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La fede in Dio

Aperto da Eutidemo, 01 Dicembre 2024, 18:40:58 PM

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Duc in altum!

Citazione di: Eutidemo il 01 Dicembre 2024, 18:40:58 PMSecondo me, invece, poichè è assolutamente PRESUNTUSO presumere di poter credere in un DIO o in un altro (ovvero in nessun Dio), l'unica cosa cosa che possiamo nutrire al riguardo sono soltanto OPINIONI, non certo FEDI.
Eh no, caro @Eutidemo, sarebbero semplicemente soltanto delle opinioni nei riguardi di Dio, se non generassero il nostro agire.
Questo nostro agire determina chi abbiamo deciso di essere, avendo come fondamentale il Mistero (l'Alfa e l'Omega del pieno senso esistenziale umano) e non una certezza.
Ecco allora l'inevitabilità della Fede personale, che risponde soggettivamente per produrre e suscitare fondamento e prova (cit. Ebrei 11,1) di quel Mistero.
Ecco allora, cosa ancor più scandalosa, che non tutte le "fedi" conducono a centrare l'obiettivo, il fine dell'esistenza umana e dell'Universo, compiutamente... secondo la mia di fede.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Visechi

Citazione di: Duc in altum! il 06 Dicembre 2024, 16:17:44 PMEh no, caro @Eutidemo, sarebbero semplicemente soltanto delle opinioni nei riguardi di Dio, se non generassero il nostro agire.
Questo nostro agire determina chi abbiamo deciso di essere, avendo come fondamentale il Mistero (l'Alfa e l'Omega del pieno senso esistenziale umano) e non una certezza.
Ecco allora l'inevitabilità della Fede personale, che risponde soggettivamente per produrre e suscitare fondamento e prova (cit. Ebrei 11,1) di quel Mistero.
Ecco allora, cosa ancor più scandalosa, che non tutte le "fedi" conducono a centrare l'obiettivo, il fine dell'esistenza umana e dell'Universo, compiutamente... secondo la mia di fede.
Non muta molto se immagini che il nostro agire è determinato anche da mille altri fattori che escludono la possibilità di Dio. Per esempio una fede politica genera un agire. La fede nella conoscenza, per esempio, genera l'azione la quale determina benissimo il nostro essere, pur in assenza di un Dio.
Dio, l'incontro con il divino, non è reso inevitabile dal Mistero, solo possibile quando questi rappresenta una scelta previa e l'esistere può essere densa di senso e significato anche non prevedendo previamente l'ipotesi di Dio.

Alla fin fine, pur di far senso a ciò che senso intrinseco non ha, si riesce sempre a trovare quel che si cerca, o forse è più corretto scrivere che si cerca quel che pregiudizialmente si è trovato.

Duc in altum!

Citazione di: Visechi il 06 Dicembre 2024, 22:43:22 PMNon muta molto se immagini che il nostro agire è determinato anche da mille altri fattori che escludono la possibilità di Dio.
Infatti, l'inevitabilità della Fede, l'obbligatorietà che ogni singola persona debba credere senza certezza in qualcosa (mentre il Mistero resta), è sempre abbinata con il libero arbitrio.

Citazione di: Visechi il 06 Dicembre 2024, 22:43:22 PMDio, l'incontro con il divino, non è reso inevitabile dal Mistero, solo possibile quando questi rappresenta una scelta previa e l'esistere può essere densa di senso e significato anche non prevedendo previamente l'ipotesi di Dio.
Esatto, è proprio questa oggettiva circostanza ciò che conferma: "...non tutte le fedi conducono a centrare l'obiettivo...".

Tanto è vero che si può persino avere fede in modo che l'esistenza umana abbia un senso nonostante i consigli di Dio.

Ma è anche certo che sempre qualcosa - fosse pure l'Io o il Nulla - dovrà logicamente prendere il posto di quel Dio e delle sue esortazioni.


"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

misummi

Io penso che le vie del Signore sono infinite,se qualcuno le vuole finite,cotte e stracotte,confezionate e con l'imprimatur si vede che non l'ha ancora capito.

Koba II

Citazione di: green demetr il 04 Dicembre 2024, 22:38:28 PMBuonasera Koba,

la risposta alla meditazione mi è venuta stamane, tu stai parlando della morte.

E' la morte quella che ci toglie la terra sotto i piedi.

Io parlo di desiderio e tu capisci "morte"?
Fossi in te sottoporrei questo tuo lapsus al Baldini...

Come scrive S. Fausti, all'inizio si riflette, si considera: "con-siderare", "stare con le stelle", si è alla ricerca della propria stella. Solo quando la si trova si de-sidera, si smette di considerare, perché ora si sa la direzione da prendere.

Io dicevo che prima di teorizzare alcunché sulla fede, affinché ci possa essere un cammino religioso bisogna prima spazzare via i frammenti di desiderio che la vita contemporanea ci riserva. Non sono nemmeno desideri, sono frammenti sparsi di promesse di godimento. Spazzare via tutto quanto, smetterla di guardare verso il basso, e con-siderare quale sia il proprio autentico desiderio.
Fatto questo, convinti che sia Dio ciò verso cui vogliamo orientare la nostra vita, un Dio espresso, per il cristiano, nelle immagini di Gesù, convinti che il proprio desiderio autentico ci spinga in quella direzione, allora inizia il processo di conversione, e fa parte di esso anche ineluttabilmente la ricerca teologica, perché ogni passo in avanti, ogni mutamento, rende nuova anche ogni domanda su Dio.

Tu invece dai l'impressione di aver ricevuto un compitino dal tuo maestro: diventare cristiano. E pensi di poterlo portare a termine con la ricerca filosofica e teologica.
Ma è un vicolo cieco. A quest'ora soffrirai già di crisi di nausea, di crisi di rigetto...

green demetr

Citazione di: Koba II il 09 Dicembre 2024, 11:40:53 AMTu invece dai l'impressione di aver ricevuto un compitino dal tuo maestro: diventare cristiano. E pensi di poterlo portare a termine con la ricerca filosofica e teologica.
Ma è un vicolo cieco. A quest'ora soffrirai già di crisi di nausea, di crisi di rigetto...
La fede non può venire prima dell'intelletto, come mi sembra di aver già detto nella discussione su Agostino.
Nella mia ipotesi lo scontro intellettuale che ricerca il trascendente, porta a questa forma di complessità che ha nome fede, e di cui non so nulla, e di cui però desidero seguire il senso.
Come sai il mio maestro non è cristiano, nè segue i precetti ebraici, è un libero pensatore, che cerca e trova la grandezza di quel "seguire il senso", sai anche che uso la parola maestro in senso lato: la mia ricerca non può essere la sua, nè la tua.
Ognuno di noi segue la sua via.
Penso che la grandezza dei pensatori antichi sia quella anzitutto di farci confrontare con le nostre posizioni, mete, sempre temporanee, di un cammino, il cui unico obiettivo, come sai, è il cammino stesso.
Nel confronto, nella relazione, con i grandi del passato, e non certo con i nani del moderno, si inizia a fare le cose sul serio.
E' inutile cercare sempre di andare oltre Freud, o contro Freud.
Il desiderio è sempre desiderio sessuale.
Non esiste il desiderio di Dio. E' una pericolosa sublimazione, perchè potrebbe essere il sembiante, lo spettro, verso forme di proiezione del sè.
Non del sè, come lo intendo io, ossia luogo topologico della psiche, della mente, dove l'io battaglia contro il soggetto che noi NON siamo (di nuovo Hegel).
Ma del sè che intende Freud (confusamente visto che non è filosofo) ossia del soggetto.
Il soggetto che segue la propria ombra, è un soggetto cieco, sempre vittima del potere che lo sovrasta, sia a livello di gerarchia sociale, sia di volontà di potenza personale.
A me queste cose non interessano, non ho tempo da perdere.
Io parlo invece delle lotte sul senso, sulla gnosi antica, fatta di miti, di riti, di tribalità. Cose della carne, non certo dello spirito.
Ma la carne che è natura, la nostra carne, è investita amche da desideri della trascendenza (tutt'altro che asessuati).
La figura del Gesù è tarda, è imperiale, è oppio per i popoli.
Quello che è interessante, almeno per me, è trovare invece il senso sapienziale che cela, che porta avanti discorsi della sapienza antica, quelli che la modernità avversa con tutto se stessa.
Per quale motivo dovrei credere in entità spirituali, quando è evidente, che sono usate per scopi materiali.
Lo dice di nuovo il mio maestro: l'errore sta nel credere lo spirito una cosa, un ente, persino Kierkegaard, annota, ci è cascato.
Tu lo sai, lui parla di metafische, non di metafisica.
Le metafisiche che sono, se non questo grande colorare il mondo, come mastro Nicce annotava in un suo aforisma?
E' il colorare stesso che è importante, dare un senso, a ciò che non può averlo.
E' la grande letteratura, che surclassa la filosofia, per signorine, o per i cani di derrida.
E' il viaggio, la quest, temi che sono emersi persino nel panorama della nuova lingua popolare nel medioevo, e schiantata dalla modernità.
Trascendere non significa pensare alla storicità del Gesù, ma al suo messaggio.
E il suo messaggio che senso avrebbe senza il desiderio sessuale?
Nessuno. Ed eccoci come in un istante nella modernità avanzata.
Nel suo esatto opposto, nella distruzione di qualsiasi senso.
Ecco che dietro il desiderio (che non sia sessuale) c'è solo la morte.
E' la morte che guida i discorsi delle persone, che annichilisce questa epoca, forse fino alla sua stessa esistenza biologica.
Perchè quella culturale, non si può invertire di senso.
Il senso della società che ha paura del sesso, è la morte.
Dove sta Gesù in tutto questo?
L'inizio di Matteo, e non poteva che essere così visto cosa è la chiesa, non poteva che essere sessuofobico a manetta.
Poi leggi Agostino, Kierkegaard, e capisci che il vangelo è solo robetta.
Quindi nessuna repulsa, anzi direi esaltazione, Kierkegaard è quel tipo di scrittore che mi fa godere, perchè o lo capisci, o non puoi andare avanti.
Platone invece era bravo a fare i suoi giochetti (ma Baldini lo ha scoperto).
Agostino poi mi fa impazzire, il suo inizio ironico, epico, è qualcosa che mi entusiasma.
Ecco che il cristianesimo sotto la sua vera luce, quella della gnosi, diventa interessante, interessantissimo.
La fede? Non è per me importante, chiedo a chi come te ed altri qui nel forum, se riuscite a farmi capire cosa è. Ma è evidente che non ne veniamo a capo, troppo diversi i punti di patenza.
Perciò smetto di fare la domanda. Mi attenglo al dogma, voi avete la grazia, io no.
Non ho idea se questo precluda la discussione. Spero di no.
E comunque vado avanti lo stesso nelle mie discussioni.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Duc in altum!

Citazione di: green demetr il 09 Dicembre 2024, 23:54:09 PMLa fede? Non è per me importante, chiedo a chi come te ed altri qui nel forum, se riuscite a farmi capire cosa è. Ma è evidente che non ne veniamo a capo, troppo diversi i punti di patenza.
Perciò smetto di fare la domanda. Mi attenglo al dogma, voi avete la grazia, io no.
Salve @green demetr.

Essendo un sostenitore convinto (per esperienza personale) dell'inevitabilità della fede (presente in ogni singola persona umana), non cercherò di farti capire (sono un testimone non un maestro), ma ti commenterò qualcosa su di essa.

Certo ciò che io definisco fede inevitabile, non è ancora quella virtù teologale cristiana, ma è ciò che ciascuno può sperimentare, mettendo in pratica (quindi è un'azione pragmatica, non più utopica) il noto aforisma di S. Kierkegaard: "...la fede incomincia appunto là dove la ragione finisce...".

Quindi, siccome ci sono molte circostanze nell'esistenza umana, ove la ragione non può darci certezze, ecco che quella certezza - senza prove, altrimenti c'era la ragione a confermarcela - viene stipulata tra noi e la nostra fede, affinché con essa possiamo prendere delle decisioni che compromettono e determinano interamente il nostro Essere.
Quindi non siamo più essere razionali (solo ragione, certezza, verità), ma credenti (ragione + fede), indipendentemente da ciò che abbiamo deciso, nonostante a tanti dia fastidio essere così classificato (ma anche per quest'ultimissima situazione, basta ricorrere sempre alla stessa fede e accordarci con essa, per soddisfare la risposta che più ci piace).

Ergo, Dio o non Dio, questa fede è in tutti, perciò io la definisco inevitabile.

Per quel che riguarda la fede in Dio, virtù teologale, dono dello Spirito santo e grazia di Gesù, il discorso può apparire diverso, ma è sempre la stessa dinamica, dacché se Dio non esiste, ma di che stiamo parlando?! ...se Dio esiste, è certo che è sempre Lui ad aver posto la "fede inevitabile" in ognuno di noi, e apparirebbe strano che poi facesse delle preferenze e donasse la virtù della Fede a chi sì e a chi no.

Certo Dio, il Papà di Gesù in cui io credo, ha un suo progetto e in questo progetto invita alcune persone ad avere o ricoprire dei ruoli che sembrano più decorosi o delle vere e proprie raccomandazioni, ma la bellezza di questo proggetto è che ognuno può divenire una figura di spicco - che può sfociare nell'Oscar, pur essendo attore/attrice non protagonista - se si mette in pratica (quell'inevitabile fede) secondo i consigli extratterestri divini.

Sintetizzo: come ben insegna Sant'Agostino: "...nisi credideritis non intelligitis..." ("se non credi non capisci"); dove il non capisci sta per: se non credi... la virtù della Fede non può illuminarti la ragione/se non credi... lo Spirito santo non può agire in te/se non credi... non puoi fare una piena esperienza di Dio e non puoi credere a tutto ciò che ci ha detto (soprattutto attraverso Gesù) e rivelato (che la Chiesa ci propone di credere).

Dalla mia esperienza personale posso dirti solo e semplicemente che ho preso quella fede inspiegabilmente inevitabile in me, che era accordata (fino ai 40 anni, se può servire) con scelte e decisioni - pure vincenti e stimate - totalmente differenti dai dettami evangelici, e l'ho (per scelta personale, con libero arbitrio) rivolta verso Dio.

Ecco che grazie al mio: sincero e autentico (very important!) nisi credideritis (quindi ingresso della mia fede ad ausiliare la mia ragione, giacché incapace), ho incominciato a beneficiare della grazia della Fede, che è un livello superiore di comprensione, di discernimento, di riflettere, di intelligetis ...messa in pratica!

Pace & Bene
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

anthonyi

Citazione di: green demetr il 09 Dicembre 2024, 23:54:09 PMLa fede? Non è per me importante, chiedo a chi come te ed altri qui nel forum, se riuscite a farmi capire cosa è. Ma è evidente che non ne veniamo a capo, troppo diversi i punti di patenza.
Perciò smetto di fare la domanda. Mi attenglo al dogma, voi avete la grazia, io no.
Non ho idea se questo precluda la discussione. Spero di no.
E comunque vado avanti lo stesso nelle mie discussioni.
Qual'é la percentuale delle cose che pensi di sapere, Green, delle quali hai fatto esperienza diretta? Forse l'uno per mille, anche meno. Il restante pensi di saperlo perché c'é qualcun altro che direttamente, o tramite un mezzo, te lo ha trasmesso, e tu gli hai creduto. Tutto quello che noi pensiamo di sapere, in realtà, é un atto di fede nei confronti di chi ci ha trasmesso questo qualcosa, fosse anche un filosofo che forse é vissuto 2500 anni fa, é forse ha scritto qualcosa che é arrivato a noi tramite la sopravvivenza della parola scritta.
Come vedi, quindi, la fede non é qualcosa di così speciale, tutti noi la applichiamo nei confronti di tante cose quotidiane, e anche nei confronti del mondo ultraterreno. 
Credere ad esso vuol dire soprattutto credere a chi ci ha trasmesso il messaggio della sua esistenza. Poi magari ci possono essere anche delle sensazioni, osservazioni sulla realtà che ci fanno pensare che quel mondo esista veramente, ma questo sta all'esperienza personale. Nella mia esperienza posso dirti che tanti e continui sono gli eventi che hanno rafforzato, oltre ogni ragionevole dubbio, la certezza sull'esistenza del mondo ultraterreno. 
Per me comunque fu fondamentale la lettura, allora avevo 12 anni, del libro di Raymond Burr, "La vita oltre la vita". 




green demetr

Citazione di: anthonyi il 10 Dicembre 2024, 16:39:22 PMPer me comunque fu fondamentale la lettura, allora avevo 12 anni, del libro di Raymond Burr, "La vita oltre la vita". 
Io leggevo Yogananda a 8 anni.
Per me Dio è sempre stata una certezza.
Ma quando leggo Agostino, è evidente che mi manca un pezzo: c'è una furia sottesa all'impossibilità della salvezza in esso.
La nostra stessa esistenza è la prova di qualsiasi testimonianza.
Il mio bisogno di salvezza è sottinteso al senso edipico di perdita della madre.
La certezza: non c'è salvezza alcuna.
La ricerca, la strada: il senso che sostituisce la salvezza, e perciò la salvezza stessa.
L'interiorizzazione del senso della vita.
In questo la riflessione degli antichi, sino all'ultimo sacrificio umano: pensare fino alla fine.
Pensare fino alla consunzione.
Il cristianesimo è questa eredità che si fa sintesi.
Non è questione di credere all'altro, ma di credere come mi ha spiegato duc in altum! più sopra, che la fede ci raggiunge alla fine della ragione.
Quindi come pensavo è qualcosa che viene DOPO la ragione, nel suo sforzo massimo di comprensione, di ciò che già si sà, ossia che esiste Dio.
In questo senso la fede è inevitabile, certo. Ma io lo sapevo già da prima.
Ma la fede di Agostino è solo questo? Non mi pare.
Mi pare invece che bisogna andare ad un step oltre, come dire usare la ragione ancora, resuscitarla nel regno della fede.
E' una ragione naturalmente disumana, quella che solo i grandi poeti, la grande filosofia antica, i grandi letterati sanno indagare. E noi con essi.
Gli altri si accontentiono di restare sull'uscio. Eppure l'uscio è aperto.
Credere in Dio, senza averne Fede, fede in quanto testimonianza.
Oggi come oggi "si crede", e basta.
Altro segno dei tempi buj.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

anthonyi

Citazione di: green demetr il 11 Dicembre 2024, 02:56:53 AMIo leggevo Yogananda a 8 anni.
Per me Dio è sempre stata una certezza.
Ma quando leggo Agostino, è evidente che mi manca un pezzo: c'è una furia sottesa all'impossibilità della salvezza in esso.
La nostra stessa esistenza è la prova di qualsiasi testimonianza.
Il mio bisogno di salvezza è sottinteso al senso edipico di perdita della madre.
La certezza: non c'è salvezza alcuna.
La ricerca, la strada: il senso che sostituisce la salvezza, e perciò la salvezza stessa.
L'interiorizzazione del senso della vita.
In questo la riflessione degli antichi, sino all'ultimo sacrificio umano: pensare fino alla fine.
Pensare fino alla consunzione.
Il cristianesimo è questa eredità che si fa sintesi.
Non è questione di credere all'altro, ma di credere come mi ha spiegato duc in altum! più sopra, che la fede ci raggiunge alla fine della ragione.
Quindi come pensavo è qualcosa che viene DOPO la ragione, nel suo sforzo massimo di comprensione, di ciò che già si sà, ossia che esiste Dio.
In questo senso la fede è inevitabile, certo. Ma io lo sapevo già da prima.
Ma la fede di Agostino è solo questo? Non mi pare.
Mi pare invece che bisogna andare ad un step oltre, come dire usare la ragione ancora, resuscitarla nel regno della fede.
E' una ragione naturalmente disumana, quella che solo i grandi poeti, la grande filosofia antica, i grandi letterati sanno indagare. E noi con essi.
Gli altri si accontentiono di restare sull'uscio. Eppure l'uscio è aperto.
Credere in Dio, senza averne Fede, fede in quanto testimonianza.
Oggi come oggi "si crede", e basta.
Altro segno dei tempi buj.

A me pare che, Piú che di capire cos'é la fede, tu hai bisogno di presentare la tua visione, direi abbastanza accademica, della fede stessa. 
Perdona la mia ignoranza, ma che cos'é "il senso edipico di perdita della madre?". 
Oltretutto associato alla salvezza, concetto già complesso in senso teologico perché presuppone qualcuno che ti salva, cioé Dio. 
Io ti ho presentato la mia visione, senza alcuna pretesa di tipo assoluto. 
Leggendo con attenzione il mio post ti sarai accorto che io non parlo di Dio, tanto meno di salvezza. 
Per me la fede é, fondamentalmente, credere nel soprannaturale, nel fatto di essere destinati a vivere in un altro stato, dopo la nostra morte biologica. 
Poi certo di questo stato c'é qualcuno che ce ne parla, ma a queste informazioni si affianca la nostra capacità di valutazione razionale che, a mio parere, permette di farsi un'idea delle caratteristiche di questo altro stato, al di là delle costruzioni religiose che magari si lasciano condizionare da esigenze estetiche e di propaganda. 

misummi

Il mio maestro Zen mi diceva:"guarda il mondo come ti guarda mentre tu lo guardi a modo tuo. 
Se trovi accordi seguili,se trovi disaccordi ignorali!
Un pianoforte stonato non serve a niente."  

Duc in altum!

Citazione di: green demetr il 11 Dicembre 2024, 02:56:53 AMMa la fede di Agostino è solo questo? Non mi pare.

Mi pare invece che bisogna andare ad un step oltre, come dire usare la ragione ancora, resuscitarla nel regno della fede.
E' una ragione naturalmente disumana, quella che solo i grandi poeti, la grande filosofia antica, i grandi letterati sanno indagare.
Lo step oltre, come tu ben lo definisci, è la consegna totale - un passo alla volta - del mio Io alla volontà di Dio.
Questa è la fede di Agostino, infatti, non è poeta o filosofo o letterato, ma bensì un santo.
Santo è colui che sa amare, chi ha saputo apprendere ad amare come Dio ha stipulato e voluto.

Avere fede in Qualcuno non significa credere che quel Qualcuno esiste, ma consegnarsi completamente a quel Qualcuno.

Non c'è più ragione in tutto ciò, la ragione di sapere tutto o di controllare il nostro destino è andata a farsi fottere, siamo nel campo della "fantascienza", di umani che risorgono e di vergini che partoriscono; siamo nella dimensione divina, degli "extraterrestri" con poteri e facoltà superiori e che possono donarci questa "superiorità" (le Grazie).
Quindi - se si vuol far parte di un intelligetis oltre lo step dei poeti, dei filosofi e degli intellettuali - c'è solo un'azione decisiva da fare: abbandonarsi alla fede, un passo alla volta, senza sapere come o quale sarà l'orizzonte futuro consequenziale a quella scelta senza ragione; lasciare a quel Qualcuno di gestire ogni cosa che ci riguardi; ubbidire senza esitazione, confidando (ecco la Fede) nel fatto che l'esito del mio Essere, Esistere e Vivere (nonostante i fallimenti, le delusioni e le sconfitte) è comunque nelle Sue mani.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

InVerno

Citazione di: Duc in altum! il 11 Dicembre 2024, 14:30:47 PMAvere fede in Qualcuno non significa credere che quel Qualcuno esiste, ma consegnarsi completamente a quel Qualcuno.

E ti sembra un comportamento intelligente e da promuovere ? Lasceresti un bambino alla stazione dei treni non sapendo se chi lo viene ad amare dopo di te esiste davvero? Ah, ma tu sei un catechista, tu organizzi binari del treno dove la gente consegna i bambini nelle mani di chi certamente esiste, i catechisti, e magari magari con un po' di culo anche del creatore dell'universo. Ma generalmente la gente che si consegna a enti che non sa se esistono ha grossi problemi nella società "corrotta decadente e atea" attuale. Che peccato!
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

misummi

"E ti sembra un comportamento intelligente e da promuovere?"

eh eh eh...da promuovere no  però ...intelligente non lo è di certo.... :)) ]
Sarà per questo che la gente si fida e si affida solo a sè stessa: mancano persone affidabili di cui fidarsi!

green demetr

Citazione di: anthonyi il 11 Dicembre 2024, 08:20:47 AMPer me la fede é, fondamentalmente, credere nel soprannaturale, nel fatto di essere destinati a vivere in un altro stato, dopo la nostra morte biologica. 
Un pò pochino non credi per dirti cristiano?
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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