Dio : affermazioni, descrizioni, definizione

Aperto da viator, 01 Maggio 2019, 18:01:36 PM

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donquixote

Citazione di: InVerno il 15 Novembre 2019, 11:30:10 AMNon è il fossile che prova il "fatto" diluviano, ma prova che il libro della natura e il libro sacro combaciano ad un livello letterale, sostiene quindi la sacralità del libro e l'esistenza di autore\ispiratore divino. Non è certo con Lutero che la cosmologia e le scienze della terra dovessero collimare colle deduzioni bibliche, Galileo fu costretto all'abiura non dai protestanti, e prima e dopo di lui mille altri ancora, meno famosi. Non si erano accorti che eran tutte allegorie, bruciare eretici va contro un comandamento, la prendevano seriamente per essere "allegorie". E' vero, con il protestantesimo il letteralismo ha preso la meglio, ma tutta la cosmologia costruita prima di Lutero è presa paro paro dalla interpretazione letterale della Bibbia. Si può ritenere il livello letterale meno importante di quello allegorico, ma non invalido uno e vero l'altro. O meglio lo si può fare, aprendo perciò le porte al "libero esame". C'è un motivo per cui l'Islam si tiene ben stretta la validità assoluta del livello letterale, perchè quando la lettera non tiene più, comincia l'atomizzazione della teologia. I significati allegorici di un testo sono infiniti, se la lettera non fa da spartiacque tra l'assurdo e il verosimile (perlomeno) il caos è ciò che ti aspetta..un eventuale ispiratore divino sicuramente ne era ben conscio!

Le cose sono un poco più complesse. Se fosse sufficiente che un libro corrisponda letteralmente al libro della natura  per considerarlo divinamente ispirato allora il De Rerum Natura o i moderni testi di bioarcheologia dovrebbero sostituire gli antichi libri sacri, ma siccome non è così evidentemente le valutazioni sono differenti. La Bibbia è una raccolta di libri e testi (73 in totale) composti in periodi molto distanti fra loro che trattano argomenti molto diversi, ma per essere definiti "ispirati" e meritare la qualifica di "sacri" è necessario che tutti siano in grado di affermare la Verità (le "verità di ragione" indicate da Leibniz che le distingueva dalle "verità di fatto"), evocare Dio e condurre l'uomo alla sua diretta conoscenza, ognuno evidentemente in un modo diverso, e i "fatti" che in alcuni di essi sono narrati hanno (o dovrebbero avere) essenzialmente questo scopo. Siccome Dio è "puro spirito" e quindi non può essere "descritto" o "definito" bisogna partire da qualcosa che c'è, da un fenomeno, che serva da simbolo e spinta evocatrice per andare al di là del fenomeno stesso e quindi trascenderlo. Se il fenomeno è realmente accaduto e/o tramandato dalla tradizione si utilizza quello, se serve inventarsene uno per raggiungere il medesimo obiettivo lo si inventa, non certo per "truffare" qualcuno dato che il fenomeno è solo un mezzo e non certo un fine, è il dito e non la luna, mentre invece nella modernità si tende a guardare solo il dito e giudicare da quello.

Il Mahabharata, poema sacro dell'Induismo, è ambientato nel XXXII sec. a.C. ed è (quasi) completamente inventato, e la Baghavadgita al suo interno narra una guerra mai realmente combattuta. Ma la sua sacralità non dipende certo dalla realtà o meno dei fenomeni ivi descritti, ma dalla capacità che essi hanno di evocare correttamente le forze spirituali che sovrintendono il mondo e l'uomo, ovvero di affermare e descrivere la Verità.

Che poi Galileo sia stato costretto all'abiura è cosa ben diversa ed essenzialmente non attiene al testo sacro ma alle deduzioni (sbagliate) che ne sono state tratte: La Bibbia non afferma certo che la Terra è il centro dell'Universo, ma questa affermazione (che peraltro non era un dogma di fede) derivava da una interpretazione umana dunque fallibile.

La questione dell'Islam è ancora differente perchè innanzitutto il Corano e la Sunna sono libri scritti nel medesimo periodo e quindi anche più coerenti fra loro diversamente dalla Bibbia, poi hanno un contenuto più dottrinale, morale e giuridico e non certo cronachistico come molti libri biblici, e infine non possedendo l'Islam una istituzione ufficiale che determina la corretta interpretazione di tali testi si deve poggiare sulla loro interpretazione letterale appunto per evitare l'atomizzazione che si è verificata nell'occidente cristiano.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

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