Il valore del dubbio nella fede

Aperto da Dante il Pedante, 26 Ottobre 2020, 09:03:01 AM

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viator

Salve bobmax. Mi sei oscuro (come spesso mi capita di trovarti). Inserisco qualche breve nota grassettando all'interno del tuo testo :


Citazione di: bobmax il 29 Novembre 2020, 15:52:39 PMCiao Viator,
quindi ciò che conta per te è impossibile a realizzarsi. (Le impossibilità non sono soggette a (possibili) dimostrazioni).

Perché per non provocare ad altri alcun genere di sofferenza dovresti non esistere. E il godimento può avvenire solo esistendo.

Non mi permetto certo di ipotizzare cosa ti faccia godere.
Tuttavia il godere stesso in quanto tale non definisce cosa conti davvero (sei anche sempre troppo laconico - qui non si capisce  se intendi chiederti COSA IO CONTI DAVVERO oppure COSA CONTI DAVVERO IL GODERE).
È diciamo così una precondizione.

Che se lasciata aperta, finisce per rivolgersi al mondo, a quella parte di mondo che può appunto far godere.

Di modo che interpreto la tua risposta come un no (Non mi è chiaro il quesito al quale io avrei risposto negativamente).
Saluti sinceri.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

Ciao Viator

Ciò che è contraddittorio è impossibile logicamente. Quindi impossibile tout-court.

Se esisti non puoi non provocare ad altri alcun genere di sofferenza, perché l'esistenza è per sua natura causa di sofferenza ad altri.
Dovresti allora non esistere.
Ma il godere necessita l'esistenza...

Il godere di per se stesso non è sufficiente per poterlo definire come ciò che conta davvero.
Perché il godere necessita di qualcosa di cui si goda.

Almeno che tu intenda invece la beatitudine, che prescinde da qualsiasi cosa...

Se però così non è, ed è questa la mia interpretazione del tuo dire, allora ciò che conta non è il godere in sé, ma ciò che permette questo tuo godere.

Interpreto la tua risposta come un no, perché affermando un generico "godere" fai implicitamente riferimento alle cose del mondo che possono appunto farti godere.
Di modo che, sei ancorato all'esserci.

E' l'esserci, con le sue possibilità, a permetterti di godere.
Ed è proprio questa condizione, intesa come ciò che conta davvero, a farmi intuire che non vi è niente che sia tale da oscurare davvero tutto il resto.

Almeno questo è ciò che ho inteso.
Se invece vi è qualcosa che per te vale più di qualsiasi altra cosa, e che non sia il mero generico godere, allora avrei inteso male.

E' il tesoro nel campo, o la perla, tanto per fare degli esempi evangelici.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Jacopus

CitazioneCiò che è contraddittorio è impossibile logicamente. Quindi impossibile tout-court.
Nelle scienze è possibile che sia così, ma nella pragmatica umana, nella storia e nell'arte, solo ciò che è "anche" contraddittorio, ci rende umani, compassionevoli, in grado di capire, almeno per un momento, che possiamo sospendere il giudizio e osservare il dubbio per poter riscoprire la parte dell'altro che non è inferno.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve bobmax. proseguendo :


Citazione di: bobmax il 29 Novembre 2020, 18:20:05 PMCiao Viator

Ciò che è contraddittorio è impossibile logicamente. Quindi impossibile tout-court (mi sono espresso male. Avrei dovuto dire "Le impossibilità non sono soggette ad eventuali dimostrazioni").

Se esisti non puoi non provocare ad altri alcun genere di sofferenza, perché l'esistenza è per sua natura causa di sofferenza ad altri.
Dovresti allora non esistere.
Ma il godere necessita l'esistenza... (certo, ma la sofferenza generata ad altri dal mio esistere è completamente indipendente in sè dal fatto che io viva godendo senza nuocere oppure che io viva soffrendo senza nuocere).

Il godere di per se stesso non è sufficiente per poterlo definire come ciò che conta davvero.
Perché il godere necessita di qualcosa di cui si goda.(il qualcosa di cui godere è ente in sè separabile dall'atto del godere, quindi ciò che potrebbe contare davvero potrebbe - in via separatissima - risultare sia nella cosa che nel goderne).

Almeno che tu intenda invece la beatitudine, che prescinde da qualsiasi cosa... (la beatitudine è uno dei valori dei quali è possibile - ma non certo - che io stia godendo o intenda godere).

Se però così non è, ed è questa la mia interpretazione del tuo dire, allora ciò che conta non è il godere in sé, ma ciò che permette questo tuo godere.(stai ripetendo quanto da te già asserito - e da me controbattuto - due periodi sopra il presente).

Interpreto la tua risposta come un no, perché affermando un generico "godere" fai implicitamente riferimento alle cose del mondo che possono appunto farti godere.(tutte le cose sono del mondo, il quale per me consiste nell'insieme di ciò che è, e non solo nella sola fisicità, quindi cade la tua implicazione rivolta solo ad una specifica parte del mondo stesso come da me concepito).
Di modo che, sei ancorato all'esserci.

E' l'esserci, con le sue possibilità, a permetterti di godere.
Ed è proprio questa condizione, intesa come ciò che conta davvero, a farmi intuire che non vi è niente che sia tale da oscurare davvero tutto il resto. (quello che tu (ed altri, all'interno della filosofia classica) chiamano esserci, per me si chiama "insistenza del sè").

Almeno questo è ciò che ho inteso.
Se invece vi è qualcosa che per te vale più di qualsiasi altra cosa, e che non sia il mero generico godere, allora avrei inteso male. (hai capito invece benissimo il mio pensiero).

E' il tesoro nel campo, o la perla, tanto per fare degli esempi evangelici.(non sono interessato a paragoni fideistici).

Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

Citazione di: Jacopus il 29 Novembre 2020, 18:51:00 PM
CitazioneCiò che è contraddittorio è impossibile logicamente. Quindi impossibile tout-court.
Nelle scienze è possibile che sia così, ma nella pragmatica umana, nella storia e nell'arte, solo ciò che è "anche" contraddittorio, ci rende umani, compassionevoli, in grado di capire, almeno per un momento, che possiamo sospendere il giudizio e osservare il dubbio per poter riscoprire la parte dell'altro che non è inferno.

Non penso che in questo caso si tratti di effettiva contraddizione.

Ma della necessità di accettare ciò che appare contraddittorio perché incapaci di risolverlo.

Di dover accettare perciò di convivere con il dubbio.
Ma non perché la realtà sia intrinsecamente contraddittoria.
Soltanto perché così ora appare tale.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Ciao Viator

Non importa se il tuo godimento di per sé non nuoce a nessuno.
Perché questa considerazione la puoi fare solo non sapendo che nel frattempo, tu, proprio tu, stai nuocendo a qualcuno. Per il solo fatto di esistere.

Cioè non si può distinguere il proprio godimento da se stessi. O meglio, da ciò che si ritiene di essere...

Il sapere ti condanna all'impossibilità di godere davvero. Se davvero non vuoi nuocere a nessuno nel tuo godimento.

Il qualcosa di cui si gode non è separabile dall'atto del godere. E' un tutt'uno.
Anche se si trattasse di un'immaginazione o di un ricordo. E' quello ciò per cui si gode. Se non c'è, non si gode.

La fisicità è solo uno degli ambiti delle possibilità del godere. Ma qualunque sia l'ambito è sempre brama di esserci.
E la brama di esserci è il Nulla assoluto.

Non si può godere della beatitudine.
Perché o si è beatitudine o non la si è.

Gli esempi evangelici non sono paragoni fideistici. Perché qui non c'entra nulla la fede.
Ma solo la considerazione su ciò che vale sopra ogni cosa.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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