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La centratura

Aperto da Ondina, 10 Febbraio 2023, 16:11:21 PM

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Ondina

Restare centrati mi sembra sempre più difficile in questo mondo dove tutto ha un prezzo, tutto è veloce, dove le cose sono spesso più importanti delle persone...e fin qui si rasenta la banalità, perché credo che ce ne accorgiamo tutti. Per non farsi travolgere dal mondo, ci serve una grande volontà, ci vuole un lavoro costante per mantenere la centratura. Ma che cos'è davvero la centratura? Mi trovo in difficoltà nel definirla a parole, perché l'avverto come lo spostamento del fuoco d'attenzione dal fuori al dentro, dalla mente al plesso solare, non è un tipo di pensiero ma è una forma di silenzio. Per realizzarla mi devo ricordare di farlo, per questo è un atto di volontà, perché è come se soffiasse un vento molto forte (metaforicamente le spinte sociali) e ci vuole l'attenzione per non perdere l'equilibrio; se si è distratti, una folata intensa ci può fare cadere...
Aveva ragione Socrate: so di non sapere...ed è un sollievo

bobmax

O forse non serve un gran lavoro e neppure una grande volontà...
Perché non vi è nessuna lotta da affrontare.

Piuttosto, è necessaria la nostra apertura alla Verità.
E la Verità è in noi stessi. Al punto... che noi siamo la Verità.
Siamo Essere, che altro mai saremmo?
Essere = Verità

E allora apertura a noi stessi, a ciò che veramente siamo.
Costi quello che costi.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ondina

Ti ringrazio Bobmax, ho letto con attenzione.
Purtroppo per me non è così. Rispettando chiaramente il tuo pensiero, devo dire che concettualmente lo condivido ma ho una netta percezione di quanto facilmente l'uomo si faccia distrarre e portare lontano dall'essere. Tutto è in un equilibrio perfetto quando si ha una visione che va oltre, ed oltre lo sappiamo a cosa fa riferimento. Ma la differenza sta nel nostro focus d'attenzione, e quello non si sposta da solo... Non siamo tutti uguali, anche se non è questione di essere avanti o indietro, ma così come non si è in grado di sollevare pesi se non ci si allena, così anche l'attenzione è un muscolo che va allenato. Io mi distraggo, per questo a volte ho bisogno di ricordarmi di me
Aveva ragione Socrate: so di non sapere...ed è un sollievo

anthonyi

A me sembra, ondina, che il problema che poni potrebbe essere posto anche in maniera simmetrica. 
Tutti noi siamo una realtà interiore che deve confrontarsi, possibilmente in maniera equilibrata, con il mondo attorno a sé. 
Ora questo confronto si può risolvere con una preponderanza di istanze interiori, oppure di istanze sociali. 
Nel primo caso c'é il rischio dell'isolamento, nel secondo c'é il rischio dell'annichilimento.
Per avere una buona soluzione bisogna trovare un equilibrio, perché noi abbiamo bisogno di esprimere noi stessi, ma abbiamo anche bisogno degli altri, e per questo abbiamo bisogno anche di adattarci a loro. 
Quello di cui non abbiamo bisogno sono i feticci, cioè quelle strutture che simulano una socialità non vera, le cose al posto delle persone delle quali anche tu parli. 😀

bobmax

Citazione di: Ondina il 10 Febbraio 2023, 17:31:03 PMTi ringrazio Bobmax, ho letto con attenzione.
Purtroppo per me non è così. Rispettando chiaramente il tuo pensiero, devo dire che concettualmente lo condivido ma ho una netta percezione di quanto facilmente l'uomo si faccia distrarre e portare lontano dall'essere. Tutto è in un equilibrio perfetto quando si ha una visione che va oltre, ed oltre lo sappiamo a cosa fa riferimento. Ma la differenza sta nel nostro focus d'attenzione, e quello non si sposta da solo... Non siamo tutti uguali, anche se non è questione di essere avanti o indietro, ma così come non si è in grado di sollevare pesi se non ci si allena, così anche l'attenzione è un muscolo che va allenato. Io mi distraggo, per questo a volte ho bisogno di ricordarmi di me

Ritengo di capire la tua posizione. Che fa da contraltare alla mia e che non posso che rispettare. L'ho già riscontrata in altri, che si impegnano in un costante lavoro per non perdere la bussola.

Ammiro la vostra determinazione.
Anche perché io non vi riesco, non sono capace di impormi su me stesso.
D'altronde ho sempre detestato fare i compiti.

Sono due approcci ugualmente legittimi. Uno segue la costanza delle buone pratiche, l'altro si lascia guidare dalla passione.

Non ho elementi per dire quale sia meglio.
Tuttavia, dal mio punto di vista, mi sembra che pure le pratiche possano sortire qualche risultato, solo nei momenti in cui sono colte dalla passione.

Che è passione per l'Uno.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Freedom

Citazione di: Ondina il 10 Febbraio 2023, 16:11:21 PMl'avverto come lo spostamento del fuoco d'attenzione dal fuori al dentro, dalla mente al plesso solare, non è un tipo di pensiero ma è una forma di silenzio.
Potresti gentilmente precisare cosa intendi con "è una forma di silenzio"? E' assenza di pensieri? Quanto dura generalmente?
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Ondina

Citazione di: anthonyi il 10 Febbraio 2023, 18:00:52 PMA me sembra, ondina, che il problema che poni potrebbe essere posto anche in maniera simmetrica.
Tutti noi siamo una realtà interiore che deve confrontarsi, possibilmente in maniera equilibrata, con il mondo attorno a sé.
Ora questo confronto si può risolvere con una preponderanza di istanze interiori, oppure di istanze sociali.
Nel primo caso c'é il rischio dell'isolamento, nel secondo c'é il rischio dell'annichilimento.
Per avere una buona soluzione bisogna trovare un equilibrio, perché noi abbiamo bisogno di esprimere noi stessi, ma abbiamo anche bisogno degli altri, e per questo abbiamo bisogno anche di adattarci a loro.
Quello di cui non abbiamo bisogno sono i feticci, cioè quelle strutture che simulano una socialità non vera, le cose al posto delle persone delle quali anche tu parli. 😀
Non posso che essere d'accordo. Soprattutto sull'idea di EQUILIBRIO. Chiaramente la mia considerazione iniziale parte da un'intuizione personale e soggettiva conseguente alla consapevolezza di essere troppo verso l'esterno in questa fase. Un'altra persona potrebbe avere un'intuizione opposta se fosse troppo rivolta verso l'interno 
Aveva ragione Socrate: so di non sapere...ed è un sollievo

Ondina

Citazione di: bobmax il 10 Febbraio 2023, 18:17:40 PMRitengo di capire la tua posizione. Che fa da contraltare alla mia e che non posso che rispettare. L'ho già riscontrata in altri, che si impegnano in un costante lavoro per non perdere la bussola.

Ammiro la vostra determinazione.
Anche perché io non vi riesco, non sono capace di impormi su me stesso.
D'altronde ho sempre detestato fare i compiti.

Sono due approcci ugualmente legittimi. Uno segue la costanza delle buone pratiche, l'altro si lascia guidare dalla passione.

Non ho elementi per dire quale sia meglio.
Tuttavia, dal mio punto di vista, mi sembra che pure le pratiche possano sortire qualche risultato, solo nei momenti in cui sono colte dalla passione.

Che è passione per l'Uno.
Concordo anche con te, non esiste un'unica via, nessuna è giusta o sbagliata ma ognuno deve trovare la sua. E non è nemmeno detto che una singola persona segua una sola via tutta la vita.
Aveva ragione Socrate: so di non sapere...ed è un sollievo

Ondina

Citazione di: Freedom il 10 Febbraio 2023, 18:21:26 PMPotresti gentilmente precisare cosa intendi con "è una forma di silenzio"? E' assenza di pensieri? Quanto dura generalmente?
Ci provo perché non è una domanda semplice e non è semplice la risposta.
Leggendo la tua domanda mi è venuto in mente un vecchio indovinello: che cos'è quella cosa che se la nomini scompare? Il silenzio (ecco ho rovinato il gioco 😅)... Spiegare il silenzio con parole e ragionamenti in sostanza è un po' una contraddizione in termini. Io non credo si possa parlare di assenza totale di pensieri, o forse a quello ci si arriva dopo tempo, tuttavia si può conquistare una pausa dal logorio mentale: devo pagare la bolletta, tizio mi ha detto quella cosa, la mia fidanzata non mi ha chiamato...questi sono pensieri, ci seguono continuamente come un ronzio. Quella pausa io la conquisto trovando del tempo per osservarli innanzitutto, come se non fossero miei ma la proiezione di un film (e di fatto lo sono). Questo non garantisce il silenzio, ma almeno sei cosciente del peso che ti porti in giro. Se posso mi fermo, medito il tempo che è possibile, ascolto il respiro, il corpo, non do forza ai pensieri. Ti accorgi che hai conquistato un momento di silenzio, se avverti una leggerezza diversa, una quiete nuova...ma ognuno definirebbe quel momento di silenzio in modo diverso, certo è che quando c'è il silenzio lo riconosci. Credo sia un po' come quando si incontra una persona la prima volta e sembra di conoscerla da sempre. La durata in realtà non ha senso: in termini comuni può essere un secondo, una mezz'ora, un giorno (magari un giorno), ma in realtà il silenzio è sempre in noi, fa parte di noi, non lo sentiamo perché viviamo nella mente e quindi nel rumore, ecco perché giova ogni tanto spegnere tutto, perché noi siamo quel silenzio.
Ecco. Non dovevo dire nulla e alla fine ho scritto troppo... spero ti sia di qualche utilità 
Aveva ragione Socrate: so di non sapere...ed è un sollievo

iano

Ciao Ondina e benvenuta.
Vediamo se riesco a interpretarti.
Se sentiamo qualcosa c'è una causa, ma non sempre la potenziale causa genera la sensazione.
La sensazione di fatto deriva da una selezione naturale di cause possibili, che tu riesci a provocare artificiosamente.
Il silenzio non deriva mai da mancanza di possibili cause, perchè finché siamo vivi, noi stessi siamo fonte di rumore, ma della loro disattivazione.
Non tutti sanno che l'udito è il nostro senso più sviluppato, per il motivo che agisce essenzialmente in incognito, senza coscienza nostra di sensazioni.
E' un senso salvavita che a volte non può permettersi di perdere tempo manifestandosi in sensazioni, perchè quel tempo potrebbe risultare fatale.
L'udito è capace per sua natura di agire anche in silenzio.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#10
Lettura consigliata: ''Lo straordinario potere dei nostri sensi. Guida all'uso 
di Lawrence D. Rosenblum 
Bollati Boringhieri, 2011'

Qui si scrive di cose che credo assimilabili a ''centrature''.
Cioè sul come la sempre maggiore conoscenza sulle origini delle nostre sensazioni, ci permetta di intervenire su esse, modificandole.
Non è in genere una buona idea farlo, perchè si và ad intervenire su meccanismi vitali consolidati, ma quando sono gli accidenti della vita a decentrarci dal suo normale svolgimento, possono aiutarci a trovare un nuovo centro.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Un tempo il centro te lo dava la tradizione. Poi la tradizione è (giustamente) scomparsa e bisogna trovare il centro da qualche altra parte. I classici scrivevano sul tempio di Apollo "conosci te stesso", che fa il paio con quello che Ondina ha in firma. Il sapere comincia dal conosci te stesso, e da lì si parte per andare avanti. Freud scriveva "Dov'era l'Es deve Io diventare". In fondo l'unico centro di cui disponiamo è noi stessi ed è pure l'unica materia umana che possiamo plasmare. L'opera d'arte, grande o piccola che sia, che ci portiamo addosso fino alla morte.

In un'epoca così sovraccarica di canne al vento e flautisti magici velenosi, già non fare la fine del topo è segno di elezione umana. Continuando a conoscere se stessi. E rispecchiando se stessi nel mondo, e il mondo in noi stessi. Dialettica sublime.


pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ondina

Citazione di: iano il 10 Febbraio 2023, 21:57:25 PMCiao Ondina e benvenuta.
Vediamo se riesco a interpretarti.
Se sentiamo qualcosa c'è una causa, ma non sempre la potenziale causa genera la sensazione.
La sensazione di fatto deriva da una selezione naturale di cause possibili, che tu riesci a provocare artificiosamente.
Il silenzio non deriva mai da mancanza di possibili cause, perchè finché siamo vivi, noi stessi siamo fonte di rumore, ma della loro disattivazione.
Non tutti sanno che l'udito è il nostro senso più sviluppato, per il motivo che agisce essenzialmente in incognito, senza coscienza nostra di sensazioni.
E' un senso salvavita che a volte non può permettersi di perdere tempo manifestandosi in sensazioni, perchè quel tempo potrebbe risultare fatale.
L'udito è capace per sua natura di agire anche in silenzio.
Buongiorno, mi metti un po' in difficoltà... non perché non comprenda quanto scrivi, ma perché argomentando così si apre un universo di considerazioni che probabilmente esulano anche dal contesto. Ad ogni modo è uno spunto interessante e lo considero volentieri.

Sul concetto di causa c'è da dire che se per un effetto c'è sempre una causa, è anche vero che ogni effetto diviene a sua volta causa. Quindi chissà se è nato prima l'uovo o la gallina. In pratica ammettendo che una sensazione sia effetto di una qualche causa, quella sensazione a sua volta diventa causa di un'altra sensazione, di un pensiero, di un'azione in una catena potenzialmente infinita. A meno che come osservi non si sia in grado di disattivare il meccanismo...

In realtà ci sarebbe anche una questione meramente neurologica che si interroga sul rapporto del sistema nervoso periferico (in pratica i nostri organi di senso) e il sistema centrale, quindi l'organo del cervello. Quello che viene insegnato a livello base è che gli organi periferici inviano impulsi al cervello che li elabora, ma spesso non viene detto che il cervello opera una selezione a monte che influenza gli organi di senso, come l'udito ovviamente. La selezione che opera il cervello è influenzata da tanti fattori che non mi sembra il caso di elencare ed analizzare ora, ma giusto per fare un esempio se non ho mai visto il colore viola, la prima volta che lo vedo lo chiamerò rosso o blu a seconda della gradazione. Insomma, dove è la causa e dove è l'effetto? È un dedalo

Non lo so quanto ci sia di naturale e quanto di artificioso in tutto ciò, volendo ci si può perdere sulla questione di cos'è naturale e cos'è artificioso...ma magari ci apriremo un post apposta.

Comunque in conclusione ci si perde in ragionamenti impostando così il discorso. Non è tempo perso ma forse non serve allo scopo. A volte ci chiediamo troppi perché, vogliamo capire i meccanismi, e ci perdiamo la sostanza che in questo caso è semplicemente lo scopo di restare in contatto con se stessi. Ovviamente, come detto in altri commenti a questo post, le vie sono tante e diverse...a ognuno la sua
Aveva ragione Socrate: so di non sapere...ed è un sollievo

Ondina

Citazione di: Ipazia il 10 Febbraio 2023, 22:13:34 PMUn tempo il centro te lo dava la tradizione. Poi la tradizione è (giustamente) scomparsa e bisogna trovare il centro da qualche altra parte. I classici scrivevano sul tempio di Apollo "conosci te stesso", che fa il paio con quello che Ondina ha in firma. Il sapere comincia dal conosci te stesso, e da lì si parte per andare avanti. Freud scriveva "Dov'era l'Es deve Io diventare". In fondo l'unico centro di cui disponiamo è noi stessi ed è pure l'unica materia umana che possiamo plasmare. L'opera d'arte, grande o piccola che sia, che ci portiamo addosso fino alla morte.

In un'epoca così sovraccarica di canne al vento e flautisti magici velenosi, già non fare la fine del topo è segno di elezione umana. Continuando a conoscere se stessi. E rispecchiando se stessi nel mondo, e il mondo in noi stessi. Dialettica sublime.



Mi piace quello che hai scritto Ipazia. Alla fine tutto torna al "conosci te stesso", è esattamente così, ed è tutt'altro che scontato. Non sarebbe stato necessario scriverlo a monito eterno sul tempio di Apollo altrimenti...
Aveva ragione Socrate: so di non sapere...ed è un sollievo

Freedom

Citazione di: Ondina il 10 Febbraio 2023, 19:14:01 PMCi provo perché non è una domanda semplice e non è semplice la risposta.
Leggendo la tua domanda mi è venuto in mente un vecchio indovinello: che cos'è quella cosa che se la nomini scompare? Il silenzio (ecco ho rovinato il gioco 😅)... Spiegare il silenzio con parole e ragionamenti in sostanza è un po' una contraddizione in termini. Io non credo si possa parlare di assenza totale di pensieri, o forse a quello ci si arriva dopo tempo, tuttavia si può conquistare una pausa dal logorio mentale: devo pagare la bolletta, tizio mi ha detto quella cosa, la mia fidanzata non mi ha chiamato...questi sono pensieri, ci seguono continuamente come un ronzio. Quella pausa io la conquisto trovando del tempo per osservarli innanzitutto, come se non fossero miei ma la proiezione di un film (e di fatto lo sono). Questo non garantisce il silenzio, ma almeno sei cosciente del peso che ti porti in giro. Se posso mi fermo, medito il tempo che è possibile, ascolto il respiro, il corpo, non do forza ai pensieri. Ti accorgi che hai conquistato un momento di silenzio, se avverti una leggerezza diversa, una quiete nuova...ma ognuno definirebbe quel momento di silenzio in modo diverso, certo è che quando c'è il silenzio lo riconosci. Credo sia un po' come quando si incontra una persona la prima volta e sembra di conoscerla da sempre. La durata in realtà non ha senso: in termini comuni può essere un secondo, una mezz'ora, un giorno (magari un giorno), ma in realtà il silenzio è sempre in noi, fa parte di noi, non lo sentiamo perché viviamo nella mente e quindi nel rumore, ecco perché giova ogni tanto spegnere tutto, perché noi siamo quel silenzio.
Ecco. Non dovevo dire nulla e alla fine ho scritto troppo... spero ti sia di qualche utilità
Non hai scritto troppo e direi che sei riuscita nell'intento di farmi comprendere quello che intendi.
Posso adesso fare un passo indietro e chiederti perché ricerchi la centratura? 
Oltre all'evidente beneficio di rilassamento intendo. 
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.