Il "disegno intelligente" nell'evoluzione

Aperto da myfriend, 15 Novembre 2019, 11:29:22 AM

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bobmax

D'altronde, Ipazia, la scienza non ha nulla a che vedere l'arroganza.

Il cuore della scienza è infatti la rinuncia a possedere la Verità, in nome... della Verità!

Ma oggi assistiamo al "liberi tutti"!
Dove la vergogna è bandita, e magari basta sapere a memoria quattro formule per dichiararsi "scienziato"! Senza neppure sapere cosa la scienza sia.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

myfriend

#91
Citazione di: bobmax il 20 Novembre 2019, 09:32:19 AM
D'altronde, Ipazia, la scienza non ha nulla a che vedere l'arroganza.

Il cuore della scienza è infatti la rinuncia a possedere la Verità, in nome... della Verità!

Ma oggi assistiamo al "liberi tutti"!
Dove la vergogna è bandita, e magari basta sapere a memoria quattro formule per dichiararsi "scienziato"! Senza neppure sapere cosa la scienza sia.

Altro che "quattro formule"...ti ho portato solidi argomenti scientifici ai quali tu non rispondi...perche se tu lo faccessi crollerebbe tutta la tua visione "filosofica".
Per cui te li ripeto.
E più importante l'etica o la consapevolezza?

La visione junghiana è un metodo di lavoro per crescere e maturare in consapevolezza....NON E' un'etica. Tra l'altro è un metodo di lavoro vecchio come il mondo...può essere sintetizzato nello slogan "Conosci te stesso".
Jung non voleva propagandare un'etica, ma un metodo di lavoro basato sulla evidenza scientifica che noi abbiamo una "natura inferiore" (nel subconscio) e una natura superiore (il conscio) e che ciò che determina le nostre azioni è in gran parte nascosto nel nostro subconscio (l'Ombra) di cui non siamo consapevoli.
E l'unico modo per crescere in consapevolezza è "rendere conscio l'inconscio"...cioè affrontare la nostra Ombra e portarla alla luce.

La visione junghiana si basa sul fatto che se io ho consapevolezza 1 faccio le azioni A, se ho consapevolezza 2 faccio le azioni B se ho consapevolezza 3 faccio le azioni C. A un nuovo livello di consapevolezza corrisponde una nuova visione del mondo e quindi un nuovo modo di agire.
Se io mi trovo al livello di consapevolezza 1 e cerco di compiere le azioni C che appartengono al livello di consapevolezza 3 si innesca l'IPOCRISIA....perchè io sto solo scimmiottando un comportamento che non mi appartiene e che non ho capito (le mie azioni...quelle che mi vengono naturali...infatti sono quelle relative al livello di consapevolezza 1, cioè A).

Ora...ipotizziamo che "l'etica dell'amore" siano le azioni C e io mi trovo al livello di consapevolezza 1. Che succede? Succede che farò finta di fare le azioni C e le farò solo esteriormente senza averle capite...perchè il mio livello di consapevolezza è 1 quindi le azioni che mi vengono spontanee sono A e non C.
Nasce quindi l'IPOCRISIA.

Quello che conta, quindi, NON E' compiere le azioni C (anche se sono le più nobili del mondo) se io mi trovo al livello di consapevolezza 1. Perchè le azioni C da me compiute saranno solo apparenza....cioè IPOCRISIA.
Quello che conta, invece, è lavorare su se stessi (rendere conscio l'inconscio) per passare dal livello di consapevolezza 1 al livello di consapevolezza 3. Una volta che sono al livello di consapevolezza 3 avrò una visione del mondo tale che le azioni C saranno la naturale espressione del mio essere...perchè le avrò capite e interiorizzate.

Questo è un concetto chiaro ed evidente nelle dinamiche psicologiche. Non serve avere un master in filosofia...serve solo conoscere come funziona la psiche umana.
E i moralisti....e gli etici....sanno pochino di come funziona la psiche umana. Infatti si preoccupano solo che la gente segua le azioni C (la loro bellissimissima etica) senza sapere a che grado di consapevolezza la gente si trova.
Non gli interessa NULLA del livello di crescita di una persona....l'importante è che segua esteriormente le azioni C....anche se sono azioni guidate dall'IPOCRISIA.

Un vero maestro spirituale (e Jung lo era...oltre a essere uno scienziato), invece, ti invita NON a seguire un'etica (fare le azioni C). Ma a lavorare su te stesso (affrontare la tua Ombra) per crescere in consapevolezza...per passare dal livello 1 al livello 3 di consapevolezza. A quel punto le azioni C saranno per te naturali e non ci sarà nessuna ipocrisia. E, soprattutto, non ci sarà bisogno di nessun moralista che ti dica come devi vivere la tua vita.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Ipazia

Citazione di: bobmax il 20 Novembre 2019, 09:32:19 AM
D'altronde, Ipazia, la scienza non ha nulla a che vedere l'arroganza.

Il cuore della scienza è infatti la rinuncia a possedere la Verità, in nome... della Verità!

Ma oggi assistiamo al "liberi tutti"!
Dove la vergogna è bandita, e magari basta sapere a memoria quattro formule per dichiararsi "scienziato"! Senza neppure sapere cosa la scienza sia.

Liberi tutti sì, ma se un cavallo scarta di lato significa che non sa superare l'ostacolo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

baylham

Citazione di: myfriend il 20 Novembre 2019, 09:52:48 AM
Quello che conta, invece, è lavorare su se stessi (rendere conscio l'inconscio) per passare dal livello di consapevolezza 1 al livello di consapevolezza 3. Una volta che sono al livello di consapevolezza 3 avrò una visione del mondo tale che le azioni C saranno la naturale espressione del mio essere...perchè le avrò capite e interiorizzate.

Le azioni C saranno interiorizzate, ciò passeranno dal conscio all'inconscio, come avviene normalmente nell'apprendimento.

myfriend

#94
Citazione di: baylham il 20 Novembre 2019, 15:10:22 PM
Citazione di: myfriend il 20 Novembre 2019, 09:52:48 AM
Quello che conta, invece, è lavorare su se stessi (rendere conscio l'inconscio) per passare dal livello di consapevolezza 1 al livello di consapevolezza 3. Una volta che sono al livello di consapevolezza 3 avrò una visione del mondo tale che le azioni C saranno la naturale espressione del mio essere...perchè le avrò capite e interiorizzate.

Le azioni C saranno interiorizzate, ciò passeranno dal conscio all'inconscio, come avviene normalmente nell'apprendimento.
Non direi che passano dal conscio all'inconscio. Ma dal conscio al sub-conscio.
Quindi le azioni C saranno interiorizzate e passeranno dal conscio al sub-conscio.
Ma c'è una differenza. La differenza consiste nel fatto che saremo sempre in grado di far riemergere nel conscio le motivazioni che ci spingono a compiere le azioni C. Perchè, una volta che ne diventiamo consapevoli, questa consapevolezza non sarà mai più persa. Le azioni C diventeranno automatiche, ma le motivazioni faranno sempre parte della nostra consapevolezza....anche se saranno "parcheggiate" nel nostro sub-conscio.

Perchè parlo di sub-conscio e non di inconscio?
Perchè io divido la coscienza in tre livelli: conscio, sub-conscio e inconscio.
L'inconscio è quella parte della nostra coscienza (cervello) che non ci sarà mai accessibile razionalmente. E' la parte di coscienza che governa i meccanismi di base/istintivi del corpo: la fame, la sete, il sonno, la veglia, il respiro, il freddo e il caldo, la conversione in immagini e sensazioni dei segnali bioelettrici che provengono dai nostri sensi... Queste cose il cervello le fa automaticamente e appartengono alla parte inconscia della nostra coscienza che non potremo mai razionalizzare. Non sei tu che decidi di aver fame o freddo o di vedere...è il cervello (inconscio) che fa questo per te.
Poi c'è la parte sub-conscia che contiene la nostra visione del mondo e le motivazioni che ci spingono ad agire. E' qui che risiede l'Ombra...cioè quel miscuglio di intime convinzioni maturate nel corso della nostra esperienza (soprattutto durante l'infanzia) che ci sono per la maggior parte sconociute (non ne siamo consapevoli) e che ci spingono ad agire o dalle quali nascono le nostre paure, i nostri blocchi, le nostre "fedi"....insomma le "mappe" che usiamo per vivere nella realtà. Queste però, con un lavoro di approfondimento e di introspezione siamo in grado di farle emergere alla nosta parte conscia e di metterle in discussione (e quindi di "crescere"). Certo....bisogna lavorare e lavorare sodo. Niente è gratis.
Ed è in questo sub-conscio che finiscono "parcheggiate" anche le motivazioni di cui siamo diventati consapevoli...anche se queste siamo sempre in grado di farle riemergere, perchè una volta che ne siamo diventati consapevoli non le perdiamo più.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

viator

Salve Ipazia. Citandoti, inserisco qualche mia puntualizzazione : "Per la filosofia è diverso. Le due "sostanze" originarie della filosofia sono materia e spirito.Preferirei materia e forma; lo spirito (che rappresenta una forma immateriale particolare) lo inserirei nella metà della filosofia che si occupa di metafisica (l'altra metà si occupa appunto del regno materiale).
Quindi la questione (con viator) è se l'energia, di cui la scienza e la pratica quotidiana ci danno riscontro, sia da attribuire alla materia o allo spirito. L'energia in sè - questa sconosciuta - facciamola immateriale (giustamente, ripeto, non-materia) e mettiamola nella metafisica (superfluo evidenziare che meta-fisico significa "oltre la fisica" e non necessariamente "estraneo alla fisica"). Gli EFFETTI dell'energia mettiamoli invece nella fisica (come negarlo ??!!). In questo modo possiamo rappresentare la "magica" dimensione energetica quale "ponte"tra materia e forma, fisica e metafisica, stare (l'essere) e mutare "il divenire). viator preferisce trovare il link nel carattere impalpabile, "immateriale" dell'energia per arruolarla nella sua "fenomenologia dello spirito" (come da me appena commentato) dove anche l'entropia trova posto in una deriva se non nichilistica, sicuramente pessimistica (trovi ??). Invece altri che Ipazia ritiene che essendo energia e massa strettamente correlate e non separabili l'una dall'altra in nessun fenomeno (FISICO !) esperito, l'energia gli effetti dell'energia vadano ascrittai all'ambito della materia . Sussumendo, con spiccata propensione imperialistica, anche le due categorie filosofiche gemelle di essere (equivalente scientifico:massa) e divenire (e.s.: energia) nella categoria del "materiale" (brava, tu sì che capisci ANCHE QUELLO CHE NON TI PIACE O NON TI INTERESSA !). Realizzando alfine il suo, ovvero mio, sistemone metafisico materialistico. Dopodichè, in sede filosofica, ce la giochiamo con chi di filosofia ci capisce qualcosa.

Una frecciatina per myfriend : se la filosofia è aria fritta (verissimo!) la scienza è cervello in umido (altrettanto vero !). Ovvero gli ingredienti giusti per cuochi spericolati. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Citazione di: viator il 20 Novembre 2019, 21:29:59 PM
Salve Ipazia. Citandoti, inserisco qualche mia puntualizzazione : "Per la filosofia è diverso. Le due "sostanze" originarie della filosofia sono materia e spirito.Preferirei materia e forma; lo spirito (che rappresenta una forma immateriale particolare) lo inserirei nella metà della filosofia che si occupa di metafisica (l'altra metà si occupa appunto del regno materiale).

Proprio perchè "tengo conto anche di quello che non mi piace" devo tener conto del dualismo originario del pensiero filosofico, senza lasciarmi influenzare da interessi di bottega (materialista atea). Poi è chiaro che lo spirito verà declinato in maniera diversa da una filosofia materialistica o idealistico/spiritualistica. Con tutte le sottospecie di idealismo teistico e ateistico. Nel pensiero a-teo forma e spirito convergono nel trascendentalismo kantiano. Comunque Aristotele c'aveva già azzeccato mettendo la causa formale all'intersezione della causalità efficiente e finale.

Citazione Quindi la questione (con viator) è se l'energia, di cui la scienza e la pratica quotidiana ci danno riscontro, sia da attribuire alla materia o allo spirito. L'energia in sè - questa sconosciuta - facciamola immateriale (giustamente, ripeto, non-materia) e mettiamola nella metafisica (superfluo evidenziare che meta-fisico significa "oltre la fisica" e non necessariamente "estraneo alla fisica"). Gli EFFETTI dell'energia mettiamoli invece nella fisica (come negarlo ??!!). In questo modo possiamo rappresentare la "magica" dimensione energetica quale "ponte"tra materia e forma, fisica e metafisica, stare (l'essere) e mutare "il divenire).

Ho sottolineato il passo su cui non concordo. Se Faynman afferma che non sappiamo cosa sia l'energia e la semantica ci rammenta la santissima trinità significante-significato-referente non possiamo neppure in sede filosofica postulare un referente che non esiste e la cui esistenza dobbiamo sussumere paro paro dalla fisica che ne ha l'esclusività giuridica ontologica.

Tutto quello che sappiamo dell'energia e che possiamo epistemologicamente, ovvero sensatamente dire (L.W.), sono gli effetti dell'energia che sono in tutto e per tutto "materia" materialistica.

Se non facciamo così cadiamo nell'animismo primitivo che trasforma referenti reali in vitelli d'oro.

Mi spiace dover dare questa picconata al pilastro "immateriale" del tuo pensiero metafisico ma, e la cosa dovrebbe risollevarti lo spirito, pensa che in queste buche filosofiche ci sono caduti fior fiore di pensatori fin dalle prime astrazioni numerologiche pitagoriche che investirono come uno tsunami il più grande filosofo dell'antichità, Platone, da cui è nata gran parte della filosofia moderna.

Galeotta fu la matematica e i rapporti armonici precisi del monocordo pitagorico che irradiarono la loro musica fino alle sfere celesti per finire nei geroglifici del calcolo infinitesimale donatoci dai massimi pensatori della rinascenza europea, culminati alfine nei complessi linguaggi del pensiero logico matematico della modernità con le sue linee curve e teorie polidimensionali. Roba da perderci la testa. Appunto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

myfriend

L'Essere Superiore, di fatto, c'è.
Quando dico che noi siamo Dio, non signfica che noi siamo "tutto" Dio. Noi incarniamo delle "specifiche qualità" della Coscienza cosmica...o siamo manifestazioni di specifiche qualità della Coscienza cosmica. Ma NON SIAMO tutte le qualità della Coscienza cosmica. Cioè non siamo UGUALI alla Coscienza cosmica intesa nella sua totalità di qualità o caratteristiche.

Qualità della Coscienza cosmica sono anche la immensa potenza e forza attrattiva che si manifestano nel Sole. Ma è ovvio che noi non manifestiamo quelle stesse qualità.

Per come la vedo io, la "realtà" - quella che noi chiamiamo realtà materiale - è il "teatro" in cui le qualità della Coscienza cosmica si manifestano. E si manifestano assumendo una "forma".
La Coscienza cosmica ha tante qualità - o caratteristiche - che prendono forma nella materia. E la diversità di queste qualità o caratteristiche determina la diversità delle forme che noi osserviamo in natura.

Ma noi non siamo - o non manifestiamo - tutte le qualità della Coscienza cosmica...ma solo un sottoinsieme.
Un sasso è la manifestazione di specifiche qualità.
Una pianta è la manifestazione di specifiche qualità.
Una galassia è la manifestazione di specifiche qualità.
E l'essere che verrà dopo l'homo sapiens nella scala evolutiva, manifesterà altre qualità.

Ora...nelle qualità che noi manifestiamo ci sono tutti gli strumenti per guidare il nostro cammino...perchè ogni forma assunta dalla Coscienza cosmica ha in sè tutti gli strumenti per essere e manifestare ciò che è.
Un sasso è dotato delle leggi fisiche che lo fanno essere un sasso e lo fanno comportare da sasso.
Un atomo è dotato delle leggi fisiche che lo fanno essere un atomo e lo fanno comportare da atomo.
Un lupo è dotato delle leggi fisiche e naturali che lo fanno essere un lupo e lo fanno comportare da lupo.
Un agnello è dotato delle leggi fisiche e naturali che lo fanno essere un agnello e lo fanno comportare da agnello.
Lo stesso una pianta. Lo stesso una galassia.
Ogni forma assunta dalla Coscienza cosmica è coerente in sè. E manifesta in sè tutti gli strumenti - o le leggi o le regole - che lo fanno essere ciò che è e che gli consentono di esprimere tutto il potenziale di ciò che è.

Lo stesso vale per l'homo.
L'homo - cioè ogni singolo individuo - ha già in sè tutto ciò che è (esattamente come il seme ha già dentro tutta la pianta) e ha in sè tutti gli strumenti e tutto il potenziale che gli servono per esprimere ciò che effettivamente è (esattamente come la pianta che si manifesta a partire dal seme trova in sè stessa tutti gli strumenti che gli servono per manifestarsi).

Solo che non ne è consapevole.
Questo è il problema dell'homo.

Lo scopo della nostra vita è maturare la consapevolezza di ciò - o di chi - siamo realmente e manifestare ciò - o chi - siamo realmente.
Perchè dentro di noi c'è già tutto quello che serve e quello che ci serve per manifestare tutto il potenziale di ciò che siamo. E c'è anche la capacità di guidare il nostro cammino e la nostra vita. Perchè dentro di noi c'è già tutto ciò che siamo e tutte le nostre potenzialità (esattamente come nel seme c'è già tutta la pianta futura)...dobbiamo solo farle maturare e fare in modo che si manifestino nella loro interezza. E questo dipende solo da noi...da ciascuno di noi.
Solo che non ne siamo consapevoli. Ed è da questa nostra incosapevolezza che origina il "male".
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Sariputra

La difficoltà di queste concezioni  è che non spiegano in maniera convincente il perché sorge l'"illusione".  Nell'Advaita Vedanta, ossia in un sistema monistico metafisico, Shankara deve introdurre un elemento dogmatico (la rivelazione-sruti) per spiegare il perché l'Assoluto 'illuda se stesso'. Se prendiamo 'questo' come reale e il 'serpente-corda' immaginato dalla mente illusa come falso, o viceversa, non abbiamo un motivo per giustificare l'illusione, se non ritenere che sia spiegabile con un preconcetto a favore della conoscenza, oppure con un preconcetto a favore della volontà. Si è insomma costretti a scegliere una spiegazione preconcetta come l'unica vera. C'è da dire che, anche se postuliamo due realtà, una realtà 'reale' e una 'illusoria' creata dalla mente, questo non ci dice niente del contesto dell'illusione, in quanto questa in sé non 'scopre' la mente, la sua 'essenza' intima; ma si giunge al concetto stesso di 'illusione' o di 'virtuale' con una mente già preconcetta. La spiegazione dell'illusione sulla realtà può essere allora giustificata solo su questa base di preconcezione...
Però come giustificare il preconcetto iniziale? Possiamo solo fare ipotesi nel dare una spiegazione dell'illusione, si teorizza e ci si abbandona alla speculazione (ditthi).
La stessa 'illusione' mostra , al contrario, che i due termini del 'reale' (soggettivo e oggettivo- 'questo' e il 'serpente-corda'- realtà e realtà virtuale...) sono relativi l'uno all'altro.
Si può allora salvare qualcosa dalla relatività dei due termini? Non i due momenti riflessivi essendo entrambi relativi e privi di natura propria. Ma la coscienza riflessiva alla quale entrambi appaiono è assoluta, perché si trova fuori del conflitto. Con un'immagine , in un duello tra uguali, entrambi i duellanti cadono esausti; lo spettatore è il residuo. La consapevolezza riflessiva del conflitto antinomico della ragione è, allo stesso tempo, al di sopra del conflitto ed anche una "visione profonda" di esso.
Non possiamo fare a meno di questa consapevolezza critica 'alla quale' appare il conflitto tra le due 'realtà', e che compie una valutazione di esso. Non può essere 'posseduta' come cosa, ma è presente come atteggiamento più profondo e più intimo delle cose.
Semplificando: immaginiamo un bimbo che gioca a nascondino con se stesso e con nessun altro. Perché l'"Assoluto" o la "Coscienza Cosmica" gioca a nascondersi da se stesso? Visto che pure il suo contrario, l'inconsapevolezza, è una sua manifestazione?...Diverso il caso del bimbo solo che gioca a nascondino con se stesso consapevole di star giocando a nascondino solo con se stesso...e questa è la consapevolezza riflessiva o critica, che è il 'residuo' del gioco... :)
Namaste
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Ipazia

L'Assoluto illude se stesso nel momento in cui postula il noumeno e causa la nevrosi del disvelamento. La fisica funziona benissimo pur non sapendo che cos'è la sua "materia prima": l'energia, ma sapendo gestire sempre meglio i suoi effetti con discipline teoriche e pratiche ed unità di misura pertinenti alle "condizioni del sistema".

Allo stesso modo noi non sappiamo che cos'è la mente/coscienza/ātman ma ne vediamo gli effetti, le eruzioni. Su questa fenomenologia possiamo attuare la nostra ricerca scientifica e filosofica e produrre tecniche di gestione etica (ethos techne) comprensive delle loro condivise unità di misura valoriali e delle condizioni di sistema socioesistenziali conseguenti.

Il sistema antropologico è più complicato del sistema fisico perchè: 1) dipende dal sistema fisico 2) gode nel suo ambito peculiare di un grado di libertà superiore al sistema fisico, al limite dell'indeterminatezza o comunque dell'incontrollabilità (ben più difficile controllare e programmare il cogito che le barre di uranio di una centrale). E' questo il motivo per cui il metodo scientifico, coi suoi determinismi, non basta, e rimane attuale la ricerca filosofica pura e applicata (etica).
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

myfriend

#100
@Sariputra
La difficoltà di queste concezioni  è che non spiegano in maniera convincente il perché sorge l'"illusione".  Nell'Advaita Vedanta, ossia in un sistema monistico metafisico, Shankara deve introdurre un elemento dogmatico (la rivelazione-sruti) per spiegare il perché l'Assoluto 'illuda se stesso'

Il perchè sorge "l'illusione", per me, è abbastanza chiaro.

Prima che si manifestasse l'homo sapiens, le qualità della Coscienza cosmica manifeste erano quelle atte a garantire "l'equilibrio della vita", ma senza consapevolezza.
E cioè: istinto di sopravvivenza per garantire il proseguimento della vita stessa e quindi garantire il proseguimento dell'evoluzione.

In questa realtà senza consapevolezza, la gazzella mangia l'erba e il leone sanguinario e violento mangia la gazzella. Tutto è guidato da istinti animali inconsapevoli...cioè meccanismi "istintivi" validi per tutti gli individui di una stessa specie.
La gazzella non può avere compassione per l'erba...altrimenti si estinguerebbe.
Il leone non può avere compassione per la gazzella, altrimenti si estinguerebbe.
Quindi, prima della comparsa dell'homo sapiens non c'era la "qualità" consapevolezza....ma c'era solo la legge dell'istinto.
Ogni specie animale ha i propri istinti...e questi istinti guidano tutti gli individui di una stessa specie.

Ora...tra questi "istinti di base" degli animali, ci sono anche quelli che creano la "realtà" come collezione di oggetti distinti e separati nello spazio-tempo (cioè la maya...l'illusione).
Se la gazzella (che non ha consapevolezza) non riuscisse a "vedere" l'erba come entità distinta e separata da sè, non potrebbe attuare l'istinto a nutrirsi e si estinguerebbe.
Allo stesso modo, se il leone (che non ha consapevolezza) non riuscisse a "vedere" la gazzella come entità distinta e separata da sè, non potrebbe attuare l'istinto a nutrirsi e si estinguerebbe.
Quindi....tra gli istinti di base della "realtà priva di consapevolezza", ci sono anche i meccanismi del cervello, dei sensi e del sistema nervoso degli animali che fa percepire agli animali una realtà fatta di oggetti distinti e separati nello spazio-tempo. E che consente agli animali di "applicare" l'istinto di sopravvivenza.
Come ho detto...una gazzella per nutrirsi deve vedere l'erba come entità distinta e separata da sè...altrimenti non potrebbe nutrirsi.
Allo stesso modo un leone deve vedere la gazzella come entità distinta e separata da sè...altrimenti non potrebbe nutrirsi.
Non solo.
Il meccanismo di base che porta il cervello degli animali a vedere oggetti distinti e separati nello spazio-tempo serve anche alla riproduzione sessuale necessaria a perpetuare la vita. Cioè serve affinchè l'istinto alla riproduzione si possa dispiegare...o possa essere esercitato o attuato.
Se la gazzella maschio non vedesse come entità separata da sè la gazzella femmina, l'istinto dell'accoppiamento non potrebbe dispiegarsi...quindi non ci sarebbe l'accoppiamento...e la specie si estinguerebbe...e la vita finirebbe.
Lo stesso per il leone. Se il leone maschio non vedesse come entità separata da sè il leone femmina, l'istinto dell'accoppiamento non potrebbe dispiegarsi...quindi non ci sarebbe l'accoppiamento...e la specie si estinguerebbe...e la vita finirebbe.

Il meccanismo istintivo animale del cervello di costruire una realtà fatta di entità distinte e separate nello spazio-tempo (l'illusione..la maya..la realtà virtuale o, come lo chiamo io, il videogame creato dal cervello), serve alla realtà animale (che è inconsapevole ed è guidata unicamente dagli istinti di specie) per dispiegare ed attuare gli isitinti di sopravvivenza...e quindi per perpetuare la vita...e quindi perpetuare l'evoluzione.

Poi è comparso l'homo.
L'homo non viene da un'altra galassia...non viene da un altro pianeta. Ma è il frutto di un processo evolutivo qui sulla Terra.
Cioè...l'homo manifesta qualità specifiche della Coscienza cosmica (intelligenza, creatività, compassione, libero arbitrio) che però, in noi, SI AGGIUNGONO a quelle precedenti.
E' questo il concetto base: le nostre specifiche qualità, in noi, si aggiungono alle precedenti qualità che, in noi, continuano a esistere. Proprio perchè il processo evolutivo si basa su aggiunte successive...o manifestazioni di qualità nuove che si aggiungono alle precedenti.


Quindi...noi abbiamo e manifestiamo le stesse qualità della Coscienza cosmica che si sono manifestate nelle specie che ci hanno preceduto nell'evoluzione...e IN PIU' manifestiamo le nostre specifiche qualità.
Cioè...noi abbiamo una "natura inferiore" (che è quella degli animali che vivevano nella incosapevolezza, guidati solo dai loro istinti e che costruivano una realtà fatta di oggetti distinti e separati nello spazio-tempo per poter esercitare i loro istinti) e abbiamo una "natura superiore" nella quale si manifestano le qualità della Coscienza cosmica che sono specifiche nostre (e cioè intelligenza, creatività, compassione, libero arbitrio).
Dove si crea questo dualismo?
Nel nostro cervello.
Il nostro cervello è composto dagli strati inferiori (cervello rettiliano e limbico) che derivano dagli animali che ci hanno preceduto...e che "lavora" con la stessa logica degli animali che ci hanno preceduto nella scala evolutiva. Ed è composto dallo strato superiore (neocorteccia) che manifesta le specifiche qualità che sono specifiche nostre (intelligenza, creatività, compassione, libero arbitrio).

Ed è proprio negli strati inferiori del nostro cervello (natura inferiore che abbiamo ereditato dagli animali che ci hanno preceduto nella scala evolutiva) che nasce la realtà illusoria (o maya, o "realtà virtuale" o videogame) che ci fa percepire la realtà come una collezione di oggetti distinti e separati nello spazio-tempo che "nascono" e "muoiono". Ma non solo. Lì risedono anche tutti gli istinti che appartengono agli animali che ci hanno preceduto (territorialità, aggressività, sessualità, violenza, sopraffazione, egoismo, attacco e fuga, paura e fuga, logica del branco etc etc).

Quindi noi viviamo il dualismo tra la nostra natura superiore e la nostra natura inferiore.
Nella nostra "natura inferiore" nasce la visione della realtà come collezione di oggetti distinti e separati nello spazio-tempo che "nascono" e "muoiono" (l'illusione, maya, la realtà virtuale o videogame) e sono collocati anche tutti gli istinti del mondo animale che regolavano la realtà priva di cosapevolezza che abbiamo ereditato dalla storia evolutiva.
Su questa si innesta la nostra "natura superiore" dove c'è la cosapevolezza (intelligenza, creatività, compassione, libero arbitrio).

E' la nostra natura superiore che ci consente di acquisire la consapevolezza che la realtà, così come ce la fa percepire la nostra natura inferiore, è una "illusione" (o maya o realtà virtuale).
Perchè questo?
Perchè il nostro scopo è vivere la realtà a partire dalla nostra natura superiore...cioè superando l'illusione della maya...e mettere la nostra natura inferiore AL SERVIZIO della natura superiore.

Gli animali non hanno questo problema. Loro hanno esclusivamente la "natura inferiore"...e quindi non vivono nessun dualismo.
Siamo noi che abbiamo una natura inferiore (quella ereditata dagli animali) e una natura seperiore (le nostre specifiche qualità) e viviamo il dualismo tra queste due nature.
Ora....meno è sviluppata la nostra consapevolezza...cioè meno è sviluppata la nostra natura superiore...e più siamo risucchiati dalla natura inferiore e siamo portati a credere che ciò che la natura inferiore ci fa percepire sia l'effettiva realtà (quando invece è solo un videogame).
Più è sviluppata la nostra consapevolezza...cioè più è sviluppata la nostra natura superiore...e più siamo in grado di riconoscere che la realtà che viene creata nella natura inferiore del nostro cervello è solo "illusione"...cioè maya...o realtà virtuale o videogame.
La maya..il videogame...va benissimo agli animali...perchè loro hanno solo quella e devono vivere seguendo quella illusione e la logica dell'istinto di sopravvivenza che regola quella illusione.
Il nostro scopo, invece, è vivere secondo le nostre specifiche qualità che in noi si sono manifestate (la nostra natura superiore) e mettere la nostra natura inferiore al servizio della natura superiore.

Attenzione!
Non dobbiamo odiare la nostra natura inferiore...non dobbiamo disprezzarla o reprimerla. Ma dobbiamo ILLUMINARLA con la nostra natura superiore e metterla al servizio della nostra natura superiore.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

Citazione di: Ipazia il 28 Novembre 2019, 16:38:52 PM
L'Assoluto illude se stesso nel momento in cui postula il noumeno e causa la nevrosi del disvelamento. La fisica funziona benissimo pur non sapendo che cos'è la sua "materia prima": l'energia, ma sapendo gestire sempre meglio i suoi effetti con discipline teoriche e pratiche ed unità di misura pertinenti alle "condizioni del sistema".

Allo stesso modo noi non sappiamo che cos'è la mente/coscienza/ātman ma ne vediamo gli effetti, le eruzioni. Su questa fenomenologia possiamo attuare la nostra ricerca scientifica e filosofica e produrre tecniche di gestione etica (ethos techne) comprensive delle loro condivise unità di misura valoriali e delle condizioni di sistema socioesistenziali conseguenti.

Il sistema antropologico è più complicato del sistema fisico perchè: 1) dipende dal sistema fisico 2) gode nel suo ambito peculiare di un grado di libertà superiore al sistema fisico, al limite dell'indeterminatezza o comunque dell'incontrollabilità (ben più difficile controllare e programmare il cogito che le barre di uranio di una centrale). E' questo il motivo per cui il metodo scientifico, coi suoi determinismi, non basta, e rimane attuale la ricerca filosofica pura e applicata (etica).
Scusa eh....ma non ho mai letto tanta aria-fritta più fritta di questa.
Mi sembra la supercazzola...con rispetto parlando eh.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Ipazia

Non credo che in questo forum siano accettabili risposte di questo tipo. O si entra nel merito e si argomenta o si ignora. Come solitamente faccio io quando sento supercazzole tipo "coscienza cosmica" che non hanno nemmeno la dignità di essere sostenute da antiche dottrine.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

myfriend

Citazione di: Ipazia il 28 Novembre 2019, 18:05:14 PM
Non credo che in questo forum siano accettabili risposte di questo tipo. O si entra nel merito e si argomenta o si ignora. Come solitamente faccio io quando sento supercazzole tipo "coscienza cosmica" che non hanno nemmeno la dignità di essere sostenute da antiche dottrine.
Si ma che vuol dire in concreto...nella nostra esperienza di tutti i giorni: L'Assoluto illude se stesso nel momento in cui postula il noumeno e causa la nevrosi del disvelamento.


Ma quale noumeno....quale nevrosi! Ma che significa?

La fisica funziona benissimo pur non sapendo che cos'è la sua "materia prima": l'energia, ma sapendo gestire sempre meglio i suoi effetti con discipline teoriche e pratiche ed unità di misura pertinenti alle "condizioni del sistema".


Si può benissimo elaborare una filosofia sulla Coscienza cosmica senza sapere esattamente cosa sia, ma valutandone e osservandone gli effetti.
Che significa che la Coscienza cosmica non è sostenuta da antiche dottrine?
Forse le antiche dottrine conoscevano l'evoluzione?
Forse le antiche dottrine conoscevano la struttura del cervello umano e la fisica/chimica del cervello umano?
Forse le antiche dottrine sapevano che la materia non è fatta di cose materiali?

Vogliamo forse rimanere aggrappati a una filosofia di 5mila anni fa legata alle conoscenze di 5mila anni fa?
E chi ce lo ha ordinato? Il dottore?
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

viator

Salve myriend ed Ipazia. Voi pensate che per intendersi basti usare una lingua comune, ad esempio l'italiano.

Anche solo da questopunto di vista i vostri rispettivi linguaggi sono incompatibili al di là di ogni loro merito poichè nessuno li traduce culturalmente.

Abbiamo una Ipazia che si esprime restando nell'ambito material-positivistico ed ignorando (non ammettendolo) un ambito ad esso esterno.
C'è invece myfriend il quale - ben consapevole dell'esistenza e del significato dell'ambito espressivo e mentale di Ipazia, da una parte non si sogna di contestarlo mentre da un'altra non lo ritiene sufficiente a contenere la propria visione del mondo, la quale risulta appunto proiettata nell'ambito (metafisico) che Ipazia - abbiamo detto - non riconosce adatto alla descrizione della realtà. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.