La Realtà (R) oltre la realtà (r)

Aperto da myfriend, 31 Marzo 2017, 17:00:31 PM

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paul11

Citazione di: Freedom il 06 Aprile 2017, 17:46:11 PM
Ma poi, oltre all'effetto reale, c'è anche come noi interagiamo con questo fatto.

Il punto è che esiste un modo di interagire con la Realtà non attraverso una fede - qualunque essa sia - ma attraverso l'interazione con la Realtà per ciò che essa effettivamente è.

Bè, la quasi totalità del tuo post sostiene un altro concetto: la nostra interiorità viene influenzata dalla nostra fede. Il nostro CONSIDERARE la realtà è diretta conseguenza del nostro modo di pensare. Condivisibile e anche ovvio. Poi, per carità, talvolta la fede, specialmente se spinta al fanatismo, può determinare il nostro modo d'interagire con la realtà. Pur tuttavia non rispondi soddisfacentemente alla mia obiezione: le leggi fisiche non vengono minimamente influenzate da null'altro che non le costanti di natura. Che non dipendono mai, fatta eccezione per i miracoli se ci credi, da nessuna opinione, fede o lettura della realtà. E se cadi dallo scooter e ti fai male puoi considerare la cosa in mille modi diversi ma che, in definitiva e fisicamente parlando, sono irrilevanti. Se ti rompi le gambe e ti fai male questo accade e il tuo modo di vedere in modi diversi l'accaduto potrà forse mutare il tuo atteggiamento interiore ma nulla di più.
Nella ricerca è bene considerare la granitica consistenza della realtà. Che vale per tutti. Tranne, lo ripeto, per chi ci crede, miracoli.

Per Paul.
Sarà un caso ma anche a me è venuta in mente la faccenda del tempo. Nel passato ho ingaggiato una lotta durissima con questa storia.......  Fino a sostenere la totale irrealtà delle comunicazione fra umani perchè, di fatto, anche se per pochi millesimi di secondo, avviene in una dimensione temporale diversa. Ma infatti il post di myfriend non è assolutamente privo di fondamento. Al contrario. Quello che risulta opinabile sono le conclusioni alle quali egli perviene.
Perchè predica la novità del salto oltre il sensibile umano convenzionale della fisica, ma continua a discutere di risvegliati in maniera ancora convenzionale. Gesù è universale non solo terreno. Le regole dettate dal sacro valgono su tutto l'universo.Quindi si tratta di coniugare i concetti razionali che leghino fisica e metafisca,come ha rivoluzionato la scienza fisica, rimettendo in discussione ontologia, epistemologia e fenomenologia.,senza scadere nella new age.

L'unico problema dell'uomo è fisico, ad esempio come fisiciamnte arrivare su Marte. Il nostro metabolismo è "convenzionato" e regolato dalle forze che agiscono sul nostro pianeta.
Un giorno sarà teoricamente possible superare lo spazio/tempo, fare salti,,ma il problema rimarrà fisicometabolico..
La nostra pressione sanguigna, i battiti cardiaci, tutto è regolato da millenni di adattamento.

paul11

#91
Citazione di: myfriend il 06 Aprile 2017, 21:47:42 PM
@Paul11

Il risveglio è possibile solo quando la conoscenza diventa "consapevolezza".
Io posso ben comprendere razionalmente la frase di Einstein: "La materia è energia. L'energia è luce. Noi siamo fatti di luce".
Posso anche dire: "ma che bella frase".
Ma finchè non ne divento consapevole, quella frase rimane solo una frase. E non c'è nessun risveglio.
Solo quando ne divento consapevole - cioè quando mi rendo intimamente conto che quella è effettivamente la mia realtà concreta - cambio il mio modo di essere e di percepire la realtà intorno a me.

La consapevolezza ha una caratteristica precisa: non è solo una idea. Non è solo un concetto razionale. Ma è una verità che ho interiorizzato e determina in me un nuovo modo di essere, di percepire la realtà e di percepire me stesso in relazione con la realtà.
Finche non avviene questa maturazione psichica, una idea rimane solo una bella idea. Che posso anche comprendere a livello razionale, ma che non determina un mio cambiamento interiore, un cambiamento di percezione della realtà.

E affinche una conoscenza possa diventare consapevolezza, ci vuole tempo. E ci vuole un lavoro di approfondimento interiore. Senza questo lavoro personale una conoscenza non potrà mai tramutarsi in consapevolezza.
L'universalità dell'intera umanitài ha una coscienza e quindi una consapevolezza di sè, del prossimo e del mondo.
Tutto è fatto di energia/materia.

La consapevolezza è la conoscenza che diventa coscienza.C'è il linguaggio razionale, c'è il linguaggio dei sentimenti, non sono a compartimenti chiusi, stagni,l'amore umano è diverso dalla necessità della procreazione e dall'accudire i cuccioli. noi trasmettiamo conoscenze anche affettivamente e la modalità del ragionare può essere amorevole, ma tutto deve avere un procedere coerente e logico.

Il modo in cui esponi la consapevolezza fa pensare che chi non l'abbia ciò che intendi tu per consapevolezza, sia  "sottoumano": questa è superbia. Questo fa emergere le differenze non quell'unità sintattica degli universali.Tutti amiamo, è il cosa  e il come si ama che ci differenzia, perchè veniamo da esperienze diverse.ognuno è individualizzato in una storia. per trovare la via della comunicazione non bisogna ergersi al di sopra, ma trovare la chiave che comunica nonstante le apparenze e le manifestazioni delle  diversitò, dai particolari, ai principi universali, alle regole in cui tutti, nessuno escluso siamo immersi.
Stò cercando di spronarti.................

InVerno

Citazione di: paul11 il 06 Aprile 2017, 22:11:04 PMPerchè predica la novità del salto oltre il sensibile umano convenzionale della fisica, ma continua a discutere di risvegliati in maniera ancora convenzionale. Gesù è universale non solo terreno. Le regole dettate dal sacro valgono su tutto l'universo.Quindi si tratta di coniugare i concetti razionali che leghino fisica e metafisca,come ha rivoluzionato la scienza fisica, rimettendo in discussione ontologia, epistemologia e fenomenologia.,senza scadere nella new age.

L'unico problema dell'uomo è fisico, ad esempio come fisiciamnte arrivare su Marte. Il nostro metabolismo è "convenzionato" e regolato dalle forze che agiscono sul nostro pianeta.
Un giorno sarà teoricamente possible superare lo spazio/tempo, fare salti,,ma il problema rimarrà fisicometabolico..
La nostra pressione sanguigna, i battiti cardiaci, tutto è regolato da millenni di adattamento.
L'universo ha molta più fantasia di darci qualche problema metabolico, esistono luoghi dove non solo la materia scompare ma anche l'informazione, e nemmeno le regole dettate dal sacro possono andarvi oltre.
Poi perchè dovrebbe lui coniugare tutti questi concetti e ambiti con la sua fede quando nessun altra fede si preoccupa neanche minimamente di ciò. Eccesso di zelo?
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Freedom

Citazione di: myfriend il 06 Aprile 2017, 21:04:39 PM
@freedom

Come sei tragico.  :D
E' chiaro che se ti spacchi la testa c'è ben poco da fare. C'è solo un degno funerale.
Ma, grazie a dio, non tutti i numerosissimi fatti che ci accadono quotidianamente sono così devastanti.

Ma ho concluso che lo scoprire questi segreti sia irrilevante ai fini della Vita medesima e del nostro ruolo in Essa. E, insistere in questa vana ricerca, non credo sia saggio.

Ovviamente rispetto questo tuo punto di vista.
Ma grazie al cielo c'è una infinità di persone che non la pensa come te.
Anzi...per farla breve, sono proprio quegli uomini che non la pensano come te - a cominciare da Newton, Galilei, Giordano Bruno e tanti tanti altri fino ad Einstein ed oltre - che hanno trasformato l'umanità in quella che è oggi.
E dobbiamo quello che siamo proprio alla loro saggezza.
Se non fosse per la saggezza di questi uomini e donne, saremmo ancora nelle caverne all'età della pietra.  :D
Va bene. Seguiamo il filo del tuo pensiero e della tua ricerca.
Puoi dire a quali risultati pratici o anche solo teorici sei arrivato? Puoi dire a quali effetti reali sulla tua vita ti hanno condotto? Puoi condividere, anche in estrema sintesi o con piccoli accenni, come questi risultati influenzino la tua attività professionale, sentimentale, etc.?
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

bluemax

Citazione di: myfriend il 31 Marzo 2017, 17:00:31 PM
Perchè vediamo la Luna?
Come è fatta la Luna?
E che cosa significa "vedere"?



Il "vedere" è un processo del cervello. La luce del sole che rimbalza sulla Luna raggiunge la nostra retina. Sulla retina ci sono dei foto-ricettori sensibili alla luce; questi foto-ricettori reagiscono alla luce che li colpisce e mandano degli impulsi elettrici al cervello; gli impulsi sono tanto più forti quanto è più forte l'intensità della luce che ha colpito i foto-ricettori. Il cervello, in base a questi impulsi, costruisce l'immagine che noi chiamiamo Luna (con i vari chiaroscuri creati in base alla intensità dei vari impulsi ricevuti).
Quindi, quando guardiamo la Luna, vediamo effettivamente la Luna?
La risposta è no.
Quello che vediamo è una immagine costruita dal nostro cervello a partire dalla luce riflessa dalla Luna.

Ma se ciò che vediamo non è la Luna (ma è solo una immagine creata dal nostro cervello), la Luna che cos'è? Come è fatta realmente?
Non lo sappiamo e mai potremo saperlo. Perchè per sapere cos'è e come è fatta realmente la Luna dovremmo poterla guardare per quello che effettivamente è. Ma noi non la possiamo guardare per quello che è perchè possiamo solo guardare l'immagine creata dal nostro cervello in base alla luce riflessa.

E ora passiamo allo spazio circostante. Qualcuno dice: intorno alla Luna c'è lo spazio e lo spazio è nero.
Non è così.
Noi non sappiamo cosa c'è intorno alla Luna semplicemente perchè non lo vediamo.
Lo spazio intorno alla Luna non riflette la luce. Quindi la luce non raggiunge i foto-ricettori nella nostra retina. E quindi il cervello non costruisce nessuna immagine. E' per questo che ci "sembra" di vedere lo spazio-nero. Vediamo "nero" (esattamente come quando chiudiamo gli occhi) perchè il cervello - per quella zona del campo visivo - non costruisce nessuna immagine.
Quindi noi "non vediamo" cosa c'è effettivamente in quella zona del campo visivo. Quella zona del campo visivo che noi chiamiamo "spazio" è in realtà un "punto cieco" del nostro campo visivo.
E cosa c'è realmente, allora, nello spazio nero? Non lo sappiamo. E non lo sappiamo perchè, non riflettendo la luce, è una zona per noi cieca.

E ora passiamo a Giovanni, Antonio, Maria e Beatrice. Quando guardiamo una persona vediamo la persona per quello che è?
La risposta è ancora una volta no.
Vediamo una immagine costruita dal nostro cervello sulla base della luce riflessa da Giovanni, Antonio, Maria e Beatrice.
Vale lo stesso discorso fatto per la Luna.
Ma allora, Giovanni, Antonio, Maria e Beatrice che cosa sono? Come sono fatti realmente?
Non lo sappiamo, esattamente per lo stesso motivo per cui non sappiamo cos'è e come è fatta realmente la Luna.

E gli altri sensi come funzionano?
Allo stesso modo.
La sensazione al tatto di duro, morbido, caldo, freddo sono degli impulsi elettromagnetici che nascono dai nostri polpastrelli e che il cervello elabora creando per noi la sensazione di duro, morbido, caldo, freddo.
Uno dirà: che sciocchezze!!! Una roba dura è dura! E una roba calda è calda!
No! Queste sono sensazioni create per noi dal nostro cervello (sensazioni che noi chiamiamo "duro" e "calda") che altro non sono che elaborazioni di impulsi elettromagnetici che ci fanno percepire gli oggetti intorno a noi.
Cioè sono una "simulazione della Realtà" creata appositiamente dal nostro cervello per farcela percepire in un certo modo. Esattamente come avviene per la Luna.

Una conferma di questo ce l'abbiamo dal fatto che i nostri polpastrelli e i nostri occhi non sono tarati per farci percepire al tatto e farci vedere i miliardi di molecole che fluttuano nell'aria e ci avvolgono e che respiriamo ogni secondo. Esistono. Ma i nostri organi sensoriali non ce le fanno percepire. Se le percepissimo non potremmo più interagire con la realtà, perchè non potremmo più vedere gli "oggetti" intorno a noi e non potremmo più percepirne la forma.

La materia è fatta di atomi.
Ma la "materia" di un atomo è solo lo 0,01% del suo volume.
Se si rappresentasse la struttura di un atomo con un campo di calcio con il nucleo nel dischetto del centrocampo, gli elettroni si troverebbero all'esterno dello stadio stesso...più o meno nel parcheggio delle auto.



Lo spazio tra nucleo ed elettroni viene definito "vuoto". Ed è un po' come il "vuoto" che c'è tra il sole e i pianeti nel nostro sistema solare e lo "spazio nero" che percepiamo nel cielo notturno.
Quindi, siccome la "materia" di un atomo è solo lo 0,01% del suo volume, significa che il 99,99% dell'atomo è fatto di "vuoto".
Tale "vuoto" nessuno sa cos'è. Infatti non si può "vedere". Le particelle "alfa" usate per scoprire la struttura dell'atomo non rimbalzano su di esso, ma lo attraversano. Quindi nessuno può "vedere" cos'è e come è fatto (è un po' come lo "spazio nero" che percepiamo nel cielo stellato di notte).

Il 99,99% del nostro corpo è fatto di questo "vuoto".
Il 99,99% della sedia su cui sei seduto o seduta è fatto di questo "vuoto".
Il 99,99% dei muri di casa tua sono fatti di questo "vuoto".
Il 99,99% del tavolo, del tuo cellulare, delle tue mani, del tuo corpo, della strada su cui cammini, di tutto ciò che è visibile è fatto di questo "vuoto".

Se potessimo condensare tutta la materia (nuclei ed elettroni) di un grattacielo di 300 piani eliminando tutto il "vuoto", tutto il grattacielo sarebbe grande come un chicco di riso!

Inoltre le particelle sub-atomiche (protoni, neutroni ed elettroni) che costituiscono la "materia" di un atomo hanno una natura ondulatoria. Cioè sono onde elettromagnetiche. Cioè sono "luce". Non sono particelle con una massa, ma sono luce.

Ma allora la Realtà che abbiamo intorno e nella quale ci muoviamo, cos'è realmente e come è fatta realmente? Cosa sono realmente gli oggetti e come sono fatti realmente? E noi, cosa siamo realmente e come siamo fatti realmente?
Come è fatta la Realtà (con la R maiuscola) che si trova oltre al realtà (con la r minuscola) che noi percepiamo attraverso i nostri sensi?

Queste sono buone domande da cui iniziare per cominciare un percorso di crescita spirituale.
Sono arrivato a comprendere che le cose di questo "mondo" (notare virgolette) sono MERE convenzioni create da noi stessi. 
Prima le creiamo e poi ci perdiamo in esse, o ne restiamo accecati. Questo è fonte di confusione, difficoltà e conflitto. 
Una delle grandi sfide della pratica (spirituale) è di creare le convenzioni, accettarle e usarle senza fare confusione. Possiamo recitare il nome del Buddha, prostrarci, seguire tecniche e pratiche, definirci buddhisti e poi, senza nessuna ipocrisia, riconoscere contemporaneamente che ogni cosa è completamente vuota. 

Non c'è nessun buddhista! 
Se credo veramente di essere buddhista, allora penso di essere completamente fuori strada. 
Non esistono monaci o monache, non ci sono laici, né uomini o donne, queste sono solo vuote convenzioni che crea la mia mente.

Tendiamo a essere estremisti. O ci aggrappiamo a qualcosa e ci identifichiamo con essa, oppure pensiamo che sia priva di senso e la rifiutiamo; tanto non è reale in ogni caso. Per noi la Via di Mezzo non è sicuramente la più comoda. La Via di Mezzo significa far convivere la verità convenzionale con la verità ultima, e fare in modo che una non contraddica o smentisca l'altra.

Mi viene in mente un episodio accaduto durante un insegnamento tenuto da un lama tibetano. 
Tra gli studenti c'era un serissimo praticante tedesco. Il rinpoche aveva insegnato le visualizzazioni di Tārā e la pūjā alle ventuno Tārā. 
Durante gli insegnamenti il praticante, con grande sincerità, congiunse le mani e chiese: "Rinpoche, Rinpoche, io ho questo grosso dubbio. Vedi, tutto il giorno facciamo la pūjā alle ventuno Tārā e io mi sono molto impegnato in questa pratica. Voglio fare le cose per bene. Però ho questo dubbio: Tara, esiste veramente o no? Davvero Rinpoche, lei è lì o no? Se lei è lì, allora posso darmi con tutto il cuore; ma se lei non è lì, allora io non voglio fare la pūjā. Per cui ti prego, Rinpoche, una volta per tutte dicci, esiste o non esiste?". 

Il lama rimase un momento con gli occhi chiusi, poi sorrise e disse: "Lei, Tara, lo sa di non essere reale". 

Quindi la domanda che cos'è un essere vivente?

Un aspetto sostanziale della maturità spirituale si impernia nella comprensione di quale sia la natura della realtà convenzionale. 
Una grossa parte del nostro condizionamento si basa sul presupposto che ci sia qualcosa che è un essere vivente 'reale'. Vediamo noi stessi in termini di limitazioni di corpo e personalità e ci autodefiniamo all'interno di questi confini. Presumiamo che anche gli altri esseri siano limitate sacche di esistenza che fluttuano nel cosmo. Invece, molta della nostra pratica consiste nello smontare, nel de-costruire questo modello. Invece di prendere il corpo e la personalità come caratteristica che definisce ciò che siamo, prendiamo il Dharma come punto di riferimento fondamentale di ciò che siamo.

 Allora vediamo che il corpo e la personalità non sono altro che minuscoli sottoinsiemi di ciò e, di conseguenza, ci rapportiamo alla nostra vera natura in modo molto diverso. Il corpo e la personalità sono riconosciuti come finestrelle da cui filtra la natura di Dharma. Attraverso la matrice del corpo, la personalità e le nostre facoltà mentali, è possibile comprendere la natura della realtà; non è un qualcosa di insignificante che aggiungiamo a margine. In tutte le tradizioni buddhiste, comprendere cosa è un essere vivente significa rivedere tutta la struttura, l'immagine abituale di ciò che siamo.

myfriend

#95
@Paul11

L'universalità dell'intera umanità ha una coscienza e quindi una consapevolezza di sè, del prossimo e del mondo.
Tutto è fatto di energia/materia.

Il modo in cui esponi la consapevolezza fa pensare che chi non l'abbia ciò che intendi tu per consapevolezza, sia  "sottoumano": questa è superbia. Questo fa emergere le differenze non quell'unità sintattica degli universali.Tutti amiamo, è il cosa  e il come si ama che ci differenzia, perchè veniamo da esperienze diverse.ognuno è individualizzato in una storia. per trovare la via della comunicazione non bisogna ergersi al di sopra, ma trovare la chiave che comunica nonstante le apparenze e le manifestazioni delle  diversitò, dai particolari, ai principi universali, alle regole in cui tutti, nessuno escluso siamo immersi.

Caro Paul11, il tuo è "relativismo" dettato dal "buonismo".
E il "relativismo" è un comodo rifugio della mente.

Ti faccio un paio di esempi, presi dal libro di Scott Peck:

Anni fa, quando facevo il consulente per un convento, esaminavo i postulanti prima che venissero consacrati novizi, primo passo formale per capire se uno è tagliato per fare il monaco o la suora. Ricordo in particolare una postulante di una quarantina d'anni che mi chiesero di esaminare perchè la madre superiora era preoccupata.
Mentre interrogavo quella donna mi sorpresi a pensare che piuttosto di una donna matura mi sembrava, per modi e atteggiamenti, di avere davanti una di quelle bambinelle un po' sciocche di otto anni o poco più. Quando le domandai della sua spiritualità, le sue risposte non furono per niente originali. Sembrava una brava bambina che recitasse il catechismo imparato a memoria. Dato che sono uno psichiatra, dopo un po' le chiesi: "Mi parli della sua infanzia".
Allora mi disse che aveva una sorella più vecchia di un anno, che loro due erano molto legate e giocavano sempre insieme. La sorella aveva inventato un fantasma di nome Oogle. Una volta mentre facevano il bagno assieme nella vasca sua sorella esclamò: "Attenta! Arriva Oogle!" Così lei si immerse nell'acqua per sfuggire a Oogle e sua madre la picchiò. Gliene chiesi il motivo e lei disse: "Perchè mi ero bagnata i capelli".
Seppi poi che sua madre si era ammalata quando lei aveva dodici anni ed era morta quando ne aveva diciotto. Com'è possibile avere una ribellione adolescenziale contro una madre che non solo ti picchia perchè ti sei bagnata i capelli ma che ha anche una malattia letale e muore prima che tu sia abbastanza grande da esserne uscita?
Se non si può avere una ribellione adolescenziale, è probabile che si resti bloccati allo Stadio Due. Ed è quanto accadde a quella donna.

Un'altra donna mi raccontò di essere cresciuta in una famiglia a dir poco severa. Anche se non ricordava nulla dei due primi anni di vita, poteva però ricordare quando a tre o quattro anni veniva costretta a un particolare rituale ogni volta che sbagliava. Le veniva detto di andare a prendere un frustino appeso al muro, doveva portarlo al padre e porgerglielo. Poi doveva abbassarsi le mutandine, tenere alzata la gonna, piegarsi e restare lì a farsi battere fino a quando non avesse gridato o pianto a sufficienza. Quindi andava dalla madre per farsi consolare. E la madre le diceva: "Ora inginocchiati e prega a voce alta il signore perchè ti perdoni". E poi la madre le diceva: "Adesso puoi alzarti e andare dal tuo padre terreno per chiedere il suo perdono". Il rituale terminava così, fino a quando commetteva un'altra mancanza.
Come possono sopravvivere dei bambini a un trattamento del genere? L'unico modo per loro è aggrapparsi al proprio narcisismo e alla propria onnipotenza infantile invece di liberarsene. Quel che fanno questi bambini è dire a se stessi: "Queste persone che dicono di essere i miei genitori in realtà non lo sono. In verità sono la figlia del re e della regina, una principessa, e un giorno tutti sapranno chi sono. E allora riprenderò il posto che mi spetta."
Ecco che il narcisismo, invece di essere gradualmente superato come accade in uno sviluppo normale, è diventata la fede con la quale quella bambina è entrata nell'età adulta.

Non tutti hanno la Consapevolezza. E chi non ha consapevolezza produce danni.
E i due esempi che ho citato ne sono una chiara testimonianza.

I recenti fatti di cronaca sono pieni di inconsapevolezza.
Madri che tagliano i capelli alle figlie che non vogliono mettere il velo islamico.
Uomini e donne che gettano acido addosso ad altri uomini e donne.
Dittatori che lanciano bombe al gas su cittadini e bambini inermi.
Uomini e donne che abusano di bambini.
Uomini e donne che, guidati dal proprio narcisimo infantile, abusano del proprio potere politico per creare insicurezza e precariato diffusi.
Il mondo è pieno di inconsapevolezza, ed è pieno di "fedi". Le più svariate.

Io non faccio proprio nessun atto di superbia.
Mi limito a trasmettere ciò che a mia volta ho ricevuto.
E occorre avere il coraggio di giudicare.
E' ovvio che non giudico le persone. Ma giudico le fedi e gli atteggiamenti.
E te lo confermo: il tuo "relativismo" in base al quale tutti sono consapevoli e tutti amano, E' FALSO.
E' una idea piuttosto "buonista" che non tiene conto della natura umana che è portata a mettere la testa sotto la sabbia e a rifugiarsi nelle proprie "fedi" proprio perchè non vuole affrontare la fatica del cambiamento.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

Citazione di: Freedom il 07 Aprile 2017, 09:18:10 AMVa bene. Seguiamo il filo del tuo pensiero e della tua ricerca.
Puoi dire a quali risultati pratici o anche solo teorici sei arrivato? Puoi dire a quali effetti reali sulla tua vita ti hanno condotto? Puoi condividere, anche in estrema sintesi o con piccoli accenni, come questi risultati influenzino la tua attività professionale, sentimentale, etc.?
Queste domande non hanno alcun senso.
O tu vedi che esiste una necessità di cambiamento.
O non la vedi.
O sei curioso e vuoi indagare.
O non lo sei.

E se non lo sei, significa che non è ancora maturata in te la necessità del cambiamento.

Ho sollevato alcune questioni.
Se queste cose hanno suscitato in te curiosità allora vai e indaga. Perchè nessuno può farlo per te al posto tuo.
Se queste cose non hanno suscitato in te nessuna curiosità per me va bene uguale.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

#97
@bluemax

Allora vediamo che il corpo e la personalità non sono altro che minuscoli sottoinsiemi di ciò e, di conseguenza, ci rapportiamo alla nostra vera natura in modo molto diverso. Il corpo e la personalità sono riconosciuti come finestrelle da cui filtra la natura di Dharma. Attraverso la matrice del corpo, la personalità e le nostre facoltà mentali, è possibile comprendere la natura della realtà; non è un qualcosa di insignificante che aggiungiamo a margine. In tutte le tradizioni buddhiste, comprendere cosa è un essere vivente significa rivedere tutta la struttura, l'immagine abituale di ciò che siamo.

Caro bluemax, sono d'accordo con quanto hai detto. Ma quanto hai detto non basta.
Non basta comprendere a livello razionale.
E te lo dimostro subito.

Nel 1959, quando il Tibet cadde nelle mani dei Cinesi, questo paese era, di fatto, uno stato feudale, dove la maggior parte delle terre coltivabili era lavorata da servi della gleba, sotto il controllo o dei ricchi Signori, o dei ricchi Lama a capo della teocrazia: un paese medioevale, quindi, in mano a una casta di sacerdoti che non si facevano problemi a usare la forza per imporre il loro potere. I monaci vivevano in povertà, come i monaci del medioevo; il Dalai Lama, invece, e la sua corte, vivevano nel Potala Palace, una costruzione di 1000 stanze. L'idea che c'era in Occidente era che la gente lavorasse volontariamente per i monaci, per osservare le leggi del karma: in realtà, la casta sacerdotale disponeva di un vero e proprio esercito, con la quale opprimeva il popolo. I lavoratori non avevano alcun diritto; i proprietari terrieri potevano disporre dei loro servi in ogni modo – e le donne dovevano assecondare qualsiasi desiderio del loro signore. L'armamentario di cui disponevano i signori (Dalai Lama incluso) per far rispettare la propria volontà comprendeva manette di ogni tipo, strumenti per tagliare nasi e orecchie, strumenti per cavare gli occhi, strumenti per spezzare le mani e le gambe. Tutto questo, nel 1959, cioè poco meno di 60 anni fa. E come in tutte le teocrazie che si rispettano, i bambini erano oggetto di violenze sessuali perpetrate dai monaci, che avevano fatto voto di castità.

Come vedi, comprendere a livello razionale non basta.
La semplice "conoscenza" di per sè non conta nulla.
Quello che conta è la "consapevolezza". La "consapevolezza" è una conoscenza "interiorizzata" che ha prodotto una maturazione psichica. E tale maturazione psichica produce un naturale cambiamento del modo di pensare e di rapportarsi con la realtà.

Nel mondo tibetano, che pure praticava lo yoga e la meditazione, e che aveva la "conoscenza", non c'era però "consapevolezza". Se ci fosse stata  "consapevolezza" la società tibetana non sarebbe stata quella che ho descritto prima.
La "consapevolezza", al contrario della semplice "conoscenza a livello razionale", produce un cambiamento del modo di essere e di pensare. E produce un cambiamento della struttura sociale e delle dinamiche sociali.
Se non c'è questo cambiamento visibile, allora non c'è nemmeno "consapevolezza".

La "conoscenza" è indispensabile per la "consapevolezza".
Ma la "consapevolezza" è molto di più della semplice "conoscenza".
E l'effettivo cambiamento si ha solo con la "consapevolezza". La "conoscenza" da sola non basta. La "conoscenza" da sola non significa nulla. E' solo una "fede" come le altre.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

bluemax

Citazione di: myfriend il 07 Aprile 2017, 12:37:00 PM
@bluemax

Allora vediamo che il corpo e la personalità non sono altro che minuscoli sottoinsiemi di ciò e, di conseguenza, ci rapportiamo alla nostra vera natura in modo molto diverso. Il corpo e la personalità sono riconosciuti come finestrelle da cui filtra la natura di Dharma. Attraverso la matrice del corpo, la personalità e le nostre facoltà mentali, è possibile comprendere la natura della realtà; non è un qualcosa di insignificante che aggiungiamo a margine. In tutte le tradizioni buddhiste, comprendere cosa è un essere vivente significa rivedere tutta la struttura, l'immagine abituale di ciò che siamo.

Caro bluemax, sono d'accordo con quanto hai detto. Ma quanto hai detto non basta.
Non basta comprendere a livello razionale.
E te lo dimostro subito.

Nel 1959, quando il Tibet cadde nelle mani dei Cinesi, questo paese era, di fatto, uno stato feudale, dove la maggior parte delle terre coltivabili era lavorata da servi della gleba, sotto il controllo o dei ricchi Signori, o dei ricchi Lama a capo della teocrazia: un paese medioevale, quindi, in mano a una casta di sacerdoti che non si facevano problemi a usare la forza per imporre il loro potere. I monaci vivevano in povertà, come i monaci del medioevo; il Dalai Lama, invece, e la sua corte, vivevano nel Potala Palace, una costruzione di 1000 stanze. L'idea che c'era in Occidente era che la gente lavorasse volontariamente per i monaci, per osservare le leggi del karma: in realtà, la casta sacerdotale disponeva di un vero e proprio esercito, con la quale opprimeva il popolo. I lavoratori non avevano alcun diritto; i proprietari terrieri potevano disporre dei loro servi in ogni modo – e le donne dovevano assecondare qualsiasi desiderio del loro signore. L'armamentario di cui disponevano i signori (Dalai Lama incluso) per far rispettare la propria volontà comprendeva manette di ogni tipo, strumenti per tagliare nasi e orecchie, strumenti per cavare gli occhi, strumenti per spezzare le mani e le gambe. Tutto questo, nel 1959, cioè poco meno di 60 anni fa. E come in tutte le teocrazie che si rispettano, i bambini erano oggetto di violenze sessuali perpetrate dai monaci, che avevano fatto voto di castità.

Come vedi, comprendere a livello razionale non basta.
La semplice "conoscenza" di per sè non conta nulla.
Quello che conta è la "consapevolezza". La "consapevolezza" è una conoscenza "interiorizzata" che ha prodotto una maturazione psichica. E tale maturazione psichica produce un naturale cambiamento del modo di pensare e di rapportarsi con la realtà.

Nel mondo tibetano, che pure praticava lo yoga e la meditazione, e che aveva la "conoscenza", non c'era però "consapevolezza". Se ci fosse stata  "consapevolezza" la società tibetana non sarebbe stata quella che ho descritto prima.
La "consapevolezza", al contrario della semplice "conoscenza a livello razionale", produce un cambiamento del modo di essere e di pensare. E produce un cambiamento della struttura sociale e delle dinamiche sociali.
Se non c'è questo cambiamento visibile, allora non c'è nemmeno "consapevolezza".

La "conoscenza" è indispensabile per la "consapevolezza".
Ma la "consapevolezza" è molto di più della semplice "conoscenza".
E l'effettivo cambiamento si ha solo con la "consapevolezza". La "conoscenza" da sola non basta. La "conoscenza" da sola non significa nulla. E' solo una "fede" come le altre.
Concordo... volevo solo appuntare una cosa. Il Dharma (insegnamento) ha poco a che fare con la storia di una nazione. Come dicevo anche il catalogare un insieme di aggregati (forma e mente) come monaco o buddista o tibetano è una mera illusione mentale...

myfriend

#99
Si potrebbe dire che l'abito non fa il monaco.
E il monaco non ha bisogno di un abito.

In sostanza, il monaco con il suo abito è un'illusione creata dalla mente. Una delle tante fedi create dalla mente dell'uomo.  :D
Poveri monaci.  8)
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Freedom

Citazione di: myfriend il 07 Aprile 2017, 11:53:44 AMQueste domande non hanno alcun senso.
O tu vedi che esiste una necessità di cambiamento.
O non la vedi.
O sei curioso e vuoi indagare.
O non lo sei.

E se non lo sei, significa che non è ancora maturata in te la necessità del cambiamento.

Ho sollevato alcune questioni.
Se queste cose hanno suscitato in te curiosità allora vai e indaga. Perchè nessuno può farlo per te al posto tuo.
Se queste cose non hanno suscitato in te nessuna curiosità per me va bene uguale.
E no amico mio, ti ho posto poche ed elementari domande tese a verificare quali cambiamenti le tue.......diciamo idee hanno prodotto nella tua vita. Il tuo sfuggire le risposte non fa che confermare il legittimo dubbio che le tue siano........convinzioni! Atti di fede che nulla hanno a che vedere con la realtà oggettiva, condivisibile, riscontrabili dagli altri.
A questa conclusione siamo giunti per tuo esclusivo beneficio. Io avevo compreso dal primo post che ho scritto lo stato dell'arte della tua ricerca. E dunque concludo con le esatte parole pronunciate in quel post medesimo e cioè con un affettuoso buon viaggio. Ciao!
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

myfriend

Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

sgiombo

Caro Myfriend, mi sono sorbito tutta la lezioncina e devo dire che a qualcosa mi é servita: a capite che tu altri non sei che il conferenziere (Piergirgio Caselli): stessa citazione estrapolata e probabilmente "stiracchiata" e mal interpretata di un premio Nobel presentata come "verità rivelata indiscutibile" in base all' autorità dell' autore, stesso stile enfatico e apodittico dell' argomentazione (o meglio: esposizione).

Chiedo scusa per essere andato "off topic" (e spero di non aver violato le regole del forum al punto di meritare sanzioni dai moderatori; o per lo meno di averne meritate di non irrimediabili; se necessario sono disposto a cancellare questo intervento e chiedere venia).

myfriend

Citazione di: sgiombo il 09 Aprile 2017, 10:00:49 AM
Caro Myfriend, mi sono sorbito tutta la lezioncina e devo dire che a qualcosa mi é servita: a capite che tu altri non sei che il conferenziere (Piergirgio Caselli): stessa citazione estrapolata e probabilmente "stiracchiata" e mal interpretata di un premio Nobel presentata come "verità rivelata indiscutibile" in base all' autorità dell' autore, stesso stile enfatico e apodittico dell' argomentazione (o meglio: esposizione).

Chiedo scusa per essere andato "off topic" (e spero di non aver violato le regole del forum al punto di meritare sanzioni dai moderatori; o per lo meno di averne meritate di non irrimediabili; se necessario sono disposto a cancellare questo intervento e chiedere venia).
:D
Mi sembri un complottista.  :D

Non ho nulla a che vedere con il buon Caselli.
Semplicemente queste sono idee che si stanno diffondendo. Lentamente la "consapevolezza" si allarga. Sta nascendo e si sta diffondendo un modo diverso di concepire la Realtà, se stessi e se stessi in relazione alla Realtà.
"L'unico vero potere che abbiamo è cambiare noi stessi".
Sarà un processo lungo come lo è ogni processo evolutivo.
Tutto sta cambiando. Tutto si sta evolvendo.
E se non te ne sei accorto è semplicemente perchè non fai parte del cambiamento.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

sgiombo

Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 11:38:46 AM
Citazione di: sgiombo il 09 Aprile 2017, 10:00:49 AM
Caro Myfriend, mi sono sorbito tutta la lezioncina e devo dire che a qualcosa mi é servita: a capite che tu altri non sei che il conferenziere (Piergirgio Caselli): stessa citazione estrapolata e probabilmente "stiracchiata" e mal interpretata di un premio Nobel presentata come "verità rivelata indiscutibile" in base all' autorità dell' autore, stesso stile enfatico e apodittico dell' argomentazione (o meglio: esposizione).

Chiedo scusa per essere andato "off topic" (e spero di non aver violato le regole del forum al punto di meritare sanzioni dai moderatori; o per lo meno di averne meritate di non irrimediabili; se necessario sono disposto a cancellare questo intervento e chiedere venia).
:D
Mi sembri un complottista.  :D

Non ho nulla a che vedere con il buon Caselli.
Semplicemente queste sono idee che si stanno diffondendo. Lentamente la "consapevolezza" si allarga. Sta nascendo e si sta diffondendo un modo diverso di concepire la Realtà, se stessi e se stessi in relazione alla Realtà.
"L'unico vero potere che abbiamo è cambiare noi stessi".
Sarà un processo lungo come lo è ogni processo evolutivo.
Tutto sta cambiando. Tutto si sta evolvendo.
E se non te ne sei accorto è semplicemente perchè non fai parte del cambiamento.
CitazioneA parte il fatto che un "cambiamento" non é necessariamente "in meglio" (può benissimo essere anche "in peggio"), e anzi proprio per questo, ne sono ben contento (di non far parte di questo peraltro persunto "cambiamento")!

(E resto convinto che tu sei P. G.).

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