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La fede in Dio

Aperto da Eutidemo, 01 Dicembre 2024, 18:40:58 PM

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anthonyi

Citazione di: taurus il 02 Dicembre 2024, 19:16:57 PMUna volta (per via del terrore ecclesiastico) NON si poteva contestare detta Unica verità _ pena essere Incenerito all' istante...ecc..eccc...ecccc....

Ma fortunatamente viviamo in un altro contesto....

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E si, fortunatamente viviamo in un altro contesto. Ammetti, però, che questo altro contesto si é affermato soprattutto in paesi caratterizzati da una considerevole dominanza della tradizione cristiana, nelle varie versioni. 

Ipazia

Citazione di: anthonyi il 02 Dicembre 2024, 19:37:58 PME si, fortunatamente viviamo in un altro contesto. Ammetti, però, che questo altro contesto si é affermato soprattutto in paesi caratterizzati da una considerevole dominanza della tradizione cristiana, nelle varie versioni.
Così come la rivoluzione francese è nata in un contesto di assolutismo monarchico, l'absurdum cristiano ha generato anticorpi illuministi: elementari dialettiche antropologiche.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Visechi

Citazione di: taurus il 02 Dicembre 2024, 18:43:41 PMVeramente ?

E' credibile che il Gesù della storia, il pio giudeo vissuto al tempo di Tiberio.. si auto-proclamasse come avente la stessa "essenza" del divin-Abbà ?

Come ben si sa _ la consustanzialità tra il divin-Abbà e il RI-tornato vivente e divinizzato dal tarsiota.. fu sancito nel travagliatissimo 1.o concilio di Nicea (325) !
E ciò anche a seguito di quel famoso prologo del tardivo Giovanni (o chi per esso) _ redatto alla fine del I secolo _ ove riporta il "nuovo dio" della croce era già della stessa/medesima essenza del divinVasaio (tramite la celeberrima incarnazione..

Detto autore "spirituale" scrisse il suo testo alla fine del I secolo _ quando ormai la dottrina del Tarso aveva prevalso su tutte le altre "concorrenti".
Come la piu' famosa chiesa di Gerusalemme dei giudei-cristiani (guidata da Giacomo il Giusto) / Da osservare che questa fu "azzerata" durante i fatti di Vespasiano-Tito.. che distrussero Gerusalemme !

Come ben si sa _ questi irriducibili "giudei-cristiani" assolutamente contestavano le bizzarrie tarsiote.. che avevano lo scopo di presentare il RI-tornato vivente (avente un' entità pneumatica) come addirittura Nuovo "signore", colui che sarebbe disceso dal cielo e partorito da una donna-mortale (Gal. cap.4) -
I granitici credenti nel SOLO/Unico Abbà.. _ così come tanti autori biblici gli attribuivano il titolo di Signore _ Adonai ( e/o Eterno) proprio per non pronunciare il suo sacro nome !

Ma si sa le stravaganze del Tarso _ reduce da quel devastante incidente.........   

Orbene in detto concilio si esaltava Solamente il "duetto" divino !
Sarà poi nel 2.0 concilio di Costantinopoli (381) fu aggiunto il celeberrimo spirito.. formando così la trideità di questa religione _ sorta dal rigido monoteismo giudaico / quello MAI contestato dal Gesù somatico.   
Del resto i vari vangeli NON sono libri storici MA apologetici.. miranti a infondere la FEDE Nell' uomo(dio) divinizzato dal Tarso !

Prima di "accettare" come oro colato.. i dogmi sanciti dai padri (illuminati ?)  conciliari _ molto utile è leggere la (stravagante) storia del Primitivo cristianesimo, le varie "interpretazioni" dei diversi componenti della setta gesuana.. fino all' avvento del tarsiota, colui che si auto-beatificava come:

- super esperto architetto dottrinario (1 Cor. cap.3)
- ministro del Nuovo-signore (Rm. cap. 15 + 2 Cor. capitoli 3 - 4)
- Mandato/Chiamato (1 Cor. cap. 1 - Gal cap. 1)
- Incaricato ( Col. cap. 1 - Efes. cap. 3)
- PRE-scelto (Gal. cap.1)..............  e  e 

- apostolo (sic !) _  nei primi capitoli della sue "sublimi" lettere.....
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Tanta filosofia ed altrettanta teologia son passate sotto i ponti per confondere ancora oggi fede in Dio, cioè spiritualità, e religione, cioè riti, liturgia e commemorazione organizzati.

taurus

Citazione di: anthonyi il 02 Dicembre 2024, 19:37:58 PMAmmetti, però, che questo altro contesto si é affermato soprattutto in paesi caratterizzati da una considerevole dominanza della tradizione cristiana, nelle varie versioni. 



Infatti.... ma SOLO grazie al trionfo delle idee illuministe (e il conseguente Modernismo _ vanamente contrastato dal vicario del redentore/salvato del mondo.. Gioacchino Pecci/Leone XII)

Grazie alla nuova realtà _ i tanti credenti poterono acculturarsi, quando proprio la santa gerarchia preferiva di gran lunga che il suo gregge rimanesse.. "analfabeta" !

Con la nuova realtà... iniziava così, per la santa ekklesia, l' inizio del declino riguardo il "monopolio" del controllo delle coscienze..

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green demetr

Anch'io ho questa visione che l'io, ogni io, faccia parte del sè, e il sè faccia parte del Dio.
Le tecniche dall'io al sè, sono quelle filosofiche, e quelle da sè al Dio, sono quelle letterarie.
Io non ho fiducia, io ne ho consapevolezza.
Io so.
Invece nel cristianesimo e nell'ebraismo, figuriamoci nell'islamismo, non si crede solo al prodotto letterario, ma all'autore di questo prodotto.
Questo a mio avviso è profondamente sbagliato, ed è anche il motivo per cui dall'ebraismo si sono staccati il cristianesimo e l'islamismo, che rispetto alla mamma, sono prodotti infinitesamente meno complessi.
Il cristiano tipico afferma che le cose sono così perchè stanno così, replicando quel non sense a livello familiare col bambino (e creandone tutte le nevrosi future, ma purtroppo dopo cento anni, si continua a far finta di non sapere il perchè).
Quella tautologia che informa oggi qualsiasi cosa, qualsiasi pensiero.

A me dei formalismo di Tommaso, ho appena capito che, non me ne frega niente, nè della validità giuridica delle varie fazioni.

Non vuol dire assolutamente niente.

Il punto è a mio parere è un altro, e parte proprio quando anni or sono Eutidemo disse di non sentire il bisogna di essere salvato.
Fu una frase che mi impressionò.
E con mia somma sorpesa facendo domande ad amici e gente a caso, ho scoperto che questa cosa è normalissima.

A questo punto è ovvio che se uno non ha questa spinta, dunque la vita per il cattolico, ma in genere per l'intera umanità è mera forma.
Mera desporensabilità, responsabilità naturalmente a se stessi.
Infatti perchè mai un io dovrebbere ascendere al sè, se non ne sente alcun bisogno.
Il desiderio che è implicito con la speranza dunque parte da delle basi completamente inesistenti.
E' un desiderio formale. Una cosa così per dire, l'ennesima arrogazione della legge positiva su presupposti inesistenti a livello spirituale.
Capisco molto bene questa cosa, il motivo è il nichilismo etc...

Invece la mia mancanza di fede la considero una cosa seria rispetto ai maestri del passato.
Io non ho le vostre letture, sono veramente un principiante, ma mi chiedo allora voi cosa proviate leggendo, se mai lo avete fatto, S.Agostino.
In S.Agostino si vede subito che il desiderio coincide con la fede.
Se è vero che S.Agostino legge Platone, allora è chiaro che la fede è atta alla speranza del bene comune.
Bene comune che è da cercare dentro il singolo (appunto l'io che diventà sè).
Processo che significa una crescita morale, dove l'altro, non è l'Altro di comunista memoria, o di post-verità memoria.
L'altro è veramente colui che insieme a te, come sta scritto in Esodo, custodisce l'arca della Legge (la legge del popolo che benedice).
Dove popolo è legato indissolubilmente al concetto di benedizione.
Ora il cristianesimo che vuole allontanarsi dalla mamma, ne fa una questione nemmeno più di popolo, ma di chiesa universale (con danni annessi).
Un operazione titanica, e francamente ingiusta.

La legge non è più legge del popolo (di cui Mosè è il rappresentante non il sostituto), ma la legge diventa Gesù stesso, Emanule non è semplicemente il rappresentante ma è proprio il sostituto) così facendo la mamma non è più il popolo ma qualcuno al posto suo, ossia per il cristiano il vicario di cristo, ossia il papato.
E' il papato in chiaro impeachment con l'impero, fino ai giorni nostri, dove orma persino il vicariato è una mero pro forma, il papa è oggi LGBT. E l'impero che è diventato l'impero di quattro gatti, difende semplicemente il proprio interesse, giammai la chiesa, diventata mero giocattolo di gente col cervello in pappa.

No non è questo, non me ne frega di questo, la fede è veramente altra cosa nel crisianesimo.
Infatti nel delirio cristiano, perchè per me che non ho fede, così sembra, mi si sta dicendo di credere non nel processo di salita al cielo (alla Dante) dell'io, ma nella testimonianza di un Sè, che si spaccia per Dio (in questo sono gnostico), che decide, non si sa come, di incarnarsi in un "io" di nome Gesù.

Ora saliamo di un gradino. Anche se vi ho perso parecchie righe fa, chissà un giorno servirà a qualcuno di un pò più intelligente.
Il dialogo con gli antichi.
Sono io che non ho fede, che devo capire chi la fede ce l'ha.
Ed è Agostino.
Poichè in Platone la gnosi è rispettata, dunque Agostino mi sta dicendo che è possibile quello che per me non lo è, in quanto lui lo conosce (infinitamente meglio di me, Platone, per ora...), e dunque pensa che la Gnosi possa diventare Cristianesimo.
Poichè la gnosi è il percorso (purtroppo inziatico o per fortuna) che passa dall'io al sè quello che conta.
S.Bernardo, S.Tommaso lo accettano per esempio, ma almeno per S.Tommaso NON LO ESPRIME, la sua è un'opera arida, come arido è aritotele).
S. Agostino semplicemente è il più grande scrittore della cristianità.
Colui che domanda (al di là della problematica dogmatica, dove è rifiutato).

E lui apre le confessioni delirando.
Che la grazia divina lo aiuti nello scrivere. (o muse).
Poichè la fede è unita ad essa.
Dunque la fede è unita alla grazia fin dal principio.
Il fuoco sacro arde in Agostino.
Sono bastate due righe, e sono stato espulso dalla vera comunità, quella dei giusti, che nell'ebraismo è categoria fondamentale, per cui uso quella.
Come può una mamma diventare un papà, direi che è questo a livello psicanalitico.

Io non ho la grazia e penso che nessuno ce l'abbia, se no scriveremmo tutti come mistici, o vivremmo come santi, anche laici.

E' la dimensione catartica e vaticinante della scrittura che risiede la verità per gli antichi.

Questa roba questa epoca non la può capire nemmeno da vicino.

Per questo l'ermeneutica non può che essere legata a quello del vaticinio, a quello della salvezza.

Per questo in gioventù ero più intelligente di adesso. La verità erano i libri stessi.

Ora è dura riacquistare quel cuore sacro, il cuore di Gesù, mi pare di dicesse nel medioevo.

La mia mancanza di grazie è dovuta alla mancanza di lavoro.
La fede probilmente è una conseguenza che ora come ora, non posso capire.

E perciò la mia è solo un opinione, ragionata quantomeno.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

anthonyi

Citazione di: taurus il 02 Dicembre 2024, 22:59:11 PMInfatti.... ma SOLO grazie al trionfo delle idee illuministe (e il conseguente Modernismo _ vanamente contrastato dal vicario del redentore/salvato del mondo.. Gioacchino Pecci/Leone XII)

Grazie alla nuova realtà _ i tanti credenti poterono acculturarsi, quando proprio la santa gerarchia preferiva di gran lunga che il suo gregge rimanesse.. "analfabeta" !

Con la nuova realtà... iniziava così, per la santa ekklesia, l' inizio del declino riguardo il "monopolio" del controllo delle coscienze..

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Voi avete sempre quest'idea dell'illuminismo salvatore del mondo. Al massimo l'illuminismo ha contribuito in un breve periodo caotico e rivoluzionario presto evolutosi in una sanguinosa dittatura militare. 
La presenza, poi, di luci positive in questo brutto periodo deve oltretutto rendere un tributo alla cultura religiosa cristiana.
Fu l'abate sieyes, il 17 giugno 1789, ad affermare per la prima volta il diritto dei rappresentanti del popolo, terzo stato più buona parte del clero meno prestigioso, di fare leggi in nome e per la Francia.
Il vescovo Talleyrand, poi, ha un notevole ruolo nella gestione del periodo rivoluzionario, è comunque, tutti i rappresentanti dell'illuminismo, da quale educazione religiosa sono usciti se non da quella cristiana? 

misummi

Il nuovo Padre Nostro dice:"...pace in Terra agli uomini che Dio ama"
il che può essere inteso nel senso che "Dio ama una parte di uomini" oppure che "Dio ama tutti gli uomini"
Ora,io penso che Dio non odi nessuno ma ignori semplicenente qyelli che non ama e FA BENISSIMO!
Non si facciano illusioni gli ignorati se non cambiano registro e modi di fare, è mokto peggio per loro essere ignorati che odiati perchè l'odio collega mentre l'ignorare significa "per me non esistete"

InVerno

Citazione di: Eutidemo il 02 Dicembre 2024, 11:55:35 AM
- secondo me, invece, almeno per quello che trovo scritto nel Vangelo, forse Gesù non era sempre consapevole che l'"io" umano in cui si era incarnato, era contemporaneamente anche il suo "sè" universale (cioè Dio), in quanto ho l'impressione che tale consapevolezza fosse un po' "a corrente alternata
Non è a corrente alternata, è che bisogna fare dei distinguo, innanzitutto tra quando Gesù in prima persona parla della sua natura e quando invece l'autore del testo ne parla o la implica, e poi se la citazione attribuita a Gesù sia ripresa anche negli altri testi, a quel punto la corrente sembrerà piuttosto continua. Che io sappia  solo in Giovanni Gesù afferma in prima persona di essere divino, e Giovanni ha una sua chiave di lettura diversa dagli altri, dove invece la natura divina di Gesù viene imposta dall'autore. Niente di nuovo sotto il sole dal punto di vista evemeristico, Giovanni è il testo più tardo e il processo di esaltazione di Gesù era già a buon punto. Parallelo: Nel Corano Allah ripete alla nausea che Maometto è solamente un messaggero e che non ha alcuna sostanza divina, neanche moltiplicare la spazzatura gli riuscirebbe. Nonostante questo gli islamici negli anni successivi hanno decorato la figura di Maometto con decine di miracoli assurdi, tra cui l'aver fatto la Luna a fette, nonostante il Corano stesso per parola di Allah lo renda impossibile. Il fatto è che, certe cose non sono per niente "uniche" e quello a cui serve realmente la fede è vedere l'unicità del divino dove in realtà sta la banalità dell'umano.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Koba II

Citazione di: green demetr il 03 Dicembre 2024, 00:54:44 AMAnch'io ho questa visione che l'io, ogni io, faccia parte del sè, e il sè faccia parte del Dio.
Le tecniche dall'io al sè, sono quelle filosofiche, e quelle da sè al Dio, sono quelle letterarie.
Io non ho fiducia, io ne ho consapevolezza.
Io so.
Invece nel cristianesimo e nell'ebraismo, figuriamoci nell'islamismo, non si crede solo al prodotto letterario, ma all'autore di questo prodotto.
Questo a mio avviso è profondamente sbagliato, ed è anche il motivo per cui dall'ebraismo si sono staccati il cristianesimo e l'islamismo, che rispetto alla mamma, sono prodotti infinitesamente meno complessi.
Il cristiano tipico afferma che le cose sono così perchè stanno così, replicando quel non sense a livello familiare col bambino (e creandone tutte le nevrosi future, ma purtroppo dopo cento anni, si continua a far finta di non sapere il perchè).
Quella tautologia che informa oggi qualsiasi cosa, qualsiasi pensiero.
A me dei formalismo di Tommaso, ho appena capito che, non me ne frega niente, nè della validità giuridica delle varie fazioni.
Non vuol dire assolutamente niente.
Il punto è a mio parere è un altro, e parte proprio quando anni or sono Eutidemo disse di non sentire il bisogna di essere salvato.
Fu una frase che mi impressionò.
E con mia somma sorpesa facendo domande ad amici e gente a caso, ho scoperto che questa cosa è normalissima.
A questo punto è ovvio che se uno non ha questa spinta, dunque la vita per il cattolico, ma in genere per l'intera umanità è mera forma.
Mera desporensabilità, responsabilità naturalmente a se stessi.
Infatti perchè mai un io dovrebbere ascendere al sè, se non ne sente alcun bisogno.
Il desiderio che è implicito con la speranza dunque parte da delle basi completamente inesistenti.
E' un desiderio formale. Una cosa così per dire, l'ennesima arrogazione della legge positiva su presupposti inesistenti a livello spirituale.
Capisco molto bene questa cosa, il motivo è il nichilismo etc...
Invece la mia mancanza di fede la considero una cosa seria rispetto ai maestri del passato.
Io non ho le vostre letture, sono veramente un principiante, ma mi chiedo allora voi cosa proviate leggendo, se mai lo avete fatto, S.Agostino.
In S.Agostino si vede subito che il desiderio coincide con la fede.
Se è vero che S.Agostino legge Platone, allora è chiaro che la fede è atta alla speranza del bene comune.
Bene comune che è da cercare dentro il singolo (appunto l'io che diventà sè).
Processo che significa una crescita morale, dove l'altro, non è l'Altro di comunista memoria, o di post-verità memoria.
L'altro è veramente colui che insieme a te, come sta scritto in Esodo, custodisce l'arca della Legge (la legge del popolo che benedice).
Dove popolo è legato indissolubilmente al concetto di benedizione.
Ora il cristianesimo che vuole allontanarsi dalla mamma, ne fa una questione nemmeno più di popolo, ma di chiesa universale (con danni annessi).
Un operazione titanica, e francamente ingiusta.
La legge non è più legge del popolo (di cui Mosè è il rappresentante non il sostituto), ma la legge diventa Gesù stesso, Emanule non è semplicemente il rappresentante ma è proprio il sostituto) così facendo la mamma non è più il popolo ma qualcuno al posto suo, ossia per il cristiano il vicario di cristo, ossia il papato.
E' il papato in chiaro impeachment con l'impero, fino ai giorni nostri, dove orma persino il vicariato è una mero pro forma, il papa è oggi LGBT. E l'impero che è diventato l'impero di quattro gatti, difende semplicemente il proprio interesse, giammai la chiesa, diventata mero giocattolo di gente col cervello in pappa.
No non è questo, non me ne frega di questo, la fede è veramente altra cosa nel crisianesimo.
Infatti nel delirio cristiano, perchè per me che non ho fede, così sembra, mi si sta dicendo di credere non nel processo di salita al cielo (alla Dante) dell'io, ma nella testimonianza di un Sè, che si spaccia per Dio (in questo sono gnostico), che decide, non si sa come, di incarnarsi in un "io" di nome Gesù.
Ora saliamo di un gradino. Anche se vi ho perso parecchie righe fa, chissà un giorno servirà a qualcuno di un pò più intelligente.
Il dialogo con gli antichi.
Sono io che non ho fede, che devo capire chi la fede ce l'ha.
Ed è Agostino.
Poichè in Platone la gnosi è rispettata, dunque Agostino mi sta dicendo che è possibile quello che per me non lo è, in quanto lui lo conosce (infinitamente meglio di me, Platone, per ora...), e dunque pensa che la Gnosi possa diventare Cristianesimo.
Poichè la gnosi è il percorso (purtroppo inziatico o per fortuna) che passa dall'io al sè quello che conta.
S.Bernardo, S.Tommaso lo accettano per esempio, ma almeno per S.Tommaso NON LO ESPRIME, la sua è un'opera arida, come arido è aritotele).
S. Agostino semplicemente è il più grande scrittore della cristianità.
Colui che domanda (al di là della problematica dogmatica, dove è rifiutato).
E lui apre le confessioni delirando.
Che la grazia divina lo aiuti nello scrivere. (o muse).
Poichè la fede è unita ad essa.
Dunque la fede è unita alla grazia fin dal principio.
Il fuoco sacro arde in Agostino.
Sono bastate due righe, e sono stato espulso dalla vera comunità, quella dei giusti, che nell'ebraismo è categoria fondamentale, per cui uso quella.
Come può una mamma diventare un papà, direi che è questo a livello psicanalitico.
Io non ho la grazia e penso che nessuno ce l'abbia, se no scriveremmo tutti come mistici, o vivremmo come santi, anche laici.
E' la dimensione catartica e vaticinante della scrittura che risiede la verità per gli antichi.
Questa roba questa epoca non la può capire nemmeno da vicino.
Per questo l'ermeneutica non può che essere legata a quello del vaticinio, a quello della salvezza.
Per questo in gioventù ero più intelligente di adesso. La verità erano i libri stessi.
Ora è dura riacquistare quel cuore sacro, il cuore di Gesù, mi pare di dicesse nel medioevo.
La mia mancanza di grazie è dovuta alla mancanza di lavoro.
La fede probilmente è una conseguenza che ora come ora, non posso capire.
E perciò la mia è solo un opinione, ragionata quantomeno.
Tu non hai fede perché in te non sembra esserci, almeno a livello di consapevolezza, ciò da cui tutto deve iniziare, ovvero un desiderio che prima di essere riferito a Dio è desiderio di altro: di un'altra vita, di un altro mondo.
L'inizio è un arrendersi a questo desiderio.
Se il senso delle cose è sempre attinente alla prassi in cui si è impegnati, quel desiderio originario è invece un voler spazzare via tutto, è un voler ritrovare confusamente l'unità perduta.
Prima devi farti travolgere da quel desiderio, dalla nostalgia infinita, dalla melanconia di un Van Gogh, devi sentire letteralmente la terra gemere.
Invece tu parti dalla gnosi, ma la gnosi semmai è il repertorio di simboli attraverso cui riconoscere, comprendere e tradurre il tuo desiderio originario, la tua pazzia.
Pensavi di poter trovare un po' di fede in Dio leggendo Tommaso? Come se le sue ragionevoli argomentazioni avessero la forza di convertire il discepolo volenteroso... Al contrario, lo studio di Tommaso, per chi ha già fede, è una prova. Una prova!

Non c'è un Io che si collega a un Sé universale e via dicendo...
Lasciamo stare queste filastrocche.
Dobbiamo accettare che l'Io è solo un'illusione necessaria, e che il Sé è in realtà una molteplicità.
Siamo una pluralità di Sé.
A questo fatto si deve poi aggiungere che sogno e pensiero consapevole si intrecciano durante la veglia. Che continuiamo a sognare anche mentre siamo svegli. Che il pensiero magmatico del sogno è sempre lì, in agguato, dietro alle nostre sicurezze razionali.

Da qui bisogna partire.
Allora i simboli religiosi, la preghiera, il cammino interiore, la santità nella prassi, allora tutto questo torna ad essere vivo, al di là delle sterili dispute culturali.

taurus

Citazione di: anthonyi il 03 Dicembre 2024, 03:10:21 AMVoi avete sempre quest'idea dell'illuminismo salvatore del mondo. Al massimo l'illuminismo ha contribuito in un breve periodo caotico e rivoluzionario presto evolutosi in una sanguinosa dittatura militare. 


Si può dire tutto il male nei confronti delle idee degli illuministi.. e delle conseguenze (in particolare da parte dei credenti e lo si puo' comprendere..) _ MA grazie ad esse hanno permesso di toglierci la plurisecolare "museruola" clericale !

Infatti SE i ns. predecessori "dovevano" bere, come oro colato, TUTTO  quanto proponeva l' amorevole (?) clero.. ovvero le loro fantasiose storielle spacciate come verità assoluta, proprio la conseguenza degli illuministi ha avuto il merito di poter ficcare il naso su quelle loro oscure storielle.. divine.

Mi riferisco al varie volte postato Jeshu-Forschung (ricerca Storica del Gesù terreno).

Detto sublime processo.. ha permesso una RI-lettura critica di tutto quel ciarpame... e spacciato come divinamente ispirato (?).
Dopo secoli e secoli _ finalmente si apriva il coperchio del pentolone dottrinario della croce.. e si è scoperto quante stravaganti storielle, letteralmente inventate dagli stregoni, venivano fatte credere all' ingenuo gregge !

E guai a contestarle.. i boscaioli della croce erano sempre attivi per procurare la legna in modo da poter arrostire la carne degli impenitenti !

Ben scriveva lo scomodissimo teologo Hans Kueng:

- le idee illuministe rappresentano la catastrofe più devastante per la santa ekklesia !

Continua ancora il menzionato professore di dogmatica (ed ex-docente collega universitario di Tubinga.. il promettente J. Ratzinger) le altre catastrofi che hanno Ridimensionato l' atavica supponenza del catto-cristianesimo romano sono:

- 1)
l' invenzione dei caratteri mobili.. per la stampa (Gutenberg) - permettendo così una più veloce circolazione delle idee,

- 2)
la Riforma di panzer M. Luther,

- 3)
Copernico - G.Galilei,

- 4)
le citate idee illuministe (e relativo Jeshu-Forschung),

- 5) C. Darwin

Risultato? L' inarrestabile S-cristianizzazione della società.

alleluia, alleluia

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taurus

Citazione di: anthonyi il 03 Dicembre 2024, 03:10:21 AMAl massimo l'illuminismo ha contribuito in un breve periodo caotico e rivoluzionario presto evolutosi in una sanguinosa dittatura militare. 


Certamente...

Ma ma _ pensa invece quanto sangue ha fatto versare i capricci della "santa" ekklesia...

A parte i tantissimi martiri per la libertà di pensiero che dire, per esempio, della guerra dei 30 anni ?

Questa ha più che dimezzato (!) la popolazione europea di quel tempo / perchè il papato romano NON si rassegnava alla consistente perdita del "suo" gregge e/o  del ridimensionamento del "suo"  Regno (di questo mondo _ sic !)    

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iano

#26
Citazione di: Eutidemo il 01 Dicembre 2024, 18:40:58 PM
"Fede è sustanza di cose sperate
e argomento de le non parventi;
e questa pare a me sua quiditate"
(Paradiso XXIV, 64) .
La "quiditas" o "quidditas", nella terminologia scolastica significa l'"essenza delle cose".
L'aggiunta che fa Dante mi pare che sia sostanziale.
Cioè , confermando ciò che S.Paolo voleva dire, và anche oltre, perchè sembra  dirci che l'essenza delle cose, parventi o meno che siano, è la stessa.
O almeno questa è la mia interpretazione, e se è giusta mi trova d'accordo.
Secondo il mio punto di vista, volendo riportare ad unita cose apparentemente inriconducibili una all'altra, se non si può dare solidità ad un illusione, allora si provi a riguardare ciò che sembra solido come illusione.
Se guardiamo al percorso della scienza infatti, quando si indaga la solida realtà essa sembra svuotarsi di sostanza riducendoci a componenti la cui esistenza chiama in causa la nostra capacità di credervi. Capacità di credere che è primitiva rispetto alla fede. Non si può porre cioè fede in alcunché se non si possiede la capacità di credere, capacità che tutti possediamo, ma che non garantisce che tutti si ponga fede alle stesse cose, per quanto ciò non è impossibile che si verichi, senza però che ciò verificandosi si dimostri l'esistenza di alcunché in assoluto, se assoluto non è chi viene chiamato a testimoniarlo.
Perchè alla fine io mi chiedo, che differenza fa se io riesco a manipolare in modo coerente la realtà, se ciò che mi pare di manipolare può riferirsi in modo diretto alla realtà, come ciò che effettivamente la compone, o se manipolo illusioni, e  ciò funziona al pari che se la realtà ne fosse composta?
In fondo a me pare che  scienza e magia abbiano in comune che secondo esse parimenti la realtà possa obbedire a formule o a riti, e la differenza sta nel fatto che una delle due è riservata agli iniziati, mentre l'altra è una ''magia'' che ognuno può praticare.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

green demetr

#27
Citazione di: Koba II il 03 Dicembre 2024, 11:24:52 AMNon c'è un Io che si collega a un Sé universale e via dicendo...
Lasciamo stare queste filastrocche.
Sono filastrocche, sono d'accordo, ma non quando le interiorizziamo.
A me queste interiorizzazione riesce facile.
E' tutto il resto che manca. Ossia il dialogo.
E allora sì nel dialogo di ciò che è stato interiorizzato, e dunque anche il sogno, sia chiaro, anzi sopratutto il sogno, la letteratura, e solo quella purtroppo, non vedo altre vie in questo tempo da fine del mondo, evidente, chiara, lapalissiana.
Per questo ho tradito il me giovane, perchè credevo, e credo ancora, nonostante tutto, nel Mondo. Ma è ovvio che questo tradimento se na va da sè, nelle spire del tempo, con una birra, con gli amici, nella completa ignoranza di ogni cosa.
Qua si parla di lettere, di discussioni antiche, che affiorano, per chi sa leggere, pochi pochissimi, forse nessuno, tra le righe delle domande che gli antichi ponevano di nascosto, invitando al pensiero, non manuali di buona condotta, di filastrocche come dici giustamente tu.

Citazione di: Koba II il 03 Dicembre 2024, 11:24:52 AMA questo fatto si deve poi aggiungere che sogno e pensiero consapevole si intrecciano durante la veglia. Che continuiamo a sognare anche mentre siamo svegli. Che il pensiero magmatico del sogno è sempre lì, in agguato, dietro alle nostre sicurezze razionali.

Da qui bisogna partire.
Allora i simboli religiosi, la preghiera, il cammino interiore, la santità nella prassi, allora tutto questo torna ad essere vivo, al di là delle sterili dispute culturali.
Ma certamente tu sei un passo in avanti.
Io non riesco a spazzare via il Mondo, io ho bisogno di interpretarlo, di porlo probabilmente come frammezzo, tra il me che pensa profondo, e il me che vuole ancora la mamma, la promessa di salvezza, che deve essere in questo Mondo, quando ovviamente non lo è, non lo è di necessità, come Hegel aveva capito.
(è impossibile vivere la vita, essa ci scorre accanto, e non possiamo mai carpirla).

Citazione di: Koba II il 03 Dicembre 2024, 11:24:52 AMPrima devi farti travolgere da quel desiderio, dalla nostalgia infinita, dalla melanconia di un Van Gogh, devi sentire letteralmente la terra gemere.
Invece tu parti dalla gnosi, ma la gnosi semmai è il repertorio di simboli attraverso cui riconoscere, comprendere e tradurre il tuo desiderio originario, la tua pazzia.
La gnosi è esattamente quello che scrivi, io penso che però è una falsa comprensione, è più un ordine che ti chiama alla domanda sul senso della grande opera, che una grande opera. Certo che deriva da quella pazia originaria.
Pensi che guardo un Van Gogh il mio cuore taccia? Ti sbagli, ma io rimango fedele alla terra, io quello che sento è un grido di dolore, non sommovimento della terra.
La terra è ferma e forse per questo il suo grido è ancora più assordante.
Citazione di: Koba II il 03 Dicembre 2024, 11:24:52 AMDobbiamo accettare che l'Io è solo un'illusione necessaria, e che il Sé è in realtà una molteplicità.
Siamo una pluralità di Sé.

Io non devo accettare proprio un bel niente.
Non vedo alcuna illusione, e il sè non è altro che la mente, il luogo dove l'io fa i conti col soggetto, ossia con i fatti, oggi stranamente scomparsi dalle menti annebbiate delle persone.
Succede sempre nei tempi buj.
Non confonderei la pazzia umana, troppo umana, con la pazia sacra, del delirio poetico.
Io mi sono sempre perso davvero solo nei libri, e supremamente nelle poesie.
La natura non mi ha mai scosso, se non nel sorriso di una fanciulla.
Poichè il sè è semplicemente la mente, lo spazio topologico dell'astrazione, non l'astrazione stessa, il pensiero, che la abita, che la impregna di sè.
In cui partoriscono le idee, le morali, gli Dei.
Ed è un Dio, in quanto assolutamente inconoscibile che la produce.
L'astrazione stessa, in questo caso l'unico pensiero vivo di Aristotele, il pensiero che pensa se stesso.
Il motore immobile.
Immobile in quanto sconosciuto, motore in quanto madre, partogenesi di qualcosa.
Assolutamente respingo che si tratti di qualcosa che ci appartiene.
Non ancora per lo meno.
La molteplicità è invece data dal pensiero stesso.
Non vi è illusione. Sono cose reali, come Freud ha già sperimentato, e spiegato.
L'unione del sè, è un mito, una sciocchezza, io credo invece che la follia derivi dall'interrogazione dell'io pensante, dalla singolarità, giammai dalla pluralità dei pensanti, che non può essere. con quel pensiero generante.
Per questo io credo che la gnosi (ossia la comprensione di questa relazione, che è sempre in movimento, poichè è sempre in movimento il nostro pensare, e il pensiero stesso, quali altri miliardi di creazione può consocere l'uomo?) continuerà, sempre che rimarrà il singolo, contro il nichilismo, forse uno dei parti più spaventosi della modernità.
Come vedi io non credo minimamente a questa unità, fantasma del materno, che diventa patre comprensivo.
Al contrario io ascolto il dolore dei grandi uomini di ieri.
Oggi il dolore è attentamente coperto, sotto l'unità cosmica dei credenti, dei poveracci di ogni tempo, sempre sotto le grinfie del sostituto del padre buono, dell'amore cosmico, dell'unità primigenia.
Non sanno leggere Leopardi: non solo non esiste padre, e la madre è pure matrigna.
A far finta che il Mondo non esista è questo l'esito.
Come vedi la cosa non è per niente facile.
Pazzia sacra o delirio di massa?
Io scelgo sempre la prima. La pazzia di van gogh, è la sua, e io come la rispetto!
ps
intuizione dell'ultimo momento: come farebbe l'io ad essere io collettivo, come farebbe a interrogare il pensiero, se facesse parte di esso?
Il mistero si infittisce e l'ideologia è il suo guardiano-

pps
so di non averti risposto all'altezza di quello che chiedi.
devo meditarci sopra. attendi.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Buonasera Koba,


la risposta alla meditazione mi è venuta stamane, tu stai parlando della morte.
E' la morte quella che ci toglie la terra sotto i piedi.
Tu non parli affatto della fede nella sapienza, ma nella fede a che ci sia qualcosa oltre la morte, che influisce qua sulla terra.
Ma allora ti rivolgo io una domanda: la ricerca è ancora una domanda?
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Proprio ieri mentre leggevo l'introduzione (scombinata) a S.Agostino leggevo:

Come Tommaso dice vi sono due strade che portano a Dio, l'una è la fede, e l'altra è la sapienza.
Queste strade sono irriducibili l'una all'altra.
Ma io dai pochi passaggi (sulla virtù della temperanza) ho scoperto che Tommaso è uno che si perde dietro scombinate (spesso illogiche) distinzioni, capziose e ridicole.
La cui unica forza è dettata dalle citazioni Vere di Agostino.

E come dicevo ho iniziato S.Agostino (sono già alla seconda rilettura del prologo), mi pare che S.Agostino ironizzi, dica il contrario di quello che dice, dice che Dio è grande, ma lui si dice piccolo, Dice che Dio è giusto, ma lui si scopre ingiusto.
Il discorso della fede, mi pare tutt'altro che qualcosa lontano dalla ragione, mi sembra invece l'unico modo di poter Ragionare, ossia quello che sta alle costole della supposta fede.
Per me è naturale: la fede si calcola proprio a partire dall'irrudicibilità della vita.
Ecco che per esempio la giovine diventa la madonna, e allora, è la ragione che bracca la madonna, per poterla fare santa. Come fece Duns Scoto.
Non è questione del culto, è questione della fede.
Ma la fede altro non è che la ragione.
La vera ragione.
Copierà sulla mia discussione di Agostino.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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