cosa si intende per Spirito?

Aperto da Alberto Knox, 19 Luglio 2022, 21:42:29 PM

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Alberto Knox

Visto che si parla di tematiche spirituali o pensato di fare anzitutto un esplicazio terminorum come dicevano gli scolastici prima di iniziare a litigare nelle riunioni che facevano e si trattava magari di discutere sulla trinità e avevi un domenicano di qui un francescano di là e quindi dicevano "anzitutto chiariamo i termini". Sono convinto che uno dei compiti del pensiero , che sia filosofico o teologico , per il nostro tempo è quello di chiarire, porre ordine. Non è sempre stato così, c'è stato un periodo dove il compito del pensiero era di de-costruire , c'erano tante costruzioni molto grandi e molto pesanti nella quale la mente umana era costretta a dover vedere il mondo attraverso dogmatiche , dottrine, ideologie che costringeva il singolo a vedere il mondo attraverso le loro "grate" per così dire. E per questo motivo non si toccava mai la realtà e quindi il filosofo aveva questo compito, prendere il martello , come si fa filosofia col martello dice Nietzsche nel sottotitolo del "Crepuscolo degli Idoli" e distuggere, togliere, decostruire, aria pura, liberare la mente da quelle pesanti costruzioni . Bhè, questo lavoro è stato fatto, la decostruzione è avvenuta. E ci troviamo, secondo me, in quello stato della mente che ci fa formulare frasi come "per un Cristianesimo al passo coi tempi" come dice il buon Mauro Pastore. è come se ci trovassimo al giorno dopo di un terremoto avvenuto e adesso bisogna ricostruire. E perciò la filosofia deve essere chiara, basta con i sotterfugi linguistici, inutili sofistecherie dialettiche, girare a vuoto a voli pindarici. Che cosa intendo dunque per Spirito? è una disposizione della mente, con un particolare, è una disposizione libera e creativa della mente. E per mente che cosa intendo?per mente intendo il centro di elaborazione di informazioni al fine di ottenere atti cognitivi assolutamente essenziali per ogni essere vivente. Ogni vivente ha un centro per elaborare informazioni perchè la vita si basa sul nutrimento e sulla riproduzione. Queste sono le due necessità basilari che ogni vivente deve saper fronteggiare e per la farlo occorre elaborare informazioni. Poi è chiaro, diversa è l'attività mentale di una pianta , diversa quella dei delfini, diversa è quella dei lombrichi , diversa è quella dell uomo. Ma ogni essere vivente  è dotato di una mente.
Ebbene lo Spirito è quella disposizione di questo centro cognitivo che raccoglie informazioni e che le elabora al fine di nutrirsi e di riprodursi , è quella attività mentale che supera la necessità biologica. si raccolgono infomazioni non più per le necessità biologiche ma ad esempio per conoscere le leggi della fisica, cogliere la bellezza della natura, capire come soffrono i viventi e come gioiscono i viventi e riprodurre tutto questo nella musica se sei musicista o nella poesia se sei un poeta o nella filosofia se sei un filosofo. Ci si connette con la bellezza e con la sofferenza del mondo . è quindi uno stato della mente diverso dall elborare informazioni per i bisogni biologici. é una disposizione libera e creativa della mente. E così i nostri padri Greci, i nostri padri Latini , i padri degli Ebrei , i padri degli Indù anche altre civiltà che avevano  visto tutto questo, questa capacità della mente di produrre libertà e creatività e hanno detto "come la chiamo?" come la denomino questa possibilità che c'è dentro di me? è per nominare questo fenomeno hanno fatto ricorso a un termine che già avevano coniato ed era il termine che usavano per l'aria. Il vento che si muove . é stupefacente questa analogia fra le varie civiltà , non è che si sono telofanati e si sono detti come lo chiamiamo? no , parallelamente tutte queste 4 grandi civiltà sono giunte a individuare il termine adatto per dominare la possibilità di essere liberi e creativi al di la delle condizioni biologiche e ambientali e hanno scelto l'aria. Quindi in latino Spiritus che significa aria che si muove, il vento. In Greco Pneuma o se volete anche Nous per dire la forma della mente creativa , in Ebraico Ruach , in Sanscrito Atman. E tutti questi termini hanno a che fare con l'aria . Spirtus, spirare , respirare . Pneuma , pneumologia , pneumatico . Ruach, vento . Atman, atmosfera. Chi sa dire il motivo probabile per cui il pensiero umano è giunto a identificare la capacità della mente di essere libera e creativa al di la delle determinazioni biologiche e ambientali con l'aria?

p.s.
piccola premessa, se non vi piace il termine spirito chiamatelo come volete, coscienza morale, interiorità, psiche o altro...l'importante è capire il punto no? e rendersi degni del fenomeno vita. Prendere sul serio il nostro essere pensante.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

Perché senza aria si muore. La prima differenza fenomenica  tra un vivente, pur se addormentato, e un cadavere è il respiro. Dio stesso crea la vita soffiando sulla materia inerte. Il vento è una manifestazione dell'aria che a sua volta alimenta lo spirito (vitale), condividendo aria e spirito: invisibilità, leggerezza e inafferabilità. Tante cose in comune.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

#2
Esattamente, soffio vitale , che signfica dunque respiro e allo stesso tempo identifica un io invisibile che èla nostra interiorità , il nostro sè che si distingue dall io visibile. Nei vedanta e nell' upanisad è l'essenza dell uomo, Atman. e questa essenza è divina cioè equivale a Brahman ma questa essenza divina non è direttamente evidente l'ātman va ri-conosciuto, e questo è il fine ultimo dell'uomo nell upanisad . Va riconosciuto e attualizzato al fine di ritornare a Brahman dopo la morte fisica del corpo.... " non è irrilevante notare come la parte immortale e divina nell uomo non esista , se non viene attualizzata e focalizzata su ciò che è divino fuori di lui. In altri termini, l'oggetto dei nostri pensieri conferisce immortalità al pensare stesso". ..questo in accordo con i vedanta e le upanisad
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Jacopus

Lo spirito come disposizione libera e creativa della mente mi ha ricondotto agli stati affettivi primordiali di Panksepp, che condividiamo con tutti i mammiferi ma che hanno la loro massima espressione con homo sapiens. Fra questi sette stati affettivi dai quali discendono tutte le dinamiche relazionali dell'umanità, vi è quello della ricerca che è particolarmente importante (gli altri sono la collera, la paura, la sofferenza, il gioco, la cura, il desiderio sessuale). La ricerca è ciò che non ci fa accontentare di ciò che siamo ma ci fa esplorare il mondo e noi stessi e ci fa esplorare il tempo, rendendo possibili le alternative e rendendo possibili mondi alternativi, che vengono creati nel momento in cui vengono costruiti nella nostra mente. Questi processi, simili in tutti i mammiferi sono esaltati nei primati superiori e, ovviamente, in homo sapiens, che li ha resi complessi attraverso la loro messa in scena nella cultura. Edipo e Odisseo sono due grandi figure che simbolizzano questo stato affettivo originario della ricerca ma anche Gesù è un cercatore o Darwin o Freud. La mente/spirito è una domanda a cui bisogna dare una risposta. E ad ogni risposta seguirà una nuova domanda e una nuova ricerca. Il fiato, come ha fatto notare Ipazia, permette di sintetizzare significati multipli della mente: è invisibile, è essenziale alla vita, e attraverso il fiato, come con uno strumento musicale, si può modulare la parola, ovvero uno "strumento" in grado di collegare interno ed esterno, l'unus et multi in me. Dalla sua potenza esplicativa deriva la sua adozione da molte culture diverse.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Alberto Knox

#4
hai detto bene jacopus, la ricerca è fondamentale e deve sempre essere alimentata e coltivata da nuovi stimoli. La ricerca interiore è il caposaldo di tutte le grandi tradizioni spirituali del mondo. Tutte invitano a rientrare in se stessi "non uscire da te , rientra in te stesso, perchè la verità abita nell uomo interiore" in interiore omina abitat veritas diceva Sant'Agostino.  L'invito a seguire questa strada di ricerca introspettiva è ripetuta più volte nelle Upanisad. ma c'è un passo che la letteratura critica ha evidenziato fra gli altri, un passo, anzi una frase, che è quasi il condensato dell'intera ricerca, perché enuncia in maniera evidente, semplice e molto espressiva il collegamento fra l'individuo, l'ātman e Brahman:
                                                                     tat tvam asi: "quello [ātman-Brahman] sei tu".

Da notare che nelle quattro raccolte degli "inni" dei Veda l'"origine primordiale" viene indicata con il termine Tat (Quello) e non ancora con il termine Brahman. Quindi Tat Tvam asi "quello sei tu"
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

c'è una bella distinzione fra il concetto di anima e il concetto di Spirito. E da dove nasce l'idea di anima? bhè da Platone prima di tutto con il dualismo anima-corpo , ripreso poida Sant'Agostino che conferirà sacralità all anima come anima immortale. .

Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

Uno che si è venduto l'anima alla $cienza su che genere di anima può insegnare ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

Grazie Alberto per il link. L'ho ascoltato tutto ed è davvero impressionante la sua facilità di mantenere il filo del discorso saltando da Brentano a Thomas Mann, spiegando l'evoluzione del concetto di anima, fino a giungere alla sua scuola:la fenomenologia. Non ho molto da aggiungere a Galimberti, la sua visione del mondo è molto simile alla mia. Noi, più che soggetti, siamo " in der Welt sein". La nostra responsabilità è sempre una responsabilità collettiva e da ciò nasce il dissidio con il capitalismo che ha estremizzato il concetto di individualismo, rendendo il mondo il luogo della strumentalizzazione.
Mi ha anche molto colpito la dichiarazione, verso la fine del video, della decadenza del processo di "raffinamento" culturale che fa risalire agli anni '80. Lo stesso periodo in cui vi fu la profonda trasformazione culturale ora dominante, che possiamo chiamare del Tatcher/reagenesimo. Accanto alla propaganda per i valori della libertà, della ricchezza, della criminalizzazione sotteranea della povertà e per lo smantellamento dello stato sociale, le classi dominanti capirono allora che quella cultura "alta", che li aveva condotti al potere, nel momento in cui vi fu lo scontro con le forze del potere precedente (ricordate l'Encyclopedie di D'Alembert), ora poteva essere un grave problema per il mantenimento del potere. Vi fu pertanto una progressiva disorganizzazione delle strutture e degli enti che trasmettono cultura che continua tuttora. Non voglio fare reductio ad hitlerum, ma la dottrina nazionalsocialista, per i popoli sottomessi era molto simile. Bisognava dare a quei popoli una cultura sufficiente per poterli adoperare come forza lavorativa, dandogli degli svaghi e dei passatempi innocui, ma evitando accuratamente ogni possibilità di creare in loro capacità critiche e di discussione fondate su conoscenze teoriche, storiche e di metodo. Dopo un lectio magistralis di questo tenore si potrebbe scrivere ancora molto. Mi fermo qui e grazie ancora.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Alberto Knox


il buddha aveva capito che l'essere umano, a livello strutturale, consiste nella mente. Tutto ciò che facciamo o che non facciamo parte dalla mente , nasce dalla mente e ritorna nella mente. Dalla quale non si può uscire . Quindi se uniamo mente e esperienza estetica abbiamo un esperienza estatica, perchè conduce il soggetto a uscire da sé verso una dimensione più grande. Do molto risalto e importanza a quella che è l'esperienza estetica ( qui da considerarsi nel senso originario dell'etimologia Greca , cioè "Sentire" , "percepire" , "captare" )  perchè? bhè, è un punto importante , se ci pensate bene, lì si nasconde una piccola chiave, che apre la percezione e l'attualizzazione interiore del Sacro. Sto dicendo che ogni vera esperienza estetica è anche un esperienza del Sacro sebbene quest'ultima a livello intuitivo sia più grande e alla quale ci si avvicina di solito con certo senso di ineguatezza, di indegnità. Ma che comunque sentiamo di voler appartenervi , di farne parte, di attualizzarla dentro di noi. Come nominare questa dimensione più grande? suprema bellezza? , armonia totale? , gioia del cuore, luce dell essere...cioè, come nominare l'esperienza di quando si esce da sé , senza tuttavia perdersi nel nulla, ma ritrovandosi a un livello più alto dell essere? come nominare l'emozione delle viscere e della percezione  di fronte alla bellezza accecante della vita che si manifesta in un paesaggio naturale, in un opera d arte, in una musica, in uno sguardo. Termini quali Sacro, Teofania, mistero , mistica, dio , divino, divinità" sono simboli.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

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