Il Dio delle religioni non esiste

Aperto da terra, 11 Settembre 2016, 12:25:35 PM

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Duc in altum!

**  scritto da Sariputra:
CitazionePiù che la necessità di Dio, trovo ci sia una profonda necessità ( biologica?) di SENSO nell'essere umano.

Quella necessità di Dio è il bisogno di verità assoluta, ossia, d'incontrare il Vero senso del perché esistiamo. Ecco perché chi ricerca questa Verità, onestamente, francamente, lealmente, è alla scoperta di Dio (comunque decida di identificarlo).
Ci si può anche credere che sia biologica, ma sempre e solo per fede, infatti è intrisa nel genere umano come la necessità di respirare e mangiare, ma il senso dell'esistenza va oltre (conduce inevitabilmente a riflettere) la permanenza in questo magnifico pianeta, quindi la necessità del dover rispondere, in pensieri, parole, opere e omissioni, a quale sia il senso, non rientra nelle leggi che determinano l'alimentazione e l'ossigenazione.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

bluemax

Citazione di: Duc in altum! il 28 Settembre 2016, 11:04:22 AM
Quella necessità di Dio è il bisogno di verità assoluta, ossia, d'incontrare il Vero senso del perché esistiamo.
La tua osservazione me ne ha fatta nascere una nuova :) (causa ---> effetto)

Siamo sicuri che "esistiamo" ? O meglio... quella sensazione di "esistenza" puo' essere errata ? :)

(Il buddismo ad esempio basa il concetto di mente "ignorante" (notare le virgolette) sul fatto che la mente crea un sè, un ego, una entità illusoria pensando che l'osservatore esista in modo indipendente dal resto dell'universo mentre buddismo, scienza e filosofia sono abbastanza concordi nell'escluderlo. Da qui si puo' dedurre che l'ignoranza crea l'ego, l'ego che pensa di essere permanente ed intrinseco crea un Dio)

in aiuto alcuni video che durante il confronto tra buddismo e scienza sono stati proposti (le differenze tra la filosofia buddista e le neuroscienze sono minime)

https://www.youtube.com/watch?v=x80-ZKJpBHU   (concetto del sè)

https://www.youtube.com/watch?v=MA7z1keqLWg (non dualità)

https://www.youtube.com/watch?v=83weUO1vhgA (libero arbitrio)

ciao :)

Sariputra

Citazione di: Duc in altum! il 28 Settembre 2016, 11:04:22 AM** scritto da Sariputra:
CitazionePiù che la necessità di Dio, trovo ci sia una profonda necessità ( biologica?) di SENSO nell'essere umano.
Quella necessità di Dio è il bisogno di verità assoluta, ossia, d'incontrare il Vero senso del perché esistiamo. Ecco perché chi ricerca questa Verità, onestamente, francamente, lealmente, è alla scoperta di Dio (comunque decida di identificarlo). Ci si può anche credere che sia biologica, ma sempre e solo per fede, infatti è intrisa nel genere umano come la necessità di respirare e mangiare, ma il senso dell'esistenza va oltre (conduce inevitabilmente a riflettere) la permanenza in questo magnifico pianeta, quindi la necessità del dover rispondere, in pensieri, parole, opere e omissioni, a quale sia il senso, non rientra nelle leggi che determinano l'alimentazione e l'ossigenazione.

Non ho alcuna intenzione di ripercorrere nuovamente l'eterna discussione su fede/non fede e sul significato che ognuno di noi dà del termine. Nella ricerca di Senso è implicita una necessità di camminare, di scoprire da sè, perchè quel Senso deve avere un significato per me stesso ( esperienza soggettiva di cui parlavo...) e non semplicemente un conformarmi ai significati dati, o supposti trovati, da altri. Per sfamare la mia fame di senso devo masticare e digerire il cibo da solo. Non posso certo ridurmi a inghiottire il cibo già abbondantemente digerito da altri. Quindi prendere spunto, interessarsi, riflettere, meditare in modo creativo, personale, "anche" sulle riflessioni degli altri, ma non subordinare per principio il proprio sentire a quello degli altri. Siamo costretti a subire le imposizioni dell'autorità in molti campi del nostro vivere...perchè deve essere così anche nella nostra sfera "spirituale"? Nella parte più intima del nostro sentire la vita? Per timore di cadere nell'abuso che ne potrebbe fare il nostro ego? Questo è un pericolo oggettivo , ma accettando l'autorità di altri, in questo campo, rischiamo un pericolo altrettanto grosso, cioè quello di subordinare noi stessi all'ego degli altri. 
Se c'è in noi la consapevolezza che l'ego ci spinge verso scelte e decisioni negative, vedendo con obiettività questa spinta egoica nella nostra esistenza, già possiamo iniettare un antidoto al pericolo. Sempre però dobbiamo tener conto che, ogni esperienza umana possibile nel terreno di quella che viene definita "spiritualità", non può prescindere dal sentimento soggettivo. Pretenderne l'oggettività, valida per tutti, in tutti i luoghi e tutti i tempi, mi sembra veramente illusorio.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

bluemax

Citazione di: Sariputra il 28 Settembre 2016, 11:50:01 AMNon posso certo ridurmi a inghiottire il cibo già abbondantemente digerito da altri. Quindi prendere spunto, interessarsi, riflettere, meditare in modo creativo, personale, "anche" sulle riflessioni degli altri, ma non subordinare per principio il proprio sentire a quello degli altri. Siamo costretti a subire le imposizioni dell'autorità in molti campi del nostro vivere...perchè deve essere così anche nella nostra sfera "spirituale"? Nella parte più intima del nostro sentire la vita? Per timore di cadere nell'abuso che ne potrebbe fare il nostro ego? Questo è un pericolo oggettivo , ma accettando l'autorità di altri, in questo campo, rischiamo un pericolo altrettanto grosso, cioè quello di subordinare noi stessi all'ego degli altri.
Se c'è in noi la consapevolezza che l'ego ci spinge verso scelte e decisioni negative, vedendo con obiettività questa spinta egoica nella nostra esistenza, già possiamo iniettare un antidoto al pericolo. Sempre però dobbiamo tener conto che, ogni esperienza umana possibile nel terreno di quella che viene definita "spiritualità", non può prescindere dal sentimento soggettivo. Pretenderne l'oggettività, valida per tutti, in tutti i luoghi e tutti i tempi, mi sembra veramente illusorio.
BELLISSIMO ! °_°

Duc in altum!

**  scritto da Sariputra:
CitazionePretenderne l'oggettività, valida per tutti, in tutti i luoghi e tutti i tempi, mi sembra veramente illusorio.
La soggettiva esperienza spirituale non cambia ciò che in realtà è davvero la verità assoluta oggettiva (qualunque dovesse rivelarsi essere). Quindi è consequenziale che ogni esperienza che non è consone e conforme alla verità assoluta oggettiva è una verità relativa e illusoria.
Non ci resta che scommettere, esperienza dopo esperienza.

CitazioneSempre però dobbiamo tener conto che, ogni esperienza umana possibile nel terreno di quella che viene definita "spiritualità", non può prescindere dal sentimento soggettivo.
Concordo: l'unità nella diversità
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

**  scritto da bluemax:
CitazioneSiamo sicuri che "esistiamo" ? O meglio... quella sensazione di "esistenza" puo' essere errata ?
Per me, nella mia fede, quindi illogica, io sì che esisto, e da 8 anni anche meravigliosamente.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Phil

Citazione di: Sariputra il 28 Settembre 2016, 11:50:01 AM
Non ho alcuna intenzione di ripercorrere nuovamente l'eterna discussione su fede/non fede e sul significato che ognuno di noi dà del termine. Nella ricerca di Senso è implicita una necessità di camminare, di scoprire da sè, perchè quel Senso deve avere un significato per me stesso ( esperienza soggettiva di cui parlavo...) e non semplicemente un conformarmi ai significati dati, o supposti trovati, da altri. Per sfamare la mia fame di senso devo masticare e digerire il cibo da solo. Non posso certo ridurmi a inghiottire il cibo già abbondantemente digerito da altri. Quindi prendere spunto, interessarsi, riflettere, meditare in modo creativo, personale, "anche" sulle riflessioni degli altri, ma non subordinare per principio il proprio sentire a quello degli altri. Siamo costretti a subire le imposizioni dell'autorità in molti campi del nostro vivere...perchè deve essere così anche nella nostra sfera "spirituale"? Nella parte più intima del nostro sentire la vita? Per timore di cadere nell'abuso che ne potrebbe fare il nostro ego? Questo è un pericolo oggettivo , ma accettando l'autorità di altri, in questo campo, rischiamo un pericolo altrettanto grosso, cioè quello di subordinare noi stessi all'ego degli altri.
Se c'è in noi la consapevolezza che l'ego ci spinge verso scelte e decisioni negative, vedendo con obiettività questa spinta egoica nella nostra esistenza, già possiamo iniettare un antidoto al pericolo. Sempre però dobbiamo tener conto che, ogni esperienza umana possibile nel terreno di quella che viene definita "spiritualità", non può prescindere dal sentimento soggettivo. Pretenderne l'oggettività, valida per tutti, in tutti i luoghi e tutti i tempi, mi sembra veramente illusorio.
Amen:)

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