La tradizione orale e le religioni mesopotamiche.

Aperto da Socrate78, 21 Giugno 2021, 20:37:19 PM

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Socrate78

Il topic è più antropologico che religioso, tuttavia lo inserirei anch'esso nella sezione spiritualità poiché si parla di genesi delle religioni. Prima dell'invenzione della scrittura è lecito supporre che gli uomini avessero credenze religiose, tuttavia esse non sono state messe per iscritto poiché non esisteva il mezzo. Successivamente abbiamo la messa per iscritto di tradizioni orali, che evidentemente sono assai più antiche della loro messa per iscritto.  I miti religiosi più antichi sono quelli mesopotamici e babilonesi, che risalgono nella loro messa per iscritto (su tavolette d'argilla) in un'epoca che si colloca attorno al 2500 A. C.  I miti dei sumeri mi affascinano molto, proprio perché essendo i più antichi sono a mio avviso i più idonei a contenere informazioni sulla possibile vita degli uomini preistorici, poiché nel mito si nasconde spesso una certa dose di verità anche se deformata dalla fantasia.
Normalmente si pensa che i miti su cui si basa la religione siano basati su pura fantasia (quindi falsi), ma se c'era prima una tradizione orale essa deve riferirsi per forza a molto tempo prima al tempo di chi ha scritto, quindi è difficile pensare che l'autore abbia scritto menzogne, dal momento che nell'antichità i miti erano presi molto sul serio ed erano spesso trasmessi dagli anziani della comunità solo ad un gruppo di persone di cui ci si fidava affinché potesse trasmetterli in maniera il più possibile integrale alle generazioni successive, il patrimonio culturale quindi non doveva perdersi e non doveva essere falsificato, visto che si parlava di cose ritenute importantissime e sacre.
Ma la cosa interessante è che i miti dei Sumeri non descrivono gli dei come esseri eterni e non soggetti a fatica, ma essi vengono descritti proprio come umani, si dice che essi lavorassero e svolgessero lavori pesanti, gli dei per i Sumeri non erano affatto divini, infatti si legge: "Quando gli dei erano UOMINI, essi sottostavano alle corvees, lavorano duramente, i grandi dei sovrintendevano il lavoro mentre i piccoli dei portavano il canestro del lavoro". Tutto il contrario della vita beata a cui un Dio sarebbe naturalmente destinato. Viene come descritta una società umana in cui alcuni soggetti con maggiore autorità, sovrintendevano il lavoro degli altri. Poi si legge ad un certo punto che gli dei non vogliono più lavorare e decidono di creare l'uomo primigenio, affinché l'uomo potesse svolgere il duro lavoro degli dei. In poche parole i Sumeri avevano l'idea che gli dei avessero creato l'uomo non certo per amore, ma anzi per schiavizzare l'umanità e farla svolgere quel lavoro che prima spettava agli dei. Ma come nasce l'uomo? E' nato, secondo i miti sumeri, mescolando con l'argilla DIO E UOMO attraverso il sangue e la carne di altri dei sacrificati. Poi si descrive, in altri testi, che quando alcuni dei non erano ancora nati (quindi non dei, ma UOMINI) l'umanità primordiale beveva l'acqua nei fossi, mangiava l'erba nei prati come le pecore, camminava a quattro zampe.
Com'è nata quest'idea così particolare della divinità? E' lecito a mio avviso ipotizzare che siano esistite e convissute per millenni nella Mesopotamia due civiltà, una tecnologicamente avanzata, intelligente, evoluta ed un'altra fatta di esseri primitivi, che vivevano fermi all'età della pietra, esseri con caratteristiche scimmiesche e dalla posizione a stento eretta: gli "dei" che lavorano duramente sarebbero quindi gli esseri evoluti, che erano visti dal resto della popolazione come superiori e quindi come divinità. Ad un certo punto questi uomini evoluti decidono però di avere degli schiavi più forti ed intelligenti ed allora si accoppiano con le femmine dell'altra civiltà dando origine ad una razza particolare di schiavi, più intelligenti e forti ed in grado di svolgere molti lavori e di sgravare gli uomini da molta fatica.
Gli incroci sarebbero continuati sino al punto che le due razze si sono fuse del tutto, ma gli eventi hanno condizionato il concetto di divinità che avevano i Sumeri, poiché il concetto di divinità è stato associato a quegli antichi esseri intelligenti che facevano lavorare la popolazione e che esigevano rispetto, devozione, obbedienza, ossequio. Da allora è nata una tradizione orale in cui, nonostante le deformazioni, è rimasto il ricordo atavico di ciò che è avvenuto in epoche antichissime, e dalla combinazione tra credenze religiose e ricordo di fatti reali è nata la religione sumerica.
Ma non è tutto. Quando i miti sumerici descrivono la nascita degli uomini, si dice che i tentativi degli dei non riescono affatto, e che nascono dall'argilla esseri deformi, paralitici, ciechi, insomma con deformità, da questo che cosa possiamo dedurre? Secondo me significa che l'incrocio genetico tra le due razze diverse di uomini (quelli evoluti e quelli primitivi) ha dato origine in alcuni casi nella prole a mutazioni genetiche patologiche, proprio per la combinazione disordinata di geni, ecco perché i miti parlano di dei che generano soggetti con deformità.
Secondo voi è corretta la mia ricostruzione della genesi dei miti mesopotamici sugli dei?

Ipazia

#1
Citazione di: Socrate78 il 21 Giugno 2021, 20:37:19 PM
Normalmente si pensa che i miti su cui si basa la religione siano basati su pura fantasia (quindi falsi), ma se c'era prima una tradizione orale essa deve riferirsi per forza a molto tempo prima al tempo di chi ha scritto, quindi è difficile pensare che l'autore abbia scritto menzogne, dal momento che nell'antichità i miti erano presi molto sul serio ed erano spesso trasmessi dagli anziani della comunità solo ad un gruppo di persone di cui ci si fidava affinché potesse trasmetterli in maniera il più possibile integrale alle generazioni successive, il patrimonio culturale quindi non doveva perdersi e non doveva essere falsificato, visto che si parlava di cose ritenute importantissime e sacre.
La sacralità dei miti è direttamente proporzionale al vantaggio etologico che i depositari - stregoni, sciamani, sacerdoti, profeti, vati,... - ne hanno tratto nel corso di tutta la storia e preistoria umana dal neolitico ad oggi.

Nulla è più facile della mitopoiesi da parte di personaggi particolarmente carismatici e "ispirati". La storia del cristianesimo è emblematica di come attorno ad una figura semileggendaria, attraverso una bene organizzata setta di apologeti, si possa costruire una religione di grande successo. L'argomento religioso è stato ben sfruttato anche da un capo politico come l'autoproclamato profeta Muḥammad. Figurarsi cosa doveva succedere in epoche precedenti, popolate di somma ignoranza e superstizione, non appena qualcuno più astuto degli altri riusciva a coagulare tutto ciò in potere personale. Persino dopo le rivoluzioni razionaliste della modernità abbiamo visto che fenomeni di psicologia di massa si sono aggregati attorno ai dittatori del XX secolo. Veri e propri culti, con gerarchie parasacerdotali a tutela del nume incarnato.

L'uomo è un animale illusionale e i maghi delle illusioni lo sanno e ne traggono i debiti vantaggi.

Dal punto di vista antropologico essi danno indicazioni preziose, anche se ermeneuticamente difficili da decifrare e quindi oggetti molto specialistici, sulla cultura che li ha prodotti e tramandati. Basti pensare alla complessità di una mitologia "moderna" come la greca.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

ricercatore

l'ipotesi più concreta ci dice che in passato eravamo scimmie, poi, molto gradualmente, siamo diventati esseri umani, via via che la consapevolezza si è fatta più forte.
quando eravamo scimmie agivamo, senza renderci conto (mangiavamo, cacciavamo, ci riproducevamo, morivamo, etc.)
poi abbiamo iniziato, man mano, a renderci sempre più conto, in una forma primordiale di pensiero
successivamente, abbiamo tentato di "rappresentare" le nostre osservazioni e successivamente anche ad articolarle (grazie al linguaggio), sottoforma di storie e di miti
le nostre osservazioni erano molto grezze, perché la nostra intelligenza era ancora lontana da quella che è oggi: quindi le immagini del mito sono confuse, spesso nascevano dai sogni notturni che venivano interpretati come rivelazioni o visioni.
il mito credo che vada preso molto sul serio, ma da un punto di vista più psicologico che storico.
qualche frammento di storia potrebbe essere stata trasportata dal mito, ma chiaramente non possiamo esagerare.
il diluvio universale, ad esempio, è riportato in molti miti di diverse tradizioni: una grande pioggia probabilmente c'è stata, ma probabilmente riusciamo a dire solo questo.



Socrate78

L'ipotesi secondo cui in passato eravamo solo scimmie e poi ci siamo evoluti in uomini secondo me è DISCUTIBILE: io personalmente sono abbastanza anti-evoluzionista. Si tratta solo di teorie evoluzionistiche non supportate dai fatti, anzi, nel 1979 sono state ritrovate delle impronte assolutamente UMANE su un tufo vulcanico vecchio di 3 milioni e mezzo di anni fa, ma gli scienziati non hanno voluto, pregiudizialmente, attribuire al genere uomo quelle impronte, poiché il dato non coincideva con le loro teorie. Per dirla con Hegel, se i fatti non si accordano alla teoria tanto peggio per i fatti! Gli scienziati quando studiano i reperti umani si basano sul pregiudizio secondo cui i fossili che indicano gli esseri più animaleschi siano più antichi e in base a questo pregiudizio datano i reperti, ma in molti casi i dati, analizzandoli oggettivamente, mostrano che gli esseri più vicini all'uomo sono contemporanei a quelli più animaleschi, quindi l'idea di evoluzione lineare dalla scimmia all'uomo vacilla.
I dati dimostrano solo l'esistenza di tante varianti di ominidi, ma il progenitore di tutte queste varianti era più vicino alla scimmia o all'uomo? Io sostengo personalmente l'idea, sostenuta anche nel Settecento da George Leclerc conte di Buffon secondo cui l'uomo originario  era perfetto e successivamente sia degenerato ad un livello animale per le ibridazioni, quindi le immagini scimmiesche che si vedono nei libri di  testo di scienze in cui si vedono i proto-uomini scimmieschi testimoniano solo la degenerazione da un tipo umano perfetto originario, e il lento e parziale recupero dell'umanità. Sono state le ibridazioni, e non la selezione naturale a generare quella varietà di uomini scimmieschi, infatti solo per l'uomo è documentata tutta questa varietà di tipi umani di transizione, ma per le altre specie animali NO, poiché i fossili racchiusi nelle profondità della terra mostrano che le specie appaiono all'improvviso, senza anelli di transizioni e varianti con altre specie precedenti da cui si sarebbero evolute.


viator

Salve Socrate78. citandoti : "Io sostengo personalmente l'idea, sostenuta anche nel Settecento da George Leclerc conte di Buffon secondo cui l'uomo originario  era perfetto e successivamente sia degenerato ad un livello animale per le ibridazioni".



Quindi secondo la ipotesi Buffoniana e tua, Dio avrebbe creato un "originale" perfetto di uomo e di donna e poi quindi avrebbe permesso che essi si dedicassero ad una tal quantità di rapporti con animali............da corrompere geneticamente la specie umana..............consentendole poi di redimersi geneticamente per tornare verso la originaria purezza ?.




Veramente imperscrutabile la volontà del Dio in cui tu credi. Acrobazie da circo equestre ! Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

ricercatore

sicuramente l'evoluzionismo è discutibile, ma al momento sembra sia la migliore teoria che abbiamo.
ho letto delle impronte ritrovate sull'isola di Creta: hanno messo in discussione la ricostruzione storica/geografica del nostro passato, ma non credo che questo metta in dubbio il fatto che discendiamo dalle scimmie.


la teoria riguardo l'uomo "originario" che si è "immischiato" con altre specie risulta debole perché non mi sembra abbia sufficienti prove: quali sono gli indizi (recuperati con metodo scientifico) a favore dell'idea di questo uomo "perfetto?" su cosa possiamo basarci per confermare questa ipotesi?


riguardo l'interpretazione dei fossili, farei un altro tipo di discorso.
il nostro cervello non è abituato a ragionare con i numeri, ma piuttosto ci interessano solo i fatti e le storie; se ti dicessi:
- secondo un sondaggio, svolto su un campione di 3000 italiani, risulta che il 70% è favorevole alla legalizzazione della prostituzione
- secondo un sondaggio, svolto su un campione di 3000000 italiani, risulta che il 70% è favorevole alla legalizzazione della prostituzione
per noi le due frasi sono identiche, dicono la stessa cosa: leggiamo solo "il 70% è favorevole alla legalizzazione della prostituzione" e questo è quello che ci interessa. e invece sbagliamo clamorosamente, perché più il campione è piccolo, più siamo lontani dalla verità.

riportandola al nostro caso, quanti fossili dovremmo trovare per affermare con sicurezza che "le specie appaiono all'improvviso?"

InVerno

Il tema della fedeltà delle tradizioni orali posto nel titolo è molto interessante, peccato che venga liquidato con un "si, sono fedeli, perchè io vorrei credere ad una in particolare", e potremmo così liquidare tutti gli studi fatti a riguardo, e andarci tutti a bere uno spritz con l'oliva del bias confermativo infilzata nello stecco. Siccome però ne sopravvivono ancora un discreto numero, le più vicine a noi in Albania, e c'è una discreta letteratura a riguardo, si può invece sostenere l'esatto contrario: no, non sono fedeli, perlomeno utilizzando lo stesso concetto di "fedeltà" che usiamo noi modernamente, noi come civiltà prevalentemente scritta. Il motivo è presto riassunto: se nella tradizione scritta la fedeltà  di una copia può essere facilmente valutata attraverso una lettura orizzontale dei due testi, cioè mettendo la fonte e la copia a confronto materiale, ed è più semplice sia per il copista, sia per chi usufruirà della copia, verificare la fedeltà del processo, nella tradizione orale tutto ciò non esiste; due aedi non vengono messi uno di fianco all'altro per verificare che stiano effettivamente cantando la stessa storia, e chi sente una storia non si porterà il cantore con sé da un altro per "smascherare un falso". Il concetto di "copia", nella tradizione orale,  è praticamente inesistente. Questo non significa che il messaggio verrà alterato deliberatamente e senza nessun tentativo di salvare perlomeno il senso principale della storia, ma esso subirà tutte le alterazioni che chi è incaricato di tramandarlo riterrà "lecite" al fine di tramandarlo meglio senza alterarne (sempre a suo giudizio) il senso, magari dando priorità alla musicalità di una frase rispetto all'accuratezza di un dettaglio, o altre decisioni, a seconda della cultura e dell'individuo.

La domanda a cui sarebbe applicata la questionedella fedeltà orale, sarebbe pressochè : è possibile che i miti scritti più antichi (intorno al 2500/3000ac) contengano una fedele riproduzione delle tradizioni orali che descriverebbero la nascità della civiltà e dell'uomo moderno?  Cioè, dato che sappiamo che società decentemente organizzate esistono quasi immediatamente la fine del pleistocene, cioè intorno al 10.000 ac, può una storia essere fedelmente tramandata oralmente per settemila anni? In teoria si, nella pratica direi che le probabilità che i dettagli di questa storia (gli stessi da cui vengono tratte tutte quelle simpatiche considerazioni sul DNA e altre cose) siano fedelmente tramandati, da centinaia di generazioni di uomini analfabeti che cantano alla sera intorno al fuoco, sono circa le stesse che ho io ho di vincere al lotto non una, ma due volte di fila. E la cosa divertente è che nella Bibbia è contenuta una storia che dice esattamente la stessa cosa, ovvero la storia della torre di Babele, che sta li proprio a dire come va a finire con le tradizioni orali. E la stessa riprova è contenuta nei vangeli, che differiscono praticamente su qualsiasi dettaglio, compresi quelli che uno direbbe estremamente importanti come riguardo alla crocifissione, a patto che  i passaggi non siano il risultato di una copia scritta e di interpolazione tra i testi. Sono bastati quarant'anni di tradizione orale ai vangeli, per essere fondamentalmente inconciliabili uno con l'altro, uno può solo immaginare che dose di "fede" è necessaria per credere che ci siano storie di settemila anni, inalterate, o capaci di conveire accuratamente minuzie come quelle che vengono prese in analisi e sono la base di certe teorie.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Socrate78

@ricercatore: L'evoluzionismo è più discutibile di quanto pensi, poiché esso nella sua formulazione classica afferma questo: "Il caso e la necessità hanno guidato l'evoluzione della specie, il DNA muta per mutazioni casuali e su queste mutazioni interviene l'ambiente e la selezione naturale, che seleziona le mutazioni vantaggiose per l'adattamento e scarta quelle svantaggiose". E' davvero così? A me non sembra affatto che esistano queste mutazioni vantaggiose che portano la specie a trasformarsi gradualmente in qualcosa di diverso. Infatti se si osserva quanto accade nel genoma umano, si rivela che ogni volta che si ha una mutazione come la perdita di un cromosoma nelle coppie di geni, il feto viene abortito e l'unica mutazione con perdita di cromosoma che non causa l'aborto è quella sulla coppia 23, ma anche in questo caso non è vantaggiosa, perché i soggetti (solo femmine) che hanno questa mutazione sono sterili, spesso non giungono alla pubertà. Inoltre anche le mutazioni che comportano la perdita di materiale genetico, causano malattie, handicap, a volte aborti, e non sono per nulla vantaggiose. Oltretutto queste mutazioni svantaggiose non diventano favorevoli con il tempo e non producono alcun passaggio dell'uomo verso un'altra specie. Da tutto questo si deduce come il DNA sia generalmente programmato per restare uguale a se stesso nella trasmissione e le mutazioni sono solo errori svantaggiosi per la specie, e non sono fatti per far evolvere la specie in qualcosa di diverso. Se l'evoluzionismo fosse una legge della natura, vedremmo soggetti con 45 cromosomi che si accoppiano con altri con corredo genetico uguale, e contribuirebbero a far evolvere l'uomo in qualcos'altro, ma non accade.  Per passare dalla scimmia all'uomo sarebbe stata necessaria la perdita di ben due unità genetiche, da 48 a 46 cromosomi, ma se la perdita di materiale genico causa l'aborto, allora questo passaggio come sarebbe avvenuto?
Confermo quindi il mio forte scetticismo sulla teoria evoluzionistica, che non è FALSIFICABILE in quanto non può essere sperimentata nell'ambiente in cui viviamo, infatti in natura non si vedono esseri di transizione, ma al massimo una varietà all'interno della stessa specie.
La specie umana inoltre non sembra affatto essere il frutto di una selezione naturale di caratteri vantaggiosi, infatti oggettivamente siamo una specie molto malata, nell'uomo si riscontrano tantissime sindromi genetiche (ce ne sono oltre 6000), Malattie AUTOIMMUNI in cui il sistema immunitario rigetta l'organismo stesso(non esistono negli animali), un numero alto di aborti molto più degli animali, caratteri svantaggiosi come ad esempio la sproporzione tra le dimensioni del canale uterino e la testa dei neonati, per cui nella specie umana il parto è problematico, con rischio di complicazioni e la morte per parto nei secoli è stata la prima causa di morte tra le donne. Gli animali non hanno bisogno di assistenza quando partoriscono, lo fanno naturalmente, la donna ha bisogno di assistenza medica. Ecco, perché c'è sproporzione tra canale del parto e dimensioni della testa? Beh, forse è perché ci siamo immischiati con altre specie, ed abbiamo ereditato da una le dimensioni dell'apparato riproduttivo e dall'altra le dimensioni del cranio. Se siamo così malati e imperfetti, non possiamo essere il frutto di un'evoluzione che ha selezionato i caratteri svantaggiosi, è più plausibile che anzi siamo il frutto di una degenerazione che ha causato tutte queste tare che ho descritto sopra, perché evidentemente la compenetrazione di cromosomi di specie diverse ha causato squilibrio e disordine nei geni, e quindi molti errori svantaggiosi nella trasmissione genica.



Jacopus

#8
Per Socrate:
Citazione"Il caso e la necessità hanno guidato l'evoluzione della specie, il DNA muta per mutazioni casuali e su queste mutazioni interviene l'ambiente e la selezione naturale, che seleziona le mutazioni vantaggiose per l'adattamento e scarta quelle svantaggiose"


La ricerca genetica ha fatto passi da gigante in questi ultimi anni. La prova è data ad esempio, dai primi vaccini contro il coronarivus totalmente genici (Pzifer e Moderna). Ed ha scoperto altre cose interessanti. La prima è che l'evoluzionismo non è così perfetto come viene descritto dai mass-media. Le mutazioni svantaggiose non sono scartate, nella maggior parte dei casi restano silenti e sono una prova importante di come funziona la stessa teoria evoluzionistica. Nel 2009, M. Harris nell'università del Wisconsin trovò il gene silenziato per la produzione di denti nelle galline e riuscì a far nascere una gallina con dei denti primordiali. Tutti gli uccelli infatti sono gli unici discendenti dei dinosauri, che i denti li avevano. Talvolta nasce un neonato con un osso del coccige più lungo, perchè nel nostro codice genetico, anche se silenziato, esiste ancora il comando per la produzione della coda.
Il motivo per cui il codice genetico conserva questo tipo di informazioni silenziate è perchè sostanzialmente non costa nulla conservarle e potrebbero venir bene in futuro, un pò come si fa con le cianfrusaglie che accatastiamo in dispensa. A ciò è collegato il concetto di Exptation. E torniamo agli uccelli, che usarono una informazione genica dei dinosauri per farci tutt'altro. Alcune specie di dinosauri infatti producevano piume, che avevano però solo un significato ornamentale e seduttivo per le femmine. Gli uccelli trasformarono quel pezzetto di codice genetico per formare un rivestimento leggero, in grado di aiutarli nel volo. Allo stesso modo, con il cambiare delle condizioni nell'ambiente, un codice silenziato potrebbe tornare ad essere utile. Solo i codici assolutamente negativi vengono o soppressi o determinano l'estinzione della specie.


CitazioneInfatti se si osserva quanto accade nel genoma umano, si rivela che ogni volta che si ha una mutazione come la perdita di un cromosoma nelle coppie di geni, il feto viene abortito e l'unica mutazione con perdita di cromosoma che non causa l'aborto è quella sulla coppia 23

Il cromosoma è un sistema genetico, ma non è il codice genetico. Serve per facilitare la mitosi, ovvero il passaggio del codice DNA da una cellula madre ad una nuova cellula. All'interno del cromosoma vi sono i comandi veri e propri detti alleli che contengono le modalità attraverso le quali l'organismo produrrà occhi azzurri, piuttosto che marroni, oppure farà produrre ossitocina ad un certo quantitativo o farà predisporre al diabete. Una mutazione a questo livello (cromosomico) è ovviamente distruttiva, ma le mutazioni avvengono ad un livello più "basso".


CitazioneConfermo quindi il mio forte scetticismo sulla teoria evoluzionistica, che non è FALSIFICABILE in quanto non può essere sperimentata nell'ambiente in cui viviamo, infatti in natura non si vedono esseri di transizione, ma al massimo una varietà all'interno della stessa specie.

Non è falsificabile ma è ampiamente verificabile. I virus, dai quali tutti noi discendiamo (in verità si dibatte se discendiamo dai virus o dai batteri), sono in grado di modificarsi molto in fretta, come osserviamo da un anno a questa parte. Ovviamente più gli organismi sono complessi più per avere una mutazione occorrono tempi lunghi, che non sono quelli storici. Tanto per darti un termine di paragone, all'inizio della seconda guerra mondiale, per entrare nelle SS, corpo di èlite, era necessaria l'altezza di 1 metro e settanta. Il miglioramento delle condizioni di vita ha reso, oggi, ad appena 70 anni di distanza, questa altezza una altezza mediocre per un tedesco. Ancora prima del successo unico di homo sapiens esistevano molte specie differenti di ominini ed altre si stanno scoprendo proprio in questi giorni. L'evoluzionismo, infatti, non va pensato come una sorta di processo lineare, da una specie meno evoluta ad una più evoluta. Il processo dinamico è un processo a cespuglio, nel quale vi sono momenti di esplosione di nuove specie anche molto simili, che possono anche avere rapporti sessuali e che quindi attraverso la loro unione possono dare vita a nuove specie, così come all'avvento di nuove modifiche, che si imporranno grazie alla maggiore fitness rispetto all'ambiente. Il problema dell'evoluzionismo, per chi non lo vuole vedere, è che deve essere verificato su tempi geologici.

Citazionela sproporzione tra le dimensioni del canale uterino e la testa dei neonati, per cui nella specie umana il parto è problematico, con rischio di complicazioni e la morte per parto nei secoli è stata la prima causa di morte tra le donne.

Questo è il classico esempio di come la selezione naturale deve scendere a compromessi di vario genere. Il canale uterino è piccolo in homo sapiens per via dell'acquisizione della posizione eretta, che ha come vantaggio, l'uso degli arti superiori per maneggiare oggetti, costruire, usare armi. Insomma un vantaggio fondamentale. Per stare in piedi è stato necessario restringere la parte pelvica delle donne. Secondo motivo. La scelta evoluzionistica ci ha concesso un cervello molto grande che deve stare in una scatola anch'essa grande. E' per questo che i neonati sono così sproporzionati. Avere un cervello più piccolo avrebbe reso più facile la gestazione, ma saremmo stati meno intelligenti.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

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