Dio e il senso del dovere

Aperto da Jacopus, 06 Febbraio 2017, 23:01:01 PM

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sgiombo

Citazione di: Jacopus il 07 Febbraio 2017, 18:06:40 PM
CitazioneDunque, non devi rispondere a me come cattolico, ma devi immaginarti di dover confutare, a chi crede nello stile di vita di personaggi già deceduti senza aver pagato pena socialmente per le loro azioni come per esempio il Padrino, che quello non è uno stile vincente, facendo proselitismo senza usare termini come coscienza, dignità e religione, giacché abbiamo stabilito, per convenienza dello sviluppo della riflessione, di non esserci niente di metafisico o trascendentale al di là di questa realtà.

Scusa per il ritardo ma, appunto il senso del dovere mi impone di scrivere su internet per questioni private solo al di fuori dell'orario di lavoro 8).
Penso che chi sceglie il padrino come modello da emulare lo faccia nel corso di anni e non posso confutarlo e fare proselitismo con una predica anche senza la presenza di termini come coscienza....dignità....religione. Chi sceglie il padrino lo ha probabilmente fatto perché gli altri modelli non erano spendibili.
Tu sei originario di Napoli a quanto ho capito. Una bellissima città che mi affascina ma dove è difficile vivere. Si nasce in un quartiere popolare e si inizia ad assistere ai soprusi della malavita, della borghesia che affianca la malavita, delle istituzioni dello Stato, che talvolta affiancano la malavita. In questo mondo la "giustizia vera" è su uno sfondo appanato, come le parole del sacerdote durante il sermone. Il sentimento generale può essere riassunto dalla frase del boss che rispondeva a Falcone: "Belle parole...ma il lavoro ai ragazzi del quartiere glielo diamo noi!".
Senza parlare dell'importanza generale che si da al successo nel mondo occidentale attuale, senza badare al modo attraverso il quale si ottiene il successo. Anche in questo caso è la strumentalizzazione dell'agire, l'agire orientato allo scopo, che ci ha insegnato la scienza a prevalere, sopra ogni altro insegnamento morale (non necessariamente religioso).
O pensa ancora ad un padre autoritario, truffatore, parassita, che gestisce i rapporti con gli altri secondo modalità autoritarie, truffatrici e parassite. I risultati sui figli possono essere di vario genere ma uno sicuramente è quello di creare un altra persona violenta, arrogante o sfruttatrice.
Quindi confutare, come tu dici, è impossibile o velleitario come sbattere i pugni sul tavolo. Si può tentare di modificare quella immagine introiettata ma ci vogliono anni di sforzi collettivi, di aspirazione ad una società più onesta, dove venga premiato il merito, dove il potere sia gestito nell'interesse della maggioranza, dove tutti si facciano carico responsabilmente degli altri. In questo modo l'immagine del padrino sbiadirà e sarà surrogata da altre immagini ideali. Anni di sforzi educativi verso modelli che invece in tanti si sforzano ad abbattere, nel nome di una cultura del no-limits, del consumo, del divertimento a tutti i costi, della felicità come diritto, dell'individualismo sopra ogni altra istanza e a spese di ogni altra istanza.
ciao Duc.
CitazioneConcordo in sostanza con queste considerazioni, a parte la descrizione caricaturale di Napoli e la mia convinzione (di italiano settentrionale; per la mera cronaca, nel senso che ritengo l' origine e l' ubicazione dei miei interlocutori e mia del tutto irrilevante) che oggi (e non solo; ma oggi più di ieri, molto più di prima del 1989, per riferirmi a una data "epocale", come si suol dire) c'è un mucchio di ingiustizie dovunque, anche dove la malavita organizzata é meno potente (per motivi non certamente razziali ma economico-sociali) e prepotenze ed arbitri avvengono per lo più ammantati da coltri più o meno spesse di ipocrisia.
Aggiungo però da parte mia che per progredire verso un mondo migliore occorre lottare, anche duramente.
E che in questa lotta ferocissima, dal momento che i potenti e privilegiati si oppongono violentissimamente, con ogni mezzo, senza scrupolo morale alcuno al cambiamento del pessimo stato di cose presenti, si può avanzare solo "sporcandosi le mani", cioé agendo anche con durezza e con "machiavellica malizia".
Nella lotta per un modio migliore é in qualche misura di fatto inevitabile, se si vuole che sia efficace, compiere errori, che talora si configurano anche come crimini, mentre il pretendere di "conservare una coscienza personale formalmente immacolata" può di fatto tradursi in una passività di fronte all' ingiustizia o addirittura in un, sia pure involontario, rafforzamento della stessa.

Faccio un esempio politicamente scorrettissimo (secondo la mia natura e le mie convinzioni):

Dal 1961 al 1989 al muro di Berlino sono morte alcune decine di persone (secondo il pensiero unico politicamente corretto "nella ricerca della libertà" ...come quei giocatori di calcio ungheresi di altissimo livello che dopo la sconfitta della rivolta del '56 cercarono la "libertà" nella Spagna franchista -sic!- e contribuirono a fare grande il Real Madrid di allora; secondo me perchè non si accontentavano dei limitati privilegi che in patria potevano ottenere dalle loro professioni -erano medici, ingegneri, avvocati, artisti, scrittori, sportivi di successo, ecc.- che avevano conseguito a spese dello stato e probabilmente in occidente non avrebbero raggiunto se non molto più faticosamente e probabilmente in molti casi non avrebbero raggiunto affatto, a meno che non facessero parte delle minoranze privilegiate); essi venivano uccisi perché non si fermavano all' intimazione delle forze dell' ordine a un confine di stato che cercavano illegalmente di superare e quelle, secondo quanto io stesso quando ero militare di leva sul confine yugoslavo avrei dovuto fare in circostanze analoghe e se non l' avessi fatto sarei stato severissimamente punito, sparavano contro di loro).

Dopo l' abbattimento del muro di Berlino non credo sia possibile contare le decine se non centinaia di migliaia di persone, o probabilmente più, uccise dalle guardie di frontiera di dozzine di paesi, o annegate nel mediterraneo, o morte di freddo nelle barche o nei camion in cui si erano nascoste per poter fuggire alla miseria nera (fame! O al limite "occupazioni camorristiche") alla quale erano condannate in patria, anche e soprattutto in conseguenza degli sconvolgimenti politici ed economici internazionali dei quali la caduta del muro di Berlino è stata una non irrilevante concausa ed é diventata l' emblema (o l' icona, per dirlo "più modernamente").

Io rimpiango il muro di Berlino perché limitava moltissimo le ingiustizie e le stragi di innocenti, perché era un (realistico e dunque limitato e imperfetto) baluardo di (relativa) giustizia e umanità, abbattuto il quale (posto che non ci sono "bacchette magiche" in grado di portare il paradiso sulla terra) il male morale é dilagato e sta dilagando sempre più con forsennata brutalità, violenza, barbarie.



Duc in altum!

@Jacopus

Sì, certamente, quello che affermi è condivisibile, però ancora non ci siamo. Penso che la colpa è mia perché la provocazione, la sfida, è forte, e forse non mi sto ben spiegando.
Il Padrino era solo un esempio, è un'istigazione, non c'entra nulla Napoli e la difficoltà di vivere, io sto cercando (con tanta curiosità) di ragionare sul fatto del perché non si dovrebbe insegnare (addirittura a scuola, per capirci), che riuscire a vivere e morire come Andreotti, Chavez, Casamonica, Priebke, Hack, Thatcher ecc. ecc. (modelli iniqui secondo la dualità bene/male trascendente, quindi non rispondere con metafisica o religione), quindi impegnarsi a diventare come loro, è più idoneo e soddisfacente che vivere e morire come un minatore in Cile o un disoccupato senza raccomandazione o una casalinga senza pensione, e perciò dateci sotto, siate ben individualisti, e fregate e fate soffrire bene il prossimo.

Qual è, secondo te, il fondamento o le congetture, prettamente terrestre, che possono confutare questa possibile scuola fantascientifica?

Pace & Bene Jacopus
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Jacopus

Molte diverse risposte sono possibili ai tuoi docenti che insegnano una materia nota in criminologia come anti-socialita'.
Adottando la tua prospettiva didattica si possono distinguere gli apprendimenti "tecnici" dagli apprendimenti che condizionano e modificano o fanno evolvere la ns personalita', sintetizzando la pedagogia.
Per intenderci un famoso matematico puo' essere anche un avaro o un ipocrita o uno sfruttatore ma io non posso insegnare da una lavagna come essere moralmente migliori.
La tua sfida vorrebbe che, con argomenti teorici e "terreni" si possa affermare la superiorita' della regola aurea rispetto alla regola plauto-hobbesiana dell'homo homini lupus.
Credo che cio' non sia possibile per gli stessi motivi per cui Bluemax dice che i modelli di riferimento sono storici.
Nel modello capitalistico effettivamente sospetto che vi sia una componente antisociale-delinquenziale che permette di vedere Il Padrino come modello.
Nel capitalismo luterano del xvii secolo il padrino come modello non sarebbe stato concepibile.
Resta il fatto che bisogna comunque cercare di contrastare quel modello distruttivo della socialita'. Ti fara' piacere forse anche sapere che in passato uno dei fondatori della sociologia Durkheim, affronto' il problema e lo risolse affidando proprio alla religione questo compito di contrasto all'egoismo da lui chiamato anomia.
Io credo che una soluzione risieda nell'esempio. Se una nuova generazione osserva un comportamento prosociale difficilmente si comportera' in modo egoistico. Su questo argomento c'e' una letteratura di antropologia piuttosto ampia.
Un'altro elemento e' la vicinanza e la conoscenza degli altri, abitudine che si sta perdendo.
Se io penso agli altri, o ai marocchini, o ai consumatori, o agli juventini come a una massa indistinta mi risulta piu' facile strumentalizzarli ai miei scopi (e qui si aprirebbe una ulteriore finestra sull'uso economico del razzismo) e quindi adottare azioni di sfruttamento antisociali.
In sintesi, una societa' non fondata sullo sfruttamento presuppone un percorso lungo e accidentato probabilmente difficile da raggiungere in termini "laici", ma poiche' sono convinto che le religioni istituzionali e lo stesso concetto di un unico Dio sia un principio che non aiuta non ho altra scelta.
Spero che questa risposta sia quella che ti aspettavi ma ne ho ancora altre in serbo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Duc in altum!

**  scritto da Jacopus:
CitazionePer intenderci un famoso matematico puo' essere anche un avaro o un ipocrita o uno sfruttatore ma io non posso insegnare da una lavagna come essere moralmente migliori.
Stai usando l'accezione "moralmente", mentre la richiesta è di non usare la trascendenza, la metafisica, altrimenti è impossibile e inevitabile non ridurre ogni modello etico umano al binomio: Dio esiste e mi comporto moralmente così, o Dio non esiste e mi comporto moralmente cosà.
E' questo che sto cercando di provocare: ricevere un'argomentazione "passabile" oggettivamente (attenendoci alla realtà solo terrestre, no spiritual) che chi decide di esistere come il Padrino non risulta più vincente di chi decide di esistere come Fantozzi (su due piedi non trovo altro esempio).

CitazioneLa tua sfida vorrebbe che, con argomenti teorici e "terreni" si possa affermare la superiorita' della regola aurea rispetto alla regola plauto-hobbesiana dell'homo homini lupus.
Esatto (e ti ringrazio poiché non conoscevo né sta regola d'oro o etica della reciprocità, e né  "l'uomo è lupo per l'altro uomo", ma in definitiva è così).

CitazioneCredo che cio' non sia possibile per gli stessi motivi per cui Bluemax dice che i modelli di riferimento sono storici.

Come volevasi dimostrare, grazie assai!

CitazioneResta il fatto che bisogna comunque cercare di contrastare quel modello distruttivo della socialita'. Ti fara' piacere forse anche sapere che in passato uno dei fondatori della sociologia Durkheim, affronto' il problema e lo risolse affidando proprio alla religione questo compito di contrasto all'egoismo da lui chiamato anomia.

Si ritorna alla fede che io, in maniera cozzante, ho chiesto di tener fuori dalla discussione. Dunque, reconditamente, ma concretamente, l'uomo è ciò che opera nel credo in cui riposa la sua fiducia:
Operari sequitur esse, ergo unde esse inde operari!
"L'agire è effetto dell'essere, ogni comportamento è dunque conseguenza di ciò che si è"!
- Arthur Schopenhauer

Da Wikipedia:
Agere sequitur esse (in latino: "l'agire segue l'essere") è il principio che fonda l'etica tomista. Per Tommaso d'Aquino dall'essere discende necessariamente il dover-essere; il fatto che ciò che esiste abbia una data natura ontologica condizionerà inevitabilmente l'agire morale dello stesso ente. Pertanto in un primo accostamento al significato Tommaso sembrerebbe dire che l'uomo, poiché è una creatura di Dio, non si limiterà a possedere la caratteristica ontologica di semplice creatura, ma sarà anche tenuto a un comportamento morale (un dover-essere) consono in quanto creazione divina e quindi dovrà aspirare alla perfezione ultraterrena [1].
In realtà il motto fatto proprio dalla Scolastica non va inteso superficialmente nel senso che l'azione segue "temporalmente" all'essere o anche nel senso che data la natura dell'essere l'azione dovrà corrispondere a quella natura ma tenuto presente che per Tommaso l'essere vuol dire atto di essere (esse ab actu essendi) ossia azione, attualità, di modo che ogni cosa esiste per mettere in atto azioni, allora l'essere coincide con l'azione nel suo compimento finale [2].


CitazioneIo credo che una soluzione risieda nell'esempio. Se una nuova generazione osserva un comportamento prosociale difficilmente si comportera' in modo egoistico. Su questo argomento c'e' una letteratura di antropologia piuttosto ampia.
Un'altro elemento e' la vicinanza e la conoscenza degli altri, abitudine che si sta perdendo.

Mi ricollego con la mia fede per dirti che a Natale (intuizione o indignazione?) ho posto in oratorio un bel quadretto con scritto a caratteri cubitali: "Si può insegnare senza volerlo, anche in silenzio. Si chiama esempio". (dal web)
Nessuna scuola è più effettiva: Gesù compiva il precetto.

CitazioneIn sintesi, una societa' non fondata sullo sfruttamento presuppone un percorso lungo e accidentato probabilmente difficile da raggiungere in termini "laici", ma poiche' sono convinto che le religioni istituzionali e lo stesso concetto di un unico Dio sia un principio che non aiuta non ho altra scelta.
Quale?

CitazioneSpero che questa risposta sia quella che ti aspettavi ma ne ho ancora altre in serbo.
La fede nasce dall'ascolto.

Buona giornata  :)
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

**  scritto da bluemax:
CitazioneSi, scusami... è che non ho capito la domanda che hai fatto ossia:

Quindi sostieni che Hitler (come il Padrino) sia un fenomeno reale?

Dunque l'effetto vincente di quei modelli dovrebbe essere insegnato?


ho risposto solo al fatto che sia un Fenomeno ma il resto non l'ho capita scusami  

Sei tu che sostieni che Hitler è un fenomeno reale, un effetto inevitabile. Io lo sto prendendo come esempio.

Perché non dovrebbe essere insegnato come "effetto" vincente?

;)
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

**  scritto da baylham:
CitazioneIn primo luogo la morale, la scelta del bene rispetto al male, non dipende dall'esistenza o meno di Dio. L'accettazione della norma di Dio è sempre una scelta morale e quindi la morale ha la priorità sulla norma di Dio. Ciò vale a maggior ragione per chi asserisce l'esistenza del libero arbitrio.
Infatti, la scelta del bene rispetto al male, dipende da ciò che personalmente riteniamo essere il nostro "dio". E da lì che nasce la differenza di quel che per te è bene, che forse per me invece è male. E da ciò che ho posto questa provocazione: chi decide che il Padrino sta commettendo del male maggiore di chi sopravvive nel timore servile alle norme costituite da esseri umani (i dei sulla terra) che puntualmente né le temono, né le servono, né le compiono?

Quindi se collochiamo il libero arbitrio come mezzo per decidere quale morale trascendente preferire, cosa che da tempo io sostengo vivamente essere un obbligo ontologico, insieme al respirare e al mangiare, ossia, nessuno può esentarsi dalla fede, il tuo punto di vista può essere anche in linea, ma qui, io sto chiedendo, di identificarmi ciò che è bene e ciò che è male con i soli mezzi terrestri, con la sola esperienza materiale e pragmaticamente consequenziale.

CitazioneIn secondo luogo, una prospettiva egoistica, individuale della morale non porta alla formazione di una società amorale, "criminale": all'interesse, bisogno individuale si contrappone l'interesse, bisogno individuale degli altri. Inoltre ci sono interessi e bisogni collettivi, di tutta o di gran parte della collettività.
Mi dispiace, ma non sono d'accordo, l'egoismo e qualsiasi divenire individuale terrestre sono il fondamento del modello Il Padrino. Ma siccome abbiamo detto che questa volta il bene e il male lo decide la sola realtà terrestre, si denota dalla tua riflessione, senza Dio, che è inevitabile una società diretta sempre maggiormente da modelli simili, che favoriranno alcuni, che leniranno tanti.

CitazioneQuindi ogni interesse individuale è inserito a forza in una rete di interessi individuali e collettivi contrapposti e bilancianti.
La competizione non porta certamente alle scelte migliori rispetto alla cooperazione, ma gli esiti non sono necessariamente negativi. Normalmente anche l'uomo più egoista rispetta le code e la segnaletica stradale, per esempio.

Mi dispiace, la realtà senza Dio è un'altra:

http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/sono-stufo-di-sopravvivere-la-tragedia-di-michele-ci-impone-un-interrogativo-e-se-combattessimo-57194/

Tratto dal link:
continua Michele, che denuncia: "Non è assolutamente questo il mondo che mi doveva essere consegnato, e nessuno mi può costringere a continuare a farne parte. È un incubo di problemi, privo di identità, privo di garanzie, privo di punti di riferimento, e privo ormai anche di prospettive".
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Phil

Non so se può essere utile al discorso considerare, per stare alle regole proposte da Duc, che l'etica privata della metafisica (e, per radicalizzare ancora di più, depurata anche dalla storia e dalla sociologia) diventa semplicemente diritto (penale, civile, etc.), ovvero legge umana arbitraria condivisa, vigente entro certi confini. 
La legge (italiana e non solo) ci dice che il Padrino fa cose "sbagliate" (in quanto illegali), la legge divide i "buoni" dai "cattivi", la legge prova a guidare la convivenza civile del popolo, anche in assenza di divinità ed etiche trascendenti. Il "collante laico" della società e delle interazioni interpersonali potrebbe/dovrebbe quindi essere la legge e, per le questioni più contingenti, le consuetudini della cultura di quel popolo, cultura che, stando al gioco, non ha bisogno necessario di una divinità, poiché può essere anche laica senza per questo essere priva di un'"etica umana", come dimostrano tutti i non credenti che non vivono necessariamente come "cani sciolti" (come qualcuno già ricordava, se non erro, anche chi non ha fede in dio può comportarsi "bene" e viceversa chi crede può comportarsi "male"... al netto della molteplicità di ciò che può essere inteso come "bene" o "male").

Jacopus

Caro Duc, il tuo gioco inizia a mostrare la corda. La discussione è stata aperta su una tua precedente frase che cominciava con il "se Dio non esistesse...perché farsi tanti problemi a comportarsi in modo egoista?". In questo modo mi sembrava che stessi centrando implicitamente l'amore e il bene reciproco nella figura di Dio e nella schiera dei credenti.
Successivamente la sfida è stata di provare a non usare "dignità, coscienza e religione" per dimostrare che Fantozzi è meglio del Padrino e già qui sono del parere che si tratta di un gioco impossibile, perché è proprio il concetto di dignità a bilanciare il potere che si sposta in modo asimmetrico fra i membri della società.
In seguito il gioco è diventato ancora più duro e chiedi di limitarsi a "sole congetture terrestri", a lasciar fuori ogni discorso "morale".
E perché mai? A quale scopo?
Il tuo gioco tende, secondo me, a radicalizzare la divisione fra due campi: il campo del trascendente, della morale, dell'etica, infine di Dio...da tutto ciò che  può essere misurato e calcolato da asettici ingegneri sociali che devono dimostrare quanta "generosità" ed "empatia" c'è in ogni azione.
Ti posso accontentare ma il punto della questione non è qui.
Esiste un circolo dell'empatia nel ns cervello, in cui sono coinvolte l'insula anteriore, l'amigdala, la corteccia mediale prefrontale, l'opercolo frontale, il giro frontale inferiore, il lobulo parietale inferiore e altre parti ancora del cervello. Questo perchè la nostra evoluzione ci ha reso così e ci ha reso così perchè ci conveniva cooperare ed amarci piuttosto che entrare in competizione.
Forse hai sentito parlare di Phineas Cage: un operaio che nel 1848 subì un grave incidente: un'asta di ferro gli trapassò una parte del cranio. Sopravvisse, ma mentre prima Phineas era una persona tranquilla, gentile, generosa, amorevole verso la sua famiglia, in seguito all'incidente divenne rissoso, dedito al gioco, aveva perso ogni inibizione ed era pronto a sfruttare gli altri. Nel 2003 attraverso gli studi di neuroimaging è stato possibile analizzare il cranio di Phineas Cage e sembra proprio che allora fu danneggiato il circuito dell'empatia che abbiamo tutti noi. Questa si che è una bella congettura terrestre.
Però non c'è solo questo. Questo è l'aspetto filogenetico ma c'è anche quello ontogenetico di ognuno di noi, alle prese con i suoi traumi, le violenze subite o apprese, la rabbia repressa, l'identificazione con il violento o con il criminale o con il semplice affarista che nuota al confine della legalità. E su questo versante non è possibile non usare un discorso morale ed etico.
Il mio gioco è sostanzialmente quello di dimostrare l'esistenza di un mondo morale ed etico anche senza Dio, come ce ne sono stati prima del Cristianesimo o come ce ne sono oggi in regioni dove attualmente il Cristianesimo non c'è e neppure la credenza in qualche divinità. Il Confucianesimo, ad esempio, è più una dottrina di vita che una religione che afferma la presenza di esseri sovranaturali.
Entrando più da vicino nel discorso storico, non si può fare a meno di provare a riflettere sulle religioni monoteiste e sulla loro valenza ambigua rispetto alla morale umana. Una ambiguità data dalla superiorità della vita eterna su quella terrena e sulla possibilità di uccidere o di soffrire in vista di quella ricompensa. Una visione che non tutti ritengono morale.
Ovvio che analogamente vi sono molti aspetti altamente morali in molte religioni comprese quella cristiana, che io personalmente ritengo, da non credente, come una delle più evolute e significative nella storia umana, oltre ad aver influenzato il pensiero occidentale in un modo preponderante. Di sicuro Karl Marx non sarebbe potuto nascere in India. Era invece il figlio di un rabbino tedesco. Basti pensare appunto all'insegnamento cristiano del "dare l'esempio" di "porgere l'altra guancia". Di sicuro se tutti fossero davvero cristiani ed applicassero il Vangelo non ci sarebbe più violenza, a patto di essere tutti cristiani, ma qui si apre una diversa finestra che chiudo subito.
In sostanza credo che la moralità e l'etica laica debbano molto alle religioni ed in particolare ad alcuni religioni più evolute come quella cristiana, al punto che io come cittadino europeo ed italiano devo molto a questa cultura religiosa, che in qualche modo continua a forgiarmi. Nello stesso tempo, ora si tratta di proseguire un cammino di liberazione abbandonando il legame che si suppone esistere fra religione e morale.
Non demonizzo Dio. Anzi credo che in qualche modo esista ma il mio Dio è un Dio da poco, uno che abita nel terzo mondo, un povero delle favelas o un impiegato di New York, o un bambino cinese.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

acquario69

Se non ho capito male da quanto emerso negli ultimi interventi,che una certa "morale laica" (o anche etica umana?) sia cio che garantirebbe la convivenza tra i differenti soggetti, quindi secondo un corretto discernimento,diciamo di cio che sarebbe giusto o sbagliato.
Quindi secondo norme e valori etici presi in considerazione come sopra,questi dovrebbero poi essere serenamente condivisi da tutti,
..anche se poi viene stabilito sostanzialmente che sia lo stesso individuo nella sua leggittima libertà a ritenere cosa sia giusto o meno,"vero" o "falso".

(avrei fatto una sintesi e solo in base a quello che avrei capito da quanto e' stato detto finora)

A me sembra pero che tutto questo arrivi a comportare la relativizzazione di tutto e su tutto,fino a raggiungere inevitabilmente ad evidenti ed infinite contraddizioni o a veri e propri rovesciamenti del tutto infondati e null'affatto reali,oltre al fatto che comporta il dissolvimento dello stesso tessuto sociale...che poi e' semplicemente quello che mi risulta se provo a guardarmi intorno e in particolare nel punto in cui siamo arrivati, dove poi ognuno,(nelle premesse proprie all'individualismo a cui fa riferimento) rivendica le sue più o meno esclusive ragioni personali e nemmeno cosi pacificamente come sarebbe dovuto essere secondo intenzioni 

Duc in altum!

#24
**  scritto da Jacopus:
CitazioneQuesto perchè la nostra evoluzione ci ha reso così e ci ha reso cosìperchè ci conveniva cooperare ed amarci piuttosto che entrare in competizione.
Benissimo, ma sei rientrato sulla fede, giacché ce ne vuole tanta per credere a quel: perché ci conveniva. Visto che oggi sembra, nella società moderna, che alla maggioranza non conviene più, quindi l'evoluzione dell'amore sta scomparendo.

Citazionequi sono del parere che si tratta di un gioco impossibile, perché è proprio il concetto di dignità a bilanciare il potere che si sposta in modo asimmetrico fra i membri della società.
Benissimo, ma anche con la dignità siamo di nuovo senza prove empiriche di cosa sia e se esista davvero come l'amore. Quindi la tua fede ti conduce a credere che la dignità bilanci il potere, la mia che niente può attribuire e conferire dignità a un uomo o a una donna se non lo sguardo di Dio (infatti: Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna - Gen1) .
Per me, che nella mia soggettiva esperienza terrestre lo sperimento ogni secondo, è più che chiaro, ecco perché ho provato a cercare un'alternativa oggettiva che potesse darmi (a me, solo a me, e se qualcuno se n'è beneficiato nella discussione, tanto meglio) un'argomentazione valida sull'eventualità che l'uomo possa arrogarsi il diritto di auto-meritarsi dignità, dal momento che siamo tutti un po' il Padrino, visto che si uccide anche con la bocca e si ruba anche con gli occhi (cit. P. Francesco), e dunque nessuno ce la può conferire. Ma così non è stato, poiché, come anche tu mi confermi, necessariamente siamo tornati a parlare di morale, di dignità e di empatia; e per questi aspetti ontologici solo la fede c'infonde cognizione e serenità.

Tutto qua, ti ringrazio per la tua attenzione e collaborazione, ho appreso anche tanto dai tuoi esempi filogenetici e ontogenetici.

Pace & Bene
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

**  scritto da acquario69:
CitazioneA me sembra pero che tutto questo arrivi a comportare la relativizzazione di tutto e su tutto,fino a raggiungere inevitabilmente ad evidenti ed infinite contraddizioni o a veri e propri rovesciamenti del tutto infondati e null'affatto reali,oltre al fatto che comporta il dissolvimento dello stesso tessuto sociale...che poi e' semplicemente quello che mi risulta se provo a guardarmi intorno e in particolare nel punto in cui siamo arrivati, dove poi ognuno,(nelle premesse proprie all'individualismo a cui fa riferimento) rivendica le sue più o meno esclusive ragioni personali e nemmeno cosi pacificamente come sarebbe dovuto essere secondo intenzioni
Concordo con la tua analisi: la relativizzazione di tutto e su tutto è il divenire del dissolvimento dello stesso tessuto sociale...
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

baylham

A Duc in altum!

Quando sostengo che la morale è indipendente dall'esistenza di Dio intendo che la morale è connaturata all'uomo, al singolo uomo. Non importa in questo momento discutere se la morale sia oggettiva o soggettiva, se sia individuale o collettiva, se sia libera o serva.

Il fatto per me incontrovertibile ed ineliminabile è che ogni uomo è morale, ha una morale: sceglie, agisce secondo una logica di bene e di male, decide che cosa è bene e che cosa è male. Dio, il Padrino, qualunque altro uomo, possono essere riferimenti, esempi, modelli, suggerimenti, consigli, qualunque cosa, ma sono distinti da te, che scegli, che decidi la tua morale.

Ogni uomo può scegliere il riferimento che vuole. Per me il Padrino non è un riferimento morale: la vita del Padrino non mi ispira amore, amicizia, intelligenza, gioia, ciò che vale nella mia vita, ma odio, inimicizia, solitudine e pena.

I parenti primati, in particolare i bonobo, hanno una morale sebbene non abbiano alcun concetto di Dio ("Il bonobo e l'ateo", Frans de Waal).

Il suicidio di Michele è un problema soprattutto per la tua fede cristiana.




Duc in altum!

#27
**  scritto da baylham:
CitazioneIl fatto per me incontrovertibile ed ineliminabile è che ogni uomo è morale, ha una morale: sceglie, agisce secondo una logica di bene e di male, decide che cosa è bene e che cosa è male. Dio, il Padrino, qualunque altro uomo, possono essere riferimenti, esempi, modelli, suggerimenti, consigli, qualunque cosa, ma sono distinti da te, che scegli, che decidi la tua morale.
Sono d'accordo, quindi dal tuo:  sceglie, agisce secondo una logica di bene e di male, decide che cosa è bene e che cosa è male - potremmo dire che ogni uomo ha fiducia nel fatto che la sua prospettiva del bene e del male è quella giusta (se non, addirittura, anche quella originalmente vera!).

Riferimenti distinti fino a un certo punto, giacché Michele Corleone ha fotocopiato la "morale" del padre Vito, che a sua volta l'ha fotocopiata da suo padre Antonio Andolini, ecc. ecc.
Stessa cosa anche per chi sceglie un'altra morale.
Dunque è importante ciò che s'insegna con l'esempio.

CitazioneOgni uomo può scegliere il riferimento che vuole. Per me il Padrino non è un riferimento morale: la vita del Padrino non mi ispira amore, amicizia, intelligenza, gioia, ciò che vale nella mia vita, ma odio, inimicizia, solitudine e pena
Benissimo, ma devi anche accettare che lo stesso Padrino decida che @baylham non è un riferimento morale, per le sue, valide quanto le tue, personali motivazioni.
Quindi abbiamo dimostrato che non esiste un bene e un male assoluto, ma tutto è relativo, dunque la morale può anche coincidere con ciò che ci ispira, convenientemente, amore, amicizia, intelligenza, gioia, ciò che vale nella mia vita, aggiungerei lo stesso senso dell'esistenza se mi è concesso.

CitazioneIl suicidio di Michele è un problema soprattutto per la tua fede cristiana.
Mi dispiace, ma dovresti rileggere le sue righe, giacché in nessuna sostiene di essere cristiano, né che la colpa sia di Dio, ma che: sono stufo di chiedermi cosa si prova a vincere ...stufo di fare buon viso a pessima sorte ...di essere preso in giro ...di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilità è una grande qualità ...forse il malinconico e sconsolato Michele ha sbagliato scelta sulla morale, o forse avrebbe dovuto studiare quella del Padrino ...chissà ...chi vivrà vedrà e chi vedrà vivrà!
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

baylham

Citazione di: Duc in altum! il 09 Febbraio 2017, 13:25:39 PM
**  scritto da baylham:
CitazioneIl suicidio di Michele è un problema soprattutto per la tua fede cristiana.
Mi dispiace, ma dovresti rileggere le sue righe, giacché in nessuna sostiene di essere cristiano, né che la colpa sia di Dio, ma che: sono stufo di chiedermi cosa si prova a vincere ...stufo di fare buon viso a pessima sorte ...di essere preso in giro ...di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilità è una grande qualità ...forse il malinconico e sconsolato Michele ha sbagliato scelta sulla morale, o forse avrebbe dovuto studiare quella del Padrino ...chissà ...chi vivrà vedrà e chi vedrà vivrà!  

Per amare Michele, il prossimo, bisogna amare il suo suicidio. Ma i cristiani, come gli altri uomini, non ci riescono.

jsebastianB

Citazione di: giona2068 il 07 Febbraio 2017, 11:52:32 AM
Citazione di: Jacopus il 06 Febbraio 2017, 23:01:01 PM
Citazione    
La Sua legge non è fatta per punire chi sbaglia ma per avvisare e proteggere noi figli ribelli  

Un genitore quando impartisce un'educazione al figlio e lo avvisa quando sbaglia, 
 

La solita contraddizione: 
La sua legge semmai era mirata ad "educare" /  Uno sbaglia perchè GIA' conosce ( poi trasgredisce..) -  
Infatti chi non osservava quanto insegnatogli.. il divin Padre scaricava su di esso la sua ira vendicativa. 
Almeno  questo vogliono far intendere gli autori dei testi (sacri).

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