La religione e il narcisismo umano.

Aperto da Socrate78, 18 Aprile 2023, 19:12:22 PM

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Socrate78

Qual è il legame che può esistere secondo voi tra il sentimento religioso e il narcisismo, l'orgoglio dell'uomo? Il narcisismo è quel sentimento che porta l'uomo a volersi sentire superiore a tutti gli altri esseri del creato, e ad avere anche quella che Nietzsche definiva la volontà di potenza, volontà che lo porta ad assoggettare tutta la natura ai suoi desideri. In tutte le religioni istituzionalizzate esistono sempre e comunque a mio avviso elementi che fanno riferimento al sentimento narcisistico ma che nel tempo stesso vogliono anche paradossalmente limitarlo o addirittura annientarlo. Nella Bibbia non a caso si dice che Dio diede ad Adamo (che rappresenta l'umanità) il DOMININIO su tutti gli esseri viventi del creato e lo pose al centro del mondo stesso, una visione sicuramente piena di orgoglio. Nell'ebraismo gli ebrei si ritengono il popolo eletto da Dio, quindi  l'ebraismo può essere considerata come una religione molto narcisista, poiché presuppone che ci sia un popolo intero in condizione di superiorità rispetto a tutti gli altri (i Gentili), ma nello stesso tempo l'ebreo osservante deve SOTTOMETTERSI alla rigida Torah voluta da Jahwè considerato nell'AT come un Dio geloso che punisce fino alla settima generazione (sic!), quindi se da un lato il narcisismo è esaltato dall'altro viene in qualche modo annientato dalla sottomissione a rituali molto rigidi e ad un Dio Padrone. Nel Cristianesimo viene esaltata la virtù dell'umiltà e della sottomissione a Dio, ma l'elemento narcisistico è presente lo stesso quando si dice che chi seguirà la volontà di Cristo farà parte del Regno di Dio, quindi ad agire in un certo modo ci si sente come a far parte di una comunità di eletti, di privilegiati: il narcisismo è altissimo poi nella prospettiva calvinistica, in cui appunto si dichiara che chi ha successo già sulla Terra nella vita, nella carriera, negli affari, è segno che è predestinato da Dio alla Salvezza e quindi il credente può gloriarsi con se stesso di ciò che ha realizzato nella vita.
Il filosofo Feuerbach diceva che l'uomo è spinto a creare l'immagine di Dio come onnipotente, eterno ed onniscente perché nella sua volontà di onnipotenza vorrebbe essere proprio con queste caratteristiche, ma non potendo realizzarle le proietta nell'immagine del sacro, del divino. Ora, anche non condividendo del tutto l'idea di Feuerbach (che non era credente), comunque io ritengo che le religioni siano in misura maggiore o minore influenzata dal narcisismo della psiche umana. Condivide le mie osservazioni sulla realtà delle religioni?

Freedom

Citazione di: Socrate78 il 18 Aprile 2023, 19:12:22 PMNel Cristianesimo viene esaltata la virtù dell'umiltà e della sottomissione a Dio, ma l'elemento narcisistico è presente lo stesso quando si dice che chi seguirà la volontà di Cristo farà parte del Regno di Dio, quindi ad agire in un certo modo ci si sente come a far parte di una comunità di eletti, di privilegiati
Non rilevo narcisismo in questa dichiarazione di intenti: "chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti."
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

iano

#2
Citazione di: Socrate78 il 18 Aprile 2023, 19:12:22 PMCondivide le mie osservazioni sulla realtà delle religioni?
Si, credo si tratti di una ricerca di identità allargata, che vada oltre l'io che perciò si diminuisce diluendosi in una entità superiore.
Penso ciò derivi dalla necessità di forzare la naturale relativa  asocialità, o relativa socialità, il che è lo stesso, dell'uomo, alle esigenze di una vita stanziale dettata inizialmente  dalla pratica intensiva dell'agricoltura.
Più in generale l'esigenza di uniformare le proprie azioni individuali per un efficiente sfruttamento delle nuove tecnologie.
In questo senso credere significa essere ben integrati nella società nata per supportare la tecnologia ultima, rendendo la propria azione rituale, mentre non credere significa non sottostare a riti, stare ai margini della società, laddove è possibile pensare a nuove tecnologie ''eversive'' che fanno progredire la società.
Pratiche eversive non volte a risolvere i problemi della società, ma a prevenirli, per cui avversate dalla società attuale come inopportune, quanto osannate da quella futura che su esse si  fonda, inaugurando nuovi rituali.
Quando molti individui devono agire come uno solo  và messo da parte il libero arbitrio ed agire secondo schemi prestabiliti da rispettare acriticamente, per cui la vita sociale sarà scandita da riti.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

niko

Io penso che la religione risponda a un vasto insieme di paure ed inadeuatezze umane, di cui un certo grado di narcisismo compensatorio (insomma proclamarsi grandi perche' in realta' ci si sente piccoli) e' solo una parte.

In generale la religione risponde alla paura della morte, della sofferenza, della noia, del vuoto di senso.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

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