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Distacco

Aperto da bobmax, 11 Dicembre 2022, 14:53:45 PM

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bobmax

Citazione di: Kobayashi il 22 Dicembre 2022, 08:19:17 AMCerto, l'arbitrarietà dei presupposti... Ma non è forse vero che ogni discorso filosofico è appunto basato sull'arbitrarietà di certi principi, e che la razionalità stessa che lega i vari argomenti è relativa, sia alla struttura del nostro intelletto che allo sviluppo della nostra cultura?
Perché dunque il pensiero paradossale che mi fa concludere, per esempio, che io sono l'origine di tutte le cose, nonostante l'evidenza contraria, dovrebbe essere immune da tale arbitrarietà?

Magari dietro a tale arbitrarietà si cela una strategia inconscia per venire a capo dell'unico vero problema filosofico, ovvero come riuscire a sopportare questo mondo senza le classiche vie di fuga illusorie basate sull'ottundimento. Ottundimento non dell'intelligenza, dal momento che anche l'abbandono nella scienza è una delle vie di fuga possibile, ma dello sguardo filosofico, della lucidità disillusa.

Se usciamo dal discorso teorico e diamo un'occhiata a come il distacco viene concretamente praticato, appare evidente, secondo me, il rapporto tra il distacco e il problema della contaminazione del male.
Prendiamo per esempio la figura del religioso in prima linea: il suo distacco gli consente di mischiarsi con la malattia, di sporcarsi le mani, di vivere la prossimità fisica con il male mantenendo la propria mente integra, resistente alla disperazione.
Lui parlerà di questa posa come di abbandono in Dio. Ma Dio può anche significare semplicemente, tolta tutta la retorica della Tradizione, mistero di una ragione sottile che sta dietro a questo "macello", il filo rosso sconosciuto del mistero del male.

Riducendo ai minimi termini i presunti interrogativi della retorica religiosa, arriviamo a capire che decidersi per la fede in Dio significa scegliere la necessità e rifiutare il caso, significa sforzarsi di credere che ci sia un perché, il quale poi, data la vastità del mistero, risulta impenetrabile alla piccola intelligenza degli uomini.

E il tema dell'umiltà? Perché l'uomo distaccato è anche umile?

Sì, l'arbitrarietà è inevitabile.
Se non lo fosse, se potessimo evitare di fissarli arbitrariamente, avremmo dei presupposti non arbitrari, cioè assolutamente veri.
Avremmo perciò la Verità!
Ma di fronte alla Verità potresti ancora tu esserci? Cioè come cosa tra le cose?

E invece ci sei...
Non sarà che ci sei, che esisti proprio per tirar fuori da te stesso la Verità?

Da quanto ho vissuto, l'idea del distacco non proviene da un ragionamento, piuttosto è il tentativo di descrivere una esperienza originaria.
Una descrizione sempre insufficiente, come sempre avviene quando cerchiamo di spiegare ciò che ci coinvolge in profondità.

Comunque non è un abbandono in Dio.
E non è il frutto di una decisione.
Il distacco è invece il possibile esito dell'amore.
Cioè il distacco può avvenire quando sei colto dalla compassione.
Che avviene, quando avviene. Prescinde da te.

Tu puoi solo volere la Verità.
Costi quello che costi.
Come stai facendo ora.
Senza aspettarti nulla.

Infatti il desiderio di Verità conduce all'inferno.
Almeno per quel che mi riguarda.
Perché vi è il male. Il male nel mondo, il male in me, il male che io stesso sono!
E così non posso che andare all'inferno. Perché così è giusto.

Questo giustezza del mio stare all'inferno è l'assoluto che si impone da sé.
E all'inferno Dio è certo!
Ma è perduto per sempre.

Questa è infine la "verità" del mio esserci al mondo.
Da cui non posso fuggire, perché vera.

Nel frattempo cresce però la  consapevolezza della innocenza del mondo.
E più cresce e più può nascere la compassione.
Compassione per il mondo, che è innocente, ma non per me stesso.
Perché non la merito, io infatti non sono innocente.

Può qui avvenire il distacco.
Solo momentaneo, ma rivelatore.

L'umiltà dell' uomo distaccato deriva dal riconoscimento di essere un puro nulla.

Mentre la compassione per il mondo rimanda al Nulla fonte di ogni possibilità.

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PS
Penso che la legge di causa-effetto  non abbia alcuna realtà.
Così come d'altronde lo spazio e il tempo.
Sono tutti doni effimeri del Caos.
Infatti solo il caso è libero.
Così come l'amore.
Che è senza perché, se non se stesso.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.