Credere e' un bisogno dell'essere umano.

Aperto da Mariano, 12 Maggio 2016, 15:35:27 PM

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HollyFabius

Citazione di: Duc in altum! il 17 Maggio 2016, 00:13:46 AM
Avverto un certo politichese (gli italiani sono maestri) nell'affrontare il concetto così evidente della discussione.

Forse se si pone un punto di domanda al titolo originale si evitano le sensazioni sdrucciolevoli che @Freedom sagacemente fa notare.

Credere è un bisogno dell'essere umano? Si, certamente, così come il mangiare ed il respirare!
Tutta la speculazione posteriore sull'accezione del credere, dell'avere fiducia, se la fede , se non la fede, è tergiversare sull'oggettività, fastidiosa forse per alcuni, di questa perfetta realtà.

Anzi, aggiungo che, secondo me, è sbagliato dire 86% e 14%, la percentuale dell'essere umano che crede, che ha bisogno di credere, è 100%. Che poi si decida fare uno studio approfondito per verificare chi crede nel rosso e chi crede nella costituzione è già un secondo passaggio, un ulteriore livello di specificazione di questa necessità ontologica obbligatoria.

Oramai siamo arrivati a questo.
A rivolto a B: "Tu credi! "
B: "ma veramente io dubito"
A: "no no no tu assolutamente credi"
B: "non ne sono così convinto, direi che mi pongo come se non credessi"
A: "assolutamente no. Tu credi di non credere quindi credi, assolutamente credi. Credere è un tuo bisogno!"
B: "ma non saprei, non penso di aver bisogno di credere proprio a tutto"
A: "tu credi oppure appartieni a quelli che speculano sul significato di credere, credendo di confondermi, e quindi credi in qualcosa comunque"
B: "a beh messa in questi termini va bene, va bene, non ti alterare, credo credo. Ma di grazia, in che cosa?"

Sariputra

Citazione di: Duc in altum! il 17 Maggio 2016, 00:13:46 AMAvverto un certo politichese (gli italiani sono maestri) nell'affrontare il concetto così evidente della discussione. Forse se si pone un punto di domanda al titolo originale si evitano le sensazioni sdrucciolevoli che @Freedom sagacemente fa notare. Credere è un bisogno dell'essere umano? Si, certamente, così come il mangiare ed il respirare! Tutta la speculazione posteriore sull'accezione del credere, dell'avere fiducia, se la fede , se non la fede, è tergiversare sull'oggettività, fastidiosa forse per alcuni, di questa perfetta realtà. Anzi, aggiungo che, secondo me, è sbagliato dire 86% e 14%, la percentuale dell'essere umano che crede, che ha bisogno di credere, è 100%. Che poi si decida fare uno studio approfondito per verificare chi crede nel rosso e chi crede nella costituzione è già un secondo passaggio, un ulteriore livello di specificazione di questa necessità ontologica obbligatoria.

Secondo me invece , per chiarire meglio, si doveva porre la questione in questi termini: "Credere IN DIO è un bisogno dell'essere umano?". La necessità obbligatoria di cui tu parli è generica. Credere che domani possa piovere non è la stessa cosa di credere in un'entità trascendente. Credere che piova o che la sedia possa reggere il mio peso è una valutazione che poggia sull'esperienza diretta . Credere in un'entità trascendente è un'astrazione e una valutazione che poggia sul pensiero,sul sentimento, sulla paura e sul bisogno di un rifugio dal fluire incessante di tutte le nostre giornate. Di un'entità trascendente non abbiamo un'esperienza diretta, ma solo mediata, quindi il credere diventa "Credere nella verità dell'esperienza mediata" ossia "Credere in coloro che sostengono di conoscere la Verità". Ogni esperienza diretta del trascendente (mistica) non avrà mai i connotati disegnati da "Coloro che sostengono di conoscere la Verità". L'esperienza sarà così pura da trascendere ogni tipo di connotato, al di là di ogni domanda e di ogni fede.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Duc in altum!

**  scritto da Sariputra:
CitazioneSecondo me invece , per chiarire meglio, si doveva porre la questione in questi termini: "Credere IN DIO è un bisogno dell'essere umano?".
Esatto, concordo pienamente, ma si dava per sottinteso visto che la discussione è in Tematiche Spirituali.
Anche perché nella riflessione iniziale @Mariano parla del "...bisogno di trascendenza dalla propria individualità...".
Credere se domani piove o meno non influisce più di tanto sull'inevitabile bisogno ontologico di decidere se credere che Dio esiste o credere che Dio non esiste (espressione poi dell'esistenza personale).
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

**  scritto da HollyFabius:
CitazioneOramai siamo arrivati a questo.
A rivolto a B: "Tu credi! "
B: "ma veramente io dubito"
A: "no no no tu assolutamente credi"
B: "non ne sono così convinto, direi che mi pongo come se non credessi"
A: "assolutamente no. Tu credi di non credere quindi credi, assolutamente credi. Credere è un tuo bisogno!"
B: "ma non saprei, non penso di aver bisogno di credere proprio a tutto"
A: "tu credi oppure appartieni a quelli che speculano sul significato di credere, credendo di confondermi, e quindi credi in qualcosa comunque"
B: "a beh messa in questi termini va bene, va bene, non ti alterare, credo credo. Ma di grazia, in che cosa?"
A:"come in che cosa credi ??? ?!?! Non ti sei accorto che la tua esistenza è già, inevitabilmente, l'espressione del tuo dubbio?"  :-[
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

InVerno

#34
Citazione di: Freedom il 16 Maggio 2016, 20:57:45 PM
Quando una discussione si gioca sulla sottile definizione delle parole avverto una sensazione....come dire......sdrucciolevole. :D

Mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione:
http://www.treccani.it/vocabolario/credere/
https://it.wikipedia.org/wiki/Fede

Onestamente avevo anticipato immediatamente che sarei uscito dal seminato.. Peraltro, quando penso a domande come quella di questo topic, mi vengo in mente riferimenti culturali ben lontani da quelli estremamente contaminati come quello occidentale e in generale delle religioni monoteiste. Penso che siano il terreno peggiore per rispondere a questa domanda, proprio per il livello di contaminazione culturale in esso presenti. La migliore domanda ipotetica è: un uomo che nasce su un isola deserta, senza contatti umani, svilupperà nella sua vita la fede, o una credenza? Saranno necessarie più generazioni di uomini per fornirgli il bagaglio culturale necessario per sviluppare questi concetti, a livello ideologico o emotivo? Da una domanda ipotetica simile si potrebbe trarre qualche conclusione, se si tratti di una necessità innata dell'individuo o di un feticcio antropologico che necessita elaborazione e gnosi. Nella mia vita ho avuto la fortuna di visitare e scrutare da vicino alcuni esempi di antiche forme di fede, dall'animismo africano praticato dalla mia bisnonna in Etiopia, alle culture sciamaniche del sud america, fino alle culture sciamaniche della Siberia-Mongolia, certamente meno contaminate dal turismo rispetto a quelle peruviane. In queste è facile evidenziare come la formazione dei relativi credi abbia subito un arresto improvviso, per motivi socio-antropologici noti, e si sia conservata in uno stadio intermedio, in maniera similare a come alcuni insetti rimangono intrappolati nell'ambra. Da esperienze come queste preferisco trarre le mie conclusioni invece che dalla Treccani, ma vedo (come HollyFabius sottolinea) che il thread come al solito deriva nella solita cagnara filosofica intorno alle parole, quindi mi pare pure superfluo approfondire.

HollyFabius

Citazione di: Duc in altum! il 17 Maggio 2016, 13:27:41 PM
**  scritto da HollyFabius:
CitazioneOramai siamo arrivati a questo.
A rivolto a B: "Tu credi! "
B: "ma veramente io dubito"
A: "no no no tu assolutamente credi"
B: "non ne sono così convinto, direi che mi pongo come se non credessi"
A: "assolutamente no. Tu credi di non credere quindi credi, assolutamente credi. Credere è un tuo bisogno!"
B: "ma non saprei, non penso di aver bisogno di credere proprio a tutto"
A: "tu credi oppure appartieni a quelli che speculano sul significato di credere, credendo di confondermi, e quindi credi in qualcosa comunque"
B: "a beh messa in questi termini va bene, va bene, non ti alterare, credo credo. Ma di grazia, in che cosa?"
A:"come in che cosa credi ??? ?!?! Non ti sei accorto che la tua esistenza è già, inevitabilmente, l'espressione del tuo dubbio?"  :-[
B: Questa è solo una tua impressione. Credimi :=)

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