che per convenzione. Un essere sempre presente a se stesso equivarrebbe a un essere in continua ridefinizione incapace quindi di ogni azione.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Condivido abbastanza quanto detto da Kabayashi. Ma se la questione si sposta da una illusoria liberazione ai tanti possibili mascheramenti, essa diventa il perseguimento del mascheramento più congegnale alla nostra indole, gusto, benessere mentale; senza cedere nevroticamente al dubbio autodistruttivo sull' "autenticità" di tale scelta.

Ognuno di noi è il risultato di un trattamento parentale e culturale che determina le nostre propensioni e inclinazioni. Arrivati alla maggiore età possiamo decidere di "diventare quello che si è", lavorando sui talenti che la natura e l'età evolutiva ci hanno messo a disposizione. Con le antenne sempre ritte per scansare quei condizionamenti rivolti contro di noi, atti a sottometterci alle molteplici forme di alienazione materiale e spirituale che imperversano nell'universo antropologico. Esercizio quest'ultimo, per cui la saggezza - occidentale e orientale - ha predisposto abbondanza di vademecum a cui è sempre un piacere, con spirito critico, attingere.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri