L'enigma del cristianesimo.

Aperto da Socrate78, 23 Gennaio 2018, 20:33:38 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

green demetr

Ma guarda che io faccio una fatica insormontabile a vedere Il Cristo come Dio.

Semplicemente Cristo vive nel nome di Dio.

Mi perdonerai se non sono ancora preparato a livello di citazione.

Ma in Giovanni vi è scritto "non per me, ma tramite me si raggiungerà Dio."

Oppure sia fatta la tua volontà (non  la mia) a cospetto della croce.

In questi mesi ho iniziato a leggere la teologia, un compito a cui ero destinato da lungo tempo.

In quanto la metafisica non può che confrontarsi con le religioni così dette rivelate.

Interessante in questo senso un altro libro di storia della teologia che ho sottomano.

In esso fa un interessante paragone fra la teologia del diciannovesimo secolo, in cui sostanzialmente si crede in una religione positivia in nome di Cristo. (Schleiemarcher) contro la rottura effettuata da Barth nel ventesimo secolo, in cui Dio non è più raggiungibile.

Il punto generale che sto cogliendo rispetto alle varie teologie, è il potere della chiesa.

Il potere della chiesa diventa in NOME  DI DIO, o un valore universale di obbedienza nel caso della positiva, o un valore di male necessario nella negativa.

E' proprio "nel nome di", che i problemi si affastellano per l'autodafè umano nella storia.

Se non cerchiamo di dipingere un orizzonte entro cui porre la questione cristioogica, a mio parere non si capisce la tua iconoclastia.

Per come mi sono avvicinato al cristianesimo, adoro i tuoi post.

Ma ora appena appena sono entrato nel dunque, non mi rimane che prendere nota che la tua è una pura iconoclastia assolutamente de-pensata.

Non vi è traccia nel pensiero teologico di alcun gesù cristo psicopompo.

 Mi è rimasta la frase di Barth che illustrava le sue motivazioni prima della grande rottura che egli compì nella percezione del problema cristologico.

Ossia che il problema di inizio novecento era come ri-comporre il messaggio evangelico con quello del giornale.

Ossia come coniugare l'insegnamento con la quotidianeità del vivere quotidiano.

Se la verità del Dio è una verità che non si può nemmeno pensare, non rimane che il Cristo.

Che il Cristo sia tramite o Dio stesso cosa cambia a livello problematico?

Certo a livello dogmatico, comporta una mera adesione del prelato al suo mondo storico.

Fu proprio l'adesione al nazismo di tutti i prelati maestri di Barth, che fece scattare il campanello d'allarme.

Era necessario, è necessario ripensare completamente la cristologia, rispetto al sua presentazione naive positiva.

Se il potere temporale è l'esito del psico-pompo gesù qualcosa è andato decisamente storto.

Evidentemente il psicopompo va riletto in maniera diversa. Ed è questo il senso intimo di chiedersi dell'enigma del cristianesimo.

Nei tuoi interventi invece non c'è traccia alcuna di questa tradizione.

Non ho idea del come mai visto che la tua educazione è cattolica.

Forse come si dice nella introduzione alla storia del protestantesimo è perchè la chiesa si è sempre disinteressata del dibattito scientifico teologico.

Posso capire il tuo dramma a livello personale, ma ora che sei cresciuto forse sarebbe il caso di ripensare la questione in termini diversi dal semplice biasimo del duo giovanni-paolo (se hai ragione, al tempo chiederò scusa, ma oggi come oggi, mi pare difficile che sia così).

Sulla Bibbia la mia ignoranza è tale, che ignoravo completamente che vi fosse questo logos, non incarnato nella bibbia: che dire! è esattamente quello che penso.

D'altronde l'anno scorso o 2 anni fa, ci stavamo confrontando sul tema delle anime morte, con un loro corpo.

E mi sembra che anche tu non ci vedevi nulla di diverso rispetto a tradizioni antecedenti come quella egiziana.

Che il cristo divino o tramite sia psico-pompo è però l'evidenza.

Mettersi a dire che è una invenzione, non serve a niente! (come se la bibbia non sia una invenzione del tutto pari, tra l'altro!)

Il punto è che vi è un punto di fuga, o lo si ammette, e si ragiona nella direzione di quel punto, oppure si sposano altri sguardi altre cose.
E in generale le tue mi sembrano posizioni atee.

Ma gente come Barth o Tillich per dire due agli antipodi della teologia del novecento, il problema dell'ateismo se lo sono posti, e anzi proprio da esso, ripensano la cristologia.
Un ateo che non ripensi il valore gesuano, in chiave teologica, o cristologica (che poi per il cristianesimo è la stessa cosa) fa sgarbo al problema della relazione reale che intercorre proprio a livello di quella tradizione per cui nessuno NON PUO' NON DIRSI CRISTIANO.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Discussioni simili (5)