Dio : affermazioni, descrizioni, definizione

Aperto da viator, 01 Maggio 2019, 18:01:36 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Ipazia

Citazione di: myfriend il 14 Novembre 2019, 22:02:13 PM
@Ipazia
Non mi sembra che Einstein, Planck, e tutti gli altri appartengano alla New Age.
Ma questo lo sa chiunque abbia studiato un po' di fisica.
Chi non conosce la fisica mette insieme concetti che non c'entrano nulla....esattamente come hai fatto tu.

Loro no, ma tutti i diversamente newage li hanno arruolati di forza. Il fatto che non siano tornati a protestare è ulteriore supporto al totale annichilimento di coscienza della morte.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

myfriend

Citazione di: Ipazia il 14 Novembre 2019, 22:36:21 PM
Citazione di: myfriend il 14 Novembre 2019, 22:02:13 PM
@Ipazia
Non mi sembra che Einstein, Planck, e tutti gli altri appartengano alla New Age.
Ma questo lo sa chiunque abbia studiato un po' di fisica.
Chi non conosce la fisica mette insieme concetti che non c'entrano nulla....esattamente come hai fatto tu.

Loro no, ma tutti i diversamente newage li hanno arruolati di forza. Il fatto che non siano tornati a protestare è ulteriore supporto al totale annichilimento di coscienza della morte.
Primo principio della termodinamica: Nell'Universo l'energia non si crea e non si distrugge, ma cambia forma.

Il Primo principio della Termodinamica non è New Age.
Tu conosci il Primo principio della Termodinamica?
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

#62
@bobmax
Il pensiero razionale necessariamente distingue per poter svilupparsi.
E così ritiene vi siano una natura inferiore e una superiore, un'autocoscienza e un libero arbitrio (tra l'altro appannaggio esclusivo dell'uomo) e così via...
Tante distinzioni, con le quali il pensiero costruisce un modello del mondo.



Te lo ripeto...io non faccio filosofia. Faccio scienza.

Struttura - a tre strati - del cervello umano secondo Mac Lean (medico statunitense specializzato nelle neuroscienze, che diede importanti contributi nel campo della psichiatria).




Natura inferiore:
Cervello rettiliano: deriva dai pesci-rettili (500milioni di anni fa)
Cervello limbico: deriva dai primi mammiferi (200 milioni di anni fa)

Natura superiore:
Neocorteccia umana: primo homo sapiens (200mila anni fa)

Non facciamo filosofia. Facciamo scienza.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

donquixote

Citazione di: Ipazia il 14 Novembre 2019, 21:30:48 PM
Citazione di: donquixote il 14 Novembre 2019, 18:18:47 PMSe bastano semplicissime dimostrazioni empiriche come quelle che hai citato e banale buonsenso allora ognuno può empiricamente vedere da sé che il sole sorge e tramonta ogni giorno, quindi "si muove", mentre la terra è ferma. Appare quindi evidente il potere del principium auctoritatis della scienza che, traendoci evidentemente in inganno come faceva un tempo la Chiesa, ci ha insegnato a pensare l'opposto di ciò che anche un bambino può (senza strumenti o ragionamenti particolari) empiricamente verificare con semplicità.
Osservare il moto apparente del sole non è dimostrazione di nulla. Dimostrazione empirica è salire sull'Olimpo per vedere se dietro le nubi ci sono gli dei o no. Relativamente semplice mi pare. Anche se per l'epoca non doveva esserlo così tanto. Dove ci sia principium auctoritatis in questa verifica, e in tutte le verifiche sperimentali della scienza, questo sì è un pre-giudizio infondato.

Lo scienziato che sale sull'Olimpo per vedere se c'è Zeus è paragonabile ad un bambino che passa la notte del 24 Dicembre davanti al camino per vedere se arriva Babbo Natale. Ma se un bambino che crede a Babbo Natale che scende dal camino può essere giustificabile, uno "scienziato" adulto e si presume intelligente che crede a Zeus sull'Olimpo con Vulcano al fianco che gli fabbrica i fulmini e ritiene necessario "andare a vedere" è da TSO. Platone probabilmente "credeva" che Zeus e compagnia abitassero l'Olimpo, ma non si sarebbe mai sognato di andare a vedere perchè era una persona intelligente e sapeva bene cosa significavano quei racconti. E il medesimo ragionamento vale per le innumerevoli descrizioni di Dio che si sono succedute nel tempo e per i vari "luoghi" in cui si afferma abiti.

Citazione di: Ipazia il 14 Novembre 2019, 21:30:48 PM
Citazione di: Galileo Galilei - lettera a Cristina di Lorena, Granduchessa di Toscana - 1615Ma che quell'istesso Dio che ci ha dotati di sensi, di discorso e d'intelletto, abbia voluto, posponendo l'uso di questi, darci con altro mezo le notizie che per quelli possiamo conseguire, sì che anco in quelle conclusioni naturali, che o dalle sensate esperienze o dalle necessarie dimostrazioni ci vengono esposte innanzi a gli occhi e all'intelletto, doviamo negare il senso e la ragione, non credo che sia necessario il crederlo,...
Nello strumentario proposto da Galileo e da me evidenziato in corsivo non c'è alcun autoritarismo dogmatico, ma l'autorevolezza - con gli opportuni accorgimenti per superare un livello ingenuo di approccio al mondo - di quello che diventerà il metodo scientifico. Da chiunque falsificabile, antidogmatico par excellence.

Galileo aveva ragione, e con i medesimi strumenti si può conoscere qualunque cosa, Dio compreso, utilizzandoli appunto in modo sensato e facendo uso anche e soprattutto dell'intelletto (il nous platonico, che è cosa affatto diversa dalla dianoia -in latino ratio- moderna). Per quanto riguarda il "livello ingenuo di approccio al mondo" questo è appunto prerogativa della scienza, come l'esempio sopra (e indefiniti altri di tal genere) dimostra. Nella penisola indocinese vi sono diversi templi innalzati lungo le strade sulle quali si dice fosse passato il Buddha durante la sua predicazione; al centro di alcuni di questi vi sono calchi dell'impronta dei suoi piedi. Queste "impronte" sono mediamente lunghe oltre tre metri e molto stilizzate, come se fossero disegnate da un bambino di pochi anni. La gente "crede" che queste siano le impronte del Buddha e le venera, ma se arrivasse uno "scienziato" e volesse dimostrare che queste impronte sono "false" lo lincerebbero non per vilipendio alla religione, ma per l'inaccettabile offesa alla loro intelligenza, e lo riterrebbero giustamente un perfetto cretino (che è un altro modo per dire "ingenuo"). Come ben notava Tolstoj, quando l'indigeno scopre che il suo feticcio di legno non è Dio, non ha scoperto che Dio non esiste, come concluderebbe ingenuamente uno "scienziato", ha scoperto che Dio non è di legno.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

bobmax

@myfriend

Tu farai scienza, ma solo come erudizione, raccolta di dati. Senza riuscire nemmeno ad abbozzare una sintesi.

Tu farai scienza, mentre nel mio caso faccio davvero. Essendo ingegnere da una vita, ho agito nel mondo facendo.

Così ho ben presente cosa significhi fare, e pure sbagliare.
Chi fa infatti, davvero, se ne guarda bene dal proclamare verità. Scientifiche o meno.

Sei in continua contraddizione con te stesso. Parli di Coscienza assoluta che è il Tutto, senza coglierne minimamente le implicazioni.
Eviti di affrontare i temi che minerebbero la tua costruzione antropocentrica, come il libero arbitrio.
Trascuri completamente l'Etica.

E non hai alcuna idea di cosa significhi Filosofia.

Sì la tua non sarà chiacchiera da bar, ma solo perché è peggio:
Superstizione scientifica!
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

anthonyi

Citazione di: myfriend il 14 Novembre 2019, 22:45:40 PM
@bobmax
Il pensiero razionale necessariamente distingue per poter svilupparsi.
E così ritiene vi siano una natura inferiore e una superiore, un'autocoscienza e un libero arbitrio (tra l'altro appannaggio esclusivo dell'uomo) e così via...
Tante distinzioni, con le quali il pensiero costruisce un modello del mondo.



Te lo ripeto...io non faccio filosofia. Faccio scienza.

Struttura - a tre strati - del cervello umano secondo Mac Lean (medico statunitense specializzato nelle neuroscienze, che diede importanti contributi nel campo della psichiatria).




Natura inferiore:
Cervello rettiliano: deriva dai pesci-rettili (500milioni di anni fa)
Cervello limbico: deriva dai primi mammiferi (200 milioni di anni fa)

Natura superiore:
Neocorteccia umana: primo homo sapiens (200mila anni fa)

Non facciamo filosofia. Facciamo scienza.

Ciao myfriend, resto abbastanza perplesso nel leggere questa sintesi, che farebbe inorridire qualsiasi antropologo.
Quella che tu chiami neocorteccia umana ha una genesi molto più antica, che comunque segue l'evoluzione di tutti i primati. Oltretutto oggi è messo in discussione il fatto stesso che Homo sapiens sapiens sia una specie viste le dimostrate confusioni genetiche con altri ominidi.
Quello che però è discutibile è soprattutto il metodo rappresentativo, quello che T. Pievani definisce della scala a gradini, per il quale la neocorteccia umana sembra sia il segno di un salto di qualità. Così non è, i tre cervelli si evolvono nel tempo, singolarmente e tra di loro, e quelli che possono essere definiti i tratti della specialità umana (La comunicazione simbolica e altro) non sono direttamente riferibili all'uno o all'altro.

InVerno

Citazione di: donquixote il 14 Novembre 2019, 23:06:15 PMLo scienziato che sale sull'Olimpo per vedere se c'è Zeus è paragonabile ad un bambino che passa la notte del 24 Dicembre davanti al camino per vedere se arriva Babbo Natale. Ma se un bambino che crede a Babbo Natale che scende dal camino può essere giustificabile, uno "scienziato" adulto e si presume intelligente che crede a Zeus sull'Olimpo con Vulcano al fianco che gli fabbrica i fulmini e ritiene necessario "andare a vedere" è da TSO. Platone probabilmente "credeva" che Zeus e compagnia abitassero l'Olimpo, ma non si sarebbe mai sognato di andare a vedere perchè era una persona intelligente e sapeva bene cosa significavano quei racconti. E il medesimo ragionamento vale per le innumerevoli descrizioni di Dio che si sono succedute nel tempo e per i vari "luoghi" in cui si afferma abiti.
Non sono sicuro fosse sant'Agostino, mi pare di ricordare, ma vi fù un famoso padre della chiesa che proprio in cima ad un monte andò, e trovati dei fossili marini, concluse che quella doveva essere la prova definitiva che vi fosse stato il diluvio universale. Evidentemente non sono solo gli scienziati a salire in cima ai monti, ma anche i vecchi saggi padri della chiesa, che da un lato sposavano il significato allegorico delle scritture, ma se possibile facevano proprio anche il significato letterale. Oggi il cristiano avveduto dà degli stolti a chi volesse confutare il significato letterale, eppure la sua teologia è stata forgiata da chi credeva che i due libri combaciassero..letteralmente. Un TSO (allegorico) a sant'Agostino perciò.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Citazione di: myfriend il 14 Novembre 2019, 22:41:56 PM
Primo principio della termodinamica: Nell'Universo l'energia non si crea e non si distrugge, ma cambia forma.
Il Primo principio della Termodinamica non è New Age.
Tu conosci il Primo principio della Termodinamica?

Cos'è l'energia ? Un'astrazione antropologica. Che funziona benissimo per le attività ingegneristiche e i calcoli scientifici, ma la filosofia sta altrove. Tra il principio di conservazione dell'energia e la dimostrazione della "Coscienza universale" passa tanta acqua che neanche Eraclito ...
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

myfriend

#68
@Anthonyi
Ciao myfriend, resto abbastanza perplesso nel leggere questa sintesi, che farebbe inorridire qualsiasi antropologo.
Quella che tu chiami neocorteccia umana ha una genesi molto più antica, che comunque segue l'evoluzione di tutti i primati. Oltretutto oggi è messo in discussione il fatto stesso che Homo sapiens sapiens sia una specie viste le dimostrate confusioni genetiche con altri ominidi.
Quello che però è discutibile è soprattutto il metodo rappresentativo, quello che T. Pievani definisce della scala a gradini, per il quale la neocorteccia umana sembra sia il segno di un salto di qualità. Così non è, i tre cervelli si evolvono nel tempo, singolarmente e tra di loro, e quelli che possono essere definiti i tratti della specialità umana (La comunicazione simbolica e altro) non sono direttamente riferibili all'uno o all'altro.


Primo. T. Pievani non è un antropologo, ma è un filosofo. E io non faccio filosofia, ma faccio scienza. Che è cosa ben diversa.
Secondo. E' ovvio che la schematizzazione del cervello che ho riportato (di MacLean) è solo, appunto, una schematizzazione di massima....non è questo il luogo per sviscerare in tutti i dettagli la visione di MacLean. Il discorso è, ovviamente, più articolato (ti rimando a documenti dello schema di MacLean che puoi facilmente reperire in rete per un approfondimento sull'argomento). La neocorteccia (in senso generale), ovviamente, ha seguito anche lei un processo evolutivo (quello dei primati). Ma la neocorteccia umana è comparsa con l'homo sapiens 200mila anni fa. A meno che tu non sostenga che la neocorteccia umana (con le sue specifiche e uniche caratteristiche) sia comparsa prima dell'homo sapiens. Il che è ovviamente ridicolo ( ;D ).

Per quanto riguarda gli antropologi che, secondo te, inorridiscono....bè...è davvero curioso.
Io sono un uomo di scienza, non mi occupo di filosofia. E di quello che dice Pievani, che è un filosofo, mi importa assai poco.
Prima di fare una affermazione studio. Non parlo tanto per parlare.
E allora vediamo cosa dice la scienza...l'antropologia... a proposito di quanto tu hai detto...che francamente non so da dove tu lo abbia dedotto (ah già! lo hai dedotto da un filosofo  ;D ).

Ian Tattersall (Regno Unito, 1945) è un antropologo inglese naturalizzato statunitense, dal 1971 al 2010 curatore della divisione di Antropologia dell'American Museum of Natural History di New York, e autore di molti libri e articoli.
Tattersall è cresciuto in Africa orientale. Ha studiato presso l'Università di Cambridge Archeologia e Antropologia, e poi presso l'Università di Yale geologia e paleontologia dei vertebrati. Nel 1971 ha conseguito il dottorato a Yale. Ha lavorato come docente presso la New School for Social Research e presso la City University di New York, proseguendo la carriera nell'insegnamento come professore alla Columbia University e alla City University di New York. Fondatore della Hall of Human Biology and Evolution dell'American Museum, i suoi studi sul campo si sono svolti in Madagascar, Comore, Mauritius, Borneo, Nigeria, Niger, Sudan, Yemen, Vietnam, Suriname, Guyana francese, Réunion e Stati Uniti.

Il suo recente Becoming Human ha vinto il prestigioso premio W. W. Howells dell'American Anthropologican Association.

Il suo lavoro di ricerca principale è, da un lato sui primati del Madagascar, dall'altro, sulla documentazione fossile umana.

Ecco cosa dice Ian Tattersall...ecco cosa dice la Scienza:

Non è un segreto che qualcosa ci renda profondamente diversi da tutti gli altri organismi, compresi quelli che ci sono più vicini nel grande albero della vita.
Esiste pertanto una netta discontinuità, un profondo abisso qualitativo, tra il modo in cui gli altri organismi gestiscono l'informazione e il modo in cui lo facciamo noi.
L'emergere della consapevolezza dei moderni esseri umani ci pone di fronte ad un profondo mistero, forse il più grande affrontato dalla scienza . E' chiaro infatti che il nostro modo di far funzionare la mente non rappresenta semplicemente il prodotto di un miglioramento incrementale di altre forme cognitive esistenti.
La differenza è qualitativa e non tanto quantitativa: non abbiamo semplicemente un po' più della stessa cosa che hanno tutti gli altri esseri viventi.

La cosa che veramente ci distingue e ci fa sentire così diversi da tutti gli altri esseri viventi è il modo di elaborare le informazioni nel nostro cervello. Quello che solo noi esseri umani facciamo è disassemblare mentalmente il mondo che ci circonda in un vocabolario sterminato di simboli mentali. Questa capacità unica si palesa in ogni aspetto delle nostre vite.

Per comprendere le caratteristiche di questo nuovo fenomeno è importante ricordarsi che l'Homo sapiens con capacità cognitive moderne non è semplicemente un'estrapolazione di tendenze precedenti. I ritrovamenti archeologici mostrano piuttosto chiaramente che noi non facciamo le stesse cose che facevano i nostri predecessori, solo un po' meglio: ricreando mentalmente il mondo noi di fatto facciamo, nella nostra testa, qualcosa di completamente nuovo e diverso.

Questa innovazione è emersa non come adattamento, ma come exattamento, cioè un adattamento nato per assolvere a una certa funzione e che poi finisce per assolvere anche o soprattutto un'altra funzione indipendente da quella originaria.
Queste nuove potenzialità, che hanno fornito il sostrato biologico per la cognizione simbolica, sono rimaste «in sonno» fino a quando, sotto l'impulso probabilmente di uno stimolo culturale, non si sono concretizzate. La mia idea è che questo stimolo è stato l'invenzione del linguaggio, cioè l'attività simbolica per eccellenza.

Qui dunque vediamo la vera grandezza, la vera dignità, dell'uomo.
Considerando queste sue eccezionali facoltà non si può negare che perfino color che reclamano per lui un posto indipendente, quale un ordine, una classe o un sottoregno, abbiano qualche ragione.
L'uomo è veramente un essere a sé stante.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

#69
Citazione di: bobmax il 15 Novembre 2019, 04:53:45 AM
@myfriend

Tu farai scienza, ma solo come erudizione, raccolta di dati. Senza riuscire nemmeno ad abbozzare una sintesi.

Tu farai scienza, mentre nel mio caso faccio davvero. Essendo ingegnere da una vita, ho agito nel mondo facendo.

Così ho ben presente cosa significhi fare, e pure sbagliare.
Chi fa infatti, davvero, se ne guarda bene dal proclamare verità. Scientifiche o meno.

Sei in continua contraddizione con te stesso. Parli di Coscienza assoluta che è il Tutto, senza coglierne minimamente le implicazioni.
Eviti di affrontare i temi che minerebbero la tua costruzione antropocentrica, come il libero arbitrio.
Trascuri completamente l'Etica.

E non hai alcuna idea di cosa significhi Filosofia.

Sì la tua non sarà chiacchiera da bar, ma solo perché è peggio:
Superstizione scientifica!

La sintesi c'è eccome. Te l'ho pure fatta in un post precedente.
Noi siamo manifestazione della Coscienza cosmica che è alla base della materia...di ogni forma di materia.
In noi (homo) si sono manifestate delle specifiche qualità della Coscienza cosmica (quelle della nostra natura superiore).
Tuttavia, siccome noi siamo il risultato di un processo evolutivo, in noi sono contenute anche le qualità della Coscienza cosmica che si sono manifestate nei livelli evolutivi precedenti al nostro (la nostra natura inferiore).
Ciò porta l'homo a vivere il conflitto tra la sua natura inferiore e la sua natura superiore.
Scopo della crescita spirituale è, prima di tutto, maturare la consapevolezza che noi siamo Coscienza cosmica (una particolare manifestazione della Coscienza cosmica).
E, in secondo luogo, favorire la crescita e lo sviluppo della nostra natura superiore in modo da "illuminare" la nostra natura inferiore.
La nostra natura inferiore non è un male di per sè. In essa sono contenuti gli istinti alla procreazione, alla nutrizione, alla sopravvivenza senza i quali non potremmo vivere e ci estingueremmo come specie...ma sono anche contenuti gli istinti alla violenza, sopraffazione, aggressività, divisione, territorialità, egoismo, paura, gioia etc etc
Scopo della crescita spirituale è quello di "illuminare" la nostra natura inferiore sviluppando e coltivando la nostra natura superiore.
Questo si ottiene con un lavoro su di sè. "Conosci te stesso" dicevano i saggi di una volta. Questa è la crescita spirituale.
E ognuno può farlo autonomamente con un lavoro di approfondimento su se stesso: coltivare e sviluppare la nostra natura superiore per mettere la nostra natura inferiore al servizio della natura superiore. Questo è il "bene".
Non abbiamo bisogno di un "ente esterno" che ci dica qual è l'etica da seguire. Non abbiamo bisogno di Tavole della Legge, non abbiamo bisogno nè di papi, nè di guru, nè di religioni, nè di dottrine, nè di filosofie, nè di dogmi.
Ciascuno di noi è Coscienza cosmica...solo che non ne siamo consapevoli perchè siamo troppo succubi della nostra natura inferiore (il lato istintivo e animale che c'è in ciascuno di noi). La crescita della consapevolezza (sviluppo della nostra natura superiore) è il lavoro che ciascuno dovrebbe fare: "Conosci te stesso e cresci in consapevolezza....e l'etica verrà da sè".
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Ipazia

Citazione di: donquixote il 14 Novembre 2019, 23:06:15 PM
Galileo aveva ragione, e con i medesimi strumenti si può conoscere qualunque cosa, Dio compreso, utilizzandoli appunto in modo sensato e facendo uso anche e soprattutto dell'intelletto (il nous platonico, che è cosa affatto diversa dalla dianoia -in latino ratio- moderna). Per quanto riguarda il "livello ingenuo di approccio al mondo" questo è appunto prerogativa della scienza, come l'esempio sopra (e indefiniti altri di tal genere) dimostra. Nella penisola indocinese vi sono diversi templi innalzati lungo le strade sulle quali si dice fosse passato il Buddha durante la sua predicazione; al centro di alcuni di questi vi sono calchi dell'impronta dei suoi piedi. Queste "impronte" sono mediamente lunghe oltre tre metri e molto stilizzate, come se fossero disegnate da un bambino di pochi anni. La gente "crede" che queste siano le impronte del Buddha e le venera, ma se arrivasse uno "scienziato" e volesse dimostrare che queste impronte sono "false" lo lincerebbero non per vilipendio alla religione, ma per l'inaccettabile offesa alla loro intelligenza, e lo riterrebbero giustamente un perfetto cretino (che è un altro modo per dire "ingenuo"). Come ben notava Tolstoj, quando l'indigeno scopre che il suo feticcio di legno non è Dio, non ha scoperto che Dio non esiste, come concluderebbe ingenuamente uno "scienziato", ha scoperto che Dio non è di legno.

Quando lo scienziato incontra un'ostia consacrata non si mette a fare il dna a Dio, ma comincia a ragionare sul simbolico. Il quale ha dei meriti evolutivi, ma anche un retrobottega di falsa coscienza che non è il caso di sottovalutare. I  passaggi "metafisici" successivi alla scoperta che Dio non è di legno lo sappiamo entrambi quali sono ...

Ingenuità è limitarsi all'apparenza sensibile, ma sostituirla con postulati infondati è frode. La scienza si frappone, superandoli, a questi due atteggiamenti mentali usando, come raccomanda Galileo, sensi e intelletto, intuizione e deduzione. Nessuna delle grandi scoperte su cui viviamo sarebbe stata possibile solo per via deduttiva: il nous è ben presente nell'evoluzione scientifica.

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

myfriend

Citazione di: myfriend il 15 Novembre 2019, 09:17:20 AM
Citazione di: bobmax il 15 Novembre 2019, 04:53:45 AM
@myfriend

Tu farai scienza, ma solo come erudizione, raccolta di dati. Senza riuscire nemmeno ad abbozzare una sintesi.

Tu farai scienza, mentre nel mio caso faccio davvero. Essendo ingegnere da una vita, ho agito nel mondo facendo.

Così ho ben presente cosa significhi fare, e pure sbagliare.
Chi fa infatti, davvero, se ne guarda bene dal proclamare verità. Scientifiche o meno.

Sei in continua contraddizione con te stesso. Parli di Coscienza assoluta che è il Tutto, senza coglierne minimamente le implicazioni.
Eviti di affrontare i temi che minerebbero la tua costruzione antropocentrica, come il libero arbitrio.
Trascuri completamente l'Etica.

E non hai alcuna idea di cosa significhi Filosofia.

Sì la tua non sarà chiacchiera da bar, ma solo perché è peggio:
Superstizione scientifica!

La sintesi c'è eccome. Te l'ho pure fatta in un post precedente.
Noi siamo manifestazione della Coscienza cosmica che è alla base della materia...di ogni forma di materia.
In noi (homo) si sono manifestate delle specifiche qualità della Coscienza cosmica (quelle della nostra natura superiore).
Tuttavia, siccome noi siamo il risultato di un processo evolutivo, in noi sono contenute anche le qualità della Coscienza cosmica che si sono manifestate nei livelli evolutivi precedenti al nostro (la nostra natura inferiore).
Ciò porta l'homo a vivere il conflitto tra la sua natura inferiore e la sua natura superiore.
Scopo della crescita spirituale è, prima di tutto, maturare la consapevolezza che noi siamo Coscienza cosmica (una particolare manifestazione della Coscienza cosmica).
E, in secondo luogo, favorire la crescita e lo sviluppo della nostra natura superiore in modo da "illuminare" la nostra natura inferiore.
La nostra natura inferiore non è un male di per sè. In essa sono contenuti gli istinti alla procreazione, alla nutrizione, alla sopravvivenza senza i quali non potremmo vivere e ci estingueremmo come specie...ma sono anche contenuti gli istinti alla violenza, sopraffazione, aggressività, divisione, territorialità, egoismo, paura, gioia etc etc
Scopo della crescita spirituale è quello di "illuminare" la nostra natura inferiore sviluppando e coltivando la nostra natura superiore.
Questo si ottiene con un lavoro su di sè. "Conosci te stesso" dicevano i saggi di una volta. Questa è la crescita spirituale.
E ognuno può farlo autonomamente con un lavoro di approfondimento su se stesso: coltivare e sviluppare la nostra natura superiore per mettere la nostra natura inferiore al servizio della natura superiore. Questo è il "bene".
Non abbiamo bisogno di un "ente esterno" che ci dica qual è l'etica da seguire. Non abbiamo bisogno di Tavole della Legge, non abbiamo bisogno nè di papi, nè di guru, nè di religioni, nè di dottrine, nè di filosofie, nè di dogmi.
Ciascuno di noi è Coscienza cosmica...solo che non ne siamo consapevoli perchè siamo troppo succubi della nostra natura inferiore (il lato istintivo e animale che c'è in ciascuno di noi...la "caverna di Platone" nella quale siamo incatenati). La crescita della consapevolezza (sviluppo della nostra natura superiore) è il lavoro che ciascuno dovrebbe fare: "Conosci te stesso e cresci in consapevolezza....e l'etica verrà da sè".
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

donquixote

Citazione di: InVerno il 15 Novembre 2019, 08:37:46 AM
Citazione di: donquixote il 14 Novembre 2019, 23:06:15 PMLo scienziato che sale sull'Olimpo per vedere se c'è Zeus è paragonabile ad un bambino che passa la notte del 24 Dicembre davanti al camino per vedere se arriva Babbo Natale. Ma se un bambino che crede a Babbo Natale che scende dal camino può essere giustificabile, uno "scienziato" adulto e si presume intelligente che crede a Zeus sull'Olimpo con Vulcano al fianco che gli fabbrica i fulmini e ritiene necessario "andare a vedere" è da TSO. Platone probabilmente "credeva" che Zeus e compagnia abitassero l'Olimpo, ma non si sarebbe mai sognato di andare a vedere perchè era una persona intelligente e sapeva bene cosa significavano quei racconti. E il medesimo ragionamento vale per le innumerevoli descrizioni di Dio che si sono succedute nel tempo e per i vari "luoghi" in cui si afferma abiti.
Non sono sicuro fosse sant'Agostino, mi pare di ricordare, ma vi fù un famoso padre della chiesa che proprio in cima ad un monte andò, e trovati dei fossili marini, concluse che quella doveva essere la prova definitiva che vi fosse stato il diluvio universale. Evidentemente non sono solo gli scienziati a salire in cima ai monti, ma anche i vecchi saggi padri della chiesa, che da un lato sposavano il significato allegorico delle scritture, ma se possibile facevano proprio anche il significato letterale. Oggi il cristiano avveduto dà degli stolti a chi volesse confutare il significato letterale, eppure la sua teologia è stata forgiata da chi credeva che i due libri combaciassero..letteralmente. Un TSO (allegorico) a sant'Agostino perciò.

Non direi che il tuo racconto abbia qualche minima attinenza con ciò che ho scritto io. Un conto è cercare Dio in un luogo particolare (sia esso l'Olimpo o lo spazio intorno alla terra) esattamente come aspettarsi di vedere Babbo Natale scendere dal camino, ben altro è verificare dei "fatti" raccontati nei testi sacri e da quelli eventualmente dedurre l'esistenza di Dio, che sarebbe come voler dedurre l'esistenza di Babbo Natale dal regalo trovato sotto il camino. Ognuno, di quei fatti, darà la spiegazione che riterrà più "vera" (e questo dimostra quantomeno che vi possono essere più spiegazioni diverse per il medesimo accadimento, come giustamente sottolineava Nietzsche) ma qualunque sia la spiegazione non potrà "dimostrare" nulla se non il mero fatto in sé. I "quattro livelli" di interpretazione delle Sacre Scritture, in uso da sempre e poi codificati ufficialmente, mostrano come già dall'inizio di queste discussioni si facevano le dovute distinzioni, e l'idea della interpretazione principalmente "letterale" come quella più valida è esplosa solo negli ultimi secoli prima con il "libero esame" di Lutero e poi con la nascita della scienza che ha piegato i testi al proprio metodo.

p.s. La storia del "diluvio universale" è presente in tutti i racconti antichi di ogni parte del mondo, e magari qualcosa di vero vi sarà pure, ma questo non dimostra affatto che questo sia stato causato in ultima istanza direttamente da Dio per le ragioni elencate nella Bibbia, e nemmeno ovviamente che "Dio esiste", come del resto una spiegazione diversa da quella non sarebbe necessariamente più "vera"  (tranne magari quella, tautologica, che afferma che "c'è stato il diluvio perchè è piovuto tanto").
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Sariputra

Un giorno ho incontrato Dio per caso. Se ne stava seduto su una panchina del parco "Ragazzi del 99". Accucciato ai suoi piedi c'era un grosso cane bianco che, sulle prime, mi era parso addirittura una specie di cinghiale. Non faceva nulla di particolare, guardava la gente passeggiare. Mi sono fatto coraggio e mi sono avvicinato. Ero sicuro fosse Dio. Così mi sono seduto vicino, sul lato sporco della panchina e, dopo averGli rivolto cortesi, notevoli parole Gli ho chiesto: "Perché osservi la gente e non intervieni? Non vedi che volti tirati, che aspetti curvi sotto il peso della sofferenza?". Dio non mi ripose nulla, se ne stava zitto. Allora ho rincarato: "Perché hai fatto un mondo così imperfetto? Perché tutto passa e non ci resta nulla da trattenere?".. Silenzio...
"Perché non parli? Perché non mi parli?". Ero sconcertato, anche se un pò me l'aspettavo. Allora mi son fatto quasi offensivo, in fondo aveva un aspetto così innocuo, così 'inadeguato'..."Sei muto per caso?".
"I muti parlano, i sordi odono e i ciechi vedono" mi rispose il grosso cagnaccio bianco, che anche da presso mi pareva proprio un cinghiale. Sono fuggito a nascondere la mia stupidità...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

Citazione di: donquixote il 15 Novembre 2019, 10:22:04 AMNon direi che il tuo racconto abbia qualche minima attinenza con ciò che ho scritto io. Un conto è cercare Dio in un luogo particolare (sia esso l'Olimpo o lo spazio intorno alla terra) esattamente come aspettarsi di vedere Babbo Natale scendere dal camino, ben altro è verificare dei "fatti" raccontati nei testi sacri e da quelli eventualmente dedurre l'esistenza di Dio, che sarebbe come voler dedurre l'esistenza di Babbo Natale dal regalo trovato sotto il camino. Ognuno, di quei fatti, darà la spiegazione che riterrà più "vera" (e questo dimostra quantomeno che vi possono essere più spiegazioni diverse per il medesimo accadimento, come giustamente sottolineava Nietzsche) ma qualunque sia la spiegazione non potrà "dimostrare" nulla se non il mero fatto in sé. I "quattro livelli" di interpretazione delle Sacre Scritture, in uso da sempre e poi codificati ufficialmente, mostrano come già dall'inizio di queste discussioni si facevano le dovute distinzioni, e l'idea della interpretazione principalmente "letterale" come quella più valida è esplosa solo negli ultimi secoli prima con il "libero esame" di Lutero e poi con la nascita della scienza che ha piegato i testi al proprio metodo.
Non è il fossile che prova il "fatto" diluviano, ma prova che il libro della natura e il libro sacro combaciano ad un livello letterale, sostiene quindi la sacralità del libro e l'esistenza di autore\ispiratore divino. Non è certo con Lutero che la cosmologia e le scienze della terra dovessero collimare colle deduzioni bibliche, Galileo fu costretto all'abiura non dai protestanti, e prima e dopo di lui mille altri ancora, meno famosi. Non si erano accorti che eran tutte allegorie, bruciare eretici va contro un comandamento, la prendevano seriamente per essere "allegorie". E' vero, con il protestantesimo il letteralismo ha preso la meglio, ma tutta la cosmologia costruita prima di Lutero è presa paro paro dalla interpretazione letterale della Bibbia. Si può ritenere il livello letterale meno importante di quello allegorico, ma non invalido uno e vero l'altro. O meglio lo si può fare, aprendo perciò le porte al "libero esame". C'è un motivo per cui l'Islam si tiene ben stretta la validità assoluta del livello letterale, perchè quando la lettera non tiene più, comincia l'atomizzazione della teologia. I significati allegorici di un testo sono infiniti, se la lettera non fa da spartiacque tra l'assurdo e il verosimile (perlomeno) il caos è ciò che ti aspetta..un eventuale ispiratore divino sicuramente ne era ben conscio!
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Discussioni simili (1)