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Immortalità

Aperto da daniele75, 10 Aprile 2020, 07:25:36 AM

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daniele75

Esiste da sempre, permea ogni forma di vita sottoforma di energia vitale intelligente, collabora inizialmente con gli istinti, pulsioni. Forma un io vergine una scintilla che guida l'esistenza, questa vita non muore, e siamo noi. Non ha memoria, ne confine. Inutile fossilizzarsi sull ego e sull io, loro sono artificiali è moriranno

giopap

Citazione di: viator il 12 Aprile 2020, 22:26:59 PM
Salve Davide. Secondo me ciò in cui dovrebbe consistere la "coscienza superiore" sarebbe (citando giopap) "una coscienza superiore che non muore quando finiscono i semplici legami biochimici".
Poichè la coscienza (di qualsiasi cosa) secondo me consiste prima di tutto nel potersi ricordare (almeno di esistere....poi magari anche del resto)........ecco che la memoria è LA BASE DELLA COSCIENZA.Quindi una "coscienza superiore" dovrebbe consistere in una memoria (le memorie di qualsiasi genere - indipendentemente dal SUPPORTO nel quale sono registrate - CONSISTONO IN UNA SERIE DI DATI IN SE' NON MATERIALI), cioè, ripeto, in una certa massa di conoscenze, sensazioni, DATI IMMATERIALI..........la quale può venir trasferita altrove alla morte dell'organismo (corpo) ed al disfacimento del supporto (nervi, cervello, neuroni) che ospitava tali DATI.La mia personale visione della cosa è un pochetto diversa da quanto ho appena accennato, che rappresenta una semplice estrapolazione di quanto detto da te e da giopap.Se volere, prendetelo pure come un suggerimento o un'analogia. Saluti.






Però se rimane su un supporto materiale diverso dal mio cervello (scritto in un quaderno, riprodotto in una registrazione audio, archiviato in un file di un computer) qualsiasi mio pensiero o ricordo, non esisterà comunque più la mia esperienza viva del pensarlo: il mio sentire, pensare, ricordare, gioire, soffrire, amare, odiare, ecc. non ci sarà mai più.
Facciamocene una ragione se vogliamo vivere una vita felice.

giopap

Citazione di: daniele75 il 13 Aprile 2020, 07:36:28 AM
Esiste da sempre, permea ogni forma di vita sottoforma di energia vitale intelligente, collabora inizialmente con gli istinti, pulsioni. Forma un io vergine una scintilla che guida l'esistenza, questa vita non muore, e siamo noi. Non ha memoria, ne confine. Inutile fossilizzarsi sull ego e sull io, loro sono artificiali è moriranno




No, io non sono affatto la vita di batteri, funghi, alghe, vegetali e animali diversi a me che per centinaia di milioni di anni ha preceduto la mia nascita a mia totale insaputa (allora; per me non era nulla) e che per centinaia di migliaia di anni sopravvivrà alla mia morte a mia totale insaputa (allora, e il fatto che ora lo sappia é in proposito del tutto irrilevante; per me non sarà nulla).


La mia vita, il mio sentire, la mia coscienza sono ben altre cose!


Inoltre la vita sulla terrà avrà comunque fine. Ed altre vite su altri lontanissimi pianeti sono, sono state e saranno altre cose, senza alcuna continuità con la vita sulla terra (men che meno con la vita personale propria di ciascuno di noi): saranno altre vite di altri viventi.


Per vivere serenamente senza illudersi sull' immortalità propria bisogna saper accettare la (propria) morte (della propria vita), evitando escamotages linguistici che non ne scalfiscono minimamente la granitica realtà

daniele75

Citazione di: giopap il 13 Aprile 2020, 09:04:43 AM
Citazione di: daniele75 il 13 Aprile 2020, 07:36:28 AM
Esiste da sempre, permea ogni forma di vita sottoforma di energia vitale intelligente, collabora inizialmente con gli istinti, pulsioni. Forma un io vergine una scintilla che guida l'esistenza, questa vita non muore, e siamo noi. Non ha memoria, ne confine. Inutile fossilizzarsi sull ego e sull io, loro sono artificiali è moriranno




No, io non sono affatto la vita di batteri, funghi, alghe, vegetali e animali diversi a me che per centinaia di milioni di anni ha preceduto la mia nascita a mia totale insaputa (allora; per me non era nulla) e che per centinaia di migliaia di anni sopravvivrà alla mia morte a mia totale insaputa (allora, e il fatto che ora lo sappia é in proposito del tutto irrilevante; per me non sarà nulla).


La mia vita, il mio sentire, la mia coscienza sono ben altre cose!


Inoltre la vita sulla terrà avrà comunque fine. Ed altre vite su altri lontanissimi pianeti sono, sono state e saranno altre cose, senza alcuna continuità con la vita sulla terra.


Per vivere serenamente senza illudersi sull' immortalità propria bisogna saper accettare la (propria) morte (della propria vita), evitando escamotages linguistici che non ne scalfiscono minimamente la granitica realtà


Io ho accettato la morte, e non mi attacco alla vita, e per quello che sono libero. Leggi il tao te ching.

Davide

Io non vedo la coscienza come una semplice memoria che si sposta da un corpo a qualcos altro. Comunque non è un pensiero per sfuggire all'idea della morte, io la accetto serenamente. Io non credo che siamo granelli di sabbia insignificanti in questo infinito universo. Sicuramente esisteranno altre forme di vita intelligenti ma ognuno in un certo senso crea quello che vive secondo me. È complesso da spiegare ma nella vita ho sensazioni di questo tipo. Comunque non voglio dire che ho ragione ma mi interessa di più sapere le idee degli altri. Tu giopap cosa ne pensi? Che la nostra vita sia stata un insieme di coincidenze e basta?

giopap

Ma, secondo me di certo non é opera finalizzata di una Provvidenza divina (come mi avevano insegnato i miei genitori).


Ciò non toglie che possiamo riempirla di aspirazioni e ideali estremamente forti e appaganti (nel lottare per raggiungerli, non necessariamente nel raggiungerli).


In un certo senso penso che siamo granelli di sabbia oggettivamente insignificanti in questo infinito universo, ma che possiamo soggettivamente trovarci significati e scopi fortissimi, elevatissimi, appagantissimi da coltivare per quell'effimero istante che dura la nostra vita.


Non mi riferisco a nessuno in particolare, ma ho l' impressione che della fede in una provvidenza divina esistano molti "surrogati laici" ugualmente infondati, come il pensare alla continuità della vita (non della nostra!) oltre la morte (nostra!) illudendoci che ciò rappresenti una qualche nostra continuità o sopravvivenza oltre l' inevitabile fine.

Davide

Capisco, se posso ti faccio un'altra domanda. Premetto che il mio pensiero non ha nulla a che fare con le religioni, di cui avrei molto da dire ma lasciamo stare. Non è una provvidenza divina di quel tipo... Ma ammettiamo che sia tutto un caso. Se tutto è causa e conseguenza e tutto si è evoluto per coincidenze fortuite bisogna risalire fino all'origine. Perché quello è il punto, però nessuno sa come è partita la scintilla che ha dato origine al tutto. Non avrebbe senso scientificamente pensare che dal nulla si sia creato tutto questo a caso, senza una fonte. Quindi non possiamo sapere cosa sia successo e lo ammetto ma allora non possiamo dire neanche che sappiamo per certo che siamo qui per caso. Crediamo di avere certezze ma non è così secondo me. Abbiamo bisogno di convinzioni per vivere sereni ma se ti fai molte domande inizi a non trovare le risposte. E la scienza non ti può aiutare. Cosa ne pensi del fatto che hai delle basi solide per sostenere la tua idea ma non c'è nessuna base su come sia nato il tutto? Se non si sa perché e come è nata qualcosa(l'universo) come si fa a sapere a cosa serve o non serve? È un po un contro senso o no? Magari mi sbaglio

giopap

Grazie, Davide, fai delle domande profonde, che costringono a pensare o a ripensare (in assenza di una risposta definitiva saranno sempre aperte fintanto che qualcuno vivrà e ne sarà cosciente).


Personalmente sono portata a credere (in assenza di certezze in proposito) che l' universo fisico sia sempre esistito e sempre esisterà in divenire secondo leggi universali e costanti, senza inizio né fine,
Infatti dici bene che razionalmente, scientificamente non é possibile pensare a un inizio preceduto dal nulla, che infatti richiede inevitabilmente eventi non naturali (secondo natura nulla si crea, nulla si annichila, tutto si trasforma secondo modalità universali e costanti); questo anche ammesso che non sia semplicemente assurdo, autocontraddittorio, senza senso (e dunque a maggior ragione realmente impossibile) pretendere che al nulla succeda qualcosa (anche "preternaturalmente"): nel nulla nemmeno il tempo esiste, e dunque é senza senso pretendere che vi sia un "dopo" con qualcosa di reale rispetto a un prima senza nulla di reale (e dunque fra l' altro anche senza un prima, un adesso e un dopo).
Inoltre in concomitanza con determinati peculiari fatti naturali rappresentati dalla vita di animali per lo meno dal comportamento sofisticato e complesso "oltre una certa soglia" (non identificabile con precisione nemmeno grossolana) credo esistano esperienze coscienti, e nel caso umano anche autocoscienti.


Questione se siamo qui per caso o no.
Secondo me la logica, il significato dei concetti che pensiamo impone che uno scopo possa averlo chi già esista ed agisca per l' appunto intenzionalmente, per conseguire fini attraverso mezzi.
Ma allora "il tutto", la totalità del reale, la "realtà nel suo complesso", oltre al quale per definizione null' altro può essere reale, non può avere uno scopo, dal momento che nulla di diverso da esso può averlo voluto non esistendo nulla oltre ad esso che possa averlo voluto come fine (da conseguire attraverso mezzi costituiti da ulteriori fatti reali che per definizione oltre al tutto non possono darsi).
Quindi ogni scopo nella realtà sarà inevitabilmente sempre, per definizione, uno scopo limitato, di una parte della realtà stessa per un' altra parte. Il "tutto", quello che é reale complessivamente inteso non può avere scopo o senso, semplicemente c' é e basta, inevitabilmente (non solo non potrebbe non essere così, ma nemmeno si potrebbe sensatamente pensare come ipotesi che così non fosse).

daniele75

La vita è una conseguenza. La perfetta distanza del sole, la terra, l'acqua, l'energia forma la vita, ma non c'è uno scopo, se non quello di sopravvivere e procreare. Gli altri sono scopi secondari, dell'ego. Ricercare la felicità è uno scopo valido.




daniele75


Chi scambia la corda per un serpente? Quasi tutti.
Costatando che daniele nato in italia è il daniele attuale, condizionato dalla cultura e dal vissuto, sarebbe sicuramente diverso da un daniele nato in cina o in giappone, perche il vissuto, gli insegnamenti ricevuti e la cultura son diversi. In pratica esiste la memoria, il vissuto, la cultura, gli insegnamenti ricevuti, ma di sostanziale, di stabile non c'è niente. Non c'è un io, un ego, solo consapevolezza, un energia consapevole che sperimenta se stessa, questo è vedere la corda e non il serpente. In realtà vivo in un sogno chiamato realtà da altri. Anche la personalità è una costruzione mentale. La dualità dei termini è utile per comunicare ma crea conflitto. Se vedo una bella donna, interviene il filtro dell'illusione: cosa mi hanno detto sul bello? Che cosa mi fa capire che una donna è bella? La mia cultura. Se fossi nato in cina avrei un altra visione, una bella donna sarebbe diversa. Io vivo di illusioni duali, vivo nel sogno, vedo la corda e la scambio per serpente. Ne conviene ripeto che l'unica cosa esistente è la consapevolezza, e io sono quella, mai nata, mai morta, presente in ogni vita. Ecco l'immortalità. Per approfondire leggere l'advaita vedanta.

giopap

Un' illusione reale é realmente un' illusione, é comunque qualcosa di reale.


La mia vita é un sogno?


Non sarebbe certo buon un motivo per desiderare (o per non far nulla che fosse nelle nostre possibilità onde evitare) che si tratti di un brutto sogno, di un incubo e per non cercare (illusoriamente? E chissenefrega?) di viverla come un bel sogno (reale in quanto tale: di più e di meglio non potremmo prendere nell' ipotesi considerata, che la vita sia sogno).

Ipazia

La bellezza di un umano, così come la bontà di un cibo, non è illusoria ma è all'interno di un ambito semantico consolidato al livello di astrazione mentale in cui i concetti di bellezza (estetica) e bontà (culinaria) hanno senso. Un senso che si tramanda dalla notte dei tempi che ci trasmette pressochè immutata la sensazione di bellezza del busto di Nefertiti o di una statua di Fidia o Prassitele. In tale catena di senso, cui rispondiamo anche a livello di sensazioni fisiche, si sente, tornando alla discussione, profumo d'immortalità.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele75

Cosa ottieni dai desideri? Nulla, poiché dimentichi il tuo Sé. Vi sono milioni di bolle e una di quelle è il tuo sé individuale: rompi la bolla e torna alla tua vera natura. La vera comprensione rompe la bolla.[/size]
[/color]Se vai alla sorgente del fiume troverai forse un fiume? Troverai ghiaccio o neve. Se vai alla sorgente di te stesso sparirai anche tu. C'è solo la sorgente.[/size]

giopap

#58
Citazione di: daniele75 il 15 Aprile 2020, 18:39:41 PM
Cosa ottieni dai desideri? Nulla, poiché dimentichi il tuo Sé. Vi sono milioni di bolle e una di quelle è il tuo sé individuale: rompi la bolla e torna alla tua vera natura. La vera comprensione rompe la bolla.[/size]
Se vai alla sorgente del fiume troverai forse un fiume? Troverai ghiaccio o neve. Se vai alla sorgente di te stesso sparirai anche tu. C'è solo la sorgente.




In questa successione di metafore non riseco a comprendere che cosa si voglia dire.

Non si potrebbe tradurre il discorso in termini un po' più letterali e inequivocabili?

Peraltro, per quel che personalmente mi riguarda, anche se il discorso che mi é oscuro non é ovviamente rivolto a me in particolare, mi sembra evidente di desiderare varie cose, anche se con moderazione, e non il nulla.
E di essere consapevole di me stessa, autocosciente.

daniele75

Citazione di: giopap il 15 Aprile 2020, 18:51:40 PM
Citazione di: daniele75 il 15 Aprile 2020, 18:39:41 PM
Cosa ottieni dai desideri? Nulla, poiché dimentichi il tuo Sé. Vi sono milioni di bolle e una di quelle è il tuo sé individuale: rompi la bolla e torna alla tua vera natura. La vera comprensione rompe la bolla.[/size]
Se vai alla sorgente del fiume troverai forse un fiume? Troverai ghiaccio o neve. Se vai alla sorgente di te stesso sparirai anche tu. C'è solo la sorgente.




In questa successione di metafore non riseco a comprendere che cosa si voglia dire.

Non si potrebbe tradurre il discorso in termini un po' più letterali e inequivocabili?


Sin quando l'ego ha il dominio e si sente separato dal tutto rimarrai una bolliccina, rompere l'involucro e e ritornar nell atmosfera e abbandonare l'ego. Tu sei la somma delle tue credenze, che poi tue non sono. Cercati nella tua mente, non ti troverai, sei solo la convinzione di esistere come separato dal tutto. Ogni tua azione in realtà è una reazione.

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