Immaginiamoci ai tempi di Gesù...

Aperto da Lady Joan Marie, 02 Gennaio 2020, 20:45:32 PM

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Lady Joan Marie

Ciao a tutti! Propongo questa discussione per immaginarci ai tempi di Gesù, cosa saremmo stati? E come avremmo vissuto ai suoi tempi? Raccontiamocelo in maniera letteraria...
;)  :-*  ;)
Mi chiamo Giovanna Maria del casato dei Iunii Iuvenalis Aquinatis, una nobile e facoltosa famiglia dei Romani. Sono molto fiera di essere una donna romana anche se vivo a casa dei miei genitori in una sontuosa villa dove i miei fiori preferiti sono le rose, e adoro leggere e scrivere poesie. Mio padre mi ha dato un nome straniero perchè dice che la Palestina è una terra meravigliosa, ed io che sono molto curiosa un giorno dissi ai miei genitori di poter trascorrere del tempo in quella zona del mondo di cui i padroni sono i Romani e quindi non mi preoccupo. Loro mi hanno dato il loro assenso ma a condizione che mi portassi insieme Caio il mio schiavo più bello, e Graziana la mia vecchia nutrice che mi conosce da quando ero neonata. E così sono andata in Palestina più precisamente a Gerusalemme, nella casa della mia famiglia e mentre Caio e Graziana sistemavano tutto io mi sono avventurata in quella città che ho trovato subito interessante, soprattutto il sontuoso tempio che mi ricorda vagamente quello dei dei romani solo che questo è molto più semplice a vedersi. Sono sempre stata curiosa riguardo alla religione: da me si adorano dei di qualunque genere e che hanno delle mansioni ben precise, qui invece si onora un solo Dio che è l'Unico vero Dio che esista sulla terra, e siccome sono curiosa sono entrata dentro e lì vi era un giovane Maestro che insegnava che l'Amore di Dio che Lui chiamava: "Padre" è per tutti e che anche quando noi manchiamo in qualcosa Lui ci perdona sempre. Ne sono rimasta subito affascinata, ed ho deciso che da quel momento in poi l'avrei seguito sempre, perchè il concetto di un solo Dio che ci ama mi ha toccato il cuore...
Sono tornata a casa, ed ho visto che Graziana mi aspettava, aveva sistemato la casa per il meglio ed io gli ho raccontato del giovane Maestro che insegnava l'Amore che Dio ha per gli uomini. Lei essendo una romana non ci ha capito molto di quello che ho detto ma mi ha fatto capire che se la cosa mi faceva piacere potevo seguire la mia strada. Ad un certo punto ho chiesto dov'era Caio, e Graziana mi ha detto che era uscito per delle commissioni, devo dire che questa cosa mi è sembrata un pò strana. Il giorno dopo sono uscita per vedere di nuovo quel giovane Maestro, ma non c'era e quando ho chiesto informazioni di Lui, mi dissero che questo era il giorno degli azzimi e che quindi avrebbe festeggiato questo giorno con i suoi discepoli ma nessuno sapeva dov'era. Chissà... Forse mi hanno detto questo perchè sono una romana, e anche se non ne capisco il motivo da queste parti i Romani non sono ben voluti. Tornata a casa ho visto che Graziana c'era ma Caio era ancora sparito, mi chiedevo dove fosse sarà un altro dei misteri che dovrò scoprire... Il giorno dopo, sono entrata di nuovo nel tempio ma non c'era l'atmosfera di pace e devozione della prima volta, c'era il giovane Maestro che veniva giudicato dal Sinedrio, una specie di tribunale religioso che lo accusava di bestemmiare dicendo di essere il Figlio di Dio, e quando Lui lo ha confermato lo hanno condannato a morte e per far eseguire la sentenza l'hanno portato da Ponzio Pilato, che io conosco da quando ero piccola e so che non è propriamente un uomo di polso. Ho faticato non poco per raggiungere il Pretorio ma quando Pilato finalmente mi ha ricevuto, gli ho detto di non far condannare a morte quel giovane Maestro perchè con le Sue Parole toccava il cuore della povera gente, e persino me che sono una romana. Pilato mi disse che non dipendeva da lui e mentre parlavamo ecco venire il giovane Maestro verso di me. Era in uno stato pietoso, aveva il corpo coperto di piaghe e una corona di spine sulla testa...
A quella vista sono svenuta davanti a Lui e mentre ero a terra cercò di accarezzarmi ma Pilato glielo impedì, dicendo che aveva osato sconvolgere me, la donna più bella e affascinante del glorioso Impero Romano. Una goccia del Suo pianto mi accarezzò il viso, e dopo Pilato ordinò ad uno dei suoi soldati di prendermi e portarmi a casa, e quando il soldato mi portò nella mia dimora c'era Caio che vedendomi svenuta mi prese fra le sue braccia e mi portò subito a letto e chiese a Graziana di prendersi cura di me. Ero in uno stato di choc totale, dove può arrivare la cattiveria della gente per volere la morte di un Maestro che insegna l'amore? Di questo rimuginavo ad occhi chiusi per tre giorni mentre Caio non mi ha abbandonato mai dopo quello svenimento, mentre Graziana si occupava della casa. Ad un certo punto ho sentito le porte della mia veranda sbattere e sentivo Caio dire: "sei Risorto?" A queste parole mi sono svegliata ed ho chiesto a Caio cosa stesse succedendo, ma prima di avere una risposta ho visto con i miei occhi il giovane Maestro che mi guardava dolcemente. Io mi ritrassi sull'altro lato del letto dove c'era Caio che mi sosteneva fra le sue braccia, e il giovane Maestro mi disse che mi ringraziava per aver cercato di salvarLo dalla condanna della crocefissione, ma Lui mi spiegò dolcemente che questo era il Suo destino e nessuno poteva fare niente. Poi cercò di prendermi la mano e vidi le Sue con i segni dei chiodi, ed io tremante e titubante mi feci prendere per mano da Lui e mentre Gli diedi la mia mano mi disse di seguire sempre il mio cuore e di stare sempre pronta ad amare, e a questa Visione mi lasciò la mano ringraziandomi ancora, e svanì. Allora Caio mi disse che lui il giovane Maestro lo conosceva bene, perchè quando era piccolo suo padre era uno dei Re che gli portò in regalo come dono: l'oro, segno della regalità e che quando tornò alla sua terra raccontò a Caio del piccolo re Bambino che quando sarebbe diventato grande sarebbe stato il Re più importante della terra. Allora io compresi che Caio era in realtà il figlio di un re, ma mi chiesi perchè faceva lo schiavo in una famiglia romana, e lui rispose che era per lo stesso motivo per cui io ero venuta in Palestina, per studiare gli usi e costumi dei romani ma anche per un altro motivo: mi amava ed è per questa ragione che si assentava ogni volta che uscivo perchè in incognito voleva proteggermi e che sarebbe stato il mio schiavo d'amore per sempre anche se io non lo corrispondevo. Io ero un pò confusa da tutte queste rivelazioni, e dissi a Caio che ci avrei pensato, ma intanto volevo tornare con lui a Roma, a casa mia, perchè anche se non lo volevo ammettere anche io lo amavo e il giovane Maestro aveva ragione: bisogna sempre seguire il cuore ed essere sempre pronta all'amore.

Sariputra

#1
Chi non desidererebbe farsi financo schiavo pur di restare appresso alle sottane di una giovane nobildonna romana? Tanto più se questa giovane è notoriamente la più bella ed affascinante donna dell'Impero? E' questo il mio triste destino. Amare senza essere riamato. Farsi in quattro per servire la mia padrona e in cambio ricevere robuste nerbate e scudisciate. Pensate che l'ho pure seguita in quello scatolone di sabbia che è la Palestina, dove anche mio padre perse la bussola e ritrovò la strada solo seguendo il lampo di una cometa nel cielo. Mio padre, nobile ed erudito studioso persiano, era diretto in Egitto insieme ad altri due suoi amici, invitato dal Faraone per risolvere l'enigma delle Piramidi, quando incontrò una processione di pastori che, accompagnati dalle loro greggi si dirigevano verso una non ben precisata grotta, o stalla, dove , ritengo a cagione delle abbondanti libagioni, era loro apparso un essere angelico che li invitava a onorare e riverire un bimbo appena nato e ivi residente. Mio padre mi raccontò che,incuriositi, si erano fatti largo a frustate tra i pecorai per giungere alfine davanti alla grotta, adornata da varie luminarie e, prostrati dal lungo cammino si erano decisi di offrire dell'incenso per profumare l'ambiente , dell'oro, che era la cosa di minor valore che portavano seco, e della birra per il papà del bimbo, uomo piuttosto anziano e malridotto. La traduzione dei testi antichi fece poi confusione tra birra e mirra...sapete com'è...
Tornando a me, dovetti seguire la mia amata, nonostante le mie vibranti proteste, espresse al di lei padre, in quelle terre violente che, già allora, pullulavano di fanatici terroristi. Tra Esseni, Nazareni e Barabbini, c'era solo l'imbarazzo della scelta da chi farsi sgozzare. Venne con noi anche quell'arpìa della sua nutrice, della quale ero purtroppo costretto ad essere lo schiavo sessuale, naturalmente dovendo poi nascondere il tutto alla mia amata padrona, donna gelosa seppur così indifferente ai palpiti del mio povero cuore...Spesso le donne belle e affascinanti non ti vogliono per sé ...ma manco per le altre!!...Ahimè!..
Prima della partenza il di lei padre mi raccomandò di proteggerla in quelle terre perigliose, conoscendo la mia provenienza da quei luoghi inospitali e la mia scaltrezza nel  risolvere nel migliore dei modi le più ingarbugliate situazioni in cui la figlia, come purtroppo ben sapeva, si sarebbe, senza por alcuna riflessione innanzi, sicuramente gittata...
E infatti...neppure due ore dopo il nostro arrivo a Gerusalemme, la Giovanna Maria Iunii Iuvenalis Aquinatis, si era proditoriamente infilata nel tempio di Salomone per ascoltare un giovane rabbi, senza manco sapere che le donne non potevano accedere al tempio se non nell'androne dove deporre le offerte. Fu l'inizio dell'insurrezione...Mentre le guardie romane tentavano di difenderla dagli inferociti rabbini, lei si gittò come un'invasata al collo  di quell'uomo, di quel nazareno, come lo chiamavano, bramosa di baci e carezze che quel sant'uomo, poveraccio, dopo ripetuti e inutili schiaffi sulle mani, fu costretto a chiamare in soccorso i nerboruti discepoli che l'accompagnavano...
Naturalmente la nobildonna si guarda bene dal raccontare questa vicenda occorsale, in tutti i particolari, preferendo ammantarla di un non ben precisato alone mistico; ma so ben io come dovetti intervenire , e pagare  profumatamente, per ammansire e infine sedare quegli ebrei, giustificando il tutto con l'evidente pazzia che affligeva da tempo la giovane...
Per calmare l'indemoniata figlia di cotanta nobiltà fui poi costretto a tramortirla con un colpetto ben assestato e riportarla in spalla fino al nostro alloggio, che il procuratore Pilato ci aveva  destinato in un'ala della fortezza.
Giovanna Maria Iunii Iuvenalis Aquinatis era dotata di un temperamento da sognatrice così sviluppato che, per giorni, mi fracassò i timpani raccontandomi di una visita notturna del nazareno stesso, materializzatosi, a sentir lei, nella sua camera, per carezzarla e amarla....
Questo è il racconto di quei giorni e di questi devo dare testimonianza verace e completa.

In fede

Abdel al-din Al-arabiya-al-Moussad el Khalem ibn al-Bal-das-sar...chiamato da questi invasori romani volgarmente e  tristemente "Caio"...


Scusami Giovanna Maria Iunii Iuvenalis Aquinatis ma la verità preme con tale forza sulle mie labbra serrate che non posso più trattenerla... :(

;)  ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Lady Joan Marie

Non so se offendermi o sentirmi lusingata...
Ma hai avuto fantasia, e ti ringrazio per questo. :-[

Sariputra

Citazione di: Lady Joan Marie il 03 Gennaio 2020, 14:10:04 PMNon so se offendermi o sentirmi lusingata... Ma hai avuto fantasia, e ti ringrazio per questo. :-[

Sono io che devo ringraziare te perché il tuo breve racconto mi ha fatto tornare la voglia di scrivere qualcosa, dopo diversi giorni di apatia e disinteresse... :)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

"Aaron Ben Kabilii, schochet della terza strada dietro al mercato di Yerushalaim, viene scortato dal sostituto procuratore per deporre riguardo strani avvenimenti accaduti durante il Pesach svoltosi lo scorso Nisan, in particolare nei giorni di Shishi e Shabbat"

Shishi è stato un giorno di macellazione, ho tagliato la gola a centinaia di agnelli per la festa. Devo dire, non ci sono più i Pesach di una volta, i giovani non si interessano più del significato originario, indugiano in mangerie e festeggiamenti a tal punto che alcuni rubano gli agnelli ove la mia lama ha esitato. Io li avviso che si tratta di agnelli impuri, ma questi se ne fregano e cercano di farli passare nella confusione della festa. Ma se cercate dei nomi per il Sinedrio, vi assicuro non li so! Li rubano dal retro! Nella confusione della giornata nulla avevo saputo della punizione che il reggente volle tenere, ero chiuso nel mio negozio, e solo il giorno successivo ne sono venuto a conoscienza tramite un mio amico, Yosef ben Kabal. L'ho incontrato per la strada mentre stavo conversando e mi ha subito messo nelle mani un otre pieno. Pieno di cosa? Successivamente scoprii di sangue, ma non solo, al suo interno erano nascosti anche dei gioielli, ma non cose di Yerushalaim, la loro fattura era decisamente esotica e sconosciuta a me. Me li porse dicendomi solo il nome di una familia "Aquinatis" di cui non conoscevo e ancora non conosco. Come dite? Non sapevo chi fossero, ne in quel momento che vi fosse nell'otre, ma fui comandato da Yosef, a cui certamente devo più di un favore, di portarli ad un tale .. Abdel al-din o qualcosa del genere, nome molto lungo, per gli amici "Caio". Egli una volta ricevuto l'otre lo vuotò sul tavolo, e vidi finalmente i gioielli, e vi devo dire, seppur sospettai che vi fosse dietro un fatto di sangue, ero piuttosto sollevato del fatto che Yosef non si fosse messo a bere il sangue degli animali. Per quello certamente lo avrebbero punito!
Yosef era molto adirato nei giorni precedenti il Pesach, perchè il suo miglior amico Bar-abbà Ben Kadal era stato catturato, insieme ad i suoi complici e a quel predicatore che gironzolava da Shevat, ed erano stati messi a morte..sò che pianificavano una razzia nella dimora di agiati romani, ma furono colti in fragrante. Che Yosef, scampata la cattura, abbia terminato la razzia da solo? Io questo non so, non l'ho nemmeno più visto, forse è tornato con Bar-abbà, visto che è stato rilasciato. Io? No, non ho urlato il nome di Bar-abbà, ve l'ho detto quel giorno lavoravo, ma mia moglie e i miei figli l'hanno certamente fatto. Adoravano Bar-abbà, le sue storie, i suoi regali, i suoi modi..Ah ma se fossi stato li avrei urlato certamente con loro, tanto da non aver voce in gola. Come dite? No, non penso che il predicatore fosse con loro durante la razzia, anche se di lui non sò granchè. Se dovessi informarmi su tutti quelli che dicono di essere il Messiah farei lo scriba o il procuratore, non certo il schochet! Ho saputo di lui da Yosef ben Kabal, mentre questo imprecava contro l'accaduto a Bar-abbà, era convinto che la folla avrebbe salvato il predicatore anzichè il fidato amico, e imprecava contro Roma e il Sinedrio. L'ho rassicurato, gli ho detto "Bar-abbà si salverà, stai pur certo!" sapevo che gli zeloti sarebbero intervenuti, non era certo la prima volta! Ma poi perchè non chiedete a Massuff il cammelliere? Egli dice da sempre che quel predicatore è il figlio illegittimo del legionario Panthera, è roba vostra, ne saprete! Di cosa vorreste accusarmi? Di averlo fatto a pezzettini e nascosto? Solo perchè sono bravo con i coltelli? Allora chiedete al barcarolo se l'ha imbarcato, al falegname se l'ha segato, al costruttore se l'ha murato. Io non c'entro nulla! Che sia sparito o meno, per me sempre un impostore rimane, non di grande fattura si intende! L'ho visto varie volte nelle strade con il suo misero seguito, sapevo sarebbe stato impalato e ne sono rimasto ben alla larga. Folli quei quattro pezzenti che davano peso alle sue parole, ma tra quelli non v'ero io certamente! Folli siete stati, questo ve lo dico col cuore, ad uccidere Dismal. Non sapete proprio riconoscere i pezzi grossi dai fattorini, continuate a massacrare i secondi e a tenere vivi i primi, di questo passo persino il Sinedrio vi prenderà sotto gamba! E ora io, un altro innocente, nella morsa delle vostre parole taglienti. Tutto per cosa? Per questo medaglione che mi avete trovato in casa? Si! E' un monile degli zeloti, ma non appartiene a me, come vedete impresso è il nome Yudah! L'ho trovato ai Getsemani qualche giorno dopo l'accaduto di cui mi interrogate, il corpo del poveraccio era stato buttato nella Gehenna, e il medaglione era probabilmente caduto nel trasporto. Folli voi romani! Quanti pali vorrete piantare prima di andarvene da questa terra? Siamo abituati agli invasori, ma mai truculenti come voi ne avevamo visto! La leggenda d'esser figli di una cagna ben vi si addice!

Il sostituto procuratore fece cenno di tacere, e preso un fazzoletto dal grembo si asciugò la fronte grondante di sudore, le parole del macellaio e l'afa si erano mescolati in un unica densa nube di confusione. Ma di una cosa era certo, questo chiaccherone cicciottello sicuramente troppo sapeva per essere estreneo ai fatti, qualcuno di là nelle prigioni, lo avrebbe certamente tradito in cambio della vita. Ordinò quindi che venisse incarcerato in attesa del ritorno di Pilato, e fece entrare il prossimo.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Lady Joan Marie

Citazione di: Lady Joan Marie il 02 Gennaio 2020, 20:45:32 PM
Ciao a tutti! Propongo questa discussione per immaginarci ai tempi di Gesù, cosa saremmo stati? E come avremmo vissuto ai suoi tempi? Raccontiamocelo in maniera letteraria...
;)  :-*  ;)
Mi chiamo Giovanna Maria del casato dei Iunii Iuvenalis Aquinatis, una nobile e facoltosa famiglia dei Romani. Sono molto fiera di essere una donna romana anche se vivo a casa dei miei genitori in una sontuosa villa dove i miei fiori preferiti sono le rose, e adoro leggere e scrivere poesie. Mio padre mi ha dato un nome straniero perchè dice che la Palestina è una terra meravigliosa, ed io che sono molto curiosa un giorno dissi ai miei genitori di poter trascorrere del tempo in quella zona del mondo di cui i padroni sono i Romani e quindi non mi preoccupo. Loro mi hanno dato il loro assenso ma a condizione che mi portassi insieme Caio il mio schiavo più bello, e Graziana la mia vecchia nutrice che mi conosce da quando ero neonata. E così sono andata in Palestina più precisamente a Gerusalemme, nella casa della mia famiglia e mentre Caio e Graziana sistemavano tutto io mi sono avventurata in quella città che ho trovato subito interessante, soprattutto il sontuoso tempio che mi ricorda vagamente quello dei dei romani solo che questo è molto più semplice a vedersi. Sono sempre stata curiosa riguardo alla religione: da me si adorano dei di qualunque genere e che hanno delle mansioni ben precise, qui invece si onora un solo Dio che è l'Unico vero Dio che esista sulla terra, e siccome sono curiosa sono entrata dentro e lì vi era un giovane Maestro che insegnava che l'Amore di Dio che Lui chiamava: "Padre" è per tutti e che anche quando noi manchiamo in qualcosa Lui ci perdona sempre. Ne sono rimasta subito affascinata, ed ho deciso che da quel momento in poi l'avrei seguito sempre, perchè il concetto di un solo Dio che ci ama mi ha toccato il cuore...
Sono tornata a casa, ed ho visto che Graziana mi aspettava, aveva sistemato la casa per il meglio ed io gli ho raccontato del giovane Maestro che insegnava l'Amore che Dio ha per gli uomini. Lei essendo una romana non ci ha capito molto di quello che ho detto ma mi ha fatto capire che se la cosa mi faceva piacere potevo seguire la mia strada. Ad un certo punto ho chiesto dov'era Caio, e Graziana mi ha detto che era uscito per delle commissioni, devo dire che questa cosa mi è sembrata un pò strana. Il giorno dopo sono uscita per vedere di nuovo quel giovane Maestro, ma non c'era e quando ho chiesto informazioni di Lui, mi dissero che questo era il giorno degli azzimi e che quindi avrebbe festeggiato questo giorno con i suoi discepoli ma nessuno sapeva dov'era. Chissà... Forse mi hanno detto questo perchè sono una romana, e anche se non ne capisco il motivo da queste parti i Romani non sono ben voluti. Tornata a casa ho visto che Graziana c'era ma Caio era ancora sparito, mi chiedevo dove fosse sarà un altro dei misteri che dovrò scoprire... Il giorno dopo, sono entrata di nuovo nel tempio ma non c'era l'atmosfera di pace e devozione della prima volta, c'era il giovane Maestro che veniva giudicato dal Sinedrio, una specie di tribunale religioso che lo accusava di bestemmiare dicendo di essere il Figlio di Dio, e quando Lui lo ha confermato lo hanno condannato a morte e per far eseguire la sentenza l'hanno portato da Ponzio Pilato, che io conosco da quando ero piccola e so che non è propriamente un uomo di polso. Ho faticato non poco per raggiungere il Pretorio ma quando Pilato finalmente mi ha ricevuto, gli ho detto di non far condannare a morte quel giovane Maestro perchè con le Sue Parole toccava il cuore della povera gente, e persino me che sono una romana. Pilato mi disse che non dipendeva da lui e mentre parlavamo ecco venire il giovane Maestro verso di me. Era in uno stato pietoso, aveva il corpo coperto di piaghe e una corona di spine sulla testa...
A quella vista sono svenuta davanti a Lui e mentre ero a terra cercò di accarezzarmi ma Pilato glielo impedì, dicendo che aveva osato sconvolgere me, la donna più bella e affascinante del glorioso Impero Romano. Una goccia del Suo pianto mi accarezzò il viso, e dopo Pilato ordinò ad uno dei suoi soldati di prendermi e portarmi a casa, e quando il soldato mi portò nella mia dimora c'era Caio che vedendomi svenuta mi prese fra le sue braccia e mi portò subito a letto e chiese a Graziana di prendersi cura di me. Ero in uno stato di choc totale, dove può arrivare la cattiveria della gente per volere la morte di un Maestro che insegna l'amore? Di questo rimuginavo ad occhi chiusi per tre giorni mentre Caio non mi ha abbandonato mai dopo quello svenimento, mentre Graziana si occupava della casa. Ad un certo punto ho sentito le porte della mia veranda sbattere e sentivo che qualcuno mi baciava sulla fronte poi sentii Caio dire: "sei Risorto?" A queste parole mi sono svegliata ed ho chiesto a Caio cosa stesse succedendo, ma prima di avere una risposta ho visto con i miei occhi il giovane Maestro che mi guardava dolcemente. Io mi ritrassi sull'altro lato del letto dove c'era Caio che mi sosteneva fra le sue braccia, e il giovane Maestro mi disse che mi ringraziava per aver cercato di salvarLo dalla condanna della crocefissione, ma Lui mi spiegò dolcemente che questo era il Suo destino e nessuno poteva fare niente. Poi cercò di prendermi la mano e vidi le Sue con i segni dei chiodi, ed io tremante e titubante mi feci prendere per mano da Lui e mentre Gli diedi la mia mano mi disse di seguire sempre il mio cuore e di stare sempre pronta ad amare, e a questa Visione mi lasciò la mano ringraziandomi ancora, e svanì. Allora Caio mi disse che lui il giovane Maestro lo conosceva bene, perchè quando era piccolo suo padre era uno dei Re che gli portò in regalo come dono: l'oro, segno della regalità e che quando tornò alla sua terra raccontò a Caio del piccolo re Bambino che quando sarebbe diventato grande sarebbe stato il Re più importante della terra. Allora io compresi che Caio era in realtà il figlio di un re, ma mi chiesi perchè faceva lo schiavo in una famiglia romana, e lui rispose che era per lo stesso motivo per cui io ero venuta in Palestina, per studiare gli usi e costumi dei romani ma anche per un altro motivo: mi amava ed è per questa ragione che si assentava ogni volta che uscivo perchè in incognito voleva proteggermi e che sarebbe stato il mio schiavo d'amore per sempre anche se io non lo corrispondevo. Io ero un pò confusa da tutte queste rivelazioni, e dissi a Caio che ci avrei pensato, ma intanto volevo tornare con lui a Roma, a casa mia, perchè anche se non lo volevo ammettere anche io lo amavo e il giovane Maestro aveva ragione: bisogna sempre seguire il cuore ed essere sempre pronta all'amore.

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