Dove sta la verità della fede.

Aperto da viator, 28 Agosto 2019, 21:52:31 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

viator

Tempo fa venni fermato da una coppia di Testimoni di Geova. Conoscevo già il modo educato e discreto con cui costoro cercano di procurarsi nuovi adepti o comunque di diffondere il proprio Credo per le strade.

Mi chiesero se conoscevo la Bibbia e cosa ne pensassi eventualmente.

Risposi di conoscere l'esistenza della Bibbia ma di non averla mai aperta.

Garbatamente mi fu chiesto se non avessi la curiosità di conoscere la parola di Dio così come ci è stata tramandata e se la mia vita non avrebbe potuto trarne vantaggio.

Sorrisi, facendo con la mano un debole cenno quasi a voler allontanare da me un simile argomento.

"Signori, io la volontà di Dio – anche se forse non stiamo parlando dello stesso personaggio – la cerco nella Natura, non nei testi scritti dai miei simili!", replicai.

Mi venne fatto osservare che la Bibbia era stata certamente scritta su ispirazione divina.

Ribattei che nessuno aveva certo udito Dio testimoniarlo.

Infine mi venne detto che la Natura era comunque creazione divina.

Le mie ultime parole furono "Certo, infatti le sue intenzioni stanno proprio scritte lì entro, visto anche che egli tace o parla con voce talmente flebile da venir sovrastata dal frastuono delle voci dei suoi troppo numerosi interpreti......................."

Ora io vi chiedo : per raggiungere saldezza e certezza nella fede, ..........secondo voi il credente od il dubitante-agnostico fanno meglio a meditare e contemplare in solitudine o a leggere od ascoltare quanto altri scrivono o dicono ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Freedom

Citazione di: viator il 28 Agosto 2019, 21:52:31 PMOra io vi chiedo : per raggiungere saldezza e certezza nella fede, ..........secondo voi il credente od il dubitante-agnostico fanno meglio a meditare e contemplare in solitudine o a leggere od ascoltare quanto altri scrivono o dicono ?. Saluti.
In tutta franchezza non credo esista una risposta alla tua domanda. In linea generale la compagnia è sempre preferibile alla solitudine. Anche se quest'ultima non va temuta bensì goduta. Nel senso di accogliere le lezioni e, perchè no, i benefici e persino le "dolcezze" della solitudine.

Il tuo quesito è difficile perchè ogni esperienza può essere duplice: per estremizzare ci sono sofferenze che allontanano, addirittura fanno rompere con la fede e, le stesse sofferenze in altre persone o, anche, nella stessa persona in tempi e modi differenti, possono avvicinare alla fede.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Mariano

Citazione di: viator il 28 Agosto 2019, 21:52:31 PM
Ora io vi chiedo : per raggiungere saldezza e certezza nella fede, ..........secondo voi il credente od il dubitante-agnostico fanno meglio a meditare e contemplare in solitudine o a leggere od ascoltare quanto altri scrivono o dicono ?. Saluti.
Una cosa è chiedersi " dove sta la verità della fede" ed un'altra è " qual'è la modalità per raggiungere saldezza e certezza nella fede".
Per cercare di dare una risposta a queste domande è necessario prima di tutto chiarirsi su cosa si intende per fede.
La fede religiosa è generalmente intesa come il credere nei dogmi, nelle cose esteriori che rappresentano le varie religioni e nelle loro regole: e qui nasce l'assurdo contrasto tra le varie religioni.
A mio avviso il concetto di fede è più semplice e consiste nel sentirsi consapevole che esiste un qualcosa oltre le nostre conoscenze materiali, un qualcosa che poi ognuno può definirlo ed immaginarlo in modo proprio ed eventualmente condividerlo.
Ritengo che la fede sia una conquista raggiungibile sia meditando in contemplazione della natura, sia meditando su quanto ci ha tramandato chi ci ha preceduto con il nostro stesso quesito esistenziale.
Ritengo quindi chi la risposta agli interrogativi che poni non possa essere univoca, ma relativa al modo di essere di ciascuna persona.

anthonyi

#3
Citazione di: viator il 28 Agosto 2019, 21:52:31 PMOra io vi chiedo : per raggiungere saldezza e certezza nella fede, ..........secondo voi il credente od il dubitante-agnostico fanno meglio a meditare e contemplare in solitudine o a leggere od ascoltare quanto altri scrivono o dicono ?. Saluti.

Ciao viator, chi va a scuola prima va ed ascolta la lezione, dopodiché una volta a casa se la studia e ci riflette sopra. Credo sia difficile avere una vera meditazione di fede se prima non si è stati iniziati in qualche modo. Naturalmente resta il punto di chi debba essere il maestro di fede. Quelli che frequentano Logos ne hanno tanti: Socrate, Platone, etc. E si perché anche la filosofia, la cultura in generale, è una fede. Ciascuno di noi non può imparare nulla se non è disposto a credere a ciò che gli viene insegnato. Poi certo lo spirito critico fa una sintesi di questo, e lo stesso fa anche per i principi di fede che qualcuno ci ha insegnato.
Ricordo di essere stato anch'io fermato dai testimoni di Geova, visto il mio interesse per le cose naturali, il testimone mi fece vedere un libro nel quale si parlava della creazione. Io notai che nel sesto giorno si parlava della creazione degli animali domestici, mentre nel settimo si parlava dell'uomo. Gli feci notare che la cosa era illogica perché gli animali domestici sono tali perché vivono con l'uomo, per cui come fanno a essere tali prima della venuta dell'uomo?

Un saluto

viator

Salve Mariano. Lo so che per eccesso di partecipazione emotiva, di zelo (magari di fede !!?) talvolta si cade nella imprecisione dialettica. Può capitare a tutti.
Citandoti : "A mio avviso il concetto di fede è più semplice e consiste nel sentirsi consapevole che esiste un qualcosa oltre le nostre conoscenze materiali".

Ma a questo punto tutti avremmo fede, visto che oltre le nostre conoscenze materiali noi tutti sappiamo benissimo che esistono - anzitutto - una infinità di altre conoscenze materiali, poi quindi (almeno per la maggioranza di noi) tutta la egualmente infinita serie di conoscenze immateriali.
Quello che tu hai citato quindi non sarebbe il concetto di fede ma quello della consapevolezza della nostra ignoranza ed incompletezza. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Salve Anthonyi. Vedo allora che tu propendi per una fede acquisita per "imprinting".
Nella realtà è certamente così, in forma diretta od indiretta, larvata o marcata, cercata o subita. D'altra parte è questo l'aspetto che può indurre molti credenti ad affermare che la propensione a credere sia connaturata all'uomo. Si viene condizionati a credere prima ancora di cominciare a chiedere.
I TdG da te incontrati evidentemente non erano per nulla smagati. Avrebbero dovuto ribatterti : "Ma guarda che Dio creò gli animali domestici poichè sapeva benissimo che gli uomini che stavano per venir creati ne avrebbero avuto bisogno ! Mica ci si poteva aspettare che questi ultimi se ne stessero a digiuno in attesa dei tempi creativi divini !!".
Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Citazione di: viator il 30 Agosto 2019, 22:09:43 PM
Si viene condizionati a credere prima ancora di cominciare a chiedere.


Ciao Viator, il punto non è quello di essere condizionati, tutti noi nasciamo con la predisposizione a credere, perché questa predisposizione è parte del processo cognitivo che si realizza nelle società umane, ed è grazie a questo processo cognitivo che noi possiamo anche chiedere una verifica, un confronto con le idee che ci sono state trasmesse.
Un saluto

bobmax

Credere in un "qualcosa" non è mai autentica fede. 
Se indaghiamo questa credenza, essa non potrà che rivelarsi essere una superstizione.

L'unica autentica fede è infatti fede nella Verità.
Che non è, né potrà mai essere, qualcosa.
Non essendo qualcosa, la Verità non può che coincidere con il Nulla.

D'altronde pure il Tutto non può essere qualcosa.

L'argomento ontologico di Anselmo, per esempio, può far percepire come Dio non possa essere ridotto a qualcosa...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Mariano

Citazione di: viator il 30 Agosto 2019, 21:47:34 PM
Citandoti : "A mio avviso il concetto di fede è più semplice e consiste nel sentirsi consapevole che esiste un qualcosa oltre le nostre conoscenze materiali "continua : "un qualcosa che ognuno può definirlo ed immaginarlo in modo proprio ed eventualmente condividerlo".
Citazione di: viator il 30 Agosto 2019, 21:47:34 PMQuello che tu hai citato quindi non sarebbe il concetto di fede ma quello della consapevolezza della nostra ignoranza ed incompletezza. 
Caro viator, non credo che si possa parlare di ignoranza, ma di autolimitazione del nostro essere negando la spiritualità che non penso possa essere definita secondo la nostra cosiddetta razionalità.
Per permettermi poi di comprendere meglio i tuoi interrogativi che ritengo estremamente importanti, ti pregherei di esprimere cos'è per te la fede.

viator

Salve Mariano. Una volta che noi si sia raggiunta la cosiddetta (e sempre convenzionale) "età della ragione", sarebbe giunto il momento di dover fare la scelta esistenziale della nostra vita. Decidere se desideriamo vivere privilegiando il SENTIRE oppure il CAPIRE.

Purtroppo (o fortunatamente) ciò non accade, poichè tale scelta si compie automaticamente per conto proprio assai prima del termine dell'adolescenza.
La nostra personale maggior propensione per il sentire piuttosto che per il capire (così come altri fondamentali tratti della nostra personalità, vedi ad esempio l'introversione-estroversione, l'ottimismo-pessimismo, la manualità piùttosto che l'ideatività etc.etc.) secondo me è frutto di tutta una serie di fattori (principalmente le nostre esperienze legate alla primissima infanzia) che concorrono a generare la nostra intera personalità.

Mi chiedi cosa sia secondo me la FEDE.
La FEDE secondo me consiste nel primato del SENTIRE sul CAPIRE.

Il SENTIRE (si intende il sentire psichico oppure spirituale, quindi del SENTIMENTO) è l'ambito, la sfera che privilegia le nostre percezioni interiori più antiche ed istintive (quelle che abbiamo sperimentato prima di aver completamente sviluppato le cosiddette facoltà mentali). Ovvio che il sentire, quindi, rappresenti modalità privilegiante gli aspetti irrazionali, immateriali, appunto sentimentali della vita.
Il SENTIRE, allora è ciò che ci porta a credere, cioè a desiderare che ciò in cui decidiamo di credere sia quello che ci serve. Naturalmente se si propende per il SENTIRE-CREDERE ci dovrebbe essere sempre una possibilità di cercare anche di CAPIRE ciò in cui abbiamo deciso di credere.

Infatti l'individuo equilibrato è disposto a cessare di credere in certe cose se arriva a CAPIRE – alla luce della ragione - che esse non risultano come egli le ha SENTITE-CREDUTE.

Però non sempre si vuole o su può sottoporre a verifica razionale ciò che SENTIAMO e/o CREDIAMO.


  • Le persone non equilibrate, in un certo senso "dipendenti psichicamente" da ciò in cui credono, possono rifiutare certe verifiche proprio perchè esse verifiche minerebbero il loro equilibrio interiore (sa va dai folli ai fanatici, ai fragili, a chi vive materialmente dei ruoli legati ad una qualsiasi fede o credenza – magari istituzionalizzata);
  • Esistono SENTIMENTI-FEDI-CREDENZE lequali non possono soggiacere agli strumenti razionali della scienza, della cultura, della ragione che ne mostrino la falsità o la relatività.

La fede religiosa fa parte ovviamente della seconda casistica.
Spero di averti un poco chiarito. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Mariano

Caro viator, ti ringrazio per la tua dotta disquisizione, ma facendo riferimento a quanto tu stesso dici, non sempre si può sottoporre a verifica razionale ciò che sentiamo.
E nel caso della fede mi sembra di concordare con te che consiste nel sentire, ma se qualcosa che tu senti rappresenta quello che la religione chiama Dio, ritengo che possa essere solo immaginato, non capito: si rischia la superbia.
Tornando alle tue domande insisto nel dire che possono trovare una risposta solo tramite la meditazione e non in una ricerca razionale.
Scusami se insisto ma anch'io, malgrado l'età , sono ancora alla ricerca di una risposta alle tue domande.
Auguriamoci di trovarla. Ti saluto.

viator

Salve Mariano. Citandoti : "ma facendo riferimento a quanto tu stesso dici, non sempre si può sottoporre a verifica razionale ciò che sentiamo". Appunto, si tratta di ciò che io ho affermato prima di te. Che la fede non può venir approfondita, indagata dalla ragione ! Se io avessi fede in un principio che considero superiore alle ragione, scusa, sarei ben grullo a cercare di spiegarlo a me o ad altri usando la ragione, no ?

Citandoti ancora : "mi sembra di concordare con te che consiste nel sentire, ma se qualcosa che tu senti rappresenta quello che la religione chiama Dio, ritengo che possa essere solo immaginato, non capito". Ri-appunto (a proposito della fede preferirei dire che la si concepisce, non che la si immagina - corre la stessa differenza che tra il concepire piuttosto che l'immaginare un figlio!).

Circa poi la superbia, siamo di fronte ad una delle contraddizioni della fede stessa (la quale, essendo irrazionale, se ne può fare una pippa di qualsiasi contraddizione, no ?):


  • o Dio ha fornito l'uomo di libero arbitrio, allora, usandolo per indagare razionalmente sulla fede, l'uomo non commetterà alcun peccato di superbia.........
  • ............oppure l'uomo è privo di libero arbitrio quindi privo di ogni inerente responsabilità (tutto risulta contenuto e governato dalle cause e dagli effetti impostati da Dio al momento della Creazione o successivamente).

Infine : "Tornando alle tue domande insisto nel dire che possono trovare una risposta solo tramite la meditazione e non in una ricerca razionale".
Ma io non ho mai contrapposto meditazione e ricerca razionale : la contrapposizione eventuale che ho citato inizialmente è stata quella tra meditazione AUTONOMA e SOLITARIA da una parte e studio ed attenzione delle FONTI tradizionali dall'altra. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

pincopallo

Come la maggior parte di noi in Italia ho avuto un educazione cristiana, ben presto a dir il vero messa da parte per sposare più la teoria " Teista " come la definiva Volataire , al giorno d'oggi viene chiamata Deismo.
Il Deismo è una vera e propria religione, molto semplice e teologicamente quasi imbarazzante, non si basa sulla confessione e sulla dogmatica, bensì sui valori morali, quelli più più accettabili per la gran parte delle società. Dio, in questo macrocosmo è come un manutentore, creatore dell'universo e non interviene molto negli affari del mondo, Lui c'è, sempre come un garante dei valori morali e certo Egli punisce e ricompensa, consola donando l'immortalità dell'anima. Non ci sono Chiese o Templi ne tantomeno luoghi sacri. 
Molti pensatori illuministi (e non illuminati) tra cui lo stesso Rosseau, che ora grazie ai vari Casaleggio&c. è cosi spesso tirato in causa, la pensava come Voltaire, deplorando chi volesse dimostrare l'esistenza di Dio con scritti vari, leggende o superstizioni.
I poteri forti hanno sempre usato le religioni per muovere le masse e piegarle o usarle per i loro scopi, lo stesso Volteire, ammise nei suoi scritti che sceglieva accuratamente i suo servitori tra i cattolici più devoti e timorati, altrimenti gli avrebbero  l'argenteria!!

Comunque io la sera guardo il tramonto tra le montagne o guardo nascere il sole sul mare e rendo grazie a Dio per quello spettacolo....
La vita è breve come un sogno e consumarla tutta a fare una cosa he non ti piace è pura follia...

Discussioni simili (5)