critica all'etica cristiana

Aperto da sileno, 20 Dicembre 2018, 12:46:30 PM

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sileno

Critica all'etica cristiana

Questa volta non critico la Chiesa istituzione dei preti corrotti, secolare, interessata a raggiungere un potere politico-economico, blanda verso i crimini pedofili, ecc. ma l'etica cristiana in se stessa o una religiosità evangelica, sia pure sobria, amorevole, caritativa. 
L'attuale Papa prende a modello San Francesco: potrebbe tale indirizzo misconoscere i fondamenti del Vangelo, dei Testamenti, della Genesi, dei dogmi assoluti che emanano dalla volontà di Cristo, figlio di Dio e che determinano "Giusto" e "Sbagliato"," Male" e "Bene?" Es. uccidere anche Hitler per salvare milioni di persone è male, dir falsa testimonianza per salvare una o più vite è comunque e sempre sbagliato ( stessa cosa afferma Kant). Non contano, per la religione, le conseguenze terrene sapute, temute, possibili, ma solo l'intenzione: cosa per molti, specialmente oggi, inammissibile. 

Peccato (contravviene "non uccidere") sarebbe anche ammettere il sacrificio di una sola persona per salvarne centinaia ( il noto dilemma del treno deviato verso un solo individuo, per salvare centinaia di passeggeri).
Il rifiuto, di facilitare una dolce morte a un parente che in preda a indicibili sofferenze, implora la dolce morte, è un "assassinio" ( tale è l'epiteto verso chi osa contraddire) e non amore né carità. Ugualmente delittuoso l'aborto di un feto sordo muto, cieco, cervello disfunzionale, con limitata sopravvivenza ( recente caso!) peccato uguale a sopprimere un bimbo cresciuto e sano.
La compassione per cui ci si immedesima nel prossimo con cui si condivide una sorte di dolore con ogni organismo vivente, è un sentimento che non appartiene all'"amore" di origine cristiana. 

Il dilemma di Eutifrone

Dio ordina o approva un'azione perché essa è moralmente buona? O è il fatto che Dio la ordini o la approvi a renderla moralmente buona? Che direbbe San Francesco, virtuoso modello di amore, carità, ecc.? Per gli etici cristiani vale la seconda possibilità: seguono i comandamenti in quanto comandati da Dio bontà infinita, escludendo un dialogo relativistico e relativizzato al tempo, al contesto, al dialogo degli uomini e al loro sentimento etico, di giusto,buono, male, bene suscettibile di discussione e non di cieca e assoluta accettazione

Quindi il problema si sposta da "Come salvare il Cristianesimo"
a "Perché salvare il Cristianesimo", dove la Chiesa dei preti passa in seconda linea.



Socrate78

Secondo me uccidere è sempre sbagliato perché ogni vita ha il suo valore, anche quella di un dittatore come Hitler o Pol Pot, e uccidere anche questi soggetti significa sostanzialmente ergersi a dei che stabiliscono, in maniera assoluta, chi deve vivere o chi deve morire. Nessuno deve avere questo potere poiché la nostra ragione è limitata e non è in grado di comprendere se, anche dietro il male che tali persone commettono, possa esserci un fine stabilito da una volontà superiore, da una qualche divinità. Forse il mio modo di pensare è attualmente inammissibile, ma nessuno ha davvero degli elementi per stabilire, senza ombra di dubbio, che quella vita non ha più alcun valore ed è solo come un albero marcio, da gettare via senza possibilità di appello, è in fondo la stessa ragione per cui non ammetto la pena di morte.

viator

Salve Sileno. Le tue sono verità di prassi. Scegliendo per prassi si diventa responsabili di ciò che si fa, arrogandosi il diritto di applicare la propria etica personale a proposito di principi (PRINCIPI MORALI) che società e religioni hanno voluto darsi.

L'esistenza di tali supremi dettami morali (non uccidere, non dare false testimonianza etc. etc.) ha generato una categoria di divieti che le etiche personali non conoscono : i tabù.

Lo scopo dei tabù è quello di fare in modo che i singoli rinuncino alla propria capacità di giudizio (etico) che potrebbe risultare anarchicamente dannosa per la collettività.

Immaginarsi cosa succederebbe se ciascun omicida invocasse la propria facoltà di uccidere secondo coscienza.

Le scelte che in sè potrebbero risultare utili e giustificate per prassi e per etica personali devono venir sacrificate in nome della convivenza morale. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Freedom

Citazione di: sileno il 20 Dicembre 2018, 12:46:30 PM
Critica all'etica cristiana

Questa volta non critico la Chiesa istituzione dei preti corrotti, secolare, interessata a raggiungere un potere politico-economico, blanda verso i crimini pedofili, ecc. ma l'etica cristiana in se stessa o una religiosità evangelica, sia pure sobria, amorevole, caritativa.
L'attuale Papa prende a modello San Francesco: potrebbe tale indirizzo misconoscere i fondamenti del Vangelo, dei Testamenti, della Genesi, dei dogmi assoluti che emanano dalla volontà di Cristo, figlio di Dio e che determinano "Giusto" e "Sbagliato"," Male" e "Bene?" Es. uccidere anche Hitler per salvare milioni di persone è male, dir falsa testimonianza per salvare una o più vite è comunque e sempre sbagliato ( stessa cosa afferma Kant). Non contano, per la religione, le conseguenze terrene sapute, temute, possibili, ma solo l'intenzione: cosa per molti, specialmente oggi, inammissibile.

Peccato (contravviene "non uccidere") sarebbe anche ammettere il sacrificio di una sola persona per salvarne centinaia ( il noto dilemma del treno deviato verso un solo individuo, per salvare centinaia di passeggeri).
Il rifiuto, di facilitare una dolce morte a un parente che in preda a indicibili sofferenze, implora la dolce morte, è un "assassinio" ( tale è l'epiteto verso chi osa contraddire) e non amore né carità. Ugualmente delittuoso l'aborto di un feto sordo muto, cieco, cervello disfunzionale, con limitata sopravvivenza ( recente caso!) peccato uguale a sopprimere un bimbo cresciuto e sano.
La compassione per cui ci si immedesima nel prossimo con cui si condivide una sorte di dolore con ogni organismo vivente, è un sentimento che non appartiene all'"amore" di origine cristiana.

Il dilemma di Eutifrone

Dio ordina o approva un'azione perché essa è moralmente buona? O è il fatto che Dio la ordini o la approvi a renderla moralmente buona? Che direbbe San Francesco, virtuoso modello di amore, carità, ecc.? Per gli etici cristiani vale la seconda possibilità: seguono i comandamenti in quanto comandati da Dio bontà infinita, escludendo un dialogo relativistico e relativizzato al tempo, al contesto, al dialogo degli uomini e al loro sentimento etico, di giusto,buono, male, bene suscettibile di discussione e non di cieca e assoluta accettazione

Quindi il problema si sposta da "Come salvare il Cristianesimo"
a "Perché salvare il Cristianesimo", dove la Chiesa dei preti passa in seconda linea.



Occorre riconoscere che parli assennatamente e, dalla prospettiva etica umana, in maniera condivisibile.

Il problema nasce dal fatto che, a mio avviso, non consideri la prospettiva spirituale del cristianesimo. Tralascio perchè, secondo la tua sensibilità è irrilevante (almeno così mi par di comprendere), la precisazione che, dal punto di vista dottrinale, c'è una certa differenza tra le differenti confessioni cattolica, ortodossa e protestante, solo per citare le più importanti.

Vado dunque a bomba alla sostanza che è la seguente: le varie dottrine cristiane possono dire quello che vogliono (il cosiddetto Magistero) ma quello che dice la Bibbia non è esattamente la stessa cosa. E quello che dice la Bibbia è soggetto a problemi interpretativi non di poco conto. Di traduzione prima di tutto. Poi di vera e propria interpretazione: simbolica, letterale, morale, anagogica. 

Qual è quella giusta? In base a cosa scegliere? 

Questo è il vero problema. E di questo dovrebbe discutere il ricercatore spirituale che, per motivi suoi, vuole esplorare in profondità la prospettiva cristiana.

Tu hai semplicemente messo in evidenza le contraddizioni del magistero cattolico. 

Ma ci sono esponenti della cristianità che lo hanno fatto praticamente da pochi anni dopo la crocifissione sino ad oggi. E, nonostante qualcuno si sia preso dell'eretico e qualcuno addirittura abbia fatto una brutta fine, restano esempi luminosi e virtuosi.

Sei dunque in buona compagnia. :)
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

anthonyi

Ciao sileno, dovresti domandarti da dove proviene quella che tu definisci "etica cristiana". Dalle parole del Vangelo (O meglio dalla tua interpretazione delle parole del Vangelo), oppure da qualcuna delle interpretazioni che nella storia sono state fatte della parola di Dio. Anche oggi l'"etica cristiana" è discrezionale, ci sono le tesi di Mancuso, le tesi di Ratzinger, per dire due posizioni che hanno le loro singolarità.
Poi tu poni come posizione critica quello che è in fondo un limite di tutti i sistemi etico-normativi, che si basano su categorie generali. Il principio "non uccidere" è un principio proprio anche dei sistemi etici laici, e comunque esiste un'articolazione nel pensiero cristiano e cattolico che quantomeno riguarda il problema dell'Eutanasia.
Per quello che mi riguarda, l'interpretazione dei Vangeli non è assolutamente in contraddizione con un'etica a favore dell'Eutanasia, anzi, il principio dell'amore, che possiamo considerare la grande norma alla base del Vangelo stesso, sarebbe contraddetto nel caso in cui si costringesse una persona a rimanere viva tra la sofferenze per il semplice piacere di vederla soffrire.
Naturalmente ragionamenti analoghi potrebbero essere fatti per alcuni casi di aborti terapeutici, anche se, per onestà intellettuale, tu dovresti ammettere che il problema dell'aborto come caso generale è di tutt'altra natura, potendosi applicare e venendo legalmente applicato questo nella gran maggioranza dei casi nei confronti di feti sani o comunque curabili.
Un saluto.
Un saluto

Socrate78

Invece non pensate che proprio quella sofferenza che tanto si vuole evitare in nome dell'umana compassione possa avere un significato, un senso agli occhi di Dio stesso? L'eutanasia, dietro la compassione, è un atto di grave SUPERBIA, significa nei fatti dire (indipendentemente dalla consapevolezza di ciò): " Questa vita sofferente non è degna di essere vissuta, non ha alcun senso ed è solo male", invece è possibile che anche quei momenti tremendi abbiano un significato che a noi sfugge. San Francesco e tanti altri considerati santi dalla Chiesa ad esempio sostenevano che il dolore avvicina a Dio, può sembrare follia assoluta masochistica e forse lo è anche, ma non è detto che ciò che è logico per i nostri schemi sia anche vero.

sileno

Citazione di: Socrate78 il 21 Dicembre 2018, 19:28:18 PM
Invece non pensate che proprio quella sofferenza che tanto si vuole evitare in nome dell'umana compassione possa avere un significato, un senso agli occhi di Dio stesso? L'eutanasia, dietro la compassione, è un atto di grave SUPERBIA, significa nei fatti dire (indipendentemente dalla consapevolezza di ciò): " Questa vita sofferente non è degna di essere vissuta, non ha alcun senso ed è solo male", invece è possibile che anche quei momenti tremendi abbiano un significato che a noi sfugge. San Francesco e tanti altri considerati santi dalla Chiesa ad esempio sostenevano che il dolore avvicina a Dio, può sembrare follia assoluta masochistica e forse lo è anche, ma non è detto che ciò che è logico per i nostri schemi sia anche vero.



Ho capito: Dio si crede, non si spiega. sia quello dell'antico testamento: il sacrificio del figlio da parte di Abramo, il diluvio, l'uccisione dei primogeniti egiziani prima dell'esodo, l'eliminazione degli adoratori del vitello d'oro, la distruzione di Sodoma e  Gomorra e di nazioni ; permette venga ucciso suo figlio Gesù, che quello dei Vangeli, inflessibile autoreferente è giusto e buono perché ... lo dico io e basta. Violento, barbarico, maschilista, e Gesù suo degno figlio, sempre e comunque dalla parte della ragione.

Un'etica aperta al dialogo, revisionabile e perfettibile, è più vantaggiosa per i viventi umani e d'altra specie, piuttosto che il dogma aprioristico, indiscusso, astorico,assunto per Verità Rivelate. Un aborto per il cristiano è un "assassinio", sia che si sopprima un embrione, un feto cieco, sordo, muto, con gravi limitazioni psichiche e sofferenze, che un bimbo cresciuto e sano. Secondo i cristiani dogmatici Eluana fu "assassinata": donna in salute che poteva fare figli, per osservanza evangelica.

Il dilemma di Eutifrone

Dio ordina o approva  un'azione perché essa è moralmente buona? O è il fatto che Dio la ordini o la approvi a renderla moralmente buona?

Socrate78

#7
Nel caso dell'aborto si rientra nel concetto che ho spiegato sopra, è la presunzione umana a decidere che quella vita è cattiva, indegna di essere vissuta, perché ha una malattia, sarà pur terribile quella patologia, ma quella vita potrebbe avere un senso che a noi sfugge del tutto, e noi pretendiamo invece di decidere che non è bene che viva, ergendosi ad arbitri di ciò che giusto e ingiusto. Davvero, sono antiabortista e lo sarò sempre, checché mi dicano coloro che invece sono a favore, io vedrò sempre nell'atto abortivo un atto di violenza e presunzione. A questo punto se si fosse chiaroveggenti e si conoscesse l'evoluzione della vita di ognuno, si dovrebbero abortire anche coloro che pur nascendo sani svilupperanno gravissime malattie in futuro, oppure diventeranno dei criminali dannosi per la società, ma si può vedere in tutto questo la presunzione di stabilire chi deve vivere e chi no, compito che spetta solo a Dio se esso esiste. Un'azione se fosse ordinata da Dio e si avesse per conoscenza immediata la certezza assoluta di questo sarebbe quindi giusta, poiché i nostri schemi razionali sono niente in confronto ad un'intelligenza superiore, anzi, di più, se l'umanità si fosse evoluta ancora di più ed avesse come quoziente intellettivo medio 200 invece di 100, io sono convinto che i criteri etici sarebbero anche differenti, ritengo che il senso morale umano sia molto limitato e non sia da prendere come modello di verità assoluta, visti i limiti dell'intelligenza.

sileno

Citazione di: Socrate78 il 21 Dicembre 2018, 23:55:47 PM
Nel caso dell'aborto si rientra nel concetto che ho spiegato sopra, è la presunzione umana a decidere che quella vita è cattiva, indegna di essere vissuta, perché ha una malattia, sarà pur terribile quella patologia, ma quella vita potrebbe avere un senso che a noi sfugge del tutto, e noi pretendiamo invece di decidere che non è bene che viva, ergendosi ad arbitri di ciò che giusto e ingiusto. Davvero, sono antiabortista e lo sarò sempre, checché mi dicano coloro che invece sono a favore, io vedrò sempre nell'atto abortivo un atto di violenza e presunzione. A questo punto se si fosse chiaroveggenti e si conoscesse l'evoluzione della vita di ognuno, si dovrebbero abortire anche coloro che pur nascendo sani svilupperanno gravissime malattie in futuro, oppure diventeranno dei criminali dannosi per la società, ma si può vedere in tutto questo la presunzione di stabilire chi deve vivere e chi no, compito che spetta solo a Dio se esso esiste. Un'azione se fosse ordinata da Dio e si avesse per conoscenza immediata la certezza assoluta di questo sarebbe quindi giusta, poiché i nostri schemi razionali sono niente in confronto ad un'intelligenza superiore, anzi, di più, se l'umanità si fosse evoluta ancora di più ed avesse come quoziente intellettivo medio 200 invece di 100, io sono convinto che i criteri etici sarebbero anche differenti, ritengo che il senso morale umano sia molto limitato e non sia da prendere come modello di verità assoluta, visti i limiti dell'intelligenza.


.Se Dio crea ciò che è giusto e ciò ch e è sbagliato con il suo comando o approvazione, la morale diventa arbitraria..Avrebbe potuto dichiarare l'omicidio moralmente lodevole ed esso sarebbe stato tale.Ma dio è buono e non agirebbe cos'. Ma se con "buono" si intende moralmente buono,, significa che Dio approva se stesso: è questo che i credenti intendono  quando affermano che Dio è buono?

viator

Salve Sileno. Naturalmente è esattamente come dici. Il credente è colui che si crea (o che aderisce alla-) una certa immagine e concetto di Dio per i quali si genera la propria immedesimazione con il Dio stesso.

Dio per il credente è ciò (anzi, precisamente COLUI) che egli stesso vorrebbe essere.

Sia il credente che il non credente vivono cercando di fidarsi solo di sè stessi. Perchè credere in un ignoto caos di cause che regolano le nostre vite ? Meglio credere in- (od augurarsi che esista) qualcuno o qualcosa che risulti tutto sommato benevolo verso di noi.

Il non credente prenderà a confidare in ciò che potrà comprendere, nella speranza di poter giungere a controllarlo.

Il credente prenderà a sperare che ciò che non può comprendere (la natura intrinseca di un Dio sovrumano ma premuroso degli umani) risulti utile alle proprie attese.

Quindi il credere che Dio sia buono equivale a sostenere che io (che ho generato la mia immagine di Dio ma mi convinco che sia stato Dio a generarmi) - essendo emanazione del Bene posso rivendicare la mia propria bontà, positività, merito spirituale.

Saluti ed auguri.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sileno

Citazione di: viator il 22 Dicembre 2018, 14:58:13 PM
Salve Sileno. Naturalmente è esattamente come dici. Il credente è colui che si crea (o che aderisce alla-) una certa immagine e concetto di Dio per i quali si genera la propria immedesimazione con il Dio stesso.

Dio per il credente è ciò (anzi, precisamente COLUI) che egli stesso vorrebbe essere.

Sia il credente che il non credente vivono cercando di fidarsi solo di sè stessi. Perchè credere in un ignoto caos di cause che regolano le nostre vite ? Meglio credere in- (od augurarsi che esista) qualcuno o qualcosa che risulti tutto sommato benevolo verso di noi.

Il non credente prenderà a confidare in ciò che potrà comprendere, nella speranza di poter giungere a controllarlo.

Il credente prenderà a sperare che ciò che non può comprendere (la natura intrinseca di un Dio sovrumano ma premuroso degli umani) risulti utile alle proprie attese.

Quindi il credere che Dio sia buono equivale a sostenere che io (che ho generato la mia immagine di Dio ma mi convinco che sia stato Dio a generarmi) - essendo emanazione del Bene posso rivendicare la mia propria bontà, positività, merito spirituale.

Saluti ed auguri.



E' una riflessione plausibile da parte di credenti.Mi piace. Grazie.
Contraccambio gli auguri.

Ipazia

Citazione di: viator il 22 Dicembre 2018, 14:58:13 PM

Sia il credente che il non credente vivono cercando di fidarsi solo di sè stessi. Perchè credere in un ignoto caos di cause che regolano le nostre vite ? Meglio credere in- (od augurarsi che esista) qualcuno o qualcosa che risulti tutto sommato benevolo verso di noi.


Meglio credere in ciò che lo sviluppo della conoscenza dimostra essere più vero o probabile. Ad esempio: che un embrione è un ammasso di cellule prive di autocoscienza.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve. Per Ipazia. Hai fatto benissimo ad arrestarti dopo ".....autocoscienza". La questione è delicatissima. In questo modo comunque ho almeno l'occasione per farti i miei auguri, cinica brutalona antispiritualistica.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

La questione invece è semplice e la scienza l'ha risolta in maniera difficilmente migliorabile. Auguro anch'io buon Natale a tutti i cristiani. Anche se, in ossequio al mio Nick, non dovrei.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

everlost

Citazione di: Socrate78 il 21 Dicembre 2018, 23:55:47 PM
Nel caso dell'aborto si rientra nel concetto che ho spiegato sopra, è la presunzione umana a decidere che quella vita è cattiva, indegna di essere vissuta, perché ha una malattia, sarà pur terribile quella patologia, ma quella vita potrebbe avere un senso che a noi sfugge del tutto, e noi pretendiamo invece di decidere che non è bene che viva, ergendosi ad arbitri di ciò che giusto e ingiusto. Davvero, sono antiabortista e lo sarò sempre, checché mi dicano coloro che invece sono a favore, io vedrò sempre nell'atto abortivo un atto di violenza e presunzione. A questo punto se si fosse chiaroveggenti e si conoscesse l'evoluzione della vita di ognuno, si dovrebbero abortire anche coloro che pur nascendo sani svilupperanno gravissime malattie in futuro, oppure diventeranno dei criminali dannosi per la società, ma si può vedere in tutto questo la presunzione di stabilire chi deve vivere e chi no, compito che spetta solo a Dio se esso esiste. 
Anch'io sono molto critica nei confronti dell'aborto. Specie se attuato come sostituto della contraccezione.
Però, prima di condannare globalmente chi lo fa, bisognerebbe capire se mettere al mondo un figlio indesiderato e non amato, in una situazione di ristrettezza economica, sapendo magari che nascerà deforme e condannato a un'esistenza tormentata, sia una scelta responsabile e altruista, in ultima analisi cristiana, oppure il contrario. 
Essere malati, anormali, menomati fisicamente o mentalmente significa soprattutto soffrire e far soffrire tutta la famiglia, c'è poco da fare. Viceversa, riguardo a misteriosi e ignoti piani divini, solo chi ha un'immensa fede ci può credere, ma non si può obbligare la gente ad avere una fede che non ha.
Ed è una delicatissima scelta personale, al massimo di coppia, ma principalmente della madre. Sarà lei a doversi occupare di quella creatura per tutta la vita. A meno che non la abbandoni dopo il parto come un fagottino scomodo presso un istituto di carità, ma insomma, anche questo significa  condannare il bambino a un futuro triste.
Inutile disturbare la chiaroveggenza, tanto è chiaramente impossibile sapere cosa succederà fra vent'anni a un neonato sano e normale. Ogni genitore spera in bene.
Ma quando i medici ti dicono che tuo figlio è  malato incurabile, se tu mamma decidi di continuare la gravidanza pur potendola interrompere diventi responsabile della sua nascita. Un tempo non si poteva fare niente, non si conosceva neanche il sesso del nascituro; oggi che invece si può intervenire è diventata una responsabilità enorme. Una vera questione da libero arbitrio.

@Ipazia
Il feto agli stadi iniziali è solo un agglomerato di cellule, questo è vero, ma è anche un essere umano in potenza, perciò il discorso diventa un tantino più complesso dal punto di vista etico. In passato non avrei avuto simili dubbi, oggi che sono diventata anziana e ipercosciente me li pongo in continuazione.
Ovviamente me li pongo mooolto di più davanti alla guerra, agli stermini e ai massacri di adulti e bambini, ma mentirei se dicessi che ritengo l'aborto un'ablazione chirurgica come tante altre.

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