L'uomo non può salvare l'anima con le opere?

Aperto da Socrate78, 27 Gennaio 2023, 22:31:20 PM

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Socrate78

Spesso rifletto, da credente e cristiano, su quale sia il fattore determinante che produce la salvezza dell'anima dalla perdizione e dalla separazione da Dio, se questo sia da individuare nelle opere di carità, nella dedizione al prossimo oppure se sia determinante la fede in Cristo, nel suo sacrificio salvifico. A mio avviso, però, quello che è determinante è proprio la fede, anche se oggi si tende fortemente a sostenere il contrario, e cioè ad estendere la salvezza anche a chi non crede. Infatti che cos'è nella sua intima essenza il peccato? Il peccato è un'offesa fatta in un'ultima analisi a Dio, e ciò vale anche per i peccati meno gravi, si tratta sempre di offese a Dio. Ma siccome una colpa è tanto più grave e meritevole di una pena severa in rapporto all'importanza e alla grandezza di chi è offeso, allora l'offesa a Dio, che è appunto perfetto ed eterno, meriterebbe di conseguenza una pena eterna e massima, quindi l'inferno. Tutti gli uomini quindi, in quanto peccatori, meriterebbero di essere eternamente separati dal sommo bene di Dio e ciò che può salvarli quindi risulta essere solo la fede in Cristo, nel suo sacrificio salvifico, la fede quindi sarebbe l'unico strumento per giustificarci (cioè renderci giusti) di fronte a Dio.  Ciò non significa che le opere non siano importanti, ma sono semmai più che altro un segno che la fede è vera: infatti se io credo veramente in Cristo compio anche la sua volontà perché mi affido a Lui, quindi il mio agire sarà anche improntato alla carità, ma non sono le opere il fattore determinante per la salvezza eterna. Questi concetti sono stati sostenuti anche dal protestantesimo (giustificazione per fede), anche se forse in maniera diversa da come li ho esposti sopra. Il punto debole della teoria starebbe nel fatto che, coerentemente con essa, verrebbero esclusi dalla salvezza tutti i non cristiani, ma anche qui si può sostenere che per "fede" si deve intendere fiducia e sottomissione a Dio, quindi anche se non si riconosce umanamente (per cultura, tradizioni, ecc.) Dio in Cristo, l'importante è il rapporto intimo dell'anima con l'Assoluto. Voi che cosa ne pensate?

anthonyi

La salvezza é uno stato emotivo interiore, proteso verso il bene e l'amore. Sia la fede che le opere non sono altro che strumenti funzionali a costruire questo stato emotivo. 

iano

#2
Penso che  se si sente così forte l'esigenza  di una ricongiunzione (con Dio ? ) è perchè si percepisce una dolorosa separazione.
Io però questa separazione non la sento.
Ma, cercando di immedesimarmi, se mi si dice che la soluzione possa stare nell'acquisire ''la fede'', allora mi viene da pensare che ciò da cui ci si è separati sia proprio ''la fede''.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Penso che in ogni visione del mondo, e oltremondo, totalitaria, il più grande peccato sia la "lesa maestà" e il più grande peccatore sia il bambino che dice "il re è nudo".
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

La salvezza non è una sopravvivenza.

Perché ciò che conta non è il proprio durare individuale.

Ciò che conta davvero è solo il Bene.

Il sopravvivere, il durare magari indefinitamente è la cosa più orrenda.
Un orrore che si può avvertire pure in questa vita, quando si avverte il non senso del semplice vivere...

Perciò la salvezza dell'anima è nel proprio annullamento in Dio.

Questo è lo scopo dell'inferno.
Condurci alla morte dell'anima.

Che altro non è che il riconoscere di non essere mai stata.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Freedom

Citazione di: Socrate78 il 27 Gennaio 2023, 22:31:20 PMSpesso rifletto, da credente e cristiano, su quale sia il fattore determinante che produce la salvezza dell'anima dalla perdizione e dalla separazione da Dio, se questo sia da individuare nelle opere di carità, nella dedizione al prossimo oppure se sia determinante la fede in Cristo, nel suo sacrificio salvifico. A mio avviso, però, quello che è determinante è proprio la fede, anche se oggi si tende fortemente a sostenere il contrario, e cioè ad estendere la salvezza anche a chi non crede. Infatti che cos'è nella sua intima essenza il peccato? Il peccato è un'offesa fatta in un'ultima analisi a Dio, e ciò vale anche per i peccati meno gravi, si tratta sempre di offese a Dio. Ma siccome una colpa è tanto più grave e meritevole di una pena severa in rapporto all'importanza e alla grandezza di chi è offeso, allora l'offesa a Dio, che è appunto perfetto ed eterno, meriterebbe di conseguenza una pena eterna e massima, quindi l'inferno. Tutti gli uomini quindi, in quanto peccatori, meriterebbero di essere eternamente separati dal sommo bene di Dio e ciò che può salvarli quindi risulta essere solo la fede in Cristo, nel suo sacrificio salvifico, la fede quindi sarebbe l'unico strumento per giustificarci (cioè renderci giusti) di fronte a Dio.  Ciò non significa che le opere non siano importanti, ma sono semmai più che altro un segno che la fede è vera: infatti se io credo veramente in Cristo compio anche la sua volontà perché mi affido a Lui, quindi il mio agire sarà anche improntato alla carità, ma non sono le opere il fattore determinante per la salvezza eterna. Questi concetti sono stati sostenuti anche dal protestantesimo (giustificazione per fede), anche se forse in maniera diversa da come li ho esposti sopra. Il punto debole della teoria starebbe nel fatto che, coerentemente con essa, verrebbero esclusi dalla salvezza tutti i non cristiani, ma anche qui si può sostenere che per "fede" si deve intendere fiducia e sottomissione a Dio, quindi anche se non si riconosce umanamente (per cultura, tradizioni, ecc.) Dio in Cristo, l'importante è il rapporto intimo dell'anima con l'Assoluto. Voi che cosa ne pensate?
E' la fede che salva ma se non ci sono le opere a testimoniarla che fede è?
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

bobmax

Citazione di: Freedom il 28 Gennaio 2023, 14:46:07 PME' la fede che salva ma se non ci sono le opere a testimoniarla che fede è?
Le opere non testimoniano la fede.
Le opere testimoniano l'amore.
Giacché è l'amore che muove ogni cosa.
Dio, ossia l'Essere, ama se stesso.

La fede non può operare nulla nel mondo. Agisce solo su te stesso.

Perché qualsiasi azione dipende solo da ciò che si è.

La fede nella Verità, che è fede nel Nulla, è apertura all'Essere.
Verità, Nulla, Essere... sono Uno.

Ma finché credi, ancora non sei.

Come dice Meister Eckhart:
"Chi crede non è ancora figlio di Dio"
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Duc in altum!

Citazione di: Freedom il 28 Gennaio 2023, 14:46:07 PME' la fede che salva ma se non ci sono le opere a testimoniarla che fede è?
La Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della giustificazione (https://www.anglicancommunion.org/media/460300/ecumenism_joint-declaration_2019_it.pdf ), risponde precisamente  a questo interrogativo (vedi punto 25 e ss: "Insieme confessiamo che il peccatore viene giustificato mediante la fede nell'azione salvifica di Dio in Cristo: questa salvezza gli viene donata dallo Spirito Santo nel battesimo che è il fondamento di tutta la sua vita cristiana").

In essa si precisa che la fede da sola salva (vedi san Disma - primo essere umano ad essere entrato in Paradiso per la sua sola fede in Gesù - che non ha avuto "tempo" per testimoniarla con le opere/azioni/fatti concreti ...causa morte per crocifissione).
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Jacopus

Duc, ti chiedo di spiegarmi un passaggio. Se la fede da sola basta per salvarsi, mettiamo il caso di un pluriomicida di bambini o qualsiasi altro tipo di umanità brutale. Al termine della vita, questo soggetto magari si pente sinceramente del tenore della sua vita, anche se il suo ultimo omicidio lo ha compiuto il giorno precedente, magari sputando sul cadavere del bambino. Si salva quest'uomo, visto che nell'ultimo giorno della sua vita si è pentito ed è stato pervaso dalla fede? Si tratta di un esempio un po' estremo, mi rendo contro ma serve per capire la logica della dottrina cattolica.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Duc in altum!

Citazione di: Jacopus il 31 Gennaio 2023, 07:48:04 AMDuc, ti chiedo di spiegarmi un passaggio. Se la fede da sola basta per salvarsi, mettiamo il caso di un pluriomicida di bambini o qualsiasi altro tipo di umanità brutale. Al termine della vita, questo soggetto magari si pente sinceramente del tenore della sua vita, anche se il suo ultimo omicidio lo ha compiuto il giorno precedente, magari sputando sul cadavere del bambino. Si salva quest'uomo, visto che nell'ultimo giorno della sua vita si è pentito ed è stato pervaso dalla fede? Si tratta di un esempio un po' estremo, mi rendo contro ma serve per capire la logica della dottrina cattolica.
Il Vangelo ci presenta Gesù crocifisso tra due ladri, mentre il termine originale c'indica che non erano dei semplici ladri di gallina, ma dei criminali tagliagole, né più né meno del pluriomicida da te chiamato in causa.
Uno dei due realizzò un atto di sola fede - visto che era già inchiodato e non poteva fare altro - semplicemente dicendo questo: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno"
Quindi, come puoi ben vedere @Jacopus, certamente che la fede piena e sincera (che solo Dio può valutare e giudicare) salva l'uomo: anche quello che ha vissuto sempre bestialmente.

Immagino quanto può dar fastidio questa realtà all'umano amorefaidate, ma il Vangelo c'insegna come vivere prima della morte e non dopo di essa.

P.S.
C'è anche l'altra faccia della stessa medaglia, ossia, non tutti saranno riconosciuti con una fede retta da Gesù, pur se, apparentemente, nei fatti e con le parole, sembrasse il contrario: «Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: "Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?". Ma allora io dichiarerò loro: "Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!"».
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Freedom

Citazione di: Duc in altum! il 31 Gennaio 2023, 01:10:04 AMLa Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della giustificazione (https://www.anglicancommunion.org/media/460300/ecumenism_joint-declaration_2019_it.pdf ), risponde precisamente  a questo interrogativo (vedi punto 25 e ss: "Insieme confessiamo che il peccatore viene giustificato mediante la fede nell'azione salvifica di Dio in Cristo: questa salvezza gli viene donata dallo Spirito Santo nel battesimo che è il fondamento di tutta la sua vita cristiana").

In essa si precisa che la fede da sola salva (vedi san Disma - primo essere umano ad essere entrato in Paradiso per la sua sola fede in Gesù - che non ha avuto "tempo" per testimoniarla con le opere/azioni/foncreti ...causa morte per crocifissione).
Le opere sono la cartina di tornasole della fede. Senza di esse la fede è morta. Naturalmente "le opere" vanno intese in senso esteso e dunque anche il solo parlare e manifestare un certo stato d'animo è un'opera. Anche solo l'intenzione è un'opera.

Così come il vivere le scritture è indispensabile, non basta leggerle e condividerne le parole.

Almeno così credo.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

niko

#11
La storia del pluriomicida di bambini che si salva se si pente e crede nel suo ultimo giorno di vita (comodo, no?), la quale, come storia, e' abbastanza platealmente assurda e ingiusta secondo tutti i non cattolici

(ma come, un tizio passa la vita ad ammazzare bambini e alla fine della fiera va annoverato tra i "buoni" per un suo solo giorno vissuto dignitosamente?! Solo la fede, puo' far digerire un'enormita' simile)

rivela il vizio di fondo: il cattolicesimo, soprattutto quello "controriformato", che per "rispondere" al protestantesimo inevitabilmente alcuni tratti del protestantesimo ingloba e fa propri, e' una religione pervasa da INDIVIDUALISMO.

La religione della carita' in cui alla fine ognuno, se si salva, si salva da solo.

Da solo e in rapporto individuale con Cristo, per cui la eventuale non-solitudine del morente, pentito o no, risiede solo nella verita' e nella vicinanza del Cristo, di cui il credente decide con la sua fede.

Due solitudini a confronto. Non c'è traccia, in tutto cio', del senso di nullita' dell'individuo al di fuori della sua plasmazione sociale e comunitaria, al di fuori della polis/citta', come ad esempio potevano averlo i Greci.

L'individuo esiste come feticcio, perche' si e' passati da una funzione cognitiva epistemica a una identitaria tribale della cosiddetta anima.

Questo grande movimento alimenta, l'individualizzazione storico-epocale su tempi lunghi dei cittadini occidentali, ben lungi dall'esserne la soluzione.

Il monoteismo come solitudine di Dio.

il narcisismo della trinita' presso cui Dio si auto-ama.

Contraddizioni che Kierkegaard ha invano cercato di risolvere nella sua filosofia.

Abramo deve ammazzare Isacco per riavere indietro Isacco.

Tesi e antitesi senza una sintesi, comunque progresso verso un mondo non hegheliano.

Non era ancora venuto Freud, a spiegare che a una libido oggettuale non si contrappone una libido totalizzante/nulla, come nella perdizione del mistico, ma una libido narcisista.

Non amate l'amore e prendetevi la responsabilita' di amare qualcuno o qualcosa, per una volta nella vita.

Per una volta nella vita, siate seri.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Duc in altum!

Citazione di: niko il 31 Gennaio 2023, 16:03:18 PM(ma come, un tizio passa la vita ad ammazzare bambini e alla fine della fiera va annoverato tra i "buoni" per un suo solo giorno vissuto dignitosamente?! Solo la fede, puo' far digerire un'enormita' simile)
Così come solo la fede può far digerire una verità alternativa e, addirittura, che si è buoni e giusti (secondo quale bilancia non si sa!) al punto di poter scagliar la prima pietra.

Citazione di: niko il 31 Gennaio 2023, 16:03:18 PMAbramo deve ammazzare Isacco per riavere indietro Isacco.
No, ennesimo errore, Abramo deve obbedire a Dio per conoscerLo e riavere sé stesso.
Così come ancora accade oggi: obbedisci al Cristo e conosci davvero chi sei.

Citazione di: niko il 31 Gennaio 2023, 16:03:18 PMNon amate l'amore e prendetevi la responsabilita' di amare qualcuno o qualcosa, per una volta nella vita.
Sì come no, e scommetto che bisogna amarla soprattutto con la formula dell'amorefaidate made in @niko.
Per poi finire come Ilary&Totti o a Quarto Grado.

E poi si pretende serietà ...ma dai!
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

niko

#13
Citazione di: Duc in altum! il 01 Febbraio 2023, 11:07:43 AMCosì come solo la fede può far digerire una verità alternativa e, addirittura, che si è buoni e giusti (secondo quale bilancia non si sa!) al punto di poter scagliar la prima pietra.
No, ennesimo errore, Abramo deve obbedire a Dio per conoscerLo e riavere sé stesso.
Così come ancora accade oggi: obbedisci al Cristo e conosci davvero chi sei.
Sì come no, e scommetto che bisogna amarla soprattutto con la formula dell'amorefaidate made in @niko.
Per poi finire come Ilary&Totti o a Quarto Grado.

E poi si pretende serietà ...ma dai!

Si ama cio' che vale, non e' l'amore a conferire valore.

Per questo la vicenda umana ruota intorno alla conoscena, e non alla fede.
O almeno dovrebbe.

La conoscenza e' l'unica risposta, all'amore fai da te. O alla pretesa di un uomo di insegnare a un altro uomo che cosa e come dovrebbe amare.

Soprattutto la conoscenza dei propri limiti.

Quanto al lancio delle pietre...

Io non pretendo, di cambiare spiritualmente i miei nemici.

Li tollero finche' posso, e poi li anniento. O al limite li sottometto.

Metaforicamente, naturalmente.

Nel far cio', li rispetto in quanto tali.

Del perdono, non me ne frega niente: ne' di darlo, ne' di riceverlo.

Il perdono per me e' l'illusione della reversibilita' del tempo attraverso l'umana parola, e io, nella mia, di spiritualita', se mai ne ho una, contemplo la reversibilita' del tempo nella realta' fisico-materiale e nell'istinto, ben oltre l'umana parola.

Come diceva Forrest Gump:

"Penso che a volte non ci sono abbastanza sassi".

Perche' il congiuntivo, lui, non lo avrebbe saputo usare.

E sarebbe stato pienamente giustificato, in questo.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Duc in altum!

Citazione di: niko il 01 Febbraio 2023, 13:37:03 PMSi ama cio' che vale, non e' l'amore a conferire valore.

Per questo la vicenda umana ruota intorno alla conoscena, e non alla fede.
O almeno dovrebbe.
La conoscenza e' l'unica risposta, all'amore fai da te. O alla pretesa di un uomo di insegnare a un altro uomo che cosa e come dovrebbe amare.
Beh, l'unica conoscenza certa (al 100%) che abbiamo è che si può avere fede o in Dio o nel Nulla come autore e produttore dell'amore ...poi ci sono i vaneggi di come ruota il mondo o che la Terra è piatta!

Nel frattempo, più che la ragione, in tanti per "amare" usano la pancia invece del cuore.

Citazione di: niko il 01 Febbraio 2023, 13:37:03 PMDel perdono, non me ne frega niente: ne' di darlo, ne' di riceverlo.
Come volevasi dimostrare - ribadisco maggiormente - con questo chiaro di luna le relazioni umane vanno avanti alla Ilary&Totti o terminano a Quarto grado.
Ossia, non c'è nessuna anima umana da salvare ...o da amare!
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

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