La Realtà (R) oltre la realtà (r)

Aperto da myfriend, 31 Marzo 2017, 17:00:31 PM

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myfriend

Citazione di: giona2068 il 03 Aprile 2017, 19:58:59 PM
Citazione di: myfriend il 03 Aprile 2017, 18:38:06 PM
@giona

Vediamo tutti le stesse cose perchè il tuo sistema di percezione occhio-cervello funziona esattamente come il mio.  :D

Il percorso di crescita spirituale non consiste nell'avere una "fede".
Ma consiste nell'aprirsi alla Realtà per ciò che essa è. E avere una "fede" - qualunque fede- è proprio il modo per evitare di guardare la Realtà per ciò che essa è, e quindi è il modo più efficace per bloccare qualunque percorso di crescita spirituale.  ;)


Ma non ti sembra un po' strano che un uomo del polo nord ed un altro del polo sud che non si sono mai visti ne perlato "elaborino" allo stesso modo l'immagine che si presenta davanti ai loro occhi? Quanto alla sensazione di duro o morbido, sarà pure una elaborazione della mente, ma quando batti sul duro ti fai male e non succede la stessa cosa se batti sul morbido.
In ogni caso non hai risposta alla mia domanda e cioè: A cosa servono queste elucubrazioni mentali?  
Transeat sulla fede perché parli di una  cosa che non conosci.
Questa si che è elaborazione della mente, della tua mente solo, ma è fuori dalla realtà come tutto il resto.
No fratello, non è come dici.
Un uomo al polo nord vede la Luna esattamente come la vede un uomo al polo sud. Poichè entrambi sono dotati dello stesso sistema occhio-cervello che funziona allo stesso modo.
Poi è vero che i due uomini elaboreranno quell'immagine in modo diverso. Ma l'elaborazione della immagine è un processo mentale che dipende dalla cultura o dalle fedi diverse che i due uomini hanno sviluppato nella loro vita.
A cosa servono queste elucubrazioni mentali? Servono per guardare la Realtà per quella che effettivamente è....cioè per superare le nostre "fedi" che sono un blocco alla crescita spirituale.
Quindi ti avevo già risposto. Ma mi sembra evidente che la risposta va oltre ciò che tu, al momento, sei in grado di intuire.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

Citazione di: acquario69 il 04 Aprile 2017, 06:30:56 AM
Citazione di: myfriend il 03 Aprile 2017, 18:38:06 PM


Il percorso di crescita spirituale non consiste nell'avere una "fede".
Ma consiste nell'aprirsi alla Realtà per ciò che essa è. E avere una "fede" - qualunque fede- è proprio il modo per evitare di guardare la Realtà per ciò che essa è, e quindi è il modo più efficace per bloccare qualunque percorso di crescita spirituale.  ;)

Anche secondo me e' cosi...e penso che Gesù stesso (cosi come tutti i grandi maestri,sia pure in luoghi e tempi diversi) ci hanno voluto indicare la stessa identica cosa..evidentemente perché e' già in noi e non "fuori" di noi
Esattamente.
E si acquisisce la tua consapevolezza solo dopo essersi "risvegliati".
Il problema è che chi dorme un sonno profondo è pure convinto di essere sveglio. Non si accorge di vivere dentro una "bolla di illusione" perchè è convinto che quella "bolla di illusione" sia la Realtà. E invece è solo una proiezione costruita dalla sua mente.
Non si accorgerà dell'inganno finchè non si "risveglia".
Questo 3d vuole essere un modesto contributo al "risveglio". Ma se uno non si vuole svegliare non c'è nulla da fare.
Solo facendosi delle domande potrà "risvegliarsi". E chi ha "fede" (qualunque fede) non si pone domande. E, quindi, non potrà mai risvegliarsi.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

giona2068

#17
Citazione di: myfriend il 04 Aprile 2017, 09:21:32 AM
Citazione di: acquario69 il 04 Aprile 2017, 06:30:56 AM
Citazione di: myfriend il 03 Aprile 2017, 18:38:06 PM


Il percorso di crescita spirituale non consiste nell'avere una "fede".
Ma consiste nell'aprirsi alla Realtà per ciò che essa è. E avere una "fede" - qualunque fede- è proprio il modo per evitare di guardare la Realtà per ciò che essa è, e quindi è il modo più efficace per bloccare qualunque percorso di crescita spirituale.  ;)

Anche secondo me e' cosi...e penso che Gesù stesso (cosi come tutti i grandi maestri,sia pure in luoghi e tempi diversi) ci hanno voluto indicare la stessa identica cosa..evidentemente perché e' già in noi e non "fuori" di noi



Esattamente.
E si acquisisce la tua consapevolezza solo dopo essersi "risvegliati".

Piano, piano. Non confondere il sacro con il profano.
E' vero che si acquisisce la consapevolezza dopo essersi svegliati, anche se la prima consapevolezza è accorgersi di dormire, ma per accorgersi di essere addormentati occorre l'intervento del Signore Dio - la grazia - e per svegliarsi del tutto  occorrerà la Sua protezione e il Suo aiuto, quindi la fede in Lui che fra l'altro nell'uomo puro o non del tutto impuro è spontanea.
Se pensi che ci si possa svegliare senza fede sei fuori strada e ti contraddici pure perché se pensi di poterti svegliare da solo tramite la cultura  o non di avere bisogno di confidare in qualcosa, ti sbagli.
Infatti chi ragiona così ha un grande fede in se stesso che lo accomuna a satana quando non è lui stesso satana in persona.



Il problema è che chi dorme un sonno profondo è pure convinto di essere sveglio. Non si accorge di vivere dentro una "bolla di illusione" perchè è convinto che quella "bolla di illusione" sia la Realtà. E invece è solo una proiezione costruita dalla sua mente.

Esatto, spero che ora tu ti accorga che stai parlando a te stesso, sei convinto di essere sveglio mentre dormi un sogno profondo. Vivi nella bolla dell'illusione che è esattamente una proiezione costruita dalla tua mente come da te proclamato!  

Non si accorgerà dell'inganno finchè non si "risveglia".
Questo 3d vuole essere un modesto contributo al "risveglio". Ma se uno non si vuole svegliare non c'è nulla da fare.

Aspetto di vedere se ti accorgerai del tuo stato!


Solo facendosi delle domande potrà "risvegliarsi". E chi ha "fede" (qualunque fede) non si pone domande. E, quindi, non potrà mai risvegliarsi.

Dal mio esperito farsi troppe domande senza la protezione del Signore Dio è come prendere l'autostrada che porta alla pazzia/ esaurimento nervoso.
Chi ha fede nel Signore Dio onnipotente non si pone troppe domande o se se le pone ha risposta immediata e soddisfacente/veritiera anzi ha o ha avuto  più risposte alla stessa domanda senza perdere la pace.
Quelli che non si fanno domande - direi domande utili - pur avendo una qualsiasi fede come tu dici - sono coloro che in tutto confidano meno che nel Signore Dio e faranno la fine di cui sopra.
In ogni caso ti ringrazio per questi spunti, anche se non del tutto precisi, perché sono un'opportunità per conoscere noi stessi che è il sommo bene.


PS
Prova a riflettere: E' possibile che il Signore DIO - se preferisci la natura - ci abbia dotato di occhi/retina affinché non vedessimo o vedessimo distorto?


myfriend

@Giona

Non intendo convincerti di nulla.
Ho dato solo degli spunti di riflessione per chi è pronto a coglierli.
Tu, evidentemente, non sei ancora pronto.
Resta tranquillo nella tua fede.

E' bene che tu sappia, però, che la tua fede non ha nulla di Reale. E' solo il risultato di un "transfert" operato dalla tua mente, che ha sostituito i tuoi genitori con l'istituzione chiesa.
Finchè non ti renderai conto di questo non potrai mai risvegliarti. E continuerai a dormire il tuo sonno profondo, pensando pure di essere sveglio.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

giona2068

Citazione di: myfriend il 04 Aprile 2017, 11:05:12 AM
@Giona

Non intendo convincerti di nulla.
Ho dato solo degli spunti di riflessione per chi è pronto a coglierli.
Tu, evidentemente, non sei ancora pronto.
Resta tranquillo nella tua fede.

E' bene che tu sappia, però, che la tua fede non ha nulla di Reale. E' solo il risultato di un "transfert" operato dalla tua mente, che ha sostituito i tuoi genitori con l'istituzione chiesa.
Finchè non ti renderai conto di questo non potrai mai risvegliarti. E continuerai a dormire il tuo sonno profondo, pensando pure di essere sveglio.
Non so se non hai letto o non hai capito quanto da me postato, sta di fatto che ti stai specchiando e che ciò che dici vale innanzitutto per te, ma se vuoi credere di essere sveglio e capace di svegliare altri, credendo di essere la verità, ti faccio tanti auguri.
Un cortesia però torno a chiederti, non parlare di fede nel Signore Dio quando non sai cosa sia e finisci per accomunarla alla fede in se stessi o/e nelle cose del mondo. Credimi la fede nel Signore Dio è tutta un'altra cosa e non la si può comprendere se non la si è sperimentata o scoperta.
Grazie.

myfriend

#20
Gli stadi della crescita spirituale

Nella vita spirituale esiste uno schema di progressione attraverso stadi ben identificabili. Li ho individuati durante gli anni in cui ho esercitato la professione di psicoterapeuta. Essi sono:

I Stadio: Narcisista, egoista
II Stadio: Formale, istituzionale
III Stadio: Scettico, individuale
IV Stadio: Mistico, comunitario

I bambini e probabilmente un adulto su cinque rientrano nel primo stadio. Si tratta fondamentalmente di uno stadio di spiritualità non sviluppata che ho definito egoista perchè gli adulti che ne fanno parte sembrano in genere incapaci di amare gli altri. Sebbene possano fingere l'amore (e pensare effettivamente di provarlo) mirano sempre a strumentalizzare gli altri e a trarne un vantaggio personale. Sono persone a cui non importa assolutamente nulla degli altri. Chiamo lo stadio narcisista perchè le persone che vi si trovano ritengono di essere dio e la propria volontà è l'unica religione possibile. Alcuni di questi individui sanno darsi una certa disciplina in nome dell'interesse personale e della propria ambizione e possono arrivare a posizioni di notevole prestigio e potere, diventando anche predicatori.

Di tanto in tanto capita che queste persone tocchino con mano il caos che regna in loro e che producono attorno a loro ed è questa, credo, l'esperienza più dolorosa che un uomo possa mai provare. In generale ne escono immutati. Altri si convertono al secondo stadio. Il processo è apparentemente inconscio, ma volendo razionalizzarlo è come se l'indivisuo si dicesse: "Qualsiasi cosa è preferibile al caos della mia vita. Sono disposto a fare qualunque cosa per liberarmi da questa situazione, persino sottomettermi a un'istituzione che mi controlli".
Per alcuni l'istituzione può essere l'esercito, dove il caos della loro vita viene regolato dalla struttura paternalistica della società militare. Per altri ancora si può trattare di un'azienda, di un guru o di qualsiasi altra entità rigidamente strutturata. Ma nella maggior parte dei casi l'istituzione a cui queste persone si rivolgono per trovare una guida è la chiesa.

Molti sono gli elementi che caratterizzano il comportamento di uomini e donne nel secondo stadio del loro sviluppo spirituale. Si tratta dello stadio in cui si trovano la maggior parte dei credenti e di coloro che frequentano chiese, guru ed enti che hanno una rigida visione del mondo (o fede). Uno di questi elementi è l'attaccamento alle forme più che ai contenuti della religione. Queste persone a volte sono talmente attaccate ai canoni che qualsiasi cambiamento della forma nell'ordine tradizionale delle cose li sconvolge. Poichè è proprio alle forme che le persone che si trovano in questo stadio del loro sviluppo spirituale devono la liberazione dal proprio caos interiore, non c'è da stupirsi che si spaventino quando qualcuno gioca liberamente con grande disinvoltura con le regole.

Un altro elemento tipico del comportamento religioso delle persone in questo stadio di sviluppo è che la loro visione di Dio corrisponde quasi completamente a quella di un Essere trascendente ed esterno a loro. Essi non accettano la concezione della divinità immanente che dimora dentro di noi.  E sebbene lo considerino un Dio d'amore, spesso pensano anche che Egli possieda, e si riservi di usare, il potere di punirci. Tuttavia ancora una volta non è un caso che la loro visione di Dio coincida con quella di un grande e benevolo Poliziotto dei Cieli, poichè è precisamente il tipo di divinità di cui hanno bisogno proprio come hanno bisogno di una religione legalitaria che imponga loro delle regole.

Fannno parte del secondo stadio di sviluppo anche coloro che non hanno mai differenziato se stessi dalla propria condizione di figlio. Queste persone non hanno mai vissuto fino in fondo la tipica ribellione adolescenziale nella quale ci si separa dall'autorità dei propri genitori e si comincia a strutturare la propria individualità. Continuano a perpetuare la loro condizione di figli sostituendo la figura dei genitori con la figura di una chiesa o di un gruppo che dia loro una rigida e strutturata visione della vita. Anche molti scienziati fanno parte di questo stadio di sviluppo. Sono quelli che trasformano la scienza in una religione.

Esistono poi i bambini che crescono e verso la fine dell'adolescenza compiono il processo di differenziazione dalla propria famiglia e di superamento dalla loro condizione di figli e cominciano a determinare la propria condotta. A questo punto essi non sono più dipendenti da una istituzione che dia loro delle regole. Di conseguenza cominciano a dirsi: "Chi ha bisogno di una chiesa vecchia e antiquata e di tutte le sue stupide superstizioni?" E' così che cominciano a convertirsi al terzo stadio (quello dello scetticismo e dell'individualismo) diventando spesso, con grande e inutile dolore dei genitori, atei e agnostici. Questo processo non riguarda solo gli adolescenti, ma anche quegli adulti che non hanno mai vissuto la "ribellione adolescenziale". Di fatto, questa ribellione e la differenziazione dalla condizione psicologica di figlio, può svilupparsi anche in età matura.

Sebbene si tratti in genere di "non credenti", le persone che rientrano nel terzo stadio sono di norma spiritualmente più evolute di molti che si accontentano di rimanere al secondo. Per quanto individualisti, essi non sono per nulla antisociali, al contrario spesso si impegnano con grande dedizione per le cause sociali. Si formano idee proprie su ogni cosa e non credono necessariamente a quello che leggono sui giornali più di quanto credano che Gesù (piuttosto che Budda, Mao o Socrate) è il nostro Signore e Salvatore. Essendo scettici spesso sono scienziati e come tali spesso tornano a sottomettersi a un principio. Quello che chiamiamo metodo razionale o metodo scientifico. Molti uomini e donne del terzo stadio si dedicano attivamente alla ricerca della verità.


Se queste persone cercano sinceramente e con sufficiente costanza la verità, trovano un numero di frammenti che permette loro di cominciare a ricostruire il quadro, ma non troveranno mai tutti i pezzi del puzzle. Infatti, più pezzi trovano, più il puzzle diventa grande e splendido. Ogni tanto riesce loro di avere una fugace visione del "grande insieme", di intuirne la bellezza e di sentire che rassomiglia stranamente a quei "riti primitivi" e a quelle "superstizioni" in cui credono i loro genitori e i loro nonni, fermi al secondo stadio. E' a questo punto che comincia la conversione al quarto stadio, lo stadio mistico comunitario.

Il "misticismo" assume diverse forme. Tuttavia, nel corso delle epoche, i mistici di ogni credo religioso hanno parlato di unità, di una connessione sotterranea che unisce tutte le cose, uomini e donne; esseri umani, le altre creature e persino la materia inanimata: tutto trova il suo posto all'interno della struttura normalmente invisibile su cui il cosmo si fonda. I mistici riconoscono che l'ignoto ha dimensioni sconfinate, ma invece di sentirsene spaventati, cercano di penetrarlo ancora più profondamente in modo da poterlo capire meglio, pur sapendo che più lo si penetra, più il mistero si allarga.

Al contrario di coloro che si trovano nel secondo stadio, che hanno bisogno di strutture ben definite e dogmatiche e preferiscono tenersi lontani da tutto ciò che non si conosce nè si può conoscere, i mistici amano il mistero. Mentre uomini e donne del quarto stadio si avvicinano alla religione per avvicinarsi al mistero, spesso le persone del secondo stadio lo fanno per fuggire l'ignoto. Nasce così una certa confusione, poichè esistono individui che scelgono la religione, e spesso la stessa religione e a volte persino la stessa confessione religiosa, per motivi addirittura opposti. Chi per cercare la verità e chi, invece, per non cercarla.


Ho definito il quarto stadio comunitario oltre che mistico non perchè i mistici vivono in comunità, ma perchè tra gli esseri umani sono i più consapevoli che il mondo intero è effettivamente un'unica comunità e sanno che ciò che ci divide in schieramenti opposti è proprio la mancanza di questa consapevolezza. Avendo imparato a svuotarsi di tutti i pregiudizi e di tutte le fedi, riescono a percepire l'invisibile stuttura sotterranea che collega ogni cosa; non pensano più in termini di fazioni, blocchi o perfino di confini nazionali, poichè essi sanno che il mondo è un'unità.

Paul Vitz, autore di Psychology as Religion, durante un simposio, disse: "Penso che gli stadi di cui ha parlato Scott, siano un criterio valido e credo che li userò anche nella mia pratica di psicologo, ma vorrei ricordare che ciò che Scott chiama il quarto stadio è soltanto l'inizio."

(M. Scott Peck, psicologo e psichiatra)
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

giona2068

Citazione di: giona2068 il 04 Aprile 2017, 11:40:35 AM
Citazione di: myfriend il 04 Aprile 2017, 11:05:12 AM@Giona Non intendo convincerti di nulla. Ho dato solo degli spunti di riflessione per chi è pronto a coglierli. Tu, evidentemente, non sei ancora pronto. Resta tranquillo nella tua fede. E' bene che tu sappia, però, che la tua fede non ha nulla di Reale. E' solo il risultato di un "transfert" operato dalla tua mente, che ha sostituito i tuoi genitori con l'istituzione chiesa. Finchè non ti renderai conto di questo non potrai mai risvegliarti. E continuerai a dormire il tuo sonno profondo, pensando pure di essere sveglio.
Non so se non hai letto o non hai capito quanto da me postato, sta di fatto che ti stai specchiando e che ciò che dici vale innanzitutto per te, ma se vuoi credere di essere sveglio e capace di svegliare altri, credendo di essere la verità, ti faccio tanti auguri. Un cortesia però torno a chiederti, non parlare di fede nel Signore Dio quando non sai cosa sia e finisci per accomunarla alla fede in se stessi o/e nelle cose del mondo. Credimi la fede nel Signore Dio è tutta un'altra cosa e non la si può comprendere se non la si è sperimentata o scoperta. Grazie.
Citazione di: myfriend il 04 Aprile 2017, 12:44:06 PM
Gli stadi della crescita spirituale

Nella vita spirituale esiste uno schema di progressione attraverso stadi ben identificabili. Li ho individuati durante gli anni in cui ho esercitato la professione di psicoterapeuta. Essi sono:

I Stadio: Narcisista, egoista
II Stadio: Formale, istituzionale
III Stadio: Scettico, individuale
IV Stadio: Mistico, comunitario

I bambini e probabilmente un adulto su cinque rientrano nel primo stadio. Si tratta fondamentalmente di uno stadio di spiritualità non sviluppata che ho definito egoista perchè gli adulti che ne fanno parte sembrano in genere incapaci di amare gli altri. Sebbene possano fingere l'amore (e pensare effettivamente di provarlo) mirano sempre a strumentalizzare gli altri e a trarne un vantaggio personale. Sono persone a cui non importa assolutamente nulla degli altri. Chiamo lo stadio narcisista perchè le persone che vi si trovano ritengono di essere dio e la propria volontà è l'unica religione possibile. Alcuni di questi individui sanno darsi una certa disciplina in nome dell'interesse personale e della propria ambizione e possono arrivare a posizioni di notevole prestigio e potere, diventando anche predicatori.

Di tanto in tanto capita che queste persone tocchino con mano il caos che regna in loro e che producono attorno a loro ed è questa, credo, l'esperienza più dolorosa che un uomo possa mai provare. In generale ne escono immutati. Altri si convertono al secondo stadio. Il processo è apparentemente inconscio, ma volendo razionalizzarlo è come se l'indivisuo si dicesse: "Qualsiasi cosa è preferibile al caos della mia vita. Sono disposto a fare qualunque cosa per liberarmi da questa situazione, persino sottomettermi a un'istituzione che mi controlli".
Per alcuni l'istituzione può essere l'esercito, dove il caos della loro vita viene regolato dalla struttura paternalistica della società militare. Per altri ancora si può trattare di un'azienda, di un guru o di qualsiasi altra entità rigidamente strutturata. Ma nella maggior parte dei casi l'istituzione a cui queste persone si rivolgono per trovare una guida è la chiesa.

Molti sono gli elementi che caratterizzano il comportamento di uomini e donne nel secondo stadio del loro sviluppo spirituale. Si tratta dello stadio in cui si trovano la maggior parte dei credenti e di coloro che frequentano chiese, guru ed enti che hanno una rigida visione del mondo (o fede). Uno di questi elementi è l'attaccamento alle forme più che ai contenuti della religione. Queste persone a volte sono talmente attaccate ai canoni che qualsiasi cambiamento della forma nell'ordine tradizionale delle cose li sconvolge. Poichè è proprio alle forme che le persone che si trovano in questo stadio del loro sviluppo spirituale devono la liberazione dal proprio caos interiore, non c'è da stupirsi che si spaventino quando qualcuno gioca liberamente con grande disinvoltura con le regole.

Un altro elemento tipico del comportamento religioso delle persone in questo stadio di sviluppo è che la loro visione di Dio corrisponde quasi completamente a quella di un Essere trascendente ed esterno a loro. Essi non accettano la concezione della divinità immanente che dimora dentro di noi.  E sebbene lo considerino un Dio d'amore, spesso pensano anche che Egli possieda, e si riservi di usare, il potere di punirci. Tuttavia ancora una volta non è un caso che la loro visione di Dio coincida con quella di un grande e benevolo Poliziotto dei Cieli, poichè è precisamente il tipo di divinità di cui hanno bisogno proprio come hanno bisogno di una religione legalitaria che imponga loro delle regole.

Fannno parte del secondo stadio di sviluppo anche coloro che non hanno mai differenziato se stessi dalla propria condizione di figlio. Queste persone non hanno mai vissuto fino in fondo la tipica ribellione adolescenziale nella quale ci si separa dall'autorità dei propri genitori e si comincia a strutturare la propria individualità. Continuano a perpetuare la loro condizione di figli sostituendo la figura dei genitori con la figura di una chiesa o di un gruppo che dia loro una rigida e strutturata visione della vita. Anche molti scienziati fanno parte di questo stadio di sviluppo. Sono quelli che trasformano la scienza in una religione.

Esistono poi i bambini che crescono e verso la fine dell'adolescenza compiono il processo di differenziazione dalla propria famiglia e di superamento dalla loro condizione di figli e cominciano a determinare la propria condotta. A questo punto essi non sono più dipendenti da una istituzione che dia loro delle regole. Di conseguenza cominciano a dirsi: "Chi ha bisogno di una chiesa vecchia e antiquata e di tutte le sue stupide superstizioni?" E' così che cominciano a convertirsi al terzo stadio (quello dello scetticismo e dell'individualismo) diventando spesso, con grande e inutile dolore dei genitori, atei e agnostici. Questo processo non riguarda solo gli adolescenti, ma anche quegli adulti che non hanno mai vissuto la "ribellione adolescenziale". Di fatto, questa ribellione e la differenziazione dalla condizione psiclogica di figlio, può svilupparsi anche in età matura.

Sebbene si tratti in genere di "non credenti", le persone che rientrano nel terzo stadio sono di norma spiritualmente più evolute di molti che si accontentano di rimanere al secondo. Per quanto individualisti, essi non sono per nulla antisociali, al contrario spesso si impegnano con grande dedizione per le cause sociali. Si formano idee proprie su ogni cosa e non credono necessariamente a quello che leggono sui giornali più di quanto credano che Gesù (piuttosto che Budda, Mao o Socrate) è il nostro Signore e Salvatore. Essendo scettici spesso sono scienziati e come tali spesso tornano a sottomettersi a un principio. Quello che chiamiamo metodo razionale o metodo scientifico. Molti uomini e donne del terzo stadio si dedicano attivamente alla ricerca della verità.


Se queste persone cercano sinceramente e con sufficiente costanza la verità, trovano un numero di frammenti che permette loro di cominciare a ricostruire il quadro, ma non troveranno mai tutti i pezzi del puzzle. Infatti, più pezzi trovano, più il puzzle diventa grande e splendido. Ogni tanto riesce loro di avere una fugace visione del "grande insieme", di intuirne la bellezza e di sentire che rassomiglia stranamente a quei "riti primitivi" e a quelle "superstizioni" in cui credono i loro genitori e i loro nonni, fermi al secondo stadio. E' a questo punto che comincia la conversione al quarto stadio, lo stadio mistico comunitario.

Il "misticismo" assume diverse forme. Tuttavia, nel corso delle epoche, i mistici di ogni credo religioso hanno parlato di unità, di una connessione sotterranea che unisce tutte le cose, uomini e donne; esseri umani, le altre creature e persino la materia inanimata: tutto trova il suo posto all'interno della struttura normalmente invisibile su cui il cosmo si fonda.I mistici riconoscono che l'ignoto ha dimensioni sconfinate, ma invece di sentirsene spaventati, cercano di penetrarlo ancora più profondamente in modo da poterlo capire meglio, pur sapendo che più lo si penetra, più il mistero si allarga.

Al contrario di coloro che si trovano nel secondo stadio, che hanno bisogno di strutture ben definite e dogmatiche e preferiscono tenersi lontani da tutto ciò che non si conosce nè si può conoscere, i mistici amano il mistero. Mentre uomini e donne del quarto stadio si avvicinano alla religione per avvicinarsi al mistero, spesso le persone del secondo stadio lo fanno per fuggire l'ignoto. Nasce così una certa confusione, poichè esistono individui che scelgono la religione, e spesso la stessa religione e a volte persino la stessa confessione religiosa, per motivi addirittura opposti. Chi per cercare la verità e chi, invece, per non cercarla.


Ho definito il quarto stadio comunitario oltre che mistico non perchè i mistici vivono in comunità, ma perchè tra gli esseri umani sono i più consapevoli che il mondo intero è effettivamente un'unica comunità e sanno che ciò che ci divide in schieramenti opposti è proprio la mancanza di questa consapevolezza. Avendo imparato a svuotarsi di tutti i pregiudizi e di tutte le fedi, riescono a percepire l'invisibile stuttura sotterranea che collega ogni cosa; non pensano più in termini di fazioni, blocchi o perfino di confini nazionali, poichè essi sanno che il mondo è un'unità.

Paul Vitz, autore di Psychology as Religion, durante un simposio, disse: "Penso che gli stadi di cui ha parlato Scott, siano un criterio valido e credo che li userò anche nella mia pratica di psicologo, ma vorrei ricordare che ciò che Scott chiama il quarto stadio è soltanto l'inizio."

(M. Scott Peck, psicologo e psichiatra)

Risposta di Giona2068

Pur riconoscendo che in ciò che hai postato  c'è del vero, quantomeno sul piano psicologico, ma non del tutto spirituale, la crescita spirituale si misura dalla rinuncia a quanto offre il mondo, ivi compreso il nostro io e la nostra parte carnale,  e il conseguente amore per il prossimo ed alla fine dall'amore verso il  Signore Dio
Volendo possiamo dire dire che il livello spirituale di ogni essere umano, che non abbia vissuto da santo, dipende dal pentimento per i propri peccati.
Nel tuo caso se vuoi progredire spiritualmente occorre rinunciare all'ambizione tutta terrena di essere un star del web!!

myfriend

@giona

Qui non c'è nessuna star. Poichè io mi limito a trasmettere gratuitamente ciò che gratuitamente ho ricevuto.
Chi è pronto potrà cogliere degli spunti pr il proprio lavoro personale.
E tu, francamente, non sei pronto. Sei troppo attaccato alla tua fede dogmatica. Sei dipendente da essa. Hai bisogno di essa. Senza di essa ti senti perso.
Te l'ho già detto.
Devi diventare uomo, lasciarti ogni fede alle spalle e affrontare l'ignoto.
Ma non credo che tu sia pronto.
Hai ancora bisogno del Dio Poliziotto dei Cieli. E credi persino a satana e ai peccati.  :D



Ti vedi ancora come figlio.
Finchè non emanciperai te stesso e ti lascerai guidare dalla paura, non andrai avanti di un centimetro.
Oddio...non è necessario che tu vada avanti eh.
Puoi stare benissimo dove sei.
Come ti ho già detto non intendo convincerti di nulla. Nè te, nè nessun altro.
Nel percorso spirituale ciscuno deve convincere se stesso.  :D
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Sariputra

@myfriend,
è interessante quel testo che hai postato ma, se mi permetti di esprimere una critica, appare troppo schematico. Sono molto perplesso quando si parla della mente sotto forma di "stadi", soprattutto quando ci riferiamo a qualcosa di dinamico e inafferrabile come la stessa. Intanto direi che l'autore, competente psicologo, non sembra un altrettanto competente di mistica. Infatti la frase 
"Tuttavia, nel corso delle epoche, i mistici di ogni credo religioso hanno parlato di unità, di una connessione sotterranea che unisce tutte le cose, uomini e donne; esseri umani, le altre creature e persino la materia inanimata: tutto trova il suo posto all'interno della struttura normalmente invisibile su cui il cosmo si fonda."
rivela a mio parere un'approssimazione e un tentativo di far di tutta l'erba un fascio. Paragonare la mistica di un Saichi a quella di una Terese Martin, per esempio, ritenendo che entrambi intendessero, con le loro esperienze, riferirsi alla stessa cosa, è veramente un'arbitraria semplificazione, a mio modesto avviso. Teniamo in mente che molte mistiche non presuppongo affatto una cosa come 'unità' di tutto, persino dell'inanimato.  Ci ha provato il dott. D.T. Suzuki a trovare , per esempio, punti in comune tra la mistica buddhista amidista o zen, con quella cristiana , ma ha potuto trovare sponda solamente in un Maestro Eckhart e non certo nel complesso della mistica cristiana. Quindi direi ( una cosa scontata in verità...) "ad ognuno il suo mestiere". 
Ma non è questo il punto. La mente non funziona per "stadi" di crescita, come una sorta di 'purificazione' dal grossolano al fine. La persona che, sequendo questo schema , si trova nello stadio "mistico" ( già solo parlare di 'stadio mistico' è veramente troppo semplicistico...) può tranquillamente vagabondare attraverso gli altri tre e pure , purtroppo, aggrapparcisi nel momento che li sperimenta.
Il 'mistico', appena uscito dalla sua estasi, vedendo una giovane e leggiadra fanciulla passargli accanto può sperimentare lo stesso desiderio dell'egoista, senza alcuna differenza. Persino colui che è riuscito a penetrare attraverso i jhana può aggrapparsi ancora miseramente alla propria veste o alla propria ciotola delle elemosine... ;D
Se non è presente la comprensione intuitiva ( praina) del proprio attaccamento ai fenomeni non vi è alcuna differenza tra i quattro stadi così descritti dallo psicologo. Infatti solo la comprensione che TUTTI gli stati mentali sono vuoti di esistenza intrinseca, impermanenti e perciò possibile causa di dolore ( chè si può provare un terribile dolore anche nel non riuscire più a sperimentare stati "mistici", esattamente se non di più dell'egoista che non riesce a soddisfare i suoi desideri 'grossolani'...) può produrre una condizione di affrancamento , ancorché parziale, all'aggrapparsi ai fenomeni o alle idee e teorie, di qualunque natura siano ( quindi anche la teoria che la mente abbia degli 'stadi'...). La natura della mente è quella dell'aggrapparsi alle cose o di fuggirle...non ci può far niente, è fatta così...di qualunque cosa sperimenta come piacevole, ci si aggrappa; e di qualunque come spiacevole tenta di dfuggirla. Non c'è niente di "male" in questo...è la sua natura, come per il cuore battere e per i polmoni respirare.
Con un immagine ormai stereotipata la si paragona con la scimmia nella foresta. La scimmia salta di ramo in ramo, ora afferrandolo e poi lasciandolo per afferrarne un altro. la mente del mistico funziona con questa dinamica, nello stesso modo di quella del narciso e dell'egoista. Magari, invece di afferrarsi all'idea di far soldi o di conoscere biblicamente una bella fanciulla ( o fanciullo, ma io sono ancora della 'vecchia guardia'... ;D ) si afferra all'idea: "Io sono speciale, io sono un mistico, io conosco la verità, io conosco e intuisco l'unità del tutto, ecc."... 
Qual'è la differenza?...Invero nessuna. Tutti gli abitanti dei "quattro stadi" sono degli illusi. Solo la nascita della comprensione del funzionamento reattivo della mente e quindi il non assecondarlo, se non nel dovuto e necessario, è qualcosa 'oltre' questa schematizzazione ( teniamo presente che una delle cose più piacevoli per la mente è proprio l'attività di schematizzare, di dividere per conoscere...).
Spesso si parla di cos'è la meditazione. Io direi semplicemente questo: "montare la guardia alla mente con la mente". E qual'è , di fatto, l'unica possibilità di "montare la guardia alla mente " usando la mente stessa? E' quella qualità della stessa che possiamo chiamare 'vigile consapevolezza' o 'presenza mentale' ( sono solo definizioni ovviamente...), Solo dal coltivare costantemente questo si può ottenere un reale cambiamento interiore, ognuno secondo la forza e l'intensità e costanza del proprio esercizio di consapevolezza. Non certo con le teorie, neppure con quelle che ci appaiono come le più perfette, le più complete, ecc. Questo è possibile in qualunque di quei quattro stadi di cui parla lo psicologo. Non c'è niente di 'sporco' e niente da 'purificare'. Perché non provare?... :)
Ciao e buon proseguimento. Mi sono ripromesso di starmene alla larga dalle infinite diatribe e perciò non replicherò ( anche perché impegnatissimo con i "lavori in corso"... ;D ).
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

myfriend

@sariputra

Eh...un po' qui hai toppato.
Uno come te dovrebbe saper distinguere il "dito che indica la Luna, dalla Luna stessa".

Una mappa è semplicemente una mappa.
Uno schema è semplicemente uno schema.
Se devi andare da Milano a Roma, puoi dare un'occhiata a una mappa. Per avere un'idea di dove andare.
La mappa non è il viaggio. E non potrà mai sostituire il viaggio.
Tuttavia la mappa è un aiuto...uno strumento. Che però in nessun caso può sostituire il viaggio.

Lo psicologo ha rilevato, attraverso il suo lavoro quotidiano e decennale, degli schemi di trasformazione nelle persone che ha incontrato. E si è limitato a rappresentarli in modo schematico.
E' pur vero che uno che è al quarto stadio può avere dei comportamenti del primo o del secondo. Questo lo dice anche lo psicologo nel suo libro. E, per ovvi motivi, non ho potuto riportare qui tutto il libro.
Ho riportato solo lo schema generale per offrire spunti di riflessione.
E' OVVIO che uno, se è interessato, può utilizzare tale schema come semplice punto di inizio per una riflessione più profonda.

Di certo, però, una mappa è un aiuto. Se devo andare da Milano a Roma e poi mi ritrovo a Parigi pensando di essere arrivato....se non altro la mappa mi aiuta a capire che sono fuori strada.
Ecco. Questa mappa aiuta a capire che chi ha una "fede" e pensa di aver trovato la verità, in realtà è LONTANISSIMO.
Non c'è nessuna verità senza aver prima conosciuto se stessi.
Questo può essere uno shock che può aiutare a risvegliarsi. Oppure no.

L'ho messo come semplice contributo.
Chi è pronto a capirlo saprà coglierne l'utilità.
Esattamente come chi è pronto a vedere la Luna, sa benissimo che il dito che la indica è un semplice cartello stradale che non potrà mai sostituire il viaggio.  ;)
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

InVerno

#25
Citazione di: myfriend il 04 Aprile 2017, 16:01:23 PMDi certo, però, una mappa è un aiuto. Se devo andare da Milano a Roma e poi mi ritrovo a Parigi pensando di essere arrivato....se non altro la mappa mi aiuta a capire che sono fuori strada.
Ecco. Questa mappa aiuta a capire che chi ha una "fede" e pensa di aver trovato la verità, in realtà è LONTANISSIMO.
Se riesci ad affermare questo significa che non è più solo una mappa, ma una mappa che genera fede in te e tu hai fede in lei. Se non hai fede in una mappa, se non sei "istituzionalizzato" in essa, non hai strumenti per dire all'altro che sta sbagliando, il risultato è che si torna allo stadio 1, quello egoico, perchè la scelta della mappa diventa soggettiva e ognuno pensa di avere in mano la migliore (in effetti io direi che lo stadio 2 non è mai esistito, perchè l'istituzione è solo uno strumento della cosidetta fase 1). Se la mappa è solo una mappa, bruciala, sei dotato (come tutti) di un eccellente (per quanto umano) senso dell'orientamento, e serve molto ad abituarsi a riscoprirlo. Oggi tutti hanno mappe sul telefono, e quando finisce la batteria si perdono tra il bagno e il soggiorno, in realtà esistono persone capaci di attraversare il pacifico in canoa senza alcuno strumento, sono i grandi "cartografi" che studiamo insensatamente.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

giona2068

Citazione di: myfriend il 04 Aprile 2017, 15:20:27 PM
@giona

Qui non c'è nessuna star. Poichè io mi limito a trasmettere gratuitamente ciò che gratuitamente ho ricevuto.
Chi è pronto potrà cogliere degli spunti pr il proprio lavoro personale.
E tu, francamente, non sei pronto. Sei troppo attaccato alla tua fede dogmatica. Sei dipendente da essa. Hai bisogno di essa. Senza di essa ti senti perso.
Te l'ho già detto.
Devi diventare uomo, lasciarti ogni fede alle spalle e affrontare l'ignoto.
Ma non credo che tu sia pronto.
Hai ancora bisogno del Dio Poliziotto dei Cieli. E credi persino a satana e ai peccati.  :D



Ti vedi ancora come figlio.
Finchè non emanciperai te stesso e ti lascerai guidare dalla paura, non andrai avanti di un centimetro.
Oddio...non è necessario che tu vada avanti eh.
Puoi stare benissimo dove sei.
Come ti ho già detto non intendo convincerti di nulla. Nè te, nè nessun altro.
Nel percorso spirituale ciscuno deve convincere se stesso.  :D

Risposta di Giona2068.

Ciò che scrivi ha dell'incredibile.
Sostieni che non bisogna essere attaccati alla fede - no comment -  non bisogna essere figlio,  bisogna lasciarsi la fede  alle spalle e che  non esiste satana per poi concludere  parlando di percorso spirituale. Ha senso quello che scrivi?
Eppure ti arroghi il diritto di trasmettere ciò che hai ricevuto, ma ricevuto da chi,  visto che, a tuo dire, non bisogna aver fede?
Questa è l'emancipazione?
Cerca di conoscere la tua verità anziché trasmettere ciò che l'ingannatore ti ha trasmesso!


myfriend

Citazione di: InVerno il 04 Aprile 2017, 16:22:43 PM
Citazione di: myfriend il 04 Aprile 2017, 16:01:23 PMDi certo, però, una mappa è un aiuto. Se devo andare da Milano a Roma e poi mi ritrovo a Parigi pensando di essere arrivato....se non altro la mappa mi aiuta a capire che sono fuori strada.
Ecco. Questa mappa aiuta a capire che chi ha una "fede" e pensa di aver trovato la verità, in realtà è LONTANISSIMO.
Se riesci ad affermare questo significa che non è più solo una mappa, ma una mappa che genera fede in te e tu hai fede in lei. Se non hai fede in una mappa, se non sei "istituzionalizzato" in essa, non hai strumenti per dire all'altro che sta sbagliando, il risultato è che si torna allo stadio 1, quello egoico, perchè la scelta della mappa diventa soggettiva e ognuno pensa di avere in mano la migliore (in effetti io direi che lo stadio 2 non è mai esistito, perchè l'istituzione è solo uno strumento della cosidetta fase 1). Se la mappa è solo una mappa, bruciala, sei dotato (come tutti) di un eccellente (per quanto umano) senso dell'orientamento, e serve molto ad abituarsi a riscoprirlo. Oggi tutti hanno mappe sul telefono, e quando finisce la batteria si perdono tra il bagno e il soggiorno, in realtà esistono persone capaci di attraversare il pacifico in canoa senza alcuno strumento, sono i grandi "cartografi" che studiamo insensatamente.
Eh no. Qui hai toppato.

Qui stiamo parlando di scienza, cioè di come funziona la Realtà. E non di "fede".
E il percorso spirituale è aderenza alla Realtà.
Quella mappa è come la legge di Einstein E=M*C^2. Cioè descrive la realtà per ciò che essa oggettivamente è.
Quindi non è una fede...ma aderenza alla Realtà.

La formula di Einstein mi dice che la "materia è energia". Questa non è una "fede", ma una descrizione della Realtà oggettiva per quello che è.
Posso usare quella formula come riferimento per il mio lavoro personale.
Esattamente come posso usare la mappa dello psicologo come riferimento per il mio lavoro personale.
Questo perchè il lavoro di crescita spirituale si basa su un metodo: l'adesione alla Realtà per ciò che essa è.

In questo senso la scienza è un valido strumento che mi può aiutare in questo cammino.
Proprio perchè la scienza non si basa su una fede, ma descrive la Realtà per ciò che essa oggettivamente è.  ;)
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

@Giona

Eh no. Qui hai toppato.

Qui stiamo parlando di scienza, cioè di come funziona la Realtà. E non di "fede".
E il percorso spirituale è aderenza alla Realtà.
Quella mappa è come la legge di Einstein E=M*C^2. Cioè descrive la realtà per ciò che essa oggettivamente è.
Quindi non è una fede...ma aderenza alla Realtà.

La formula di Einstein mi dice che la "materia è energia". Questa non è una "fede", ma una descrizione della Realtà oggettiva per quello che è.
Posso usare quella formula come riferimento per il mio lavoro personale.
Esattamente come posso usare la mappa dello psicologo come riferimento per il mio lavoro personale.
Questo perchè il lavoro di crescita spirituale si basa su un metodo: l'adesione alla Realtà per ciò che essa è.

In questo senso la scienza è un valido strumento che mi può aiutare in questo cammino.
Proprio perchè la scienza non si basa su una fede, ma descrive la Realtà per ciò che essa oggettivamente è.  
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Phil

La suddivisione in quattro stadi riportata da myfriend mi ha fatto tornare in mente un'altra scansione dell'evoluzione dell'individuo (di cui sentii parlare durante un corso, ma purtroppo non ricordo il nome dell'autore di riferimento), che era più o meno così:
- dipendenza (il bambino che dipende dalla famiglia)
- contro-dipendenza (l'adolescente che si oppone al contesto)
- indipendenza (il giovane che conta fiducioso sulle sue doti)
- interdipendenza (l'adulto che interagisce con gli altri e con la società).

P.s.
Secondo me, il percorso può poi continuare attraversando queste stesse fasi a ritroso, fino a diventare anziano-dipendente, chiudendo il cerchio...

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