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L'illusione dell'io

Aperto da daniele75, 23 Aprile 2020, 06:49:30 AM

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daniele75

Migliaia di voci, insegnamenti, maestri, amici, parenti, tv, internet, esperienze personali, intuizioni hanno contribuito a formare il tuo Io. Oggi continui la sperimentazione, decidi in base alla memoria dove le migliaia di voci parlano ancora. Sei una piccola scintilla di energia che viaggia tra i neuroni, tra i byte della memoria, a scovare cosa è giusto o sbagliato. Ti aggrappi alla cultura con tutte le tue forze, non vuoi cadere nel vuoto, hai bisogno di una stabilità, anche se illusoria. Hai bisogno di un Dio, di uno scopo, tutto deve avere un senso logico, anche se non c'è. Dov'è il libero arbitrio? Sballottato tra una credenza e l'altra, trascinato dalla corrente dei desideri, dal piacere, dagli istinti. È come un sogno la realtà, un sogno ad occhi aperti. Chi sono io? Uno scolaro eterno che studia comportamenti e teorie altrui? L'io trova sempre una risposta a tutto, non importa se sia illusoria, deve dare stabilità, deve dirigere l'orchestra, deve eseguire l'operazione, seguire lo spartito Delle credenze...e l'improvvisazione? Pochi vi riescono. Se decade l'io cosa resta? Il vuoto? La pazzia? Niente di tutto ciò, compara la realtà, che siamo film proiettati su una coscienza stabile, nata vuota. Una coscienza, uno schermo nero dove tutta la vita scorre nello spazio tempo. Il ritorno nel nulla è la morte in vita, siamo affezionati ad un io inesistente, ad un nome anagrafico, ad una mente che per il 95% è automatica. Morire in vita è una massima, una realizzazione. Chi sono io?

bobmax

Sì, la realtà è un sogno.

Ma è proprio nel suo essere un sogno, che è racchiuso tutto il suo valore.

Se non fosse un sogno, la vita non sarebbe altro che vuoto meccanismo. Cioè un nulla assoluto.

Mentre essendo un sogno, rimanda al Nulla fonte di infinite possibilità!
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Carlo Sini ci convive bene con questa "illusione" e, un tantino sogghignante, ce la spiega con parole alate (...l'infinito spettacolo... la stratificazione... corpi, strumenti, discorsi...) qui dal minuto 43,30 al 45,30.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

cvc

Je pense, donc je suis. Neanche chi ha messo in dubbio l'esistenza del reale ha potuto dubitare l'esistenza di un essere  pensante con un'identità di sè. Una forza assimilatrice che ha necessità di assimilare a se il mondo circostante per continuare ad essere, come un organismo ha bisogno di cibo per continuare a vivere. Il concetto di realtà è uno strumento di adattamento quanto lo è l'illusione. Organizzarsi per adattarsi, adattarsi per assimilare, assimilare per continuare ad essere, continuare ad essere perchè non possiamo farne a meno. Anche il suicidio è una forma di preservazione di sè.
Tutto qui? No, ci sono le illusioni. Grazie a Dio.

Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

giopap

Citazione di: cvc il 23 Aprile 2020, 12:04:49 PM
Je pense, donc je suis. Neanche chi ha messo in dubbio l'esistenza del reale ha potuto dubitare l'esistenza di un essere  pensante con un'identità di sè.
Citazione


In realtà, mentre Cartesio si é fermato di fronte al dubbio circa l' esistenza del sé come soggetto del (proprio) pensiero, entità reale anche indipendentmente dall' esistenza reale dei (propri) pensieri (anche quando si dorme senza sognare per esempio), più conseguentemente David Hume ha mostrato che nemmeno questo "sé" o "io" é sicuro nella sua esistenza reale, che anche di esso é lecito dubitare, che nulla può dimostrarne l' esistenza in aggiunta agli immediati dati fenomenici di coscienza (mentali: "cogito"; e materiali: vedo; tocco, odo, ecc.; la "prima persona singolare é solo un accidente grammaticale, benissimo sostituibile dalla forma impersonale: cogitatur, si vede, si tocca, si ode...).


CitazioneAnche il suicidio è una forma di preservazione di sè.



A me non pare proprio!
Al contrario!

cvc

Citazione di: giopap il 23 Aprile 2020, 16:06:13 PM
Citazione di: cvc il 23 Aprile 2020, 12:04:49 PM
Je pense, donc je suis. Neanche chi ha messo in dubbio l'esistenza del reale ha potuto dubitare l'esistenza di un essere  pensante con un'identità di sè.
Citazione


In realtà, mentre Cartesio si é fermato di fronte al dubbio circa l' esistenza del sé come soggetto del (proprio) pensiero, entità reale anche indipendentmente dall' esistenza reale dei (propri) pensieri (anche quando si dorme senza sognare per esempio), più conseguentemente David Hume ha mostrato che nemmeno questo "sé" o "io" é sicuro nella sua esistenza reale, che anche di esso é lecito dubitare, che nulla può dimostrarne l' esistenza in aggiunta agli immediati dati fenomenici di coscienza (mentali: "cogito"; e materiali: vedo; tocco, odo, ecc.; la "prima persona singolare é solo un accidente grammaticale, benissimo sostituibile dalla forma impersonale: cogitatur, si vede, si tocca, si ode...).


CitazioneAnche il suicidio è una forma di preservazione di sè.



A me non pare proprio!
Al contrario!


Hume ha messo in dubbio l'esistenza dell'Io. Non so quanti sia riuscito a convincere se dopo due secoli è nata la psicologia la quale si fonda in gran parte sull'Io. Io di Hume ho letto ben poco e quel poco non mi ha convinto. Nella percezione c'è già dentro l'Io.

Ci si suicida per preservare la propria integrità o per preservarsi dal dolore.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

daniele75

Se uno percepisce che l'io di per sè è un sogno, si libera dell'attaccamento ad esso, di conseguenza non temerà la morte....anche il corpo in realtà non è "tuo", tu interagisci con esso, ma in maggior percentuale esso è automatico. Esiste solo di per certo una coscienza di base che ognuno ha sin dalla nascita, un insieme di input istintivi e una memoria vuota, essa sarà presente sinché c'è carne. Si può dedurre che la vita è una, suddivisa dal sogno dell io.

iano

Quando suona l'allarme , il problema non è l'allarme.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

giopap

Citazione di: cvc il 23 Aprile 2020, 18:29:52 PM

giopap:
In realtà, mentre Cartesio si é fermato di fronte al dubbio circa l' esistenza del sé come soggetto del (proprio) pensiero, entità reale anche indipendentmente dall' esistenza reale dei (propri) pensieri (anche quando si dorme senza sognare per esempio), più conseguentemente David Hume ha mostrato che nemmeno questo "sé" o "io" é sicuro nella sua esistenza reale, che anche di esso é lecito dubitare, che nulla può dimostrarne l' esistenza in aggiunta agli immediati dati fenomenici di coscienza (mentali: "cogito"; e materiali: vedo; tocco, odo, ecc.; la "prima persona singolare é solo un accidente grammaticale, benissimo sostituibile dalla forma impersonale: cogitatur, si vede, si tocca, si ode...).


CitazioneCVC:
Anche il suicidio è una forma di preservazione di sè.


giopap:

A me non pare proprio!
Al contrario!


CVC:
Hume ha messo in dubbio l'esistenza dell'Io. Non so quanti sia riuscito a convincere se dopo due secoli è nata la psicologia la quale si fonda in gran parte sull'Io. Io di Hume ho letto ben poco e quel poco non mi ha convinto. Nella percezione c'è già dentro l'Io.

Ci si suicida per preservare la propria integrità o per preservarsi dal dolore.


giopap:
A me non mi ha convinto per niente proprio la psicologia, che mi sembra decisamente brancolare nel buio (peraltro, poiché Hume non ha negato la realtà del soggetto di esperienza cosciente, ma invece ne ha rilevato l' indimostrabilità, le sua filosofia non sarebbe teoricamente compatibile con una scienza umana della psicologia, se questa esistesse positivamente come tale anziché brancolare nel buio).


Nella percezione non c' é "dentro" (non necessariamente) nessun io.
Quando tu percepisci una montagna, ovvero hai delle sensazioni di quella montagna tu (se ci sei; come credo, ma é indimostrabile) non sei dentro le tue sensazioni di quella montagna, ma invece altrove, per esempio giù a valle o su in cima.
Casomai l' io si può postulare, ipotizzare, anche credere come soggetto della percezione da essa diverso, dal momento che lo si ritiene reale anche indipendentemente dalle sensazioni, anche quando non ha sensazioni.


Suicidandosi si fa l' esatto contrario che preservare la propria integrità come persona vivente (se esiste, come credo, per lo meno nel caso nostro, ma non si può dimostrare; e di solito lo si fa proprio per porre fine al doloe (l' esatto contrario di "preservarlo".)


viator

Salve cvc e giopap . Citando cvc : "Anche il suicidio è una forma di preservazione di sè".


Secondo quella che io considero una logica perfettamente razionale, dò ragione a cvc.



L'atto del suicidio rappresenta una scelta dell' "io" il quale decide (non ha importanza se a torto o a ragione) la soppressione del corpo (e la conseguente perdita di coscienza/identità) quale unico modo di fare cessare la sofferenza del sè o di evitare la prospettiva futura di attese sofferenze del sè.


Se non è volontà di autotutela questa......................!! Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

giopap

Citazione di: viator il 23 Aprile 2020, 21:30:13 PM
Salve cvc e giopap . Citando cvc : "Anche il suicidio è una forma di preservazione di sè".


Secondo quella che io considero una logica perfettamente razionale, dò ragione a cvc.



L'atto del suicidio rappresenta una scelta dell' "io" il quale decide (non ha importanza se a torto o a ragione) la soppressione del corpo (e la conseguente perdita di coscienza/identità) quale unico modo di fare cessare la sofferenza del sè o di evitare la prospettiva futura di attese sofferenze del sè.


Se non è volontà di autotutela questa......................!! Saluti.


..............................E' tutela dalla propria sofferenza attraverso l' annullamento di se stessi (la cui esistenza non é dimostrabile; il che non significa che non si possa credere indimostrabilmente che ci siano).


Come volevasi dimostrare (da parte mia).


Caro Viator, hai un concetto tutto tuo personale di quello che pretenderesti fosse "razionalità".

daniele75

Il suicidio quasi sempre è una conseguenza di uno stato mentale alterato, almeno che non si ha una via d'uscita ad un dolore insopportabile. Il suicidio porta ad uno stato di sonno profondo senza sogni ne percezioni, va contro l istinto di sopravvivenza, va contro la vita. È un attimo che la mente esca dai binari della lucidità, oppure è anche vero che un estrema consapevolezza può portare a rinunciare al sogno, in quanto incubo. Preferirei usare stupefacenti che uccidermi, sarebbe una morte più dolce.

cvc

Giopap, Viator, Davide 75

Come detto non sono un[size=78%] esperto di Hume, però la sua concezione di percezione mi pare un tantino superata. Nella sua interpretazione mi sembra che consideri la percezione come una monade di significato, mentre al giorno d'oggi la si considera come un processo, cosa che già presuppone una precedente organizzazione psichica di un organismo composto da più parti ma con uno scopo unitario, La conservazione di sè.[/size]

A me sta bene che si consideri l'Io come un'illusione. Ma non è un'illusione più o meno futile come possono essere gli elefanti rosa o gli unicorni volanti. L'Io è funzione del nostro comportamento, in ragione dell'Io compiamo azioni concrete. Quindi illusione si ed anche no.

Adesso non volevo fare l'accademico del suicidio, anche se per via indiretta ne so qualcosa. Che sia una scelta razionale, ragionata, non lo posso dubitare. Nessuno prende alla leggera l'idea della morte nel momento in cui deve essere lui ad infliggersela. Non è una scelta tipo smettere di fumare o quale vestito indossare.

Non si tratta di scegliere fra suicidarsi o usare stupefacenti.  Cosa che chi si suicida spesso già fa.

Saluti
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Ipazia

Se la psicologia brancola nel buio, figurarsi il resto. Si va dall'animismo alla robotica. Almeno la triade freudiana Es-Io-SuperIo, ha una sua riscontrabilità fenomenologica nella costituzione della personalità umana, cosa che tutte le ciance meta- o meglio pata- fisiche non hanno.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

giopap

cvc:
Come detto non sono un[size=78%] esperto di Hume, però la sua concezione di percezione mi pare un tantino superata. Nella sua interpretazione mi sembra che consideri la percezione come una monade di significato, mentre al giorno d'oggi la si considera come un processo, cosa che già presuppone una precedente organizzazione psichica di un organismo composto da più parti ma con uno scopo unitario, La conservazione di sè

giopap:
Trovo oscuro il tuo linguaggio.
Per Hume percezione é qualsiasi dato o evento presente alla coscienza, accadente nell' ambito del "complessivo flusso della coscienza"; considerare in proposito singoli elementi "atomici" oppure "polimorfi", variegati insiemi - successioni di eventi (sensazioni coscienti) mi sembra frutto di una scelta arbitraria de- (quei peculiari eventi sensibili -"interiori"- di coscienza che costituiscono) il pensiero che vi fa attenzione e "ci ragiona su".
E che nulla può dimostrare necessiti di alcuna precedente organizzazione psichica di un organismo composto da più parti ma con uno scopo unitario, La conservazione di sè.




cvc:
A me sta bene che si consideri l'Io come un'illusione. Ma non è un'illusione più o meno futile come possono essere gli elefanti rosa o gli unicorni volanti. L'Io è funzione del nostro comportamento, in ragione dell'Io compiamo azioni concrete. Quindi illusione si ed anche no.

giopap:
Io non considero l' io come un' illusione ma coma qualcosa di ben reale.
Solo mi rendo conto che questa é una convinzione arbitraria, indimostrabile, "fideistica".
E per me stessa molto importante.
Potrebbe benissimo essere illusoria, ma credo ugualmente che sia reale.