funzione dei cimiteri - nel "nostro" tempo

Aperto da jsebastianB, 22 Gennaio 2017, 22:40:28 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Jean

Evidente che sia la mia visione, caro W., l'ho scritta io...  :)

Ma che alcuno non la condivida, adesso o in futuro, non ne puoi esser certo.

Adeguamento esistenziale mi piace, non l'avevo mai incontrato sinora, denota creatività semantica e penso che lo userò a mia volta.

Dispiace deluderti invece nella tua supposizione, puoi legger tutti i miei post in questo Logos (e nel vecchio forum archiviato) e non ci troverai i caratteri distintivi del credente monoteista o politeista che sia.

Ma naturalmente, come ben dici, nulla è nuovo sotto il sole e vi sono affinità nella costruzione delle frasi, dei periodi in un testo... sedimentazioni affioranti di contenuti appresi durante il corso della vita. Tutti li usiamo ma non ci fanno per questo appartenere a un certo percorso.  

Come ancora ben dici non siamo tutti uguali e ti sarà difficile catalogarmi in questa o quella categoria, tanto più, come ho scritto, perché non faccio alcun riferimento alle parole di alcuno, di ieri e di oggi, per supportar i miei ragionamenti.

Con tali premesse ben dichiarate, imputarmi di non aver compreso la valenza di Q è analogo ad affermarlo per ogni libro del mondo, sacro o non sacro che io abbia o non abbia letto.

Per me Q è uno dei molti, certamente di gran spessore, ma non quando le frasi che prendo da te, il mio tramite per toccar il suo pensiero, a mio avviso (concedi mi sia consentito come lo è per te interpretare ad esempio l'opera di Paolo?) non abbiano quello spessore che invece tu ci trovi.

I libri pur sempre "sacri" che citi non li ho letti con superficialità, non li ho proprio letti e non intendo, per il momento, farlo.

Poiché non ho alcuna intenzione di discutere con te sul piano storico e delle fonti, dove riconosco il tuo primato, come ho evidenziato in diverse occasioni.

Se per dialogare con qualcuno in filosofia dovessi studiare i libri che egli ha masticato per una vita... dov'è la differenza qui?

Ognuno, dichiarandolo come ho fatto, inizia il percorso deduttivo dalle proprie premesse... non fosse servirebbe porre delle limitazioni: discussioni consentite ai soli storici e conoscitori della bibliografia allegata.

 
Nel legger le tue parole, i periodi,  trovo delle somiglianze, ad esempio

...ai vari autori / tutti impegnati ad esaltare, magnificare, adulare, osannare il dio delle Tribu'...

non mi par troppo diverso il tuo atteggiamento, la tua disposizione nei riguardi di Q, puoi sostituire adulare con ammirare e osannare con rispettare... chi per i suoi motivi, interessi, sensazioni... ma la sostanza rimane la stessa, quel che incontra te non incontra tutti e viceversa... tu chiamala, se vuoi... biodiversità cultural-sociale... ripeto, quello che emoziona te non è per nulla certo produca lo stesso effetto in altri.

Se in un certo percorso storico vedi solo un intento, un gomplotto... puoi, come fai, riunire tutto quel che la tua ricerca ti procura e a tuo modo combatterlo. 
Perché ho l'impressione che a te non dispiaccia lo scontro e personalmente non mi impressiona, per nulla... ma preferisco camminare su terreni in cui viene risparmiata almeno un po' d'erba.

Sulla parola "ossessione" ti ho risposto nel topic "Un sontuoso banchetto" (muoversi un po' nell'Hotel è un buon esercizio... per il dito del mouse...).

Per la fiera dell'ovvio non potevo sapere perché sei del tutto indifferente alla degradazione del corpo... non ne avevi parlato sinora e questo lo trovo interessante, un'esperienza di vita che dubito non abbia lasciato almeno una traccia nel tuo inconscio.

Ma non conoscendoti di persona... osservo la costruzione delle frasi e la grafia...

Riguardo al suicidio (ne ho parlato nello "specchio della verità) e eutanasia son atti che rispetto... forse non sono frutto del solo ragionamento, si muove – anche - qualcosa di profondo dentro le persone che vi approdano.

Qualcosa che in parte, o più, lor stesse non comandano.

Inconscio, qualcos'altro? Liberi di crederci o meno.


 
Qui si chiudono, per questo topic, le mie risposte, perché non possono e non devono rivolgersi ad una sola persona come ho fatto con questa mia ultima, che mi ha indicato il limite della mia partecipazione.

Ho espresso, interagendo con te, la mia visione riguardo ai cimiteri, luoghi della memoria (coincidenza... in questi giorni) e ho letto la tua e di altri. 

La discussione è stata civile e pacata, speriamo un pò interessante anche per gli ospiti del nostro Hotel.

 

Grazie, Sebastian.

Ipazia

Nonostante la scritta rossa minacciosa penso sia proprio questo il post(o) giusto per la mia riflessione. Che è sulla morte ma anche sul cimitero, un luogo matericamente concreto in cui la spiritualità atea, a contatto diretto con l'effimero della vita, si può liberamente involare.

Innanzitutto in un'epoca di nonluoghi deliranti il cimitero conserva la sua incorruttibile qualità di luogo. E non è poco. Il memento mori, comunque declinato, merita sempre il massimo rispetto. Pure l'eredità cristiana del cimitero, cui non contribuirò perchè mi farò cremare.

Il cimitero monumentale della mia città è rappresentativo del meglio che essa vorrebbe essere: pulito, piante ben curate, aree di rispetto adeguate a tenere lontano il baccano metropolitano. Bello da vivere e invitante ad abitarci. L'interno è elegante con discrezione, geometrico, senza sfarzi baroccheggianti nemmeno nelle cappelle degli aristocratici che hanno popolato di splendide ville palladiane i colli e le valli circostanti. Sobrio come si addice al capoluogo di una provincia più ricca della Grecia, che ha saputo resistere a guerre, crisi economiche e mafie finanziarie che l'hanno ingiuriata assai ma non sono (ancora) riuscite ad abbatterla. Una provincia laboriosa con aree di geniale eccellenza dove si brevettano prodotti che non temono la Cina. Invecchiando ho imparato ad apprezzare questa ex sagrestia d'Italia per la sua concretezza a prova perfino del costante malgoverno di centrodestra e centrosinistra che completa il quartetto dei cavalieri dell'Apocalisse a cui riesce a sopravvivere.

Il cimitero è ubicato tra la mia abitazione e il parcheggio dove tengo l'auto, lungo una strada per metà pedonale che costeggia le sue mure per cui mi capita di passarci spesso e talvolta, anche se so che non ha alcun recondito significato, mi rifugio al suo interno per controllare lo stato della tomba di mia madre. Viene davvero voglia di restarci là dentro, tra quelle piante rigogliose di primavera frequentate da uccelli e cinguettii. Tra quegli umani, silenziosi e uguali, anche laddove qualche cappella di famiglia lascia intuire una differenza che, come dice il sommo poeta della Livella, ormai non vale più nulla. Soprattutto sorprende la mitezza di questi umani. La morte redime anche i peggiori tra loro, i delinquenti non per circostanze ma nell'anima, i cattivi e rissosi di natura. Anche loro tranquilli che proprio non riesci a distinguerli dai loro vicini più miti e pacifici in vita. Davvero gran cosa la morte. Non ci fosse, bisognerebbe inventarla e il cimitero che la contiene si trasfigura in città ideale, nell'armonia che al mondo dei vivi è negata.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Ipazia. Come credo avrai già notato, io sono profondamente antiegualitarista. L'egualitarismo è un candida quanto dissennata utopia di parecchi vivi.
E' da morti invece che l'egualitarismo si realizzerà infine privo di ogni genere di nocive od illusorie conseguenze.
Vedi bene che sono i vivi che solitamente si accaniscono a voler differenziare i propri morti.
Quindi hai ragione : "Davvero gran cosa la morte. Non ci fosse, bisognerebbe inventarla". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

'A Livella
...
'Nu rre, 'nu maggistrato, 'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme:
tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?

Perciò, stamme a ssenti... nun fa o restivo,
suppuorteme vicino-che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie... appartenimmo à morte!
"
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Discussioni simili (5)