Estinzione o rinascita dello Spirito di Dio

Aperto da Kobayashi, 17 Ottobre 2018, 10:24:58 AM

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Kobayashi

Il Vangelo racconta che lo Spirito di Dio, prendendo dimora in Gesù di Nazareth, era tornato tra gli uomini.
All'inizio sembrava che si trattasse di fare solo una scelta: accogliere o non accogliere lo Spirito attraverso un atto di fiducia nei confronti della persona di Gesù.
Ma ben presto ci si rese conto che non bastava: un atto di fede infatti non determina necessariamente un cambiamento. Non si diventa un uomo nuovo grazie ad un semplice assenso.
Divenne chiaro che quell'assenso era solo l'inizio di un lunghissimo cammino.
I monaci dei primi secoli iniziarono così a sperimentare le più diverse tecniche per riuscire a dare consistenza a quel cammino.
Alla fine, tra molti fallimenti e qualche successo, diedero forma ad una prassi specifica. Essa era basata sull'idea che lo scontro cosmico tra luce e tenebra di cui parla il Prologo del Vangelo di Giovanni ha il suo correlato umano nella lotta interiore contro i pensieri malvagi, i pensieri che conducono alla distruzione e alla morte.
Questi asceti compresero che tutto dipende dalla capacità di vincere il male, il quale è sperimentato da ciascuno attraverso la presenza costante e ossessiva di pensieri che se anche non hanno chiaramente la forma esplicita della malvagità, possono annidare dentro di se' un potenziale di odio pronto a radicarsi e a riprodursi.
La pratica di questa lotta spirituale veniva definita "vera filosofia".

Forse c'è una certa inconciliabilità tra l'idea che la salvezza venga sempre per iniziativa divina e l'attivismo di questi monaci.
Se si parte però dalla fede che l'uomo porta dentro di se' una traccia dello Spirito di Dio, di fronte al disastro dell'umanità (il dominio del male), si può concludere solo in due modi: o lo Spirito è estinto, o siamo noi responsabili del suo soffocamento o di una sua rinascita.
Così l'idea è questa: non puoi conoscere Dio, sentirne la presenza, finché non passi attraverso una prassi purificatoria e liberatoria. Quindi paradossalmente devi iniziare il cammino (quindi rinunciare a tutto) senza aver mai sperimentato in alcun modo Dio (qualsiasi cosa s'intenda con la parola "Dio").
Soltanto nel corso del cammino inizierai, proporzionalmente alla vittoria sui pensieri malvagi e al restauro della tua vera umanità, a fare esperienza di quella luce, la quale sembra alla fin fine tutt'uno con la beatitudine di essere finalmente in pace, libero dal male.
(Sembra un ragionamento circolare e paradossale e forse lo è...).

La mia convinzione è che il cristianesimo possa ripartire da questa prassi. Non dalla teologia (la dottrina), non dalla morale, tanto meno dalla Chiesa con tutte le sue preoccupazioni istituzionali in fondo irrilevanti... Ma dall'ascetica dei primi secoli (disciplina che resta al centro della vita del monaco anche oggi).

Sariputra

E' un lavoro che è già iniziato...certo, non ancora  a livello istituzionale gerarchico della Chiesa...ma ormai è diffuso in piccole realtà che fanno la cosiddetta " preghiera profonda" e che stanno portando avanti questo processo di rinnovamento. Si tratta di piccoli centri di spiritualità, piccoli eremi , a volte autogestiti, frequentati da piccoli gruppi. Si pratica la meditazione, spesso rielaborando tecniche orientali, unendola con la riflessione sui testi. La "bibbia" di questi gruppi è "Dio nel Silenzio" di Gentili e Schnoeller. Si integrano tecniche di training autogeno e di psicologia transpersonale. Si condivide in fraternità, ecc. Sono realtà poco o nulla conosciute, non pubblicizzate. Si conoscono a volte per caso o con il passa-parola. Roba quasi da catacombe! ;D Penso alle esperienze di 'respiro circolare'...a Piero Ferrucci... a  Ken Wilber...

L'evoluzione umana non si ferma all'intelletto o alla fase della malattia ma procede verso qualità più elevate quali: saggezza, amore, umiltà, compassione, consapevolezza, ecc. (Pierre Weil)

Spesso sono proprio i sacerdoti della 'nuova generazione', molto giovani, a portare avanti queste esperienze. L'eucarestia è il momento finale di queste giornate. Credo che ci sia ancora un passo da compiere, sembra come essere fermi in mezzo al guado, ma le cose si muovono...come evolveranno non si sa...E' la generazione dei quarantenni, spesso arrivati dopo profonde crisi esistenziali. Pochi i giovani, ma i giovani sono pochi in qualunque proposta ormai, di tutti tipi: culturale, politica, religiosa...sono sempre più isolati come gruppo, ma sempre pià virtualmente connessi tra loro. Quasi nessuno segue alla lettera la morale istituzionale cattolica... si naviga a vista sperando nel proprio "buon senso"...La maggior parte sono genitori e vivono tutti la difficoltà di conciliare questa ricerca con il 'mondo' e i suoi ritmi sempre più rapidi, ossessivi e totalizzanti. Sono credenti infedeli e spesso increduli,  pieni di dubbi...varia umanità insomma .


cit.Kobayashi:
La mia convinzione è che il cristianesimo possa ripartire da questa prassi. Non dalla teologia (la dottrina), non dalla morale, tanto meno dalla Chiesa con tutte le sue preoccupazioni istituzionali in fondo irrilevanti... Ma dall'ascetica dei primi secoli (disciplina che resta al centro della vita del monaco anche oggi).

Concordo, anche se un pò di conoscenza teologica direi che è necessaria per questi credenti...i primi monaci conoscevano i testi. Questa spesso manca oggigiorno. Non c'è tempo per leggere...il lavoro...si è sempre indaffarati e troppo stanchi alla sera...così alienati. Il cambiamento è lento, forse non porterà a nulla, non si sa...però tutto parte dal 'basso'...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Kobayashi

Citazione di: Sariputra il 17 Ottobre 2018, 11:22:02 AM... La "bibbia" di questi gruppi è "Dio nel Silenzio" di Gentili e Schnoeller.

Non lo conoscevo. Dal quello che ho visto velocemente in rete sembra molto interessante. Cercherò di procurarmelo. Grazie per l'indicazione (spero si riveli preziosa quanto quella del romanzo "Il suono della montagna" di Kawabata: ho potuto constatare con gioia che non esageravi quando lo definivi un capolavoro).

Apeiron

Ciao Kobayashi, Sari,

è un tema molto interessante, senza dubbio. 

Volevo aggiungere che il problema della meditazione in ambito cattolico è che essa è stata sempre storicamente coltivata (per quanto ne so) quasi esclusivamente in ambito monastico. Ergo, le pratiche "ascetiche" e meditative erano sconosciute agli "esterni". Anche oggi, la situazione non è migliore, secondo me. Ho scoperto che ci sono tali tecniche in ambito cristiano molto dopo aver conosciuto un po' delle "pratiche orientali". 

Per quanto riguarda la "rielaborazione delle tecniche orientali", ho trovato questa intervista a Padre Andrea Schnoller sullo yoga e la meditazione. L'ho letta con molto interesse  :)
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

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