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Io e Dio

Aperto da bobmax, 15 Febbraio 2023, 08:51:49 AM

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Jacopus

#30
Per Kobayashi et alii. L'Haiku che vi ho elargito non è solo un gioco di parole ma nasconde un significato profondo. Nell'atto di spiegarlo però perde la propria profondità e si s-piega all'imperativo del dia-ballein, che divide (è il due) e crea la mappa del mondo, comprensiva anche di Dio. Ma Dio apofaticamente, non può essere spiegato ma solo intuito e compreso nella sua unità simbolica (è l'uno). Ma una volta scelto il "partito" del simbolico come possiamo costruire il mondo? Il mondo del simbolico si ferma ad Edipo che assiste impotente al "miasma" che affligge la città. Una volta conosciuto il suo destino, Edipo s/piega la realtà e l'autoriflette. Per ritrovare un equilibrio deve accecarsi. Quello che mi domandavo con quella frase un po' strampalata era in sostanza il successivo quesito. E' possibile conciliare le forze spirituali e arcaiche dell'uomo, che derivano dal simbolo (symballein) con quelle della tecnica, che dividono e scrivono la mappa del mondo, senza "essere" il mondo e descrivendolo, lo inaridiscono fino a sopprimerne L'Unità e la reciproca connessione (dyaballein)? In altre parole, giungere ad un Edipo dotato di tutti i suoi dieci decimi? Ed allora L'Unità, invece di essere un gioco a somma zero, tramite la sconfitta del simbolo o del suo oppositore demoniaco, non potrebbe essere il continuo gioco dialettico fra l'uno e l'altro? In questo gioco, per quanto instabile, non vi è per caso una maggiore armonia rispetto ad un processo distruttivo del symballein rispetto al dyaballein o viceversa?

P.S. Che il dyaballein sia imparentato con il diavolo è dato da una struttura linguistica che ancora offriva il primato al simbolo, ma è abbastanza chiaro che questa non è l'epoca dei simboli (1) ma piuttosto l'epoca delle distinzioni e delle divisioni (2).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

green demetr

Strano cari BobMax e Koba, pensavo che la Parola fosse l'inclusione dell'altro (non inteso come diavolo, o dualità, ma proprio in carne e ossa, e così rispondo anche alla provocazione gnostica di Jacopus), non la sua nullificazione.
Se questo è vero nell'ebraismo, non dovrebbe a maggior ragione esserlo del cristianesimo? Non capisco proprio.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Jacopus

L'inclusione dell'altro avviene prima che con la parola con l'azione e con il corpo. La parola è un pharmakon e quindi "dipende" da come si usa.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.