Il cristianesimo è o non è "manicheo"?

Aperto da Agostino95, 28 Marzo 2019, 13:39:03 PM

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Socrate78

La Bibbia dice testualmente, per bocca di Gesù, che: "Il demonio è il principe di questo mondo". Quindi sembrerebbe che ci sia, all'interno di quella che comunque è creazione divina, una forte influenza malefica che deturperebbe la bellezza della creazione e del progetto divino, non la farebbe risplendere come dovrebbe. Questo si evince anche in altri passi della Bibbia, quando si dice ad esempio che Adamo ed Eva, peccando (di che cosa è arduo sapere esattamente.....), generarono una corruzione nell'umanità che perdurerebbe, non cessando l'azione della causa che l'avrebbe prodotta, cioè quella del principio del Male impersonato dalla figura mitologica del serpente. Se quindi si legge bene la Bibbia, è come se chi l'avesse scritta avesse percepito che la creazione, così come si presenta, non può essere attribuita sic et simpliciter all'amore perfetto di Dio e bisogna evincere quindi l'esistenza di un qualcosa di malefico che deturpa, confonde. Il manicheismo sembrerebbe, a mio parere, qualcosa di tipico del Cristianesimo delle origini, ritornando a Gesù Egli disse ai farisei: "Voi, che avete per padre il diavolo, fate le opere del padre vostro. Egli è stato omicida sin dal principio e non c'è traccia di verità in lui.....", se riflettiamo sulle parole "sin dal principio" si può notare come Cristo non dica affatto la favola di Lucifero che da angelo divenne demone, egli dice proprio che fin dall'inizio il male era male, nemico della vita e distruttivo, ingannevole. Cristo si muove quindi in una prospettiva manichea.
Io credo che effettivamente il Bene (Dio/Amore) sia una grande energia cosmica a cui però si contrappone un'altra energia cattiva (Demonio/Odio) e l'uomo e la natura sono soggetti sia all'uno che all'altro. Odio, violenza, catastrofi naturali, guerre, batteri patogeni, malattie genetiche, tumori e la stessa morte (almeno, la morte come risultato di un male) sono il segno visibile della corruzione della natura, del suo essere anche soggetta al principio del male, ma questo male può essere trasformato anche in un bene, ad esempio fu un male il meteorite gigante che distrusse i dinosauri e il 90% delle forme di vita 63 milioni di anni fa, ma senza questa catastrofe l'uomo probabilmente non si sarebbe sviluppato perché i dinosauri, dominando il pianeta, non avrebbero permesso un adeguato sviluppo dei mammiferi. Dal male quindi nasce un'evoluzione, un progresso.

paul11

rispondo a Socrate e indirettamente a Viator(visto che non ritengo che il male sia anche nella natura, bensì negli esseri senzienti).

Gesù è il Nuovo Testamento  e incarna le profezie del Vecchio Testamento.L'origine è in Genesi che è nel Pentateuco.
ma bisogna fare una preemssa.
I testi canonici sia negli ebrei che nel cristianesimo seguono un filo di coerenza logica che li unisce esegeticamente.
Ma quando non sono chiari vengono in aiuto i testi apocrifi che nel Nuovo testamento sono quasi tutti gnostici.
In questo caso viene in aiuto un testo apocrico ebraico I Giubilei, testo magnifco,, che spiega quando un angelo detta a Mosè la creazione sul monte Sinai. la Torha infatti per tradizione ebrea è scritto da Mosè.

Dio crea gli spiriti appena dopo la terra e i cieli e prima dell'uomo.altro testo chiave sempre non canonio e quindi apocrifo veterotestamentael delal tradizione ebrea è Enoch che parla chiaramente di Semyaza e Azazel che sono "angeli caduti". Enoch nella genealogia riconosciuta da tutti è padre di Matusalemme e nonno di Noè.

Il male non è nella natura, semmai gli dei o il Dio biblico utilizza la natura per scagliarla contro i peccati umani nel mondo.
I sacrifici espiatori ,le abluzioni, la preghiera sono riti invocatori al perdono e/o alla riconoscenza verso la divinità.

Sostengo che le religioni monteiste non sono manichee, il bene e il male non hanno pari peso.
Tutti i grandi profeti, "avatar", maestri ,vincono le sfide con il male e non solo nelle tradizioni monteistiche religiose.

Anche lo stesso gnosticismo spiega la cosmologia di una nascita di un "demiurgo" padrone del mondo, ma rimane Sophia,principio supremo.

A mio parere vi fu un sincretismo proprio al centro(Persia) delle grandiose tradizioni antichissime: India vediaca -Sumeri babilosei- Egitto,
In Egitto nel Libro dei morti compae il dio Toth risalente probabilemnte al 3.600 a.C. che pesa le anime dei morti,fra le tante facoltà divine a lui attribuite.
Mani fondatore del manicheismo è solo del secondo secolo dopo Cristo ed è un persiano infatti. Lo Zoroastrismo riceve influssi, amio parere ,da tutte le grandi tradizioni. S epensiamo che il secolo cruciale settimo-ottavo a.C. compaiono la triade orientale  con il confucianesimo, taoismo e buddismo e le dottrne orfiche e pitagoriche, dove la prima viene dal Caucaso e la seconda da Thot(dottrina ermetica o Ermete Trimagisto con il culto anche di Osiride) abbiamo un sintetico quadro storico e qu' le antiche cosmologie si sono trasformate già in principi religiosi e spirtuali, affiorani i principi del bene e del male, il dualismo.
Perchè l aaptristica cristiana se inizia da Paolo di Tarso già nel primo secolo dopo Cristo e Sant'agostino è del quarto secolo dopo Cristo  troviamo altri influssi culturali che hanno reinterpretato l'antichità

Kobayashi

Ma al di là dei contenuti specifici di questi racconti religiosi, non è ovvio che la domanda fondamentale riguardi la natura umana (e non la natura in generale, se sia benigna etc.)? Ovvero se sia possibile vincere o meno la tendenza al male della natura umana, di cui è testimone la storia di ogni popolo.
Punto di partenza: l'uomo è soggetto a forze distruttive, al peccato.
Punto di arrivo: l'uomo liberato, capace di amore, custode della creazione.
In mezzo il combattimento spirituale.
Se il male che si combatte avesse la stessa consistenza del bene a cui si è attirati, si dovrebbe ammettere l'esistenza di persone demoniache (e non possedute da demoni, ma veri e propri diavoli), condannate a essere per sempre malvagi.
Un'idea del genere sarebbe in contraddizione con il fondamento dell'antropologia cristiana secondo cui ogni uomo porta con se' nel profondo qualcosa di divino (un'immagine di Cristo) che deve essere fatta risplendere nella propria vita tramite appunto la realizzazione concreta della somiglianza a tale immagine.

Dunque ci possono anche essere stati cristianesimi vicini allo gnosticismo che hanno sottolineato la differenza tra chi ha la forza di liberarsi dal peccato e chi invece rimane invischiato necessariamente nella carne, ma la prassi e le riflessioni dei monaci che hanno costruito la Patristica (e quindi il cristianesimo che si è alla fine affermato come ortodosso) sono andate in una direzione diversa.

InVerno

Ciao Paul, grazie per l'esaustiva risposta. Innanzitutto vorrei specificare che seppur venga chiamato comunemente problema del male, io preferirei chiamarlo problema della sofferenza (il che include anche il male impersonale), e in questi termini usavo il termine "male". Perciò si, la sofferenza la trovo anche nelle galassie, negli tsunami e nella fine dei dinosauri.  Nella Bibbia si trovano diverse risposte alla sofferenza, nell'antico testamento generalmente viene vista come una punizione per gli inosservanti e impenitenti, ma già negli ultimi (cronologicamente) testi (per esempio Daniele) pare comparire una sensibilità diversa, di un indipendenza cosmologica del male. Essendo questo testo datato all'incirca nel 150ac. , suppongo che l'idea di un entità del male stesse maturando all'interno delle comunità ebraiche, la cui fortuna passate le leggendarie vicende deuteronomiche non era certo ai suoi fasti. Invasi da nord a sud  da cani e porci, devastati e demoliti da guerre e carestie, suppongo nemmeno gli ebrei veterotestamentari fossero più particolarmente soddisfatti della spiegazione della sofferenza come punizione divina, quando è troppo è troppo, per il popolo eletto da Dio.  E anche per gli Europei, passato il terremoto di Lisbona del 1755, direi che è un interpretazione abbandonata.
Gesù nasce (parrebbe) vicino al centro di espansione del cinismo in palestina, e il suo messaggio risulta (almeno a me) come una strana mistura di cinismo e di quel dualismo che le comunità ebraiche evidentemente avevano coltivato nel frattempo. Personalmente non riesco a concepire in maniera logica e coerente il messaggio di Cristo se non come dualista. Sono d'accordo con te nel dire che se dualismo è, è un dualismo mitigato, dove cioè il bene ha la prevalenza finale(Parusia) ma l'attesa è durata un po troppo. Risultava certamente credibile al tempo di Cristo, Paolo adirittura era convinto potesse accadere prima della sua morte. Ma onestamente, passati duemila anni, direi che questa risposta non è più particolarmente convicente per nessuno, così come quella punitiva non lo era più per molti ebrei quando nacque Cristo. Perlomeno, visto che il male è riuscito a resistere a Dio per tutto questo tempo, direi che i dubbi di Agostino (utente) sono fondati: non è che invece si tratta di manicheismo e il bene e il male si equivalgono costantemente senza mai sconfiggere l'un l'altro? Non è che Dio ha le mani legate? Si suol dire che il messaggio di Cristo è sempre attuale, lo si dice un po come un mantra senza rifletterci su, a giudicare da come sono andate le cose, direi che questo non si è rivelato vero e gli uomini hanno cercato altre risposte alla sofferenza e le hanno trovate nella chaos impersonale della natura. E considerata quanto hanno atteso prima di gettare la spugna (due millenni) direi che non hanno certo mancato di pazienza, non sono loro a non essersi presentati all'appuntamento della Parusia..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

paul11

Citazione di: InVerno il 30 Marzo 2019, 18:28:58 PM
Ciao Paul, grazie per l'esaustiva risposta. Innanzitutto vorrei specificare che seppur venga chiamato comunemente problema del male, io preferirei chiamarlo problema della sofferenza (il che include anche il male impersonale), e in questi termini usavo il termine "male". Perciò si, la sofferenza la trovo anche nelle galassie, negli tsunami e nella fine dei dinosauri.  Nella Bibbia si trovano diverse risposte alla sofferenza, nell'antico testamento generalmente viene vista come una punizione per gli inosservanti e impenitenti, ma già negli ultimi (cronologicamente) testi (per esempio Daniele) pare comparire una sensibilità diversa, di un indipendenza cosmologica del male. Essendo questo testo datato all'incirca nel 150ac. , suppongo che l'idea di un entità del male stesse maturando all'interno delle comunità ebraiche, la cui fortuna passate le leggendarie vicende deuteronomiche non era certo ai suoi fasti. Invasi da nord a sud  da cani e porci, devastati e demoliti da guerre e carestie, suppongo nemmeno gli ebrei veterotestamentari fossero più particolarmente soddisfatti della spiegazione della sofferenza come punizione divina, quando è troppo è troppo, per il popolo eletto da Dio.  E anche per gli Europei, passato il terremoto di Lisbona del 1755, direi che è un interpretazione abbandonata.
Gesù nasce (parrebbe) vicino al centro di espansione del cinismo in palestina, e il suo messaggio risulta (almeno a me) come una strana mistura di cinismo e di quel dualismo che le comunità ebraiche evidentemente avevano coltivato nel frattempo. Personalmente non riesco a concepire in maniera logica e coerente il messaggio di Cristo se non come dualista. Sono d'accordo con te nel dire che se dualismo è, è un dualismo mitigato, dove cioè il bene ha la prevalenza finale(Parusia) ma l'attesa è durata un po troppo. Risultava certamente credibile al tempo di Cristo, Paolo adirittura era convinto potesse accadere prima della sua morte. Ma onestamente, passati duemila anni, direi che questa risposta non è più particolarmente convicente per nessuno, così come quella punitiva non lo era più per molti ebrei quando nacque Cristo. Perlomeno, visto che il male è riuscito a resistere a Dio per tutto questo tempo, direi che i dubbi di Agostino (utente) sono fondati: non è che invece si tratta di manicheismo e il bene e il male si equivalgono costantemente senza mai sconfiggere l'un l'altro? Non è che Dio ha le mani legate? Si suol dire che il messaggio di Cristo è sempre attuale, lo si dice un po come un mantra senza rifletterci su, a giudicare da come sono andate le cose, direi che questo non si è rivelato vero e gli uomini hanno cercato altre risposte alla sofferenza e le hanno trovate nella chaos impersonale della natura. E considerata quanto hanno atteso prima di gettare la spugna (due millenni) direi che non hanno certo mancato di pazienza, non sono loro a non essersi presentati all'appuntamento della Parusia..
ciao Inverno,
capisco le perplessità tue e di altri del forum.
Gli ebrei quando indicano periodi storici vicino al tempo di Gesù, fanno riferimento alla prima e seconda caduta del Tempio di Gesrusalemme.
Loro stessi, che ricordiamoci non hanno mai riconosciuto Gesù come il loro Redentore, nel priodo in cui  vive Gesù lo ritengono un periodo fortemente decadente.Vi erano diverse correnti religiose/spirtuali e la dominazione romana spingeva verso anche problemtiche politiche.
L'escatologia/parusia ebraica è diversa come concetto da quella crstiana.Angeli e demoni sono molto meno importanti, forse perchè l'influenza sul pensiero del crstianesimo da S.Paolo con  dell'ellenismo e di altre correnti religiose in poi ha reso più spirituale il messaggio di Gesù.
Vi furono con S.Paolo diverse comunità cristiane a mio parere non sufficientemnte studiate, perchè Antiochia ha influenze culturali diverse ad esempio da Alessandria d'Egitto, tanto per citarne due  importanti.
C'è una lotta fra il bene e il male, ma le scriture canoniche e non-canoniche, indicano chiaramente la vittoria finale e il giudizio universale.Ma è altrettanto vero che il demonio"abita" il mondo e può esercitare i suoi poteri con la tentazione fino alla possessione.Questo non lo dico io, mi pare lampante dalle stesse scritture .Sembrerebbe che l'uomo di nuovo vada verso l'ennesima decadenza, perchè ricordiamoci che l'intera stirpe umana doveva soccombere in origine nel diluvio universale.Dio si ricrede, e dice una cosa importante, che mai più accadrà per sua volontà.
Signifca che l'umanità è in balia del demone, ma che l'uomo può comunque salvarsi singolarmente,nonostante le chine decadenti della storia.
Rimane centrale l'uomo, per questo non ritengo il manicheismo parte del cristianesimo.L'uomo può essere giusto e saggio e vincere il male anche da solo o chiedendo aiuto, forza, allo Spirito Santo.Per questo avere fede è la chiave per vincere il male.

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