Il Miracolo e l'infrazione delle Leggi di Natura.

Aperto da Ercole, 22 Luglio 2018, 10:26:11 AM

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Kobayashi

Cit. Sariputra: "I racconti miracolosi occupano uno spazio molto rilevante nei testi evangelici. Tanto nei vangeli sinottici, quanto in quello di Giovanni. Formano  un corpo compatto insieme con la predicazione di Gesù, e intendono manifestare l'irruzione nella realtà del mondo del Regno di Dio".

Non sono così convinto che i racconti miracolosi occupino un ruolo tanto importante.
Alcuni studiosi (per esempio J. Jeremias) ritengono che tale materiale, se sottoposto a studi critici approfonditi, finisce per essere ridotto di molto (ci sono ripetizioni etc.).
E poi ci sono racconti la cui forma spinge così tanto all'interpretazione simbolica (per esempio le nozze di Cana) che viene da chiedersi se non sia il caso di saltare semplicemente il piano di ciò che sarebbe accaduto per passare subito al suo significato in quanto simbolo o segno.

Sì, il vero miracolo è la conversione. Anzi, io direi che il vero dono, la vera grazia, è sentire la presenza di Dio, il suo "effetto".
Non si può che partire da un'esperienza del genere per la propria conversione. Perché il rischio è quello di confondere ciò che si vive anche se confusamente con ciò che invece si desidera soltanto (il giovane ricco è costretto a non accogliere l'invito di Gesù non perché sia troppo attaccato al suo denaro, ma perché non hai mai sentito veramente qualcosa di più profondo della Legge e quindi non c'è ragione per lui di iniziare una grande avventura spirituale; e se ne va triste perché è consapevole del suo destino, ovvero di poter solo sfiorare un entusiasmo che la sua prosperità o la sua onestà non riusciranno mai a generare).

InVerno

#31
Nel Vangelo non sono riportati miracoli.. Seriamente, non sta scritto da nessuna parte, perchè il vangelo non è un resoconto storico dei fatti, ne un resoconto medico-scientifico di eventuali guarigioni. Per il semplice motivo che a quel tempo non esistevano storici, ne scienziati, e non si scriveva ne con intento
storico ne scientifico. Se non si comprendono le diversità di obbiettivi e forme tra un mitografo e un biografo non si va molto distanti coi testi antichi in generale.
Il fondamentalismo - anche detto "letteralismo" - è un movimento estremamente recente nel mondo cattolico (massimo due secoli) dove si pretende di leggere la bibbia attraverso il significato letterale. Applicato al caso dei miracoli c'è una perdita notevole di significato allegorico-metaforico in favore di cosa precisamente? Una "prova" della soprannaturalità degli eventi\personaggi descritti? Una prova che non convince nessuno se non se stessi. Le conversioni religiose non avvengono sulla base (fortunatamente) del "guaritore più bravo". Lo stesso miracolo centrale del cattolicesimo, la resurrezione di Cristo, non ha senso da un punto di vista storico ed è inconsistente con ciò che conosciamo della pratica romana della crocifissione e denuncia chiaramente che l'evento non è il resoconto di testimoni diretti. I romani non avrebbero mai tolto Gesù dalla croce per dargli sepoltura, perchè la parte fondamentale e centrale di questa tortura era l'esposizione del corpo, il vilipendio simbolico che mostrava a tutti il "reietto". Il punto focale della crocifissione non era certamente quello di trovare un modo molto doloroso di uccidere un uomo, ma quello di creare un icona che fosse da monito a tutti i residenti che volessero seguire il suo esempio, la crocifissione aveva perciò una macabra "funzione educativa". Ne consegue che i corpi venivano lasciati a marcire sulla croce e venivano raccolte le ossa solamente una volta che il corpo era decomposto, e chiunque avesse provato a tirare giù Cristo dalla croce prima di questo sarebbe stato arrestato dai romani per aver interrotto la crocifissione, cosi come oggi ci comporteremmo con uno squilibrato che desse una coltellata ad un quadro.
Questo ovviamente non toglie niente a tutti gli altri livelli di lettura del testo, ma mette all'angolo solamente chi si intestardisce nel leggere i vangeli come una sorta di report giornalistico antelitteram composto da un equipe di attenti osservatori diretti.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Kobayashi

Secondo Pietro Pomponazzi, grande aristotelico del Rinascimento, il miracolo in realtà non va visto come qualcosa di estraneo all'ordine naturale, ma come un fatto raro la cui causa diretta non è Dio, ma le realtà intermedie tra Dio e la natura. L'energia che produce il miracolo in ultimo, naturalmente, viene da Dio, ma essa deve passare attraverso livelli intermedi.
Quindi Dio non interviene direttamente con un'azione volontaria, ma la sua potenza è come se scendesse dall'alto quasi per inerzia prendendo dimora in luoghi o uomini specifici.

Interessante poi è l'osservazione di Pomponazzi riguardo ai periodi in cui il numero dei prodigi si fa sempre più esiguo: è, secondo lui, il segno della morte di quella particolare religione.

Resta da capire se sono le fasi di rinnovamento religioso a causare i miracoli, facilitando in qualche modo l'energia che viene da Dio nel suo attraversamento dei gradi dell'essere e nel suo prendere dimora in persone illuminate, o al contrario se sia invece un'improvvisa piena di energia divina a produrre i fenomeni di rinnovamento religioso.

simo

Il miracolo non infange la Natura ed è compiuto scientificamente.
Viene visto come miracolo da chi non ha la mente per comprenderlo, come un bimbo che vede un prestigiatore e scambia i suoi trucchi per magia.

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