La follia può essere un modo alternativo di percepire il reale?

Aperto da Socrate78, 08 Gennaio 2022, 21:33:14 PM

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iano

#30
Io parlo di condivisione di una fede sulla quale si applica la ragione per interpretare i dati.
L'essere umano è truffatore per natura se dell'applicazione  del suo libero arbitrio lui stesso non può prevedere il risultato, ma nella misura in cui condividiamo una fede condividiamo tendenzialmente quel risultato. Ci fidiamo degli altri non perché essi non sono potenziali truffatorii, ma nella misura in cui sono prevedibili i loro comportamenti, e questi sono tanto più prevedibili quanto meglio conosciamo la fede su cui sono poggiati, magari perché la condividiamo.
Si può tradire il prossimo, ma non la propria fede.
È un po'  come se chi ha natura di truffatore possedesse però un fondo di onestà involontaria, e nella misura in cui con quel fondo hai confidenza ti puoi fidare.
Chi nasce tondo può fare solo truffe quadrate.


La genialità è solo un buon alibi che usano i ben uniformati quando si pretende troppo da loro.
Non sono mica un genio io, dicono, io sono normale.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

daniele22

Citazione di: iano il 15 Febbraio 2022, 09:35:33 AM
Io parlo di condivisione di una fede sulla quale si applica la ragione per interpretare i dati.
L'essere umano è truffatore per natura se dell'applicazione  del suo libero arbitrio lui stesso non può prevedere il risultato, ma nella misura in cui condividiamo una fede condividiamo tendenzialmente quel risultato. Ci fidiamo degli altri non perché essi non sono potenziali truffatorii, ma nella misura in cui sono prevedibili i loro comportamenti, e questi sono tanto più prevedibili quanto meglio conosciamo la fede su cui sono poggiati, magari perché la condividiamo.
Si può tradire il prossimo, ma non la propria fede.
È un po'  come se chi ha natura di truffatore possedesse però un fondo di onestà involontaria, e nella misura in cui con quel fondo hai confidenza ti puoi fidare.
Chi nasce tondo può fare solo truffe quadrate.


La genialità è solo un buon alibi che usano i ben uniformati quando si pretende troppo da loro.
Non sono mica un genio io, dicono, io sono normale.


Onestamente iano faccio fatica a seguire i tuoi pensieri.
Dico solo questo. Quando passai per Città del Messico l'unica cosa che andai a vedere fu la casa di Trotsky. Ebbene, a guardarla da fuori era evidente l'aspetto del fortino. Se Trotsky, già scampato ad un bell'attentato, non si fosse fidato di Ramon Mercader, non sarebbe stato da lui ammazzato. Non puoi mai esser certo della fede di una persona, e questo, per tornare in tema dal quale sei un po' uscito, il folle lo sa benissimo, ed è per questo che, più che per i suoi fantasmi, le sue posizioni sono per noi scomode, ma soprattutto sconcertanti. E' ovvio che lui spinge all'estremo questa sua posizione, mentalmente e fattualmente. Tale situazione in cui egli si trova assomiglia molto alla descrizione che dà Varvara Petrovna nei confronti di Kirilov (il personaggio che per dimostrare l'arbitrio dell'uomo si ammazza) all'interno dei Demoni, in cui lo descriveva come un individuo che si muoveva nel mondo come se fosse sempre costantemente imminente un precipitare degli eventi in senso apocalittico

daniele22

Insomma ... lo psichiatra andossene ... peccato. Avendo parlato di terapia, volevo infatti proporgli la mia, che ora spiegherò ai più curiosi. Avevo tempo fa sfogliato un testo dal titolo "La politica dell'esperienza" di un certo Laing e ricordo che l'avevo trovato un testo degno di nota. Volevo anche riprendere il pezzo finale di un post di inVerno fatto recentemente nel Topic "Breve intermezzo sul potere delle parole":
"Dicono che la penna ne ferisca più della spada, ma è una balla, la spada ti ferisce sempre e comunque, l'unico che invece può determinare se è stato offeso dalla penna, è chi offeso si sente, e stando a sentire certa gente ogni parola è un pugnale."
E' vero quanto dice.
In questo mondo altamente linguistico succede di tutto. Allora la mia terapia consiste nel dire al paziente che lui in realtà è un folle anche se non sa di esserlo, e di dirgli inoltre che anch'io sono un folle, però so di esserlo. Per scoprire la sua follìa dovrà sforzarsi di pormi delle domande sulla follìa, alle quali io dovrò rispondere in modo adeguato. Il fine sarebbe che lui possa specchiarsi nel mio stato di folle rendendosi conto della sua follìa. In tal senso gli risparmio pure di confidarsi con me, a meno che lui non lo desideri

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