Dubbi sempre più insistenti (Cristianesimo in particolar modo ma non solo)

Aperto da Apeiron, 11 Novembre 2016, 22:57:36 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Apeiron

Kierkegaard writes: If Christianity were so easy and cozy, why should God in his Scriptures have set Heaven and Earth in motion and threatened eternal punishments? — Question: But then in that case why is this Scriptures so unclear? (Wittgenstein)

Credo dunque che a volte l'ignoranza sia davvero una cosa positiva, ti faccia davvero vivere meglio. Tuttavia allo stesso tempo il solo pensiero di "accettare l'ignoranza" mi disgusta. Idem vivere in modo superficiale accontentandomi dei piaceri "banali" della vita. E così mi ritrovo ogni giorno a pensare del senso (se c'è) delle cose, dell'etica, di come bisognerebbe comportarsi, dell'esistenza o meno dell'anima, di Dio ecc. A volte questi pensieri mi travolgono come un fiume in piena e non posso far altro che "osservare" la tensione in me stesso.

In questo periodo sto avendo un rapporto molto conflittuale con il cristianesimo. Prima di vedere il "lato negativo" parlo di ciò che mi piace. Lista incompleta:
1) La morale della compassione, della non-violenza, del perdono, del resistere alle tentazioni ecc;
2) L'idea della rinascita "spirituale" nella quale si ragggiunge una beatitudine che constente di vivere eticamente;
3) L'idea di avere lo Spirito Santo in "ognuno di noi" (il "regno dei cieli è in noi") che è portatore dell'etica;
4) L'idea di "perdonarli perchè non sanno quello che fanno" quasi che il peccato sia dopotutto dovuto all'ignoranza;
5) La completa eliminazione di pensieri di avversione anche nelle situazioni più estreme (ama il tuo nemico...)
6) La vita esemplare di molti santi;

Ma purtroppo devo notare anche dei lati negativi della religione. E qui a volte mi crea ansia avere uno spirito critico che mi fa chiedere della plausibilità di ciò che sta scritto nella Bibbia. Con tutta onestà elenco i "difetti":
1) La fin troppa rilevanza della fede per la salvezza, fede che non si capisce se è cieca o no. Voglio dire: per credere nella Parola di Dio devo credere che il mondo è stato creato in sette giorni (cosa in conflitto con la cosmologia), che deriviamo da una coppia (cosa in conflitto con la teoria dell'evoluzione), che il Dio della misericordia "distrugga" le città di Sodoma e Gomorra senza lasciare scampo a nessuno, che Dio "invii" le piaghe dell'Egitto, che Dio scelga per ragioni MAI spiegate un'etnia rispetto a tutte le altre di questo mondo (perchè no i greci, gli egizi, gli indiani, i nativi americani, gli aborigeni?), Non nego tuttavia la presenza di elementi di grande saggezza nell'Antico Testamento (es: alcuni passi del Qoelet, dei proverbi, dei Salmi..) ma non posso nemmeno negare di essere sconcertato da violenze assurde di quei libri (non ultimo il Diluvio Universale il quale tra l'altro è diciamo poco plausibile). Sorvolando poi la presenza di "entità" superiori che oggi non si mostrano mai, mi chiedo come faccia un credente a ritenere queste ed altre storie nell'AT così diverse da ad esempio l'Iliade, l'Epopea di Gilgamesh, i miti dei Veda ecc.
Passando al Nuovo Testamento non riesco a "mandare giù" il fatto che anche qui si faccia troppo riferimento ai miracoli che guarda a caso spariscono nell'epoca moderna invece che sull'etica (nel buddismo il Buddha fa tanti miracoli, tuttavia dice espressamente che quello non è la parte importante del suo insegnamento anche perchè menti scettiche non verrebbero convinte).
2) La dottrina della dannazione eterna. E qui in realtà la questione si sdoppia:
a) cosa davvero vogliono dire espressioni come "avere fede", "nascere una seconda volta" e molte altre espressioni "poco chiare" come dice Wittgenstein?
b) non credo che un Padre Infinito lascerebbe nella sofferenza eterna nessuno dei suoi figli, nemmeno quelli più "ribelli". Voglio dire: immagino che il Padre ami le sue creature e "voglio pensare" che se davvero c'è una sorta di inferno questo in realtà non sia un puro luogo di pena ma di riabilitazione. Altrimenti davvero che scopo ha far "bruciare" in eterno dei peccatori?
3) La mancanza di "fede" in possibili altre vie di "salvezza": voglio dire...http://www.canonepali.net/ud/ud6-4.htm Qui il Buddha dice che è più importante la ricerca della fine della sofferenza e non dice di attaccarsi alla "propria visione". Perchè non posso pensare che la salvezza sia raggiunta in altri metodi? (altrimenti devo pensare che TUTTI coloro che hanno avuto crisi di fede irrisolte siano all'inferno (per lo meno dopo la resurrezione di Gesù): e tuttavia in questo caso l'uomo tende all'ignoranza e al peccato, quindi d'altronde è possibile che anche il miglior fedele possa un giorno avere problemi).
4) La mancanza di "novità" nella Bibbia. Perchè è ormai da 2000 anni lo stesso testo?  Perchè ad esempio devo ritenere la Bibbia il testo sacro e ad esempio i testi dei santi non sacri?
5) La differenza a mio giudizio troppo grande tra l'animale e l'uomo. Voglio dire se l'uomo ha un'anima (o è un'anima...) perchè gli animali che tanto ci assomigliano sono "senza anima"?

Detto questo la mia visione della Bibbia è che essa è stata scritta da uomini che nella loro imperfezione hanno tentato di conoscere i segreti ultimi della realtà, commettendo errori ed imprecisioni. Pertanto a mio giudizio la Bibbia è un libro da cui si può imparare molto ma bisogna anche non averne una fede cieca (così come il Canone Palli buddhista, i testi taoisti ecc. In sostanza a mio giudizio tutte le religioni si possono migliorare).

Perdonate dunque lo sfogo, ma lo faccio anche perchè sono in una confusione molto intensa. Detto questo devo anche dire che a volte io stesso ho momenti in cui sento la presenza del "valore etico" in me e posso quindi capire come siano nate le espressioni "lo Spirito sia in te", tuttavia non concordo sull'interpretazione di tali espressioni/esperienze ecc.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Angelo Cannata

Ci sarebbero diverse cose da correggere riguardo alle idee che ti sei fatto sul Cristianesimo, riguardo a ciò che di esso ti piace e ciò che non ti piace; cioè, alcuni ti aspetti ti piacciono proprio perché li interpreti in maniera non corretta, altri non ti piacciono per lo stesso motivo. In ogni caso, per tutti i tuoi interrogativi il Cristianesimo è in grado di darti risposte soddisfacenti. Da precisare che il Cristianesimo di cui ti sto parlando è quello ufficiale, cioè quello portato avanti dal Papa, con tutti i Vescovi; in seno al Cristianesimo ci sono poi distorsioni di ogni genere, ci sono i fondamentalisti, i bigotti, gli ignoranti; ma se dobbiamo parlare di Cristianesimo seriamente e senza confusioni, dobbiamo riferirci a quello ufficiale. Per essere ancora più precisi, si dovrebbe usare l'espressione "Cattolicesimo", altrimenti bisogna fare i conti anche con tutte le divergenze che si trovano presso i Protestanti. In questo senso il Papa non rappresenta il Cristianesimo, ma solo una sua parte, cioè i Cattolici.

Ad ogni modo, l'idea di fondo che volevo esprimere è la seguente: il Cristianesimo è in grado di dare risposte soddisfacenti a tutti i tuoi interrogativi, tranne che ad uno solo, che si può considerare il problema fondamentale sia del Cristianesimo che di tutte le altre religioni: si tratta del problema della teodicea, cioè dell'inconciliabilità tra un Dio che viene definito infinitamente potente e infinito amore e la presenza del male nel mondo. Cioè: se Dio può e vuole togliere il male dal mondo, perché non lo fa subito? A questa domanda, in millenni di Cristianesimo e di altre religioni, nessuno ha mai saputo trovare, fino ad oggi, risposte in grado di reggere alla critica. Ad esempio, ti diranno che se Dio togliesse il male dal mondo, toglierebbe agli uomini la libertà. Ma è una risposta che non regge alla critica. Altri ti diranno che Dio è infinitamente superiore a noi e quindi è ovvio che non si trovi risposta ai suoi misteri insondabili per il nostro piccolo cervello; anche questa risposta, come qualsiasi altra, si demolisce in mezzo secondo.

cvc

Condivido questa tua conflittualità, secondo me è un po' come la psicanalisi. Dice tante cose vere e utili, ma poi lascia spazio anche a numerose incoerenze. Forse perché in fondo ognuno ha un qualcosa di unico in se, non solo come pensiero ma anche, ed anche in conseguenza di ciò, come modo di sentire. Galimberti dice che è giusto che ci siano diversi modelli di psicanalisi perché diverse sono le tipologie di individui. Parafrasando e condividendo ciò che hai detto e molto semplicemente (lo disse pure Federico il Grande se mai avesse importanza tale particolare): Che ognuno vada in cielo a suo modo!
Per il resto credo che valgano le parole di Galileo Galilei che probabilmente non era nemmeno così ateo come solitamente lo si fa passare. Diceva infatti che le cose scritte nei testi hanno una loro realtà che riguarda la sfera spirituale, ben altra cosa sono le realtà sperimentali. Chiudo con una conclusione cui sono giunto e che credo sia buona regola applicare: Diffidare di tutti quelli che parlano in nome di Dio. Dio, se esiste, non credo abbia bisogno di ventriloqui, al massimo di intercessori. E diversi possono essere gli intercessori perché diverse sono le anime. Il maledetto Baudelaire credeva in Dio e pensava che il suo intercessore fosse niente meno che Alan Edgar Poe.
Che c'è di strano in fondo? Quando è morto il trasgressivissimo David Bowie si è scoperto che il vaticano era pieno di suoi fans!
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Apeiron

Citazione di: Angelo Cannata il 12 Novembre 2016, 01:56:43 AMCi sarebbero diverse cose da correggere riguardo alle idee che ti sei fatto sul Cristianesimo, riguardo a ciò che di esso ti piace e ciò che non ti piace; cioè, alcuni ti aspetti ti piacciono proprio perché li interpreti in maniera non corretta, altri non ti piacciono per lo stesso motivo. In ogni caso, per tutti i tuoi interrogativi il Cristianesimo è in grado di darti risposte soddisfacenti. Da precisare che il Cristianesimo di cui ti sto parlando è quello ufficiale, cioè quello portato avanti dal Papa, con tutti i Vescovi; in seno al Cristianesimo ci sono poi distorsioni di ogni genere, ci sono i fondamentalisti, i bigotti, gli ignoranti; ma se dobbiamo parlare di Cristianesimo seriamente e senza confusioni, dobbiamo riferirci a quello ufficiale. Per essere ancora più precisi, si dovrebbe usare l'espressione "Cattolicesimo", altrimenti bisogna fare i conti anche con tutte le divergenze che si trovano presso i Protestanti. In questo senso il Papa non rappresenta il Cristianesimo, ma solo una sua parte, cioè i Cattolici. Ad ogni modo, l'idea di fondo che volevo esprimere è la seguente: il Cristianesimo è in grado di dare risposte soddisfacenti a tutti i tuoi interrogativi, tranne che ad uno solo, che si può considerare il problema fondamentale sia del Cristianesimo che di tutte le altre religioni: si tratta del problema della teodicea, cioè dell'inconciliabilità tra un Dio che viene definito infinitamente potente e infinito amore e la presenza del male nel mondo. Cioè: se Dio può e vuole togliere il male dal mondo, perché non lo fa subito? A questa domanda, in millenni di Cristianesimo e di altre religioni, nessuno ha mai saputo trovare, fino ad oggi, risposte in grado di reggere alla critica. Ad esempio, ti diranno che se Dio togliesse il male dal mondo, toglierebbe agli uomini la libertà. Ma è una risposta che non regge alla critica. Altri ti diranno che Dio è infinitamente superiore a noi e quindi è ovvio che non si trovi risposta ai suoi misteri insondabili per il nostro piccolo cervello; anche questa risposta, come qualsiasi altra, si demolisce in mezzo secondo.

In un certo senso i bigotti dicono "c'è scritto questo e questo" sulla Bibbia. Poi dicono, visto che ci è stato detto che l'unico modo di salvrsi è la fede allora dobbiamo per forza credere e fare in modo che gli altri credano (ergo: così si spiegano gli insegnamenti creazionisti in America). Chiaramente è una lettura stupida della Bibbia.

Da quello che ho capito la Chiesa afferma che dobbiamo leggere i passi della Bibbia nel loro contesto. Ok però anche qui ci sono problemi: ogni interpretazione di un testo contiene arbitrarietà a meno che lo scrittore del testo non abbia lasciato una "chiave di lettura". Ammesso che l'intereptazione della Chiesa sia giusta allora ti porto un esempio: secondo loro Adamo ed Eva sono i progenitori di tutta l'umanità, cosa che se pensi all'origine delle specie è un po' "difficile".

Per questo motivo io protendo per una lettura in chiave allegorica di tutta la Bibbia. Quello che conservo è solo ciò che mi può essere utile nella mia vita, cioè l'etica (da quello che ho capito anche Tolstoj la pensava così anche se dico questa cosa da fonti indirette...) anche se purtroppo per me sono ben lontano dall'essere un "buon cristiano". Per quanto riguarda l'esistenza di Dio: io in una qualche forma ci credo, però secondo me quando nella Bibbia c'è scritto "Dio disse..." quello che veramente è accaduto è che in realtà era "solamente" l'espressione di qualche persona ispirata che scriveva (questo sia chiaro non è un rifiuto totale visto che ad esempio Platone riteneva che un genio sembrava pazzo perchè era "ispirato" dal mondo delle Idee...).

Citazione di: cvc il 12 Novembre 2016, 08:26:27 AMCondivido questa tua conflittualità, secondo me è un po' come la psicanalisi. Dice tante cose vere e utili, ma poi lascia spazio anche a numerose incoerenze. Forse perché in fondo ognuno ha un qualcosa di unico in se, non solo come pensiero ma anche, ed anche in conseguenza di ciò, come modo di sentire. Galimberti dice che è giusto che ci siano diversi modelli di psicanalisi perché diverse sono le tipologie di individui. Parafrasando e condividendo ciò che hai detto e molto semplicemente (lo disse pure Federico il Grande se mai avesse importanza tale particolare): Che ognuno vada in cielo a suo modo! Per il resto credo che valgano le parole di Galileo Galilei che probabilmente non era nemmeno così ateo come solitamente lo si fa passare. Diceva infatti che le cose scritte nei testi hanno una loro realtà che riguarda la sfera spirituale, ben altra cosa sono le realtà sperimentali. Chiudo con una conclusione cui sono giunto e che credo sia buona regola applicare: Diffidare di tutti quelli che parlano in nome di Dio. Dio, se esiste, non credo abbia bisogno di ventriloqui, al massimo di intercessori. E diversi possono essere gli intercessori perché diverse sono le anime. Il maledetto Baudelaire credeva in Dio e pensava che il suo intercessore fosse niente meno che Alan Edgar Poe. Che c'è di strano in fondo? Quando è morto il trasgressivissimo David Bowie si è scoperto che il vaticano era pieno di suoi fans!

Concordo con te, il punto è che non capisco perchè la Chiesa non dia la "libertà di interpretazione". Se così fosse, credo, ne guadagneremmo un po' tutti.
Su Galileo Galilei: non era ateo! Anzi era un convinto cristiano...

Comunque quello che non riesco a capire è appunto l'"attaccamento" così profondo alla Bibbia come libro sacro, visto che ogni generazione di teologi sembra "confusa" quanto me. Ciò si vede dal numero enorme di libri dediti all'interpretazione di tale testo.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Angelo Cannata

Citazione di: Apeiron il 12 Novembre 2016, 10:28:26 AM
Da quello che ho capito la Chiesa afferma che dobbiamo leggere i passi della Bibbia nel loro contesto. Ok però anche qui ci sono problemi: ogni interpretazione di un testo contiene arbitrarietà a meno che lo scrittore del testo non abbia lasciato una "chiave di lettura". Ammesso che l'intereptazione della Chiesa sia giusta allora ti porto un esempio: secondo loro Adamo ed Eva sono i progenitori di tutta l'umanità, cosa che se pensi all'origine delle specie è un po' "difficile".

Per questo motivo io protendo per una lettura in chiave allegorica di tutta la Bibbia. Quello che conservo è solo ciò che mi può essere utile nella mia vita, cioè l'etica (da quello che ho capito anche Tolstoj la pensava così anche se dico questa cosa da fonti indirette...) anche se purtroppo per me sono ben lontano dall'essere un "buon cristiano". Per quanto riguarda l'esistenza di Dio: io in una qualche forma ci credo, però secondo me quando nella Bibbia c'è scritto "Dio disse..." quello che veramente è accaduto è che in realtà era "solamente" l'espressione di qualche persona ispirata che scriveva (questo sia chiaro non è un rifiuto totale visto che ad esempio Platone riteneva che un genio sembrava pazzo perchè era "ispirato" dal mondo delle Idee...).
È ovvio che chi scrisse i testi della Bibbia non aveva la mentalità scientifica che abbiamo oggi. Per loro dire che Dio creò Adamo ed Eva non significava interrogarsi sulle implicazioni scientifiche di quest'affermazione, per il semplice fatto che a quel tempo non esisteva per niente la scienza come la intendiamo noi oggi. Perciò non ha senso dire che secondo tali autori Adamo ed Eva sono i progenitori di tutta l'umanità: essi non avevano alcuna idea del significato biologico di "umanità", semplicemente perché a quel tempo non esisteva la biologia come la intendiamo noi oggi. Di conseguenza, noi oggi abbiamo bisogno di specificare un senso allegorico del testo, un senso simbolico, ma per loro allegoria, simbolo, erano elementi così connaturati con ogni esperienza umana, da non aver bisogno di fare distinzioni molto precise. Tutto ciò è stato da tempo acquisito dalla Chiesa Cattolica, riconoscendo che ogni  passo della Bibbia va interpretato situandolo nel suo genere letterario.
Purtroppo queste cose non vengono divulgate dalla Chiesa per timore di scandalizzare i semplici, i non istruiti, le vecchiette. Questa a mio parere è un'ipocrisia della Chiesa, purtroppo.

Citazione di: Apeiron il 12 Novembre 2016, 10:28:26 AM
Concordo con te, il punto è che non capisco perchè la Chiesa non dia la "libertà di interpretazione". Se così fosse, credo, ne guadagneremmo un po' tutti.
Su Galileo Galilei: non era ateo! Anzi era un convinto cristiano...

Comunque quello che non riesco a capire è appunto l'"attaccamento" così profondo alla Bibbia come libro sacro, visto che ogni generazione di teologi sembra "confusa" quanto me. Ciò si vede dal numero enorme di libri dediti all'interpretazione di tale testo.
Per quanto riguarda il problema della libertà di interpretazione, la Chiesa segue una via di mezzo: su ciò che è considerato dottrina imprescindibile, la Chiesa stabilisce che chi è cattolico deve attenersi all'interpretazione ufficiale; per esempio, la Chiesa stabilisce che bisogna ritenere che secondo la Bibbia Gesù è il Figlio di Dio. Riguardo a questioni non vincolanti per la fede, la Chiesa lascia libertà; per esempio, non è necessario ritenere che il diluvio universale sia un fatto storico.

La Chiesa ha questo forte attacamento alla Bibbia perché la considera Parola di Dio, anche se mediata da autori umani. Secondo questa dottrina, la Chiesa ritiene che attraverso la Bibbia Dio ha comunicato all'umanità tutto quanto le serve per salvarsi; dopo la Bibbia non c'è più altro di importante da sapere. In questo contesto, per la Chiesa, il credente che legge la Bibbia viene a contatto con Dio stesso, anche se è un contatto mediato dalla cultura e dall'umanità di chi scrisse quei testi.

Apeiron

Citazione di: Angelo Cannata il 12 Novembre 2016, 12:21:54 PM
Citazione di: Apeiron il 12 Novembre 2016, 10:28:26 AMDa quello che ho capito la Chiesa afferma che dobbiamo leggere i passi della Bibbia nel loro contesto. Ok però anche qui ci sono problemi: ogni interpretazione di un testo contiene arbitrarietà a meno che lo scrittore del testo non abbia lasciato una "chiave di lettura". Ammesso che l'intereptazione della Chiesa sia giusta allora ti porto un esempio: secondo loro Adamo ed Eva sono i progenitori di tutta l'umanità, cosa che se pensi all'origine delle specie è un po' "difficile". Per questo motivo io protendo per una lettura in chiave allegorica di tutta la Bibbia. Quello che conservo è solo ciò che mi può essere utile nella mia vita, cioè l'etica (da quello che ho capito anche Tolstoj la pensava così anche se dico questa cosa da fonti indirette...) anche se purtroppo per me sono ben lontano dall'essere un "buon cristiano". Per quanto riguarda l'esistenza di Dio: io in una qualche forma ci credo, però secondo me quando nella Bibbia c'è scritto "Dio disse..." quello che veramente è accaduto è che in realtà era "solamente" l'espressione di qualche persona ispirata che scriveva (questo sia chiaro non è un rifiuto totale visto che ad esempio Platone riteneva che un genio sembrava pazzo perchè era "ispirato" dal mondo delle Idee...).
È ovvio che chi scrisse i testi della Bibbia non aveva la mentalità scientifica che abbiamo oggi. Per loro dire che Dio creò Adamo ed Eva non significava interrogarsi sulle implicazioni scientifiche di quest'affermazione, per il semplice fatto che a quel tempo non esisteva per niente la scienza come la intendiamo noi oggi. Perciò non ha senso dire che secondo tali autori Adamo ed Eva sono i progenitori di tutta l'umanità: essi non avevano alcuna idea del significato biologico di "umanità", semplicemente perché a quel tempo non esisteva la biologia come la intendiamo noi oggi. Di conseguenza, noi oggi abbiamo bisogno di specificare un senso allegorico del testo, un senso simbolico, ma per loro allegoria, simbolo, erano elementi così connaturati con ogni esperienza umana, da non aver bisogno di fare distinzioni molto precise. Tutto ciò è stato da tempo acquisito dalla Chiesa Cattolica, riconoscendo che ogni passo della Bibbia va interpretato situandolo nel suo genere letterario. Purtroppo queste cose non vengono divulgate dalla Chiesa per timore di scandalizzare i semplici, i non istruiti, le vecchiette. Questa a mio parere è un'ipocrisia della Chiesa, purtroppo.
Citazione di: Apeiron il 12 Novembre 2016, 10:28:26 AMConcordo con te, il punto è che non capisco perchè la Chiesa non dia la "libertà di interpretazione". Se così fosse, credo, ne guadagneremmo un po' tutti. Su Galileo Galilei: non era ateo! Anzi era un convinto cristiano... Comunque quello che non riesco a capire è appunto l'"attaccamento" così profondo alla Bibbia come libro sacro, visto che ogni generazione di teologi sembra "confusa" quanto me. Ciò si vede dal numero enorme di libri dediti all'interpretazione di tale testo.
Per quanto riguarda il problema della libertà di interpretazione, la Chiesa segue una via di mezzo: su ciò che è considerato dottrina imprescindibile, la Chiesa stabilisce che chi è cattolico deve attenersi all'interpretazione ufficiale; per esempio, la Chiesa stabilisce che bisogna ritenere che secondo la Bibbia Gesù è il Figlio di Dio. Riguardo a questioni non vincolanti per la fede, la Chiesa lascia libertà; per esempio, non è necessario ritenere che il diluvio universale sia un fatto storico. La Chiesa ha questo forte attacamento alla Bibbia perché la considera Parola di Dio, anche se mediata da autori umani. Secondo questa dottrina, la Chiesa ritiene che attraverso la Bibbia Dio ha comunicato all'umanità tutto quanto le serve per salvarsi; dopo la Bibbia non c'è più altro di importante da sapere. In questo contesto, per la Chiesa, il credente che legge la Bibbia viene a contatto con Dio stesso, anche se è un contatto mediato dalla cultura e dall'umanità di chi scrisse quei testi.


Scusami se insito ma ancora non mi torna il discorso. Cioè molto spesso trovo i commenti ai testi biblici molto più chiari della Bibbia stessa e credo che sia facile rendersi conto che quando si commenta/interpreta una cosa si finisce con una certa probabilità di "alterarne" il significato. Detto questo lasciami obiettare due cose:
1) Se il messaggio di Gesù è contenuto tutto nei Vangeli e nel resto del Nuovo Testamento perchè dovremo considerare ancora libro sacro l'Antico?
2) Di nuovo l'ambiguità che si crea a non dare un'interpretazione letterale. Esempio: "Avere fede" in Gesù cosa significa? Per me significa seguire il suo (difficile ma giusto) insegnamento morale. Inoltre se non dai una interpretazione letterale allora puoi convenire con me che il "cristianesimo ufficiale" è anch'esso arbitrario. Quindi non capisco perchè ci si ostini nelle chiese a dire che le altre confessioni cristiane non sono "vero cristianesimo". Per esempio a me piacciono molto le "confessioni" secolari e/o liberali e/o universaliste.

Detto questo toglimi una curiosità: tralasciando il problema del male (che in realtà non è un vero problema in alcune religioni, vedi buddismo ma non per questo sono necessariamente più "vere" del cristianesimo), come si riconcilia la "perfetta benevolenza" di Dio con l'esistenza della Dannazione Eterna, o meglio dell'impossibilità di redimersi dopo la morte? Il cattolicesimo ha anche il Purgatorio ma il punto è che l'esistenza dell'inferno mi sembra una contraddizione interna.

P.S. Detto questo sono d'accordo che la Chiesa è ipocrita in quel senso che dici tu. Voglio dire l'insegnamento che da va bene per chi non si pone MAI domande.  Perchè non divulgare le "spiegazioni"?
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Angelo Cannata

Citazione di: Apeiron il 12 Novembre 2016, 19:04:10 PM
quando si commenta/interpreta una cosa si finisce con una certa probabilità di "alterarne" il significato.
Da un punto di vista critico non esistono interpretazioni oggettive, poiché è impossibile interpretare un testo qualsiasi senza usare il proprio cervello, il quale non potrà fare a meno di introdurre nell'interpretazione i propri condizionamenti. Tuttavia la Chiesa ritiene oggettivamente vera la propria interpretazione della Bibbia, almeno per quanto riguarda i dogmi della fede, perché ritiene se stessa ispirata dallo Spirito Santo.

Citazione di: Apeiron il 12 Novembre 2016, 19:04:10 PM
1) Se il messaggio di Gesù è contenuto tutto nei Vangeli e nel resto del Nuovo Testamento perchè dovremo considerare ancora libro sacro l'Antico?
Da un punto di vista della fede l'Antico Testamento è ritenuto Parola di Dio dalla Chiesa (nonostante la Chiesa stessa riconosca che non è Parola di Dio allo stato puro, ma sempre mediata dagli autori umani) perché viene considerato per intero un lungo annuncio della venuta di Gesù. Da un punto di vista storico-critico ciò non regge; tuttavia la Chiesa ritiene validi entrambi i punti di vista, proprio perché sono punti di vista. Insomma, la Chiesa dice dice agli studiosi della Bibbia: "Voi dite la vostra, con le vostre ricerche scientifiche, ma per ciò che attiene alla fede, è mio compito stabilire le verità da credere".

Citazione di: Apeiron il 12 Novembre 2016, 19:04:10 PM
come si riconcilia la "perfetta benevolenza" di Dio con l'esistenza della Dannazione Eterna?
La Chiesa giustifica la dannazione eterna con l'esigenza di giustizia; ma anche se ciò risultasse inspiegabile, la Chiesa aggiungerebbe che è comunque una verità di fede, un dogma, e quindi, che lo si capisca o no, chi vuol essere cattolico deve crederci.

Citazione di: Apeiron il 12 Novembre 2016, 19:04:10 PM
Perchè non divulgare le "spiegazioni"?
La Chiesa preferisce non divulgare spiegazioni perché milioni di persone nel passato sono state indottrinate senza alcuna apertura mentale e quindi considererebbero queste spiegazioni un voltafaccia, un tradimento da parte della Chiesa. Questo giudizio di tradimento viene manifestato apertamente dalle frange conservatrici.

Duc in altum!

**  scritto da Apeiron:
CitazioneIn questo periodo sto avendo un rapporto molto conflittuale con il cristianesimo
Questo è possibile se sei cristiano, o se almeno pratichi, anche saltuariamente, i riti cristiani. Altrimenti non ha senso questo tuo scontro con il cristianesimo: Gesù propone e non impone (almeno che non ci si chiami Saulo).
Per meglio capirci, io non ho nessun rapporto conflittuale con altre dottrine "religiose" o "spirituali", giacché a loro non affido la mia fiducia: con Gesù ho incontrato la pace, la gioia e un vero senso alla mia esistenza, e spero che anche il prossimo confluisca, nella sua personale religione, a questa per niente utopica dimensione. 
Quando ero dall'altra parte della barricata, me ne infischiavo delle "regole" dottrinali del cristianesimo, poiché avevo le mie: sesso, droga e rock and roll; quindi le altre erano fandonie o stupidaggini.  
Oggi, invece, anche se pratico 365 giorni all'anno il cristianesimo ho i miei dubbi teologi, le mie interpretazioni bibliche e i miei conflitti, specialmente con chi come me è tutti i giorni a Messa. Solo che, giorno dopo giorno, mettendo in pratica l'annullamento dell'Io a beneficio della verità del Cristo (è questo l'ABC del cristianesimo: frequentare Gesù Eucaristico, e farsi violenza per desiderare di amare come Lui ci ha rivelato), la diatriba è chiedere scusa, l'avere ragione è non infierire, la sottomissione è confidenza e il timore è amore.

Non esiste un ciò che piace e quel che non piace del Cristo, Gesù è misericordia, ma è anche giustizia, quindi è vero che Dio ama tutti i suoi figli, ma è pur vero che: "...Cristo è salito sulla croce: un Gesù disponibile a tollerare tutto, non sarebbe stato crocifisso..." - (il teologo dei teologi) - quindi sì che è eterna la responsabilità delle nostre scelte etiche e morali.

Chi decide di corrispondere al cristianesimo, prima della speranza di resuscitare, deve essere disposto a soffrire ( e non come vocazione, ma come realtà inevitabile del Mistero) affinché anche l'altro possa usufruire di questa grazia.

La tua confusione non è dovuta al tuo non discernere la Bibbia, ma al fatto che si giunge a un momento dove le motivazioni con cui ci opponiamo allo Spirito Santo (se si è battezzati maggiormente!), non riescono più a contenere le Sue indicazioni alla nostra coscienza, quindi, come capita a tutti, o si rinforza il compromesso con l'immoralità, o si deve capitolare alla vergogna per quel che abbiamo fatto, ossia, il momento della rinascita dall'alto, della rinascita grazie allo Spirito di Verità, cosa che neanche Nicodemo, che disgustava l'ignoranza e i piaceri banali della vita, poté comprendere, anche essendo maestro (quindi un coltissimo accademico) in Israele, giacché non ebbe il coraggio di avere fiducia in quella Parola.
La tua confusione è la bellezza del libero arbitrio: adesso, oggi, chi e cosa voglio essere?
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Apeiron

Citazione di: Duc in altum! il 12 Novembre 2016, 21:48:26 PM** scritto da Apeiron:
CitazioneIn questo periodo sto avendo un rapporto molto conflittuale con il cristianesimo
Questo è possibile se sei cristiano, o se almeno pratichi, anche saltuariamente, i riti cristiani. Altrimenti non ha senso questo tuo scontro con il cristianesimo: Gesù propone e non impone (almeno che non ci si chiami Saulo). Per meglio capirci, io non ho nessun rapporto conflittuale con altre dottrine "religiose" o "spirituali", giacché a loro non affido la mia fiducia: con Gesù ho incontrato la pace, la gioia e un vero senso alla mia esistenza, e spero che anche il prossimo confluisca, nella sua personale religione, a questa per niente utopica dimensione. Quando ero dall'altra parte della barricata, me ne infischiavo delle "regole" dottrinali del cristianesimo, poiché avevo le mie: sesso, droga e rock and roll; quindi le altre erano fandonie o stupidaggini. Oggi, invece, anche se pratico 365 giorni all'anno il cristianesimo ho i miei dubbi teologi, le mie interpretazioni bibliche e i miei conflitti, specialmente con chi come me è tutti i giorni a Messa. Solo che, giorno dopo giorno, mettendo in pratica l'annullamento dell'Io a beneficio della verità del Cristo (è questo l'ABC del cristianesimo: frequentare Gesù Eucaristico, e farsi violenza per desiderare di amare come Lui ci ha rivelato), la diatriba è chiedere scusa, l'avere ragione è non infierire, la sottomissione è confidenza e il timore è amore. Non esiste un ciò che piace e quel che non piace del Cristo, Gesù è misericordia, ma è anche giustizia, quindi è vero che Dio ama tutti i suoi figli, ma è pur vero che: "...Cristo è salito sulla croce: un Gesù disponibile a tollerare tutto, non sarebbe stato crocifisso..." - (il teologo dei teologi) - quindi sì che è eterna la responsabilità delle nostre scelte etiche e morali. Chi decide di corrispondere al cristianesimo, prima della speranza di resuscitare, deve essere disposto a soffrire ( e non come vocazione, ma come realtà inevitabile del Mistero) affinché anche l'altro possa usufruire di questa grazia. La tua confusione non è dovuta al tuo non discernere la Bibbia, ma al fatto che si giunge a un momento dove le motivazioni con cui ci opponiamo allo Spirito Santo (se si è battezzati maggiormente!), non riescono più a contenere le Sue indicazioni alla nostra coscienza, quindi, come capita a tutti, o si rinforza il compromesso con l'immoralità, o si deve capitolare alla vergogna per quel che abbiamo fatto, ossia, il momento della rinascita dall'alto, della rinascita grazie allo Spirito di Verità, cosa che neanche Nicodemo, che disgustava l'ignoranza e i piaceri banali della vita, poté comprendere, anche essendo maestro (quindi un coltissimo accademico) in Israele, giacché non ebbe il coraggio di avere fiducia in quella Parola. La tua confusione è la bellezza del libero arbitrio: adesso, oggi, chi e cosa voglio essere?

Come ho già detto mi attrae l'etica ma anche il "senso di ciò che è più alto" (non so esprimerlo meglio). Per quanto riguarda l'etica credo molto nella purificazione dal peccato (e dall'odio, dall'ignoranza "morale"...) e quindi ogni tanto mi capita di "confessarmi". Perciò sicuramente non sono cattolico visto che ritengo che la dottrina non sia così importante in una religione come il cristianesimo ma credo che sia molto più importante l'etica. Detto questo: vedo in realtà come un ostacolo per la mia fede le cose che non mi sembrano plausibili. Anche qui se vogliamo estendere il concetto d cristiano, lo sono sicuramente in un "certo senso". Ma ancora non mi convince il fatto che Gesù non abbia tollerato fino alla fine: "Padre perdonali perchè non sanno quello che fanno". Questo mi sembra perdono e amore incondizionati e assoluti.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Angelo Cannata

Citazione di: Apeiron il 13 Novembre 2016, 10:50:53 AM
ancora non mi convince il fatto che Gesù non abbia tollerato fino alla fine: "Padre perdonali perchè non sanno quello che fanno". Questo mi sembra perdono e amore incondizionati e assoluti.
Puoi spiegare meglio? Sembra una frase contraddittoria: prima dici che Gesù non ha tollerato, ma poi apprezzi il suo perdono incondizionato.

Apeiron

Volevo dire: mi sembra impossibile che non abbia tollerato tutto fino alla fine se poi dice "perdonali che non sanno quello che fanno". Cioè se non avesse tollerato tutto non capisco perchè fare tale affermazione che sembra dire che l'origine del peccato è l'ignoranza e l'imperfezione intrinseca dell'uomo. Quindi non mi sembra che in tale frase ci fosse una condanna assoluta dell'atto ma un tentativo di "comprensione" e tolleranza (non giustificazione). Secondo me è come se dicesse: "c'è proprio gente che per sua natura non riesce a comportarsi bene, perdonali comunque". Personalmente non vedo la cosa come un invito a "fuggire la responsabilità".
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Angelo Cannata

#11
Credo di aver capito, ma a questo punto mi sembra di vedere un'altra contraddizione.

A quanto pare, tu apprezzi in Gesù il suo perdono e amore incondizionati e assoluti. Però credi molto nella purificazione dal peccato, il che significa che non sei disposto a tollerare tutto in te stesso. Cioè, apprezzi Gesù che perdona tutto, ma tu non perdoni tutto a te stesso. Ecco la contraddizione che mi sembra di vedere.

Per fare chiarezza, si dovrebbe discutere alla radice il problema della colpa. Da un punto di vista psicologico, scientifico, la colpa non esiste o, come minimo, non può mai essere individuata. Ogni nostro comportamento è talmente determinato da un'infinità di fattori interni ed esterni a noi, che non è possibile stabilire se esiste qualcosa che possa essere chiamata colpa, e di conseguenza non è neanche possibile stabilire se esiste la libertà, argomento su cui c'è proprio una discussione in corso nel forum.

Mi sembra il caso di evidenziare che, anche nel caso in cui si creda nell'esistenza della libertà, e quindi della colpa, ciò dà luogo a delle aporie, che danno luogo a certe contraddizioni presenti nel Cristianesimo. In particolare, Gesù chiede ad ogni uomo di perdonare sempre, richiesta simboleggiata dall'espressione "perdonare non sette volte, ma settanta volte sette"; Dio però, invece di dare l'esempio, riserva a se stesso la facoltà di smettere di perdonare, nel momento in cui rivendica la sua possibilità di mandare gente all'inferno. L'inferno nasconde l'intuizione secondo cui nessuna colpa può mai essere cancellata al cento per cento, perché il passato non si cancella. Siccome, secondo quest'idea, dovrebbe esistere solo l'inferno, allora si introduce un giudizio di Dio che ad altri riserva il paradiso. In paradiso non si faranno più peccati, ma ciò equivale a dire che non ci sarà più garantita la libertà di fare il male, che abbiamo sulla terra, libertà a cui invece si fa appello quando si vuole spiegare come mai Dio non toglie subito il male dal mondo.

Angelo Cannata

Tutte queste contraddizioni nascono dall'idea di colpa, dal bisogno di colpevolizzare, che viene sentito come via per reagire radicalmente al male cercando di individuare la sua origine. Questa via, come si vede, porta solo a contraddizioni, ma soprattutto colpevolizzazioni, con conseguenti minacce, angosce, violenza.

Trovo più fruttuoso seguire una strada di modestia: combattere il male, sia in noi stessi che negli altri, non pretendendo di individuare la sua origine assoluta, radicale, ma riconoscendo che si tratta solo di un nostro modo di essere umani.

Da questo punto di vista le parole attribuite a Gesù "Padre perdonali perchè non sanno quello che fanno" non fanno che testimoniare la difficoltà, sempre e dappertutto esistita in questo mondo, a gestire il problema della colpa.

Duc in altum!

**  scritto da Apeiron:
CitazionePer quanto riguarda l'etica credo molto nella purificazione dal peccato (e dall'odio, dall'ignoranza "morale"...) e quindi ogni tanto mi capita di "confessarmi". Perciò sicuramente non sono cattolico visto che ritengo che la dottrina non sia così importante in una religione come il cristianesimo ma credo che sia molto più importante l'etica.
Benissimo, ma rendiamoci conto che assegnare dei valori o delle virtù a dei determinati atteggiamenti o comportamenti umani è possibile solo per fede, dacché senza Dio tutto è permesso e concesso.
Quindi per te è importante l'etica, ma non l'etica cristiana, bensì un'etica stipulata dal tuo personale sincretismo, non vedo nulla di anormale, se non un semplice (dal modesto punto di vista di un cattolico): benvenuto nella "religione" del diofaidate!!

Inoltre se percepisci la purificazione dal peccato nell'atto della confessione, come è possibile che dopo non riconosci l'importanza della dottrina? Ossia, vado in banca a fare un mutuo, me lo danno, mi godo gli effetti del benessere susseguente, però dopo, poi, forse quando si tratta di pagare le quote, non ho tanta fiducia in questa "dottrina" finanziaria.


CitazioneDetto questo: vedo in realtà come un ostacolo per la mia fede le cose che non mi sembrano plausibili.
Perché quelle che ti sembrano plausibili, visto che sono sempre dovute grazie alla tua fede personale, sono meno assurde?


CitazioneAnche qui se vogliamo estendere il concetto d cristiano, lo sono sicuramente in un "certo senso".

Mi dispiace, ma non esiste il cristiano in un certo senso. Cristo è l'autovettura e la Croce non è un optional, ma è il volante automatico, sempre fissa, sempre a senso unico, mentre l'Universo gira.

Proprio ieri, ascoltavo, durante un incontro catechistico sulla parabola di Dio e mammona, condannare, senza mezzi termini, senza un certo senso, la famosa ambiguità nella frase del Presidente del Consiglio: "...io sono cattolico ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo..." - dove la condanna non era sulla libertà di espressione, o sull'idea politica, ma proprio nel convenzionalismo di essersi auto-proclamato cattolico (o cristiano), segnalando che non basta l'andare a Messa spesso per discernere, senza adeguamenti personali, la fonte e il culmine dell'Io credo cattolico.


CitazioneMa ancora non mi convince il fatto che Gesù non abbia tollerato fino alla fine: "Padre perdonali perchè non sanno quello che fanno". Questo mi sembra perdono e amore incondizionati e assoluti.

Benissimo, potrebbe anche essere, grazie a questa Divina Misericordia (il Padre esaudisce sempre la preghiera del Figlio!), incondizionata e assoluta, che l'inferno è vuoto, ossia, che siccome a Dio tutto è permesso (e non deve certamente chiedere la nostra autorizzazione), nell'inferno ci siano solo gli angeli ribellatosi a Dio, cioè, che nessun terrestre fu, è e sarà condannato per l'eternità. Però, se così fosse, il dubbio sarebbe un altro: perché Matteo 25,31-46? ...perché l'invio del Paraclito per educarci alla Verità? ...perché Luca 12,47-48? ...perché non dovrei insegare a mio figlio che il modello etico umano a seguire è il ricco scaltro, invece del buon samaritano? ...perché Atti 20,35? ...a che servirebbe decidere o scegliere? ...forse per Dio è un video-game, e noi siamo nient'altro che burattini?  ...riesco ad immaginarmi una dimensione, post-mortem, dove non vi sia differenza tra l'etica di Hitler e l'etica di Salvo D'Acquisto, o tra l'operato di Gino Strada e la prassi di Torquemada?
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Apeiron

Citazione di: Duc in altum! il 13 Novembre 2016, 16:06:06 PM** scritto da Apeiron:
CitazionePer quanto riguarda l'etica credo molto nella purificazione dal peccato (e dall'odio, dall'ignoranza "morale"...) e quindi ogni tanto mi capita di "confessarmi". Perciò sicuramente non sono cattolico visto che ritengo che la dottrina non sia così importante in una religione come il cristianesimo ma credo che sia molto più importante l'etica.
Benissimo, ma rendiamoci conto che assegnare dei valori o delle virtù a dei determinati atteggiamenti o comportamenti umani è possibile solo per fede, dacché senza Dio tutto è permesso e concesso. Quindi per te è importante l'etica, ma non l'etica cristiana, bensì un'etica stipulata dal tuo personale sincretismo, non vedo nulla di anormale, se non un semplice (dal modesto punto di vista di un cattolico): benvenuto nella "religione" del diofaidate!! Inoltre se percepisci la purificazione dal peccato nell'atto della confessione, come è possibile che dopo non riconosci l'importanza della dottrina? Ossia, vado in banca a fare un mutuo, me lo danno, mi godo gli effetti del benessere susseguente, però dopo, poi, forse quando si tratta di pagare le quote, non ho tanta fiducia in questa "dottrina" finanziaria.
CitazioneDetto questo: vedo in realtà come un ostacolo per la mia fede le cose che non mi sembrano plausibili.
Perché quelle che ti sembrano plausibili, visto che sono sempre dovute grazie alla tua fede personale, sono meno assurde?
CitazioneAnche qui se vogliamo estendere il concetto d cristiano, lo sono sicuramente in un "certo senso".
Mi dispiace, ma non esiste il cristiano in un certo senso. Cristo è l'autovettura e la Croce non è un optional, ma è il volante automatico, sempre fissa, sempre a senso unico, mentre l'Universo gira. Proprio ieri, ascoltavo, durante un incontro catechistico sulla parabola di Dio e mammona, condannare, senza mezzi termini, senza un certo senso, la famosa ambiguità nella frase del Presidente del Consiglio: "...io sono cattolico ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo..." - dove la condanna non era sulla libertà di espressione, o sull'idea politica, ma proprio nel convenzionalismo di essersi auto-proclamato cattolico (o cristiano), segnalando che non basta l'andare a Messa spesso per discernere, senza adeguamenti personali, la fonte e il culmine dell'Io credo cattolico.
CitazioneMa ancora non mi convince il fatto che Gesù non abbia tollerato fino alla fine: "Padre perdonali perchè non sanno quello che fanno". Questo mi sembra perdono e amore incondizionati e assoluti.
Benissimo, potrebbe anche essere, grazie a questa Divina Misericordia (il Padre esaudisce sempre la preghiera del Figlio!), incondizionata e assoluta, che l'inferno è vuoto, ossia, che siccome a Dio tutto è permesso (e non deve certamente chiedere la nostra autorizzazione), nell'inferno ci siano solo gli angeli ribellatosi a Dio, cioè, che nessun terrestre fu, è e sarà condannato per l'eternità. Però, se così fosse, il dubbio sarebbe un altro: perché Matteo 25,31-46? ...perché l'invio del Paraclito per educarci alla Verità? ...perché Luca 12,47-48? ...perché non dovrei insegare a mio figlio che il modello etico umano a seguire è il ricco scaltro, invece del buon samaritano? ...perché Atti 20,35? ...a che servirebbe decidere o scegliere? ...forse per Dio è un video-game, e noi siamo nient'altro che burattini? ...riesco ad immaginarmi una dimensione, post-mortem, dove non vi sia differenza tra l'etica di Hitler e l'etica di Salvo D'Acquisto, o tra l'operato di Gino Strada e la prassi di Torquemada?

Ma hai mai avuto dubbi su questi argomenti? Non voglio essere polemico ma ancora sinceramente mi sembra che il tuo punto di vista sia dovuto all'indottrinamento.  Quello che non mi pare abbia senso NON è la dannazione, la punizione o come vuoi chiamarla ma la dannazione ETERNA senza possibilità di "rimediare". Voglio che TU ragioni con la TUA testa e non con quello che ti hanno insegnato: ti pare sensato che un padre per un peccato x commesso nella vita in cui si può fare peccato non dia la possibilità anche dopo la dannazione di "rinconciliazione"?  

Allora come forse non hai capito sottolineando l'importanza dell'ETICA non rinnego DIO. Anzi secondo me le due cose coincidono: what is good is also divine. Queer as it sounds, that sums up my ethics (Wittgenstein). Tuttavia a differenza della Chiesa Cattolica io dico che non sono sicuro che ciò che mi sembra buono sia davvero buono. Ergo: bisogna per questo motivo avere fede se no si va alla disperazione (e io ho difficoltà di fede...).


E chi ha detto che l'etica di Hitler o di Stalin è uguale a quella di Salvo d'Acquisto o di Gandhi o di San Francersco??



Detto questo: visto che non accetti altre forme di cristianesimo ti faccio una domanda. Per te Lutero, gli ortodossi ecc sono cristiani? Se mi rispondi "sì" allora "sono cristiani in un certo senso, diverso dal tuo".

Perchè non è poi così utile la dottrina? Semplice: posso credere a tutto quello che c'è scritto nella Bibbia e comportarmi in modo spregevole. Posso credere a tutti i miracoli ecc e dire "me ne frego".  Posso credere che la Bibbia è la Parola di Dio e fare le crociate come faceva la stessa Chiesa Cattolica. E sinceramente non credo che i papi che hanno indetto le crociate non avessero presente quello che c'è scritto sul vangelo.  

L'etica è oltremondana noi no e quindi l'errore è sempre possibile (ritengo più cristiano un ateo virtuoso che i papi di quell'epoca, parere mio).


Esempio di cose che mi sembrano plausibili: Gesù che predica la nonviolenza ecc, viene crocifisso...
Cose assurde: mondo creato in 7 giorni, Dio che uccide i suoi figli col diluvio universale, Dio che non da la possibilità di redenzione dopo la morte...


Citazione di: Angelo Cannata il 13 Novembre 2016, 13:08:15 PMCredo di aver capito, ma a questo punto mi sembra di vedere un'altra contraddizione. A quanto pare, tu apprezzi in Gesù il suo perdono e amore incondizionati e assoluti. Però credi molto nella purificazione dal peccato, il che significa che non sei disposto a tollerare tutto in te stesso. Cioè, apprezzi Gesù che perdona tutto, ma tu non perdoni tutto a te stesso. Ecco la contraddizione che mi sembra di vedere. Per fare chiarezza, si dovrebbe discutere alla radice il problema della colpa. Da un punto di vista psicologico, scientifico, la colpa non esiste o, come minimo, non può mai essere individuata. Ogni nostro comportamento è talmente determinato da un'infinità di fattori interni ed esterni a noi, che non è possibile stabilire se esiste qualcosa che possa essere chiamata colpa, e di conseguenza non è neanche possibile stabilire se esiste la libertà, argomento su cui c'è proprio una discussione in corso nel forum. Mi sembra il caso di evidenziare che, anche nel caso in cui si creda nell'esistenza della libertà, e quindi della colpa, ciò dà luogo a delle aporie, che danno luogo a certe contraddizioni presenti nel Cristianesimo. In particolare, Gesù chiede ad ogni uomo di perdonare sempre, richiesta simboleggiata dall'espressione "perdonare non sette volte, ma settanta volte sette"; Dio però, invece di dare l'esempio, riserva a se stesso la facoltà di smettere di perdonare, nel momento in cui rivendica la sua possibilità di mandare gente all'inferno. L'inferno nasconde l'intuizione secondo cui nessuna colpa può mai essere cancellata al cento per cento, perché il passato non si cancella. Siccome, secondo quest'idea, dovrebbe esistere solo l'inferno, allora si introduce un giudizio di Dio che ad altri riserva il paradiso. In paradiso non si faranno più peccati, ma ciò equivale a dire che non ci sarà più garantita la libertà di fare il male, che abbiamo sulla terra, libertà a cui invece si fa appello quando si vuole spiegare come mai Dio non toglie subito il male dal mondo.

Ancora: secondo me Dio perdona tutti quelli che hanno capito che hanno sbagliato. Dio è Padre, no? Dunque se è onnipotente perchè non fare in modo che i dannati capiscano che hanno sbagliato??? L'inferno c'è anche nel buddismo e nell'induismo ma è POTENZIALMENTE temporaneo.
La confessione mi serve per pentirmri. Detto questo sono un peccatore e lo ricononsco. Detto questo qual è la tua posizione su questo argomento (non mi interessa la posizione della chiesa...). Secondo te ha ragione Gesù o Dio? Anche perchè altrimenti succede che uno perdona solo per salvarsi e poi in realtà "in segreto" pensa magari con piacere che l'altro verrà punito in eterno.
Sono d'accordo con te che c'è la contraddizione nella Bibbia, ergo non bisonga "avere una fede cieca" MA bisogna ragionare. Da quello che mi sembra di capire tu hai abbandonato la fede ma ti credo ancora "cristiano in un certo senso". Duc non è d'accordo. Chi dei due ha ragione secondo te?

Anzi per entrambi: se volete non rispondete a quello che ho scritto sopra. D'altronde uno può essere anche delirante. Rispondete a questo semplicissimo interrogativo: chi è cristiano???

P.S. La mia intenzione non è offendere. Non voglio imporre la mia "dottrina" o la mia visione del mondo. Cerco solo la vostra opinione.  Rispondete solo se non vi crea sofferenza!
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Discussioni simili (5)