La spiritualità come cammino

Aperto da Angelo Cannata, 20 Maggio 2017, 16:02:10 PM

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Angelo Cannata

Penso che il tuo intervento sia utile per farmi fare una precisazione: la spiritualità non può avere come scopo quello di sostituirsi alle spiritualità, né alle religioni, allo stesso modo in cui la religione non può essere sostituita alle religioni.

La spiritualità, nella sua definizione oggettiva di vita interiore, si pone come astrazione di tutto quanto di vita interiore è possibile riscontrare nelle varie manifestazioni particolari dell'esistenza umana. In questo senso è impensabile che l'astrazione pretenda di sostituirsi alle manifestazioni particolari da cui proviene. Non è possibile sostituire il calcio alle partite, l'arte alle opere d'arte. In questo senso la spiritualità non potrà mai cantare la fine delle religioni per sostituirsi ad esse.

Si tratta a questo punto di comprendere il ruolo della spiritualità, in rapporto alle spiritualità e alle religioni. Ho già evidenziato alcuni elementi di questo ruolo nel mio post a cui ho già fatto riferimento nel messaggio precedente.

Può essere utile aggiungere qui che è possibile approfondire un approccio alle religioni dal punto di vista della spiritualità. Mi sembra che qualsiasi religione abbia tutto da guadagnare dal confronto con questo punto vista, per esempio prendendo atto del pericolo di ridursi a pratiche esteriori. Allo stesso modo, le spiritualità hanno molto da guadagnare da un confronto con la spiritualità, specialmente tenendo presente che la spiritualità è per molti versi figlia della filosofia e quindi vanta alle spalle una lunga familiarità con il senso critico.

Infine mi sembra di poter dire che la spiritualità può essere praticata anche a sé, senza che si debba appartenere ad alcuna spiritualità o religione particolare, allo stesso modo in cui è possibile interessarsi di sport senza praticarne alcuno in prima persona, per lo meno ad alto livello, o essere musicologi senza saper suonare alcuno strumento con destrezza da professionisti. D'altra parte, anche ogni modo di trattare o praticare la spiritualità è pur sempre storico, così come, per esempio, non esiste la letteratura in astratto, ma il modo in cui essa è stata intesa nei vari periodi della storia. In questo senso, io cerco di occuparmi della spiritualità, ma non posso non riconoscere che il mio modo di trattare la spiritualità è pur sempre il mio modo, per esempio, nel mio caso specifico, molto condizionato da categorie prese a prestito dal Cristianesimo, a cominciare dalla parola stessa "spiritualità".

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