Eliminare Dio dalla nostra vita, è realmente "evolutivo"?

Aperto da Yeliyel79, 24 Settembre 2019, 13:09:22 PM

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Sariputra

Il problema del concetto di Dio è veramente complesso e nulla se ne può dire in breve. Io ho fatto il processo inverso: ho passato un lungo periodo in gioventù da ateo per poi abbandonare questa posizione che alla mia riflessione più matura mostrava punti deboli, come quella teistica d'altronde, per rivolgermi  ad un agnosticismo su queste tematiche metafisiche irrisolvibili e abbracciando il "nobile silenzio" buddhista (su queste tematiche, che per altre chiacchero anche troppo.. :-[  ) che è sicuramente un atteggiamente più "open" e meno dhitti (opinioni), si direbbe in pali.
Comunque non si  crede, di solito, in Dio o nell'Insegnamento del Buddha storico, per esempio, in virtù di un'analisi logica, ampiamente insufficiente al riguardo, ma per delle ragioni che si potrebbero definire del "cuore". Ogni conversione spirituale è una forma di 'incontro tra il proprio essere e Altro  per cui ci si traforma (l'acqua si con-verte in ghiaccio..). Spesso la spiritualità ti impone un'apertura, un'uscita da sé. E' per questo che è molto difficile da vivere autenticamente (facendosi cosi spesso "chiesa", nel senso deteriore del termine..) e spesso violentemente rifiutata  o derisa (nella società attuale)....
La 'conversione' suggerisce piuttosto un cambiamento di moto, di movimento. Stai andando per una certa strada e poi cambi direzione, intraprendendone un'altra che senti più vicina alle tue corde esistenziali...
E' sempre un incontro: un'imbattersi in un altra strada e decidere di seguirla (con atroci dubbi che sia quella giusta, di solito...dimenticandosi che la risposta non starà mai in una frase o in un pensiero).
Banalizzando è un pò come l'incontro con una donna. Non saprai mai se è quella giusta, ma certamente non la scegli in base ad un'analisi logica. E' una scelta del 'cuore'...La vita ti dirà forse se era quella giusta...
Eh, si!...la 'conversione' ad una fede spirituale è anch'essa sostanzialmente una scelta d'amore...a volte non c'è una vera logica sottostante. Lo fai perchè senti interiormente che è giusto per te farlo, in quel momento...
Poi naturalmente, se una persona ama approfondire...cammina, cammina, cammina...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

bobmax

#16
Citazione di: paul11 il 25 Settembre 2019, 13:15:07 PM
Ciao Bobmax
cosa vuol dire "avere fede nella verità"? Come se ogni umano che avesse fede nella verità ,allora il suo ragionamento è vero, è giusto?
Che cosa dirime una fede in una verità dalla superstizione?
La razionalità se non è ragione che cosa è?
E altra contraddizione "Se consideriamo la razionalità verità assoluta, pretendiamo di conoscere la Verità, e cadiamo così nella superstizione. "

Quale è il limite della razionalità?
Perchè il Tutto sfugge al ragionamento razionale?

Cosa vuol dire "ciò che è qualcosa"? Che solo lo percepisci sensibilmente, che è ragionato?,che solo esiste senza essere? Quale è la differenza ontologica fra ciò che è e ciò che è contingente?

Se il "tutto non è qualcosa" che cosa è?

Ciao Paul11

Riguardo alla Verità


Nella tua domanda: "cosa vuol dire 'avere fede nella verità'?" vi è già la risposta.
Se, come penso, la domanda è sincera, essa nasce dalla fede nella Verità.
Tuttavia, essendo la Verità il fondamento dell'esserci, la tua domanda vorrebbe l'impossibile, cioè comprendere ciò che fonda il suo stesso manifestarsi!
Puoi rendertene conto, provando a formulare un qualsiasi pensiero cercando di negare la Verità, ti sarà impossibile.
La questione infatti non riguarda certo la Verità, ma la fede in Essa nell'esserci mondano.
Ossia la consapevolezza e il nostro abbandono in quel Nulla che fonda il Tutto.

Non è la fede nella Verità a determinare se il nostro ragionamento è giusto e vero in assoluto.
Perché noi siamo da sempre e per sempre nella Verità, a prescindere persino dalla nostra fede in Essa.
La fede riguarda invece il nostro stesso cercare di diventar consapevoli di questo nostro stato.
Una fede perciò che ci permetta di attraversare la notte oscura, dove, nel nostro esserci, non siamo affatto nel "giusto e vero".

Riguardo ai "qualcosa"

Occorre secondo me per prima cosa distinguere tra "esserci" e "essere". Noi siamo esserci, il nostro mondo è esserci, ossia scissione originaria soggetto/oggetto. Quando diciamo che una cosa è, intendiamo in effetti che quella cosa c'è. Perché dell'essere non sappiamo proprio nulla.
Conosciamo solo esserci, ciò che c'è, oggetto per un soggetto.
Che può essere percepito sensibilmente, pensato, immaginato, insomma c'é.
E ciò che c'è è qualcosa.
Se non è qualcosa... non c'è!

Non vi è nessuna differenza ontologica tra ciò che è e ciò che è contingente. Perché in quel "ciò" si intende sempre "esserci", ossia qualcosa.

Riguardo alla Verità vs superstizione

La fede non è in "una" verità, ma nella Verità!
Verità che appare come Nulla.
Perché questa fede, che poi è l'unica autentica fede, rimanda sempre a noi stessi ogni responsabilità su cosa sia vero o falso, giusto o sbagliato.
Viceversa superstizione è il voler credere vero "qualcosa". Il voler credere che ci sia qualcosa di assolutamente Vero! Questa è superstizione, che è poi l'origine di ogni fanatismo.

Su Ragione e Razionalità

Il nostro esserci, i qualcosa, esistono solo in quanto compresi razionalmente.
Intendo con razionalità lo stesso pensiero determinato, ossia composto da dei qualcosa.
E il pensiero o è determinato o non è.
La razionalità è un sistema, e come tutti i sistemi non può uscire da se stessa.

Tuttavia noi siamo dotati di ragione, che include la razionalità ma non si esaurisce in essa.
La ragione è infatti in grado di avvertire i limiti della stessa razionalità, anche se non è in grado di darne una spiegazione (dovrebbe infatti usare la razionalità...)
Tipico esempio di un limite razionale è l'infinito. Concetto necessario ma in realtà  impensabile razionalmente. Se cerco di pensare l'infinito, formulando per esempio la frase "senza fine", la mia mente concentrandosi sul significato di ciò che sta dicendo, nel completarla razionalmente entra in sospensione... non riesco a pensare l'infinito!

La razionalità questi limiti manco li avverte, vi rimbalza contro incurante e prosegue le sue elucubrazioni senza neppure rendersene conto.
Ma se io allora trascuro ciò che la ragione ha invece percepito, e forzo il gioco considerando la razionalità autosufficiente, ossia fonte di Verità... ecco che cado in superstizione!
Perché voglio credere Vero ciò che invece è solo un qualcosa, in questo caso la stessa razionalità. Ossia un sistema, importante quanto si vuole, ma che non è assoluto (ha dei limiti).

Riguardo al Tutto


Il Tutto sfugge al pensiero razionale perché non è un qualcosa. E non è un qualcosa perché che lo sia è solo il frutto di un'allucinazione della stessa razionalità, che immagina di porsi "fuori"(!) dal Tutto per poter affermare: "E' qualcosa!"

<Se il "tutto non è qualcosa" che cosa è?>
Vedi qui la contraddizione nella tua stessa domanda?
Se non è qualcosa, che senso ha chiedersi che cos'è?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

@Paul11

Non mi pare che Tommaso d'Aquino sia un utile riferimento nel riflettere su Dio.

Molto più interessante Anselmo d'Aosta.

Tommaso è infatti chiuso dalla sua "fede" nella razionalità (superstizione).

Anselmo va oltre.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

donquixote

Citazione di: baylham il 25 Settembre 2019, 14:50:19 PMLa spiegazione logica dell'inesistenza degli assoluti è semplice se si accetta la premessa che esistano le cose, gli enti. Se Dio esiste significa che è semplicemente una cosa fra le altre, con la stessa importanza ai fini di questo ragionamento di un granellino di sabbia. Granellino di sabbia di cui io, tu paul11 e molti altri non dubitiamo dell'esistenza, come non dubitiamo del carattere "a" posto alla fine della parola esistenza. "l'Universo è opera di "dio"" è un sistema formato da almeno tre cose: l'universo, l'opera e Dio. Inoltre ci sono il testo, le parole, i caratteri. Manca l'assoluto, che è il sistema, che infatti non ha esistenza proprio perché ci sono le cose, le parti, almeno tre. Quindi o mi tengo l'assoluto, che non ha esistenza, da cui il mio ateismo, ma di cui non so che farmene o mi tengo le cose, a cui invece sono molto affezionato. Ovviamente tutto ciò vale logicamente se si accetta la premessa. A ciascuno la sua premessa. Molte discussioni fa argomentavo che l'ateismo era la fede più irrazionale, sostenere l'inesistenza di qualcosa era una missione impossibile; oggi sono convinto del contrario, che l'ateismo sia una fede molto razionale.  

A livello di mera spiegazione logica mi pare ci sia innanzitutto e a mo' di premessa una lacuna gigantesca: infatti parlando rigorosamente non può esservi nulla che non esista. Se qualcosa non esistesse non si potrebbe nemmeno parlarne poichè per poter affermare o meno la sua esistenza bisognerebbe perlomeno sapere che cosa è, e se si puo dire "che cosa è" di un qualcosa, una cosa qualsiasi, significa che questa esiste ed ha delle caratteristiche che un gruppo di persone che ne vuole discutere deve a priori condividere. Dunque la proposizione "questa cosa non esiste" detta così non ha senso, e lo può avere solo se preventivamente si condivide il livello di esistenza in cui quella cosa andrebbe collocata. Infatti la frase "questa cosa non esiste" è perlomeno incompleta, e bisognerebbe precisarla meglio. Se io affermo che i cavalli volanti non esistono devo aggiungere "a livello fisico-terrestre" perchè Pegaso esiste eccome a livello di mitologia, di letteratura, di immaginazione, di simbologia, insomma a  livelli diversi rispetto a quello materiale dominato dalle leggi fisiche terrestri. Una volta chiarita questa questione si potrà allora discutere a quale livello Dio esiste partendo dalla descrizione del termine che nei secoli ne sono state date e capire se effettivamente è "una cosa fra le altre", un "granellino di sabbia" oppure no.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

paul11

#19
Citazione di: Ipazia il 25 Settembre 2019, 14:47:15 PM
L'argomento risolutivo è che ciò che non è dimostrabile (teismo o ateismo) appartiene alla fede, per sua natura personale, e non è generalizzabile intersoggettivamente. Questo è l'elemento evolutivo di aver eliminato Dio dai testi scientifici. Gli argomenti di Tomaso d'Aquino sono stati smontati logicamente. Mica ci volesse molto: regressione infinita e assiomi addomesticati. Ma è sul piano ontologico che il piatto piange. Difficile immaginare un Deus più absconditus di questo. In attesa si faccia incontrovertibilmente presente, rimane atto di fede e scommessa. Pari pari all'ateismo. Che però ha un vantaggio almeno epistemologico: entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem. Postulato neppure di parte, visto che proviene da un religioso cristiano
La scienza costruisce leggi come la legge della gravità e da dove viene la legge di gravità?
Fai fede ai particolari e ti sfugge il quadro, per cui ogni particolare se non segue andamento logico deduttivo verso la causa prima ,è privo fondamento., manca l'aggancio ad una regola originaria e primitiva.

Credi alle leggi scientifiche, e sulla base di cosa ci crederesti?

La regressione è niente affatto infinita e l'autore del link da te postato o viene da un mondo che non conosco oppure le stesse fondamenta che chiedo a te le porrei a lui. Lui sa di esistere?
In cosa credi e quali sono i fondativi, o solo perché qualcuno ha detto che è legge scientifica è "verità"?
Ma soprattutto ancora non capisco come gli scientisti, materialisti naturalisti non abbiano capito ancora che la stessa scienza moderna ha dovuto tovare, cercare deduttivamente branche di scienza, come le teorie cosmologiche e il big bang è una, come quella del multiverso, delle stringhe, come alcune quantistiche, che ormai loro stesse dicono che la dimostrazione fondata sulle percezioni sensibili è "fallace".La scienza contemporanea è diventata meta-scienza come la meta-fisica.
Quando hanno progettato il Cern di Ginevra ad una data potenza, sapevano che avrebbero potuto trovare il bosone di Higgs, perché le teorie deduttive razionali indicavano "quel" passaggio.
Lo sapevano prima ancora di "vederlo".
Lo stesso vale per l'onda gravitazionale fossile.La teoria della cosmologia indcava che doveva per forza esserci, quel per forza è logico deduttivo.Infatti lo hanno scoperta.

paul11

Il cuore è fondamentale, ma non fondativo e lo sanno da sempre le scuole filosofiche indiane di tutte le forme spirituali .
Il cuore è una premessa, ma tutti seguono le passioni, anche Hitler e i serial killer.
Perchè il cuore è "ambiguo", se non è accompagnato dalla ragione, saremmo in balia delle passioni,fino alle perversioni alla cecità stessa del cuore.
Cuore e ragione devono accompagnarsi dentro il senso della misura.

paul11

#21
Citazione di: baylham il 25 Settembre 2019, 14:50:19 PM
La spiegazione logica dell'inesistenza degli assoluti è semplice se si accetta la premessa che esistano le cose, gli enti. Se Dio esiste significa che è semplicemente una cosa fra le altre, con la stessa importanza ai fini di questo ragionamento di un granellino di sabbia.
Granellino di sabbia di cui io, tu paul11 e molti altri non dubitiamo dell'esistenza, come non dubitiamo del carattere "a" posto alla fine della parola esistenza.

"l'Universo è opera di "dio"" è un sistema formato da almeno tre cose: l'universo, l'opera e Dio. Inoltre ci sono il testo, le parole, i caratteri. Manca l'assoluto, che è il sistema, che infatti non ha esistenza proprio perché ci sono le cose, le parti, almeno tre.

Quindi o mi tengo l'assoluto, che non ha esistenza, da cui il mio ateismo, ma di cui non so che farmene o mi tengo le cose, a cui invece sono molto affezionato.
Ovviamente tutto ciò vale logicamente se si accetta la premessa.
A ciascuno la sua premessa.

Molte discussioni fa argomentavo che l'ateismo era la fede più irrazionale, sostenere l'inesistenza di qualcosa era una missione impossibile; oggi sono convinto del contrario, che l'ateismo sia una fede molto razionale.

immaginavo di provocare un vespaio, l'intento è pungolare a riflettere, a non dire cose "scontate", a ragionare.Perchè leggo in troppe discussioni del forum da tempo, dei post-it, delle telegrafiche sentenze senza nessuna o pochissima argomentazione che la sostenga.
Anzi a dire il vero D'Aquino è un pretesto, non ne sono particolarmente "innamorato", così come di Aristotele. ma ha fatto un ragionamento che sinteticamente ho esposto .
La risposta alla domanda Eliminare Dio dalla nostra vita, è realmente "evolutivo"?
Eliminare Dio non elimina il problema di senso dell'esistenza che o consciamente o inconsciamente, o se vogliamo spiritualmente è comunque relazionato al "mondo che mi gira attorno" e che mi apre ad una idea di senso ,proprio come noi dicamo "...così va il mondo.."
Non sono un credente per "partito preso".
In questa discussione non mi pongo, almeno per ora, il significato di Dio dentro l'universo come creazione, ma come al solito, temo invee si antepone la Chiesa, il cristianesimo, le teologie, e bla bla bla.... Non per ora, poi vediamo gli sviluppi della discussione. Se ci attacchiamo ai pregiudizi storico culturali diventa "guerradi parte" senza più ragione razionale logica.
Quindi, ritornando alla domanda della discussione, è possibile obliare Dio, nessuno nemmeno Dio se esiste nega il potere essere negato dalla ragione. Ma rimane il mondo che ci sta attorno, una idea di senso molto più potente delle nostre importanti ma effimere esistenze dinanzi all'universo.
Cosa allora significa ".....realmente evolutivo" posto nella domanda? Presuppone una partenza e un arrivo e fra i due punti, un percorso. Francamente non capisco un percorso di senso evolutivo in chi crede che veniamo dal nulla e finiamo nel nulla. Tanto il saggio e il cretino sono nati vissuti e morti ugualmente e ora sono accanto nel cimitero:sono passati


ciao Baylham
potrei dirti :Dio è". punto e basta senza alcun altra argomentazione.
Perché la manifestazione di Dio è nell' universo e questa segue dei principi che le scienze dell'uomo in ogni epoca leggono e interpretano .
Il Dio è, quindi ha implicitamente la manifestazione del creato e da sempre.

Ateo, agnostico, credente, dal punto di vista logico deduttivo ha poco senso.
Esiste un' origine della manifestazione dell'universo? Persino le scienze contemporanee
cercano con gli esopianeti di trovare la vita ovunque dopo decenni che sostenevano il contrario.
Il Dio inteso ebraicamente, cristianamente, islamicamente ,ecc. è un significato che nulla inficia il procedimento logico, perché le religioni sono fondate su Sacre Scritture, su una premessa che vi sia lì la Verità,a prescindere da altri ragionamenti.
Potrei dire Archè al posto di Dio e immaginare pura energia invece di un vegliardo con il barbone bianco come certe iconografie immaginano.
Il punto quindi ,prima ancora di credere o non credere, è se la manifestazione dell'universo dentro cui siamo come singola esistenza ha un senso per poter poi dire se "evolviamo" oppure no.

paul11

Ciao Bobmax
fede significa avere fiducia in qualcosa, e se il qualcosa è la verità, mi chiedo e chiedo, "in quale verità"?
Posso negare la verità e creare un mondo in negativo, ma non toglie,fra positivo e negativo, nulla alla necessità di ognuno di noi, come esistenza e quindi oserei dire come prima tautologica verità utilizzata dai flisofi "io sono", "io dubito", la necessità ,che può decadere in sola possibilità per i nostri limiti umani, di poterci ragionare razionalmente.

Chi ha detto che la scienza moderna è razionale e ragionare di Dio non lo è oppure è irrazionale dice una fesseria storico culturale. Perchè la DIMOSTRAZIONE non si occupa dei sensi umani come atto probante di una verità, non esistono figure geometriche con le regole di Euclide e Pitagora in natura, eppure noi "facciamo il mondo" applicando numeri e formule ovunque,dal costruire una casa a spedire satelliti su Marte.

L'esserci mondano ci chiede un senso di marcia a cui ognuno è chiamato. Poi c'è chi farà "spallucce" pensando a mangiare, dormire ,fare metabolismi come un virus ,come un " vuoto a perdere"da riciclare.

Citaz. Bobmax
Non è la fede nella Verità a determinare se il nostro ragionamento è giusto e vero in assoluto.
Perché noi siamo da sempre e per sempre nella Verità, a prescindere persino dalla nostra fede in Essa.
La fede riguarda invece il nostro stesso cercare di diventar consapevoli di questo nostro stato.
Una fede perciò che ci permetta di attraversare la notte oscura, dove, nel nostro esserci, non siamo affatto nel "giusto e vero".

Questo è profondo ed è vero.
La interpreto così: se il principio originario è verità ,tutto ciò che ne è emanazione è verità. Quindi noi esistiamo nella verità,ma per attraversare la "notte oscura" abbiamo necessità di coglierne le significazioni, le essenze , la forma che sono oltre il contingente.
Quindi alla domanda "...realmente evolviamo ?" posta dalla discussione, è nel trovare nella nostra esistenza i significati più profondi che la nostra vita relazionata al mondo e ai nostri simili e tentare di avvicinarci a quella verità originaria. E qui finisce la logica ed entra lo spirito e il "cuore",perchè loro e solo loro possono dirci se stiamo davvero "evolvendo".

Fai un errore heideggeriano a dividere l'essere,di cui non si sa come dici, dall'esser-ci intesa come esistenza. L'errore è pensare al contingente, a ciò che si trasforma, a ciò che prima era e dopo non c'è più .Se Dio non gioca ai dadi, l'universo non è un prestigiatore.
L'esserc-ci presuppone che vi sia già prima un essere che è e che non può non-essere.
E questo è un motivo per credo in Dio , non veniamo dal niente per sparire nel niente, se siamo dentro una verità originaria l'esser-ci è il motivo come esistenza dell'essere, sono necessariamente correlati


Cosa intendi per "Nulla"?. La fallacia, la falsità sono contrarie al moto della verità .
Credere di avere una verità non è ancora vero se quel credere non fa compiere alla logica razionale un' argomentazione deduttiva. Il fanatismo è figlio di una fede, ma vedovo di una verità.

L'infinito è una invenzione moderna, non esiste nelle tradizioni antiche, e ne siamo "fissati" fobicamente noi contemporanei.perchè abbiamo una visione temporale lineare e non circolare, noi crediamo nel continuo " progredire", dimentichi del fatto che le regole dettate originariamente dalla verità è sempre quella da sempre, nonostante tutto appaia e passa,compresi noi.

Il Tutto è tra l'altro un concetto cosmologico scientifico, più che meta-fisico come si potrebbe fraintendere. La teoria del Tutto ,come ho scritto precedentemente in un post, nasce dalla necessità della comunità scientifica contemporanea di dare un senso correlato a tutte le miriadi di leggi scientifiche particolaristiche.
Per me potrebbe essere sinonimo di ordine universale, e non sfugge affatto alle nostre menti, e soprattutto al nostro spirito.

Prova allora a dire qualcosa che ti ha colpito in Anselmo d'Aosta?
Perchè, mi pare, la razionalità per te è superstizione?

Ipazia

@Paul

La differenza tra scienza e fede è che la scienza dimostra sperimentalmente ciò che afferma, la fede no. Dimostrazione sperimentale è un complesso processo induttivo-deduttivo che dimostra la sua validità attraverso il successo delle sue affermazioni. L'antibiotico ha retrodatato la preghiera, la sala operatoria il miracolo, e in ciò sta l'evoluzione.

Nella scienza vi sono anche ipotesi non dimostrate e tali rimangono finchè non vi è un esperimento di conferma. La fede non ha bisogno di conferme sperimentali. Uno la sente o non la sente.

Il senso del nostro esistere ce lo possiamo dare da soli o affidarlo a qualche entità illusoria. E' solo una questione psicologica. Personalmente trovo più gratificante darmelo da sola, ma non entro nel merito delle scelte altrui.

Le mitologie sono state tutte ricondotte alla loro matrice antropomorfica e la falsificazione dei numi, tra loro, è un altro segno della loro illusorietà. Così come appare poco probabile, ed ugualmente antropomorfica, l'idea di un disegno intelligente dell'universo presidiato da entità sovrannaturali. Le quali, comunque, si guardano bene dal farsi vedere e sul loro conto abbiamo testimonianze che non passerebbero alcun test di verifica di quelli che la nostra intelligenza richiede ad un laboratorio o ad un tribunale.

Insomma direi che tutti gli elementi obiettivi intelliggibili vanno nella direzione dell'illusorietà del soprannaturale, al quale resta solo la via della fede. Qualcuno dice che sposta le montagne. Per ora si vede soltanto Maometto andarci.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve. Vedo che in questa pagina si sta dicendo di tutto ed il contrario di tutto. Basandosi ben volentieri sui sillogismi, i quali rappresentano sempre un artificio retorico  smontabilissimo attraverso la scelta di altri ed avversi sillogismi.
Non mi sogno quindi certamente di controbattere dal mio punto di vista, ma solamente farò due osservazioni :


  • Quando si parla di causa prima o "incausata" mi prudono le orecchie poichè secondo me, se esiste una causa incausata, essa non potrà che generare degli effetti "ineffettuali". Oppure avremmo enti privi di causa ma capaci di effetti ?
  • Qualcuno si ostina nel negare l'esistenza dell'assoluto. Ma se definiamo l'assoluto come "ciò che contiene senza essere contenuto da altro più grande di esso" (scusate ma credo che tale definizione sia ben poco criticabile).........allora come la mettiamo ?

Saluti a tutti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Citazione di: viator il 25 Settembre 2019, 21:01:37 PM


  • Qualcuno si ostina nel negare l'esistenza dell'assoluto. Ma se definiamo l'assoluto come "ciò che contiene senza essere contenuto da altro più grande di esso" (scusate ma credo che tale definizione sia ben poco criticabile).........allora come la mettiamo ?

La mettiamo che logico non equivale a ontologico. "Un'idea un concetto un'idea finché resta un'idea è soltanto un'astrazione, se potessi mangiare un'idea avrei fatto la mia rivoluzione..." (cit.) ...anche epistemologica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Ciao Paul11

La prova ontologica di Anselmo non è una dimostrazione razionale. Ma sfrutta il pensiero razionale fino a giungere al suo smacco.
Ed è proprio nel fallimento, in cui inevitabilmente incorre la razionalità, che è possibile avvertire la Verità che sta oltre ogni pensiero determinato.
Tommaso questo processo non poteva comprenderlo, e infatti non lo ha compreso per niente.

La razionalità non è superstizione, la razionalità è uno strumento!
Superstizione è considerare la stessa razionalità fonte di Verità assoluta.

Insisti sulla fede in qualcosa...
Per te l'essere si contrappone al non essere..
Il vero è per te lotta contro il falso...
Tutto questo dimostra a mio avviso un primato della razionalità. E quindi dell'esserci.

Viceversa per me l'Essere e il Nulla sono il medesimo. 
La Verità non ha nessuna falsità da negare.
Dio, infatti, è la negazione della negazione.
Ma per afferrare ciò occorre andare oltre il pensiero razionale...

Riguardo a Heiddeger, mi rifiuto di esservi accostato. Lo considero il più grande bluff della storia della filosofia.
H. ha scopiazzato da Jaspers la sua profonda filosofia, per farsene lustro senza nulla davvero comprenderne. Con freddo raziocinio si è appropriato di temi metafisici che ha usato come una clava e solo per soddisfare la propria brama di fama.
Nessuna fede nella Verità!
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Yeliyel79

#27
Rimango basito da ciò che ho letto, in senso buono!
Ogni risposta ha un contenuto interessante e vi ringrazio per questo, sono in giubilo! XD

Pensare che volevo farmi frate benedettino poi un giorno sfogliai un libro che parlava delle persecuzioni dei cristiani contro i gentili (pagani) e conobbi la storia di Ipazia e un turbamento emotivo mi sconvolse, arrivando così a studiare le religioni neopagane, a consacrarmi alla Fellowship Of Isis (Congregazione di Iside) e a diventare un devoto al principio femminile divino, fino a praticare l'astrologia e a studiare esoterismo, filosofia e compagnia bella.

Rimane però una questione fondamentale, l'impossibilità di rispondere con la sola logica o la sola immaginazione creativa a certe domande sull'esistenza. Solo se scienza e fede si uniranno, in una scienza aquariana, a mio giudizio sarà possibile definire certi concetti come Dio.

Dio nell'Eone dell'Aquario potrebbe essere definito proprio dalla fisica quantistica, aquario significa "portatore di acqua" ma è un segno appartenente all'elemento aria governato da Urano e Saturno, il primo evirato dal secondo, il figlio, dai cui gameti sorse, dalla spuma del mare, Venere, manifestazione dell'Agape. Come potrebbe essere visto Dio nell'era dell'aquario, dunque? Forse come una entità fisica quantistica, che pulsa di energia vitale, una specie di massa intergalattica sparsa ovunque, più concentrata e più presente della materia visibile, la fisica l'ha già identificata nella materia ed energia oscure, in una massa di materia ed energia invisibile ma sempre presente, ovunque disseminata, vero precursore della materia visibile.

Essendo ignorante di filosofia, non ho tutti i vostri concetti universitari o acquisiti nel tempo, io per lo più ragiono per simbologia esoterica, e nozionismo, che mi portano poi a pensare e a provare a rispondere a delle domande impossibili, che in quanto tali non possono avere risposta. A me crea una grande frustrazione l'idea di non poter sapere il senso assoluto delle cose, il perché delle cose, mi reca dolore e anche fastidio sapere di esistere senza un motivo rintracciabile in una complessa logica. Se poi immagino me stesso proiettato nell'universo, nelle sue strutture così complesse, mi chiedo come è possibile tutto ciò che vediamo, quale è l'origine intelligente e quale l'origine stessa della intelligenza e del pensiero, perché esiste la materia??? Perché non essere solo "vuoto e nulla" non pensante che non si interroga su sé stesso?

Io non so voi ma ogni volta che penso a queste cose provo una grande meraviglia per l'esistenza e l'universo ma anche una tremenda, terribile sensazione di inquietudine.
Penso che forse potremmo cominciare a dire cosa non è Dio... io ci ho provato e ad un certo punto ho capito che definire cosa non è Dio conduce solo ad una risposta finale, Dio è il Nulla. E questo è terribile più dell'idea che Dio sia un uomo barbuto.
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sapiens dominabitur astris

paul11

Citazione di: bobmax il 25 Settembre 2019, 22:19:37 PM
Ciao Paul11

La prova ontologica di Anselmo non è una dimostrazione razionale. Ma sfrutta il pensiero razionale fino a giungere al suo smacco.
Ed è proprio nel fallimento, in cui inevitabilmente incorre la razionalità, che è possibile avvertire la Verità che sta oltre ogni pensiero determinato.
Tommaso questo processo non poteva comprenderlo, e infatti non lo ha compreso per niente.

La razionalità non è superstizione, la razionalità è uno strumento!
Superstizione è considerare la stessa razionalità fonte di Verità assoluta.

Insisti sulla fede in qualcosa...
Per te l'essere si contrappone al non essere..
Il vero è per te lotta contro il falso...
Tutto questo dimostra a mio avviso un primato della razionalità. E quindi dell'esserci.

Viceversa per me l'Essere e il Nulla sono il medesimo.
La Verità non ha nessuna falsità da negare.
Dio, infatti, è la negazione della negazione.
Ma per afferrare ciò occorre andare oltre il pensiero razionale...

Riguardo a Heiddeger, mi rifiuto di esservi accostato. Lo considero il più grande bluff della storia della filosofia.
H. ha scopiazzato da Jaspers la sua profonda filosofia, per farsene lustro senza nulla davvero comprenderne. Con freddo raziocinio si è appropriato di temi metafisici che ha usato come una clava e solo per soddisfare la propria brama di fama.
Nessuna fede nella Verità!

ciao bobmax
Non conosco approfonditamente Anselmo d'Aosta, ma ricordo che la sua prova ontologica di Dio non mi convinceva.

La razionalità arriva fino ad un dato punto, noi non siamo "fatti" solo di ragione.
Sono d'accordo se intendi che è illusorio(tu dici superstizione) pensare che la sola razionalità possa raggiungere la verità:è vero è uno strumento.

La fede ha necessità di agganciarsi a qualcosa, è spinta a coniugarsi con qualcosa per costruire una "credenza", una parziale verità. Tutti noi ,atei agnostici,credenti, crediamo in qualcosa e lo sosteniamo anche"appassionatamente",da qui le convinzioni. L'uomo non può riuscire a vivere senza credenze, è nel suo "essere" e stare nel mondo.

Il non-essere è una negazione più che una contrapposizione .E' come dire che in un asse cartesiano i numeri negativi stanno a sinistra e quelli positivi a destra. Non sono contrapposti seguono la stessa logica come "esistenti". Ciò che muta ,si trasforma, in divenire, non-è ciò che prima di divenire era.Ma l'essere di quella cosa che muta non può mutare, può mutare l'esser-ci entrando in contraddizione con l'essere.
Se l'essere è verità, ciò che muta non-è verità, è contingente. E se si focalizza la verità nel contingente, in ciò che non-è , perchè vedo,tocco,allora perdo l'essere e vivo la contraddizione della verità .
Lo avevano capito gli antichi, lo hanno perso i moderni che credono nella mutazione, nella trasformazione, perché la tecnica gli dà potenza di "poter fare"attraverso la manipolazione della
materia naturale.

L'Essere è sintesi delle forme, delle essenze che non mutano.
Noi cambiamo aspetto fisico durante la nostra vita, pur essendo noi stessi .
Noi ci attacchiamo all'aspetto vivendo quindi male il declino fisico dell'età,
dimentichi che l'essere non può mutare, ma convoglia le esperienze della vita.
E' la vita relazionata all'essere che da senso alla vita, non il destino del corpo fisico che domani necessariamente non sarà quello di oggi.
Quindi l'Essere se lo intendiamo per sintesi, è sottrazione dei contingenti che mutano,che ci abbagliano sensibilmente che ci provocano dolore e piacere.
Gli antichi lo chiamavano anche "corpo sottile".
Dio è estrema sintesi.
Se quindi il Nulla è sinonimo di estrema sintesi ,che significa ricondurre tutte le manifestazioni universali all'origine, allora potrebbe essere.

Abbi fede

Ettore Angelo Rossi

Quello che mi stupì e mi fece cambiare totalmente visione di Dio, è stato studiare il microcosmo.
Da Ateo iniziai a credere perchè si verificavano cose particolari nella mia vita e mi trovai delle evidenze che non potevo rifiutare.
Tutto cambiò repentinamente.
Poi mi sconvolse non l'infinitamente grande ma l'infinitamente piccolo e tutto il mondo che ci compone.
Ho studiato anatomia umana e dentro di noi abbiamo universi tanto vasti quanto quelli esterni a noi.
Praticamente siamo un confine tra microcosmo e macrocosmo.
La pratica meditativa ed interna serve a conoscere l'infinitamente piccolo non razionalmente ma a livello percettivo,
da qui inizia un viaggio di intuizioni che non sono dettate dall'ego ma vengono accompagnate da qualcosa di divino.
Non a caso Hermes portatore del caduceo è il messaggero degli dei. Lui è il Fulmine, l'intuizione che permette la conoscenza 
senza esperienza. Poi serva tanta fiducia in se stessi e piano piano le risposte le trovi anche più a livello materiale.
Quando inizi a sentire l'energia elettrica che ti scorre nel corpo ed infine la riesci ad incanalare ed a trasferire all'esterno tutto ha 
un risvolto diverso e la ricerca non avviene più sui libri ma nell'azione. Non a caso lo studio accompagnato ad attività fisica aiuta ad aumentare il processo cognitivo.
La plasticità mentale aumenta soprattutto grazie al movimento umano ed al contatto fisico. Il tatto e le coccole permettono di sviluppare meglio il cervello.
Non un contatto sessuale ma sensuale, che dia spazio ai sensi.
Qui Dio dove è? Dio è la non-materia che crea la materia, non-manifesto che si rapporta nel manifesto.
Una concezione duale che però è non-duale dato che la stessa materia è essenza di Dio.
Ermete Trismegisto dice che Dio vive nell'immobilità, ed ha creato il mobile per completare se stesso.
Dio è talmente piccolo che qualsiasi tipo di movimento non lo può muovere e nello stesso compone tutto.

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