La Pasqua e il Gesù storico

Aperto da myfriend, 08 Aprile 2017, 10:35:05 AM

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jsebastianB

#45
Citazione di: giona2068 il 08 Aprile 2017, 18:31:37 PM
I cristiani ....   sale della terra,


La metafora del "sale" :   gli autori dei sinottici la riportano ognuno secondo la propria visione.

Matteo ( 5.13 ) - la inserisce subito dopo le celeberrime Beatitudini e comunque con un suo "significato"  che differisce da quello
di Marco ( cap. 9 ) -
Per questi infatti è il "fuoco" che potrebbe essere inteso:
- a ) come terrificante castigo del divino inflitto all' empio -
- b ) quale atto purificatorio - e cio' in riferimento al Pentateuco riguardante i sacrifici offerti al dioYahwè. Cosi' infatti si esortava a "salare" ogni sacrificio al dioYahwè -
Infatti per il  Levitico il sale aveva la funzione di purificazione (!) ( cosi' come anche in Ezechiele cap. 16 ).
Si trattava non di un' esclusivita' ebraica - ma "ereditata" dagli Assiri.. RI-presa dagli israeliti per significare l' Alleanza tra il dioYahwè e il suo popolo - ( Numeri cap. 18 ).

L' atto di purificazione con l' uso del sale - compare anche nel Libro 2 Re (cap. 2 ) ove riporta il sacerdote Eliseo che purifica l' acqua infetta / sterile e dunque Inservibile. Solo dopo con l' atto di purificazione l' acqua sara' utilizzabile.    


Per l' ex pagano Luca ( 14.34) la metafora del sale reso insipido ( e dunque inutilizzabile per la terra e/o il concime ) - potrebbe essera intesa come "stoltezza", ovvero gli Inconsistenti  / coloro che agiscono senza consapevolezza.. seppur abbiano comunque ricevuto l' insegnamento divino..ecc.. eccc...

Anche qui  ognuno da' diversa versione - gli israeliti la propria / i cristiani per contro presentano tra loro stessi divergenze "fantasiose"...


- una confusione.. un perenne guazzabuglio - - ma cosi' va il mondo.

giona2068

Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 17:57:50 PM
Citazione di: giona2068 il 09 Aprile 2017, 14:21:36 PMScusa signor luce del mondo alias Myfiend, se l'inferno non esiste, il paradiso non esiste e satana non esiste a cosa serve il tuo "cristianesimo?
Serve per camminare nel cammino spirituale della Consapevolezza.
E serve per "salvare il mondo".

Il mondo non è minacciato dal Giudizio divino.
Il mondo è minacciato dalle "fedi" dell'uomo e dalla sua inconsapevolezza.
La vera sfida che abbiamo davanti a noi non è "salvare noi stessi". Perchè non esiste nessun Giudizio, nessun paradiso e nessun inferno.
La versa sfida che abbiamo davanti è salvare il mondo da noi stessi.

Se non sei consapevole di questo è solo perchè stai dormendo nel sonno profondo causato dall'anestetico della tua "fede".
Solo liberandoti delle tue "fedi" potrai risvegliarti e aprirti alla Consapevolezza e comprendere che cosa c'è davvero in ballo e qual è la vera sfida che abbiamo davanti a noi. Prima che sia troppo tardi.

SVEGLIAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!
Scusami sai, dopo tutto  sono addormentato, a tuo dire, tu vuoi salvare il mondo da te stesso, ma se il paradiso e l'inferno non esistono,  non esistono neanche per altri, per cui che rischio corre il mondo che a tuo dire dobbiamo salvare e da cosa?
La sfida che dici di avere d'avanti in cosa consiste? 
Se non esiste l'inferno e il paradiso e satana, siamo liberi di fare quello che vogliamo, anche non salvare il mondo, tanto non esiste niente!

Apeiron

A mio giudizio una discussione come questa serve a poco. Se uno vuole mettere in gioco le proprie certezze allora ok si possono analizzare i testi biblici e si può cercare di capirne l'autenticità e il significato. Ma se uno non vuole mettere in gioco le proprie certezze e dire all'altro "la realtà delle cose è così" senza un modestissimo "secondo me" allora la discussione è inutile e genera solo liti del tutto inutili che fanno perdere tempo. Mesi fa ho aperto un thread nel quale cercavo di "avvicinarmi" al cristianesimo. Risultato? I miei dubbi non si sono risolti e dalla discussione qui sul forum ho guadagnato poco, anzi mi sono rovinato un po' di mesi perchè ho cominciato a vedere l'esistenza come positiva, ma vedevo un mondo di miliardi persone condannate. A parlarne con calma con due teologi (un prete e un laico) ho visto che l'(attuale!!!!) cattolicesimo non è una dottrina così estrema e la cosa mi ha rincuorato. Inoltre nei primi secoli "girava" la dottrina dell'apocatastasi (che si fondava su un passo della prima lettera ai Corinzi), dottrina condannata come eresia solo mi pare nel 500 o 600 d.c. (era sostentua, molto probabilmente, ad esempio da Gregorio di Nissa). La Chiesa cattolica oggi rifiuta questa dottrina perchè è un'altra forma di predestinazione e quindi si scontra col dogma del libero arbitrio.

Ergo: volendo si può discutere e litigare quanto si vuole. Ma ne vale davvero la pena farlo? Ho l'impressione che fin troppe discussioni sul cristianesimo su questo Forum andrebbero evitate perchè creano scontri e non chiaccherate serene. Anzi mi sono pentito anche di aver aperto il thread sui miei dubbi (che erano domande di un "esterno" più che dubbi....).

Comunque in linea di massima concordo con myfriend che molte "regole" che Paolo ha scritto sul comportamento sociale (es: sesso prima del matrimonio ecc) sono da capirsi nel contesto di chi si aspettava una "fine del mondo imminente" ed erano continuamente perseguitati. E spesso nelle lettere paoline si leggono frasi che invitano all'amore anche dei persecutori e si cerca di far prevalere l'amore perfino sulla Legge. L'errore vero e proprio, SECONDO ME, è stato quello fatto successivamente di eliminare troppi scritti di altri pensatori. Ma questa è un'altra storia. E sinceramente non mi interessa intervenire su queste cose. Se cercate risposte serie chiedete agli esegeti, ai teologi, ai biblisti ecc

P.S. Per la dottrina dell'inferno l'attuale posizione della Chiesa cattolica è più o meno questa: http://www.monasterodibose.it/fondatore/articoli/articoli-su-quotidiani/7304-inferno-quel-fuoco-acceso-dalla-nostra-liberta.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

jsebastianB

Citazione di: Apeiron il 09 Aprile 2017, 19:57:15 PM
A mio giudizio una discussione come questa serve a poco. Se uno vuole mettere in gioco le proprie certezze allora ok si possono analizzare i testi biblici e si può cercare di capirne l'autenticità e il significato. Ma se uno non vuole mettere in gioco le proprie certezze e dire all'altro "la realtà delle cose è così" senza un modestissimo "secondo me" allora la discussione è inutile e genera solo liti del tutto inutili che fanno perdere tempo. 
 

 

E pensa allora quanto è cambiato il mondo.. tanto da poter mettere in discussione non solo la dottrina ufficiale - ma altresi' lo stesso personaggio / che secondo i credenti / era "contemporaneamente uomo ( somatico ) e divino ( ovvero nientemeno che consustanziale al dioYahwè ).
Per 1770 anni anni guai a fiatare, guai a contestare, guai a criticare.. quello che veniva spacciato come assoluta e Unica verita' ! Il rogo era pronto per la "purificazione" dell' impenitente 

Quanto tu scrivi ( la bagarre.. ) in effetti si era GIA' verificata quasi subito dopo le perplessita' espresse - con un insolito coraggio (!) dal teutonico Reimarus - 
Fra i vari scrittori-studiosi, coloro che davano ( finalmente,  per loro ovviamente ) sfogo alla loro feroce avversione verso questo "opprimente e sanguinario" cristianesimo.. il piu' gentile ( se cosi' è possibile esprimersi) fu Ernest Renan.
Altri, al contrario, sfogandosi proprio contro questo ( per loro.. ovviamente) pseudo-dioIncarnato, in quanto reo di essere un mistificatore.. sul quale fu costituita - poi - l' imponente impalcatura teologica che conosciamo !
Altri invece ne negavano la stessa esistenza terrena.. paventando che fosse un dei vari miti creati dagli stregoni del sacro.. per ovvi interessi. 
Altri ancora negavano che fosse un israelita.. e cosi' via - ognuno dava la propria versione -
 
Questo per dirti che ormai ognuno puo' esprimersi "liberamente" - anche se non appartenete ad alcuna confessione.   
                                       ---------------------------
Tu scrivi : Se cercate risposte serie chiedete agli esegeti, ai teologi, ai biblisti ecc 


E infatti i commenti postati ( almeno parlo per me - ma sicuramente lo sara' anche per il forumista Myfrend che ha aperto la discussione..) sono desunti da autori sia di "parte" cosi' come quelli NON necessariamente allineati al dogma. Anzi sarebbe piu' produttivo non affidarsi esclusivamente ad autori apologetici.. questi presentano la solita minestra da catechismo... 

Ben diverso "DAL" Messia/Cristo Pneumatico ( ovvero il dioIncarnato per i credenti ) - lo Jesu-forschung tratta  proprio:
- il personaggio "storico" ( quello somatico ),
- il suo contesto storico, 
- del "perchè" cosi' viva era l' attesa messianica.. in quel particolarissimo momento, 
- per quale motivazione storica la sacra terra Promessa era sotto il tallone dell' invasore - politeista romano.. ecc.. eccc... 
- poteva mai un giudeo "di quel" tempo esprimersi COME riportano i sinottoci - o peggio - come lo       presenta l' autore del tardivo Libro /Giovanni ???

Domande che - ovviamente - nel  cristianesimo sono del tutto assenti ! 
 
Inoltre se pensi che fino a poco tempo fa - gli stessi vocaboli: 
- giudeo - ebreo - e/o israelita.. erano "nefasti" - peggio : indicibili per il cristianesimo. Quasi fosse una vergogna rammentare ai credenti che il "loro" dioIncarnato era un "giudeo" !!
  
Il "teologo " dissidente Hans kueng - seppur irriverente verso il sacro collegio Romano ( che si auto-spaccia come l' unico detentore dell' Assoluta verita' - sic! ) senza mezzi termini incolpa proprio la gerararchia catto-cristiana di aver inculcato - per secoli e secoli - il disprezzo verso l' etnia.. da cui sarebbe originato nientemeno che il Redentore /Salvatore del mondo !!

Infatti questo scomodo Kueng imputa al cristianesimo la responsabilita' norale  ( in quanto ideologia.. ) favorendo di fatto la tragedia dei Lager e dei forni crematore operati dai cristiani teutonici ! 

Che poi a partire da Giovanni XXIII - la chiesa catto-cristiana mostri il sorriso.. non inganni !

La storia è storia !  

E dunque interessante ( almeno x me ) la discussione e le diverse contrapposizioni su "questo" personaggio Storico !

myfriend

#49
@Apeiron

A mio giudizio una discussione come questa serve a poco. Se uno vuole mettere in gioco le proprie certezze allora ok si possono analizzare i testi biblici e si può cercare di capirne l'autenticità e il significato. Ma se uno non vuole mettere in gioco le proprie certezze e dire all'altro "la realtà delle cose è così" senza un modestissimo "secondo me" allora la discussione è inutile e genera solo liti del tutto inutili che fanno perdere tempo.

Prima di Galilei si pensava che l'universo ruotasse intorno alla Terra.
Galilei non ha detto: "secondo me" la Terra è un pianeta che ruota intorno al Sole. Galilei non ha espresso una sua "opinione". Ma ha elaborato il "metodo scientifico" ed ha affermato che la Terra è un pianeta che ruota intorno al Sole basandosi proprio sul "metodo scientifico".
Allo stesso modo, in questo 3d, non sto affermando delle cose "secondo me". Non sto esponendo una mia "opinione". Ma sto affermando delle verità scientifiche conseguenza della applicazione del metodo scientifico.

Storici e filologi che hanno analizzato i testi sacri utilizzando il metodo scientifico, hanno appurato una verità scientifica: la teologia di Paolo (teologia apocalitticista) era sbagliata. Ed era sbagliata perchè quanto lui aveva teorizzato NON SI VERIFICO'. Chi venne dopo di lui operò una colossale operazione di flasificazione per coprire questo errore e "aggiustò" la teologia paolina dandogli la forma che è giunta fino a noi e che è quella attualmente predicata dalle chiese cristiane.

Non accettare questa inoppugnabile verità scientifica è come affermare che non è vero che la Terra è un pianeta che ruota intorno al Sole.
La tesi contenuta in questo 3d NON E' una opinione. Ma è una evidenza scientifica. Una evidenza scientifica appurata e dimostrata dai numerosi scienziati (storici e filologi) che da 300 anni analizzano i testi per quello che sono e per quello che contengono. SENZA INTERPRETARLI, ma, semplcemente, analizzando il loro contenuto.

Quindi, in questo 3d non c'è nessun "secondo me" per il semplice motivo che qui stiamo parlando di "evidenza scientifica". E questa "evidenza scientifica" afferma: Paolo, che aveva interpretato la morte e risurrezione di Gesù all'interno della teologia apocalitticista, si era SBAGLIATO. Chi venne dopo di lui, invece di riconoscere l'errore, creò dei testi FALSI per aggiustare la teologia Paolina. Quindi il cristianesimo moderno si fonda su un ERRORE, quello di Paolo, e su delle MENZOGNE, quelle di chi venne dopo Paolo e "aggiustò" i testi per rimediare all'errore di Paolo.

Da ciò si deduce che la vita, la morte e la risurrezione di Gesù, che sono fatti appurati storicamente, NON HANNO ancora una interpretazione. Perchè l'interpretazione che ne diede Paolo (e gli evangelisti che si basarono sulle idee di Paolo) era SBAGLIATA.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

@jsebastian

Ovviamente condivido le tue osservazioni e conclusioni.

Tuttavia c'è un punto "debole" nelle tue conclusioni. Ed è quello relativo "all'antisemitismo".
E' vero quello che tu affermi e cioè che l'antisemitismo è nato all'interno del cristianesimo. Ma il tuo punto "debole" sta nel fatto che tu mostri solo una metà della questione, ignorando completamente l'altra metà.
E qual è l'altra metà? E' il fatto che gli ebrei e le gerachie religiose e politiche ebraiche furono i primi e i feroci persecutori dei primi cristiani.
Le persecuzioni operate dai romani e dai pagani sono successive.
Le prime e feroci persecuzioni contro i cristiani furono perpetrate dagli ebrei e dalle gerarchie ebraiche.
Questo fatto ha creato un forte risentimento tra i primi cristiani ed ha alimentato il clima di odio reciproco. Un clima di odio che è sfociato in violenza "fisica" e "ideologica" quando i rapporti di forze si sono ribaltati.
E quando si sono ribaltati i rapporti di forze? Quando il cristianesimo venne dichiarata religione di stato dell'impero romano.
Una volta che il cristianesimo arrivò al "potere", tutto il risentimento verso gli ebrei, accumulato a causa delle continue e ripetute persecuzioni subite dai primi cristiani da parte degli ebrei, potè liberamente sfociare nella "vendetta".

Questa non vuole essere una giustificazione, ovviamente. Ma una semplice lettura dei fatti.

Tutta l'intransigenza ebraica - come qualunque intransigenza operata da chi approfitta della sua momentanea posizione di forza - si è rivoltata contro gli ebrei stessi, una volta che gli ebrei hanno perso la loro predominante posizione di forza. Quando i cristiani divennero "posizione di forza dominante", si sono vendicati. E hanno liberato contro gli ebrei tutto l'odio accumulato in anni di persecuzioni subite.

L'odio genera odio. La violenza intransigente genera violenza intransigente.
Questo vale sempre e vale per tutti. Non solo per gli ebrei. E' una lezione di vita che l'umanità non ha ancora imparato, purtroppo.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

Citazione di: giona2068 il 09 Aprile 2017, 19:52:41 PM
Scusami sai, dopo tutto  sono addormentato, a tuo dire, tu vuoi salvare il mondo da te stesso, ma se il paradiso e l'inferno non esistono,  non esistono neanche per altri, per cui che rischio corre il mondo che a tuo dire dobbiamo salvare e da cosa?
La sfida che dici di avere d'avanti in cosa consiste?
Se non esiste l'inferno e il paradiso e satana, siamo liberi di fare quello che vogliamo, anche non salvare il mondo, tanto non esiste niente!
Scusami eh....ma questo tuo modo di vedere il mondo è proprio infantile.
E' un po' come quei bambini che "hanno paura di mamma e papà e fanno quello che dicono loro mamma e papà per paura". Ma se mamma e papà non ci sono, fanno quello che gli pare.
Questa è inconsapevolezza.

Apri gli occhi poichè tutto è sotto i tuoi occhi.
Non so quanti anni hai, ma se fossi in te mi porrei il problema di "crescere".
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

#52
Paradiso e inferno: una invenzione di Luca

Paolo pensava che fosse giunta la "fine dei tempi".
Tutta la sua teologia era basata su questo presupposto: il Giudizio finale era iniziato con la risurrezione di Gesù. La risurrezione di Gesù era il segno che era inizata la risurrezione generale dei morti che precedeva il Giudizio finale e l'instaurazione del Regno di dio. Per Paolo, la fine del mondo, col ritorno di Gesù e l'instaurazione del Regno di dio, era, quindi, imminente e sarebbe arrivata entro pochissimo tempo, quando lui era ancora in vita.
Abbiamo evidenza di questo analizzando le lettere autenticamente Paoline.
Questo era il fondamento della visione teologica di Paolo (apocalitticismo-ebraico) e questo fu il modo in cui Paolo lesse e interpretò la figura del Gesù storico, la sua missione, la sua vita, la sua morte e la sua risurrezione.

La visione teologica dell'apocalitticismo-ebraico (che era precedente a Paolo e si basava su concetti come: satana, il peccato, il giudizio finale, la venuta del messia-apocalittico, la guerra finale tra le forze del male e dio, l'instaurazione del Regno di dio, la "salvezza", la risurrezione dei morti) aveva il suo principale teorico nel profeta Daniele. Secondo questa visione teologica, la risurrezione dei morti sarebbe avvenuta quando il mondo era giunto al termine, cioè con il Giudizio finale di dio.

Paolo era convinto che il mondo fosse giunto al termine e che la risurrezione di Gesù segnava l'inizio della risurrezione generale dei morti che sarebbero stati sottoposti al Giudizio di dio; per questo Paolo definiva Gesù "i primi frutti della risurrezione" (1Cor 15, 20). Si tratta di una metafora presa in prestito dal mondo della agricoltura. I braccianti celebravano il primo giorno del raccolto dando una festa la sera stessa, proprio per commemorare i "primi frutti" del raccolto. E poi, dal giorno successivo, ci sarebbe stato il raccolto vero e proprio.

Per Paolo, Gesù era i "primi frutti della risurrezione" perchè con la risurrezione di Gesù era cominiciata la risurrezione "dell'ultimo giorno", quella del "giudizio finale", e, molto presto, tutti - tutti i morti, ovviamente - sarebbero risorti per essere giudicati dal Messia-apocalittico (Gesù) che sarebbe disceso dal cielo al suono delle trombe di Dio.
E' questa la ragione per cui Paolo riteneva che la fine fosse imminente e pensava di essere ancora vivo quando Gesù sarebbe tornato sulla terra per il giudizio finale (1Ts 4, 14-18).

Questa era la visione teologica di Paolo e questa fu la visione teologica adottata dai primi cristiani convertiti da Paolo e dalla chiesa cristiana "ortodossa" fin dalle sue origini. La visione teologica di Paolo condizionò gli evangelisti che vennero dopo di lui. Di fatto, tutti i vangeli (Marco, Matteo. Luca e Giovanni, scritti tra il 70dc e il 100dc) nacquero nell'ambito della visione teologica Paolina, si basarono sulle idee di Paolo e presentarono il Gesù storico basandosi tutti sulla teologia di Paolo.
Ma questa visione era SBAGLIATA.
Perchè era SBAGLIATA? Perchè la fine imminente (che era il perno attorno al quale ruotava tutto il pensiero di Paolo) non si è verificata.
Tale visione venne, quindi, corretta alla fine del I secolo - dopo la morte di Paolo - e, tale correzione, la possiamo trovare nelle FALSE lettere di Paolo - e di altri apostoli - e nei vangeli.


Il paradiso e l'inferno per Paolo

La Storia umana, per Paolo, era divisa in due fasi ben distinte: una realtà prima del Giudizio e una realtà dopo il Giudizio.

La realtà prima del Giudizio era organizzata su tre livelli:

- il SOPRA: il cielo, il Paradiso, la dimora di Dio (e di Satana), di Gesù e di figure particolari che, dopo morti, per la loro santità erano ascese direttamente al cielo: i profeti (Elia etc), Abramo e Mosè.
- la TERRA: il luogo sotto il temporaneo potere del peccato (satana)
- il SOTTO: le viscere della terra, la dimora dei morti, che erano in attesa di essere risuscitati per essere sottoposti al Giudizio.

La realtà dopo il Giudizio (i cieli nuovi e la terra nuova dopo la resurrezione dei corpi) era organizzata su due livelli:

- il SOPRA: il cielo, il Paradiso, la dimora di Dio.
- il SOTTO: la terra nuova, in cui avrebbero trovato posto il Regno di Dio governato da Gesù (per i giusti) e l'Inferno (la Geenna) nel quale avrebbero trovato dimora - nel supplizio del fuoco eterno - satana e i peccatori che, in vita, si erano lasciati sedurre da satana.

Per Paolo, quindi, l'inferno e il Regno di dio erano due realtà che si sarebbero instaurate sulla Nuova Terra SOLO DOPO l'utlimo giorno. Cioè dopo il ritorno di Gesù, la risurrezione dei morti e il giudizio.
Per Paolo, non esisteva un giudizio intermedio in attesa del ritorno di Gesù e del Giudizio finale. I morti, cioè, erano in una specie di Limbo in attesa della risurrezione e del Giudizio finale. E solo dopo tale Giudizio i peccatori sarebbero finiti all'inferno e i giusti nel Regno di dio.


La teologia di Marco e Matteo sull'imminente ritorno di Gesù e l'avvento del Regno

Marco e Matteo (i primi due vangeli in ordine di tempo) avevano una visione teologica identica a quella di Paolo; la loro visione teologica era ereditata totalmente dalla teologia di Paolo. I vangeli di Marco e Matteo, infatti, si basano tutti sull'imminente "fine dei tempi" e sull'imminente avvento del Regno di Dio

Queste sono le frasi inserite da Marco nel suo vangelo, che Matteo copia integralmente:

Marco
- «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».
- E diceva loro: «In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza».
- In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute.

Matteo
- Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
- «In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno».
- In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada.


Queste sono le frasi inserite da Matteo nel suo vangelo per chiarire la teologia del Regno di Dio e il modo in cui il Regno verrà instaurato sulla Terra. Va precisato che il Gesù storico non disse mai queste cose. Queste erano le idee di Matteo, era la sua interpretazione della figura storica di Gesù. Gli evangelisti costruirono e inventarono dialoghi e parabole per presentare il Gesù storico secondo quella che era la loro interpretazione del Gesù storico:

[36]Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». [37]Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. [38]Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, [39]e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. [40]Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. [41]Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità [42]e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. [43]Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!


La modifica dei vangeli alla fine del I secolo

Quando alla fine del I secolo, ci si rese conto che la teologia Paolina della fine del mondo imminente e dell'imminente instaurazione del Regno di Dio era un ERRORE  si pose mano all'opera di Restyling della teologia Paolina. Vennero scritte le FALSE lettere di Paolo e vennero modificati i vangeli.

Nei vangeli di Marco e Matteo venne inserita da uno scriba ignoto, la famosa frase nel discorso escatologico di Gesù a Gerusalemme, al fine di correggere ed adeguare la teologia alla mutata situazione storica. La famosa frase è questa:

- Marco (13, 10): Ma prima è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le genti.
- Matteo (24, 14): Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine.

I due versetti incriminati sono un'alterazione del testo originale dei vangeli per tre motivi:

1- In Marco, il versetto è stato inserito all'interno della frase in cui si parla delle persecuzioni. E' una aggiunta completamente avulsa dal contesto del discorso, che spezza il discorso stesso. Se si toglie il versetto, il discorso fila liscio e ha un senso compiuto.
In Matteo, invece, la frase viene inserita alla fine del discorso, in una posizione più logica.

2- Il versetto è in netto contrasto con quanto affermato altrove. Come traspare chiaramente in più punti, la teologia di Marco e Matteo si basa sulla fine imminente. Tale versetto è in netto contrasto con la visione teologica dei due vangeli ed è quindi una aggiunta posteriore.

3- Luca (cap. 21) copia il racconto escatologico da Marco. Luca scrive il suo vangelo circa 15 anni dopo quello di Marco. E nel testo di Luca il versetto incriminato non compare. Ciò significa che Luca, mentre scriveva il suo vangelo, aveva tra le mani una copia del vangelo di Marco in cui quel versetto non c'era. Il versetto venne inserito alla fine del I secolo sia in Marco che in Matteo, proprio quando fu rielaborata la teologia del giudizio imminente. Come mai, allora, non venne modificato anche il vangelo di Luca con l'aggiunta della stessa frase? Per il semplice motivo che il vangelo di Luca nella sua interezza era già, come vedremo, un modifica alla originaria teologia Paolina. E, quindi, non aveva bisogno di quella frase aggiunta nel discorso escatologico di Gesù.


Il vangelo di Luca: la prima modifica della teologia Paolina e l'invenzione del paradiso e dell'inferno nell'aldilà

Luca scrive il suo vangelo intorno all'85dc, quindi quasi 30 anni dopo le lettere di Paolo e 15 anni dopo il vangelo di Marco.
Come ho già detto in precedenza, Luca si inserisce nella visione apocalitticista di Paolo ma con una sostanziale differenza: Luca è il primo degli evangelisti a teorizzare che la fine del mondo non fosse imminente.

La sua visione teologica è ben documentata negli Atti degli Apostoli (At 1,6-8):
[6]Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». [7]Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, [8]ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».

Per Luca, prima della fine, c'era un lavoro da fare: propagandare la buona novella fino agli estremi confini della terra. E solo dopo sarebbe giunta la fine con la risurrezione dei morti e l'avvento del Regno.
Egli, infatti, scrive gli Atti degli Apostoli proprio per documentare questa opera missionaria.

Ma la visione teologica di Luca si spinge ancora oltre. Per Luca, con la presenza di Gesù sulla Terra, si apre, di fatto, l'epoca del Regno "qui e ora". Cioè, con la prima venuta di Gesù, il Regno è già presente, anche se assumerà la sua forma definitiva (quella prevista da Paolo) solo con il ritorno di Gesù e con il Giudizio finale.

Luca, infatti, fa dire a Gesù (Lc 17,21):
[20]Interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», rispose: [21]«Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!».

Luca è il primo evangelista ad affermare: "Il Regno è già qui, in mezzo a voi".
E segna una prima mutazione teologica rispetto ai suoi predecessori Paolo, Marco e Matteo.
Quindi, quando Luca copia Marco per scrivere il suo vangelo, modifica i brani originari di Marco proprio per far trasparire questa sua nuova visione teologica.

Vediamo le differenze paragonando il testo di Luca rispetto ai paragrafi di Marco.

Marco (Mc 1,15): «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».
Luca (Lc 4,20): Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. [21]Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».

Marco fa iniziare l'attività pubblica di Gesù con l'affermazione "il regno di Dio è vicino". Luca, quella frase, non la cita nemmeno e fa iniziare l'attività pubblica di Gesù nella sinagoga di Nazaret (dopo il battesimo e dopo le tentazioni nel deserto - episodi che copia da Marco) facendogli affermare: "Oggi si è adempiuta questa scrittura". Quello che per Marco è "vicino", per Luca è "oggi".

Marco (Mc 9,1): E diceva loro: «In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza».
Luca (Lc 9,27): [27]In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio».

Luca toglie la frase "venire con potenza". La toglie perchè pensava che il regno non dovesse "venire in un futuro prossimo", ma fosse già presente qui e ora.

Marco (Mc 14,62): Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?». [62]Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».

Luca (Lc 22,69): Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio».

Luca non dice, come fa Marco, "vedrete il Figlio dell'uomo venire con le nubi del cielo" in un prossimo futuro. Ma dice che tutto avviene "da questo momento".
Luca sa benissimo che il sommo sacerdote non vivrà abbastanza da vedere il Figlio dell'uomo venire nella sua gloria per portare la fine del mondo. Nella sua versione del paragrafo Gesù non fa una profezia, ma parla al presente.

Altre differenze nella narrazione di Luca vanno nella stessa direzione.
Per esempio, soltanto in Luca Gesù racconta la parabola delle monete, proprio per disilludere quanti pensavano che "il regno di dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro" (Lc 19,11).

Nella sua rielaborazione della teoloiga Paolina, Luca si pose anche il problema di rispondere alla seguente domanda: visto che il giudizio finale non è più così imminente, cosa succede ai "giusti" dopo la morte? Secondo Paolo, infatti, tutti i morti (giusti e peccatori) stavano in un limbo in attesa del Giudizio finale e della risurrezione e solo dopo la risurrezione si sarebbero creati il Regno di Dio, per i giusti, e l'Inferno per i peccatori.

Per Luca, invece, non era così. Per Luca, in attesa del Giudizio finale, dell'instaurazione del Regno e dell'Inferno sulla Terra, nell'aldilà c'era già una anticipazione di quello che sarebbe accaduto dopo il Giorno del giudizio. Nell'aldilà, quindi, le "anime" vivevano già una anticipazione di quello che sarebbe accaduto dopo il giorno del Giudizio finale.

Lc 16,19-31: [19]C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. [20]Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, [21]bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. [22]Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. [23]Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. [24]Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. [25]Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. [26]Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. [27]E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, [28]perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. [29]Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. [30]E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. [31]Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi».

E fu così che Luca inventò il "paradiso" e "l'inferno" nell'aldilà, in attesa che si realizzassero, nel giorno del Giudizio finale, Il Regno e l'Inferno sulla Terra.
La visione teologica di Luca si può sintetizzare così: tutto ciò che avverrà nel futuro dopo il Giudizio finale, ha già una sua anticipazione "qui e ora". Questo vale per il Regno e per l'inferno futuri, ed anche per il Giudizio finale che ha già una sua anticipazione al momento della morte delle persone. Per Luca, tutte le cose che Paolo aveva previsto che dovessero accadere in un futuro prossimo e imminente, avevano una loro anticipazione "già ora" nel presente. Questo perchè, per Luca, la "fine dei tempi" teorizzata da Paolo non era più così imminente come Paolo credeva.
Con Luca, quindi, nasce la visione teologica del "doppio Giudizio". Il primo è quello che si subisce dopo morti, con il quale si ha già ora nell'aldilà una anticipazione di ciò che avverrà col secondo Giudizio, quello della fine dei tempi, che instaurerà il Regno di dio e l'inferno sulla Terra.

Non c'è che dire: i primi teologi cristiani non mancavano certo di fantasia!
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

giona2068

Citazione di: myfriend il 10 Aprile 2017, 11:36:10 AM
Citazione di: giona2068 il 09 Aprile 2017, 19:52:41 PM
Scusami sai, dopo tutto  sono addormentato, a tuo dire, tu vuoi salvare il mondo da te stesso, ma se il paradiso e l'inferno non esistono,  non esistono neanche per altri, per cui che rischio corre il mondo che a tuo dire dobbiamo salvare e da cosa?
La sfida che dici di avere d'avanti in cosa consiste?
Se non esiste l'inferno e il paradiso e satana, siamo liberi di fare quello che vogliamo, anche non salvare il mondo, tanto non esiste niente!
Scusami eh....ma questo tuo modo di vedere il mondo è proprio infantile.
E' un po' come quei bambini che "hanno paura di mamma e papà e fanno quello che dicono loro mamma e papà per paura". Ma se mamma e papà non ci sono, fanno quello che gli pare.
Questa è inconsapevolezza.

Apri gli occhi poichè tutto è sotto i tuoi occhi.
Non so quanti anni hai, ma se fossi in te mi porrei il problema di "crescere".
Grazie per il bambino, volesse il cielo che lo fossi veramente, ma ci sono anche bambini  che quando la mamma e il papà non ci sono fanno la volontà dei genitori per amore/fiducia.
Purtroppo quando apro gli occhi vedo solo persone come te che credono di vedere ma sono orbi e quando riescono a guidare qualcuno finiscono entrambi nella fossa!
In ogni caso faresti bene a spiegare cosa voglia dire secondo te crescere anche se il cristiano deve decrescere per tornare dolce, umile mite e buono di cuore.   

PS
Non credere che stia dialogando con te, sto solo cercando di non lasciarti ingannare chi legge i tuoi post!

Freedom

Ho dovuto eliminare qualche post perché non rispettoso del Regolamento. Al quale vi prego di attenervi scrupolosamente per non incorrere in sanzioni più incisive.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

myfriend

#55
Il vangelo di Giovanni: Gesù diventa dio

Il cristianesimo è nato nell'ambito dell'ebraismo.
Gesù era un ebreo. I suoi discepoli erano ebrei. Paolo era un ebreo.
Per gli ebrei, dio era UNO. E mai un ebreo del I secolo avrebbe potuto concepire l'idea di un uomo che era dio. Era un concetto totalmente estraneo all'ebraismo del I secolo.
Come mai, allora, alla fine del I secolo Gesù venne trasformato in dio?

Per rispondere a questa domanda occorre fare delle premesse.

Il Messia per gli ebrei del I secolo

Nella teologia dell'ebraismo, il Messia è la figura centrale.
Ci sono molti modi per intendere la figura del Messia. Ma per gli ebrei del I secolo, il Messia atteso sarebbe dovuto essere un Re-condottiero discendente del Re Davide. Il Messia avrebbe dovuto ricostituire e riunificare il Regno di Israele, combattendo e sconfiggendo l'invasore romano. L'ebraismo del I secolo era una "teocrazia". Cioè il sovrano - potere politico - doveva fare la volontà di dio e applicare la Legge di Mosè. Nell'ebraismo del I secolo, il potere politico non era separato dalla religione. Nell'ebraismo del I secolo, il Re doveva essere "scelto da dio" e doveva compiere la "volontà di dio", cioè far rispettare la Legge di Mosè che sanciva la sacra alleanza tra dio e il suo popolo.

Questa era la figura del Messia atteso dagli ebrei del I secolo: un potente Re e condottiero che avrebbe ricostituito il Regno di Israele (il Regno di dio), che avrebbe sconfitto militarmente i popoli nemici di Israele e avrebbe costituito il Regno di dio, cioè un regno in cui vigeva la Legge di dio. La Legge data da dio a Mosè.  
Il Messia, quindi, era un Re-condottiero - discendente del Re Davide - scelto da dio (l'unto di dio - Cristo in greco) che avrebbe compiuto la volontà di dio in Terra (il "Figlio di dio").
Il termine "Figlio di dio" che si ritrova nei vangeli, non voleva assolutamente signifcare che il Messia era esso stesso dio. Il termine "Figlio di dio" nella cultura ebraica era un attributo del Messia e significava "il Re scelto da dio che avrebbe realizzato e compiuto il volere di dio instaurando il Regno di dio sulla Terra".

La teologia apocalitticista del profeta Daniele e il Messia-apocalittico

La teologia apocalitticista - quella utilizzata da Paolo per inquadrare la figura del Gesù storico - si rifà al profeta Daniele. Fu il profeta Daniele a introdurre il termine "Figlio dell'uomo" utilizzato nei vangeli.
Nella visione apocalitticista, il Regno di Israele (Regno di dio) non sarebbe stato ricostituito con una guerra e con una operazione militare. Ma sarebbe stato realizzato con un intervento diretto di dio nella storia. Dio, con un evento cosmico distruttivo (l'Apocalisse), avrebbe distrutto satana e le forze del male (compresi gli oppressori romani) e avrebbe costittuito il suo Regno con a capo il Messia-apocalittico e il Messia-apocalittico avrebbe giudicato i vivi ed i morti che sarebbero stati risuscitati per essere sottoposti al Giudizio.
Questo è il signifcato del termine "Figlio dell'uomo" introdotto da Daniele e utilizzato nei vangeli. Un termine che si rifà al profeta Daniele e alla teologia apocalitticista del profeta Daniele e che significa: un Messia-apocalittico che avrebbe sconfitto satana e avrebbe costituto il Regno di dio dopo l'intervento cosmico e distruttivo di dio (Apocalisse) e dopo il Giudizio dei vivi e dei morti risuscitati.

Questo è fondamentale. Per Paolo e per gli evangelisti, Gesù era il Messia (cioè il Cristo, il "figlio di dio" discendente del Re Davide), ma non secondo l'accezione ebraica "ortodossa", ma secondo l'accezione apocalitticista introdotta dal profeta Daniele. Cioè Gesù era il Messia-apocalittico, Daniele lo chiama "Figlio dell'uomo", che sarebbe arrivato dopo il Giudizio finale di dio per instaurare il Regno di dio sulla Terra. Il Messia-apocalittico, quindi, era il Re che avrebbe regnato sul Regno di dio, ma non era un condottiero militare e non avrebbe dovuto condurre nessuna guerra, perchè sarebbe stato direttamente dio a sconfiggere il male e gli oppressori di Israele (i romani) con un evento cosmico distruttivo che va sotto il nome di Apocalisse.  

Ma che natura aveva il Messia-apocalittico?
Il Messia-apocalittico era un essere soprannaturale, che avrebbe dovuto sconfiggere la Morte e il potere di satana. Nella visione apocalitticista anche satana era un essere soprannaturale (il principe del Male a capo del Regno del Male presente nel mondo). E il Messia-apocalittico era un essere soprannaturale (il "Signore") di natura simile a dio, ma non esso stesso dio. Per combattere contro satana e sconfiggere satana era necessario un essere che avesse una natura pari a quella di satana. Un essere, cioè, che come satana, provenisse anche lui dal cielo, cioè dal "mondo soprannaturale" al quale satana apparteneva e dal quale satana operava.

E' per tutti questi motivi che Paolo, quando si convinse della risurrezione di Gesù e si convertì sulla via di Damasco, cominciò a inquadrare Gesù nella visione apocalitticista. Paolo pensava che Gesù fosse il Messia-apocalittico profetizzato da Daniele (il "Figlio dell'uomo") e interpretò la risurrezione di Gesù come l'inizio della battaglia cosmica tra dio e le forze del male. Interpretò la risurrezione di Gesù come l'inizio della risurrezione generale dei morti, come l'inizio del Giudizio finale, come l'inizio dell'Apocalisse profetizzata dal profeta Daniele.

Fine del I secolo: Gesù diventa dio e il Regno di dio è nell'aldilà

Quando verso la fine del I secolo ci si rese conto che la "fine imminente" propagandata da Paolo non si era varificata, nelle comunità cristiane scoppiò la delusione. Molti credenti pensavano di essere stati ingannati e cominciarono a sorgere visioni teologiche alternative (gnosticismo cristiano).
I teologi cristiani "ortodossi" - quelli che abbracciavano la visione teologica di Paolo - cominciarono, quindi, l'operazione di "restyling" della teologia Paolina. Come ho già detto, il primo fu Luca.
Ma colui che portò a compimento l'operazione di restyling fu Giovanni.

Il vangelo di Giovanni (che in realtà non fu scritto dal discepolo Giovanni figlio di Zebedeo), fu l'ultimo dei vangeli. Venne scritto intorno al 95dc, quando ormai la maggior parte dei cristiani erano pagani convertiti che venivano dalla cultura ellenistica.
Nel vangelo di Giovanni scompare del tutto la figura di Gesù come Messia-apocalittico. Scompare del tutto la predicazione del "Regno di dio" imminente. Nel vangelo di Giovanni tutta la teologia apocalitticista ebraica viene rielaborata e riadattata secondo la cultura ellenistica.

1- Gesù diventa dio e presenta se stesso come dio, come il dio-figlio venuto dal cielo.
2- Il Regno di dio "non è di questo mondo", ma diventa un Regno spirituale e soprannaturale di cui Gesù-dio risorto è il Messia-Re.
3- La risurrezione e la vita eterna diventano un fatto principalmente spirituale che avviene già nell'aldilà, dove sta il Regno di dio che è una dimensione essenzialmente spirituale già presente qui e ora, e che nell'aldilà è il "paradiso". Chi ha fede in Gesù non conoscerà mai la morte, ed anche se è morto, vive nell'aldilà e non andrà incontro all'ira divina nel giorno del Giudizio.
4- Il Giudizio finale con la risurrezione dei corpi viene sfumato, diventa un fatto del tutto secondario e non più centrale e viene collocato in un "ultimo giorno" vago e lontano.

Dopo la morte di Paolo, la originaria teologia apocalitticista che si basava sul ritorno imminente di Gesù, col Giudizio finale, la risurrezione dei morti e la instaurazione del Regno di dio sulla Terra, venne lentamente modificata e vennero modificati i concetti sui quali si basava: il Regno di dio non è più una realtà futura sulla Terra, ma è già qui e ora ed è una realtà spirituale che abbraccia sia il "qui e ora" che l'aldilà; la risurrezione e la vita eterna iniziano già nell'aldilà, il Giudizio finale e la risurrezione dei morti vengono spostati a un "ultimo giorno" in un futuro lontano e indefinito e diventano un fatto secondario.
Paolo, Marco, Matteo e Luca, che propagandavano la teologia apocalitticista (anche se Luca l'aveva modificata con la teoria del "doppio Giudizio"), sostenevano una visione dualista del mondo, secondo cui questa epoca apparteneva alle forze del male, mentre l'epoca a venire - con l'avvento del Regno - apparteneva a dio. Nel vangelo di Giovanni questo dualismo non ha più una dimensione temporale (l'età presente e l'età futura), ma spaziale (questo mondo e il mondo che è sopra). Coloro che sono del mondo superiore (rinascono dall'alto) appartengono a dio, quelli che sono del mondo inferiore appartengono a satana. Come si può appartenere al mondo superiore e rinascere dall'alto? Credendo in colui che è venuto da quel mondo, e cioè Gesù che Giovanni presenta come dio. Quindi in questo vangelo, il proclama di Gesù non è più un appello apocalittico a pentirsi di fronte alla prospettiva di un imminente Giudizio e dell'imminente avvento del Regno; ma è un appello a credere in colui che è stato inviato dal cielo per avere vita eterna a partire già da ora e per poter entrare nel Regno che è una realtà presente già qui e ora e che abbraccia anche l'aldilà. Giovanni, quindi, presenta una teologia e un Gesù storico completamente de-apocalitticizzati e segna il completamento di quella mutazione teologica che era già iniziata con Luca una decina di anni prima.

La teologia di Giovanni, che rivede e corregge la teoloiga di Paolo, era avversata e contrastata dallo stesso Paolo quando questi era ancora in vita. Si legge, infatti, nella Seconda lettera a Timoteo:

[16]Evita le chiacchiere profane, perché esse tendono a far crescere sempre più nell'empietà; [17]la parola di costoro infatti si propagherà come una cancrena. Fra questi ci sono Imenèo e Filèto, [18]i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione è gia avvenuta e così sconvolgono la fede di alcuni...... [23]Evita inoltre le discussioni sciocche e non educative, sapendo che generano contese. [24]Un servo del Signore non dev'essere litigioso, ma mite con tutti, atto a insegnare, paziente nelle offese subite, [25]dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità [26]e ritornino in sé sfuggendo al laccio del diavolo, che li ha presi nella rete perché facessero la sua volontà

Per Paolo, pensare che la risurrezione fosse già avvenuta in senso spirituale (da vivi o da morti), era una deviazione dalla verità. Per Paolo, l'autore del vangelo di Giovanni era un "oppositore" catturato dal laccio del diavolo perchè facesse la sua volontà. :D


Che dire di tutto ciò?
Beato chi ci crede davvero.  :D
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Fharenight

:)
Oh mamma che papiri con quest'altro!  Myfriend, Amicomio, Dici e ridici e ripeti le stesse frasi in maniera stucchevole.
Mi sembri come il bambino che ha appena scoperto che la vecchia e magica Befana in realtà sono mamma e papà e corre dai suoi amici a rivelarlo tutto soddisfatto credendosi furbo per poi scoprire che i suoi amici lo sapevano già. Cosa credi, che solo tu hai fatto queste osservazioni? E pensi che la fede in generale, e di certi credenti in particolare, possa smontarsi cosí facilmente? Coi toni tra l'altro poco gentili e presuntuosi che utilizzi? Non è con l'aggressività che si trasmette qualcosa che possa entrare nel cuore degli altri, sí, perché ciò che vogliamo comunicare si veicola col pensiero ma si consolida  col cuore. Bisogna saper trasmettere con pacatezza e genuinità anche emozioni e sentimenti per riuscire a far cogliere agli interlocutori l'essenza e l'essenziale.

myfriend

Citazione di: Fharenight il 11 Aprile 2017, 12:37:52 PM
:)
Oh mamma che papiri con quest'altro!  Myfriend, Amicomio, Dici e ridici e ripeti le stesse frasi in maniera stucchevole.
Mi sembri come il bambino che ha appena scoperto che la vecchia e magica Befana in realtà sono mamma e papà e corre dai suoi amici a rivelarlo tutto soddisfatto credendosi furbo per poi scoprire che i suoi amici lo sapevano già. Cosa credi, che solo tu hai fatto queste osservazioni? E pensi che la fede in generale, e di certi credenti in particolare, possa smontarsi cosí facilmente? Coi toni tra l'altro poco gentili e presuntuosi che utilizzi? Non è con l'aggressività che si trasmette qualcosa che possa entrare nel cuore degli altri, sí, perché ciò che vogliamo comunicare si veicola col pensiero ma si consolida  col cuore. Bisogna saper trasmettere con pacatezza e genuinità anche emozioni e sentimenti per riuscire a far cogliere agli interlocutori l'essenza e l'essenziale.
Invece di preoccuparti di cosa dovrebbero scrivere gli altri e di come dovrebbero scrivere gli altri, fossi in te, mi atterrei ai fatti.
Mi è stato chiesto di dimostrare quanto ho affermato nel post di apertura del 3d, e l'ho fatto. Col mio stile.  :D
Non ti piace? Me ne farò una ragione.  ;)
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

jsebastianB

Citazione di: myfriend il 08 Aprile 2017, 21:38:59 PMIl punto di questo 3d non è se credere o no alla morte e risurrezione di Gesù. Ma è se credere o no alla interpretazione - o lettura teologica - che Paolo ha dato della morte e risurrezione di Gesù. - - - -   

Proprio questi sono i suoi 2 (due) pilastri dottrinali sui quali - egli - costituisce il "suo" vangelo.
Prima di lui infatti ancora nessuno ( ! ) aveva dato una specifica ed esauriente MOTIVAZIONE sul significato di " quella" morte-crocefissione  +   "quella" resurrezione !!

Per Barbaglio, R. Penna.. cosi' come altri studiosi ( almeno quello che sono riuscito a leggere / perchè tu sai come sterminata è la letteratura..) proprio dalla morte-crocefissione (!)  bisogna partire per "comprendere" la dottrina del nascente cristianesimo.
Questa espressione è la stessa (!) sia per il docente catto-cristiano R.Penna che per il teologo protestante O. Culman..
Perchè mai è venuto quaggiu' colui che (poi) diventera' la nuova entita' divina..?
Quale funzione / missione doveva svolgere ?
Perchè "proprio" in quel determinato momento storico ?

Se dunque ( cosi' spiegano gli "specialisti") i fuoriusciti fuggiaschi, ovvero i cristiani-giudei perseguitati dagli zeloti, annunciavano sempre e SOLO che il loro Rabbi era morto.. era (poi) risorto e - ora - siede alla destra del dioYhawè - purtuttavia NON davano alcuna spiegazione del perchè la sua presenza quaggiu' e soprattutto cosa voleva mai significare il suo sacrificio !  

L' enigma è stato svelato proprio da Saulo di Tarso - un ebreo della diaspora imbevuto di "ellenismo" !

Da ex zelante..eccc.. eccc... egli si presenta come il PRE-scelto, il "chiamato", il (piu') privilegiato degli individui dal dioYhawè per poter svolgere la piu' sublime delle missioni.. divulgare al mondo quel mistero occultato sin dall' inizio della creazione e SOLO a lui rivelato !
 
Si trattava dell' esistenza del figlio divino colui che, secondo l' insondabile progetto del dioYahwè, doveva immolarsi per la Redenzione universale.
Ora il geniale di Tarso, per far apparire come autorevole fosse la sua missione, si presenta come colui che fu Individuato, PRE-scelto, chiamato.. sin dal grembo materno, proprio dal dioahwè.
Era l' insolita appropriazione di passi altrui.. operata con la collaudata tecnica del copia-incolla. In effetti GIA'nelle Scritture altri personaggi fanno intendere questa "scelta" divina.. prima ancora di nascere ( Ger. 1.5 - Isaia 49.1 ) - cosi' sarebbe stato "anche" per l' autobeatificatosi apostolo ( Gal. 1.15 ).. eccc...
Ora, investito da questa particolarissima benevolenza del dioYahwè il Tarso annuncia la sua visione, interpretando quella Motivazione crocefissione-resurrezione..
Perchè dunque la venuta quaggiu' del figlio divino ?
Il compassionevole dioYahwè, seppur ancora adirato per quel "fantasioso" Primo Adam, manifesto' la sua sconfinata amorevolezza verso la discendenza adamitica.. e:  - quando giunse la pienezza del tempo mando' Suo figlio - nato da donna, nato sotto la Torah....

Vien fatto notare che comunque l' iniziativa ( della ri-conciliazione) NON è partita dal devoto MA dallo stesso dioYahwè.. proprio quale atto dimostrativo della sua com-passione  verso quella  "perduta" ( tradotto: condannata) umanita' ( discendenza adamitica) !

Da qui la domanda: inviato e/o mandato quaggiu' per fare che cosa ??

Scopo primario della venuta del divin figlio era per essere immolato (!), per essere sacrificato, per "donarsi" all' intera umanita'.
Questa in effetti era prigioniera, incatenata dal maligno e dunque incapace, con le sue proprie forze, di svincolarsi, di liberarsi dalle imperanti forze demoniache. Da qui quel fatidico quanto provvidenziale apporto del dioYahwè..
Dunque con quell' atto, quel sacrificio, quella passione, quella morte, quella crocefissione - per il nuovo credente " significava " ottenere:
- il  Riscatto ( il cui "Prezzo"  era rappresentato dal prezioso sangue versato..),
- la Riconciliazione , con il "burbero" dioYahwè,
- la  Redenzione, la Giustificazione, e infine l' agognata Liberta' -

Questa, in estrema sintesi, il "valore" (!) che rappresentava quella morte-crocefissione ( sempre secondo il  grande dottrinario ).. e che i vari studiosi/biblisti/teologi, esegeti.. eccc... considerano come il Punto di partenza (!), il mitivo fondante, la "specificita' propria della Nuova religione !  
Cio' spiega la ricorrente preposizione "PER" usata dal Tarso nel senso: a favore di a motivo di:
- Per me - Per noi - Per voi - Per gli empi - Per i peccati - Per l' ekklesia.. eccc.. eccc.. - questi sono i continui e ripetuti passi del Tarso !
Il docente ordinario del N.T. della Lateranense R. Penna rimarca spesso quanto sia determinante questo "PER" - essendo esso IL vero nocciolo (!) di tutto quello che POI si evolvera'  nel corso del tempo successivo.  
Solo dopo - avverra' la seconda tappa, il secondo pilastro dottrinario.. ovvero cosa rappresenterebbe quella strabiliante, indescrivibile ed irripetibile resurrezione ??

Se dunque nel passato si "sarebbero" verificati altri ritorni in vita di ex cadaveri ( Elia - Eliseo, quelli dello stesso Rabbi..) - purtuttavia QUESTA era speciale -  Unica !
Per il Tarso questo sconvolgente ritorno in vita del (suo) Messia/cristo sarebbe avvenuto tramite la potenza del dioYahwè / e per questo motivo vien usato il verbo usato al "passivo" ( E' STATO resuscitato !) come dire Non per azione propria - MA tramite l' intervento "esterno".

Purtuttavia NON si trattava di un RI-torno in vita come quelli del passato ( es. Lazzaro - il cui corpo era ritornato "somatico" ) MA di una Trasformazione / con un corpo PNEUMATICO, spirituale, celeste !

Questo voleva anche significare l' Inizio di una Nuova era per l' umanita' ! E pertanto "questa" specifica resurrezione aveva il VALORE della mitica quanto agognata "salvezza". -  Per il Tarso solo il credente NEL  Messia/Cristo Pneumatico aveva la possibilita' di ottenere la stessa resurrezione - "come" l' Ultimo Adam, ovvero essere come "lui" glorificati.. ecc...

Se alla morte-crocefissione valeva la preposizione PER - ora si caratterizza per l' uso della preposizione "IN" ( in Cristo,, Nel Cristo.. ecc.. ) proprio per significare quanto quella resurrezione doveva rappresentare l' agognata "salvezza" !
A parte la mancata "Parusia" - questi sono i DUE principi fondanti della Nuova costituenda Nuova religione - POI - implementati da altrettanti principi dottrinari, quali: incarnazione, trinita', verginita', consustanzialita', purgatorio, inferno, trans-sustanziazione, due nature due volonta', paradiso.. eccc.. eccc... eccc...eccc....


- R. Penna - DNA del cristianesimo / edit. Paoline
- R. Penna - cristianesimo possibile / edit. Paoline
- O. Cullman - Introduzione al N.T. / edit. Il Mulino
- Karl H. Schelkle - Paolo _ vita, lettere, teologia / edit. Paidea
- P. Verhoen - L' uomo Gesu' / edit. Marsilio
- Jean Petifils - Gesu', la ricerca storica / edit. Paoline
- G. Girardet - Gesu' nella storia / edit. Claudiana      
- H. Blom - Yahwè e Gesu' _ frattura tra ebraismo e cristianeimo / edit. Rizzoli

InVerno

Citazione di: Fharenight il 11 Aprile 2017, 12:37:52 PM
:)
Oh mamma che papiri con quest'altro!  Myfriend, Amicomio, Dici e ridici e ripeti le stesse frasi in maniera stucchevole.
Mi sembri come il bambino che ha appena scoperto che la vecchia e magica Befana in realtà sono mamma e papà e corre dai suoi amici a rivelarlo tutto soddisfatto credendosi furbo per poi scoprire che i suoi amici lo sapevano già. Cosa credi, che solo tu hai fatto queste osservazioni? E pensi che la fede in generale, e di certi credenti in particolare, possa smontarsi cosí facilmente? Coi toni tra l'altro poco gentili e presuntuosi che utilizzi? Non è con l'aggressività che si trasmette qualcosa che possa entrare nel cuore degli altri, sí, perché ciò che vogliamo comunicare si veicola col pensiero ma si consolida  col cuore. Bisogna saper trasmettere con pacatezza e genuinità anche emozioni e sentimenti per riuscire a far cogliere agli interlocutori l'essenza e l'essenziale.
Per una volta sono d'accordo con Fharenight, o almeno parzialmente. Chi ha a cuore un determinato strato della realtà (quello impropriamente detto "scientifico", ma che in questo caso forse dovrebbe chiamarsi filologico) ha già operato determinate scelte esistenziali e morali. Per tutti gli altri è tempo fondamentalmente perso, innanzitutto perchè la religione in prima istanza è un lessico del proprio costrutto esistenziale. Se uno si abitua a chiamare determinate pulsioni o emozioni utilizzando il lessico religioso, è tempo perso dimostrare che queste entità confliggono nei testi, perchè le vive ogni giorno, basta che attacca la parolina a un emozione. A quel punto vivrà tutti i giorni di questo lessico, lo sentirà vero e suo tutti i giorni, la conflittualità dei testi rimarrà per lui un problema marginale di fronte al contatto quotidiano con quelle parole che sente cosi vere giorno dopo giorno. Quindi il problema sta a monte, prima dei testi.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

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