La "scelta" "di credere o di non credere".

Aperto da Eutidemo, 04 Gennaio 2023, 07:01:08 AM

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Duc in altum!

Citazione di: Phil il 02 Febbraio 2023, 11:20:19 AMA ciò va aggiunto che inevitabilmente l'uomo che scrive, sotto dettatura o meno, parla una sua lingua "secolare" che qualche secolo dopo può essere molto diversa (se non addirittura "morta") e quindi l'originaria parola orale di Dio viene tradotta, copiata, tramandata, senza che la traduzione (e tradizione) sia mai immune da rischi filologici, seppur in buona fede.
Diversamente da chi crede in altro, per chi crede in Dio il Concilio Vaticano II ha già sciolto ogni dubbio riguardo alla provenienza:
Ispirazione e verità della Scrittura 
Le verità divinamente rivelate, che sono contenute ed espresse nei libri della sacra Scrittura, furono scritte per ispirazione dello Spirito Santo La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo; hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa per la composizione dei libri sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità, affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo, scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte.
Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture. Pertanto «ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona» (Dei Verbum, cap 3, 11).
...riguardo agli scrittori/traduttori/interpreti:
Come deve essere interpretata la sacra Scrittura
Poiché Dio nella sacra Scrittura ha parlato per mezzo di uomini alla maniera umana, l'interprete della sacra Scrittura, per capir bene ciò che egli ha voluto comunicarci, deve ricercare con attenzione che cosa gli agiografi abbiano veramente voluto dire e a Dio è piaciuto manifestare con le loro parole.
Per ricavare l'intenzione degli agiografi, si deve tener conto fra l'altro anche dei generi letterari. La verità infatti viene diversamente proposta ed espressa in testi in vario modo storici, o profetici, o poetici, o anche in altri generi di espressione. È necessario adunque che l'interprete ricerchi il senso che l'agiografo in determinate circostanze, secondo la condizione del suo tempo e della sua cultura, per mezzo dei generi letterari allora in uso, intendeva esprimere ed ha di fatto espresso. Per comprendere infatti in maniera esatta ciò che l'autore sacro volle asserire nello scrivere, si deve far debita attenzione sia agli abituali e originali modi di sentire, di esprimersi e di raccontare vigenti ai tempi dell'agiografo, sia a quelli che nei vari luoghi erano allora in uso nei rapporti umani.

Perciò, dovendo la sacra Scrittura esser letta e interpretata alla luce dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta, per ricavare con esattezza il senso dei sacri testi, si deve badare con non minore diligenza al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell'analogia della fede. È compito degli esegeti contribuire, seguendo queste norme, alla più profonda intelligenza ed esposizione del senso della sacra Scrittura, affinché mediante i loro studi, in qualche modo preparatori, maturi il giudizio della Chiesa. Quanto, infatti, è stato qui detto sul modo di interpretare la Scrittura, è sottoposto in ultima istanza al giudizio della Chiesa, la quale adempie il divino mandato e ministero di conservare e interpretare la parola di Dio. (Dei Verbum, cap 3, 12)
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Citazione di: Phil il 02 Febbraio 2023, 11:20:19 AMBattutacce a parte, il testo originale, se ci fidiamo di come è stato tramandato, è tutto ciò che abbiamo della autentica parola di Dio; dobbiamo poi fidarci anche di chi lo ha tradotto da una lingua all'altra, fino ad arrivare alla nostra; poi fidarci di chi ce lo spiega; poi fidarci di noi stessi e di come l'abbiamo capito. D'altronde, come è noto, la religione è tutta una questione di fede/fiducia.
L'esistenza, l'essere, l'esistere - caro @Phil - e non la religione, come è noto, è tutta una questione di fede/fiducia.
Non è che oggi esci da casa e sei sicuro di ritornarci ...eppure hai fiducia in ciò!
Non è che i sacrifici e gli sforzi che fai daranno sicuramente dei frutti ...eppure hai fede che questo avvenga!
Non è che il politico da te votato manterrà le sue promesse ...eppure hai fiducia che così sarà!
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Eutidemo

Citazione di: Phil il 02 Febbraio 2023, 11:04:13 AMLeggendo qui viene confermata non solo l'assenza di verbo essere al presente, ma anche (come in russo, confermo) una perifrasi per esprimere il verbo avere (usando una sorta di dativo alla latina, se non ricordo male):


Molto interessante; è proprio vero che non si smette mai di imparare! :)

Ipazia

Per gli ebrei evidentemente essere e avere sono cosi scontati da non avere nemmeno bisogno di un verbo. L'essere si palesa da sè, ma è soprattutto l'avere scontato per il popolo eletto. Ne sanno qualcosa i palestinesi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

@Duc
Giusta segnalazione: la catena della fede religiosa comprende anche la fede in coloro che ne stabiliscono le verità esegetiche (spiegando come Dio si sia comportato), quindi il Concilio fa degnamente parte di tale catena di intermediari oggetto di fede (la ricerca filologica, tuttavia, quanto più si rivolge ai testi tanto più prescinde dalla fede nei Concili, altrimenti non sarebbe autentica ricerca filo-logica, ma esegesi dogmaticamente condizionata che è ciò che, giustamente direi, interessa i fedeli, i quali solitamente non sono filologi di professione e vogliono certezze non ricerche).

@Ipazia
Capisco la battuta, tuttavia ormai ho già scritto anche che il russo tratta il verbo essere ed avere allo stesso modo dell'ebraico, per cui preparati ad eventuali contro-battute (non da parte mia), sempre sulla scia di Sapir-Whorf.

InVerno

#349
Citazione di: Phil il 02 Febbraio 2023, 11:20:19 AMBattutacce a parte, il testo originale, se ci fidiamo di come è stato tramandato, è tutto ciò che abbiamo della autentica parola di Dio; dobbiamo poi fidarci anche di chi lo ha tradotto da una lingua all'altra, fino ad arrivare alla nostra; poi fidarci di chi ce lo spiega; poi fidarci di noi stessi e di come l'abbiamo capito. D'altronde, come è noto, la religione è tutta una questione di fede/fiducia.
Beh un pò di fiducia serve a tutti. Se non ricordo male la copia più antica della Repubblica di Platone è dell'anno mille, ci sono milletrecento anni di copisti con controlli spesso frammentari o per citazione di terzi. E ci sono casi più egregi, con manoscritti del 1800 (Senofonte? Non ricordo). Il vantaggio del NT (non certo dell'AT) è che ci sono più copie dei testamenti di qualsiasi altra opera di lettura, compresi i classici greci combinati. Si possono determinare due costanti: il livello dei copisti peggiora andando indietro nel tempo, la maggior parte delle alterazioni sono "colpi di sonno" e solo una ridotta parte alterazione per "malafede". Tuttavia il NT aveva un sigillo "sacro" sul testo, per cui l'alterazione poteva essere punita anche con la morte, altre opere non avevano certo quel livello di protezione del "copyright", e magari sono passate per un alfabeto islamico prima di pervernirci.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: Phil il 02 Febbraio 2023, 16:34:30 PM@Ipazia
Capisco la battuta, tuttavia ormai ho già scritto anche che il russo tratta il verbo essere ed avere allo stesso modo dell'ebraico, per cui preparati ad eventuali contro-battute (non da parte mia), sempre sulla scia di Sapir-Whorf.
Grazie Phil, quindi l'istinto predatorio di Putin e della sua cricca nei confronti dell'ucraina potrebbe avere spiegazione nella loro lingua. Lo diceva Moretti:"le parole sono importanti!" 😉

Phil

@InVerno

Concordo, l'inevitabile fiducia richiesta dalla tradizione/traduzione di un testo non è semplicemente direttamente proporzionale all'età del testo, ma dipende molto anche dalle vicissitudini ad esso connesse (tutele più o meno attente, interessi più o meno importanti, etc.). La questione dell'affidabilità rimane tuttavia ben differente per rilevanza, sia storica che esistenziale, se parliamo della parola di Platone o di quella di Dio: sicuramente, da qualche parte, c'è gente che basa la propria vita sulla parola del primo, ma direi che quella del secondo ha tutto un altro tenore (così come sarebbe un "trauma" diverso scoprire che Platone non è l'autore della Repubblica, o che alcune parti non sono autentiche, o che altre sono state tagliate, rispetto a scoprire che per quanto riguarda la parola di Dio, quei testi...).

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