Egoismo naturale o maledizione naturale?

Aperto da Freedom, 04 Gennaio 2021, 12:03:03 PM

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Freedom

Citazione di: davintro il 05 Gennaio 2021, 00:28:41 AM
Non si può far nulla di buono per gli altri (altruismo) se prima di tutto le forme del nostro contributo non siano percepite come piacevoli per se stessi (egoismo, ma preferirei parlare di "individualismo"), determinanti la felicità del soggetto, nel senso in cui Aristotele vedeva la felicità come tutto ciò che esprime la natura interna dell'ente a cui la felicità è riferita, il fine naturale di questo ente. Quindi, pensare a un'idea di altruismo per cui l'amore per gli altri viene intensificato a scapito di quello di per sé,
Come dice, secondo me giustamente, più avanti InVerno, l'altruismo ed il piacere personale, molto più spesso di quanto non sembri, coincidono.

Citerò un paio di esempi di vita vissuta per sostenere questo punto di vista. Da bimbo piccolo (cinque, sei anni?) al mare, passarono due zampognari, malmessi, vestiti inappropriatamente (con pesanti palandrane nonostante il caldo) che chiedevano l'elemosina. Con insistenza chiesi ai miei genitori un soldino da dare a loro. Me lo diedero ed io lo feci. Fu bellissimo ed ancora mi si dilata il cuore al pensiero. Ricordo perfettamente anche la loro reazione (rozza sorpresa o qualcosa del genere) che un briciolo mi deluse ma non inficiò la mia contentezza.

Sempre da bimbo piccolo mio fratello più grande aveva preso il brutto vizio di lanciare le sue ciabatte (non di spugna bensì un po' durette) a mò di calciatore cercando di beccarmi. Io schivavo alla grande ma qualche volta mi colpiva. I miei genitori, naturalmente, lo sgridavano. Una volta mi prese al labbro facendomi sanguinare copiosamente. Anche in questo caso ricordo con straordinaria chiarezza la scena: mio fratello seduto alla sua scrivania mogio per la marachella combinata. Mio padre che interviene andando verso di lui alzando la mano e preparandosi a dargli un sonoro schiaffone. Non so se fu l'espressione del viso di mio fratello o la solidarietà per un evento nel quale, tutto sommato, anche se da "vittima predestinata" io partecipavo attivamente; sta di fatto che senza pensare, d'istinto, mi frapposi tra mio padre e mio fratello per ripararlo dal peraltro meritatissimo schiaffone. Ricordo perfettamente l'espressione di mio padre che mi consentì di leggere il suo pensiero e cioè di rispettare la mia volontà di impedire la punizione. In questo caso non provai la gioia di quando feci l'elemosina ma qualcosa di diverso, forse un senso di pace.

Forse varrebbe la pena di fare un thread nel quale inserire tutti i casi di altruismo nei quali l'autore è più felice o ugualmente felice del beneficiato. Sarebbe un bell'esercizio.


Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Freedom

Citazione di: donquixote il 05 Gennaio 2021, 12:04:23 PM
Caro Freedom, è la mancanza di egoismo (o, detto diversamente, l'altruismo), così aumentata negli ultimi secoli,  una delle cause principali del male nell'umanità. Non esiste un solo modo per definire egoismo e altruismo ma esistono un egoismo e un altruismo "sani" così come esistono un egoismo e un altruismo "malati".
Puoi gentilmente spiegare cosa intendi per egoismo sano e altruismo sano? Quello che intendo io, forse sbaglio, è che l'egoismo privilegia il proprio interesse su quello degli altri. L'altruismo il suo contrario.
Citazione di: donquixote il 05 Gennaio 2021, 12:04:23 PM
Il comunismo si è battuto contro l'uomo, sia praticamente che soprattutto filosoficamente. Hanno un bel dire quelli che "ma non era il 'vero' comunismo", perchè qualunque versione del medesimo, da Cuba alla Corea del nord, dalla Cina (anche quello è comunismo, non solo di nome) alla filosofia di Marx e Engels nega le caratteristiche dell'uomo reale per postularne di ideali. In pratica è una filosofia totalmente nichilistica pensata per un uomo che non è mai esistito, adatta per un uomo-macchina senza cultura, senza morale, senza spirito, senz'anima, in pratica senza umanità, programmabile e resettabile come un moderno computer.
Come ho del resto dichiarato, i risultati del comunismo cosiddetto "reale" sono stati del tutto insoddisfacenti. Diciamo pure fallimentari. Tranne, anche se tu non sembri considerarlo così, l'esperimento cubano che è ancora in corso. Io sono stato a Cuba e in Usa e, anche se alcune cose di Cuba sono pazzesche, credo che sceglierei quest'ultima per andarci a vivere. Magari me ne pentirei ma questo è, oggi, il mio sincero pensiero. Per il resto comprendo che con Pol Pot e non solo a causa sua, il giudizio sull'applicazione del comunismo sia spietato e anche feroce. A me, per esempio, fa inorridire anche ciò che invece sembra piacere ai governi occidentali e cioè la Cina. Sono stato nei Paesi dell'Est quando ancora era in piedi l'USSR e non trovai un popolo felice. Gli mancavano i collant, i jeans, insomma tutto il po' po' di roba che si produceva oltre cortina. Non sembravano tuttavia dispiaciuti di avere tutti una casa ed un lavoro, la migliore assistenza sanitaria e scolastica del mondo. E' peraltro vera la sindrome "demotivazionale" che affliggeva i popoli dell'Est. Ma è un discorso complesso e, sinceramente, mi sembra intempestivo imbastire un contraddittorio approfondito e complesso sul tema storico del comunismo. Credo tuttavia opportuno ribadire ciò che ho già scritto e che è la quintessenza del comunismo: "chiedere a ciascuno secondo le sue possibilità e dare a ciascuno secondo i suoi bisogni". Io, che tuttavia comunista mai lo sono stato, la trovo un'affermazione di principio condivisibile. E spiritualmente elevata. Se poi, come sembrerebbe (e temo sia proprio così), non sia possibile realizzarlo mi pare tuttavia opportuno riconoscerne la generosità ideale.
Citazione di: donquixote il 05 Gennaio 2021, 12:04:23 PM
È sicuramente probabile che qualcuno nell'ambito del Cristianesimo abbia detto che "bisogna amare gli altri più di se stessi" ma non fu certamente Gesù Cristo alle cui parole riportate nei Vangeli si dovrebbe, in caso di contrasto dottrinale, fare riferimento.
No certo, hai ragione. E' stata una svista: "come te stesso" non più di sé stessi. E' stato eccesso di zelo ;D
Citazione di: donquixote il 05 Gennaio 2021, 12:04:23 PM
La Chiesa Cattolica non sa più leggere correttamente le parole dei Vangeli e interpreta in modo del tutto distorto i suoi insegnamenti, a cominciare in questo caso dai comandamenti più importanti enunciati da Gesù e dalla parabola del Buon Samaritano.
Non sono in grado di aprire una discussione su quale sia la corretta interpretazione dei Vangeli e, in questo senso, sull'operato della Chiesa cattolica. Ascolto i sermoni (che quasi sempre condivido), cerco di comprendere la Bibbia, leggo con entusiasmo i libri dei santi cristiani, prego, cerco di essere una brava persona ed un buon cristiano. Di più non saprei che fare ma sono certamente aperto a qualsiasi contributo sull'interpretazione corretta dei comandamenti di Gesù. Se tu avessi tempo di farlo non solo sarei tutt'orecchi ma ti ringrazierei di cuore.
Citazione di: donquixote il 05 Gennaio 2021, 12:04:23 PM
Per un cristiano può essere solo la Grazia di Dio a salvare l'uomo, a patto che comprenda che cosa si intende con questa espressione,
Certo, la Grazia di Dio (senza quella non si va in nessun luogo), però l'uomo deve fare la sua parte. Almeno così penso.
Citazione di: donquixote il 05 Gennaio 2021, 12:04:23 PM
È assai strano che un cristiano affermi una cosa del genere.
Bè, l'ho scritto (il superamento della natura umana) nel senso che dici tu appena sopra (degenerazione). Pensavo fosse chiaro il senso degenerativo (sotto questo punto di vista) o quantomeno il riferimento alla natura umana "al giorno d'oggi". Però, evidentemente non lo era. Chiedo venia.
Citazione di: donquixote il 05 Gennaio 2021, 12:04:23 PMDiverso sarebbe dire che si può trovare la propria felicità nell'occuparsi di quella degli altri, ma questo spesso già accade,
E' esattamente quello che intendevo. Ti ringrazio per la tua precisione che mi fa capire che, a volte, mi lascio trascinare dal mio entusiasmo e non riesco ad esprimere con la dovuta chiarezza quello che penso.
Citazione di: donquixote il 05 Gennaio 2021, 12:04:23 PM
p.s. mi accorgo adesso che il messaggio di Viator è sparito: spero sia stato un disguido dato che l'ho visto scritto in rosso e con caratteri molto grandi. Mi auguro che riappaia o che Viator lo posti di nuovo
Gli ho chiesto di correggere la grafica perché era necessario. Prima che mi rispondesse l'ho fatto io ma lui aveva già chiesto l'intervento di altri moderatori che hanno ritenuto di toglierlo (non so se l'avesse chiesto lui). Se mi autorizza lo rimetto su.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Socrate78

Il comunismo (o socialismo reale) non ha funzionato non perché fosse una teoria fondata su principi sbagliati, ma solo perché è stato imposto con la FORZA, con la violenza. I principi del socialismo devono invece scaturire da una trasformazione spirituale dell'umanità, per cui le persone iniziano per altruismo a sacrificare il proprio interesse per gli altri, distribuendo beni e ricchezza e mettendo in comune la proprietà, in modo che tutti possano usufruirne. Io credo che si arriverà a questo, la fase capitalista non sarà eterna e un giorno sarà superata dall'evoluzione spirituale dell'umanità, che spontaneamente metterà in comune la ricchezza per il bene di tutti e rinuncerà al possesso egoistico.

bobmax

Non è l'altruismo a salvare, bensì la Verità.
Soltanto la Verità "salva".

Perché non ci è possibile decidere di essere altruisti piuttosto che egoisti.
Ma siamo questo oppure quello.

L'unica nostra possibilità è di aprirci alla Verità.
Cioè di arrenderci al Vero.

Questa apertura potrebbe renderci più altruisti, ma potremmo diventare invece più egoisti...
Non abbiamo alcuna certezza.
Perché non dipende da noi, ma dalla Verità.

Il comunismo, così come il cristianesimo, nascono da una apertura alla Verità.
Che è slancio di fede.
Ma è un'apertura sempre incompiuta, insufficiente.
Perché all'apertura segue immancabile una chiusura. E con la chiusura vince la superstizione.

Ma qualcosa intanto rimane...

L'uguaglianza degli uomini, l'"Ama il tuo prossimo come te stesso", non sono forse segni dell'Uno?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia



Posto questa immagine per evidenziare quanto deliranti siano le affermazioni di donquixote sul comunismo. Quella sopra è relativa ad una dittatura comunista e quella sotto ad una dittatura religiosa. Nello stesso paese con esito infausto a distanza di pochi anni. Lascio a chi non ha i neuroni foderati di bias decidere quale delle due sia più contro l'uomo e, soprattutto, la donna.

Anche una superficiale conoscenza della parabola intellettuale di Marx permette di cogliere la natura umanistica e solidaristica della sua visione del mondo. Visione solidaristica che ha caratterizzato tutte le società comuniste reali relativamente al diritto al lavoro, abitazione, salute e istruzione. Rimando a doverose letture per evitare commenti sprovvisti di qualsiasi fondamento.

Sulla artificiosa dicotomia egoismo/altruismo concordo con davintro ed altri. Si tratta di coppie dicotomiche infarcite di un insopportabile moralismo, che non aiutano a capire l'umano e la sua evoluzione. E' il contesto sociale a determinare se prevarranno gli aspetti solidaristici o quelli di rapina. Di innato c'è molto poco a tal riguardo e si limita, per l'egoismo, all'istinto di conservazione. Ben controbilanciato dal legame altruistico a tutela della prole e del branco.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

#20
Salve freedom. Sono lieto di essere risultato utile alla discussione. Intervengo attraverso miei commenti grassettati che inserisco nel tuo testo di apertura che qui sotto provvedo a sottolineare :


L'idea di scrivere questo thread la devo all'amico Viator che, commentando il thread "E' una questione di percezione" cita l'egoismo naturale in questi termini: <l'individuo - per natura - tende a privilegiare anzitutto la propria esistenza, poi - se avanzano tempo e risorse, l'esistenza degli altri. Questo si chiama appunto "egoismo naturale".>

Sembra la cosa, scusate il gioco di parole, più naturale del mondo. Non voglio certo negarne la veridicità tuttavia mi sento di poter affermare che è la causa prima del male del mondo. Perlomeno di quello che dipende dal'umanità (Corretta precisazione. Infatti il male in natura non esiste). Non è forse ciò contro cui si è battuta una delle più grandi utopie della storia dell'umanità, il comunismo? (Certo, appunto. L'utopia che vuole combattere la natura. Noi siamo figli della natura e come tutti i figli dipendiamo dal genitore ma vorremmo renderci indipendenti da lui perchè il genitore impone delle regole che non comprendiamo e – soprattutto – "non ci piacciono" (ma che, scherziamo ? Siamo noi figli a sapere in che modo deve e può funzionare il mondo !). Individuandone, implicitamente, il motivo principale dei problemi del mondo? (Appunto, all'utopia egualitaria non è fregato niente di considerare – prima di ogni altra cosa – le ciniche regole genitoriali. Pressata dalle esuberanti urgenze umane di cambiare il futuro, non si è occupata troppo di analizzare l'origine di certe regole genitoriali).

Non afferma la stessa cosa, ma più compiutamente e dunque a raggio ancor più vasto, la religione cristiana quando sostiene che bisogna amare gli altri più di sè stessi? (e più avanti commenterò tale – a parer mio – grottesco ed assurdo aspetto).

Il comunismo non ce l'ha fatta (oddio a Cuba stanno ancora battendosi ma è rimasta veramente l'ultimissima fiaccola accesa) e il cristianesimo, tranne alcune eccezioni per lo più di singoli individui, è ancora molto, molto distante dalla meta. (il cristianesimo come oggi incarnato dalla Chiesa si è parecchio "modernizzato" : ai proclami cartacei o vocali di amorevolezza, eguaglianza, spiritualità, trascendenza.......ha affiancato una prassi di indispensabile, inesorabile adeguamento al correre dei tempi il quale adeguamento, prima che il "sistema religioso" crolli, lo rivolterà come un calzino). Il comunismo sperava di farcela per buon senso e ragione (strumenti umani ahimè presuntuosi ma assai limitati) (con il supporto del proletariato ;) ), il cristianesimo (anche) con l'aiuto di Dio. (...con l'aiuto di Dio nella speranza, con l'aiuto di Concordati e della politica internazionale, nei fatti).

Ma al netto di quello che oggi non si può considerare un successo non rimane forse valida l'opzione che è solo, in una parola, l'altruismo che può salvare l'umanità? (vedere mio commento un pò qui avanti).

Ah, ma la natura umana lo impedisce! Direbbe Viator e non solo lui. (lo dico, lo dico e lo confermo).

Ma la natura umana, sotto questo punto di vista, è sbagliata e va superata. (certo che secondo i figli-uomini, come commentavo sopra, la natura che la natura stessa ha attribuito all'uomo (cioè l'egoismo naturale) è sbagliata ! Quasi tutto quello che c'è in natura e che riguarda l'uomo è sbagliato secondo i desideri umani ! L'egoismo, l'ineguaglianza, le disgrazie naturali, la morte, la sofferenza.........migliaia di aspetti del mondo non ci soddisfano ed andrebbero modificati, allontanati, eliminati. La verità è che l'uomo non riesce a sopportare di dover sopportare ciò che lo ha fatto (la natura) e vorrebbe sostituirlo con qualcos'altro di artificiale, di ideato e costruito dall'uomo stesso. Si chiama delirio di onnipotenza.........persino quando si occupa di altruismo !!!. Comunque noi certamente abbiamo il diritto di tentare di cambiare ciò che non ci piace. Ci mancherebbe ! Non facciamo che quello ! Altra cosa è il riuscirci senza impiegarci – che so – un mezzo milione di anni).

Pensate, anche solo per un momento, se ognuno di noi si occupasse solo della felicità altrui e ignorasse completamente la propria. (Perdonami ma il tuo candore intellettuale qui si fa commovente : Se tutti diventassimo di colpo altruisti avremmo che proprio nessuno si farebbe i fatti propri (sarebbe costretto a fare solo i fatti degli altri) ma che i fatti miei o tuoi li farebbe appunto qualcun altro al posto nostro (non sappiamo però se meglio o peggio di noi stessi). Passeremmo la vita circondati da insopportabili sconosciuti che ad ogni piè sospinto vorrebbero aiutarti e soprattutto presumerebbe di sapere cosa serve a te per essere felice. Ma per piacere !!).

Invoco la matematica e concludo: succederebbe che decine, forse centinaia di persone (quelle con le quali interagiamo e non solo loro) si occuperebbero della nostra felicità. Ognuno sarebbe servito da un numero esagerato di assistenti al proprio benessere. (Ho appena commentato tale oscena prospettiva).

Troppo difficile o addirittura troppo facile? Bè l'alternativa è rimanere, chi più chi meno, un bruto. Perché quello mi pare che noi siamo. No? (Mah, non saprei : "bruto" è qualifica umana che, se estesa alla totalità umana, perde del tutto il proprio significato. Se tutti gli umani sono dei bruti, tutti i bruti sarebbero umani. Vedi tu). Forse se abbiamo tutto quello che ci occorre possiamo anche simulare una o più virtù. Ma togliamo qualche elemento, soprattutto quelli che sottendono al soddisfacimento dei bisogni primari et voilà: cinquemila anni di civiltà umana a ramengo. (Beh, tutto, primo o poi, va a ramengo. Non si capisce perchè la "civiltà umana" (o disumana) dovrebbe risultare esente dagli effetti del primo principio della termodinamica. Solamente i credenti pensano che tale principio fisico non riguardi certi aspetti di loro stessi). Provare per credere!



Amichevoli saluti.


Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Citazione di: Socrate78 il 05 Gennaio 2021, 13:47:31 PM
Il comunismo (o socialismo reale) non ha funzionato non perché fosse una teoria fondata su principi sbagliati, ma solo perché è stato imposto con la FORZA, con la violenza. I principi del socialismo devono invece scaturire da una trasformazione spirituale dell'umanità, per cui le persone iniziano per altruismo a sacrificare il proprio interesse per gli altri, distribuendo beni e ricchezza e mettendo in comune la proprietà, in modo che tutti possano usufruirne. Io credo che si arriverà a questo, la fase capitalista non sarà eterna e un giorno sarà superata dall'evoluzione spirituale dell'umanità, che spontaneamente metterà in comune la ricchezza per il bene di tutti e rinuncerà al possesso egoistico.
Ciao Socrate, il comunismo ha una visione massificata della società, e incompatibile con l individuo la cui individualità deve necessariamente essere soppressa con la violenza.
È poi chi deve stabilire la giustizia dei principi se non coloro che ne sono assoggettati. E se costoro li subiscono con violenza allora è chiaro che sono ingiusti.

donquixote

Citazione di: Freedom il 05 Gennaio 2021, 13:36:20 PM

Puoi gentilmente spiegare cosa intendi per egoismo sano e altruismo sano? Quello che intendo io, forse sbaglio, è che l'egoismo privilegia il proprio interesse su quello degli altri. L'altruismo il suo contrario.

Una delle opere che ha suscitato più polemiche nel XIX secolo fu "L'unico e la sua proprietè" di Max Stirner, uno scritto che esaltava L'individualismo moderno allora ormai dilagante, l' "homo homini lupus" di antica memoria, e lo faceva in modo alquanto spudorato. Quello esaltato da Stirner è l'egoismo attuale, quello "malato", animato dalla volontà di accaparramento a danno altrui, quello che vuole imporsi comunque a scapito degli altri, quello del potere per il potere, l'egoismo quantitativo e materialistico che punta all'accumulo di beni e al soddisfacimento di bisogni, reali o fittizi che siano, in funzione di una mera affermazione del proprio "unico" ego.

Stirner diceva ; "Io faccio derivare ogni diritto e ogni legittimità da me stesso; io sono legittimato a fare tutto ciò che ho il potere di fare. Io sono legittimato a rovesciare Zeus, Yahweh, Dio, ecc., se sono capace di farlo; altrimenti, questi dèi avranno sempre più diritto e più potere di me."; "Egoistico è non attribuire a nessuna cosa un valore proprio o "assoluto", ma cercare sempre in me il suo valore"; "Non rivendico diritti; perciò non ne devo riconoscere alcuno. Ciò che posso prendere con la forza, con la forza lo prendo; a quello che non posso ottenere con la forza non ho nessun diritto, e non mi dò arie, né mi consolo parlando dei miei imperscrutabili diritti... Non m'interessa se ho diritto o no a una data cosa, se sono autorizzato o no a fare questo o quello; quando ho il potere, diritti e autorizzazioni me li prendo da solo, e non ho bisogno che me li riconosca un altro." Indubbiamente però era intellettualmente onesto poiché non ipotizzava di rivolgersi a forze esteriori (meno che mai alle istituzioni statali) per ottenere ciò che non poteva in prima persona, anche se giustificava ovviamente la sottomissione di altri uomini alla soddisfazione delle proprie esigenze e tutto ciò che il "potere" può garantire.

Se Stirner dunque diceva "Tu hai il diritto di essere ciò che hai il potere di essere" dall'altra parte troviamo Nietzsche, profeta dell'egoismo sano, che invece, pur con altre parole, diceva "Tu hai il diritto di essere ciò che hai il dovere di essere". "Diventa ciò che sei!" è il motto principale di Nietzsche tratto da Pindaro; "Diventa ciò che puoi!" è quello di Stirner che come si vede è completamente differente. L'egoismo niciano, l'egoismo sano,  è un individualismo mistico, di colui che come Zarathustra, come Buddha, come Gesù, si ritira sull'alto monte o nel deserto per ottemperare al famoso monito "conosci te stesso", per non far dipendere il proprio essere da tutte le indefinite suggestioni e condizionamenti veicolati da quella che lui definiva la "plebaglia", da tutto ciò che è più bassamente umano, e lo afferma chiaramente svariate volte come in questo passo: «Voi costringete tutte le cose a venire a voi e dentro di voi, perché riscaturiscano dalla vostra sorgente come doni del vostro amore. In verità, un predone di tutti i valori deve diventare questo amore che dona; ma io dico sacrosanto questo egoismo. Vi è anche un altro egoismo, troppo povero, affamato, che vuol sempre rubare, l'egoismo dei malati, l'egoismo malato. Con occhio di ladro esso guarda a tutto quanto luccica; con l'avidità della fame conta i bocconi a chi ha da mangiare in abbondanza; e sempre si insinua alla tavola di coloro che donano»; e ancora: «In alto va il nostro cammino, dalla specie si avvia verso la sovra-specie. Ma un orrore è per noi la mente degenerata che dice: "Tutto per me"» Il primo egoismo, che rifiuta tutti i valori dati per farsi esso stesso creatore di valori e manifestarli attraverso la volontà di potenza è quello di Nietzsche; il secondo quello di Stirner.


Nietzsche afferma inoltre: «Medico aiuta te stesso, così aiuterai anche i tuoi malati. Questo sia il tuo aiuto migliore: che egli guarisca guardando con gli occhi colui che risana se stesso». Qui è del tutto evidente la mancanza di volontà prevaricatrice, che Stirner avrebbe espresso con "Medico aiuta i tuoi malati, così essi dipenderanno da te e tu acquisirai potere su di loro" (esempio di altruismo malato che alimenta l'egoismo malato), mentre in Nietzsche prevale l'esempio del migliore che "egoisticamente" pensa innanzitutto a "guarire" se stesso e quindi, mostrando le proprie virtù, dando l'esempio, aiuterà anche gli altri a riconoscere e manifestare le loro, a camminare nella vita con le proprie gambe, a non essere costretto a sottomettersi alla "generosità" o allo sfruttamento degli Stirner di turno. L'altruismo malato è infatti quello che in qualche modo costringe gli altri ad essere dipendenti dalla volontà di qualcuno, sia esso un filantropo che elargisce "generosamente" dei beni solo per alimentare la propria vanità o un imprenditore che "crea posti di lavoro" facendo passare per buona azione quella che è solo la sua mera convenienza.

Un famoso detto confuciano recita: se vuoi sfamare un uomo per un giorno regalagli un pesce, se vuoi sfamarlo per tutta la vita insegnagli a pescare. Questa è la differenza fra l'altruismo malato, quello di colui che regala il pesce, e quello sano, di colui che ti insegna a pescare: nel primo caso si rendono gli uomini pigri e dipendenti dalla generosità, dalla volontà e quindi dall'arbitrio di altri uomini che decideranno della loro sorte quando a loro farà comodo; nel secondo li si rende indipendenti, capaci di badare a se stessi e quindi più liberi.

E' il medesimo insegnamento della parabola del buon samaritano, che racconta di colui che aiuta il prossimo non per mestiere, non per vanità, non per ricompensa (terrestre o celeste che sia), ma perchè in quel dato momento ha trovato sulla sua strada una persona in difficoltà; immediatamente dopo però continua per la sua strada e lascia andare il pellegrino per la sua, non lo mantiene per il resto dei suoi giorni e nemmeno cerca la sua riconoscenza, come del resto chi è stato aiutato non si sentirà in debito con il samaritano, ma farà lo stesso con qualcun altro qualora dovesse trovarsi nella situazione opposta. Altruismo sano è lasciare che gli altri siano quello che sono, e se dovesse capitare di aiutarli, farlo in modo temporaneo, limitato, tale da incidere il meno possibile sulla loro condizione e tale da dargli la possibilità di non avere più bisogno d'aiuto.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Freedom

Citazione di: donquixote il 05 Gennaio 2021, 20:29:33 PM
Citazione di: Freedom il 05 Gennaio 2021, 13:36:20 PM

Puoi gentilmente spiegare cosa intendi per egoismo sano e altruismo sano? Quello che intendo io, forse sbaglio, è che l'egoismo privilegia il proprio interesse su quello degli altri. L'altruismo il suo contrario.

Una delle opere che ha suscitato più polemiche nel XIX secolo fu "L'unico e la sua proprietè" di Max Stirner, uno scritto che esaltava L'individualismo moderno allora ormai dilagante, l' "homo homini lupus" di antica memoria, e lo faceva in modo alquanto spudorato. Quello esaltato da Stirner è l'egoismo attuale, quello "malato", animato dalla volontà di accaparramento a danno altrui, quello che vuole imporsi comunque a scapito degli altri, quello del potere per il potere, l'egoismo quantitativo e materialistico che punta all'accumulo di beni e al soddisfacimento di bisogni, reali o fittizi che siano, in funzione di una mera affermazione del proprio "unico" ego.

Stirner diceva ; "Io faccio derivare ogni diritto e ogni legittimità da me stesso; io sono legittimato a fare tutto ciò che ho il potere di fare. Io sono legittimato a rovesciare Zeus, Yahweh, Dio, ecc., se sono capace di farlo; altrimenti, questi dèi avranno sempre più diritto e più potere di me."; "Egoistico è non attribuire a nessuna cosa un valore proprio o "assoluto", ma cercare sempre in me il suo valore"; "Non rivendico diritti; perciò non ne devo riconoscere alcuno. Ciò che posso prendere con la forza, con la forza lo prendo; a quello che non posso ottenere con la forza non ho nessun diritto, e non mi dò arie, né mi consolo parlando dei miei imperscrutabili diritti... Non m'interessa se ho diritto o no a una data cosa, se sono autorizzato o no a fare questo o quello; quando ho il potere, diritti e autorizzazioni me li prendo da solo, e non ho bisogno che me li riconosca un altro." Indubbiamente però era intellettualmente onesto poiché non ipotizzava di rivolgersi a forze esteriori (meno che mai alle istituzioni statali) per ottenere ciò che non poteva in prima persona, anche se giustificava ovviamente la sottomissione di altri uomini alla soddisfazione delle proprie esigenze e tutto ciò che il "potere" può garantire.

Se Stirner dunque diceva "Tu hai il diritto di essere ciò che hai il potere di essere" dall'altra parte troviamo Nietzsche, profeta dell'egoismo sano, che invece, pur con altre parole, diceva "Tu hai il diritto di essere ciò che hai il dovere di essere". "Diventa ciò che sei!" è il motto principale di Nietzsche tratto da Pindaro; "Diventa ciò che puoi!" è quello di Stirner che come si vede è completamente differente. L'egoismo niciano, l'egoismo sano,  è un individualismo mistico, di colui che come Zarathustra, come Buddha, come Gesù, si ritira sull'alto monte o nel deserto per ottemperare al famoso monito "conosci te stesso", per non far dipendere il proprio essere da tutte le indefinite suggestioni e condizionamenti veicolati da quella che lui definiva la "plebaglia", da tutto ciò che è più bassamente umano, e lo afferma chiaramente svariate volte come in questo passo: «Voi costringete tutte le cose a venire a voi e dentro di voi, perché riscaturiscano dalla vostra sorgente come doni del vostro amore. In verità, un predone di tutti i valori deve diventare questo amore che dona; ma io dico sacrosanto questo egoismo. Vi è anche un altro egoismo, troppo povero, affamato, che vuol sempre rubare, l'egoismo dei malati, l'egoismo malato. Con occhio di ladro esso guarda a tutto quanto luccica; con l'avidità della fame conta i bocconi a chi ha da mangiare in abbondanza; e sempre si insinua alla tavola di coloro che donano»; e ancora: «In alto va il nostro cammino, dalla specie si avvia verso la sovra-specie. Ma un orrore è per noi la mente degenerata che dice: "Tutto per me"» Il primo egoismo, che rifiuta tutti i valori dati per farsi esso stesso creatore di valori e manifestarli attraverso la volontà di potenza è quello di Nietzsche; il secondo quello di Stirner.


Nietzsche afferma inoltre: «Medico aiuta te stesso, così aiuterai anche i tuoi malati. Questo sia il tuo aiuto migliore: che egli guarisca guardando con gli occhi colui che risana se stesso». Qui è del tutto evidente la mancanza di volontà prevaricatrice, che Stirner avrebbe espresso con "Medico aiuta i tuoi malati, così essi dipenderanno da te e tu acquisirai potere su di loro" (esempio di altruismo malato che alimenta l'egoismo malato), mentre in Nietzsche prevale l'esempio del migliore che "egoisticamente" pensa innanzitutto a "guarire" se stesso e quindi, mostrando le proprie virtù, dando l'esempio, aiuterà anche gli altri a riconoscere e manifestare le loro, a camminare nella vita con le proprie gambe, a non essere costretto a sottomettersi alla "generosità" o allo sfruttamento degli Stirner di turno. L'altruismo malato è infatti quello che in qualche modo costringe gli altri ad essere dipendenti dalla volontà di qualcuno, sia esso un filantropo che elargisce "generosamente" dei beni solo per alimentare la propria vanità o un imprenditore che "crea posti di lavoro" facendo passare per buona azione quella che è solo la sua mera convenienza.

Un famoso detto confuciano recita: se vuoi sfamare un uomo per un giorno regalagli un pesce, se vuoi sfamarlo per tutta la vita insegnagli a pescare. Questa è la differenza fra l'altruismo malato, quello di colui che regala il pesce, e quello sano, di colui che ti insegna a pescare: nel primo caso si rendono gli uomini pigri e dipendenti dalla generosità, dalla volontà e quindi dall'arbitrio di altri uomini che decideranno della loro sorte quando a loro farà comodo; nel secondo li si rende indipendenti, capaci di badare a se stessi e quindi più liberi.

E' il medesimo insegnamento della parabola del buon samaritano, che racconta di colui che aiuta il prossimo non per mestiere, non per vanità, non per ricompensa (terrestre o celeste che sia), ma perchè in quel dato momento ha trovato sulla sua strada una persona in difficoltà; immediatamente dopo però continua per la sua strada e lascia andare il pellegrino per la sua, non lo mantiene per il resto dei suoi giorni e nemmeno cerca la sua riconoscenza, come del resto chi è stato aiutato non si sentirà in debito con il samaritano, ma farà lo stesso con qualcun altro qualora dovesse trovarsi nella situazione opposta. Altruismo sano è lasciare che gli altri siano quello che sono, e se dovesse capitare di aiutarli, farlo in modo temporaneo, limitato, tale da incidere il meno possibile sulla loro condizione e tale da dargli la possibilità di non avere più bisogno d'aiuto.
Mi riconosco totalmente in quello che esprimi. Ed è quello che ho cercato di produrre in questo thread. Magari non arrivo alle vette niciane di esposizione ma credo di averlo fatto capire con i due brevi episodi della mia infanzia che mi sono permesso di raccontare. Anche se in effetti li ho pubblicati dopo il tuo intervento. Anzi, per essere preciso, lo stavo scrivendo insieme a te e mi hai anticipato nella pubblicazione di pochi minuti.

Se comunque sul primo post hai sentito il bisogno di intervenire precisando questi concetti significa che li ho espressi malamente: o troppo sintetico o confuso o troppo semplicistico o tutte le cose assieme. E me ne scuso con i lettori.

Inoltre le mie parole possono sembrare ingenue, stucchevoli e melense come sembra rilevare Viator quando qualifica il mio atteggiamento definito come "commovente candore intellettuale". Magari qualcuno pensa che sia uno sprovveduto ma è il mio stile, la mia cifra. Non ho compiuto studi di un certo livello e tutto quello che ho scoperto è frutto della mia fatica di autodidatta. Tra l'altro, parecchi libri che ho letto in gioventù (apogeo delle mie ricerche intellettuali) me li sono pure dimenticati. Probabilmente anche perché non li ho capiti in profondità.

Però, posso garantirlo, è quello che penso e che ho maturato in una vita di ricerche.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

viator

Salve freedom. Citandoti; "Inoltre le mie parole possono sembrare ingenue, stucchevoli e melense come sembra rilevare Viator quando qualifica il mio atteggiamento definito come "commovente candore intellettuale". Magari qualcuno pensa che sia uno sprovveduto ma è il mio stile, la mia cifra".Salve freedom.


Ricordo l'ormai abbandonato motto commerciale di una famosa marca di biscotti. Recitava : "Bontà, prima virtù". Ecco la semplice, ovvia incanazione del bene : nulla vale più della bontà d'animo, della sincerità, dell'innocenza (in una parola, del candore, il quale è l'opposto della malizia) poichè tali valori sono quelli che permettono di scusare, assolvere e persin nobilitare qualsiasi comportamento. Il fatti se il candore è valore positivo a livello etico-sentimentale esso, applicato all'intelletto, resta certamente positivo eticamente, ma purtroppo produce solo guai se applicato alla descrizione delle realtà ragionate. La ragione è che esso candore intellettuale ha la tendenza a ribaltare la realtà stessa, dandole una interpretazione tendenziosa in favore della propria sensibilità personale (pregiudizialmente buonistica e quindi virtuosa ma - ahimè - non precisamente neutrale).


Quindi il mio giudizio circa il tuo "animus" non intendeva certamente "prenderti le misure" dal punto di vista intellettivo ma solamente collocarti all'interno di un certo ben preciso campo folosofico-ideologico. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

InVerno

Citazione di: donquixote il 05 Gennaio 2021, 20:29:33 PM
Una delle opere che ha suscitato più polemiche nel XIX secolo fu "L'unico e la sua proprietè" di Max Stirner, uno scritto che esaltava L'individualismo moderno allora ormai dilagante, l' "homo homini lupus" di antica memoria, e lo faceva in modo alquanto spudorato. Quello esaltato da Stirner è l'egoismo attuale, quello "malato", animato dalla volontà di accaparramento a danno altrui, quello che vuole imporsi comunque a scapito degli altri, quello del potere per il potere, l'egoismo quantitativo e materialistico che punta all'accumulo di beni e al soddisfacimento di bisogni, reali o fittizi che siano, in funzione di una mera affermazione del proprio "unico" ego.
Secondo me una contrapposizione letteraria più ficcante sarebbe quella tra l'egoismo di Ayn Rand e quello nicciano, anche se il mio parere non è del tutto formato essendo che ho abbandonato "La rivolta di Atlante" prematuramente, essendo a mio avviso un indigeribile chiasso linguistico..ma è talmente lungo che sono quasi certo che l'autrice è stata capace di condensarvi tutte le possibili sfacettature dell'egoismo "malato", portando a maturazione molti temi di Stirner, di cui era ammiratrice e avida lettrice.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

donquixote

Citazione di: InVerno il 06 Gennaio 2021, 09:55:36 AM
Citazione di: donquixote il 05 Gennaio 2021, 20:29:33 PM
Una delle opere che ha suscitato più polemiche nel XIX secolo fu "L'unico e la sua proprietè" di Max Stirner, uno scritto che esaltava L'individualismo moderno allora ormai dilagante, l' "homo homini lupus" di antica memoria, e lo faceva in modo alquanto spudorato. Quello esaltato da Stirner è l'egoismo attuale, quello "malato", animato dalla volontà di accaparramento a danno altrui, quello che vuole imporsi comunque a scapito degli altri, quello del potere per il potere, l'egoismo quantitativo e materialistico che punta all'accumulo di beni e al soddisfacimento di bisogni, reali o fittizi che siano, in funzione di una mera affermazione del proprio "unico" ego.
Secondo me una contrapposizione letteraria più ficcante sarebbe quella tra l'egoismo di Ayn Rand e quello nicciano, anche se il mio parere non è del tutto formato essendo che ho abbandonato "La rivolta di Atlante" prematuramente, essendo a mio avviso un indigeribile chiasso linguistico..ma è talmente lungo che sono quasi certo che l'autrice è stata capace di condensarvi tutte le possibili sfacettature dell'egoismo "malato", portando a maturazione molti temi di Stirner, di cui era ammiratrice e avida lettrice.
In effetti ci avevo pensato, ma mi creava da un lato qualche problema citare pensieri complessi come quelli della Rand mentre con Stirner le cose erano più semplici, dall'altro le elaborazioni della Rand che addolcivano i concetti di Stirner inventandosi locuzioni come "egoismo etico" confondevano solo le idee.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

niko

#27
Non credo proprio che il cristianesimo o il socialismo si prefiggano come scopo di superare l'egoismo naturale

Basta riflettere sulle frasi

da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni.

Per il comunismo


o, per il cristianesimo

ama il prossimo tuo come te stesso, oppure ancora di più,

amatevi l'uno l'altro come io ho amato voi.

L'egoismo naturale è naturale perché i bisogni dell'individuo sono trasparenti alla coscienza, in ogni momento pensiamo di sapere cosa volgiamo; i bisogni della specie invece ci sono, ma sussurrano e fanno sussultare come istinti, non sono in ogni momento presenti alla coscienza e quando si presentano sono perturbanti. I bisogni della specie prevedono la morte, il ricambio organico, quello che individualmente e coscientemente non possiamo accettare, ma anche l'amore come passione, il colpo di fulmine eccetera, l'utilità pratica del dolore come mezzo di sopravvivenza imprescindibile quando non diventa cronico e non diventa una malattia esso stesso.

Quello che il cristianesimo e il socialismo cercano di fare, è salvare l'individuo nella specie, quindi fare una grande mediazione, una grande trasposizione cosciente e mediata nel tempo, tra il noto e l'ignoto: l'egoismo naturale è conciliato, con l'altruismo, non c'è un rapporto di forza in cui qualcuno vince sull'altro.

La realtà, la dura realtà, è che le ragioni della specie sono più forti di quelle dell'individuo, tutto l'egoismo messo in campo dall'uomo violento e prevaricatore è egoismo genetico, quindi egoismo della classe del collettivo assunte come presenti o come fini futuri, egoismo della sopravvivenza divenendo non-uno, appropriandosi dell'altro: in questo sistema la vita del singolo (agito principalmente dai suoi istinti e dai suoi geni, e dalla sua cultura e condizionamenti tecnici e culturali, che seguono a loro volta un desiderio di sopravvivere collettivo, che guarda poco in faccia all'individuo e lo proietta in un mondo antropomorfizzato che egli lo voglia o no) è una formica, un granello di polvere, non conta nulla. L'equilibrio, tra individuo e specie, è sbilanciato nel senso della specie; la dike di Anassimandro, la specie è il nostro infinito, da cui ci siamo distaccati, a cui ben presto paghiamo il prezzo, il fio della nostra esistenza. Non tutto muore, ma se non tutto muore, la forma dell'eternità è conservata a prezzo del sacrificio degli dei, della morte dell'altro.
L'egoismo naturale, serve ad un padrone che non ha cervello e della cui coscienza nulla si può dire, perché è un padrone collettivo, naturale, genetico, al limite culturale, ma certo non è privo di fini o fine a se stesso, e non è autonomo, o padrone di se stesso.

Davanti a questa realtà, in cui la specie è più forte dell'individuo, la follia, la tracotanza, è pensare un pensiero in cui l'individuo sia più forte della specie: è l'evidenza stessa che si oppone a questo tipo di pensieri: nessuno vince la morte, nessuno può decidere di non essere umano.

Io vedo il cristianesimo e il socialismo come mediazioni, come pensieri dell'equità e dell'equanimità tra individuo e specie, gli opposti tornano all'uno ma in esso sono conservati: grazie a questi sistemi di pensiero non siamo così folli da alzarci, insorgere, contro la dimensione collettiva della nostra esistenza, ma non siamo neanche spazzati via dalla dimensione collettiva, persi nell'infinito: esiste il concetto di persona, di individuo sociale, che fa da altro dall'uno e che idealmente sopravvive all'atto del ritorno all'uno.

Anche questo equilibrio può essere impossibilità di vita e morte, un equilibrio da cui non nasce niente, uno spirito di vendetta per cui, ad esempio, Nietzche si scaglierà contro cristianesimo e socialismo, ma le reale essenza di questo dottrine secondo me è mettere l'egoismo naturale al servizio della specie con coscienza, sapendo di mettercelo, sapendo che mettercelo è imprescindibile e decidendo come mettercelo, perché chi non ce lo mette con coscienza, il suo egoismo al servizio della specie, e magari crede di non mettercelo proprio, di restare egoista e basta, monade e basta, ce lo mette comunque, e non sa neanche di mettercelo, in quanto l'egoismo naturale, che riesce a rimanere egoismo e a prescindere dalla specie e dalla natura non esiste. Prima o poi moriamo, facciamo spazio al resto della specie, e quello che abbiamo o non abbiamo costruito passa in eredità al resto della specie. E non possiamo non saperlo, che prima o poi questo ci tocca, perché la morte dell'altro la sperimentiamo, prima o poi.

La domanda a cui queste dottrine rispondono è come possiamo servire la specie e il collettivo, perché non c'è non esiste, un se possiamo servirlo. Il se è ovvio, e si determina nel sì: dobbiamo servirlo comunque, che ci piaccia o no.









Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Freedom

Citazione di: viator il 05 Gennaio 2021, 22:45:10 PM
Salve freedom. Citandoti; "Inoltre le mie parole possono sembrare ingenue, stucchevoli e melense come sembra rilevare Viator quando qualifica il mio atteggiamento definito come "commovente candore intellettuale". Magari qualcuno pensa che sia uno sprovveduto ma è il mio stile, la mia cifra".Salve freedom.


Ricordo l'ormai abbandonato motto commerciale di una famosa marca di biscotti. Recitava : "Bontà, prima virtù". Ecco la semplice, ovvia incanazione del bene : nulla vale più della bontà d'animo, della sincerità, dell'innocenza (in una parola, del candore, il quale è l'opposto della malizia) poichè tali valori sono quelli che permettono di scusare, assolvere e persin nobilitare qualsiasi comportamento. Il fatti se il candore è valore positivo a livello etico-sentimentale esso, applicato all'intelletto, resta certamente positivo eticamente, ma purtroppo produce solo guai se applicato alla descrizione delle realtà ragionate. La ragione è che esso candore intellettuale ha la tendenza a ribaltare la realtà stessa, dandole una interpretazione tendenziosa in favore della propria sensibilità personale (pregiudizialmente buonistica e quindi virtuosa ma - ahimè - non precisamente neutrale).


Quindi il mio giudizio circa il tuo "animus" non intendeva certamente "prenderti le misure" dal punto di vista intellettivo ma solamente collocarti all'interno di un certo ben preciso campo folosofico-ideologico. Saluti.
Intanto ti ringrazio per le belle parole spese sul candore etico sentimentale. E per il citare la radice di tutto: la bontà d'animo. Primaria e straordinaria qualità umana. Per come la vede la parte di me dialettica ultrasintetica :D potremmo "chiudere" la sezione spiritualità e mettere il motto "Siate buoni e tutto conseguirà".  8)  Ovviamente sto scherzando.

Quando tuttavia parli di "candore intellettuale" capisco quello che vuoi dire e non posso che dirmi d'accordo. Spesso fa più danni, nel mondo reale che siamo abituati a vivere e conoscere, un atteggiamento di inappropriato candore intellettuale che un sano cinismo, sempre intellettuale.

La cosa mi ha fatto riflettere e non poco!
Avrei concluso è che la spiritualità è uno spazio particolare, speciale dell'esperienza umana. E dunque soggetto a diverse priorità, diverse prospettive.

Cerco di spiegarmi.

Se sono d'accordo, e sono d'accordo, su quanto afferma donquixote sull'egoismo sano presentato in chiave niciana (perché per fare del bene agli altri bisogna essere prima in grado di farlo a sé stessi) la domanda successiva che mi sono posto è: cos'è il bene?

Se fossimo su un altro tipo di sezione del Forum non parlerei come sto per parlare qui che siamo nella sezione Spiritualità.

Ora è evidente che qua siamo (almeno penso!) tutte persone a modo e, verosimilmente, brave persone non più giovanissime che sanno come si sta al mondo e cosa è il bene. Ma io, non per superbia ma per inclinazione personale, vorrei fare qualcosina di più del bene che siamo abituati a dare e ricevere nella realtà diciamo "normale" per intenderci.

Tu sai che sono cristiano, un cristiano un pò particolare direbbe chi mi conosce bene, ma pur sempre, almeno per quello che penso, pur sempre cristiano. Orbene chi è cristiano segue, cerca di seguire Gesù Cristo. Che è il mio capo, il mio ideale. E a lui l'hanno ammazzato. Anzi, ancora peggio: si è fatto ammazzare. Tra l'altro accompagnando l'omicidio con ogni genere di sofferenze, ingiurie, umiliazioni e quant'altro. Non voglio fare l'anima bella perché qua (nel mio cuore) di vocazioni al martirio faresti fatica a trovarne. Però se voglio fare le persona seria allora mi devo assumere le responsabilità e conseguenze del mio essere cristiano. E' questione di coerenza. Imprescindibile purtroppo :'( Se no uno è cristiano a metà e si vuole cuccare la vita eterna a sbafo.


E quindi, e vado alla conclusione, se il mio candore intellettuale comporta conseguenze negative non ne sono certo contento ma me ne devo assumere la responsabilità.

Prima di terminare solo un breve chiarimento su cosa sia (eventualmente correggimi se non ci ho preso) il candore intellettuale. "Un atteggiamento di innocenza che non porti a travisare la realtà ma a pagare le conseguenze di un comportamento innocente, coerente, irreprensibile, trasparente, in una parola buono. Che tuttavia non causi danni agli altri ma, eventualmente, solo a sé stessi.

Qualche esempio che, forse, mi aiuta a chiarire la mia posizione. Per ragioni varie, anche di lavoro, ho partecipato a tantissimi buffet nella mia vita. Nei buffet è un classico che chi arriva prima ha scelta. E di solito la roba migliore va via subito e rimane quella peggiore. Sono stato combattuto tantissimi anni tra l'agire spietatamente (a volte rasentando la maleducazione) per entrare, anche a gamba tesa, e sbafare quali-quantitativamente il massimo possibile o agire con calma olimpica e trovare quello che rimaneva dopo il passaggio di chi di scrupoli non se ne faceva. Sembra una sciocchezza e di fatto lo è ma, credo, spieghi in estrema e prosaica sintesi il conquibus. Cosa ne ho ricavato? Che arrivare a metà "festa" o anche dopo è meglio: quello che perde il mio palato e la mia innata ingordigia nonché avidità di cibo GRATUITO lo guadagna il mio spirito. Che sollievo non essere più in gara. In questa meschina e bruta corsa all'oro! :D  Però, giuro, non sono mai riuscito a convincere nè moglie nè figli...........

E torno, e qua chiudo davvero, al tuo incipit che mi ha portato ad aprire il thread: <l'individuo - per natura - tende a privilegiare anzitutto la propria esistenza, poi - se avanzano tempo e risorse, l'esistenza degli altri. Questo si chiama appunto "egoismo naturale".>

Ecco io nego che sia questo l'atteggiamento giusto per un buon cristiano quale io cerco di essere. Nel Topic poi mi sono allargato e ho mostrato la convinzione che se tutti adottassimo questo comportamento (prima gli altri e poi noi) la civiltà migliorerebbe significativamente ma è solo una convinzione. Certamente non incontrovertibile e nemmeno decisiva ai fini del mio discorso.


Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

viator

Salve. Per niko : meraviglioso, magistrale intervento, il tuo. Grazie.





Per freedom : grazie anche a te per la profonda chiarezza. Inserisco  solo ancora miei commenti grassettati all'interno del tuo ultimo testo :

Citazione di: Freedom il 07 Gennaio 2021, 19:00:31 PM
Intanto ti ringrazio per le belle parole spese sul candore etico sentimentale. E per il citare la radice di tutto: la bontà d'animo. Primaria e straordinaria qualità umana. Per come la vede la parte di me dialettica ultrasintetica :D potremmo "chiudere" la sezione spiritualità e mettere il motto "Siate buoni e tutto conseguirà".  8)  Ovviamente sto scherzando.

Quando tuttavia parli di "candore intellettuale" capisco quello che vuoi dire e non posso che dirmi d'accordo. Spesso fa più danni, nel mondo reale che siamo abituati a vivere e conoscere, un atteggiamento di inappropriato candore intellettuale che un sano cinismo, sempre intellettuale.

La cosa mi ha fatto riflettere e non poco!
Avrei concluso è che la spiritualità è uno spazio particolare, speciale dell'esperienza umana. E dunque soggetto a diverse priorità, diverse prospettive.

......................................................(omissis).......................................................................

E quindi, e vado alla conclusione, se il mio candore intellettuale comporta conseguenze negative non ne sono certo contento ma me ne devo assumere la responsabilità. (Ma il candore intellettuale consiste nell'applicare al raziocino (l'intelletto, la comunicazione) i moventi, gli impulsi, le concezioni derivate dal proprio personale modo di SENTIRE (NON di CAPIRE). Ora, nessuno è responsabile di ciò che sente, ma può esserlo solo di ciò che dice o che fa. Ciò che sente è frutto dalla psiche (per i non credenti) o dell'anima (per i credenti). Secondo te si può risultare responsabili di istinto ed inconscio (contenuti psichici) o di ciò che Dio avrebbe infuso in noi (l'anima) ?).

Prima di terminare solo un breve chiarimento su cosa sia (eventualmente correggimi se non ci ho preso) il candore intellettuale. "Un atteggiamento di innocenza (interiore, cioè appunto del proprio modo di sentire, più che di agire) che non porti a travisare la realtà ma a pagare (direi meglio : a subire) le conseguenze di un comportamento innocente, coerente, irreprensibile, trasparente, in una parola buono. Che tuttavia non causi danni agli altri (almeno nelle intenzioni) ma, eventualmente, solo a sé stessi.(Purtroppo il candore può risultare - come tutti i comportamenti - anche educativo, assumendo valenza che è spesso positiva ma talvolta può invece fuorviare dalla realtà chi lo consideri un esempio. Vedi il caso di figli allevati in nuvole di buonismo, i quali si troveranno più tardi esposti a ben diverse realtà relazionali extrafamiliari)..............................................................(omissis)..............................................................


E torno, e qua chiudo davvero, al tuo incipit che mi ha portato ad aprire il thread: <l'individuo - per natura - tende a privilegiare anzitutto la propria esistenza, poi - se avanzano tempo e risorse, l'esistenza degli altri. Questo si chiama appunto "egoismo naturale".>

Ecco io nego che sia questo l'atteggiamento giusto per un buon cristiano quale io cerco di essere.(Ma questo fa parte delle tue lecitissime scelte di coscienza. Parlando di fondamentale egoismo naturale io non ho certo affermato che esso risulti qualcosa di positivo, piacevole, moralmente elevato..........mi sono limitato ad effermare di essere convinto della sua esistenza e della sua preminenza). Nel Topic poi mi sono allargato e ho mostrato la convinzione che se tutti adottassimo questo comportamento (prima gli altri e poi noi) la civiltà migliorerebbe significativamente ma è solo una convinzione.(Vedi, l'oro è prezioso perchè è raro, non perchè sia utile. Se tutte le rocce del mondo diventassero oro, esso oro diventerebbe solo un imgombro da spalare a mare con dei bulldozer. Così funziona anche per le virtù, le quali rappresentano un valore solo se riferite a situazioni in cui viene lamentata la loro carenza. Una volta che ci fosse vitù dappertutto.....essa non si chiamerebbe più "bene" o "virtù", ma "normalità". Il "prima gli altri poi noi", se realizzato universalmente, avrebbe l'identico valore e gli identici effetti pratici del suo complementare "Prima il noi poi gli altri". GLI ALTRI - IN NOME DELL'ALTRUISMO - DIVENTEREBBERO SCHIAVI DEI NOSTRI BISOGNI MENTRE NOI - PER IL MEDESIMO MOVENTE - DIVENTEREMMO SCHIAVI DEI BISOGNI DEGLI ALTRI). Certamente non incontrovertibile e nemmeno decisiva ai fini del mio discorso.


Amichevoli saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.