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Disatrofizzarsi

Aperto da Sophia75, 08 Aprile 2018, 19:53:47 PM

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Sophia75

"L'apprendimento implica dimenticare. Il cervello potrebbe essere riluttante a lasciare andare cose che sa già come fare".

Questa frase è tratta da un articolo di Le Scienze, che parla del funzionamento del cervello e dell'apprendimento. Potrebbe sembrare fuori luogo nella sezione sulla Spiritualità, ma io la trovo invece molto centrata.
Chiunque percorre la via spirituale, o esoterica, o come la si preferisce definire, dovrebbe innanzitutto applicarsi nel disatrofizzare il proprio cervello.
Questo è necessario perché, coscienti o meno che siamo della cosa, i nostri pensieri e il nostro modo di ragionare tendono ad essere molto strutturati ed abitudinari.
È molto bella la prima parte della frase: l'apprendimento implica dimenticare. Dimenticare richiede volontà e coraggio di abbandonare il noto per l'ignoto, l'immagine che abbiamo di noi stessi verso la scoperta di ciò che siamo veramente oltre le nostre stesse credenze e convinzioni, il coraggio di guardare le nostre brutture senza giustificazioni, o a volte il contrario: di vedere la nostra bellezza sotto la coltre delle brutture che pensavamo di avere.
Dimenticare è, metaforicamente parlando, distruggere il tempio per poi ricostruirlo. Essere coscienti e consapevoli delle nostre convinzioni, così come dei nostri dubbi, è smantellarli uno dopo l'altro.
Io credo davvero che solo in questo modo si possa comprendere davvero.

In questo il suggerimento di Le Scienze capita a pennello. Il cervello è ciò che filtra la nostra conoscenza del mondo, visibile e non visibile. Se non alleniamo le sue sinapsi a rimodellarsi e ad adattarsi, i nostri pensieri funzioneranno sempre facendo gli stessi collegamenti, dando risposte uguali o al massimo simili ai nostri quesiti. 
Trovo che si possano fare anche cose molto pratiche a questo scopo, andando oltre l'attività riflessiva del pensiero... perché altrimenti non si ottiene altro che il pensiero che pensa se stesso.

Il cervello e le sue sinapsi sono in stretta relazione, in quanto organo fisico, con l'utilizzo che facciamo del nostro corpo e dei sensi connessi. Se dobbiamo scrivere, quando possiamo, scriviamo su carta e non su supporto digitale; se mangiamo, e non l'abbiamo mai fatto, oltre al gusto del cibo osserviamone odore ed aspetto; quando camminiamo prestiamo attenzione a come il piede poggia al suolo.... sono solo esempi... ciò che conta è uscire dalla routine, il corpo è solo un mezzo, il mezzo con cui attraversiamo il mondo e ai cui stimoli il nostro cervello risponde. Cerchiamo di disatrofizzarlo, secondo me le intuizioni si faranno più frequenti.

Socrate78

Il problema, però Sophia, è che l'uomo a mio parere crede di essere libero, ma non lo è, o almeno la sua libertà è assai ridotta e io sono pessimista riguardo al futuro della libertà, secondo me più la scienza e la tecnica si evolve, tanto più esisteranno gravi manipolazioni del pensiero. Oggi esistono forme di manipolazione sopraffina, evidenti ad esempio nell'industria del marketing, che crea bisogni che non esistono, sfruttando appunto determinati stimoli che il cervello trasforma in desideri: addirittura è stato scoperto che esistono messaggi subliminali quasi in ogni spot pubblicitario, il cervello incamera questi messaggi brevissimi e poi si comporta in modo istintivo, quasi come se noi fossimo dei robot che agiscono credendo di essere liberi, ma in realtà siamo manipolati.
Si pensa addirittura da parte di alcune società scientifiche di creare microchip che sarebbero da inserire nella cute del cranio per modificare i pensieri, ne hanno anche parlato in una trasmissione televisiva ("Report" di RAI 3, puntata del 3 aprile).
L'uomo deve essere per la società attuale solo una macchina che non deve pensare, ma deve solo produrre, strumento asservito ai poteri forti dell'economia, del denaro, della stessa scienza: di conseguenza cose come la religione e la spiritualità sarebbero viste come disfunzionali e in un certo senso "antisociali", perché vanno contro le esigenze della società materialistica che ho esposto sopra.

Sophia75

Ciao Socrate, mi trovo assolutamente d'accordo con quanto scrivi e non ho nessun motivo di contestarlo. La presunta libertà dell'uomo è solo illusoria.
Ma tra il riconoscere questa realtà ed il pessimismo cosmico, credo che sia doveroso il tentativo di mantenersi coscienti e consapevoli. Viviamo in una gabbia, ma cerchiamo di non dimenticare chi e cosa siamo.
Si può essere schiavi di un sistema, perchè materialmente non abbiamo via d'uscita, eppure si può anche mantenersi vigili.
Uno dei miei film simbolo è il primo della trilogia di Matrix: al di là delle esagerazioni sceniche dà molti input interessanti. In effetti è tutta una grande costruzione artificiale, ma in molti di noi c'è un tarlo che spinge a cercare cosa c'è oltre ciò che vediamo, qualcosa che ci dice che c'è qualcosa oltre, che ci fa sentire insoddisfatti delle risposte comuni...altrimenti non saremmo iscritti a questo forum.
Il porsi domande è la scintilla che ti fa guardare oltre, anche se il tuo corpo deve mangiare per sopravvivere, devi lavorare, pagare le bollette, etc. Prima o poi, se non rinunci alle tue domande, incominerai a vedere i bug (gli errori di programmazione) del sistema, e chissà cosa potrebbe succede dopo  ;)
La tecnologia, come ogni scoperta, è una moneta a due facce e tutto dipende dall'intenzione con cui viene utilizzata. Non solo e non tanto da chi ne usufruisce in qualità di utente finale, ma anche da chi la progetta e la diffonde. E si, è un gran problema.
Secondo me però, non tutto è perduto. Pur nella gabbia in cui viviamo, possiamo essere spiriti coscienti.

Angelo Cannata

Citazione di: Sophia75 il 09 Aprile 2018, 08:31:30 AMPur nella gabbia in cui viviamo, possiamo essere spiriti coscienti.
Se siamo in una gabbia, c'è da sospettare che, anche quando pensiamo di essere coscienti, si tratti di nient'altro che un ennesimo effetto della gabbia su di noi. Come facciamo a sapere se ciò che pensiamo è vera coscienza oppure soltanto effetto della gabbia in cui la nostra mente si trova?

Sophia75

Citazione di: Angelo Cannata il 09 Aprile 2018, 09:59:09 AM
Citazione di: Sophia75 il 09 Aprile 2018, 08:31:30 AMPur nella gabbia in cui viviamo, possiamo essere spiriti coscienti.
Se siamo in una gabbia, c'è da sospettare che, anche quando pensiamo di essere coscienti, si tratti di nient'altro che un ennesimo effetto della gabbia su di noi. Come facciamo a sapere se ciò che pensiamo è vera coscienza oppure soltanto effetto della gabbia in cui la nostra mente si trova?

Grazie, hai posto un quesito importantissimo e di non facile risposta.
Forse bisognerebbe aver chiaro cosa si intende per coscienza ed incoscienza, consapevolezza ed inconsapevolezza.
La tua è una domanda necessaria, che ognuno dovrebbe porsi. Io me la pongo continuamente, l'essere coscienti non è uno stato che si raggiunge e in cui si rimane in modo definitivo una volta conquistato; è più come il trovarsi in un ambiente dove banchi di nebbia vanno e vengono, a volte non vediamo che una coltre biancastra dove a mala pena emergono le ombre delle cose, altre il banco di nebbia si dissolve e ogni cosa appare nitida.
La gabbia in cui passiamo la nostra vita è architettata in modo da convincere le persone che sono libere di muoversi come vogliono, che se le cose non gli vanno bene, al massimo è una questione di sfortuna, di destino, o (secondo alcune scuole di pensiero) sono essi stessi che si creano da soli le condizioni di una vita infelice.
Ma hai perfettamente ragione nel dire che è la gabbia stessa che ci inganna, anche sul nostro livello di consapevolezza. 
Per questo invito spesso a non dare mai nulla per scontato.
Eppure, una volta mi hanno chiesto se io ero cosciente; risposi che lo ero solo a volte. Credimi, se ci si osserva ed ascolta con attenzione e SENZA GIUDIZIO, si può notare la differenza tra i momenti in cui si è coscienti e quelli in cui non lo si è...ed è già molto.
Sicuramente non uscirai dalla gabbia solo perché sei cosciente di esserci dentro, ma nessuno ha mai sostenuto che la Verità renda felici. Quello è probabilmente il nirvana, ed è un'altra cosa.

green demetr

Tralascio le risposte ad Angelo e Socrate, che mi pare per quanto riguarda Socrate, e di cui sono certo per quanto riguarda Angelo, perchè essi sono convinti di essere robot.

La loro prigione non è una prigione metafisica, me è una prigione che come dico io "è la prigione della macchina".
Se una macchina indaga su se stessa, non potrà che scoprirsi macchina.

Il problema è però idiota, nel senso di medesimo (id-eo= quello lì. il solito, il medesimo), ossia se si parte considerando che la mente sia il corpo, o peggio che la mente sia come il corpo (e le Scienze fanno parte di questo problema globale) allora è ovvio che poi si neghi la libertà.

Capisco però quello che vuoi dire cara Sophia, e si capisce che il tuo discorso è di altra "pasta".
Infatti tu ammetti la possibilità della consapevolezza.

Meglio ancora citi Matrix.

Matrix è un film che sposa la tesi gnostica.

Vi è un mondo materiale che è il male, ed è il mondo per cui per esempio Zukemberg è ora indagato, e il suo cofondandatore dimessosi, sta espiando le sue colpe, con un giro di interviste che avvisano dei pericoli della matrice (spegnimento delle aree cerebrali etc..).

Ma vi è anche il mondo della luce, quello che sta dietro alle apparenze.
Appunto dietro alla presunzione che la macchina, la matrice (oggi identificata col cervello) esiste un mondo spirituale.

Ci vuole un Nemo, un nessuno, ossia che vada oltre le porte della percezione ideologica che abbiamo di noi stessi.

Non è semplicemente una questione di aree cerebrali, laddove al massimo coincidono, nel senso che avvengono, processi spirituali superiori.

Dire che un processo spirituale avviene in una determinata area, non dice ancora niente di quel processo spirituale.

Quindi è poco rilevante partire dalle assunzioni che è nel cervello che siano gli abiti, le abitudini.

Nel film Matrix invece le abitudini sono la matrice stessa, ossia un certo modo di conformarsi della mente.

La mente si conforma in base alle sue aree di comportamento, se vogliamo stare nella metafora dell'uomo macchina, sono il software.

Il problema delle abitudini mentali, non è una questione dunque dell'hardware, ma del software.

Riprendendo la tua metafora Sophia, allora la questione sarebbe quello di provare nuovi software.

Ma in Matrix non è quello il punto.

Il punto è che invece esiste un uomo reale, al di là delle sue percezioni errate.

Nel film la metafora è più pungente e più dettagliata.

Infatti nel film è l'uomo reale ad essere prigioniero delle macchine.

Egli crede  di aver costruito le macchine per soddisfare la sua mente, ma sono le macchine ora che controllano la sua mente.

Il problema si ribalta completamente. La macchina diventa il problema, credere nel robot è stato il problema.

In questo senso il film indaga del perchè le persone stanno bene nel Matrix, e del perchè alcuni si ribellano.

E' qui che la tua proposta prende peso.

Laddove le persone stanno bene nella rinuncia alla libertà, i ribelli invece voglione vivere.

Ma Nemo, prima di ridiventare uomo reale, ha dovuto spazzare via la sua vecchia personalità.

Ha dovuto proprio diventare nessuno. (Nemo in latino vuol dire proprio"nessuno")

Nessuno significa rinunciare ad essere delle persone, a rinunciare alle maschere, ai ruoli che questa società triste e malata ci vuole affibiare.

Uscire dalla routine, è il primo passo della liberazione, a cui giustamente tu aspiri.

Ma questa aspirazione è forse nel cervello??

No la parabola di Matrix ci dice invece proprio il contrario, che la libertà umana spezza la sua stessa follia di credersi robot, persona, macchina.

Ossia che è il corpo il vero ricettacolo alla trascendenza, la spinta verticale dal basso.

La vera spiritualità è nel corpo che si muove, che sperimenta, che attiva o spegne alcune aree cerebrali.

E' l'uomo che fa la macchina.

E' l'uomo che fa scienza, non la scienza che fa l'uomo.

Ci vuole insomma una premessa diversa cara Sophia per poi poter parlare della consapevolezza.

O se si vuole usare la scienza, la si deve usare correttamente come mi pare tu abbia fatto.

Non siamo prigionieri se non che di noi stessi!

Questa è la libertà!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

bluemax

Citazione di: green demetr il 10 Aprile 2018, 09:50:46 AM
Tralascio le risposte ad Angelo e Socrate, che mi pare per quanto riguarda Socrate, e di cui sono certo per quanto riguarda Angelo, perchè essi sono convinti di essere robot.

La loro prigione non è una prigione metafisica, me è una prigione che come dico io "è la prigione della macchina".
Se una macchina indaga su se stessa, non potrà che scoprirsi macchina.

Il problema è però idiota, nel senso di medesimo (id-eo= quello lì. il solito, il medesimo), ossia se si parte considerando che la mente sia il corpo, o peggio che la mente sia come il corpo (e le Scienze fanno parte di questo problema globale) allora è ovvio che poi si neghi la libertà.

Capisco però quello che vuoi dire cara Sophia, e si capisce che il tuo discorso è di altra "pasta".
Infatti tu ammetti la possibilità della consapevolezza.

Meglio ancora citi Matrix.

Matrix è un film che sposa la tesi gnostica.

Vi è un mondo materiale che è il male, ed è il mondo per cui per esempio Zukemberg è ora indagato, e il suo cofondandatore dimessosi, sta espiando le sue colpe, con un giro di interviste che avvisano dei pericoli della matrice (spegnimento delle aree cerebrali etc..).

Ma vi è anche il mondo della luce, quello che sta dietro alle apparenze.
Appunto dietro alla presunzione che la macchina, la matrice (oggi identificata col cervello) esiste un mondo spirituale.

Ci vuole un Nemo, un nessuno, ossia che vada oltre le porte della percezione ideologica che abbiamo di noi stessi.

Non è semplicemente una questione di aree cerebrali, laddove al massimo coincidono, nel senso che avvengono, processi spirituali superiori.

Dire che un processo spirituale avviene in una determinata area, non dice ancora niente di quel processo spirituale.

Quindi è poco rilevante partire dalle assunzioni che è nel cervello che siano gli abiti, le abitudini.

Nel film Matrix invece le abitudini sono la matrice stessa, ossia un certo modo di conformarsi della mente.

La mente si conforma in base alle sue aree di comportamento, se vogliamo stare nella metafora dell'uomo macchina, sono il software.

Il problema delle abitudini mentali, non è una questione dunque dell'hardware, ma del software.

Riprendendo la tua metafora Sophia, allora la questione sarebbe quello di provare nuovi software.

Ma in Matrix non è quello il punto.

Il punto è che invece esiste un uomo reale, al di là delle sue percezioni errate.

Nel film la metafora è più pungente e più dettagliata.

Infatti nel film è l'uomo reale ad essere prigioniero delle macchine.

Egli crede  di aver costruito le macchine per soddisfare la sua mente, ma sono le macchine ora che controllano la sua mente.

Il problema si ribalta completamente. La macchina diventa il problema, credere nel robot è stato il problema.

In questo senso il film indaga del perchè le persone stanno bene nel Matrix, e del perchè alcuni si ribellano.

E' qui che la tua proposta prende peso.

Laddove le persone stanno bene nella rinuncia alla libertà, i ribelli invece voglione vivere.

Ma Nemo, prima di ridiventare uomo reale, ha dovuto spazzare via la sua vecchia personalità.

Ha dovuto proprio diventare nessuno. (Nemo in latino vuol dire proprio"nessuno")

Nessuno significa rinunciare ad essere delle persone, a rinunciare alle maschere, ai ruoli che questa società triste e malata ci vuole affibiare.

Uscire dalla routine, è il primo passo della liberazione, a cui giustamente tu aspiri.

Ma questa aspirazione è forse nel cervello??

No la parabola di Matrix ci dice invece proprio il contrario, che la libertà umana spezza la sua stessa follia di credersi robot, persona, macchina.

Ossia che è il corpo il vero ricettacolo alla trascendenza, la spinta verticale dal basso.

La vera spiritualità è nel corpo che si muove, che sperimenta, che attiva o spegne alcune aree cerebrali.

E' l'uomo che fa la macchina.

E' l'uomo che fa scienza, non la scienza che fa l'uomo.

Ci vuole insomma una premessa diversa cara Sophia per poi poter parlare della consapevolezza.

O se si vuole usare la scienza, la si deve usare correttamente come mi pare tu abbia fatto.

Non siamo prigionieri se non che di noi stessi!

Questa è la libertà!
Scusa se intervengo... ma il film MATRIX trae la sua ispirazione dal buddismo/induismo. (confermato da Andy Wachowski)
i tre episodi sfruttano la fantascienza per spiegare cosa avviene in una persona "comune" dal momento in cui sorge il "dubbio"  (primi 10 minuti del film) sino alla sua illuminazione e smascheramento del proprio ego. :)  ciao :)

Kobayashi

Per quanto riguarda Matrix...
C'è da dare il giusto peso a un fatto: se è vero che tutta la ricerca di Neo è determinata dall'ossessione della domanda, è anche vero che le indicazioni che riceverà da Morpheus lo condurranno sì nella realtà vera della materia, fuori da Matrix, ma nello stesso tempo di nuovo immerso in un'illusione, ovvero la profezia, la quale si rivelerà appunto uno strumento di controllo creato dal mondo delle macchine.
E tuttavia seguendo il cammino indicato dal suo primo maestro arriverà a salvare gli uomini.

Così ci si potrebbe chiedere: per salvarsi ed essere liberi bisogna necessariamente fare propria una profezia che comunque si sospetta essere un'illusione funzionale al potere?
Senza la profezia, la via, la dottrina, ci si ferma impauriti o confusi o scettici.
Convertendosi invece si rischia di fare il gioco del sistema da cui ci si vuole liberare.

Il cristianesimo nella sua storia mi sembra abbia incarnato perfettamente questo paradosso. 

Kobayashi

Per bluemax.
Forse l'inizio (i dubbi sulla realtà) è maggiormente vicino alle religioni orientali, ma dal punto in cui Neo deve capire se è l'eletto di cui parla l'antica profezia, l'eletto che dovrebbe salvare l'umanità dalla schiavitù e dare il via ad un regno di pace... beh, mi sembra abbastanza giudaico-cristiano...

bluemax

Citazione di: Kobayashi il 10 Aprile 2018, 11:49:55 AM
Per bluemax.
Forse l'inizio (i dubbi sulla realtà) è maggiormente vicino alle religioni orientali, ma dal punto in cui Neo deve capire se è l'eletto di cui parla l'antica profezia, l'eletto che dovrebbe salvare l'umanità dalla schiavitù e dare il via ad un regno di pace... beh, mi sembra abbastanza giudaico-cristiano...


Maitreya, seduto su un trono in stile occidentale, risalente all'epoca KushanGandharaII secolo, custodito nel Tokyo National Museum.



Maitreya nell'arte del Gandhāra, conservato presso il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo. In questa raffigurazione Maitreya è nella postura del Loto o padmasana con le gambe incrociate e le ginocchia premute contro il pavimento. Le mani sono poste nel gesto di meditazione (dhyānamudrā).



Il discepolo di Gautama BuddhaMahākāśyapa o Kāśyapa. Particolare di pittura murale del VI-VII secolo rinvenuta nella grotta 60 a Qyzyl, area di Kucha (situata a Nord del Deserto di Taklamakan, oggi Cina) e conservata a Berlino presso il Museum für Asiatische Kunst. Le orecchie grandi e forate di Mahākāśyapa indicano che costui in passato indossava orecchini pesanti che ne hanno allungato i lobi, ma ora, essendo un bhikṣu e quindi avendo rinunciato alla vita "mondana", non ne indossa più.

Maitreya  

bluemax

#10
fatto confusione è che sono a lavoro  8)
intendevo dire che NEO rappresenta Maitreya...


scusa... ciao :D :D :D

green demetr

Citazione di: bluemax il 10 Aprile 2018, 10:59:15 AM
Citazione di: green demetr il 10 Aprile 2018, 09:50:46 AM
Tralascio le risposte ad Angelo e Socrate, che mi pare per quanto riguarda Socrate, e di cui sono certo per quanto riguarda Angelo, perchè essi sono convinti di essere robot.

La loro prigione non è una prigione metafisica, me è una prigione che come dico io "è la prigione della macchina".
Se una macchina indaga su se stessa, non potrà che scoprirsi macchina.

Il problema è però idiota, nel senso di medesimo (id-eo= quello lì. il solito, il medesimo), ossia se si parte considerando che la mente sia il corpo, o peggio che la mente sia come il corpo (e le Scienze fanno parte di questo problema globale) allora è ovvio che poi si neghi la libertà.

Capisco però quello che vuoi dire cara Sophia, e si capisce che il tuo discorso è di altra "pasta".
Infatti tu ammetti la possibilità della consapevolezza.

Meglio ancora citi Matrix.

Matrix è un film che sposa la tesi gnostica.

Vi è un mondo materiale che è il male, ed è il mondo per cui per esempio Zukemberg è ora indagato, e il suo cofondandatore dimessosi, sta espiando le sue colpe, con un giro di interviste che avvisano dei pericoli della matrice (spegnimento delle aree cerebrali etc..).

Ma vi è anche il mondo della luce, quello che sta dietro alle apparenze.
Appunto dietro alla presunzione che la macchina, la matrice (oggi identificata col cervello) esiste un mondo spirituale.

Ci vuole un Nemo, un nessuno, ossia che vada oltre le porte della percezione ideologica che abbiamo di noi stessi.

Non è semplicemente una questione di aree cerebrali, laddove al massimo coincidono, nel senso che avvengono, processi spirituali superiori.

Dire che un processo spirituale avviene in una determinata area, non dice ancora niente di quel processo spirituale.

Quindi è poco rilevante partire dalle assunzioni che è nel cervello che siano gli abiti, le abitudini.

Nel film Matrix invece le abitudini sono la matrice stessa, ossia un certo modo di conformarsi della mente.

La mente si conforma in base alle sue aree di comportamento, se vogliamo stare nella metafora dell'uomo macchina, sono il software.

Il problema delle abitudini mentali, non è una questione dunque dell'hardware, ma del software.

Riprendendo la tua metafora Sophia, allora la questione sarebbe quello di provare nuovi software.

Ma in Matrix non è quello il punto.

Il punto è che invece esiste un uomo reale, al di là delle sue percezioni errate.

Nel film la metafora è più pungente e più dettagliata.

Infatti nel film è l'uomo reale ad essere prigioniero delle macchine.

Egli crede  di aver costruito le macchine per soddisfare la sua mente, ma sono le macchine ora che controllano la sua mente.

Il problema si ribalta completamente. La macchina diventa il problema, credere nel robot è stato il problema.

In questo senso il film indaga del perchè le persone stanno bene nel Matrix, e del perchè alcuni si ribellano.

E' qui che la tua proposta prende peso.

Laddove le persone stanno bene nella rinuncia alla libertà, i ribelli invece voglione vivere.

Ma Nemo, prima di ridiventare uomo reale, ha dovuto spazzare via la sua vecchia personalità.

Ha dovuto proprio diventare nessuno. (Nemo in latino vuol dire proprio"nessuno")

Nessuno significa rinunciare ad essere delle persone, a rinunciare alle maschere, ai ruoli che questa società triste e malata ci vuole affibiare.

Uscire dalla routine, è il primo passo della liberazione, a cui giustamente tu aspiri.

Ma questa aspirazione è forse nel cervello??

No la parabola di Matrix ci dice invece proprio il contrario, che la libertà umana spezza la sua stessa follia di credersi robot, persona, macchina.

Ossia che è il corpo il vero ricettacolo alla trascendenza, la spinta verticale dal basso.

La vera spiritualità è nel corpo che si muove, che sperimenta, che attiva o spegne alcune aree cerebrali.

E' l'uomo che fa la macchina.

E' l'uomo che fa scienza, non la scienza che fa l'uomo.

Ci vuole insomma una premessa diversa cara Sophia per poi poter parlare della consapevolezza.

O se si vuole usare la scienza, la si deve usare correttamente come mi pare tu abbia fatto.

Non siamo prigionieri se non che di noi stessi!

Questa è la libertà!
Scusa se intervengo... ma il film MATRIX trae la sua ispirazione dal buddismo/induismo. (confermato da Andy Wachowski)
i tre episodi sfruttano la fantascienza per spiegare cosa avviene in una persona "comune" dal momento in cui sorge il "dubbio"  (primi 10 minuti del film) sino alla sua illuminazione e smascheramento del proprio ego. :)  ciao :)

Ma nel buddhismo non vi è scontro tra bene e male.

Credo che i wakovsky o siano in errore in buona fede, o come ipotizzo cercano di allontanare il sospetto di essere legati ad un movimento, quello gnostico, che ha un background politico piuttosto oscuro.

Comunque sia ai fine dell'argomentazione non cambia molto, anche il buddhismo come via di liberazione è altrettanto valido.

ciao e grazie della dritta  ;)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Kobayashi il 10 Aprile 2018, 11:29:41 AM
Per quanto riguarda Matrix...
C'è da dare il giusto peso a un fatto: se è vero che tutta la ricerca di Neo è determinata dall'ossessione della domanda, è anche vero che le indicazioni che riceverà da Morpheus lo condurranno sì nella realtà vera della materia, fuori da Matrix, ma nello stesso tempo di nuovo immerso in un'illusione, ovvero la profezia, la quale si rivelerà appunto uno strumento di controllo creato dal mondo delle macchine.
E tuttavia seguendo il cammino indicato dal suo primo maestro arriverà a salvare gli uomini.

Così ci si potrebbe chiedere: per salvarsi ed essere liberi bisogna necessariamente fare propria una profezia che comunque si sospetta essere un'illusione funzionale al potere?
Senza la profezia, la via, la dottrina, ci si ferma impauriti o confusi o scettici.
Convertendosi invece si rischia di fare il gioco del sistema da cui ci si vuole liberare.

Il cristianesimo nella sua storia mi sembra abbia incarnato perfettamente questo paradosso.

Hai fatto bene ad indicare la questione di morpheus (il sogno, la profezia).

Anche in questo caso è di nuovo la tradizione gnostica a prendere sopravvento nel mondo delirante dei wakovsky.

Anzi sebbene mi manchi il resto della trilogia, mi sembra di ricordare che il finale è proprio improntato a che lui NON è il messia.

Certamente o nella visione gnostica o nella visione luterana (che mi sembra sposi amico mio) il DIO, la PROFEZIA non è in alcun modo possibile.

Perciò il NEO è un NEMO comunque, anche ai piani superiori della ricerca spirituale, non può mai diventare qualcuno, qualcosa!

A ben pensarci nel cristianesimo però la visione salvifica è ancora presente.

Invece nello gnosticismo è totalmente assente.

Altro motivo per cui il film lo assegno allo gnosticismo.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

bluemax

Citazione di: green demetr il 10 Aprile 2018, 14:16:38 PM


Ma nel buddhismo non vi è scontro tra bene e male.

Credo che i wakovsky o siano in errore in buona fede, o come ipotizzo cercano di allontanare il sospetto di essere legati ad un movimento, quello gnostico, che ha un background politico piuttosto oscuro.

Comunque sia ai fine dell'argomentazione non cambia molto, anche il buddhismo come via di liberazione è altrettanto valido.

ciao e grazie della dritta  ;)

ma infatti non vi è scontro tra bene e male. Il signor Smith è l' EGO di NEO ;)  ciao :)

green demetr

Citazione di: bluemax il 10 Aprile 2018, 14:37:06 PM
Citazione di: green demetr il 10 Aprile 2018, 14:16:38 PM


Ma nel buddhismo non vi è scontro tra bene e male.

Credo che i wakovsky o siano in errore in buona fede, o come ipotizzo cercano di allontanare il sospetto di essere legati ad un movimento, quello gnostico, che ha un background politico piuttosto oscuro.

Comunque sia ai fine dell'argomentazione non cambia molto, anche il buddhismo come via di liberazione è altrettanto valido.

ciao e grazie della dritta  ;)

ma infatti non vi è scontro tra bene e male. Il signor Smith è l' EGO di NEO ;)  ciao :)

Chi è il sig. Smith? lol

Va beh lo devo rivedere.

Io ricordo solo un sacco di scene di azione e violenza con lui che fa a pezzi gli uomini neri.....le macchine non sono il male?

Ma ormai mi hai messo la pulce nell'orecchio....alle prossime  ;)

Vai avanti tu che mi vien da ridere