L'archetipo della Trinità

Aperto da Carlo Pierini, 14 Agosto 2017, 19:27:30 PM

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lorenzo

Citazione di: Carlo Pierini il 15 Agosto 2017, 15:51:15 PMAggiungo solo che le chiese di tutto il mondo sono piene di immagini simili a queste:
https://amarevignola.files.wordpress.com/2016/07/n_pittore-it_1540-1560-15giu2016-248.jpg
https://pbs.twimg.com/media/Cs8k9f9WYAAfEmB.jpg:large
Proprio piene non direi, forse una volta
Citazione"L'immagine del Cristo con tre teste provviste di tre colli, risulta essere una delle uniche due superstiti in Italia e la quarta in Europa. Delle altre, sicuramente molto numerose, si è persa traccia sotto strati di intonaco o cancellature censorie per volere di Papa Urbano VIII. Nel 1628, infatti, il Pontefice vietò il modo di dipingere la Trinità mediante la figura di Cristo con tre teste."
http://www.acam.it/cristo-tricefalo-santa-maria-delle-schiacciaie-provincia-grosseto/
Però, più che rappresentare il Cristo, esse rappresentano la Trinità
Citazione"Altre immagini trinitarie, però poco diffuse in quanto osteggiate dalla Chiesa, a partire da papa Bonifacio VIII e dal Concilio di Trento, sono tre identiche figure maschili o un corpo con tre teste, sempre maschili, ma in alcuni rari casi anche femminili. "
http://www.vivereilpalazzo.it/index.php?url=./attivita_monte_ghiffa.php
Citazione"Un filone iconografico che andò affermandosi a partire dal XII secolo e che ebbe una larga diffusione in ambito centroeuropeo, prevedeva la rappresentazione della Trinità come figura umana costituita da un solo corpo e da tre teste, oppure, secondo una soluzione preferita in Italia, da una testa con tre volti, il cosiddetto vultus trifrons."
http://www.stilearte.it/uno-e-trino/
Gli USA importano merci ed esportano dollàri.

Phil

@Carlo
Propongo un appunto metodologico (da valutare): più consideriamo gli elementi di una prospettiva (religiosa, filosofica o altro) in modo generico e vago, più si apriranno agevolmente la porte a una comparazione ad ampio raggio, tanto allettante quanto approssimativa... non a caso, più ci si addentra nella comprensione di una prospettiva, più si incontrano peculiarità che invece la distinguono dalle altre (di solito).

Se non erro, l'analisi comparativa ha visto la luce in un momento storico in cui la conoscenza del diverso (orientale, soprattutto) era appena abbozzata, le traduzioni dei testi erano magari ancora incerte e tutto veniva letto alla luce delle propria cultura di partenza (basti considerare come Hegel "snobbasse" il pensiero orientale...). Oggi è invece possibile focalizzare bene più le differenze che i generici denominatori comuni di una filosofia "perennis"; il che non svaluta certo l'evidente riscontro di archetipi interculturali, affinità teoretiche e contaminazioni varie.

Quasi inevitabilmente per identificare ciò che è "ignoto" e ci si impone come "nuovo", partiamo da ciò che ci è già noto e gli assomiglia; poi, può comunque seguire un momento più analitico, in cui ci si emancipa dalla prospettiva "viziata" dal background culturale da cui si è partiti, per meglio calarsi nel profondo della prospettiva altra, spogliandosi (momentaneamente) della propria.

Mi ha colpito per audacia questo accostamento di "tre tripartizioni"
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Agosto 2017, 18:30:19 PM
Sulla Trinità cristiana in particolare non ho fatto alcuno studio specifico, ma dopo anni di riflessione e di applicazioni del Principio di complementarità degli opposti [...] ho annotato numerosissimi aspetti fondamentali strutturali di "trinitarietà". A partire dal più appariscente: "tesi-antitesi-sintesi" (Yin-Yang-Tao).
Vengono accostati, se ho ben inteso, la trinità cristiana (teologia), la triade hegeliana (filosofia della storia) e una anomala "triangolazione" taoista (ontologia, ma non solo) di cui probabilmente nemmeno i taoisti erano consapevoli (nel senso che, correggimi se sbaglio, Yin e Yang non sono sullo stesso "piano" del Tao, ma sono principi "ermeneutici" che da esso derivano... che poi si rivelano solo una chiave di lettura del cosmo che è il Tao come via, etc.).

Al di là del criterio del numero "tre", ogni "terzetto" ha (per quanto ne so) più differenze che affinità con l'altro; bisogna dunque distinguere la compilazione di un "inventario ragionato" rispetto al ragionare con ciò che c'è nell'inventario  ;)


P.s.
Alcune tue citazioni sono comunque, almeno per me, una stimolante fonte di spunti, ad esempio non sapevo ci fossero raffigurazioni cristiane "tricefale".

Carlo Pierini

Citazione di: lorenzo il 16 Agosto 2017, 14:46:04 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Agosto 2017, 01:52:18 AMsono proprio i teologi cristiani ad affermare che Cristo è "vero uomo e vero Dio" oltre che "intermediario" tra Dio e l'uomo. Per cui: Uomo + Dio + Intermediario = 3.  Cioè, Cristo (uno) è anche trino. E questo è uno dei possibili legittimi significati del concetto di "uni-trinitarietà" di Cristo. Dov'è lo scandalo?
Aggiungo alla risposta di Angelo (avendo anche altre n caratteristiche, Cristo potrebbe anche essere enesimo) che pure Carlo è trino.
Infatti; è figlio di suo padre, è amico di ..Pasquale, Gaspare, Gustavo o chi vuoi tu, scrive sul forum.
Argomentazione sofistica.
- Questo cane è tuo?
- Sì.
- Questo cane è padre?
- Sì.
- Quindi è tuo.. padre.
Cosa sai di simbologia?

Carlo Pierini

#33
Citazione di: Phil il 16 Agosto 2017, 17:46:47 PM
@Carlo
Propongo un appunto metodologico (da valutare): più consideriamo gli elementi di una prospettiva (religiosa, filosofica o altro) in modo generico e vago, più si apriranno agevolmente la porte a una comparazione ad ampio raggio, tanto allettante quanto approssimativa... non a caso, più ci si addentra nella comprensione di una prospettiva, più si incontrano peculiarità che invece la distinguono dalle altre (di solito).

Se mai, è vero il contrario. Gli studi compiuti nel campo della mitologia comparata in questi ultimi ottant'anni hanno portato alla luce dei validissimi motivi per credere che i simboli sacri dell'intera tradizione religiosa dell'umanità costituiscono un UNICO linguaggio, (a parte  quella componente umana che è implicita nel "fenomeno ispirazione"; componente umana che, tuttavia, è possibile gradualmente individuare e isolare). ...Un unico linguaggio ed un'unica grande "immagine" totalizzante (la cosiddetta "Philosophia Perennis") di cui i simbolismi particolari delle diverse tradizioni disseminate nel tempo e nello spazio geografico rappresentano altrettante espressioni o angolature diverse più o meno parziali.
Questo significa che, così come la comprensione di un testo sconosciuto di cui possediamo solo dei frammenti sparsi qua e là per il mondo ha bisogno di una attenta analisi comparata di quei frammenti, per comprendere quell'unica "grande immagine" abbiamo bisogno del concorso del maggior numero possibile di quelle "angolature diverse" che sono le diverse simbologie. Oppure, per comprendere l'aspetto oscuro e misterioso di certi simbolismi-mitologemi specifici, c'è bisogno di mettere questi a confronto con il maggior numero possibile di simbolismi analoghi che trattano quel medesimo aspetto.
Insomma, non sto dicendo niente di nuovo o di trascendentale: gli esegeti di ogni religione fanno questo da millenni, se pur ciascuno nel ristretto ambito della propria tradizione; mentre gli studiosi moderni più validi  di storia comparata (Eliade, Evola, Guénon, Williamson, Zolla, Alleau, Hillman, M.L. von Franz, ecc.) hanno semplicemente esteso la medesima logica all'intera tradizione sacra.
Del resto, se Dio parla ai profeti dei Vangeli, perché non dovrebbe parlare, col medesimo linguaggio (enigmatico), ai profeti e ai poeti di ogni parte del mondo?
Scrive Eliade:

"Si vede già che i diversi significati di un simbolo sono concatenati, sono solidali tra loro come in un sistema; le contraddizioni che è  possibile individuare tra le diverse versioni particolari, il più delle volte sono solo apparenti e si risolvono non appena si considera il simbolismo nel suo insieme, non appena se ne mette in luce la struttura. Ogni nuova messa in valore di un'immagine archetipa corona e consuma quelle antiche. Per esempio: la «salvezza» rivelata dalla Croce non annulla i valori pre-cristiani dell'Albero del Mondo, simbolo della "renovatio" integrale per eccellenza; al contrario la Croce costituisce il coronamento di tutte le altre valenze e significati".  [M.ELIADE: Immagini e simboli - pp.145-46]  

PHIL
Se non erro, l'analisi comparativa ha visto la luce in un momento storico in cui la conoscenza del diverso (orientale, soprattutto) era appena abbozzata, le traduzioni dei testi erano magari ancora incerte e tutto veniva letto alla luce delle propria cultura di partenza (basti considerare come Hegel "snobbasse" il pensiero orientale...). Oggi è invece possibile focalizzare bene più le differenze che i generici denominatori comuni di una filosofia "perennis"; il che non svaluta certo l'evidente riscontro di archetipi interculturali, affinità teoretiche e contaminazioni varie.

CARLO
Sono estremamente preziose sia le differenze sia quei "denominatori comuni" che, a partire da Jung (anzi, da Platone), i ricercatori di cui sopra chiamano "archetipi". Perché sono proprio le parti differenti di un simbolismo che spesso illuminano e chiariscono i punti oscuri di un altro simbolismo.

PHIL
Quasi inevitabilmente per identificare ciò che è "ignoto" e ci si impone come "nuovo", partiamo da ciò che ci è già noto e gli assomiglia; poi, può comunque seguire un momento più analitico, in cui ci si emancipa dalla prospettiva "viziata" dal background culturale da cui si è partiti, per meglio calarsi nel profondo della prospettiva altra, spogliandosi (momentaneamente) della propria.

CARLO
Bravo!  :)  Hai detto in modo elegante ciò che io ho detto sopra alquanto grezzamente.

PHIL
Mi ha colpito per audacia questo accostamento di "tre tripartizioni"
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Agosto 2017, 18:30:19 PM
Sulla Trinità cristiana in particolare non ho fatto alcuno studio specifico, ma dopo anni di riflessione e di applicazioni del Principio di complementarità degli opposti [...] ho annotato numerosissimi aspetti fondamentali strutturali di "trinitarietà". A partire dal più appariscente: "tesi-antitesi-sintesi" (Yin-Yang-Tao).
Vengono accostati, se ho ben inteso, la trinità cristiana (teologia), la triade hegeliana (filosofia della storia) e una anomala "triangolazione" taoista (ontologia, ma non solo) di cui probabilmente nemmeno i taoisti erano consapevoli (nel senso che, correggimi se sbaglio, Yin e Yang non sono sullo stesso "piano" del Tao, ma sono principi "ermeneutici" che da esso derivano... che poi si rivelano solo una chiave di lettura del cosmo che è il Tao come via, etc.).

CARLO
...E si possono accostare *legittimamente* ad essi anche il Caduceo alchemico...
http://2.bp.blogspot.com/-fetIeRqQ7mg/UinqA-DLVdI/AAAAAAAAAR8/MqQjxQgJ1os/s1600/50+CADUCEO,+FROBEN.JPG

...con uno dei suoi equivalenti:
http://1.bp.blogspot.com/-u_-pDdUHZys/Ugy0TJriFsI/AAAAAAAAAHs/_L1D-9P3X6Y/s1600/Alchimia+7.jpg

...la variante Yoga (complementarità di Ida e Pingala nel "Fiore di Loto"):
http://2.bp.blogspot.com/-fTPDbyzlVIo/UYFerD5-qSI/AAAAAAAAAGI/VgWKXGaajcQ/s1600/Caduceo+Kundalini.jpg

...lo Stemma Pontificio...
https://3.bp.blogspot.com/-ktCH3xgM9QI/V_omQiOn_4I/AAAAAAAAAnQ/KHjqfFi8zUUFmRXoBNmnM6AZVAFChJBvACLcB/s1600/12%2BChiavi%2Bstemma%2Bpapale%2B2.png

...e anche il Principio di Complementarità degli Opposti che ho elaborato in questi ultimi 20 anni fino a sintetizzare le sue regole fondamentali (cosa, questa, che Hegel ...si dimenticò di fare! )  :)

PHIL
Al di là del criterio del numero "tre", ogni "terzetto" ha (per quanto ne so) più differenze che affinità con l'altro; bisogna dunque distinguere la compilazione di un "inventario ragionato" rispetto al ragionare con ciò che c'è nell'inventario  ;)

CARLO
Le differenze non contraddicono le affinità, ma le arricchiscono, le potenziano, se estendi l'analisi comparata mediante opportune triangolazioni tra diversi simbolismi. Avremo l'occasione, spero, di vedere insieme in che modo.

PHIL
Alcune tue citazioni sono comunque, almeno per me, una stimolante fonte di spunti, ad esempio non sapevo ci fossero raffigurazioni cristiane "tricefale".

CARLO
...Come queste?:

http://1.bp.blogspot.com/-vyTPa5mZnGg/UkGdVYawXgI/AAAAAAAAAS8/NLlpPRDIrMk/s1600/55+Cristo+Trinit%C3%A0,+1770.jpg

http://4.bp.blogspot.com/-x3MZ6qg407M/Uhkx88mMIxI/AAAAAAAAAMI/k-vpqG6KX9o/s1600/22+Cristo+Trinit%C3%A0,+Jer%C3%B3nimo+C%C3%B3sida.jpg

http://4.bp.blogspot.com/-W7E7gEyEmh4/TiiT7uyrZII/AAAAAAAAI38/tsV_avEu_mE/s1600/manip_20110710_cava+032.jpg

https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTyj5ZqDunz_JrfhtY8tRImaAttOBtG--GN3QIqBzzux3HHkx3x

http://www.luigiaccattoli.it/blog/wp-content/uploads/2015/08/Schermata-2015-08-11-alle-22.23.31-e1439324802515.png

Ho un po' esagerato nel dire che "le chiese di tutto il mondo ne sono piene" (forse per colpa della mia scarsa frequentazione delle chiese?). Ed, effettivamente, se fossi un prete, io preferirei ornare la mia chiesa con immagini meno inquietanti della Trinità, magari come queste:

https://4.bp.blogspot.com/-J6xXe_61Ayg/V0DapXi04XI/AAAAAAAAAm4/g0Zr9kUActM9HLg19xM2SoZTc4JUj90EACLcB/s640/SS.Trinit%25C3%25A0%2B%2528Andrej%2BRublev%2529%2B%2528118x146%2529.JPG

http://scrittoridiscrittura.it/wp-content/uploads/2017/06/ameno.png

http://www.assembleadiyahushua.it/wp-content/uploads/2013/06/TRINIT%C3%A0-PAGANA-PAGANESIMO-TRE-IN-UNO-CRISTO-CRISTI-GES%C3%B9.jpg

Ma ciò non toglie che il Cristo tricefalo sia una delle possibili  *legittime* e *simbolicamente coerenti* espressioni plastiche della Trinità.

Carlo Pierini

Citazione di: lorenzo il 16 Agosto 2017, 15:29:51 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Agosto 2017, 15:51:15 PMAggiungo solo che le chiese di tutto il mondo sono piene di immagini simili a queste:
https://amarevignola.files.wordpress.com/2016/07/n_pittore-it_1540-1560-15giu2016-248.jpg
https://pbs.twimg.com/media/Cs8k9f9WYAAfEmB.jpg:large
Proprio piene non direi, forse una volta
Citazione"L'immagine del Cristo con tre teste provviste di tre colli, risulta essere una delle uniche due superstiti in Italia e la quarta in Europa. Delle altre, sicuramente molto numerose, si è persa traccia sotto strati di intonaco o cancellature censorie per volere di Papa Urbano VIII. Nel 1628, infatti, il Pontefice vietò il modo di dipingere la Trinità mediante la figura di Cristo con tre teste."
http://www.acam.it/cristo-tricefalo-santa-maria-delle-schiacciaie-provincia-grosseto/
Però, più che rappresentare il Cristo, esse rappresentano la Trinità
Citazione"Altre immagini trinitarie, però poco diffuse in quanto osteggiate dalla Chiesa, a partire da papa Bonifacio VIII e dal Concilio di Trento, sono tre identiche figure maschili o un corpo con tre teste, sempre maschili, ma in alcuni rari casi anche femminili. "
http://www.vivereilpalazzo.it/index.php?url=./attivita_monte_ghiffa.php
Citazione"Un filone iconografico che andò affermandosi a partire dal XII secolo e che ebbe una larga diffusione in ambito centroeuropeo, prevedeva la rappresentazione della Trinità come figura umana costituita da un solo corpo e da tre teste, oppure, secondo una soluzione preferita in Italia, da una testa con tre volti, il cosiddetto vultus trifrons."
http://www.stilearte.it/uno-e-trino/
Vorrei ricordarti che, per la Chiesa, la Trinità è contemplata essenzialmente come mistero. Pertanto, credo non esistano motivi esegetici per osteggiare una rappresentazione tricefala per un simbolo "trivalente", quanto motivi di opportunità estetica e di buon gusto: una figura come questa è piuttosto inquietante: rasenta la mostruosità. Molto più rasserenanti sono invece figure come questa:

https://4.bp.blogspot.com/-J6xXe_61Ayg/V0DapXi04XI/AAAAAAAAAm4/g0Zr9kUActM9HLg19xM2SoZTc4JUj90EACLcB/s640/SS.Trinit%25C3%25A0%2B%2528Andrej%2BRublev%2529%2B%2528118x146%2529.JPG

...oppure, per restare all'interno della variante "canonica" di significato, senza troppi "scossoni", figure come questa:

https://1.bp.blogspot.com/-1EynEljiIko/WZTwR6ZnrjI/AAAAAAAAAG8/ehJnWP7ukJsJOG-Z6J6hXYysSDRuFA50gCLcBGAs/s1600/trinit%25C3%25A0%2Bclassica.jpg

Apeiron

#35
Il tema della discussione è interessante ma lo porrei in modo diverso.

Non è che si può stabilire con la nostra ragione che le "triadi" (più che la parola "trinità" userei la parola "triade") sono "reali" ma possiamo osservare che abbiamo una predisposizione inconscia (ciò che fu definito "archetipo") a dare importanza alle "triadi" . Non a caso le religioni che hanno certamente anche - tra le varie cose - il ruolo di organizzare il pensiero spesso utilizzano "triadi", per esempio: Trimurti nell'induismo, Buddha-Dhamma-Sangha e anicca-dukkha-anatta nel buddismo, Trikaya nel buddismo mahayana, yin yang e yin-yang (inteso come coppia indissolubile) nel daoismo. Ma si potrebbe fare un discorso analogo per il numero quattro, il numero sette, il numero otto, il numero dieci ecc. Concordo con te nel ritenere che questa "predisposizione" ha fatto nascere certi concetti rispetto ad altri e che quindi concetti a "tre" pullulano nel mondo ma non farei di tutta l'erba un fascio. Ad esempio:
Nella cristianità la Triade Trinità "Padre-Figlio-Spirito" è intesa come triade ontologica di Persone (ontologica - si badi bene - non perchè l'ha stabilito la ragione ma per fede. Ovviamente per un non cristiano questa "triade" non è ontologica ma un risultato di quella predisposizione che tu chiami - a mio giudizio improriamente - archetipo);
Nel daoismo (per quanto ne ho capito) il dao è "prima" e "oltre" lo yin e lo yang, anzi in realtà "accordasi" al Dao significa proprio trascendere le dualità e le discriminazioni concettuali. La triade "yin"-"yang"-"yin e yang" è un modo per far vedere che non appena formuli un concetto in realtà formuli anche l'opposto e questo "origina" la coppia. Ma qui la "triade" è epistemica, non ontologica - ossia è mostra come funziona la mente;
Nel buddismo le "triadi" o sono solamente un modo elegante per ricordarsi gli insegnamenti del Buddha oppure sono epistemiche;
Nell'indusimo o le "triadi" sono epistemiche oppure ontologiche nel caso in cui venga riconosciuta come "verità rivelata" (come nel cristianesimo da un dio - quindi da una mente infallibile);
Nel caso di Hegel la triade dialettica "tesi-antitesi-sintesi" a differenza del daoismo è ontologica perchè Hegel era un "idealista oggettivo". Mentre il daoismo si limitava a dire "la nostra mente funziona dialetticamente ma la Realtà trascende la nostra comprensione" Hegel avendo eguagliato "mente" e "realtà" disse "la realtà funziona esattamente come la mia mente perchè tutto è come la mia mente".

In genere quando si comparano le "triadi" bisogna stare attenti. Non è tutto oro ciò che luccica... ossia non tutte le triadi possono essere ricondotte al "prototipo" delle "triadi", non cadiamo nella stessa trappola in cui cadde Platone (o Hegel...)...

Quindi il discorso interessante è: perchè è così diffusa questa tendenza a ragionare in concetti raggruppati in gruppi di 3,4,5,...? Secondo me semplicemente perchè è un modo facile di ordinare il pensiero (ossia per costruire mappe concettuali utili per farci "muovere" nel territorio che sta attorno a noi, ossia la realtà, la vita...). Tutto qua.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Carlo Pierini

Citazione di: Apeiron il 17 Agosto 2017, 18:47:04 PM
Il tema della discussione è interessante ma lo porrei in modo diverso.
Non è che si può stabilire con la nostra ragione che le "triadi" (più che la parola "trinità" userei la parola "triade") sono "reali" ma possiamo osservare che abbiamo una predisposizione inconscia (ciò che fu definito "archetipo") a dare importanza alle "triadi".
Non a caso le religioni che hanno certamente anche - tra le varie cose - il ruolo di organizzare il pensiero spesso utilizzano "triadi",

La "predisposizione inconscia" intesa dagli studiosi che sottoscrivono il concetto platonico di "archetipo" (Jung, Eliade, Zolla, Hillman, Alleau, Guénon, Evola, ecc.) è considerata come una istanza *super-personale*, esistente in sé e interagente con le profondità della psiche umana. Quindi non è tanto l'uomo che tende a produrre triadi (o trinità), ma è la struttura triadica ultima della Totalità, e quindi dell'uomo (tre livelli fondamentali del suo essere: corpo-mente-Dio), che informa di sé  l'attività spirituale (quando la comunicazione tra di essi non è "ostruita") e che presiede dunque  alla formazione dei simboli e del pensiero religioso.

"L'animaumana è per Marsilio Ficino la parte centrale nella serie graduata delle sostanze, il che non significa solo che per la sua qualità oggettiva sta in mezzo tra l'eterno e il temporale, ma anche che è rivolta nel suo atteggiamento consapevole in sù e in giù e unisce così fra di loro le due metà dell'universo.  All'anima viene quindi assai logicamente attribuito un doppio affetto e una doppia inclinazione per cui essa è ugualmente rivolta verso il divino e verso il sensibile. [...] Rispetto a questo suo duplice indirizzo il Ficino paragona qualche volta l'anima a una testa di Giano le cui faccie guardano in due direzioni opposte".    [P.O. KRISTELLER: Il pensiero filosofico di M. Ficino - pp.209-10]

"Nelle concezioni estremo-orientali, l'Essenza e la Sostanza universale sono rispettivamente il polo superiore e il polo inferiore della manifestazione, e possiamo dire che l'una si trovi propriamente al di sopra e l'altra al di sotto di ogni esistenza. [...] La manifestazione dunque si situa interamente tra questi due poli; e lo stesso vale naturalmente anche per l'Uomo, il quale non soltanto fa parte di tale manifestazione, ma ne costituisce simbolicamente il centro stesso e, per questo motivo, la sintetizza nella sua integralità. Così l'Uomo, posto com'è tra il Cielo e la Terra diventa il «mediatore» che li unisce, il «ponte» gettato tra loro".   [R. GUÉNON: La grande triade - pp.30/31]

Trigramma "Wang":
https://1.bp.blogspot.com/-PFFi_GCHcbw/V_th--KWmeI/AAAAAAAAApI/z1bt3d8_f9gyXvjINJBPjUZVdJYimmqtgCLcB/s1600/fig%2B17%2B-%2Bwang%2B%2528original%2529.png

"Nella tradizione estremo-orientale il carattere wang (nella figura) è composto di tre tratti orizzontali che raffigurano rispettivamente, come quelli di altri trigrammi, il Cielo, l'Uomo e la Terra, e sono inoltre uniti, nel loro punto di mezzo, da un tratto verticale: che unisce il Cielo e la Terra. Propriamente, tale carattere designa perciò l'Uomo in quanto termine mediano della Grande Triade, l'Uomo specialmente considerato nel suo ruolo di «mediatore»; per essere più precisi, aggiungeremo che qui esso deve essere inteso non soltanto come l'«uomo primordiale», bensì come lo stesso «Uomo Universale», perché il tratto verticale altro non è se non l'asse che unisce effettivamente fra loro tutti gli stati di esistenza, mentre (...) l'intersezione tra questo e il tratto mediano orizzontale forma la croce, cioè appunto il simbolo dell'«Uomo Universale». (...)
Avendo sviluppato tutte le proprie possibilità sia in senso verticale che in senso orizzontale, egli è perciò il «signore dei tre mondi», i quali possono essere rappresentati anche dai tre tratti orizzontali del carattere wang".   [R. GUÉNON: La grande triade - pp. 141/145]

"La divisione ternaria degli enti in corpo (soma), anima (psykhe) e spirito o intelletto divino (nous), che era ben conosciuta dagli antichi filosofi greci, si trova anche nel sistema di Ibn Sina, così come in quello della maggior parte degli altri filosofi e cosmologi musulmani".  [SEYYEN HOSSEIN NASR: Vita e pensiero nell'Islam - pg. 130]

"Nel divino Lapis (Pietra Filosofale) che gli alchimisti concepirono per ispirazione divina si dà la misteriosa unità di tre elementi (anima, spiritus, corpus) fra loro connessi con lo stesso rapporto che lega nella Trinità le tre figure divine: l'unitrinitario Lapis non si presenta per Bono solo come una similitudine della Trinità: piuttosto, come questa si è storicamente incarnata con la nascita di Cristo, così il Lapis divino unendosi a quello naturale realizza una concreta divina Trinità nel mondo della materia".  [Introduzione a P. BONO: Preziosa Margarita Novella - pg.XXXII]

https://1.bp.blogspot.com/-PQY10i86bGo/WZXgr5K9VwI/AAAAAAAAAHY/mc4SfPrDBhwvhLXA450WDTRp2UFUe4--wCLcBGAs/s1600/Opus%2Bternarius.jpg

APEIRON
Nella cristianità la Triade Trinità "Padre-Figlio-Spirito" è intesa come triade ontologica di Persone (ontologica - si badi bene - non perchè l'ha stabilito la ragione ma per fede. Ovviamente per un non cristiano questa "triade" non è ontologica ma un risultato di quella predisposizione che tu chiami - a mio giudizio improriamente - archetipo);

CARLO
Nell'analisi comparata dei simboli dell'intera tradizione sacra, la fede non c'entra: si tratta di una triade ontologica perché rappresenta tre livelli ontologicamente distinti (Corpo-Mente-Dio, oppure Terra-Uomo-Cielo, ecc.), se pur legati da una relazione di analogia complementarità *potenziali* che tende alla loro unità-armonizzazione. E il termine "archetipo" è perfettamente appropriato poiché rappresenta una delle forme universali in cui si strutturano tutti i simbolismi (ciascuno a suo modo).

APEIRON
Quindi il discorso interessante è: perchè è così diffusa questa tendenza a ragionare in concetti raggruppati in gruppi di 3,4,5,...? Secondo me semplicemente perchè è un modo facile di ordinare il pensiero (ossia per costruire mappe concettuali utili per farci "muovere" nel territorio che sta attorno a noi, ossia la realtà, la vita...). Tutto qua.

CARLO
Non è così. La tendenza di cui parliamo non coinvolge il pensiero ordinario, ma solo il pensiero ispirato, profondo, spirituale (poeti, profeti, artisti, religiosi, ecc., sensibili ai ...bisbigli delle Muse).   :)

<<O buono Apollo, a l'ultimo lavoro
fammi del tuo valor sì fatto vaso,
come dimandi a dar l'amato alloro...>> [Dante]

<<O Musa, tu, che (...) su nel cielo, infra i beati cori
hai di stelle immortali aurea corona, tu spira al petto mio
celesti ardori, tu rischiara il mio canto...>> [T. Tasso]

<<Cantami o Diva del pelide Achille l'ira funesta...>> [Omero]

<<Musa, quell'uom di multiforme ingegno dimmi...>> [Omero]

baylham

Citazione di: Apeiron il 17 Agosto 2017, 18:47:04 PM
Quindi il discorso interessante è: perchè è così diffusa questa tendenza a ragionare in concetti raggruppati in gruppi di 3,4,5,...? Secondo me semplicemente perchè è un modo facile di ordinare il pensiero (ossia per costruire mappe concettuali utili per farci "muovere" nel territorio che sta attorno a noi, ossia la realtà, la vita...). Tutto qua.

Questo mi sembra il pensiero più profondo ed originale di tutto l'argomento discusso. Come in un sistema matematico, è complesso, difficile, operare con più di due o tre elementi, che infatti non riusciamo nemmeno a rappresentare graficamente, mentre con un elemento non ci fai nulla. 

Apeiron

Carlo, ammetto di aver scritto male.

Non stavo dicendo che queste "triadi" (scusami ma preferisco questo termine  ;) ) non ci facciano conoscere meglio le cose. Ritengo anzi che siano un ottimo modo di conoscere la nostra mente e che anzi ci "rivelano" aspetti molto interessanti di come la nostra mente classifica le cose, conosce, modellizza ecc. Quindi ritengo questo discorso interessante, in realtà. Tuttavia non sono d'accordo col fatto che filosoficamente (ossia con l'analisi razionale) si possa asserire che queste "triadi" corrispondano a qualcosa di "reale" (anzi come dici tu se dobbiamo ammettere che ci sia qualcosa di "reale" dobbiamo dire di essere stati "ispirati" da qualcosa di "superpersonale" - fai conto che per esempio a me piace molto la teoria di Jung). Filosoficamente però possiamo asserire che la nostra mente lavora con raggruppamenti di concetti, simboli ecc perchè deve "aggrapparsi" a qualcosa.

Nel discorso delle divisioni dell'uomo come si trovano in Cina o nei filosofi greci a mio giudizio si devono nuovamente prendere come un modo per capire meglio come ragiona la nostra mente. Per vivere dobbiamo "discernere", dividere, decidere ecc quindi per forza di cose dobbiamo "dividere" la realtà. Tuttavia sempre secondo me queste "classificazioni" si devono prendere seriamente fino ad un certo punto, come ad esempio ci mostra l'esempio del DaoDeJing:
Sotto il cielo tutti
sanno che il bello è bello,
di
quì il brutto,
sanno che il bene è bene,
di
quì il male.
E' così che
essere e
non-essere si danno nascita fra loro,
facile e difficile si danno compimento fra loro,
lungo e corto si danno misura fra loro,
alto e basso si fanno dislivello fra loro,
tono e nota si danno armonia fra loro,
prima e dopo si fanno seguito fra loro.

Ossia il problema dell'attaccamento a queste divisioni è che non possiamo separarle, prendere un concetto senza prenderci anche il suo opposto e questo è vero. Per esempio il problema della moralità che si basa sull'adesione alla legge ("legalismo") è che tenta di aggrapparsi al bene non capendo che facendo così si aggrappa anche al male. Qui il DaoDeJing ci suggerisce che dobbiamo liberarci da questo attaccamento perchè queste divisioni non sono ab-solute ma relative, ossia dipendono dalla nostra mente. Rimosso l'attaccamento possiamo trovare la soddisfazione che coincide con la diminuzione dei desideri (capitolo 64: il saggio desidera di non desiderare). Non a caso tutti questi concetti, queste distinzioni, queste classificazioni a mio giudizio sono tentativi delle mente di "controllare" la realtà - liberarci dal desiderio di controllare la realtà significa anche mettere da parte queste classificazioni (ovviamente se sono solo di natura epistemologica). Quindi a mio giudizio è utile studiare questi "archetipi" non per capire "la realtà" bensì come la nostra mente si rapporta ad essa. Sul fatto che queste classificazioni siano "ontologiche" a mio giudizio la filosofia non può dire niente così come la matematica (o la scienza) non può autogiustificarsi. Dire che sono "ontologiche" è un'affermazione di "fede" e a questo punto non è più filosofia  ;D

(non l'ho detto ieri ma il topic lo sto trovando interessante)
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Carlo Pierini

Citazione di: baylham il 18 Agosto 2017, 09:39:22 AM
Citazione di: Apeiron il 17 Agosto 2017, 18:47:04 PM
Quindi il discorso interessante è: perchè è così diffusa questa tendenza a ragionare in concetti raggruppati in gruppi di 3,4,5,...? Secondo me semplicemente perchè è un modo facile di ordinare il pensiero (ossia per costruire mappe concettuali utili per farci "muovere" nel territorio che sta attorno a noi, ossia la realtà, la vita...). Tutto qua.

Questo mi sembra il pensiero più profondo ed originale di tutto l'argomento discusso. Come in un sistema matematico, è complesso, difficile, operare con più di due o tre elementi, che infatti non riusciamo nemmeno a rappresentare graficamente, mentre con un elemento non ci fai nulla.
Non scambiare il "profondo" con ciò che corrisponde alla tua visione superficiale della vita.  :)

Carlo Pierini

Citazione di: Apeiron il 18 Agosto 2017, 10:19:08 AM
Carlo, ammetto di aver scritto male.
Non stavo dicendo che queste "triadi" (scusami ma preferisco questo termine  ;) ) non ci facciano conoscere meglio le cose. Ritengo anzi che siano un ottimo modo di conoscere la nostra mente e che anzi ci "rivelano" aspetti molto interessanti di come la nostra mente classifica le cose, conosce, modellizza ecc. Quindi ritengo questo discorso interessante, in realtà. Tuttavia non sono d'accordo col fatto che filosoficamente (ossia con l'analisi razionale) si possa asserire che queste "triadi" corrispondano a qualcosa di "reale" (anzi come dici tu se dobbiamo ammettere che ci sia qualcosa di "reale" dobbiamo dire di essere stati "ispirati" da qualcosa di "superpersonale" - fai conto che per esempio a me piace molto la teoria di Jung). Filosoficamente però possiamo asserire che la nostra mente lavora con raggruppamenti di concetti, simboli ecc perchè deve "aggrapparsi" a qualcosa.

La mia esperienza, invece, è perfettamente coerente con l'idea che queste triadi siano reali. Infatti, leggi i miei tre thread "Un'esperienza visionaria molto istruttiva", "Una visione ...zodiacale"" e "Un sogno archetipico e un film", e poi prova a spiegarmi gli eventi che descrivo lì nei termini del tuo paradigma materialista. Poi ne riparliamo.
Insomma, le mie asserzioni si basano su esperienze concrete e su uno studio approfondito dei simboli e delle loro proprietà oggettive; mentre le tue si basano esclusivamente su una ideologia (il materialismo) vaga e priva di supporti. Tu solo *credi* (per comodità intellettuale) che l'archetipo sia una semplice idea umana, mentre io *ho sperimentato* l'opposto, e cioè che certe idee umane sono in realtà proiezioni (nelle profondità del nostro essere) di archetipi "superiori" che ordinariamente non percepiamo e che si manifestano solo in particolari condizioni di ispirazione profonda.

Riguardo alle tue riflessioni sul taoismo, non ho tempo per scrivere tutto quello che ci sarebbe da dire. Posso solo dirti che esso si è sviluppato come poesia "paradossale", mentre come filosofia è estremamente primitiva, grossolana, fittamente disseminata di contraddizioni, e che, dunque, per l'intelletto occidentale è solo una fonte di malintesi e di confusione. La lascio volentieri a te e a quanti amano le "...selve oscure, ché la diritta via hanno smarrito"! :)

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