La Realtà (R) oltre la realtà (r)

Aperto da myfriend, 31 Marzo 2017, 17:00:31 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Freedom

Citazione di: myfriend il 05 Aprile 2017, 10:52:09 AM

Un "risvegliato" è colui che guardando un cucchiaio è consapevole del fatto che non sta guardando il cucchiaio per ciò che esso effettivamente è. Ma sta solo guardando una immagine costruita dal nostro cervello.
E quando è consapevole di questo rimane stupito e inizia a chiedersi: ma, allora, la Realtà cos'è e come è fatta?

Un "risvegliato" è colui che si accorge che dire "credo che c'è dio" o dire "credo che non c'è dio" è esattamente la stessa cosa, poichè una "fede" è solo una creazione della nostra mente. L'EGO è una creazione della nostra mente. E' la proiezione mentale del nostro IO. E la nostra mente crea l'IO a partire dai nostri ricordi "inconsci".
E quando è consapevole di questo rimane stupito e inizia a chiedersi: ma, allora, chi sono veramente IO? E cosa c'è oltre l'EGO? Cosa c'è oltre la proiezione mentale del mio IO?

Un risvegliato non è colui che sa ciò che è. Ma è colui che è consapevole di ciò che NON è. Inizia a superare la "bolla di illusione" creata dai suoi sensi e dalla sua mente, e inizia a esplorare la Realtà per ciò che è. E' colui che intuisce che esiste LA Realtà oltre la "bolla di illusione" creata dai nostri sensi e dalla nostra mente e inizia a esplorarla. Sia la Realtà esteriore che quella interiore.
Ed esplora la Realtà iniziando a farsi delle domande:
- che cos'è la Realtà?
- chi sono IO?

Se io sono un risvegliato?
Nel senso che ho descritto la risposta è si.
Perchè ho acquisito la consapevolezza che ciò che percepisco con i miei sensi non è la Realtà, ma è solo una "simulazione" creata dal mio cervello.
E perchè ho acquisito la consapevolezza che il mio IO mentale (cioè le mie "fedi") è solo una costruzione della mia mente e non è il mio vero IO. E che ciò che la mia mente definisce come "reale" (cioè le mie "fedi") è solo un abito costruito dalla mia mente che mi impedisce di vedere il "Reale" per ciò che esso effettivamente è.

https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=OCIf6e3xpzw
E' del tutto irrilevante se la realtà non è quella percepita con i nostri sensi. Quello che conta sono gli effetti cioè come interagiamo con quello che percepiamo. In altre parole se stai guidando uno scooter e cadi quello che conta sono le conseguenze della caduta. Ma a te questo non interessa: sei partito per il grande viaggio della ricerca e ritieni di aver trovato un filone aurifero, direbbe un vecchio alchimista.

E va da sè, in un Forum di ricercatori, il minimo che puoi raccogliere è un affettuoso buon viaggio. Ciao!
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

salvatore

Ci potrebbero in effetti essere realtà che sfuggono al nostro livello di coscienza . la mente razionale  può mettersi in una fase di constatazione, in cui non esprime più giudizi e d esiste una parte arcaica che, anestetizzando proprio la mente "razionale", può dare la stura a percepire elementi che sfuggono.

InVerno

Io non sono per niente convinto delle elucubrazioni successive, ma il principio del ragionamento di myfriend non è banale. L'idea che la spiritualità metta radici da un interpretazione della realtà, che soggettivamente riteniamo più verosimile rispetto alle altre, è credo fondamentale, e credo che sia proprio questa verosimiglianza ad essere stata intaccata cosi gravemente nel tempo nelle dottrine tradizionali. L'idea di ripartire da un interpretazione quasi sensoriale, ma sopratutto sensuale, della realtà per ricostruire un nostro rapporto innanzitutto con noi stessi e poi col mondo, non è cosi peregrina. E' forse drastica, ma nasce anche per riflesso di dottrine che fanno dell'inverosimiglianza il proprio punto di forza, di attrazione verso i fedeli, facendo continua caccia di miracoli e incetta di strane elucubrazioni sull'ignoto. Il risultato scontato è che queste dottrine si sono confinate nell'ignoto (come nel fine vita) mentre un percorso spirituale dovrebbe abbracciare l'intera esistenza di uomo e spingerlo alla riflessione e all'immedesimazione anche solo guardando un battito d'ali. Ancorare la spiritualità a un principio di realtà significa coglierne i frutti ogni giorno, e ognuno possiede il proprio e lo custodisce gelosamente in modo tale da saziarsi quotidianamente, in ogni caso la Verità è distante e lo sarà sempre.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Lou

#63
Citazione di: InVerno il 06 Aprile 2017, 09:24:13 AM
Io non sono per niente convinto delle elucubrazioni successive, ma il principio del ragionamento di myfriend non è banale. L'idea che la spiritualità metta radici da un interpretazione della realtà, che soggettivamente riteniamo più verosimile rispetto alle altre, è credo fondamentale, e credo che sia proprio questa verosimiglianza ad essere stata intaccata cosi gravemente nel tempo nelle dottrine tradizionali. L'idea di ripartire da un interpretazione quasi sensoriale, ma sopratutto sensuale, della realtà per ricostruire un nostro rapporto innanzitutto con noi stessi e poi col mondo, non è cosi peregrina.
Personalmente sono d'accordissimo con la parte che ho grassettato, tuttavia, forse avevo frainteso e non capito la posizione  e il principio del ragionamento espressi da myfriend, i quali mi erano parsi valutare  l'aspetto della realtà radicata nel sensoriale e nel percettivo e i referti che sensi e percezioni ci consegnano, illusione e non la radice da cui ripartire/ritornare nella ricerca di una spiritualità autentica e per un rapporto diretto con "le cose stesse".
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

InVerno

Citazione di: Lou il 06 Aprile 2017, 09:59:17 AM
Citazione di: InVerno il 06 Aprile 2017, 09:24:13 AM
Io non sono per niente convinto delle elucubrazioni successive, ma il principio del ragionamento di myfriend non è banale. L'idea che la spiritualità metta radici da un interpretazione della realtà, che soggettivamente riteniamo più verosimile rispetto alle altre, è credo fondamentale, e credo che sia proprio questa verosimiglianza ad essere stata intaccata cosi gravemente nel tempo nelle dottrine tradizionali. L'idea di ripartire da un interpretazione quasi sensoriale, ma sopratutto sensuale, della realtà per ricostruire un nostro rapporto innanzitutto con noi stessi e poi col mondo, non è cosi peregrina.
Personalmente sono d'accordissimo con la parte che ho grassettato, tuttavia, forse avevo frainteso e non capito la posizione espressa da myfriend, la quale mi era parsa valutare l'aspetto della realtà radicata nel sensoriale e percettiva e i referti che sensi e percezioni ci consegnano, illusione e non la radice da cui ripartire/ritornare nella ricerca di una spiritualità autentica e per un rapporto diretto con "le cose stesse".
In effetti è farina del mio sacco, o meglio farina che ho raccolto dal suo sacco pensando che gli fosse involontariamente sfuggita nel suo tentare di dimostrare di essere "oltre". In ogni caso il ragionamento è cominciato da un analisi del sensoriale e del percepito, che poi si giunga alla conclusione di superarlo o di immergersici è una valutazione successiva e oserei dire soggettiva. E' comunque interessante che una discussione riguardo alla spiritualità cominci dal "guardare la luna", come a mio avviso cominciarono anni or sono, è un ritorno al passato che cambia vesti ma mantiene lo stupore, e il concetto di mistero.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Sariputra

Sono  d'accordo e in disaccordo...Forndamentale tornare ad una spiritualità che sia anche "carne" , ma attenzione a non confondere spiritualità con intimismo, perché la spiritualità è necessariamente storia, è una frattura che impone la scelta, come un terreno del tempo che si spacca sotto i nostri piedi e che ci impone da che parte balzare per non cadere nella fenditura. La spiritualità come frattura del tempo, come irruzione  nella storia di un pensiero che la trasforma. Un pensiero forte? Sì lo è, a volte mascherato da debole, ma è forza che spacca l'aridità...è necessariamente 'forte'. Questa ' forza' tende a imporsi , a volte con le spade, altre con la dolcezza, ma non cambia che ti si para dinanzi e ti sfida. La spiritualità come 'frattura' , e nella breccia che sembra una stasi ( che è estasi), l'uomo riacquista la sua dimensione 'nel tempo'. Il tempo stesso acquista significato. Diventa tempo d'attesa ( di Parusia) o di ciclo che deve svelare, come una ruota, il suo mozzo. Questa lacerazione , questa irruzione del Kairos nella storia, che la rompe e la lacera fino all'interno della coscienza stessa ( la coscienza lacerata dell'Occidente in particolare...) è il dispiegarsi della spiritualità che la tiene lontana dall'inutilità, dal privato, dal refluire in un esangue e poetico intimismo.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

myfriend

#66
Sono lieta di apprendere cosa significhi per la scienza ( o ma te parli a nome della scienza? @.@) consacrarsi alla verità, pur relegandomi a un margine di dubbio che la verità sia riducibile a "descrizione", non intendo avvalermi di abiti mentali altrui..

La verità non è riducibile alla "descrizione". Semplicemente la "descrizione" è l'ambito in cui opera la scienza che si è consacrata alla verità.
Detto questo, è ovvio che la verità è molto di più della semplice "descrizione" della Realtà che fa la scienza.
Faccio un esempio.
La scienza ci dice che ciò che vediamo con gli occhi non è la Realtà, ma è solo una immagine costruita dal nostro cervello elaborando la luce che si riflette sugli oggetti.
Questa "descrizione" della Realtà è una verità alla quale è giunta la scienza, poichè la scienza si è consacrata alla verità.
Ma non è tutta la verità.
E' solo il punto di partenza.
Ecco...possiamo dire che la scienza è un ottimo punto di partenza nella ricerca della verità.

Una volta che acquisisco la consapevolezza - a cui mi ha portato la scienza - che la "realtà" che vedo con gli occhi non è la "Realtà" vera, inizia il vero lavoro di ricerca della verità.
Inizio a chiedermi: ma, allora, la vera Realtà che cos'è e come è fatta? E io chi sono in Realtà? E perchè viviamo in un corpo che ci fa percepire una "simulazione" della vera Realtà?
E' facendosi queste domande che si sviluppa il percorso di crescita spirituale.
La scienza ci può aiutare in questo cammino, proprio perchè si è consacrata alla verità. Tuttavia, le risposte a quelle domande vanno ben oltre la semplice "descrizione" della Realtà che ci dà la scienza.
Per rispondere in modo profondo a quelle domande, oltre a comprendere "come" funziona la Realtà (e questo ce lo dice la scienza), dobbiamo anche indagare il "perchè" la Realtà è così (e qui la scienza non ci può aiutare); inoltre dobbiamo indagare anche il campo del "senso". E, il campo del "senso" è oltre i limiti della scienza.
La verità è data dal "come", dal "perchè" e dal "senso".
Quindi, la scienza ci dice il "come è". Ma noi dobbiamo anche indagare il "perchè è così" e "che senso ha che sia così"; e in questo la scienza non ci può aiutare.

Ora....solo uno che si è "risvegliato" può cogliere la portata rivoluzionaria della scoperta fatta dalla scienza che ciò che vediamo con gli occhi non è la vera Realtà. Ma è solo una "simulazione" della Realtà.
Chi non si è ancora risvegliato vive nel sonno profondo di ritenere Reale ciò che guarda con gli occhi.
E ci sono persone che vivono nel sonno profondo per tutta la vita. E sono contente di dormire. E pensano pure di essere sveglie e furbe.  :D
A me, detto con tutta umiltà, francamente fanno ridere.  :D

La cosa tragica è che prima di "risvegliarsi", le persone pensano di essere già "sveglie". E' questo il più tragico inganno delle mente, che vuole tenerci nel sonno profondo dandoci l'impressione di essere svegli.

In queste due clip è sintentizzato il cammino spirituale che ciascuno può fare, se vuole.
Ed è anche mostrata la drammatica resistenza della mente che si rifiuta in tutti i modi di "risvegliarsi" e non vuole assolutamente intraprendere il cammino che porta alla Consapevolezza. La mente si crogiola nel sonno delle fedi che ha creato e con le quali ci tiene ben addormentati.
E non c'è fede più difficile da vedere e difficile da superare di quella creata dal nostro cervello e dalla nostra mente che ci fa credere che sia Reale ciò che vediamo con gli occhi e che percepiamo con i sensi (e cioè che noi siamo corpi distinti e separati nello spazio). Questa è sicuramente la fede più difficile da scalfire e da superare. E' il primo grande ostacolo nel cammino di crescita spirituale.

https://www.youtube.com/watch?v=o_wD2G60iV8

https://www.youtube.com/watch?v=VrEpjs1cwqI


Cosa e come pensa un risvegliato?
Ce lo dice Einstein.

Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Lou

#67
@myfriend
Io semplicemente trovo esista una continuità costituiva tra immagine originaria, immagine manifesta e immagine scientifica della realtà, tutto qui: anche l'immagine scientifica non può prescindere dalle cornici concettuali/sensibili proprie dell'osservatore per costruire i modelli scientifici.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

myfriend

#68
E' del tutto irrilevante se la realtà non è quella percepita con i nostri sensi. Quello che conta sono gli effetti cioè come interagiamo con quello che percepiamo.

Ahahahahah  :D
Ma come interagiamo con la Realtà dipende ed è dettato dalle nostre fedi. E le nostre fedi nascono proprio da come noi percepiamo la Realtà.
E' per questo che come percepiamo la Realtà diventa fondamentale per una corretta interazione con la Realtà e nella Realtà.

E' una cosa talmente elementare che chiunque lo voglia è in grado di comprendere.  :D
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Freedom

Citazione di: myfriend il 06 Aprile 2017, 12:25:58 PM
E' del tutto irrilevante se la realtà non è quella percepita con i nostri sensi. Quello che conta sono gli effetti cioè come interagiamo con quello che percepiamo.

Ahahahahah  :D
Ma come interagiamo con la Realtà dipende ed è dettato dalle nostre fedi. E le nostre fedi nascono proprio da come noi percepiamo la Realtà.
E' per questo che come percepiamo la Realtà diventa fondamentale per una corretta interazione con la Realtà e nella Realtà.

E' una cosa talmente elementare che chiunque lo voglia è in grado di comprendere.  :D
Quota tutto amico mio:
In altre parole se stai guidando uno scooter e cadi quello che conta sono le conseguenze della caduta.
Come rispondi a questa obiezione?
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

myfriend

#70
Citazione di: Freedom il 06 Aprile 2017, 14:31:19 PM
Citazione di: myfriend il 06 Aprile 2017, 12:25:58 PM
E' del tutto irrilevante se la realtà non è quella percepita con i nostri sensi. Quello che conta sono gli effetti cioè come interagiamo con quello che percepiamo.

Ahahahahah  :D
Ma come interagiamo con la Realtà dipende ed è dettato dalle nostre fedi. E le nostre fedi nascono proprio da come noi percepiamo la Realtà.
E' per questo che come percepiamo la Realtà diventa fondamentale per una corretta interazione con la Realtà e nella Realtà.

E' una cosa talmente elementare che chiunque lo voglia è in grado di comprendere.  :D
Quota tutto amico mio:
In altre parole se stai guidando uno scooter e cadi quello che conta sono le conseguenze della caduta.
Come rispondi a questa obiezione?
Caro freedom,
se uno cade dallo scooter è molto probabile che il suo corpo venga danneggiato e che provi dolore. Questo è un fatto. E il dolore è l'effetto reale di questo fatto.

Ma poi, oltre all'effetto reale, c'è anche come noi interagiamo con questo fatto.
C'è chi considera questo fatto come una punizione divina e si chiederà dove e quando ha peccato. O si arrabbierà con dio perchè lo ha punito.
C'è chi considera questo fatto opera di satana.
C'è chi considera questo fatto un episodio del tutto casuale e accidentale, cose che capitano perchè la vita è governata dal caso e non si può farci nulla.
C'è chi considera questo fatto un danno al proprio IO e comincerà a odiare chi lo ha fatto cadere.
C'è chi considera questo fatto del tutto normale perchè questa vita è "una valle di lacrime".
C'è chi considera questo fatto colpa sua.
C'è chi considera questo fatto colpa del mondo e di chi ha fatto le strade in modo pessimo.
C'è chi considera questo fatto colpa del destino.
C'è chi considera questo fatto una conseguenza di un malocchio.
C'è chi considera questo fatto semplice sfortuna che in qualche modo si è attirata addosso.
C'è chi considera quel fatto e quel dolore una illusione che in realtà non esiste.

Come vedi, il modo in cui interagiamo con questo fatto dipende dalle "fedi" che la nostra mente ha costruito. Sono le nostre fedi che determinano il modo con il quale noi interagiamo con i fatti e il modo con il quale noi "leggiamo" i fatti.
E questo avviene per tutte le cose.
Noi non siamo come tutti gli altri animali che si limitano ad agire seguendo l'istinto collettivo della propria specie (Una gazzella quando vede un leone fugge; non pensa come "leggere" quella situazione e quale opzione scegliere. Un leone, quando vede una gazzella, attacca; non pensa come "leggere" quella situazione e quale opzione scegliere).
Noi, al contrario degli altri animali, abbiamo l'EGO, cioè la proiezione mentale del nostro IO.
E la proiezione mentale del nostro IO è fatto dalle nostre fedi.
Ed è in base alle nostre fedi che noi "leggiamo" i fatti, interagiamo con i fatti e decidiamo come porci di fronte ai fatti e come agire di conseguenza.
Per cui la nostra mente interagisce con i fatti attingendo alle fedi che ha costruito.
La nostra mente e le nostre fedi sono il filtro attraverso il quale noi "leggiamo" la realtà e interagiamo con essa.

Il punto è che esiste un modo di interagire con la Realtà non attraverso una fede - qualunque essa sia - ma attraverso l'interazione con la Realtà per ciò che essa effettivamente è. E questo lo possiamo scoprire solo andando oltre qualunque fede e cercando di comprendere la Realtà per ciò che essa è. Solo quando ho compreso cosa la Realtà è, sarò in grado di interagire con essa nel modo più naturale e corretto.
Questo è, in sintesi, il succo del cammino spirituale.

Superando e trascendendo l'EGO si può percepire che cos'è la vera Realtà e si può interagire con essa nel modo corretto. Perchè l'EGO, con le fedi che ha costruito, è qualcosa che distorce il nostro rapporto con la vera Realtà. E' un filtro creato dalla nostra mente che ci impedisce di vedere la Realtà per quello che effettivamente è e ci impedisce di interagire con essa in modo corretto.
C'è una storia a questo proposito.

Un giorno un maestro sufi passeggiava per la strada con i suoi discepoli. Giunti nella piazza della città, videro che infuriava una battaglia tra le truppe governative e le forze dei ribelli. Inorriditi dallo spargimento di sangue, gli studenti implorarono il maestro: "Presto, dicci a quale fazione dobbiamo andare in aiuto".
"A entrambe", rispose il maestro.
Gli studenti rimasero confusi.
"A entrambe?" domandarono. "Perchè dovremmo aiutarle entrambe?"
"Bisogna aiutare le autorità a imparare ad ascoltare le aspirazioni della gente", rispose il maestro, "e bisogna aiutare i ribelli a imparare a non rifiutare per partito preso l'autorità."

E' molto più facile vivere seguendo una "fede", come vorrebbero i discepoli del maestro. Le risposte sono già tutte pronte.
Il maestro, però, sa bene che le fedi sono sempre tutte sbagliate. E sono causa di ulteriori conflitti e ulteriori sofferenze.
Il corretto modo di interagire con la Realtà, si trova solo oltre l'EGO e le fedi che l'ego ha costruito.

Abbiamo un esempio di questo anche attingendo alla figura del maestro Gesù:

[9]Allontanatosi di là, andò nella loro sinagoga. [10]Ed ecco, c'era un uomo che aveva una mano inaridita, ed essi chiesero a Gesù: «E' permesso curare di sabato?». Dicevano ciò per accusarlo. [11]Ed egli disse loro: «Chi tra voi, avendo una pecora, se questa gli cade di sabato in una fossa, non l'afferra e la tira fuori? [12]Ora, quanto è più prezioso un uomo di una pecora! Perciò è permesso fare del bene anche di sabato». [13]E rivolto all'uomo, gli disse: «Stendi la mano». Egli la stese, e quella ritornò sana come l'altra. [14]I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo.

Sono ormai tanti i maestri che cercano di risvegliarci. In tutte le epoche.
Forse è ora davvero che cominciamo a risvegliarci.

Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

paul11

Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 08:44:09 AM
@Phil & Lou

Diceva Max Planck, premio Nobel per la Fisica:
Avendo dedicato tutta la mia vita alla scienza più lucida, lo studio della materia, posso affermare questo sui risultati della mia ricerca sull'atomo: La materia in quanto tale non esiste! Tutta la materia ha origine ed esiste solo in virtù di una forza che fa vibrare le particelle atomiche e tiene insieme quel minuscolo sistema solare che è l'atomo. Dobbiamo presumere che dietro questa forza esista una mente conscia e intelligente. Questa mente è la matrice di tutta la materia.

Così diceva il premio Nobel per la Fisica Brian Josephson:
La Realtà non è una collezione di oggetti distinti e separati collocati nello spazio, ma una inseparabile rete di modelli di energia vibrante nei quali nessun componente è indipendente dal Tutto.

Diceva Albert Einstein, premio Nobel per la Fisica:
- "Riguardo alla materia, abbiamo sbagliato tutto. Quella che abbiamo chiamato materia è energia, la cui vibrazione è talmente abbassata da essere percepibile ai sensi. La materia in sè non esiste."
- "La materia è energia. L'energia è luce. Noi tutti siamo esseri di luce."
- "Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonìzzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c'è altra via. Questa non è filosofia, questa è fisica."
 
Abbiamo sempre creduto che tutto ciò che si palesa di fronte ai nostri occhi e che viene colto attraverso i nostri apparati sensoriali sia l'unica realtà esistente: e cioè corpi e oggetti distinti e separati nello spazio. Io sono distinto e separato da te; tu sei distinto e separato da me; entrambi siamo distinti e separati da una sedia o dalla Luna o da un cane. Questa "fede" è la più difficile da superare mentalmente. Perchè è una "fede" che nasce da ciò che vediamo con i nostri occhi. Come possiamo non credere a ciò che vediamo con i nostri occhi?

Eppure, secondo i fisici, tutta la realtà che ci circonda e noi stessi per primi, come esseri umani, siamo molto di più di ciò che da sempre i nostri occhi e i nostri sensi ci hanno fatto percepire. Ciascuno di noi e tutte le cose animate e inanimate che ci circondano, siamo "aggregati di energia" generati da un'unica fonte. Ciascuno di noi è una "vibrazione di energia", figlia di una stessa e unica Fonte Cosmica.
Questa sarebbe la "vera" Realtà. Ed è una realtà che possiamo solo "intuire" o "percepire". Perchè non la possiamo vedere con gli occhi.

Noi siamo forme - o modelli - di energia.
Ed esistono vari livelli di Realtà in cui queste forme esistono e sono.

Noi siamo corpi.
I corpi sono fatti di atomi.
Gli atomi sono fatti di particelle di materia.
Queste particelle di materia sono energia.
Quindi la materia è energia.
Cioè noi siamo energia.
Questo è ormai stato appurato dalla Fisica. E' una verità scientifica.

Il primo principio della termodinamica - o principio della conservazione della energia -  afferma che l'energia "non si crea, non si distrugge, ma cambia forma".

Diceva Richard Feynman, premio Nobel per la Fisica:
"Esiste una proprietà, o se preferite una legge, che governa tutti i fenomeni naturali conosciuti fino ad oggi. Non si conosce eccezione a questa legge : essa è esatta nel limite delle nostre conoscenze. La legge è chiamata conservazione dell'energia. Essa stabilisce che vi è una certa quantità, che chiamiamo energia, che non cambia nei molteplici mutamenti subiti dalla natura. Il concetto è astratto, poiché si tratta di un principio matematico; esso afferma che esiste una quantità numerica che non cambia qualsiasi cosa accada. Non è la descrizione di un meccanismo o di un fenomeno concreto, è soltanto il fatto singolare di poter calcolare un numero e dopo aver osservato i mutamenti capricciosi della natura, ricalcolarlo ottenendo sempre lo stesso risultato"

L'energia che noi siamo NON può essere creata e NON può essere distrutta.
Ma può solo cambiare di forma.


Da tutto ciò ne derivano una serie di domande:

- tu ed io siamo effettivamente due entità distinte e separate o, in realtà, siamo manifestazioni diverse di un'unica stessa entità?
- e se siamo manifestazioni diverse di un'unica stessa entità, perchè siamo in lotta e in contrapposizione gli uni con gli altri?
- la lotta e la contrapposizione nascono forse dall'EGO?
- e allora l'EGO è una "creazione della nostra mente" che ci fa percepire come "individui distinti e separati e in competizione gli uni contro gli altri" a partire da ciò che i nostri sensi sperimentano? (IO sono, IO faccio, IO penso, IO credo, IO ti combatto, IO mi vendico, IO sono più furbo, IO sono il migliore....)
- che funzione ha l'EGO?
- e se l'EGO è una creazione della nostra mente, cosa c'è oltre l'EGO?
-  e se siamo manifestazioni diverse di un'unica stessa entità, perchè siamo incarnati in una entità materiale che ci fa percepire come entità distinte e separate in competizione gli uni con gli altri?
- perchè la Fonte Cosmica si manifesta in entità "apparentemente separate"? A cosa serve questa "apparente separazione"?
- quando nasciamo, nasciamo realmente o, più semplicemente, cambiamo forma di energia?
- quando moriamo, moriamo realmente o, più semplicemente, cambiamo forma di energia?
Questo post era un bel viatico della discussione, ma a mio parere  è stato purtroppo disatteso.

La fisica moderna ,sembrerà un paradosso, ma si è avvicinata alla metafisica antica perchè l'uomo si è illuso  nella modernità di fidarsi solo di ciò che era sensibile alle sue percezioni. Significa che ciò che un tempo era definito REALE dalla metafisica antica è vicino  al concetto di REALE della quantistica e della relatività. perchè ridefinisce il processo  RAZIONALE proprio come nell'antichità. 
Perchè la stessa razionalità non è il convenzionale del mondo sensibile

Quindi ritorna la fiducia al razionale antico perdendo l'evidenza tautologica empirica.
ma perchè nonostante questo salto epistemologico della fisica ,in fondo si continua a pensare a vivere come se nulla fosse accaduto?

Semplicemente perchè le formulazioni fisiche della relatività e della quantistica pur funzionando su tutte le scale di grandezza vengono applicate su scala molto piccola o molto grande, per cui sono l'astrofisica e la fisica delle particelle che le utilizzano.


A scala umana sensoriale invece non sono signifcative.
Ad esempio, la luce del sole ci arriva circa dopo 8 minuti(con 8 minuti di ritardo dal tempo reale universale), per cui le immagini del sole hanno questo ritardo. Noi vediamo quindi 8 minuti dopo, se esplodesse il sole. Tanto più una galassia è lontana e tanto più noi vediamo un'immagine antica.
L'assurdo è che ad una distanza dal pianeta Terra di migliaia di anni luce, se avessero un potentissimo telescopio starebbero vedendo gli umani di migliaia di anni fa, non noi, ci vedrebbero fra migliaia di anni.

Ma vi sono altre fondamentali implicazioni. L'universo sarebbe come un "tessuto" in cui le forze respingono, attraggono, "stirano" il tessuto spazio/temporale come con la forza di gravità.

Noi possiamo anche fingere che nulla di ciò ci "tocchi", ci implichi direttamente, possiamo continuare con le nostre convenzioni di sempre, ma sapendo che stiamo sbagliando, perchè noi siamo dentro comunque questo tessuto universale.

Ci sono regole interne universali ,sia per il mondo fisico inanimato, sia per il mondo biologico della vita.
Nessuna scienza naturale ha ancora spiegato l'origine come entità dell'universo , e nemmeno il segreto della vita.
Esistono teorie come la cosmologia in cui inizialmente tuta l'energia dell'universo era concentrato al tempo zero in una capocchia di spillo. la manifestazione delle forze nucleari, elettromagnetiche ,della gravità, espandono l'universo appunto come un tessuto.

Significa che tuo, noi compresi eravamo dentro quello spillo comprese tutte le forme di energia.che tutto era in potenza e che l e manifestazioni avvengono a determinate condizioni così come eventi e trasformazioni.
Tutto tende dalla particella infinitesimale (la stringa?) che forma corpuscoli atomici, come i quark, e poi protoni, elettroni, neutroni, ecc.
 Tutto segue una logica dall'elemento primario semplice alla costruzione di complessità, fino di nuvo a disintegrare la complessità che organizza energie e materie, sia dall'atomo alla molecola, al composto ,sia dalla cellula, al tessuto ,all'apparato.
Le regole sono fondamentali per capire quale teleologia, quale scopo sia la regola del "gioco" costruito da una entità che iniziò il tutto.
Quindi:
noi siamo entità distinte, ma non separate ,perchè quel tessuto universale unisce la benchè minima perturbazione ,come un effetto farfalla..può essere impercettibile e in fondo provocare nulla di così sensibile, ma esiste.

Siamo in lotta perchè questa è una delle regole "del gioco" della sopravvivenza, prendere energia a scapito di altri, è un ordine della vita, intesa come sopravvivenza.
L'EGO nasce dal dominio naturale che non ha un amorale in sè, ma ha una teleologia:sopravvivere
Se poni l'EGO come morale allora significa che implichi una Coscienza e una consapevolezza di sè, in quanto la ragione è propria del dominio razionale che non è SOLO del dominio naturale, ma tutte  e tutto sono dentro il tessuto energetico universale.
L'EGO se inteso come istinto non è propria della mente è la spinta teleologica alla sopravvivenza che a sua volta può implica e competizione per prelevare energia, o se vuoi  è il principio edonistico che in ristrettezza di risorse costruisce l' economia.
Molte discipline e molto dell'attuale dominio culturale è ambiguo perchè mischia il dominio naturale con quello razionale;
ma ribadisco tutto è dentro il tessuto universale.

Oltre l'EGO c'è una coscienza con forme di intelligenza che mediano e confliggono il momento della spinta naturale con quella della spinta razionale

E' il livello di coscienza di ciascuno che decide quando, come, perchè, ci sentiamo a volte separati e a volte uniti.
Ma sono le regole universali che la conoscenza umana deve capire, deve comprendere  la regola del tessuto universale o si perderà ne conflitto fra il grande e il piccolo, fra il particolare e l'insieme.

Il grande errore è pensare di non essere parte del tessuto universale che detta le regole generali.

Il passaggio dall'elementare al complesso serve a costruire elementi  "individualizzabili" come elementi con proprietà, descrizioni ,definizioni, caratteristiche.
Allora significa che l'universo è il tessuto della sintassi che ha le regole  e ogni elemento è la semantica con cui ogni cosa conosciuta ha un nome che lo indica lo "individualizza".

Tutta l'energia, manifesta o meno è soggetta alla regola sintattica:ciò che nasce appare e ciò che muore svanisce, ma se tutto è interno all'universo e il tutto fu una capocchia di spillo, in realtà(che non è la realtà sensibile) tutto  è da sempre, perchè ciò che appare c'era già e ciò ch emuore non può scomparire e fuoriuscire dal tessuto universale.

Quindi io non penso affatto che nascita e morte equivalgano ad un inizio ed una fine, perchè noi siamo interni alla regola sintattica dove in ogni momento si nasce e si muore e il  tempo/spazio è solo energia e materia "stirata "dal mattarello delle forze come su una pasta.

Lou

#72
"Perchè la stessa razionalità non è il convenzionale del mondo sensibile"
Io questo punto non lo capisco proprio, perchè il convenzionale mondo sensibile non avrebbe da vantare uno statuto razionale e intelligibile?Perchè devo pensare che tutto ciò che mi appare grazie ai sensi e alle percezioni non sia Essere? Non sia Realtà? Perchè devo pensare che l'immagine che mi faccio di quell'albero non ne colga un aspetto, un senso, ma sia solo un inganno? Che non abbia nulla a che fare con la realtà incontrare una cosa sul mio percorso che vedo albero e dico essere un albero e dire, no dai é un inganno è la mia stupida fiducia in quel che vedo tocco annuso ascolto , meri inganni percettivi, proseguo dritta e ci vado contro e l'impatto non me lo dà la scienza, il maestro zen o le parole, ma proprio quell'allbero, il suo tronco, la sua durezza in carne e ossa che è attraverso l'esperienza sensibile che mi ero figurata e che l'impatto mi conferma.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

myfriend

#73
@Paul11

Siamo in lotta perchè questa è una delle regole "del gioco" della sopravvivenza, prendere energia a scapito di altri, è un ordine della vita, intesa come sopravvivenza.

Questo è vero se ci fermiamo al livello evolutivo precedente all'homo sapiens.
Quando due leoni antagonisti si incontrano sullo stesso territorio, nasce la competizione e la lotta per la supremazia. Il leone che vince si aggiudica il diritto a cacciare nel territorio e a tramandare il proprio patrimonio genetico.
E questo va benissimo se ci fermiamo a livello evolutivo pre-homo sapiens.
Perchè a quel livello di Realtà le regole sono quelle.

L'homo sapiens, che è un livello evolutivo successivo rispetto al leone, ha sicuramente in sè l'elemento "leone". L'elemento "leone" è codificato nei nostri geni ed è presente nel nostro cervello (come anche l'elemento "gazzella").
Questo è vero se guardiamo a come si comportano molti "leoni" travestiti da homo-sapiens.
Tuttavia l'homo sapiens è ed ha qualcosa in più.
Solo che non ne siamo consapevoli.
E non ne siamo consapevoli perchè quel qualcosa in più che noi abbiamo è molto recente. E' comparso nella Realtà appena 200mila anni fa. Sono caratteristiche che devono ancora svilupparsi e maturare.
Contrariamente alla "lotta per le risorse" che è una legge che governa gli esseri viventi da centinaia di milioni di anni (e che è una caratteristica fortemente radicata in noi homo sapiens che siamo il risultato delle centinaia di milioni di anni della storia dell'evoluzione della vita sulla terra), le qualità tipiche dell'homo sapiens sono presenti solo da 200mila anni. Sono ancora "giovani". Hanno bisogno di radicarsi e di svilupparsi nella storia evolutiva.
E quali sono queste nuove qualità apparse con l'homo sapiens e che sono tipiche dell'homo sapiens?

Ce le racconta il maestro Gesù che, mentre ce le racconta, ci sprona affinchè ne diventiamo consapevoli e possiamo coltivarle e incoraggiarle.

[29]
Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». [30]Gesù riprese:
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. [31]Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. [32]Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. [33]Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. [34]Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. [35]Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. [36]Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». [37]Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stesso».


Con l'homo sapiens è apparsa nella Realtà una forma di energia che per milioni di anni era rimasta latente. Questa forma di energia che solo noi abbiamo (insieme alla nostra natura di leone e di gazzella) è la nostra novità.
E' la "compassione" e "l'amore".
Il percorso spirituale consiste nel renderci consapevoli di questo.
Nel renderci consapevoli di chi siamo realmente.

Ma nessun percorso spirituale è possibile se non c'è il "risveglio". E nessun risveglio è possibile se, invece di farci delle domande, mettiamo la testa sotto la sabbia e continuiamo a farci guidare unicamente dalla nostra natura di leone o di gazzella.
O, se preferisci, di scimmia. Con tutte le "fedi" che una scimmia può avere.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Freedom

Ma poi, oltre all'effetto reale, c'è anche come noi interagiamo con questo fatto.

Il punto è che esiste un modo di interagire con la Realtà non attraverso una fede - qualunque essa sia - ma attraverso l'interazione con la Realtà per ciò che essa effettivamente è.

Bè, la quasi totalità del tuo post sostiene un altro concetto: la nostra interiorità viene influenzata dalla nostra fede. Il nostro CONSIDERARE la realtà è diretta conseguenza del nostro modo di pensare. Condivisibile e anche ovvio. Poi, per carità, talvolta la fede, specialmente se spinta al fanatismo, può determinare il nostro modo d'interagire con la realtà. Pur tuttavia non rispondi soddisfacentemente alla mia obiezione: le leggi fisiche non vengono minimamente influenzate da null'altro che non le costanti di natura. Che non dipendono mai, fatta eccezione per i miracoli se ci credi, da nessuna opinione, fede o lettura della realtà. E se cadi dallo scooter e ti fai male puoi considerare la cosa in mille modi diversi ma che, in definitiva e fisicamente parlando, sono irrilevanti. Se ti rompi le gambe e ti fai male questo accade e il tuo modo di vedere in modi diversi l'accaduto potrà forse mutare il tuo atteggiamento interiore ma nulla di più.
Nella ricerca è bene considerare la granitica consistenza della realtà. Che vale per tutti. Tranne, lo ripeto, per chi ci crede, miracoli.

Per Paul.
Sarà un caso ma anche a me è venuta in mente la faccenda del tempo. Nel passato ho ingaggiato una lotta durissima con questa storia.......  Fino a sostenere la totale irrealtà delle comunicazione fra umani perchè, di fatto, anche se per pochi millesimi di secondo, avviene in una dimensione temporale diversa. Ma infatti il post di myfriend non è assolutamente privo di fondamento. Al contrario. Quello che risulta opinabile sono le conclusioni alle quali egli perviene.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Discussioni simili (5)