Dio non giudica nessuno, nemmeno i più malvagi?

Aperto da Socrate78, 10 Agosto 2021, 19:57:19 PM

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Socrate78

Normalmente le religioni pensano che dopo la morte i buoni verranno accolti da Dio e avranno una ricompensa, mentre i malvagi saranno puniti in diverso modo. Ma è proprio così? Io tendo a dubitare di una simile divisione di destino tra "buoni" e "cattivi". La religione cristiana dice che "Non bisogna mai giudicare", ma qual è il vero significato di questo comandamento? A mio avviso il vero significato della proibizione di giudizio data da Gesù consiste nel fatto che anche il male peggiore che la persona compie nella vita fa parte di un progetto divino per cui le azioni considerate "cattive" dalla società sono permesse da Dio per l'evoluzione spirituale dell'anima. Secondo alcune dottrine orientale legate al concetto di Karma e di reincarnazione ogni anima prima di nascere sceglie quali azioni compiere e gli eventi più significativi della sua vita, ma lo fa sempre secondo un fine buono, per imparare una lezione e crescere: se ad esempio prima di nascere un'anima si è data come compito nella propria vita quello di "Imparare a perdonare"  è necessario che essa subisca dei TORTI da altre anime (si perdona solo se prima si è stati vittima di torti...), quindi quelle persone che apparentemente compiono il male lo fanno in realtà per far apprendere il perdono alla persona che sembra solo una vittima! I "cattivi" quindi potranno addirittura essere premiati per questo, mentre la persona che si è data il compito di imparare il perdono se serba odio e si vendica, allora sarà lei ad essere punita, perché non ha fatto fruttificare il compito che si era data per la sua vita.
Che cosa ne pensate di questa possibile visione?

anthonyi

Ciao socrate, anch'io credo che Dio non giudichi nessuno, nelle esperienze NDE le persone vedono tutta la storia della loro vita, a volte provando le emozioni che hanno vissuto coloro che sono state vittime delle loro azioni, ma non c'è nessun giudizio, perché sono loro stessi a dare un giudizio alle proprie azioni.
Riguardo al male c'è però da dire che corrompe, cioè modifica strutturalmente l'io. Nel vangelo gesú dice che: "chi compie il male diventa schiavo del male" entra a far parte della sua logica e ne è dominato, e questo dominio dura anche dopo la morte.

sapa

Penso che le parole di Gesù non siano riferite al giudizio divino, ma a quello umano. Che Dio giudichi direi che è alla base della religione cristiana e le parole stesse di Gesù dal Vangelo di Matteo "Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio" lo attestano direi chiaramente.

Kobayashi


Nessuno conosce Dio. I cristiani ritengono di saperne qualcosa solo in quanto hanno fede che in Gesù sia visibile il divino. E nei suoi atteggiamenti si coglie un grande amore anche per coloro che sbagliano. Una dolcezza, una benevolenza che hanno la meglio sulla condanna morale.
Ciò che è scritto nel Vangelo sul giudizio di Dio, come tutto ciò che è scritto nei Vangeli, va preso tenendo conto che i testi, oltre alla testimonianza e alla memoria, contengono anche la riflessione della comunità cristiana primitiva sulle questioni aperte dalla vicenda di Gesù.
Per cui anch'io sono propenso a escludere da Dio qualcosa come il giudizio, che è esercizio invece amatissimo dagli uomini di potere (teologico o politico che sia).

bobmax

Questa idea che Dio sia un ente, cioè  qualcuno, qualcosa, distinto da noi stessi, è la prima superstizione.
Dalla quale ne derivano tante altre, spesso inconciliabili tra loro.

Dio è così inteso come il "capo". Dispensatore di premi e di punizioni.
È il Dio della Chiesa. E pure quello dei mafiosi che lo considerano il grande boss.
In entrambi i casi è inteso come  l'essere potente che conviene ingraziarsi...

E così Dio, essendo altro da me, in giudicherebbe. Perché è vero che è onnipotente... però mi ha concesso il libero arbitrio.
Così se commetto un peccato mia è la colpa, non Sua!
Perché Lui non vuole alcun male.
Ma intanto permette che il male ci sia...
Così poi può giudicare...

Insomma un sacco di incongruenze, che a provare a mettere una toppa si fa un buco più grande.
Questo ente Dio sembra partorito dall'Ufficio complicazioni affari inutili.

Mentre basterebbe chiedersi cosa conta davvero in questa vita.

La risposta richiede di lasciare tutto, per ciò che conta davvero, per il tesoro nel campo.

Ma l'io non vuole morire.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

anthonyi

#5
Scusa bobmax, perché l'idea che Dio sia un ente implica la superstizione? Quindi secondo te la fede nell'esistenza di Dio è automaticamente superstizione, senza alcuna considerazione sugli aspetti relazionali di questa fede.
C'è superstizione quando ci si aspetta che da un dato atto rituale scaturisca un risultato materiale come nell'esoterismo.
Se invece l'aspettativa riguarda la dimensione spirituale non è esoterismo, indipendentemente dal l'eventualità che Dio giudichi o meno.
Non è tanto una questione di tematiche religiose, ma di significato corrente del vocabolo.

bobmax

Citazione di: anthonyi il 14 Agosto 2021, 15:33:44 PM
Scusa bobmax, perché l'idea che Dio sia un ente implica la superstizione? Quindi secondo te la fede nell'esistenza di Dio è automaticamente superstizione, senza alcuna considerazione sugli aspetti relazionali di questa fede.
C'è superstizione quando ci si aspetta che da un dato atto rituale scaturisca un risultato materiale come nell'esoterismo.
Se invece l'aspettativa riguarda la dimensione spirituale non è esoterismo, indipendentemente dal l'eventualità che Dio giudichi o meno.
Non è tanto una questione di tematiche religiose, ma di significato corrente del vocabolo.

Superstizione è credere nella esistenza di "qualcosa" senza che ve ne sia il fondamento.

Il qualcosa esiste solo in quanto mostra il proprio fondamento.
È sempre e solo il fondamento che fa sì che qualcosa ci sia.

Finché il fondamento non è messo in discussione, il qualcosa, che su quel fondamento si regge, esiste.

Il fondamento non è Verità, ma finché è considerato "vero" esso fonda i rispettivi qualcosa.

Dio non ha fondamento.

Come può l'Assoluto essere fondato?
L'Assoluto è il Fondamento!
Non vi è niente che lo fondi. Ma è Lui a fondare ogni possibile fondamento.

Certamente compare una possibile relazione...
Ma attenzione!
Perché l'autentica relazione non è fondata da nulla.
L'amore, il Vero amore, non ha alcun fondamento.

E quindi i poli che ci immaginiamo esistano per fare sì che vi sia relazione, cioè amore, in realtà non esistono!

I poli, cioè io e Dio, sono solo funzionali alla manifestazione dell'amore. Ma in se stessi sono puro nulla.

Credere invece nella esistenza di Dio quale polo di relazione è soltanto superstizione.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

anthonyi

Capisco bobmax che tu hai bisogno di affermare con forza le tue convinzioni interiori, ma superstizione e una parola con un significato indipendente dalle tue convinzioni, ed è quello che ho detto io.

bobmax

Citazione di: anthonyi il 14 Agosto 2021, 17:58:46 PM
Capisco bobmax che tu hai bisogno di affermare con forza le tue convinzioni interiori, ma superstizione e una parola con un significato indipendente dalle tue convinzioni, ed è quello che ho detto io.

No, superstizione è credere in qualcosa di non dimostrato.

Il motivo di questa credenza può poi essere una supposta utilità, ma non è necessario.

Comunque non vi è solo la superstizione religiosa, vi è pure quella scientifica per esempio.
In sostanza tutte le volte che forziamo la verità siamo in superstizione.

In effetti occorre una qual determinazione nel tener fermi i concetti.
Ma questo non esime dal ricercare chiarezza nel confronto.
Tramite la propria fede nella Verità.

Mentre questa insistenza nel voler trovare motivi nel mio dire, quasi che il mio intento sia fare tornare a tutti i costi i conti... pregiudica una effettiva comunicazione.

Non è che se una cosa non la si capisce, allora chi la sostiene fa di sicuro il gioco delle tre tavolette...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

anthonyi

Superstizione=credenza nell'influsso di fattori soprannaturali o magici sulle vicende umane.
Questa è la definizione comune che ho trovato, sul dizionario di Oxford sul web,
non è importante se credi nell'esistenza di Dio, ma solo se credi che Dio influisca sulla tua vita materiale.


bobmax

Il concetto che sta alla base del termine superstizione è "credenza irrazionale".
Così come si può verificare anche su vari dizionari su web.

Difatti la superstizione non è limitata al soprannaturale, ma può riferirsi ad ogni ambito umano.

Come dicevo, vi è pure la superstizione scientifica, che non ha nulla a che fare con il soprannaturale. Ma non per questo è meno dannosa...

E nemmeno la superstizione è limitata ai possibili influssi che ciò che è creduto avrebbe sul superstizioso.
È invece semplicemente il credere "vero" ciò che è solo una interpretazione.

Comunque a prescindere dal termine "superstizione" il credere in un Dio ente crea a cascata un'infinità di complicazioni e contraddizioni.
È questo il punto, e qui i dizionari non servono.

Dio è l'Uno!
Altro che giudicare buoni e cattivi, non vi è proprio nessuno da giudicare!
Perché... non c'è nessuno.

Dio ama se stesso.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

anthonyi

Mi arrendo bobmax. La superstizione è una credenza irrazionale. Ora io suppongo che tu creda nella non esistenza di Dio, correggimi se sbaglio. Ora le ipotesi sono due, o tu hai degli argomenti razionali che supportano questa tua credenza, e che quindi dimostrano la non esistenza di Dio, oppure tu sei superstizioso secondo la tua definizione.

bobmax

#12
Citazione di: anthonyi il 15 Agosto 2021, 08:28:42 AM
Mi arrendo bobmax. La superstizione è una credenza irrazionale. Ora io suppongo che tu creda nella non esistenza di Dio, correggimi se sbaglio. Ora le ipotesi sono due, o tu hai degli argomenti razionali che supportano questa tua credenza, e che quindi dimostrano la non esistenza di Dio, oppure tu sei superstizioso secondo la tua definizione.

La tua è una osservazione che potrebbe sembrare legittima, tuttavia nasconde un fraintendimento di fondo.

Premetto che io credo in Dio. Dio è più certo di qualsiasi cosa. Solo che... non esiste.
Perché per esistere bisogna essere qualcosa, mentre Dio non è qualcosa.
Quindi Dio non c'è, perché... Dio è!

Credere nella non esistenza di qualcosa, di non dimostrato, non è superstizione.
Perché questa credenza non è irrazionale, bensì è razionale!
È la razionalità che porta, in assenza di prove, a non credere.

Credere che esista un asino con le ali è superstizione.
Viceversa, credere che non esista non è superstizione, ma l'esito del ragionamento razionale che non vuole ingannarsi.
Un domani si potrebbe verificarne invece l'esistenza. Benissimo, il pensiero razionale ne prenderà atto, modificando il suo parere.

Il problema degli atei non consiste nel non credere in Dio ente, perché ciò è squisitamente razionale.
Il problema degli atei è invece il loro dare per scontato verità che assolute non lo sono per niente!
Questo dare per scontato il divenire così come la materia altro non è che superstizione, seppur raffinata.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

anthonyi

Quindi, dal tuo punto di vista, una credenza irrazionale negativa, non è superstizione, mentre se è positiva lo è.
Tu non mi hai dimostrato razionalmente la non esistenza di Dio per cui quella credenza rimane irrazionale.

Ora rimanendo nell'ambito delle credenze positive, e possibile che esistano credenze positive razionali?
Secondo me no, perché qualsiasi argomentazione razionale parte da postulati che non sono dimostrabili, questo è vero anche nella più razionale delle dottrine, cioè la matematica.
La razionalità, cioè è sempre una razionalità di processo.
Le incoerenze che tu rilevi ad esempio su un dato concetto di Dio sono frutto delle proprietà a priori che sono state postulate sull'ente, se cambi gli attributi di Dio possono sparire. Potremmo in tale caso dire che il concetto di Dio è razionalmente coerente, ma questo non vorrebbe certo dire che la credenza in quel Dio sia razionale, così come non possiamo dire che qualsiasi credenza, anche se razionalmente coerente, sia razionale perché è comunque fondata su postulati che non sono razionali.

bobmax

Il risultato di una "dimostrazione" non ha nulla a che fare con la "credenza".

Se qualcosa è dimostrato non vi è alcun bisogno di crederlo vero.
Semmai sono i presupposti della dimostrazione a necessitare di essere creduti veri.
Almeno che siano anch'essi dimostrati, rimandando a loro volta...

Quindi non si crede ciò che è dimostrato.

Se invece vi è credenza, allora non vi è dimostrazione sufficiente.

Ma cosa significa credere?

Significa propendere per una verità piuttosto che un'altra.

E su che base si propende a credere?

Ecco qui abbiamo la differenza sostanziale tra credenza razionale e credenza irrazionale.

La credenza razionale è il risultato di un processo razionale che, sulla base di dati considerati veri, valuta come probabile una certa verità.

Viceversa la credenza irrazionale non segue alcun processo logico, ma arbitrariamente decide di stabilire cosa sia vero.

A fronte di un Dio ente la credenza razionale non può che orientarsi verso la non esistenza. In quanto qualsiasi attributo postulato di questo Dio immancabilmente finisce per confliggere con il mondo così come esso funziona.

Non si tratta di una dimostrazione!
Ma di una credenza.

E la credenza può essere irrazionale oppure razionale.

Attribuirmi una credenza irrazionale perché non ho dimostrato la non esistenza di Dio non ha alcuna ragion d'essere.

La dimostrazione non ha nulla a che fare con la credenza!

Spero che questo confronto sia basato sulla buona fede.
Perché le stranezze si stanno moltiplicando...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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