Cosa ti viene in mente in senso religioso?

Aperto da Lady Joan Marie, 06 Dicembre 2019, 20:19:57 PM

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Lady Joan Marie

Citazione di: Lady Joan Marie il 10 Dicembre 2019, 19:59:59 PM
Scusate ma qui stiamo andando un pò fuori tema, temo...
Il gioco sta nel dire in una parola cosa vi viene in mente in senso religioso e non scrivere intere pagine di Bibbia. Spero che ora ci sia un pò più di chiarezza. Grazie.
Il senso di questa discussione l'ho evidenziato in questo mio intervento, se poi lo volete tenere aperto o chiuso siete liberi di fare come ritenete opportuno. Grazie.

Menandro

Citazione di: Isfrael il 10 Dicembre 2019, 10:17:04 AMDio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza" ::)

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra, e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male.

(Genesi, VI, 5)

Ipazia

Citazione di: Lady Joan Marie il 12 Dicembre 2019, 14:07:43 PM
Citazione di: Lady Joan Marie il 10 Dicembre 2019, 19:59:59 PM
Scusate ma qui stiamo andando un pò fuori tema, temo...
Il gioco sta nel dire in una parola cosa vi viene in mente in senso religioso e non scrivere intere pagine di Bibbia. Spero che ora ci sia un pò più di chiarezza. Grazie.
Il senso di questa discussione l'ho evidenziato in questo mio intervento, se poi lo volete tenere aperto o chiuso siete liberi di fare come ritenete opportuno. Grazie.

Qui non si tratta di scrivere intere pagine di Bibbia, ma di associare pensieri "religiosi" che abbiano un minimo di compiutezza e reperibilità. Il pensiero religioso, se non vogliamo ridurlo a catechismo cattolico, non si limita alla Bibbia (che sarebbe già molto di più), ma a tutto ciò che di religioso l'umanità ha pensato nel tempo e nello spazio. Opportuno pertanto, vista l'estensione, citare la fonte.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

myfriend

«La parola Dio per me non è altro che l'espressione e il prodotto della debolezza umana, e la Bibbia una collezione di venerabili ma nonostante tutto piuttosto primitive leggende. Nessuna interpretazione, di nessun genere, può cambiare questo (per me)»
Einstein
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

paul11

Einstein, lettera a Solovine.

E veniamo al punto interessante. Lei trova strano che io consideri la comprensibilità della natura (per quanto siamo autorizzati a parlare di comprensibilità), come un miracolo (Wunder) o un eterno mistero (ewiges Geheimnis). Ebbene, ciò che ci dovremmo aspettare, a priori, è proprio un mondo caotico del tutto inaccessibile al pensiero. Ci si potrebbe (di più, ci si dovrebbe) aspettare che il mondo sia governato da leggi soltanto nella misura in cui interveniamo con la nostra intelligenza ordinatrice: sarebbe un ordine simile a quello  alfabetico, del dizionario, laddove il tipo d'ordine creato ad esempio dalla teoria della gravitazione di Newton ha tutt'altro carattere. Anche se gli assiomi della teoria sono  imposti dall'uomo, il successo di una tale costruzione presuppone un alto grado  d'ordine del mondo oggettivo, e cioè un qualcosa che, a priori, non si è per nulla autorizzati ad attendersi. È  questo il "miracolo" che vieppiù si rafforza con lo sviluppo delle nostre conoscenze.
È qui che si trova il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, felici solo perché hanno la coscienza di avere, con pieno successo, spogliato il mondo non solo degli dèi (entgöttert), ma anche dei miracoli (entwundert). Il fatto curioso è che noi dobbiamo accontentarci di riconoscere "il miracolo" senza che ci sia una via legittima per andare oltre. Dico questo perché Lei non creda che io – fiaccato dall'età – sia ormai facile preda dei preti

Jean

Citazione di: paul11 il 13 Dicembre 2019, 14:12:50 PM
Einstein, lettera a Solovine.

E veniamo al punto interessante. Lei trova strano che io consideri la comprensibilità della natura (per quanto siamo autorizzati a parlare di comprensibilità), come un miracolo (Wunder) o un eterno mistero (ewiges Geheimnis). Ebbene, ciò che ci dovremmo aspettare, a priori, è proprio un mondo caotico del tutto inaccessibile al pensiero. Ci si potrebbe (di più, ci si dovrebbe) aspettare che il mondo sia governato da leggi soltanto nella misura in cui interveniamo con la nostra intelligenza ordinatrice: sarebbe un ordine simile a quello  alfabetico, del dizionario, laddove il tipo d'ordine creato ad esempio dalla teoria della gravitazione di Newton ha tutt'altro carattere. Anche se gli assiomi della teoria sono  imposti dall'uomo, il successo di una tale costruzione presuppone un alto grado  d'ordine del mondo oggettivo, e cioè un qualcosa che, a priori, non si è per nulla autorizzati ad attendersi. È  questo il "miracolo" che vieppiù si rafforza con lo sviluppo delle nostre conoscenze.
È qui che si trova il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, felici solo perché hanno la coscienza di avere, con pieno successo, spogliato il mondo non solo degli dèi (entgöttert), ma anche dei miracoli (entwundert). Il fatto curioso è che noi dobbiamo accontentarci di riconoscere "il miracolo" senza che ci sia una via legittima per andare oltre. Dico questo perché Lei non creda che io – fiaccato dall'età – sia ormai facile preda dei preti

La citazione di Einsten, opportunamente riportata da paul11, evidenzia (a me) come l'opera/pensiero di una persona (una grande persona, in questo caso) non sia conosciuta esaurientemente che da ben poche persone, col risultato (vedi es. qui in Logos le discussioni/opinioni su Nietzsche) sovente di arruolarla (senza permesso) nel proprio partito.

Ma un "grande" non appartiene a nessuno e la sua opera all'umanità intera. 
Le citazioni/estrapolazioni seguono il pensiero di chi le usa, non di chi le ha prodotte.

Nel mio pensiero, ad esempio, le parole del grande scienziato possono esser interpretate anche in modo diverso e per me più ampio, che distingue l'ossessione o per alcuni  il tormento, dalla sana ed umana curiosità per lo sconosciuto:

 
Il fatto curioso è che noi dobbiamo accontentarci di riconoscere la morte senza che ci sia una via legittima per andare oltre. Dico questo perché Lei non creda che io –fiaccato dall'età – sia ormai facile preda dei preti.
 

Sempre dal mio punto di vista il "pensare e riflettere" sulla morte è il miglior  esercizio per la vita, autentico pensiero religioso che ricollega l'uomo a quanto egli ritiene sacro o divino.
 

Cordialement
Jean

myfriend

@Jean

Einstein è stato sicuramente un grande uomo. E sulla morte aveva le idee molto chiare...avendo egli intuito più di ogni altro la vera natura della materia, dello spazio e del tempo.

In occasione della morte del suo migliore amico, Michele Besso, così Einstein scriveva alla moglie:
«Michele è partito da questo strano mondo, un poco prima di me. Questo non significa nulla. Le persone come noi, che credono nella fisica, sanno che la distinzione fra passato, presente e futuro non è che un'illusione, per quanto tenace».
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

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