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Il cuore saggio

Aperto da Aspirante Filosofo58, 08 Giugno 2023, 13:33:12 PM

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Aspirante Filosofo58

Buongiorno, ho trovato questo spunto di riflessione. Cosa ne pensate? Grazie.

Quando cominciamo a fare attenzione scopriamo che i pensieri non salutari sono appiccicosi come la melassa, che è difficile uscirne.
Per fortuna, l'allenamento ci fa prendere consapevolezza degli schemi di pensiero che condizionano la nostra percezione, mettendoci poi in grado di andare al di là degli schemi abituali di paura o competitività, gelosia, giudizio o ambizione.

Per cominciare, è utile riconoscere i pensieri che più si ripetono, i top ten — la classifica delle prime dieci canzoni di successo — dando loro un nome.
Possono essere pensieri ripetitivi sul denaro o sul conflitto oppure ansiose attività di pianificazione.
La mente giudicante è un'altra canzone diffusa, che rappresenta tutte le voci critiche e piene di delusione che ci vengono dall'infanzia; se le combattiamo (« non dovrei giudicare, sono troppo duro... ») non facciamo che aggiungere giudizio a giudizio.
Quando compare la mente giudicante possiamo semplicemente riconoscerla con un inchino interiore e dire: « ah, già, la mente giudicante ».
Subito il pensiero giudicante perde il suo potere su di noi.
Possiamo dirgli perfino: « grazie per la tua opinione ».
Come uno scultore che ha molti attrezzi, c'è una gran varietà di mezzi abili per ritagliarsi un percorso che attraversa il bosco fitto dei pensieri.
Se ci sentiamo travolgere, per cominciare possiamo acquietare la mente concentrandoci sul respiro o usando una visualizzazione o la semplice ripetizione di un mantra.
Possiamo fare un passo di lato e uscire dai nostri pensieri con la consapevolezza del corpo o la meditazione camminata.


di Jack Kornfield
(insegnante buddhista statunitense)
da: "Il cuore saggio"
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Freedom

Ho spostato il tuo Thread in "Tematiche Spirituali" Aspirante Filosofo58 perché la battaglia contro i pensieri è un tema assolutamente centrale di ogni spiritualità.

Provo a dare un piccolo contributo allo spunto di riflessione che hai proposto.

Efesini 6,12
La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.

Questo è quello che dice l'Apostolo.

Ma vorrei indicare anche una pietra miliare della spiritualità ortodossa: la "Filocalia". In questa raccolta di scritti di "lottatori cristiani" si parla diffusamente di questo combattimento.

Comunque c'è veramente tanto materiale su questo aspetto, penso decisivo, della lotta di liberazione umana dal male. Se quest'estate ti rimane un pò di tempo potrai veramente sbizzarirti in una ricerca entusiasmante e utilissima.


Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Aspirante Filosofo58

Grazie per gli spunti. 🙏
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Kobayashi

Rimane però da decidere quale sia l'origine dei pensieri che si vogliono combattere.
Vengono dall'Avversario? Dal Mondo (nell'accezione negativa data dal monachesimo)? Dalla propria parte oscura? Dall'interazione nevrotica con gli altri e con i propri modelli interiorizzati?

E qual'è con precisione la finalità di questo combattimento?
La purificazione, la santità? O piuttosto, uno stato di benessere, la serenità?

Combattere con essi per poter essere veramente capaci di amare? Ma sarebbe amore qualcosa che nasce da uno sforzo così laborioso, e mai terminato? E in fondo, perché dovrei amare? Non sarebbe ugualmente nobile stabilire una distanza di sicurezza con l'altro in modo da non finire per ferirlo?

Freedom

Citazione di: Kobayashi il 09 Giugno 2023, 10:35:34 AMRimane però da decidere quale sia l'origine dei pensieri che si vogliono combattere.
Vengono dall'Avversario? Dal Mondo (nell'accezione negativa data dal monachesimo)? Dalla propria parte oscura? Dall'interazione nevrotica con gli altri e con i propri modelli interiorizzati?
Questa è una domanda così difficile a cui mi pare che nessuno sia ancora riuscito a dare una risposta esaustiva ed esatta. Né la scienza né la religione. Diciamo che, pragmaticamente, in attesa della risposta, occorre comunque occuparsi di come affrontare la problematica.
Citazione di: Kobayashi il 09 Giugno 2023, 10:35:34 AME qual'è con precisione la finalità di questo combattimento?
La purificazione, la santità? O piuttosto, uno stato di benessere, la serenità?
Entrambe le cose. Credo anzi, che sussistano e siano intimamente connesse.
Citazione di: Kobayashi il 09 Giugno 2023, 10:35:34 AMCombattere con essi per poter essere veramente capaci di amare? Ma sarebbe amore qualcosa che nasce da uno sforzo così laborioso, e mai terminato?
Lo sforzo è indubbiamente, come affermi, laborioso. E il completamente definitivo è certamente complesso e difficile. E' vero. Ma la fatica non toglie soddisfazione al risultato.  E poi una fine c'è: la santità. Credo che sia il successo completo e definitivo.
Citazione di: Kobayashi il 09 Giugno 2023, 10:35:34 AME in fondo, perché dovrei amare? Non sarebbe ugualmente nobile stabilire una distanza di sicurezza con l'altro in modo da non finire per ferirlo?
Non mi pare che rinunciare ad una relazione per paura di ferire sia opportuno e nemmeno saggio. Nella relazione l'essere umano, almeno secondo la mia sensibilità, trova la massima soddisfazione che si possa trovare sul pianeta Terra. Almeno così penso.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Duc in altum!

Citazione di: Kobayashi il 09 Giugno 2023, 10:35:34 AM- Combattere con essi per poter essere veramente capaci di amare? Ma sarebbe amore qualcosa che nasce da uno sforzo così laborioso, e mai terminato?
 

- E in fondo, perché dovrei amare? Non sarebbe ugualmente nobile stabilire una distanza di sicurezza con l'altro in modo da non finire per ferirlo?
- Amare è una scelta, già la semplice decisione richiede un lavoro.

- A confermare che l'amare è una scelta c'è la realtà ove non c'è nessun obbligo a dover amare.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Kobayashi

Citazione di: Duc in altum! il 09 Giugno 2023, 22:43:35 PM- Amare è una scelta, già la semplice decisione richiede un lavoro.
- A confermare che l'amare è una scelta c'è la realtà ove non c'è nessun obbligo a dover amare.

Si può scegliere di essere gentile, di essere collaborativo, di essere attento alle condizioni che permettono all'altro di manifestarsi per quello che è, ma non di amare... perché si ama solo il singolo, e dunque, che si tratti di un amore romantico o di amicizia, deve verificarsi un'affinità non programmabile e non generalizzabile.

E non confondiamo la compassione con l'amore. La compassione che provava Gesù per i poveracci che incontrava ogni giorno, una pietà che può anche nascondere del disgusto (il senso del bacio di Francesco al lebbroso, superare miracolosamente il disgusto, che quindi c'è), e l'amore per i suoi veri amici, Lazzaro, Marta e Maria, per esempio.

Kobayashi

Citazione di: Freedom il 09 Giugno 2023, 19:17:49 PMLo sforzo è indubbiamente, come affermi, laborioso. E il completamente definitivo è certamente complesso e difficile. E' vero. Ma la fatica non toglie soddisfazione al risultato.  E poi una fine c'è: la santità. Credo che sia il successo completo e definitivo.

L'antropologia su cui si basa la concezione cristiana di santità, con l'idea secondo cui c'è un'immagine divina presente in ciascuno di noi che va riattivata e ripulita, è così lontana dall'esperienza reale che solitamente una persona fa di se stessa, sempre che sia disposta a rimanere aperta a ciò che di inaspettato e diverso giunge dal mondo o dalla propria interiorità, magari tramite il sogno (per riagganciarci a un altro topic troppo frettolosamente accantonato...), è così lontana, dicevo, che il cammino per tale santità finisce per essere solo cultura, cultura religiosa, più che spiritualità concreta. Una messa in scena. La messa in scena dei ritiri spirituali, delle settimane degli esercizi ignaziani, delle riflessioni su parole lontane e irraggiungibili: la volontà dell'Onnipotente, i doni dello Spirito, la misericordia di Maria, e via dicendo. Immagini destinate a  rimanere sterili. Turismo religioso e religione motivazionale.
Occorre un nuovo modello di santità.

Pensarbene

Secondo me il Paradiso è pieno di anime che si sono scazzate dall'incazzatura terrestre ancora prima di arrivarci.

Freedom

Citazione di: Kobayashi il 10 Giugno 2023, 17:42:09 PMLa messa in scena dei ritiri spirituali, delle settimane degli esercizi ignaziani, delle riflessioni su parole lontane e irraggiungibili: la volontà dell'Onnipotente, i doni dello Spirito, la misericordia di Maria, e via dicendo. Immagini destinate a  rimanere sterili. Turismo religioso e religione motivazionale.
Occorre un nuovo modello di santità.
In che senso messa in scena?
Hai partecipato a dei ritiri spirituali o settimane ignaziane ricavandone una sensazione di falsità?
Puoi gentilmente aiutarmi a capire quali esperienze hai vissuto e cosa ti hanno lasciato?
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

anthonyi

Citazione di: Kobayashi il 10 Giugno 2023, 17:42:09 PML'antropologia su cui si basa la concezione cristiana di santità, con l'idea secondo cui c'è un'immagine divina presente in ciascuno di noi che va riattivata e ripulita, è così lontana dall'esperienza reale che solitamente una persona fa di se stessa, sempre che sia disposta a rimanere aperta a ciò che di inaspettato e diverso giunge dal mondo o dalla propria interiorità, magari tramite il sogno (per riagganciarci a un altro topic troppo frettolosamente accantonato...), è così lontana, dicevo, che il cammino per tale santità finisce per essere solo cultura, cultura religiosa, più che spiritualità concreta. Una messa in scena. La messa in scena dei ritiri spirituali, delle settimane degli esercizi ignaziani, delle riflessioni su parole lontane e irraggiungibili: la volontà dell'Onnipotente, i doni dello Spirito, la misericordia di Maria, e via dicendo. Immagini destinate a  rimanere sterili. Turismo religioso e religione motivazionale.
Occorre un nuovo modello di santità.
Nessuno può conoscere l'interiorita dell'altro, per cui nessuno può effettivamente dire se dietro un rito ci sia ipocrisia o fede(spiritualità). Oggi come oggi, comunque, i riti religiosi non offrono particolari vantaggi economici come un tempo per cui io tenderei a pensare che l'ipocrisia, se c' é, é probabilmente inferiore a quello che era nel passato.
E comunque le immagini religiose sono quello che noi crediamo che esse siano, se per te sono sterili allora sarà cosí, ma solo per te. 
Per chi ci crede, puoi stare tranquillo che le immagini religiose non sono sterili. 

Kobayashi

Chiaramente non stavo parlando dei riti religiosi e della loro apparente o meno sterilità, ma dell'accompagnamento spirituale che viene esercitato nei luoghi in cui il cristianesimo viene preso sul serio, ovvero monasteri, conventi, case di preghiere. Luoghi in cui viene praticata sul serio un'idea di santità, che comporta una lotta per la liberazione dalle passioni, le quali si radicano in noi inizialmente attraverso le immagini involontarie, le suggestioni, i pensieri.
È un'idea di santità "impossibile" da due punti di vista:
- da quello psicologico, nel senso che la restaurazione della propria immagine divina riflette uno schema semplicistico dell'interiorità e di fatto il soggetto tende ad alternarsi tra l'illusione di una purificazione effettivamente conseguita in parte a seguito di esercizi e l'ammissione frustrante di essere sempre lo stesso peccatore;
- da quello conoscitivo, nel senso che tale cammino, per esempio nell'ambito degli esercizi spirituali organizzati nelle case religiose, continua ad oscillare tra realismo e simbolismo.
Per essere chiari: le immagini religiose non hanno un contenuto di verità, non hanno un contenuto costituito da rappresentazioni adeguate o meno della realtà, ma sono simboli che rimandano a qualcosa di inconoscibile, che l'uomo riesce solo a sentire, intuire, qualcosa che ci trascende. Per questo motivo è importante che questi simboli della trascendenza siano protetti dalle storpiature delle interpretazioni letterali, che riducono i simboli in immagini sterili. L'ateismo è, dal punto di vista religioso, la fase positiva e necessaria di questa purificazione.

anthonyi

Non voglio ripetermi, Kobayashi, ma tu continui a fare affermazioni e assunti su cose che non puoi conoscere.
Nel contempo dimostri di conoscere poco ciò che é conoscibile. 
L'anelito alla santità, ad esempio, non é specifico dei ministri della fede ma di tutti i credenti.
Non c'é un cristianesimo "serio", e uno scherzoso, nella sua struttura il cristianesimo é la dottrina delle piccole cose, c'é cristianesimo anche in una mamma che insegna al suo bambino ad essere buono e rispettoso con un gattino. 
Alla fine della messa il sacerdote dice: "glorificate il Signore con la vostra vita", cioè ogni istante della vita del credente é seriamente cristiano. 

Duc in altum!

Citazione di: Kobayashi il 10 Giugno 2023, 17:11:41 PMSi può scegliere di essere gentile, di essere collaborativo, di essere attento alle condizioni che permettono all'altro di manifestarsi per quello che è, ma non di amare... perché si ama solo il singolo, e dunque, che si tratti di un amore romantico o di amicizia, deve verificarsi un'affinità non programmabile e non generalizzabile.
Si ama solo il singolo?!?
Si può scegliere di essere gentili, ma non di amare!?!

Rispetto la tua visione/fede, ma abbiamo una differente considerazione su come si manifesta l'amore.

Citazione di: Kobayashi il 10 Giugno 2023, 17:11:41 PME non confondiamo la compassione con l'amore. La compassione che provava Gesù per i poveracci che incontrava ogni giorno, una pietà che può anche nascondere del disgusto (il senso del bacio di Francesco al lebbroso, superare miracolosamente il disgusto, che quindi c'è), e l'amore per i suoi veri amici, Lazzaro, Marta e Maria, per esempio.
Come volevasi dimostrare (e che spiega anche il tuo precedente commento sull'amore), sei ancora distante dal credere che Gesù ama tutti allo stesso modo e con la stessa intensità.
Auguri per il tuo cammino...
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

bobmax

Citazione di: Kobayashi il 11 Giugno 2023, 07:50:42 AMChiaramente non stavo parlando dei riti religiosi e della loro apparente o meno sterilità, ma dell'accompagnamento spirituale che viene esercitato nei luoghi in cui il cristianesimo viene preso sul serio, ovvero monasteri, conventi, case di preghiere. Luoghi in cui viene praticata sul serio un'idea di santità, che comporta una lotta per la liberazione dalle passioni, le quali si radicano in noi inizialmente attraverso le immagini involontarie, le suggestioni, i pensieri.
È un'idea di santità "impossibile" da due punti di vista:
- da quello psicologico, nel senso che la restaurazione della propria immagine divina riflette uno schema semplicistico dell'interiorità e di fatto il soggetto tende ad alternarsi tra l'illusione di una purificazione effettivamente conseguita in parte a seguito di esercizi e l'ammissione frustrante di essere sempre lo stesso peccatore;
- da quello conoscitivo, nel senso che tale cammino, per esempio nell'ambito degli esercizi spirituali organizzati nelle case religiose, continua ad oscillare tra realismo e simbolismo.
Per essere chiari: le immagini religiose non hanno un contenuto di verità, non hanno un contenuto costituito da rappresentazioni adeguate o meno della realtà, ma sono simboli che rimandano a qualcosa di inconoscibile, che l'uomo riesce solo a sentire, intuire, qualcosa che ci trascende. Per questo motivo è importante che questi simboli della trascendenza siano protetti dalle storpiature delle interpretazioni letterali, che riducono i simboli in immagini sterili. L'ateismo è, dal punto di vista religioso, la fase positiva e necessaria di questa purificazione.

Concordo, l'ateismo è una fase necessaria.
Probabilmente mai davvero superabile definitivamente.

E certamente è insuperabile se non affrontato nel proprio intimo, in perfetta solitudine. Senza cioè alcun appiglio a qualcosa che non sia mero simbolo che rimanda all'inconoscibile, al nulla.

"Prego Dio che mi liberi da Dio" invoca Meister Eckhart.
E la libertà dall'ente Dio passa attraverso l'ateismo.

Ma non il diffuso attuale ateismo, che si limita a negare Dio, in quanto entità, senza affrontarne le conseguenze.
È mero gioco di bimbi.

Occorre invece l'autentico ateismo, che è ateismo mistico, negazione del  Bene!
Allora, forse, il figlio può iniziare a ricercare in se stesso il Padre.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.