critica all'etica cristiana

Aperto da sileno, 20 Dicembre 2018, 12:46:30 PM

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Ipazia

Citazione di: everlost il 27 Dicembre 2018, 16:38:53 PM

@Ipazia
Il feto agli stadi iniziali è solo un agglomerato di cellule, questo è vero, ma è anche un essere umano in potenza, perciò il discorso diventa un tantino più complesso dal punto di vista etico. In passato non avrei avuto simili dubbi, oggi che sono diventata anziana e ipercosciente me li pongo in continuazione.
Ovviamente me li pongo mooolto di più davanti alla guerra, agli stermini e ai massacri di adulti e bambini, ma mentirei se dicessi che ritengo l'aborto un'ablazione chirurgica come tante altre.

Il problema sarebbe già risolto se i sanfedisti non ostacolassero la contraccezione, compresa quella d'urgenza, e l'educazione ad una procreazione responsabile. Inoltre ostacolano anche la ivg nei tempi della fase embrionale ritardandola con l'obiezione. Penso sia giusto il rigore contro chi (ma quante sono ?) lo usa come metodo anticoncezionale, ma solo dopo che la società ha fatto di tutto per aiutare le donne ad evitare le gravidanze indesiderate.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Kobayashi

Faccio qui alcune considerazioni forse un po' fuori tema...

Ogni teoria deve passare attraverso la prova della prassi.
Se una teoria mostra di poter stare in piedi solo sulle eccezioni, non dovremmo rigettarla?
Un'etica basata su un'antropologia che trova riscontro solo in persone straordinarie non finirebbe per essere fuorviante, addirittura dannosa?
Il cristianesimo è sempre vissuto sulla rendita fornita dai pochi veri santi della sua storia.
Al di là delle sue idee teologiche più o meno sofisticate, si basa sulla concezione che ciò che c'è di divino in ciascuno di noi possa e debba essere "riattivato" tramite il classico lungo percorso di lotta contro le passioni e i pensieri distruttivi.
La vittoria (parziale) su di essi garantirebbe una certa pace, una certa felicità. Ma la cosa più importante è il fatto che la restaurazione della propria impronta divina implicherebbe l'estendersi dell'azione divina attorno a se'. Tant'è che il santo, da copione, non considererà mai il merito della sua azione santa, ma l'interpreterà come pura estensione di Dio.

Ora, chiunque abbia frequentato i professionisti di questa disciplina (sacerdoti, frati, monaci), ha potuto constatare che si distinguono dai laici esclusivamente nella competenza attinente la dottrina, i riti, le prediche.
Dal punto di vista umano non c'è alcuna differenza, o meglio non sembra esserci nessuna correlazione tra la loro condizione di vita e un'eventuale bontà.

Dunque scartato l'elemento rivoluzionario (di cui ha parlato di recente papa Francesco riferendosi al Vangelo) – perché se duemila anni non sono stati sufficienti... – ci rimane una dottrina che non ha effetti pratici se non in casi umani del tutto eccezionali, ed è quindi solo pensiero, consolazione. Diciamo che può vantare solo un effetto psicologico. Che certamente non va sottovalutato.
Ma sorge la domanda: anche se le sue idee teologiche fossero parzialmente corrette, anche senza mettere in discussione insomma l'esistenza di Dio etc., avrebbe senso dirottare buona parte della propria energia verso una disciplina che non porta a nessuna salvezza autentica?

Federico Mey2

Riassumendo, l'etica cristiana si fonda sul Bene assoluto, destinato indifferenziatamente a tutti gli umani reciprocamente.

Essa non è basata però sull'elemento psicologico dell'empatia (infatti viene disprezzata la morte non sofferente, e non c'è repulsione per la sofferenza animale), ma sulla sofferenza. E' quindi in fondo basata sul masochismo, piacere della sofferenza.
Essa non colpevolizza chi eventualmente la pensa diversamente e attacca l'ideale di fondo dell'ideologia stessa (il Bene assoluto). Chi lo fa infatti può comunque essere "salvato".
Essa propone che il Bene sia destinato agli altri indifferenziatamente e infinitamente. Ciò distrugge molti Valori, primo tra tutti la Famiglia, che si basano su un preciso ordinamento (presente istintivamente nell'umano) nella destinazione degli istinti affettivi.

Conseguentemente, se portato agli estremi può realizzare:
Se tutti accettano debolmente l'ideologia, un mondo ideale di Bene assoluto privo però di molti Valori umani, cito sempre la Famiglia.
Se qualcuno non è d'accordo, un mondo pessimo con immoralità dilagante e sempre senza Valori.
In un caso intermedio, con una morale non portata all'estremo:
Un mondo fatto di contraddittorietà dilagante e una fede superficiale e non assoluta.

Salve

simo

È da considerare il fatto che l'antico testamento non parla del Dio Padre di Gesù, bensì di Geova, UN dio, crudele, che non si fa problemi a uccidere predicando il contrario.
Il Dio di cui parla Cristo (e quindi il cristianesimo non inteso come istituzione ma come religione) è il vero Dio di amore e luce, Gesù non insegnava certo a uccidere per il bene di un popolo eletto (vedi Abramo che uccide Isacco) ma proprio questa compassione di cui tu parli. Egli è morto per l'umanità (esempio del treno) proprio per dimostrare che il male esiste per giustificare il bene (certo saper valutare è cosa ardua, ma che siamo qui a fare se no?).
Geova è quello che potremmo chiamare un Elohim o un Deva: esso è una manifestazione di Dio al pari di Satana o Brahma ma non è Dio.

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