L'archetipo della Trinità

Aperto da Carlo Pierini, 14 Agosto 2017, 19:27:30 PM

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Carlo Pierini

"Nel trattare l'argomento delle Trinità noi ci troveremo implicati in un vero labirinto di simbolismi, e le somiglianze delle derivazioni delle parole, che citeremo, sembreranno forse aggiungere inutili complicazioni, ma in ultimo forniranno importanti e suggestive deduzioni.
ln tutto il mondo splende una Triade di divinità, della quale una Monade è a capo. Si dice che la Diade siede presso la Monade, e che governa tutte le cose. La dottrina di questa trinità forma uno dei più importanti caratteri delta teologia dell'India; e sembra che una triade simile si riconoscesse anche negli antichi tempi vedici. Indipendentemente dalla dottrina filosofica secondo cui tutti gli dei sono soltanto manifestazioni del Sé supremo, l'Atman, esisteva una Trinità le cui persone rappresentavano rispettivamente la terra, l'aria ed il cielo. "Agni ha la sua dimora sulla terra, lndra nell'aria, e Surya nel cielo" (Max Muller: Contributions to the Science of Mytology, vol. II, p. 475). Ma la grande triade indù era composta di Brahmà, Vishnù e Shiva. "È universalmente ammesso che per "Brahma" gli indiani intendono "il Dio creatore, Vishnù in sanscrito significa letteralmente colui che dirige, che conserva e che consola; e Shiva colui che distrugge" (Maurice: Indian Antiquities, vol. IV, cap. I). [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 114]

 
"Bisogna sempre tener presente l'unità fondamentale informatrice della triplice manifestazione; e la seguente risposta della divinità alla domanda rivoltale - quale delle persone della Trinità fosse più grande - prova che anche in tempi antichissimi non mancavano in India menti capaci di afferrare queste idee sottili. "Impara, o devoto, che non c'è distinzione reale fra di noi; ciò che a voi sembra tale, non è che apparenza. L'unico Essere appare sotto tre forme, ma Egli è Uno" (Allen: India)
L'Egitto aveva molte trinità, che variavano a seconda delle differenti epoche e delle differenti parti del paese. Esse erano per lo più antropomorfe, e consistevano generalmente in padre, madre e figlio. Tale era la triade di Osiride, Iside ed Oro in Abido, e così pure quella adorata a Tebe consistente in Arnon, Mut e Chonsu. Ma non mancavano anche idee più astratte, ed D. Pritchard, nelle sue Analisi della Mitologia Egiziana, descrive una trinità composta di tre poteri, uno generatore, uno distruttore ed uno conservatore. Si dice pure che gli antichi Egizi usassero un triangolo per rappresentare la triplice divinità; essi consideravano il sole ed il fuoco come suoi emblemi principali, poiché questi stessi erano una triade: fiamma, luce e calore". [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 117]
 
"Nell'assurgere di Babilonia a capitale di un grande impero, il suo dio locale Merodach che, come il suo prototipo assiro Moloch, era un dio di distruzione, si immedesimò con Baal il conservatore in una persona chiamata Bel-Merodach. Questo dio, insieme a sua moglie la dea Zarpanit e al figlio Nebo, dio della profezia, formò una trinità ulteriore". [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 121]
 
"Le memorie caldee e babilonesi conducono naturalmente a quelle del popolo ebreo. Negli oracoli di Zoroastro è scritto:
"Solo i Caldei, con gli Ebrei, hanno in retaggio la sapienza, perché rendono una pura adorazione a Dio che è il re eterno" (M Gainet: Monotheisme des Peuples Primitifs, p. 662). Ora i Cabalisti ebrei riconoscevano una trinità consistente nei tre grandi Sefiroti: Kether (Corona), Chochmah (Sapienza) e Binah (Intelletto) - tutte emanaeioni di En Soph, "l'Infinito" e sintetizzate in esso. La seconda persona di questa trinità, Chochrnah, è il potere creatore, il Verbo, il Logos o Sapienza". I commentatori caldei chiamavano questa seconda persona Shechinah-Sephira, e secondo il Talmud, essa aveva le chiavi della matrice e della tomba, della vita e della morte. Questo Chochmah, o Sapienza, è lo splendore della Luce sempiterna, lo specchio immacolato del Potere di Dio e l'immagine delia sua bontà". [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 122]
 
"Anche nel Zend-Avesta dell'antico Iran si trova l'idea di una trinità. La Prima persona, o Padre, è Ahuramazda; poi vengono i due spiriti creatori, o la coppia (di contrari), mostrando così la dualità, che vedremo poi essere la caratteristica del Secondo Logos, mentre Armaiti, la Mente, o dea della Sapienza, completa la triade ed ha una spiccata rassomiglianza tanto con Binah, l'Intelligenza dei Cabbalisti, che col Verbo, o Logos dei Neo Platonici e dei cristiani primitivi". [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 123]
 
"I Celti erano quasi ricchi quanto gli Egizi di trinità composte di padre, madre e figlio; ma erano molto più filosofici, e si avvicinavano di più al simbolismo indù nella sua fase primitiva e meno antropomorfica. La più arcaica di tali trinità sembra esser quella di Aesar, Anu-Mathar, ed Ain. I Druidi invocavano prima di tutti Aesar, il potere risanatore di tutti i mali e Salvatore: "aesain" significa fare o creare - letteralmente Aes-ar - significa il fuoco creatore (si confronti la derivazione di Osiride).
Gli Etruschi adoravano un dio Aesar; presso gli Indù egli è Aeswar o Iswara, il primo movente, il potere creatore. Si noti inoltre che "aesh" è il norne ebraico del fuoco.
La seconda persona di questa triade, Anu-Mathar, è chiamata pure Eirinn (notte) ed Ith (desiderio): essa è una potenza femminile che, insieme col maschile Aesar, può veramente considerarsi come l'aspetto duale dell'Uno". [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pp. 123-124]
 
"Anche la scandinavia aveva la sua trinità, in cui Odino, il Padre supremo, aveva il primo posto ed era una personificazione del Cielo. Thor e Freya completavano la triade. Thor corrisponde al Giove latino e da lui gli inglesi hanno avuto il loro Thursday (Giovedì); mentre Freya era una personificazione della Terra e simbolo della fertilità. L'unione di Odino e Freya si supponeva avesse prodotto il dio sole Baldur "il buono e il bello" che fu ucciso, ma risorse dalla morte e che con Odino e Freya formava una seconda trinità". W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 125]
 
"In Messico era venerata una trinità consistente in: Tezcatlipoca, che aveva tutti gli attributi e tutti i poteri ascritti al Jehovah degli Ebrei, e due altri dei che occupavano i posti alla sua destra e alla sua sinistra. Nello Yucatan pure gli antichi indigeni riconoscevano una trinità che aveva grande rassomiglianza con la Trinità cristiana.
La trinità adorata nel Perù era ancor più che in altre nazioni intimamente associata al simbolismo solare; poiché Apomti, Churunti e Intiquoqui erano rappresentati come tre immagini del Sole, ed i tre nomi significavano Padre-Sole-Signore, Sole-Figlio e Sole-Fratello. [...] Nella città di Cuicasco esiste un certo oratorio in cui si adorava un grande idolo, Tangatanga, che significa Uno in Tre e Tre in Uno". [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 125]
 
"«Il Cielo è suo padre, la Terra è sua madre»: questa è la formula iniziatica, sempre identica a se stessa nelle più varie circostanze di tempo e di luogo, che determina i rapporti dell'Uomo con gli altri due termini della Grande Triade, definendolo il «figlio del cielo e della terra». (...) Più che l'uomo comune, l'uomo nelle attuali condizioni del nostro mondo, è l'«uomo vero» l'uomo del quale l'iniziato è chiamato a realizzare in se stesso tutte le possibilità. (...) Il luogo in cui si situa l'«uomo vero» è il punto centrale in cui si uniscono effettivamente le potenze del Cielo e della Terra". [R. GUÉNON: La Grande Triade – pp. 81/84]
 
"L'«Uomo Universale», avendo sviluppato tutte le proprie possibilità sia in senso verticale che in senso orizzontale, è perciò il «Signore dei tre mondi», i quali possono essere rappresentati anche dai tre tratti orizzontali del carattere wang.
[*Nota: Volendo indicare al riguardo dei punti di confronto fra tradizioni diverse, possiamo notare come appunto per tale qualità Ermete, che del resto viene rappresentato come «re» e «pontefice» insieme, sia chiamato Trismegistos o «tre volte grandissimo»; a tale designazione possiamo accostare anche quella di «tre volte potente», in uso nei «gradi di perfezione» della Massoneria scozzese e che propriamente implica la delega di un potere da esercitarsi nei tre mondi.]". [R. GUÉNON: La grande triade - pg. 141]
 
"La teologia della regalità che meglio conosciamo - e probabilmente la più ricca - è quella dell'antico Egitto e sono quelle le concezioni che, attraverso la mediazione culturale dei greci, hanno permeato la storia spirituale dell'Occidente. Il faraone è un'incarnazione della divinità e figlio del dio [Nota: «In occasione di certe festività, il "figlio" si unisce al "padre" divino in maniera mistico-rituale» (Jacobsohn, 1939, p.46)]. In lui risiede la divina forza vitale e procreativa: il ka. Il dio riproduce se stesso in una madre umana e viene da lei generato come uomo-dio. [...]
Padre e figlio sono consustanziali, e dopo la morte il re ridiviene il dio-padre, perché il suo ka è anch'esso consustanziale al padre. [Nota: «Il dio, il re e il suo ka formano per così dire una trinità in quanto padre, figlio, e forza produttiva» (Jacobsohn, 1939, p.58)]". [JUNG: Mysterium coniunctionis - pg.273-276]
 
"«Sale dalla Terra al Cielo e ridiscende dal Cielo in Terra; riceve così la virtù e l'efficacia delle cose superiori e inferiori»: queste parole della Tabula Smaragdina ermetica possono essere applicate con la massima esattezza all'Uomo in quanto termine mediano della Grande Triade, in quanto egli è propriamente il «mediatore» della comunicazione tra Cielo e Terra. (...) L'«ascesa dalla Terra al Cielo» è ritualmente rappresentata in tradizioni diversissime ". [R. GUÉNON: La Grande Triade – pp. 81/84]
 
"Nell'Olimpo etrusco trovasi una triade suprema: Tinia, Uni, Menrva; perfettamente corrispondente a quella di Giove, Giunone e Minerva del tempio capitolino. Sotto Tinia erano poi i 12 Dèi Consenti o complici; corrispondentemente, pare, alle dodici grandi divinità dell'Egitto (secondo Erodoto), ed ai dodici grandi Dèi dell'Olimpo greco-romano (sei Dei e sei Dee)". [R.GUÉNON: Il Re del Mondo - pg.37]
 
"Dal mare si leva la sorgente del Mercurio triplex nomine, che si riferisce al triplice modo di apparizione del Mercurio. La sua unità si manifesta come triade. Egli è una trinità: è l'analogia ctonia, infernale della trinità celeste, così come tricefalo è il diavolo in Dante". [JUNG: Pratica della psicoterapia - pg.214]
 
"Un genere di ternario è quello costituito da un principio primo dal quale derivano due termini opposti, o meglio complementari perché anche laddove l'opposizione sussiste nelle apparenze e ha la propria ragion d'essere a un certo livello o in un certo àmbito, il complementarismo risponde sempre a un punto di vista più profondo e di conseguenza più conforme alla reale natura delle cose in questione". [R.GUÉNON: La grande triade - pg.23]
 
"In India, si crede che Brahma si sia rivelato per la prima volta uomo da un lato, per la seconda volta femmina dall'altro, formando di conseguenza il terzo termine, la risultante. Poi, si è rivelato definitivamente con una trinità (Trimurti) più separata: è Brahma (creatore), Siva (distruttore) e Visnù (intermediario)". [R. ALLENDY: Alchimia e medicina - pg.26]
 

"Nel divino Lapis (Pietra Filosofale) che gli alchimisti riuscirono a concretizzare seguendo l'ispirazione divina si dà la misteriosa unità di tre elementi (anima, spiritus, corpus) fra loro connessi con lo stesso rapporto che lega nella Trinità le tre figure divine: l'unitrinitario Lapis non si presenta per Bono solo come una similitudine della Trinità: piuttosto, come questa si è storicamente incarnata con la nascita di Cristo, così il Lapis divino unendosi a quello naturale realizza una concreta divina Trinità nel mondo della materia". [Introduzione a P. BONO: Preziosa Margarita Novella - pg.XXXII]

donquixote

Ci risiamo: una interminabile serie di citazioni tratte da ogni angolo dello scibile umano che non si sa se siano pertinenti o meno. Sarebbe molto più interessante, dato che ognuno di noi è in grado di usare Google, se tu limitassi la citazione ad un argomento e poi lo sviluppassi in prima persona, facendo uso delle tue qualità intellettuali,  senza basarsi su pensieri altrui messi insieme così come capita e che non hanno alcuna attinenza fra loro se non il numero tre. Noto, di sfuggita, che manca la "trinità dialettica" di Hegel (tesi, antitesi, sintesi) che potresti aggiungere per fare numero. Se il gioco è trovare quante più "triadi" o "trinità"  allora magari trovi qualcuno che si diverte ad aggiungerne qualcuna (me n'è venuta in mente un'altra: i nipotini di Paperino Qui, Quo e Qua) ma se invece vuoi stimolare una riflessione sulla trinità allora forse è meglio concentrarsi su un solo aspetto e riflettere su quello (la Triade induista Brahma Shiva e Vishnu, ad esempio, non ha nulla ma proprio nulla in comune con la Trinità cristiana tranne il numero 3).
Se sei interessato alla Trinità così come espressa dal Cristianesimo allora nel vecchio forum c'era un 3d al quale potresti dare un'occhiata e magari, se del caso, commentarlo (il link è qui sotto).
Un'ultima cosa: non so chi sia quel Williamson che citi così frequentemente, ma posso però dire che appare alquanto inaffidabile, dato che anche in questo caso (come in quello del serpente) cade in uno sfondone clamoroso visto che afferma, se hai citato correttamente, che il Sé supremo dell'induismo è Atman mentre invece è Brahman, e Atman è il Sé individuale. E non è un errore da poco, anzi.


https://www.riflessioni.it/forum/spiritualita/14475-il-dio-uno-e-trino-e-il-fondamento-della-creazione.html
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Carlo Pierini

#2
Citazione di: donquixote il 14 Agosto 2017, 20:26:26 PM
Ci risiamo: una interminabile serie di citazioni tratte da ogni angolo dello scibile umano che non si sa se siano pertinenti o meno. Sarebbe molto più interessante, dato che ognuno di noi è in grado di usare Google, se tu limitassi la citazione ad un argomento e poi lo sviluppassi in prima persona, facendo uso delle tue qualità intellettuali,  senza basarsi su pensieri altrui messi insieme così come capita e che non hanno alcuna attinenza fra loro se non il numero tre. Noto, di sfuggita, che manca la "trinità dialettica" di Hegel (tesi, antitesi, sintesi) che potresti aggiungere per fare numero. Se il gioco è trovare quante più "triadi" o "trinità"  allora magari trovi qualcuno che si diverte ad aggiungerne qualcuna (me n'è venuta in mente un'altra: i nipotini di Paperino Qui, Quo e Qua) ma se invece vuoi stimolare una riflessione sulla trinità allora forse è meglio concentrarsi su un solo aspetto e riflettere su quello (la Triade induista Brahma Shiva e Vishnu, ad esempio, non ha nulla ma proprio nulla in comune con la Trinità cristiana tranne il numero 3).
Se sei interessato alla Trinità così come espressa dal Cristianesimo allora nel vecchio forum c'era un 3d al quale potresti dare un'occhiata e magari, se del caso, commentarlo (il link è qui sotto).
La "serie interminabile di citazioni" riguarda solo i post nei quali cerco di dare un'idea generale (mooolto generale) di cosa siano gli archetipi e in cosa consista (in linea di massima) il loro carattere di universalità. Ma, come avrai notato, ci sono anche altri post (la maggioranza) in cui sviluppo delle idee mie e faccio uso delle mie (modeste) qualità intellettuali.

Comunque, grazie per il link sulla Trinità. Lo leggerò volentieri e se sarà il caso lo commenterò (aprendo un nuovo 3d su questa sezione?)

DONQUIXOTE
Un'ultima cosa: non so chi sia quel Williamson che citi così frequentemente, ma posso però dire che appare alquanto inaffidabile, dato che anche in questo caso (come in quello del serpente) cade in uno sfondone clamoroso visto che afferma, se hai citato correttamente, che il Sé supremo dell'induismo è Atman mentre invece è Brahman, e Atman è il Sé individuale. E non è un errore da poco, anzi.

CARLO
Non hai tutti i torti: il Williamson non fa parte della "creme de la creme" degli storici del mito, ma mi è stato utile per il fine che accennavo sopra: una panoramica generale sui motivi simbolici comuni a un gran numero di religioni. Comunque, chiamare il Sé supremo Atman invece che Brahman non è più erroneo di quanto lo sia chiamare Dio col nome di Cristo, visto che Atman e Brahman hanno una medesima natura. Tu che hai disquisito sulla Trinità sai certamente che Cristo, proprio perché trinitario, non è solo il Figlio, ma anche il Padre e lo Spirito Santo.

P.S.
Ho provato a seguire i tuoi consigli sull'impaginazione dei post, ma non funzionano; probabilmente c'è qualche incompatibilità col mio PC visto che ogni volta devo fare dei veri e propri magheggi pe far sparire dei fastidiosi "justify" che impestano ogni post che invio. ...Quando ci riesco!

Angelo Cannata

donquixote ha anticipato per certi versi il seguente pensiero che desideravo esprimere.

Circolano tanti libri che solleticano nelle persone la curiosità a basso prezzo. Questi libri hanno in comune la caratteristica di vagabondare tra più campi del sapere, suggerendo, sulla base di questo vagabondaggio, associazioni di idee che promettono speciali padronanze sul sapere.

Il fatto stesso di vagabondare tra più campi del sapere impedisce al lettore di opporre valide critiche ai concetti presentati: già è difficile essere esperti in un solo campo del sapere, figuriamoci in più campi. Dunque, la sensazione del lettore è: l'autore di questo libro ne sa più di me; l'autore di questo libro ha esplorato campi della cultura che io non ho esplorato; l'autore di questo libro mi apre l'intelligenza.

Un lettore non ingenuo non ha bisogno di essere un'arca di scienza per non cadere in questi tranelli della pseudocultura: ci sono dei criteri che consentono a chiunque di formarsi un'idea critica di ciò che sta leggendo, tra cui i seguenti:

1) l'autore di questo libro dimostra di coltivare un serio dialogo con gli specialisti di ciascun campo che sta toccando, oppure si presenta come uno che sa tutto, ne sa più degli specialisti e non ha bisogno di confrontarsi con loro?

2) l'autore incoraggia la conoscenza di testi e autori che la pensano diversamente, oppure la scoraggia, cercando così di distogliere il lettore dal formarsi una conoscenza critica, comparata, di ciò che sta leggendo? L'autore mira a diffondere una mentalità semplificata, ridotta a pochi criteri, o addirittura un solo criterio, oppure apprezza la diversità, la molteplicità di modi di pensare?

3) l'autore usa uno stile sensazionalistico, mirato a colpire gli istinti umani più banali (desiderio di potere, di comodità, pigrizia mentale), oppure è consapevole dell'inevitabile modestia, dell'umiltà con cui è indispensabile trattare qualsiasi campo del sapere e della cultura?

4) l'autore dimostra di saper fare autocritica su ogni cosa che sta dicendo, oppure la sua critica è a senso unico, rivolta esclusivamente contro chi la pensa diversamente da lui?

Poi succede quasi sempre che i nodi al pettine vengono fuori quando qualche lettore sa qualcosa di qualcuno dei campi toccati nel vagabondaggio.

Nel particolare, mi trovo ora davanti quest'affermazione che spazza in un sol colpo secoli di teologia cristiana:

Citazione di: Carlo Pierini il 14 Agosto 2017, 22:15:57 PMTu che hai disquisito sulla Trinità sai certamente che Cristo, proprio perché trinitario, non è solo il Figlio, ma anche il Padre e lo Spirito Santo.

Cristo è trinitario? Che vuol dire? Cristo è anche il Padre e lo Spirito Santo? Secondo quale teologia, quale religione?

Carlo Pierini

Citazione di: Angelo Cannata il 15 Agosto 2017, 00:05:15 AM
donquixote ha anticipato per certi versi il seguente pensiero che desideravo esprimere.

Circolano tanti libri che solleticano nelle persone la curiosità a basso prezzo. Questi libri hanno in comune la caratteristica di vagabondare tra più campi del sapere, suggerendo, sulla base di questo vagabondaggio, associazioni di idee che promettono speciali padronanze sul sapere.

Il fatto stesso di vagabondare tra più campi del sapere impedisce al lettore di opporre valide critiche ai concetti presentati: già è difficile essere esperti in un solo campo del sapere, figuriamoci in più campi. Dunque, la sensazione del lettore è: l'autore di questo libro ne sa più di me; l'autore di questo libro ha esplorato campi della cultura che io non ho esplorato; l'autore di questo libro mi apre l'intelligenza.

Un lettore non ingenuo non ha bisogno di essere un'arca di scienza per non cadere in questi tranelli della pseudocultura: ci sono dei criteri che consentono a chiunque di formarsi un'idea critica di ciò che sta leggendo, tra cui i seguenti:

1) l'autore di questo libro dimostra di coltivare un serio dialogo con gli specialisti di ciascun campo che sta toccando, oppure si presenta come uno che sa tutto, ne sa più degli specialisti e non ha bisogno di confrontarsi con loro?

2) l'autore incoraggia la conoscenza di testi e autori che la pensano diversamente, oppure la scoraggia, cercando così di distogliere il lettore dal formarsi una conoscenza critica, comparata, di ciò che sta leggendo? L'autore mira a diffondere una mentalità semplificata, ridotta a pochi criteri, o addirittura un solo criterio, oppure apprezza la diversità, la molteplicità di modi di pensare?

3) l'autore usa uno stile sensazionalistico, mirato a colpire gli istinti umani più banali (desiderio di potere, di comodità, pigrizia mentale), oppure è consapevole dell'inevitabile modestia, dell'umiltà con cui è indispensabile trattare qualsiasi campo del sapere e della cultura?

4) l'autore dimostra di saper fare autocritica su ogni cosa che sta dicendo, oppure la sua critica è a senso unico, rivolta esclusivamente contro chi la pensa diversamente da lui?

Poi succede quasi sempre che i nodi al pettine vengono fuori quando qualche lettore sa qualcosa di qualcuno dei campi toccati nel vagabondaggio.

Nel particolare, mi trovo ora davanti quest'affermazione che spazza in un sol colpo secoli di teologia cristiana:

Citazione di: Carlo Pierini il 14 Agosto 2017, 22:15:57 PMTu che hai disquisito sulla Trinità sai certamente che Cristo, proprio perché trinitario, non è solo il Figlio, ma anche il Padre e lo Spirito Santo.

Cristo è trinitario? Che vuol dire? Cristo è anche il Padre e lo Spirito Santo? Secondo quale teologia, quale religione?

Non mi pare di essere stato il primo a dire che Cristo è "vero uomo e vero Dio"; e nemmeno che Cristo è l'intermediario tra l'uomo e Dio, come lo è lo Spirito Santo. Non vedo cosa ci sia di tanto scandaloso in tutto questo.

Per il resto sono d'accordo con te, ...ma io che c'entro?   :)

Angelo Cannata

Infatti l'affermazione su cui ho posto gli interrogativi non è ciò che hai detto adesso, ma quella, ben diversa, che ho citato nel mio messaggio precedente.

Carlo Pierini

Citazione di: Angelo Cannata il 15 Agosto 2017, 00:45:28 AM
Infatti l'affermazione su cui ho posto gli interrogativi non è ciò che hai detto adesso, ma quella, ben diversa, che ho citato nel mio messaggio precedente.
...Cioè? 
Non riesco a capire cosa vuoi dirmi. Anzi non ho capito nemmeno se questo messaggio è rivolto a me. Perché non parli chiaro?

Angelo Cannata

Due messaggi fa avevo scritto così:

Citazione di: Angelo Cannata il 15 Agosto 2017, 00:05:15 AM
Nel particolare, mi trovo ora davanti quest'affermazione che spazza in un sol colpo secoli di teologia cristiana:

Citazione di: Carlo Pierini il 14 Agosto 2017, 22:15:57 PMTu che hai disquisito sulla Trinità sai certamente che Cristo, proprio perché trinitario, non è solo il Figlio, ma anche il Padre e lo Spirito Santo.

Cristo è trinitario? Che vuol dire? Cristo è anche il Padre e lo Spirito Santo? Secondo quale teologia, quale religione?

Nella tua risposta a queste mie parole non ti sei riferito all'esatta tua frase che avevo citato, ma ti sei espresso diversamente. Infatti hai scritto:

Citazione di: Carlo Pierini il 15 Agosto 2017, 00:42:52 AMNon mi pare di essere stato il primo a dire che Cristo è "vero uomo e vero Dio"; e nemmeno che Cristo è l'intermediario tra l'uomo e Dio, come lo è lo Spirito Santo.

Al che, ti ho fatto notare che le tue parole che avevo sottoposto a critica non erano queste tue ultime, ma quelle, ben diverse, che avevo citato:

Citazione di: Carlo Pierini il 14 Agosto 2017, 22:15:57 PMTu che hai disquisito sulla Trinità sai certamente che Cristo, proprio perché trinitario, non è solo il Figlio, ma anche il Padre e lo Spirito Santo.

La questione sta tutta qui: la tua affermazione "Cristo, proprio perché trinitario, non è solo il Figlio, ma anche il Padre e lo Spirito Santo" non mi risulta corrispondere ad alcuna teologia cristiana, né ad alcuna religione che si riferisca a Cristo. Dunque su quali basi l'hai scritta?

Carlo Pierini

#8
Citazione di: donquixote il 14 Agosto 2017, 20:26:26 PMSe sei interessato alla Trinità così come espressa dal Cristianesimo allora nel vecchio forum c'era un 3d al quale potresti dare un'occhiata e magari, se del caso, commentarlo (il link è qui sotto).
https://www.riflessioni.it/forum/spiritualita/14475-il-dio-uno-e-trino-e-il-fondamento-della-creazione.html

DONQUIXOTE
La Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo) è la rappresentazione delle tre funzioni fondamentali del medesimo, unico, Dio nel rapporto con le cose create. La Trinità mostra lo stesso, spirituale, Dio unico visto sotto tre diversi punti di vista o, se si vuole, in tre momenti diversi (avendo cura di non considerare questi momenti come successivi l'uno all'altro ma caratterizzati dalla più assoluta simultaneità).

CARLO
Molti anni fa abbozzai una teoria "trinitaria" della storia della cultura occidentale che contraddice questa tua idea di simultaneità delle tre Persone e che conferma, invece, sia la concezione di Jung - che vede la Trinità come uno sviluppo dell'uno nella conoscibilità, cioè, come un processo di sviluppo triadico nel tempo -, sia la concezione delle "tre ere" di Gioachino da Fiore, che Eliade sintetizza così:

"Nel Medioevo comincia a farsi luce una teoria del progresso lineare della storia. I germi di questa teoria sono riconoscibili anche negli scritti di Alberto Magno e di S. Tommaso, ma soprattutto con l'Evangelo eterno  di Gioachino da Fiore si presenta con tutta la sua coesione e integrata in una geniale escatologia della storia, la più importante che abbia conosciuto il cristianesimo dopo sant'Agostino. G. da Fiore divide la storia del mondo in tre grandi epoche, ispirate e dominate successivamente da una diversa persona della Trinità. Nella visione dell'abate calabrese, ognuna di queste epoche rivela, nella storia, una nuova dimensione della divinità e, per questo, permette un perfezionamento progressivo dell'umanità che conduce, nell'ultima fase - ispirata dallo Spirito Santo - alla libertà spirituale assoluta.
Fu una vera tragedia per il mondo occidentale il fatto che le speculazioni profetico-escatologiche di G. da F., pur ispirando e fecondando il pensiero di un S. Francesco d'Assisi, di un Dante e di un Savonarola, siano cadute così presto nell'oblio e che il nome del monaco calabrese sia sopravvissuto solamente per coprire una moltitudine di scritti apocrifi. L'imminenza della libertà spirituale non solamente in rapporto ai dogmi, ma anche in rapporto alla società (libertà che Gioachino concepiva come una necessità sia della dialettica divina che della dialettica storica), è stata di nuovo professata, più tardi, dalle ideologie della Riforma e del Rinascimento, ma in tutt'altri termini e secondo altre prospettive spirituali."   [M. ELIADE: Il mito dell'eterno ritorno - pg.183]

La mia teoria è strutturalmente simile a quella di Gioachino. In poche parole: in essa la storia occidentale è suddivisa in tre millenni: i due trascorsi (il 1° e il 2°) e il terzo appena iniziato. Il primo e il secondo hanno visto l'alternarsi di valori culturali-religiosi opposti complementari (fede/ragione, maschile/femminile, spirito/materia, ecc.) e costituiscono una dialettica orizzontale "tesi-antitesi" che troverà la sua "sintesi" nel terzo millennio; e in questa dialettica orizzontale si incastona una documentata dialettica verticale tra Mito e Storia (sul modello junghiano della dialettica sogno-coscienza -> i miti come sogni della Storia).
Cosicché, in definitiva, la nostra Storia si rivela caratterizzata sia dal simbolo della Croce (dialettica orizzontale e verticale), sia dal simbolo trinitario del Principio di Complementarità degli opposti.
Mentre elaboravo l'abbozzo di questa ipotesi, mi imbattei nel libro di uno sconosciuto filosofo, August von Cieszkowski, dal quale trassi un grande incoraggiamento ad approfondire la mia ricerca:

"O le leggi della dialettica sono universali e ineluttabili, e quindi dovrebbero trovare la loro reale manifestazione nella storia, oppure sono deboli, parziali e insufficienti, e quindi non possono manifestarsi neanche in altre sfere del sapere, e ovunque la loro deduzione dovrebbe esser priva di ogni necessità. Queste leggi portano però in se stesse il criterio della loro necessità; perciò la storia, questa pietra di paragone di ogni speculazione, ce le dovrà manifestare sub specie aeternitatis nella sfera degli atti. Ma se queste leggi non trovano nella storia la loro esatta realizzazione, vengono private del loro più sicuro appoggio. Se quindi non le accerta nella storia, la filosofia commette o un suicidio o un infanticidio, poiche o distrugge se stessa o annulla i propri corollari".    (AUGUST von CIESZKOWSKI: Prolegomeni alla storiosofia - pg.68)

"Là dove troviamo nel passato solo un elemento determinante e unilaterale, dobbiamo rinviare al futuro il suo determinato momento opposto, ma dove troviamo già sviluppati nel passato il conflitto e le opposizioni, come accade generalmente, là lasceremo la loro sintesi solo al futuro. (...)
Tale partizione non può essere nient'altro che tricotomica, e più precisamente il primo periodo deve essere quello tetico, il secondo quello antitetico, e il terzo quello sintetico e perfettamente concreto. Queste forme principali dello Spirito del mondo si devono necessariamente realizzare in successione nel cammino universale della storia, senza escludere la loro giustapposizione e influenza alterna. (...) Lo Spirito del mondo si trova attualmente all'inizio del terzo periodo sintetico, dove il primo periodo, vale a dire quello tetico, è costiruito dall'intera antichità, il secondo, vale a dire quello antitetico, è il mondo cristiano - germanico, duramente contrapposto al periodo precedente. (...) Il nostro terzo periodo principale, infine, è quello futuro, la cui propria determinazione può essere conosciuta a partire dalla contrapposizione unilaterale dei due precedenti periodi". (AUGUST von CIESZKOWSKI: Prolegomeni alla storiosofia - pg. 78-79)

Riguardo al resto della tua prolusione, non so fino a che punto si possa "incatenare" un concetto metafisico-dialettico come la Trinità ad un concetto fisico-univoco come quello della terna Sole-raggio-riflessione, il quale sicuramente rappresenta una delle possibili buone metafore della Trinità, ma credo che non possa identificarsi analogicamente ad ogni significato/aspetto di essa (della Trinità). Dovrei meditarci su...!

Carlo Pierini

Citazione di: Angelo Cannata il 15 Agosto 2017, 01:21:48 AM
La questione sta tutta qui: la tua affermazione "Cristo, proprio perché trinitario, non è solo il Figlio, ma anche il Padre e lo Spirito Santo" non mi risulta corrispondere ad alcuna teologia cristiana, né ad alcuna religione che si riferisca a Cristo. Dunque su quali basi l'hai scritta?

...E io ti ho risposto che sono proprio i teologi cristiani ad affermare che Cristo è "vero uomo e vero Dio" oltre che "intermediario" tra Dio e l'uomo. Per cui: Uomo + Dio + Intermediario = 3.  Cioè, Cristo (uno) è anche trino. E questo è uno dei possibili legittimi significati del concetto di "uni-trinitarietà" di Cristo. Dov'è lo scandalo?

Angelo Cannata

Vediamo se ho capito il tuo errore.

Praticamente tu applichi alla Trinità un criterio matematico: se A=C e B=C, allora A=B.
Ciò è corretto in matematica, ma la teologia non è matematica e il suddetto criterio non è applicabile alla teologia della Trinità.

Proviamo infatti a considerare

A = il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, considerati tutti e tre insieme
B = il Figlio
C = Dio.

Da ciò mi sembra che tu deduca che

- se il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, considerati tutti e tre insieme, sono Dio (A=C)
- e il Figlio è Dio, (B=C)
- allora il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo considerati tutti e tre insieme sono anche il Figlio (A=B).

Ciò è errato, la teologia trinitaria non ha mai ammesso questo.
È errato perché nella teologia trinitaria le tre persone, che sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, non sono interscambiabili, nonostante siano Dio e ciascuna di esse presa singolarmente sia Dio. Il criterio fondamentale da tenere in mente è che la Trinità è un unico Dio in tre persone. Le tre persone e ciascuna di esse non sono in alcun modo e in alcun senso interscambiabili o intersostituibili, né è possibile affermare che le tre persone siano in tutto e per tutto la stessa cosa di ogni singola persona. Se le tre persone sono Dio e ciascuna di esse è Dio, da ciò non è lecito dedurre che le tre persone siano in tutto e per tutto la stessa cosa di ogni singola persona. Non è neanche lecito affermare di alcuna delle tre persone che essa sia trina, come tu hai fatto dicendo che Cristo è trino. Trino significa composto di tre persone e in questo senso Dio inteso come Trinità è un Dio trino, ma Cristo non è composto di tre persone e di lui non è possibile in alcun modo e in alcun senso affermare che sia trino. Nel Dio trino c'è trinità di persone, unità di sostanza, unità di natura, unità di divinità, ma le persone restano sempre e comunque tre, distinte, mai confuse, mai interscambiabili. Nella Trinità non esiste confusione delle persone.
Se vogliamo parlare di uni-trinitarietà, non possiamo farlo nel senso che nel Dio trinitario tutto ciò che è uno possa essere anche affermato come tre: Cristo è una sola persona, ma non è in alcun senso e in alcun modo tre persone. Il Dio trinitario è uno e non è in alcun modo e in alcun senso tre déi.
Questa è la fede nella Trinità così come professata dalla Chiesa.

Angelo Cannata

#11
C'è da aggiungere anche che la tua affermazione della trinità di Cristo, basata su alcune sue caratteristiche
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Agosto 2017, 01:52:18 AM... sono proprio i teologi cristiani ad affermare che Cristo è "vero uomo e vero Dio" oltre che "intermediario" tra Dio e l'uomo. Per cui: Uomo + Dio + Intermediario = 3.  Cioè, Cristo (uno) è anche trino. E questo è uno dei possibili legittimi significati del concetto di "uni-trinitarietà" di Cristo.
è pura fantasia, puro gioco mentale. In base a questo tuo criterio, sarebbe sufficiente considerare di Cristo qualsiasi altra caratteristica per farlo diventare anche più che trino. Infatti Cristo non è solo intermediario, Dio, uomo, ma è anche ad esempio inviato dal Padre; inoltre egli invia lo Spirito Santo; inoltre è Figlio; con questo criterio Cristo, oltre che trino viene a risultare, se esistesse il termine, "esìno", cioè uno che è sei; ma se individuiamo altre sue caratteristiche non ci sarebbe difficoltà ad arrivare a sette, otto...! Tutto ciò non corrisponde ad alcun criterio teologico.

Carlo Pierini

Citazione di: Angelo Cannata il 15 Agosto 2017, 07:06:04 AM
Vediamo se ho capito il tuo errore.

Praticamente tu applichi alla Trinità un criterio matematico: se A=C e B=C, allora A=B.
Quello che ho scritto è altro, per cui dovresti commentare quello.

Angelo Cannata

Dopo la spiegazione che ho esposto diventa semplice commentare la tua affermazione:

Citazione di: Carlo Pierini il 14 Agosto 2017, 22:15:57 PMCristo, proprio perché trinitario, non è solo il Figlio, ma anche il Padre e lo Spirito Santo.

Affermare che Cristo sia trinitario e che  Cristo non sia solo il Figlio, ma anche il Padre e lo Spirito Santo, non mi risulta ammesso da alcuna teologia né da alcuna religione: è un puro mescolare parole a casaccio.

Carlo Pierini

Citazione di: Angelo Cannata il 15 Agosto 2017, 07:17:02 AM
C'è da aggiungere anche che la tua affermazione della trinità di Cristo, basata su alcune sue caratteristiche, è pura fantasia, puro gioco mentale. In base a questo tuo criterio, sarebbe sufficiente considerare di Cristo qualsiasi altra caratteristica per farlo diventare anche più che trino. Infatti Cristo non è solo intermediario, Dio, uomo, ma è anche ad esempio inviato dal Padre; inoltre egli invia lo Spirito Santo; inoltre è Figlio; con questo criterio Cristo, oltre che trino viene a risultare, se esistesse il termine, "esìno", cioè uno che è sei; ma se individuiamo altre sue caratteristiche non ci sarebbe difficoltà ad arrivare a sette, otto...! Tutto ciò non corrisponde ad alcun criterio teologico.
Sei pregato di citare ciò che scrivo e di commentare quello, punto per punto, altrimenti perdiamo solo tempo in chiacchiere inutili e noiose.

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