Definire la spiritualità come vita interiore

Aperto da Angelo Cannata, 08 Maggio 2017, 11:46:48 AM

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green demetr

Citazione di: giona2068 il 14 Maggio 2017, 02:12:01 AM
Citazione di: Angelo Cannata il 14 Maggio 2017, 00:04:37 AM
giona2068, mi sembra male non risponderti, ma hai mai dato segni di interesse a sentire davvero il parere degli altri, prenderlo in considerazione, renderti conto delle loro ragioni, ammettere che anche gli altri hanno le loro motivazioni serie e rispettabili per ciò che pensano? È questo il problema: mi hai fatto una domanda, ma già nella domanda stessa mi stai dicendo che il mio parere non t'interessa per niente. E allora perché dovrei risponderti? Dimostrami che sei davvero interessato alla mia risposta e ti risponderò. Trovami un solo tuo messaggio in cui ammetti che anche chi la pensa diversamente da te ha le sue ragioni serie e rispettabili e ti risponderò.
Beh, speriamo che tu non mi abbia risposto non perché non hai la risposta  bensì per rimandare a dopo, anche se non sembra.
A riguardo delle ragioni di altri, ti faccio notare che nel mondo spirituale, al quale non credi, codeste ragioni non esistono. L'unica verità e la parola del Signore Dio, le ragioni degli umani sono giustificazioni esattamente come quelle di Adamo che diede la colpa ad Eva ed Eva al serpente guadagnando entrambi l'inferno.

Le altre ragioni non esistono, ma nella parola del signore non c'è anche ama il prossimo tuo come te stesso?

L'amore non è forse una forma di apertura all'altro?

E Il signore disse, scagli la prima pietra chi non ha peccato.

Bisogna saper ascoltare.

O no? In cosa consiste l'amore?

ciao!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Angelo Cannata

Citazione di: green demetr il 14 Maggio 2017, 02:14:09 AMIn questo senso dunque anche il termine spiritualità andrebbe ri-compreso, ri-meditato.
Riformulato. (i mix non servono a nessuno)
È proprio il lavoro che sto cercando di fare da qualche anno: ri-comprendere, ri-meditare, riformulare la spiritualità, perché essa oggi è esattamente un mix confusionario, in preda al primo che si alza la mattina e tenta di appropriarsi del termine spacciando le proprie idee non tanto come spiritualità, che sarebbe una cosa ammissibile, ma come la spiritualità.

Anche ciò che scrivo io sono idee in gran parte mie, ma io almeno lo ammetto e mi mantengo sempre mirato all'obiettivo di individuare ciò che è condiviso e condivisibile da chiunque.

L'interessante che sto trovando in questo lavoro di ricerca è che la spiritualità, intesa nel senso implicato dall'articolo determinativo, cioè in ciò che essa ha di comune tra tutti gli uomini di questo mondo, dovrebbe in teoria risultare abbastanza vuota, astratta, minima, perché, in quanto minimo comune denominatore, si astiene dall'entrare nei contenuti particolari delle esperienze concrete vissute dalle religioni e dai singoli individui;  e invece nel cammino mi sembra di scoprire man mano sempre di più che essa è ricchissima già senza entrare nelle esperienze particolari; se poi aggiungiamo quelle particolari diventa quindi davvero un universo in cui perdersi, ancora più infinito dell'universo fisico.

giona2068

Citazione di: Angelo Cannata il 14 Maggio 2017, 12:09:26 PM
Citazione di: green demetr il 14 Maggio 2017, 02:14:09 AMIn questo senso dunque anche il termine spiritualità andrebbe ri-compreso, ri-meditato.
Riformulato. (i mix non servono a nessuno)
È proprio il lavoro che sto cercando di fare da qualche anno: ri-comprendere, ri-meditare, riformulare la spiritualità, perché essa oggi è esattamente un mix confusionario, in preda al primo che si alza la mattina e tenta di appropriarsi del termine spacciando le proprie idee non tanto come spiritualità, che sarebbe una cosa ammissibile, ma come la spiritualità.

Anche ciò che scrivo io sono idee in gran parte mie, ma io almeno lo ammetto e mi mantengo sempre mirato all'obiettivo di individuare ciò che è condiviso e condivisibile da chiunque.

L'interessante che sto trovando in questo lavoro di ricerca è che la spiritualità, intesa nel senso implicato dall'articolo determinativo, cioè in ciò che essa ha di comune tra tutti gli uomini di questo mondo, dovrebbe in teoria risultare abbastanza vuota, astratta, minima, perché, in quanto minimo comune denominatore, si astiene dall'entrare nei contenuti particolari delle esperienze concrete vissute dalle religioni e dai singoli individui;  e invece nel cammino mi sembra di scoprire man mano sempre di più che essa è ricchissima già senza entrare nelle esperienze particolari; se poi aggiungiamo quelle particolari diventa quindi davvero un universo in cui perdersi, ancora più infinito dell'universo fisico.
In verità parli discretamente, ma non riesco a capire se menti con quello scritto nel tuo profilo o se menti in quello che dici, non nel senso che non sia vero ma nel senso che non credi a quello che dici. In ogni caso la tua ricerca è apprezzabile, tieni però presente che nel momento in cui ci accingiamo ad iniziare un cammino, il maligno cercherà di ingannarci. Lui non ha il  potere di dissuaderci ma, poiché agisce nell'invisibile, ci dirotta verso una via che non porta al cuore del Signore Dio. In altri termini ci fa credere che stiamo camminando quando in verità stiamo andando verso la cultura, la teologia e quant'altro non giova alla nostra ricerca. L'antidoto a questo inganno è la conoscenza che solo scoprendo e rinunciando a ciò che ci tiene lontano dal Signore Dio ci avvicina a Lui. Volendo possiamo dire che scoprire e liberarsi dei propri idoli è la giusta via.
Per camminare verso il Signore Dio occorre però la chiamata: Nessuno può venire a me senza la volontà del padre mio - Giovanni. Visto che sei stato sacerdote penso che non ti manchi la vocazione anche se l'hai rinnegata/rifiutata, ma il Signore è lento a l'ira e ricco di grazia, tenerezza per ogni creatura..

Angelo Cannata

Citazione di: giona2068 il 14 Maggio 2017, 12:31:45 PM... non riesco a capire ...
E ti meravigli? Per te
Citazione di: giona2068 il 14 Maggio 2017, 02:12:01 AM... le ragioni di altri ... non esistono
e pretenderesti pure di capire?

giona2068

Citazione di: Angelo Cannata il 14 Maggio 2017, 13:19:47 PM
Citazione di: giona2068 il 14 Maggio 2017, 12:31:45 PM... non riesco a capire ...
E ti meravigli? Per te
Citazione di: giona2068 il 14 Maggio 2017, 02:12:01 AM... le ragioni di altri ... non esistono
e pretenderesti pure di capire?
Caro Angelo, tu ci sei o ci fai? 

Perchè mi metti in bocca cosa che non ho  mai detto?

Io non ho detto che che le ragioni altri non esistono, ho detto che le ragioni di noi umani nel mondo dello Spirito non esistono e ti ho portato l'esempio di Adamo ed Eva.
 Per tua opportuna conoscenza  ti riporto il brano:  A riguardo delle ragioni di altri, ti faccio notare che nel mondo spirituale, al quale non credi, codeste ragioni non esistono. L'unica verità e la parola del Signore Dio, le ragioni degli umani sono giustificazioni esattamente come quelle di Adamo che diede la colpa ad Eva ed Eva al serpente guadagnando entrambi l'inferno. 

Forse un po' d'irruenza in meno, nel momento in cui rispondi, non sarebbe male.

anthonyi

Citazione di: Angelo Cannata il 13 Maggio 2017, 18:18:21 PM
Citazione di: anthonyi il 13 Maggio 2017, 17:09:33 PM
mi sembra che il Vangelo non presenti dubbi, il messaggio di Gesù è un messaggio indirizzato all'interiorità.
Quest'osservazione rinvierebbe alla dialettica tra fede e opere, intendendo con opere non solo gli atti di amore verso il prossimo, ma anche i riti. È classica nel Cristianesimo la contrapposizione tra visione della lettera di Giacomo, che sottolinea l'importanza delle opere, e quella di san Paolo che pone l'accento sulla fede.

Nel Cristianesimo, però, esiste anche un'intuizione che va oltre questa sterile contrapposizione e che ritengo fondamentale per una fruttuosa comprensione della spiritualità. Si tratta dell'intuizione che la spiritualità, intesa come vita interiore, è in realtà già una vera e propria pratica; essa è radice di tutte le pratiche, ma è già pratica essa stessa.

Che sia radice di tutte le pratiche è facile da mostrare: basti pensare che ogni nostra azione ha sempre origine, già a livello meccanico, in impulsi nervosi interni; ancor più le azioni che riteniamo più significative nella nostra esistenza, le quali hanno origine nella vita interiore che abbiamo scelto di coltivare.

Da qui consegue che coltivare una buona vita interiore è il primo passo per ottenere buoni comportamenti: se voglio amare il prossimo non basta buttarsi a compiere buone azioni: mi sembra condiviso che la coscienza non ci chiede di diventare macchine, automi produttori di beneficenza. Il nostro essere umani ci chiede una partecipazione attiva al senso della beneficenza, attraverso una cura della nostra spiritualità. D'altra parte, la presenza o meno di azioni concrete è senz'altro un importante luogo di verifica per valutare criticamente la propria vita interiore; salvo il fatto che ognuno ha vie diverse per dare frutti nella propria vita, secondo la propria specifica personalità.

Potremmo aggiungere un'osservazione di critica sociale: fare rivoluzioni e creare benessere viene a risultare abbastanza limitato se tali rivoluzioni non sono accompagnate da un progresso delle coscienze; non sto dicendo che creare benessere esteriore sia vano, ma solo che il puro benessere esteriore non risponde certo alla nostra esigenza umana di progredire in tutto il nostro essere e non solo nella sensazione di stare bene.

Questo punto della spiritualità come concretezza credo che consenta di individuare una differenza di fondo tra la via presa dalla filosofia, per lo meno a mio parere, e quella presa dal Cristianesimo. A me sembra che oggi la filosofia, ormai alquanto stanca e annoiata del puro teorizzare e rimacinare idee astratte, trite e ritrite, si butti sempre più nell'interesse verso i problemi sociali e politici e in questo modo cerchi di essere concreta, pratica, vicina al vissuto umano. Questa concretezza, però, dopo quanto ho detto, rischia di risultare vuota di vita interiore, rischia di essere solo un cercare di aiutare la gente a risolvere i problemi esteriori di benessere economico e sociale. Per il Cristianesimo, invece, la via della spiritualità è una via di autentica concretezza, sempre per il fatto che una vera spiritualità si avvale anche del confronto con la presenza di impegni esteriori. Ciò che a mio avviso manca invece al Cristianesimo è la pratica di un senso critico intenso e spregiudicato, di cui invece la filosofia si avvale senza problemi. Nel Cristianesimo un senso critico troppo radicale è visto con timore, perché pone in crisi i suoi dogmi e la sua teologia, cioè le radici stesse della fede.

Da qualche parte nel nuovo testamento è scritto: "Mostrami le tue opere, affinchè io possa vedere la tua fede". Ora questo ragionamento, chiaramente funzionale alla catechesi, non mette a mio parere in discussione il riferimento interiore della fede.
Potremmo dire, esiste un tempo per riflettere, ed un tempo per agire. L'azione si muove in funzione della riflessione e della fede e su questo siamo d'accordo.
Quello che per me è problematico è il primo tempo, nel quale si vive un rapporto con la realtà esteriore, gli altri. Questo rapporto evidenzia un modo diverso di approcciare queste cose, di stampo coercitivo che potrebbe essere riassunto dalla frase: "Fai le opere che ti dico, per dimostrarmi che la tua fede è uguale alla mia, altrimenti ..."
Questo ultimo modo di fare mette direttamente in secondo piano l'interiorità e la rinchiude in un'esteriorità ipocrita.
Poi vi è la questione dei riti religiosi, che sono fatto sociale e fatto interiore con proporzionalità diversa. Io ad esempio, dopo una esperienza religiosa travagliata, preferisco seguire la messa in televisione. Naturalmente non manca chi mi fa notare che "non vale", con una visione molto contabilistica ed esteriore di Nostro Signore.


Angelo Cannata

Il passo che hai citato è Giacomo 2,18: "Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede". Come giustamente dici, in realtà tra Giacomo e Paolo non si può fare una contrapposizione pura e semplice: nessuno dei due era ingenuo al punto tale da esagerare un solo aspetto e perdere di vista l'altro.

Per la questione "Fai le opere che ti dico...", si è sempre trattato della polemica storica tra istituzione e carisma, riscontrabile sia nella tradizione ebraica che in quella cristiana. L'istituzione dice "Fai le opere che ti dico, per dimostrarmi che la tua fede è uguale alla mia"; viene il carismatico (o il profeta) e ribatte: "Io invece ti faccio vedere opere nuove, che ti dimostrano che la tua fede è sbagliata". Insomma, le polemiche che c'erano tra Gesù e i sacerdoti del tempio. Il problema è che ogni carismatico che proponga una fede nuova, attraverso opere nuove, una volta affermatosi si trasforma a sua volta in istituzione: questo è diventato il Cristianesimo dopo Gesù. Questo succedersi infinito di dialettica, tensioni e polemiche è in realtà fruttuoso perché porta a un continuo rinnovarsi della spiritualità, solo che il prezzo è abbastanza alto, ci scappano anche i morti. Basterebbe rendersi conto che questa dialettica va vissuta già all'interno del singolo, in modo che ci sia un camminare, un crescere continuo. Cioè, io devo abituarmi ad essere in disaccordo con me stesso, perché mentre cammino si vanno formando dentro di me la parte istituzionalizzata, che tende a stabilizzarsi, e la parte carismatica che desidera il rinnovamento. In questo senso siamo tutti ipocriti e tutti in un cammino continuo dall'ipocrisia a qualche migliore coerenza, un cammino che non si finisce mai.

Per quanto riguarda la Messa in TV, il problema non è che non vale, è che a Messa si va anche per incontrare la gente: Gesù non lo incontri solo nell'ostia consacrata o nella Parola di Dio, ma anche nel fratello che in chiesa ti siede accanto e magari ha un brutto carattere e ci sono incomprensioni. Se guardi la Messa in TV non capirai mai che il Signore va incontrato anche nel peccatore. Comunque, non voglio dilungarmi su questo: in queste cose succede che una frase tira l'altra e non la finirei più, visto che per vent'anni sono state la mia vita.

giona2068

Dice S.  Paolo: Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito, si conoscono e si amano. Quando un carismatico, come dice Cannata,  fa opere nuove e propone una fede nuova non è dal Signore Dio. Non c'è e non può esserci niente di nuovo sotto il cielo. Cannata dice che il problema è  che a volte  ci scappa il morto ed è vero. Vedi Gesuiti e Domenicani in sud america e i crociati stessi. Ma vi sembra possibile che i seguaci di Colui che ha insegnato di amare il proprio fratello come se stessi finiscano per ammazzarsi fra loro o ammazzare altri?
Il problema è che non tutti quelli che si professano cristiani lo sono e,  senza pericolo di smentita, osservando le opere, possiamo dire che raramente lo sono anche se sono iscritti sul libro dei battezzati e/o hanno un grado nella gerarchia  dei religiosi. Le opere dei credenti/uomini di fede  sono sempre le stesse perché consistono nel salvare chi è sulla via della perdizione anche se il modo varia.
Il credente/l' uomo spirituale è colui che ha rinnegato se stesso per lasciar lo spazio all'uomo nuovo e  ha sciolto la propria volontà nello Spirito che guida i suoi passi. Se chi guida è lo stesso Spirito in ogni credente il contrasto, le diatribe, le guerre e quant'altro non possono esistere e se esistono si risolvono in fretta e senza lasciare il segno. Il contrario avviene quando chi guida è il maligno il quale ha lo scopo di creare guerre , discordie e/o divisione. 
Questo, volendo, è uno specchio per scoprire da chi siamo guidati.
Quanto all'ascolto della messa, in verità vi dico, che non si alla Santa Messa per ascoltare o  assistere come se il celebrante fosse un attore o uno show man, alla Santa Messa si va per partecipare al Sacrificio di Gesù che si immola per salvarci., ma bisogna vedere se il sacerdote è del Signore Dio oppure no. 
In quel tempo in Gerusalemme ed a Roma c'erano due teatri: IL Golgota e il colosseo dove si assisteva al martirio di esseri umani. Il giorno in cui nostro Signore si lasciò crocifiggere c'era chi guardava da indifferente, chi si ingioiva nel vedere la Sua sofferenza e c'era chi piangeva anche se pochi. Quando si partecipa alla Santa Messa la storia si ripete, l'importante è scoprire se siamo indifferenti, ridenti o affranti.

green demetr

Citazione di: giona2068 il 14 Maggio 2017, 19:56:44 PM
Dice S.  Paolo: Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito, si conoscono e si amano. Quando un carismatico, come dice Cannata,  fa opere nuove e propone una fede nuova non è dal Signore Dio. Non c'è e non può esserci niente di nuovo sotto il cielo. Cannata dice che il problema è  che a volte  ci scappa il morto ed è vero. Vedi Gesuiti e Domenicani in sud america e i crociati stessi. Ma vi sembra possibile che i seguaci di Colui che ha insegnato di amare il proprio fratello come se stessi finiscano per ammazzarsi fra loro o ammazzare altri?
Il problema è che non tutti quelli che si professano cristiani lo sono e,  senza pericolo di smentita, osservando le opere, possiamo dire che raramente lo sono anche se sono iscritti sul libro dei battezzati e/o hanno un grado nella gerarchia  dei religiosi. Le opere dei credenti/uomini di fede  sono sempre le stesse perché consistono nel salvare chi è sulla via della perdizione anche se il modo varia.
Il credente/l' uomo spirituale è colui che ha rinnegato se stesso per lasciar lo spazio all'uomo nuovo e  ha sciolto la propria volontà nello Spirito che guida i suoi passi. Se chi guida è lo stesso Spirito in ogni credente il contrasto, le diatribe, le guerre e quant'altro non possono esistere e se esistono si risolvono in fretta e senza lasciare il segno. Il contrario avviene quando chi guida è il maligno il quale ha lo scopo di creare guerre , discordie e/o divisione.
Questo, volendo, è uno specchio per scoprire da chi siamo guidati.
Quanto all'ascolto della messa, in verità vi dico, che non si alla Santa Messa per ascoltare o  assistere come se il celebrante fosse un attore o uno show man, alla Santa Messa si va per partecipare al Sacrificio di Gesù che si immola per salvarci., ma bisogna vedere se il sacerdote è del Signore Dio oppure no.
In quel tempo in Gerusalemme ed a Roma c'erano due teatri: IL Golgota e il colosseo dove si assisteva al martirio di esseri umani. Il giorno in cui nostro Signore si lasciò crocifiggere c'era chi guardava da indifferente, chi si ingioiva nel vedere la Sua sofferenza e c'era chi piangeva anche se pochi. Quando si partecipa alla Santa Messa la storia si ripete, l'importante è scoprire se siamo indifferenti, ridenti o affranti.

Non ho capito, ma a messa non si va per ricordare quello che ha fatto nostro signore.
Da che mi ricordo Giona, in chiesa non si va per essere affranti, ma per trovare serenità e gioia che il nostro signore chi ha donato. O sbaglio?

Ma dicevamo dell'ascolto, come puoi essere sicuro delle parole del signore, se non ti fai aiutare dalla santa chiesa?
Come facciamo a capire che è il maligno che ci conduce e non la parola del signore?

E' un tema affascinante, lo chiedo a te Giona, perchè è evidente che per te è molto importante. Io non riesco a capirne bene le sfumature.

Sulla grazia siamo comunque abbastanza d'accordo.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Angelo Cannata il 14 Maggio 2017, 18:56:25 PM
Il passo che hai citato è Giacomo 2,18: "Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede". Come giustamente dici, in realtà tra Giacomo e Paolo non si può fare una contrapposizione pura e semplice: nessuno dei due era ingenuo al punto tale da esagerare un solo aspetto e perdere di vista l'altro.

Per la questione "Fai le opere che ti dico...", si è sempre trattato della polemica storica tra istituzione e carisma, riscontrabile sia nella tradizione ebraica che in quella cristiana. L'istituzione dice "Fai le opere che ti dico, per dimostrarmi che la tua fede è uguale alla mia"; viene il carismatico (o il profeta) e ribatte: "Io invece ti faccio vedere opere nuove, che ti dimostrano che la tua fede è sbagliata". Insomma, le polemiche che c'erano tra Gesù e i sacerdoti del tempio. Il problema è che ogni carismatico che proponga una fede nuova, attraverso opere nuove, una volta affermatosi si trasforma a sua volta in istituzione: questo è diventato il Cristianesimo dopo Gesù. Questo succedersi infinito di dialettica, tensioni e polemiche è in realtà fruttuoso perché porta a un continuo rinnovarsi della spiritualità, solo che il prezzo è abbastanza alto, ci scappano anche i morti. Basterebbe rendersi conto che questa dialettica va vissuta già all'interno del singolo, in modo che ci sia un camminare, un crescere continuo. Cioè, io devo abituarmi ad essere in disaccordo con me stesso, perché mentre cammino si vanno formando dentro di me la parte istituzionalizzata, che tende a stabilizzarsi, e la parte carismatica che desidera il rinnovamento. In questo senso siamo tutti ipocriti e tutti in un cammino continuo dall'ipocrisia a qualche migliore coerenza, un cammino che non si finisce mai.

Per quanto riguarda la Messa in TV, il problema non è che non vale, è che a Messa si va anche per incontrare la gente: Gesù non lo incontri solo nell'ostia consacrata o nella Parola di Dio, ma anche nel fratello che in chiesa ti siede accanto e magari ha un brutto carattere e ci sono incomprensioni. Se guardi la Messa in TV non capirai mai che il Signore va incontrato anche nel peccatore. Comunque, non voglio dilungarmi su questo: in queste cose succede che una frase tira l'altra e non la finirei più, visto che per vent'anni sono state la mia vita.

Indubitabilmente le istituzioni sono cambiate, ma al di là dei nuovi carismi vi era in essi la spiritualità o veramente cedevano alle tentazione del maligno (direbbe un Giona).

Questo non è un punto secondario a mio parere, perchè se esiste un carattere medio in tuttle le religioni, deve esistere anche a livello storico.

Ovviamente la nostra missione sarà quello di riformurarlo all'altezza dei dubbi e timori contemporanei.

Come se nel flusso storico vi fosse un file rouge che si svela in piccole cose, ieri oggi e forse domani.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Ecco però nel mentre mi è venuta la domanda.

Ma non è forse per quanto antica, una vecchia questione se gli dei debbano essere molti o uno?

Oggi la abbiamo dimenticata, ma nel passato ha avuto un peso schiacciante, credo (anche se non saprei dirlo ora) anche nelle coscienze, e quindi non posso non credere che non  lo fosse anche nella spiritualità.

Come facciamo? (da pensare)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

giona2068

Citazione di: green demetr il 14 Maggio 2017, 22:33:02 PM


Non ho capito, ma a messa non si va per ricordare quello che ha fatto nostro signore.
Da che mi ricordo Giona, in chiesa non si va per essere affranti, ma per trovare serenità e gioia che il nostro signore chi ha donato. O sbaglio?
////////////////////////////////////////////////////////////////
La Santa messa  non è una cerimonia per ricordare quanto avvenuto 2000 anni, ma è il calvario di nostro Signore che viene rivissuto ed è per questo che si riceve veramente  il corpo di Cristo Gesù tramite il pane/corpo (il corpo è la materia nella quale s'incarna lo Spirito) il quale veicola in noi lo Spirito di vita. Per ricevere degnamente il Suo corpo bisogna aver riconosciuto  i propri peccati con pianto e lacrime partecipando al Suo calvario che in verità dovrebbe essere il nostro. Questo vuol dire far morire l'uomo vecchio per dar vita all'uomo nuovo tramite il perdono il quale genera gioia. In ogni caso occorre che il sacerdote sia in comunione con il Signore Dio altrimenti si riceve maledizione (vedi Malachia )
Purtroppo ci hanno convinto a scanso di equivoci che il Signore sempre passa, ma non è vero.


Ma dicevamo dell'ascolto, come puoi essere sicuro delle parole del signore, se non ti fai aiutare dalla santa chiesa?
//////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
Sì, dovrebbe essere così, ma  una   chiesa che da spazio al denaro, potere, sesso, adulteri, pedofilia ecc...., può aiutare chi cerca l'aiuto?
Non resta che chiedere l'aiuto diretto del Signore il quale ci parla tramite la coscienza e se noi chiediamo il Suo aiuto, Lui non ce lo farà mancare. Dopo tutto non è così complicato. Basta scoprire cosa stiamo adorando al Suo posto e credere che in verità non è vero che ci serve ciò che adoriamo al di fuori di Lui. Man mano che facciamo questo troveremo conferma che sia sulla via giusta perché cominciamo a sentire l'amore e daremo valore a noi e ad ogni altro essere umano.
///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
Come facciamo a capire che è il maligno che ci conduce e non la parola del signore?
/////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
Se siamo attratti dalle cose del mondo, qualunque esse siano, ivi compresi i nostri piaceri carnali, idoli umani ecc.., siamo nell'inganno e chi vive nell'inganno è guidato da satana alla cui esistenza non crede quasi mai !

Angelo Cannata


green demetr

Citazione di: giona2068 il 14 Maggio 2017, 23:56:50 PM
Citazione di: green demetr il 14 Maggio 2017, 22:33:02 PM


Non ho capito, ma a messa non si va per ricordare quello che ha fatto nostro signore.
Da che mi ricordo Giona, in chiesa non si va per essere affranti, ma per trovare serenità e gioia che il nostro signore chi ha donato. O sbaglio?
////////////////////////////////////////////////////////////////
La Santa messa  non è una cerimonia per ricordare quanto avvenuto 2000 anni, ma è il calvario di nostro Signore che viene rivissuto ed è per questo che si riceve veramente  il corpo di Cristo Gesù tramite il pane/corpo (il corpo è la materia nella quale s'incarna lo Spirito) il quale veicola in noi lo Spirito di vita. Per ricevere degnamente il Suo corpo bisogna aver riconosciuto  i propri peccati con pianto e lacrime partecipando al Suo calvario che in verità dovrebbe essere il nostro. Questo vuol dire far morire l'uomo vecchio per dar vita all'uomo nuovo tramite il perdono il quale genera gioia. In ogni caso occorre che il sacerdote sia in comunione con il Signore Dio altrimenti si riceve maledizione (vedi Malachia )
Purtroppo ci hanno convinto a scanso di equivoci che il Signore sempre passa, ma non è vero.


Ma dicevamo dell'ascolto, come puoi essere sicuro delle parole del signore, se non ti fai aiutare dalla santa chiesa?
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Sì, dovrebbe essere così, ma  una   chiesa che da spazio al denaro, potere, sesso, adulteri, pedofilia ecc...., può aiutare chi cerca l'aiuto?
Non resta che chiedere l'aiuto diretto del Signore il quale ci parla tramite la coscienza e se noi chiediamo il Suo aiuto, Lui non ce lo farà mancare. Dopo tutto non è così complicato. Basta scoprire cosa stiamo adorando al Suo posto e credere che in verità non è vero che ci serve ciò che adoriamo al di fuori di Lui. Man mano che facciamo questo troveremo conferma che sia sulla via giusta perché cominciamo a sentire l'amore e daremo valore a noi e ad ogni altro essere umano.
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Come facciamo a capire che è il maligno che ci conduce e non la parola del signore?
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Se siamo attratti dalle cose del mondo, qualunque esse siano, ivi compresi i nostri piaceri carnali, idoli umani ecc.., siamo nell'inganno e chi vive nell'inganno è guidato da satana alla cui esistenza non crede quasi mai !

E' molto interessante la tua risposta, la trovo molto vicina alle posizioni gnostiche, con l'ovvio cambio della salvezza dataci dalla passione del Cristo rispetto alla "Luce" degli altri.
Di difficile soluzione, tra l'altro. Perchè al contrario dello gnostico tu credi si possa resistere al malvagio.
La salvezza tua consisterebbe nel dare ascolto alla voce di DIO come VENUTA del FIGLIO.
giusto?
Si tratta di rimanere sintonizzati sul vangelo sempre e comunque corretto?
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Angelo Cannata il 15 Maggio 2017, 15:50:37 PM
Citazione di: green demetr il 14 Maggio 2017, 22:44:24 PM
se gli dei debbano essere molti o uno?
Cosa cambia?

Non ne ho idea.

Comunque mi sembra che tu abbia in parte già risposto, cioè la spiritualità comune, dovrebbe essere libera dalla sua esplicitazione.
E mi sento piuttosto d'accordo.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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