Dubbi sempre più insistenti (Cristianesimo in particolar modo ma non solo)

Aperto da Apeiron, 11 Novembre 2016, 22:57:36 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

donquixote

La resurrezione del Cristianesimo non è diversa dalla reincarnazione del buddhismo e dell'induismo (nel senso che le difficoltà a crederci sono le medesime anche se sono due dottrine differenti) eppure entrambe sono vere, e lo si può comprendere se ci si pone dal corretto punto di vista e quindi si tiene sempre ben presente che le teologie e le dottrine metafisiche si occupano essenzialmente dello spirito e i loro insegnamenti principali agiscono sulla mente e non sul corpo, spiegano lo spirito e non la materia, e lo spirito giustifica la materia così come il pensiero giustifica l'azione. E la fede nello spirito e nelle dottrine non è diversa dalla fede nella scienza, ad esempio la fisica: quando uno inizia una ricerca deve presumere che una dottrina o una teoria scientifica siano vere, e quindi aver fede in esse (anche quando, raramente,  queste teorie sono frutto di un'intuizione personale), e poi attraverso un percorso e un metodo potrà verificarle, in modo che tale fede si possa trasformare in conoscenza nel caso della scienza e in sapienza nel caso della metafisica. Che poi nel periodo attuale alcuni trovino più comodo crederci per fede perchè non hanno la volontà e/o le capacità di incamminarsi in un percorso di verifica dando per scontato ciò che altri hanno già fatto e allo stesso modo alcuni non ci credano per le medesime ragioni è indice solamente di una diminuita e quasi nulla capacità di pensare dell'uomo moderno, che abbiamo sostituito con quella di memorizzare perchè è molto più semplice e comoda. Basta peraltro guardare i saggi su ogni argomento che vengono pubblicati quotidianamente: non sono mai frutto di un pensiero ma sono solo florilegi di ciò che altri hanno pensato sul medesimo argomento, e la scelta delle citazioni si fa sulla base della teoria che l'autore del saggio condivide "per fede" e intende dimostrare e quindi sceglie consapevolmente autori e scritti che sono più conformi alle sue idee tralasciando tutti gli altri.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Duc in altum!

**  scritto da InVerno:
CitazioneIl risultato è quell'altare elevatissimo da cui il cattolico solitamente giudica gli altri, coperto dallo scudo del "non puoi indagarmi con la logica". 
Se Dio esiste non lo puoi indagare con la logica, almeno se non dopo il crederci per fede. Quindi anche l'indagine nei confronti di chi crede in Dio risulterebbe inefficace, poiché la sola ragione a un certo punto dovrebbe stopparsi (realtà da sempre e per sempre contemporanea, anche se l'umano non si arrende pensando di poter sfatare il tabù di rivelare Dio con la sola logica). Se Dio non esiste, invece, non esiste neanche la logica, giacché essa dovrebbe essere come la regola del caos, ossia l'ossimoro più assurdo che l'umano possa concepire in virtù della sua fantasia congenita. Ma assurdo per assurdo, ecco che preferisco Dio, almeno ho appreso a vendicarmi perdonando.


Citazioneè un tipo di arroganza e di egocentrismo che se ha a che fare con il cristianesimo, allora bisorebbe fare le corse a sbattezzarsi

Sbattezzarsi non è vincolato con gli aspetti che possono deludere del cristianesimo, ma dal fatto che non si ha fede in Gesù in qualità di vero uomo e vero Dio. Quindi ci risiamo cl libero arbitrio, ma non è che così facendo scompare o si ridimensiona la domanda delle domande: "Voi chi dite che io sia"? - a quella, fino in punto di morte, si risponde anche con l'indifferenza o il menefreghismo.
Inoltre lo sbattezzo è solo vincolato alla burocrazia e alla contabilità, mentre spiritualmente il sacramento resta, ha un valore definitivo, hasta la muerte!
Chi viene ordinato diacono, prete o vescovo lo rimane per sempre. Un prete ridotto allo stato laicale, non potrà mai annullare quel sigillo sacerdotale ricevuto. 
Allo stesso modo chi viene battezzato lo rimane per sempre, così chi riceve la confermazione. In questi sacramenti Dio agisce sulle persone in un modo definitivo, donando alla loro esistenza una relazione particolare con Cristo e con la Chiesa, che non è più disponibile alla libertà dell'uomo. Il credente potrà rifiutarla con la vita, ma resterà sempre come sigillo messo dal Signore sulla sua vita, come una chiamata irrevocabile. (cit. padre Valerio Mauro)

CitazioneDavvero gli insegnamenti di un Gesù "umano" sarebbero meno validi di un "Gesù" risorto?
Certamente, anche perché questo è logico, gli insegnamenti di Gesù solo umano non avrebbero senso, sarebbero l'etica spicciola che va tanto di moda nel pianeta Terra: "...fa' quel che ti dico, ma non quel che faccio!..." - Infatti, così come è dimostrato dalle risposte dei suoi discepoli nel Vangelo, essi hanno compreso il Tutto, ossia, la teoria dell'insegnamento è risultata vittoriosa nella pratica, solo quando Gesù si è presentato loro da Risorto.
Ad uno che t'insegna: "Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati" - e poi muore, per sempre, ingiustamente, non resta altro che tirargli ortaggi sul palco.  :D  ;)  :D

Il Vangelo, ossia questa Buona Notizia, non proclama che Gesù è risorto, ma che io (come chiunque desideri!), grazie ai suoi insegnamenti e al suo intervento, risorgerò e vivrò per sempre. Qui il livello umano, cioè pensare col solo livello umano, è come parlare un solo idioma nell' AD2500. Con Gesù risorto siamo a un altro livelli, coeredi di Cristo, io lo scrivo, ma anche per me è troppo il concepirlo e sostenerlo, anche se percepisco che faccio parte di questa Buona Novella. 


CitazioneAl contrario io penso, Gesù epurato dalla sua natura  divina, è un personaggio incredibilmente più interessante, come figlio di Dio, mi sarei aspettato molto di più.

Meno male che ti lamentavi dell'arroganza e dell'egocentrismo!!   :o

Di Gesù epurato della sua natura divina, a Napoli li vendono 3 per 5 euro.
Che ha d'interessante chi non è fedele alle sue promesse?
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

acquario69

secondo me sulla resurrezione e la reincarnazione (ma non solo su questo) vengono di solito formulate ipotesi e credenze che non possono avere nulla a che fare con le medesime,perché le interpretazioni si rifanno sempre da un punto di vista personale per farlo rientrare così al solo ambito umano ed individuale.

a mio avviso lo chiarisce davvero bene un certo Coomaraswamy in questo articolo qui sotto
https://scienzasacra.blogspot.com.au/2014/04/ak-coomaraswamy-evoluzione-e.html#more

InVerno

Citazione di: donquixote il 14 Dicembre 2016, 21:11:22 PM
La resurrezione del Cristianesimo non è diversa dalla reincarnazione del buddhismo e dell'induismo (nel senso che le difficoltà a crederci sono le medesime anche se sono due dottrine differenti)
Sono sorpreso che ti stupisca del concetto della reincarnazione induista quando le origini di questa credenza sono limpide e intuitive, non ci trovo nulla di misterioso e penso che anche un bambino potrebbe capire da quale tipo di osservazione questo concetto nasce. Al di la della simbologie e della cripticità che tipicamente i percorsi ascetici ammantano questioni anche terribilmente semplici, si tratta di una semplice rappresentazione della prospettiva karma\ciclica dell'esistenza fortemente collegata all'inizio della tradizione agricola della regione e il progressivo abbandono della caccia.
E' intuitivo comprendere che la propria morte fornisce le sostanze ad altre creature per nascere e sopravvivere, non lo trovo per niente paragonabile alla resurezzione, l'elemento egoistico è fortemente diminuito (non c'è mantenimento di memoria, è una trasmigrazione di "energie") La morale risultante di rispetto ecologico (esasperata nel giainismo)  non mi pare abbia controparte cattolica, e che io sappia avviene per ordine cosmico in ogni caso senza l'intercessione\dono\grazia\sacrificio\spremitura di divinità alcuna.
La resurrezione cattolica non ha alcuna valenza ciclica o sistemica o altruistica, fino a prova contraria, è un fatto di puro narcisismo, non serve ad altri che a se stessi e non nasce da nessuna osservazione di tipo naturalistico-ecologico. Sarebbe come paragonare la sacralità della croce con la sacralità della mucca. Oppure è un mistero insondabile anche perchè la mucca è sacra?

paul11

jsebastianB,
cerco di rispondere ,sempre da mie personali considerazioni.
Esiste un testo apocrifo famoso il Vangelo di Nicodemo, in cui Gesù, nei tre gorni in cui era morto e prima della Resurrezione, entra negli inferi e libera dai demoni anche Adamo.
E' significativo sull'interpretazione della patristica cristiana compreso S, Paolo.
Si tratta di fare un ragionamento. Perchè Gesù decide di scegliere un preciso/spazio tempo per incarnarsi ? Poteva farlo prima o farlo dopo? La tesi paolina, ma non solo combacia, forse casualmente ,con la mia personale tesi.
Se Adamo fosse il frutto, questo è il mio personale parere, di un esperimento genetico insieme ad Eva, da parte di una civiltà più evoluta (attenzione perchè potrei dimostrare che dei talmudisti ebrei interpretano i sacrifici umani, soprattutto di bambini, come veri e propri esperimenti genetici, e questo aprirebbe gli occhi in una vera e propria storia alternativa a quella ufficiale) come un atto di estrema arroganza e prevaricazione contro la legge universale divina. Io credo in Dio universale, non in un dio che crea il pianeta Terra e l'uomo terrestre direttamente.
Vorrebbe dire che il genere umano in realtà, se fosse vera questa tesi, fu  un'estremo atto di delirio di onnipotenza di una civiltà che osò creare un uomo senziente, consapevole con una coscienza.
La comparsa di Gesù, se vista come incarnazione divina dell'Assoluto, significherebbe mettere a posto la storia.
Nessuno Elohim ha la stessa forza di Gesù e infatti "sparisce" Yehowa.
Se si dovesse scegliere la mia interpretazione  i fatti diventano più chiari, ribadisco non è detto che io sia nella verità assoluta, SE la lettura della sola Bibbia ha la forza della spiritualità che è la prima cosa fondamentale per la fede, quindi è un libro ispirativo del nostro spirito, lo è meno sul piano logico, perchè vi sono contraddizioni se la lettura non intuisce prima i paradigmi fondamentali in cui poterla orientare.Vale a dire che se è sbagliata la chiave di lettura ci arriva solo superficialmente.
Quindi ritornando ad Adamo, esite una storia che appunto da lui fino a Gesù ha un senso, poi gesù apre un'altra storia.Leggiti bene il kerigma che fu ispirato ad Isaia, perchè scrisse quei termini "sociali"
Trovo del tutto logico e necessario che Gesù dovesse essere ebreo, dovesse nascere nel tempo di decadenza ebraico, nel periodo dell'ellenizzazione culturale e della dominazione romana, che dovesse ispirarsi alla tradizione veterotestamentaria affinchè fosse incarnazione delle antiche profezie,Ma la discontinuità è netta e la capiscono più gli ebrei che non gli stessi cristiani.Se con Gesù prende consistenza l'amore, la misericordia, il perdono, il libero arbitrio, allora potrebbe avvlorare l'ipotesi che quel primo uomo creato per essere schaivo e capire i comandi e ubbidire senza discutere, ma qualcuno di quegli Elohim insegnò all'uomo le scienze, la conoscenza e divenne consapevole di sè, soffrendo della sua condizione, il messaggio di Gesù è spiritualmente, socialmente, umanamente il contrario di quegli "dei".  E ancora, se fosse vera questa mia tesi, la seconda venuta sarà quando l'umanità creerà di nuovo l'atto di delirio di onnipotenza, creando a sua volta esseri senzienti a suo uso e  consumo.
Ed ecco apparire un'altra tradizione antichissima quella vedica indiana del sanscrito, quando indica nei cicli(yuga)storici le diverse razze umana ch esi sono susseguite in quella che noi chiamiamo storia.

Il politeismo e poi monoteismo è un falso problema dal punto di vista storico, invece è fondamentale dal punto di vista filosfico-teologico-razionale.Quell'antica umanità adamitica o ci mettiamo in testa che conobbe davvero degli Elohim che si fecero passare per dei per mantenere il distacco e non perdere geneticamente (quando sempre angeli caduti si invaghirono delle donne umane e nacquero i giganti...), videro quindi dei, semidei (incrocii) nel tempo in cui gli uomini vivevano in mezzo agli dei, fin quando uno di loro disse di servire solo lui con un patto e una promessa e li fece combattere contro altre tribù umane e si scontrò con altri Elohim, quello egizio.

Gli ebrei dovevano scegliere , o Yahwe e la loro tradizione e identità culturale, o Gesù che non poteva essere ebreo che si identifica nell'ebraismo, ma pensiero universale, per tutta l'umanità per tutto l'universo.

Dovresti chiederti, e smonta razionalmente chi pensa o che non sia esitito, ma vi sono prove storiche documentarie, o che non fosse divino, Nessun umano avrebbe potuto avere un eco di tale forza miracolosa da far temere gli stessi Elohim.Tanto  che allora che non avevano radio, giornali televisioni, quella personalità diromperà con il suo messaggio trasversalmente in tutte i genri culturali, dallo zoroastrismo i cui magi lo previdero, dalla cultura gnostica della Sophia, persino nel mondo arabo, in quello greco e romano. E' impossiblie in quel tempo storico di guerre e dominazioni che un uomo soltanto pacifico potesse avere con solo la sua forza una dirompenza da mutare i paradigmi futuri della storia umana.Un uomo solo, con il solo messaggio, senza spade ed eserciti, con qualità miracolose fuori dalla portata umana tecnologica, cambierà il percorso umano.

donquixote

Citazione di: InVerno il 15 Dicembre 2016, 00:39:59 AM
Citazione di: donquixote il 14 Dicembre 2016, 21:11:22 PM
La resurrezione del Cristianesimo non è diversa dalla reincarnazione del buddhismo e dell'induismo (nel senso che le difficoltà a crederci sono le medesime anche se sono due dottrine differenti)
Sono sorpreso che ti stupisca del concetto della reincarnazione induista quando le origini di questa credenza sono limpide e intuitive, non ci trovo nulla di misterioso e penso che anche un bambino potrebbe capire da quale tipo di osservazione questo concetto nasce. Al di la della simbologie e della cripticità che tipicamente i percorsi ascetici ammantano questioni anche terribilmente semplici, si tratta di una semplice rappresentazione della prospettiva karma\ciclica dell'esistenza fortemente collegata all'inizio della tradizione agricola della regione e il progressivo abbandono della caccia.
E' intuitivo comprendere che la propria morte fornisce le sostanze ad altre creature per nascere e sopravvivere, non lo trovo per niente paragonabile alla resurezzione, l'elemento egoistico è fortemente diminuito (non c'è mantenimento di memoria, è una trasmigrazione di "energie") La morale risultante di rispetto ecologico (esasperata nel giainismo)  non mi pare abbia controparte cattolica, e che io sappia avviene per ordine cosmico in ogni caso senza l'intercessione\dono\grazia\sacrificio\spremitura di divinità alcuna.
La resurrezione cattolica non ha alcuna valenza ciclica o sistemica o altruistica, fino a prova contraria, è un fatto di puro narcisismo, non serve ad altri che a se stessi e non nasce da nessuna osservazione di tipo naturalistico-ecologico. Sarebbe come paragonare la sacralità della croce con la sacralità della mucca. Oppure è un mistero insondabile anche perchè la mucca è sacra?

Le cose non stanno come affermi tu, la reincarnazione non ha niente a che fare con qualcosa di fisico e il link che ha postato Acquario lo spiega bene. E non ha niente nemmeno a che fare con il karma individuale e con le "rinascite" da questo determinate, così come la resurrezione del Cristianesimo non è una "ricomposizione" di cellule che ricostruiscono il corpo che eravamo prima di morire. E io ho fatto il paragone con la resurrezione solo in quanto entrambe facilmente fraintendibili e oggetto di credenze popolari che ne travisano il messaggio.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Sariputra

Nella Chiesa cattolica romana, che insegna che la risurrezione dei corpi è un dogma, una verità di fede, vi è la promessa che il corpo che si riunirà all'anima, dopo il Giudizio Universale sarà dotato, almeno per quelli che si troveranno in Paradiso (il Purgatoriocesserebbe di esistere al momento della fine del mondo) di speciali caratteristiche ("corpo glorioso"): sarà incorruttibile, non potrà più ammalarsi o perire; sarà perfetto, cioè privo degli eventuali difetti che aveva nel mondo; sarà identico, a parte i difetti, al corpo che si aveva in vita; non gli occorrerà nutrirsi, dormire, curarsi; si sposterà istantaneamente da un luogo all'altro; sarà infine la glorificazione dell'essere umano, premiato per la sua vita conforme ai dettami della legge divina. Nell'Inferno anche le anime dei dannati riavranno, alla fine, il loro proprio corpo, con il quale proveranno le pene che già provavano con l'anima, consistenti in massima parte nella privazione terribile della visione di Dio, pur anelando grandemente di ottenerla.(Wikipedia fonte)

Mi sembra che questa descrizione dello stato umano all'avvento della Parusia non sia assolutamente paragonabile alla visione karmica delle popolazioni indo-ariane ( ma più probabilmente già presente in quelle dravidiche) della reincarnazione (hindu) o della rinascita ( buddhismo). Nella visione indiana la ciclicità del tempo, il nascere e morire e poi rinascere della vita, osservato ( come giustamente spiega inVerno) nei tempi della natura e in particolare dell'agricoltura è manifestazione del divino stesso; è il suo "gioco", la sua lila, il velo dietro il quale si nasconde la realtà del brahman.La liberazione è nel divenire stesso, nel suo interno e non c'è una fine del divenire. Non esiste un concetto come la Parusia e non esiste una visione escatologica della storia ( al massimo un ripetersi di cicli del tempo, più o meno spirituali...). Il divenire non è un "male" come nella visione delle religioni abramitiche, ma proprio perché vi è un divenire continuo si può trovare la liberazione. Per il Cristianesimo, in particolare, la storia è segnata dal "male", dal primo peccato di superbia e arroganza dell'uomo che voleva farsi simile a Dio: Questo peccato fa cadere l'intera creazione di Dio nella morte ( nel divenire della vita) e Cristo, nuovo Adam sarà...

 primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte »(Corinzi 15,20-26)

Così si esprime Paolo. Qui vediamo chiaramente che la morte è il grande nemico, il supremo nemico, l'ultimo che sarà annientato. Vita e morte sono nemiche , sono una dualità non conducibile ad unità. Non c'è comprensione che vita e morte sono lo stesso processo, lo stesso fluire del divenire, come nella visione indiana che vede la morte sempre come "nuova nascita". 
A mio parere la separazione netta avviene perché le religioni abramitiche mettono l'Io e la sua sopravvivenza eterna come ultimo e pù grande anelito spirituale. Viceversa la spiritualità indiana vede l'Io come il grande nemico da abbandonare, da cui distaccarsi per poter essere un tutt'uno con il Reale. Sono visioni inconciliabile, diametralmente opposte, a mio vedere e questo spiega anche l'estrema difficoltà  del cristianesimo di far breccia in modo significativo nel continente asiatico, permeato da millenni di questa visione dell'esistenza.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

baylham

Citazione di: donquixote il 14 Dicembre 2016, 21:11:22 PM
 Che poi nel periodo attuale alcuni trovino più comodo crederci per fede perchè non hanno la volontà e/o le capacità di incamminarsi in un percorso di verifica dando per scontato ciò che altri hanno già fatto e allo stesso modo alcuni non ci credano per le medesime ragioni è indice solamente di una diminuita e quasi nulla capacità di pensare dell'uomo moderno, che abbiamo sostituito con quella di memorizzare perchè è molto più semplice e comoda. Basta peraltro guardare i saggi su ogni argomento che vengono pubblicati quotidianamente: non sono mai frutto di un pensiero ma sono solo florilegi di ciò che altri hanno pensato sul medesimo argomento, e la scelta delle citazioni si fa sulla base della teoria che l'autore del saggio condivide "per fede" e intende dimostrare e quindi sceglie consapevolmente autori e scritti che sono più conformi alle sue idee tralasciando tutti gli altri.

Tesi profondamente sbagliata: non c'è mai stata nella storia umana una così ampia diffusione della cultura e delle capacità culturali. Nel breve arco di due, tre secoli le innovazioni culturali, scientifiche, tecnologiche sono state impressionanti: frutto di una creatività e intelligenza collettiva senza paragoni nella storia.
Per quanto riguarda la dinamica culturale, progressiva, cumulativa, rimando ad un seggio di Merton "Sulle spalle dei giganti", un piccolo gioiello culturale.

InVerno

Citazione di: donquixote il 15 Dicembre 2016, 07:21:38 AM
Le cose non stanno come affermi tu, la reincarnazione non ha niente a che fare con qualcosa di fisico e il link che ha postato Acquario lo spiega bene. E non ha niente nemmeno a che fare con il karma individuale e con le "rinascite" da questo determinate, così come la resurrezione del Cristianesimo non è una "ricomposizione" di cellule che ricostruiscono il corpo che eravamo prima di morire. E io ho fatto il paragone con la resurrezione solo in quanto entrambe facilmente fraintendibili e oggetto di credenze popolari che ne travisano il messaggio.
Mi spiace ma le cose non stanno come affermi tu, e il link di Acquario se mai lo conferma e conferma anche la cosa più grave, ovvero la volontà occidentale di traslare attraverso categorie occidentali concetti che non sono mai esistiti nel continente asiatico al sol scopo di trovare conferme nelle proprie. Purtroppo per il cattolico, come disse un guru indiano "L'india non è una terra di fedeli ma di ricercatori", e questo proprio non va giu.
Io ho cercato di spiegarlo proprio per depotenziare il tuo argomento che "siano egualmente confondibili", non c'è nulla di confondibile come ho detto, sono credenze riportabili ad un piano naturale anche da un bambino, non serve Mircea Eliade o Guenon o chi altro, basta togliersi le scarpe e camminare sull'erba.
C'è questo insano tentantivo degli occidentali di dogmatizzare l'hindustan e istituzionalizzarlo, di farne una religione, è un tentativo che andrebbe condannato con tutti i mezzi perchè le conseguenze ipotetiche ma naturali (guerra civile, cosi cara a Gerusalemme i dintorni) sono un crimine contro l'umanità. E ho volutamente evitato di affrontare la questione della "fede scientifica" per non finire nell'assurdo. Mettetevi l'anima in pace, la fede non è il motore del mondo e di tutte le altre "scienze\credenze", è una questione puramente abramitica e della logica che si confronta con il dogma.

CitazioneCertamente, anche perché questo è logico, gli insegnamenti di Gesù solo umano non avrebbero senso, sarebbero l'etica spicciola che va tanto di moda nel pianeta Terra: "...fa' quel che ti dico, ma non quel che faccio!..." - Infatti, così come è dimostrato dalle risposte dei suoi discepoli nel Vangelo, essi hanno compreso il Tutto, ossia, la teoria dell'insegnamento è risultata vittoriosa nella pratica, solo quando Gesù si è presentato loro da Risorto.
Ad uno che t'insegna: "Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati" - e poi muore, per sempre, ingiustamente, non resta altro che tirargli ortaggi sul palco.  :D  ;)  :D

Il Vangelo, ossia questa Buona Notizia, non proclama che Gesù è risorto, ma che io (come chiunque desideri!), grazie ai suoi insegnamenti e al suo intervento, risorgerò e vivrò per sempre. Qui il livello umano, cioè pensare col solo livello umano, è come parlare un solo idioma nell' AD2500. Con Gesù risorto siamo a un altro livelli, coeredi di Cristo, io lo scrivo, ma anche per me è troppo il concepirlo e sostenerlo, anche se percepisco che faccio parte di questa Buona Novella.
Sai qual'è il paradosso? Che a questo punto io sono "più" cristiano di te. Perchè se un giorno in qualche catacomba di Gerusalemme ritrovassimo il corpo di Cristo con in un mano un cartello con scritto "vi ho fregato, polli" tu smetteresti di crederci e per te sarebbe solo un altro "blateratore di etica spicciola" per me rimarrebbe un importante maestro.

acquario69

Citazione di: InVerno il 15 Dicembre 2016, 10:23:42 AM
Citazione di: donquixote il 15 Dicembre 2016, 07:21:38 AM
Le cose non stanno come affermi tu, la reincarnazione non ha niente a che fare con qualcosa di fisico e il link che ha postato Acquario lo spiega bene. E non ha niente nemmeno a che fare con il karma individuale e con le "rinascite" da questo determinate, così come la resurrezione del Cristianesimo non è una "ricomposizione" di cellule che ricostruiscono il corpo che eravamo prima di morire. E io ho fatto il paragone con la resurrezione solo in quanto entrambe facilmente fraintendibili e oggetto di credenze popolari che ne travisano il messaggio.
il link di Acquario se mai lo conferma e conferma anche la cosa più grave, ovvero la volontà occidentale di traslare attraverso categorie occidentali concetti che non sono mai esistiti nel continente asiatico al sol scopo di trovare conferme nelle proprie. Purtroppo per il cattolico, come disse un guru indiano "L'india non è una terra di fedeli ma di ricercatori", e questo proprio non va giu.

secondo me qui non e' questione di traslare categorie del tipo "occidentale ed orientale" o viceversa...ma e' qualcosa che sta già in noi stessi e " li' " non ci sono "categorie" e ne religioni,ne ovest,ne est,ne sopra ne sotto...

donquixote

Citazione di: baylham il 15 Dicembre 2016, 10:06:38 AM
Citazione di: donquixote il 14 Dicembre 2016, 21:11:22 PM
Che poi nel periodo attuale alcuni trovino più comodo crederci per fede perchè non hanno la volontà e/o le capacità di incamminarsi in un percorso di verifica dando per scontato ciò che altri hanno già fatto e allo stesso modo alcuni non ci credano per le medesime ragioni è indice solamente di una diminuita e quasi nulla capacità di pensare dell'uomo moderno, che abbiamo sostituito con quella di memorizzare perchè è molto più semplice e comoda. Basta peraltro guardare i saggi su ogni argomento che vengono pubblicati quotidianamente: non sono mai frutto di un pensiero ma sono solo florilegi di ciò che altri hanno pensato sul medesimo argomento, e la scelta delle citazioni si fa sulla base della teoria che l'autore del saggio condivide "per fede" e intende dimostrare e quindi sceglie consapevolmente autori e scritti che sono più conformi alle sue idee tralasciando tutti gli altri.

Tesi profondamente sbagliata: non c'è mai stata nella storia umana una così ampia diffusione della cultura e delle capacità culturali. Nel breve arco di due, tre secoli le innovazioni culturali, scientifiche, tecnologiche sono state impressionanti: frutto di una creatività e intelligenza collettiva senza paragoni nella storia.
Per quanto riguarda la dinamica culturale, progressiva, cumulativa, rimando ad un seggio di Merton "Sulle spalle dei giganti", un piccolo gioiello culturale.


È esattamente l'opposto perchè la cultura non è un concetto quantitativo ma qualitativo, ma questo non è più comprensibile oggi, e lo si è scambiato con una quantità immensa di nozioni che non si è più in grado di connettere una all'altra e creano solo confusione. Il concetto moderno (o più in generale occidentale) di cultura confligge con quello dell'antropologia, ovvero con quello di quelle civiltà che si chiamano anche "culture" e che hanno un concetto di cultura molto diverso dal nostro: ed è a quelle che io mi riferisco. E il solo fatto che noi, che secondo te capiamo così bene il mondo come nessun altro prima, veicoliamo tutto questo nostro capire nella direzione della sua distruzione dovrebbe fartici riflettere su. Per quanto riguarda il saggio che citi innanzitutto fra i miliardi di persone che ci hanno preceduto lo scegliere chi sono i "giganti" è una mera arbitrarietà, e il fatto che questo sia stato scritto da un funzionalista la dice lunga.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

InVerno

Citazione di: acquario69 il 15 Dicembre 2016, 11:57:56 AM
Citazione di: InVerno il 15 Dicembre 2016, 10:23:42 AM
Citazione di: donquixote il 15 Dicembre 2016, 07:21:38 AM
Le cose non stanno come affermi tu, la reincarnazione non ha niente a che fare con qualcosa di fisico e il link che ha postato Acquario lo spiega bene. E non ha niente nemmeno a che fare con il karma individuale e con le "rinascite" da questo determinate, così come la resurrezione del Cristianesimo non è una "ricomposizione" di cellule che ricostruiscono il corpo che eravamo prima di morire. E io ho fatto il paragone con la resurrezione solo in quanto entrambe facilmente fraintendibili e oggetto di credenze popolari che ne travisano il messaggio.
il link di Acquario se mai lo conferma e conferma anche la cosa più grave, ovvero la volontà occidentale di traslare attraverso categorie occidentali concetti che non sono mai esistiti nel continente asiatico al sol scopo di trovare conferme nelle proprie. Purtroppo per il cattolico, come disse un guru indiano "L'india non è una terra di fedeli ma di ricercatori", e questo proprio non va giu.

secondo me qui non e' questione di traslare categorie del tipo "occidentale ed orientale" o viceversa...ma e' qualcosa che sta già in noi stessi e " li' " non ci sono "categorie" e ne religioni,ne ovest,ne est,ne sopra ne sotto...
Non ci sono categorie ma ci sono linguaggi, strutture del pensiero articolate in maniera diversa a differenza del contesto. Il concetto della resurrezione personale ha una precisa connotazione geografica\sociale legata al culto del dio-uomo-re ellenico (Gesù non è mica stato l'unico a "risorgere") Per questo non si può dire che sia universale, non è nata in maniera spontanea in tutti gli esseri umani in continenti non comunicanti, ma si è servita di strade, carri e soldati (armi acciaio e malattie per dirla con Diamond).  e "Regni di Dio". Non mi risulta una cultura aborigena\andina etc dove vi sia la credenza della resurrezione personale (a differenza del panpsichismo di origine animista\naturalista), cosi come non mi risulta una dottrina escatologica nata da un etnia dominante, la fine dei tempi è un concetto utile solamente ai sottomessi.
(e da un punto di vista moderno, ai conservatori\nostalgici, come vedi Donquixote già preannuncia la fine dei tempi perchè le cose non vanno come piacerebbe a lui).
Sono entrambi archetipi pericolosissimi se maneggiati dalle mani sbagliate, la storia ha dimostrato che la voglia di armageddon e il culto della morte non portano a nulla di buono, continuare a tenerle in vita significa portare una fiaccola che prima o poi rischia di caderci sui piedi, ed è già successo parecchie volte seppur solo imbracciando archi e mitragliette.

Apeiron

Citazione di: Sariputra il 15 Dicembre 2016, 09:46:35 AMNella Chiesa cattolica romana, che insegna che la risurrezione dei corpi è un dogma, una verità di fede, vi è la promessa che il corpo che si riunirà all'anima, dopo il Giudizio Universale sarà dotato, almeno per quelli che si troveranno in Paradiso (il Purgatoriocesserebbe di esistere al momento della fine del mondo) di speciali caratteristiche ("corpo glorioso"): sarà incorruttibile, non potrà più ammalarsi o perire; sarà perfetto, cioè privo degli eventuali difetti che aveva nel mondo; sarà identico, a parte i difetti, al corpo che si aveva in vita; non gli occorrerà nutrirsi, dormire, curarsi; si sposterà istantaneamente da un luogo all'altro; sarà infine la glorificazione dell'essere umano, premiato per la sua vita conforme ai dettami della legge divina. Nell'Inferno anche le anime dei dannati riavranno, alla fine, il loro proprio corpo, con il quale proveranno le pene che già provavano con l'anima, consistenti in massima parte nella privazione terribile della visione di Dio, pur anelando grandemente di ottenerla.(Wikipedia fonte) Mi sembra che questa descrizione dello stato umano all'avvento della Parusia non sia assolutamente paragonabile alla visione karmica delle popolazioni indo-ariane ( ma più probabilmente già presente in quelle dravidiche) della reincarnazione (hindu) o della rinascita ( buddhismo). Nella visione indiana la ciclicità del tempo, il nascere e morire e poi rinascere della vita, osservato ( come giustamente spiega inVerno) nei tempi della natura e in particolare dell'agricoltura è manifestazione del divino stesso; è il suo "gioco", la sua lila, il velo dietro il quale si nasconde la realtà del brahman.La liberazione è nel divenire stesso, nel suo interno e non c'è una fine del divenire. Non esiste un concetto come la Parusia e non esiste una visione escatologica della storia ( al massimo un ripetersi di cicli del tempo, più o meno spirituali...). Il divenire non è un "male" come nella visione delle religioni abramitiche, ma proprio perché vi è un divenire continuo si può trovare la liberazione. Per il Cristianesimo, in particolare, la storia è segnata dal "male", dal primo peccato di superbia e arroganza dell'uomo che voleva farsi simile a Dio: Questo peccato fa cadere l'intera creazione di Dio nella morte ( nel divenire della vita) e Cristo, nuovo Adam sarà... primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte»(Corinzi 15,20-26) Così si esprime Paolo. Qui vediamo chiaramente che la morte è il grande nemico, il supremo nemico, l'ultimo che sarà annientato. Vita e morte sono nemiche , sono una dualità non conducibile ad unità. Non c'è comprensione che vita e morte sono lo stesso processo, lo stesso fluire del divenire, come nella visione indiana che vede la morte sempre come "nuova nascita". A mio parere la separazione netta avviene perché le religioni abramitiche mettono l'Io e la sua sopravvivenza eterna come ultimo e pù grande anelito spirituale. Viceversa la spiritualità indiana vede l'Io come il grande nemico da abbandonare, da cui distaccarsi per poter essere un tutt'uno con il Reale. Sono visioni inconciliabile, diametralmente opposte, a mio vedere e questo spiega anche l'estrema difficoltà del cristianesimo di far breccia in modo significativo nel continente asiatico, permeato da millenni di questa visione dell'esistenza.

Il discorso della resurrezione dei corpi è a mio giudizio uno degli aspetti più controversi. Anzitutto passare l'eternità con una condizione simile a quella terrena sarebbe un disastro vista la nostra propensione alla "noia". Poi eh questo "reame" di cui si parla sia effettivamente "simile" al nostro (gli stessi corpi in realtà potrebbero essere in qualche modo "indescrivibili" con i concetti che ci facciamo nell'"aldiqua").  Per "spezzare una lancia" a favore di questa resurrezione si può sempre dire così: la fine della vita in genere è un male nel senso che "desidereremmo" vivere per sempre e quindi la morte è una sorta di nemico. Detto questo possiamo immaginarci che questo "reame" è così sereno e bello che è impossibile "annoiarsi" perchè si è "presso Dio" che è eterno (al di là di spazio e tempo). Ergo si supererebbe il divenire che è il grande problema di questo mondo.

Nel caso indiano anche lì l'impermanenza e la morte sono i "grandi nemici" (mi riferisco ad esempio a come è trattato nel buddismo Mara (il Re della Morte!) che offre tentazioni molto simili a quelle del diavolo...) ma più che come dici tu mantenere il proprio io quello che si fa è "abbandonare l'io".  Nel caso cristiano probabilmente si cerca una "ridefinizione dell'io" che porterebbe alla cessazione dell'egoismo.

Poi sinceramente non capisco perchè paragonare reincarnazione e resurrezione visto che la reincarnazione non è affatto "per l'eternità".

Ma anche qui si vede d'altronde il discorso dell'inferno che è un altro grande problema. Se è una punizione per il proprio "egoismo" (nel senso che è il "destino che si sono scelti" quelli che hanno scambiato sé stessi per Dio e quindi sarebbero esclusi per sempre dall'amore...) perchè assumere che tutti quelli che "non hanno fede" ci debbano finire? Il solito problema è che si divide l'umanità in due dimenticandosi a mio giudizio che i "due estremi" in realtà sono i due estremi di una scala. Detto questo la paura dell'inferno è sempre stata usata per mantenere il potere e anzi è un modo "molto efficiente" per fare ciò. Ogni atto sbagliato che fai ti dovrebbe far sentire in colpa e terrorizzarti.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Duc in altum!

**  scritto da baylham:
CitazioneTesi profondamente sbagliata: non c'è mai stata nella storia umana una così ampia diffusione della cultura e delle capacità culturali. Nel breve arco di due, tre secoli le innovazioni culturali, scientifiche, tecnologiche sono state impressionanti: frutto di una creatività e intelligenza collettiva senza paragoni nella storia.
Certamente, ma c'è bisogno di fede per credere che questa intelligenza collettiva si sia prodotta da sola, fortuitamente!
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

baylham

Citazione di: donquixote il 15 Dicembre 2016, 12:42:39 PM
Citazione di: baylham il 15 Dicembre 2016, 10:06:38 AM
Citazione di: donquixote il 14 Dicembre 2016, 21:11:22 PM
Che poi nel periodo attuale alcuni trovino più comodo crederci per fede perchè non hanno la volontà e/o le capacità di incamminarsi in un percorso di verifica dando per scontato ciò che altri hanno già fatto e allo stesso modo alcuni non ci credano per le medesime ragioni è indice solamente di una diminuita e quasi nulla capacità di pensare dell'uomo moderno, che abbiamo sostituito con quella di memorizzare perchè è molto più semplice e comoda. Basta peraltro guardare i saggi su ogni argomento che vengono pubblicati quotidianamente: non sono mai frutto di un pensiero ma sono solo florilegi di ciò che altri hanno pensato sul medesimo argomento, e la scelta delle citazioni si fa sulla base della teoria che l'autore del saggio condivide "per fede" e intende dimostrare e quindi sceglie consapevolmente autori e scritti che sono più conformi alle sue idee tralasciando tutti gli altri.

Tesi profondamente sbagliata: non c'è mai stata nella storia umana una così ampia diffusione della cultura e delle capacità culturali. Nel breve arco di due, tre secoli le innovazioni culturali, scientifiche, tecnologiche sono state impressionanti: frutto di una creatività e intelligenza collettiva senza paragoni nella storia.
Per quanto riguarda la dinamica culturale, progressiva, cumulativa, rimando ad un seggio di Merton "Sulle spalle dei giganti", un piccolo gioiello culturale.


È esattamente l'opposto perchè la cultura non è un concetto quantitativo ma qualitativo, ma questo non è più comprensibile oggi, e lo si è scambiato con una quantità immensa di nozioni che non si è più in grado di connettere una all'altra e creano solo confusione. Il concetto moderno (o più in generale occidentale) di cultura confligge con quello dell'antropologia, ovvero con quello di quelle civiltà che si chiamano anche "culture" e che hanno un concetto di cultura molto diverso dal nostro: ed è a quelle che io mi riferisco. E il solo fatto che noi, che secondo te capiamo così bene il mondo come nessun altro prima, veicoliamo tutto questo nostro capire nella direzione della sua distruzione dovrebbe fartici riflettere su. Per quanto riguarda il saggio che citi innanzitutto fra i miliardi di persone che ci hanno preceduto lo scegliere chi sono i "giganti" è una mera arbitrarietà, e il fatto che questo sia stato scritto da un funzionalista la dice lunga. 

Il cambiamento è qualitativo non quantitativo. L'economia e la società moderna non è basata sull'agricoltura e sulla forza fisica ma sull'informazione e la conoscenza. Oggi per fare il contadino devi avere la laurea, che significa circa venti anni di studio di svariate materie, dalla biologia all'economia. Conoscenza che è sempre più un'impresa collettiva e sempre meno individuale. Conoscenza e cultura che comunque è progressiva, cumulativa: ciascuno ha i propri giganti, resta il fatto che siamo sulle loro spalle.  
Quello che è cambiato poco è la biologia e l'economia dell'uomo e ciò spiega la possibilità della catastrofe umana, oggi come nel passato. Per alcuni esempi del passato consiglio la lettura di Collasso di Diamond Jared. Biologia ed economia che sono più forti ed importanti di qualunque cultura religiosa.

Discussioni simili (5)